venerdì
26 Dicembre 2025

Alla guida del camion senza registrare velocità, distanza e riposo: 800 euro di multa e patente sospesa

Nel corso dei recenti controlli mirati al trasporto pesante sulle strade del territorio, gli agenti della polizia locale di Ravenna hanno multato il conducente di un autoarticolato per gravi irregolarità, con conseguente ritiro della patente.

Si tratta di un 41enne rumeno, dipendente di una ditta di Bellaria – Igea Marina fermato lungo la SS16 all’altezza di Fosso Ghiaia. Il controllo tecnico effettuato con il software “Police controller” ha permesso di scoprire che la tessera tachigrafica del conducente non era stata inserita nel cronotachigrafo. L’autista era quindi alla guida del mezzo senza registrare e rendicontare i dati di viaggio, come tempi di guida, riposo, velocità e distanza.

In osservanza dell’articolo 179 commi 2 e 9 del Codice della Strada, l’uomo è stato quindi sanzionato per 833 euro con sospensione della licenza di guida da 15 giorni a 3 mesi.

L’emergenza smog arriva anche a Ravenna: stop ai veicoli diesel euro 4 e fino a euro 5 nei comuni principali

L’emergenza smog in Emilia-Romagna non dà tregua e si estende a tutta la regione: a seguito dell’ultimo monitoraggio sulla qualità dell’aria, Arpae ha disposto il bollino rosso per tutte le province, comprese quelle romagnole che negli ultimi bollettini erano state risparmiate. Anche nel ravennate quindi le limitazioni enteranno in vigore da domani, giovedì 11, fino a venerdì 12, quando è prevista l’uscita del nuovo bollettino.

Le disposizioni prevedono lo stop alla circolazione dalle 8.30 alle 18.30 di veicoli diesel inferiore a euro 4 (compreso) nelle aree urbane segnalate e agli altri veicoli fino a euro 2 (comprendendo veicoli a benzina, a doppia alimentazione, ciclomotori e motocicli). Per i comuni sopra i 30mila abitanti, come Ravenna, Lugo e Faenza il divieto di circolazione si estende ai veicoli diesel di categoria euro 5 (compreso) negli stessi orari e sempre nelle aree cittadine individuate da appositi cartelli. Durante le due giornate di misure straordinarie vigerà inoltre il divieto di spandimento dei liquami zootecnici con tecniche non ecosostenibili.

Si ricordano inoltre le misure ordinarie vigenti fino al 31 marzo 2026, che prevedono il divieto di qualunque combustione all’aperto a scopo di intrattenimento (falò, fuochi d’artificio) ad eccezione dei barbecue, il divieto di accensione di residui vegetali, il divieto di utilizzo di generatori di calore a biomasse (camini, caminetti, stufe) con classe di prestazione energetica inferiore a 4 stelle (nel caso in cui sia presente un metodo di riscaldamento alternativo) e impone la riduzione delle temperature degli ambienti interni riscaldati (19 gradi per case, uffici, attività ricreative e di culto, attività commerciali, attività sportive; 17 gradi per attività industriali e artigianali).

In vigore un’ordinanza per snellire le procedure di rimborso per i privati con danni fino a 30mila euro

Procedure di rimborso più snelle per i privati che hanno subito danni alluvionali fino a 30mila euro, oltre alle spese tecniche e all’indennizzo per i beni mobili: è entrata in vigore negli scorsi giorni l’ordinanza commissariale 54 che porterà alcune semplificazioni nei processi di ricostruzione. I contributi sono suddivisi in tre categorie (minori, lievi e gravi), a seconda dell’entità del danno. 

Per danni minori si intendono tutti gli interventi con un importo inferiore ai 15mila euro, svolti unicamente in edilizia libera. I danni lievi sono invece compresi tra i 15mila e 30mila euro svolti in edilizia libera oinferiori ai 30 mila euro se effettuati con titolo edilizio. I danni gravi prevedono invece un importo dei lavori superiore ai 30mila euro.

È inoltre prevista una nuova articolazione delle erogazioni, in tre parti: un primo acconto, a titolo di anticipazione, nei limiti del 50% del totale del contributo concesso; un secondo acconto, pari al 40% del contributo concesso, su richiesta dell’interessato, che attesti di aver speso non meno dell’80% dell’importo erogato come primo acconto e alleghi la relativa attestazione della spesa; infine, un saldo fino al massimo del 10%.

Anche la procedura di prenotazione delle domande è stata semplificata e, per danni minori e lievi, viene semplificata anche la relativa istruttoria in capo ai Comuni e la conseguente rendicontazione. Per le spese tecniche di supporto all’istanza dei danni minori è riconosciuto un corrispettivo del 6%, calcolato sul costo dell’intervento, e comunque non inferiore a 750 euro. Inoltre, tra le spese tecniche vengono inserite alcune tipologie precedentemente escluse.
C’è infine una semplificazione nell’assegnazione degli incarichi: viene eliminato il vincolo di terzietà rispetto al beneficiario.

Per i danni gravi o che comportano cantieri più complessi si potrà procedere con varianti in corso d’opera, rivedendo, laddove necessario, il contributo assegnato fino a un limite del 20%. In generale, situazioni di particolare complessità potranno essere esaminate, prima della presentazione delle istanze , dalle apposite commissioni tecniche straordinarie.

I cittadini potranno presentare domanda di contribuito a partire dal 15 dicembre sulla piattaforma Sfinge. Per gli edifici danneggiati dalle alluvioni di maggio 2023, per i quali siano stati effettuati interventi di riparazione ma non sia stata presentata la domanda di contributo, e che siano stati nuovamente danneggiati dalle emergenze dell’ottobre 2024, possono essere presentate due distinte domande di contributo, ciascuna relativa alle lavorazioni eseguite e documentate.

«Con questa ordinanza compiamo un passo decisivo verso una ricostruzione veloce e vicina ai cittadini – ha aggiunto ha sottolineato il commissario Curcio -. Abbiamo ascoltato le esigenze dei territori e lavorato insieme al Governo, ai Sub-commissari regionali per costruire risposte efficaci. L’ordinanza non è un punto di arrivo, ma un ulteriore passo avanti in un percorso che richiede ancora determinazione e vicinanza alle comunità colpite. Il nostro impegno è chiaro: semplificare senza rinunciare ai controlli, accelerare senza perdere qualità, ricostruire restituendo futuro a questi territori».

Gli addetti alla sicurezza si rifiutano di farlo entrare ubriaco nel locale e lui li minaccia con un coltello

Si aggirava ubriaco per il centro storico e, al rifiuto della sicurezza di farlo entrare all’interno di un locale proprio a causa delle sue condizioni fisiche avrebbe risposto estraendo un coltello: un giovane straniero è stato denunciato dai carabinieri di Ravenna con le accuse di minacce e porto di oggetti atti ad offendere.

A seguito della segnalazione pervenuta al 112 la gazzella della radiomobile ha individuato il giovane ancora nei pressi del locale, trovandolo in possesso di una lama di 15 centimetri.

Lupi, cinghiali, nutrie e colombacci: nel 2025 la fauna selvatica ha causato oltre 300mila euro di danni alle Cab

Alle difficoltà che il settore agricolo ha dovuto affrontare negli ultimi anni si sono aggiunti anche i danni provocati da una fauna selvatica ormai considerata «fuori controllo». Solo nel 2025, infatti, le incursioni di lupi, cinghiali, daini e altre specie, nelle cooperative braccianti del ravennate hanno causato circa 300 mila euro di danni. L’episodio più recente risale ai primi giorni di dicembre, ad Agrisfera, dove tre lupi hanno squarciato i teloni a protezione del mais destinato alla stalla da latte biologico e al biodigestore. «Il lupo è la nuova specie dannosa per gli agricoltori, anche della nostra zona – spiega il presidente di Agrisfera Rudy Maiani –  l’anno scorso un attacco simile ha provocato oltre 20mila euro di danni. Quest’anno il danno minore, ma la frequenza degli episodi sta aumentando e la nostra preoccupazione principale riguarda la stalla dei vitelli».

Tra le situazioni più rilevanti emerge quella della Cab del comprensorio cervese, dove nel solo 2025 sono stati stimati e in parte contabilizzati oltre 100mila euro di danni alle colture e alle strutture aziendali. «Siamo sottoposti a una pressione continua – riferisce Paolo Rosetti, direttore della Cab Cervese – I colombacci mangiano il girasole in fase di emergenza delle plantule o di maturazione, le taccole colpiscono la colza, i daini devastano il vivaio di piante di fragole, trifoglio, grano e rompono i teli dei vivai bietole. A questo si sommano i gabbiani, che schiacciano le colture e perforano gli impianti di irrigazione e le nutrie che, sebbene abbiano subito un notevole calo negli ultimi anni, continuano a mettere a rischio la stabilità di carraie, ponti e della rete di scolo. Difendere migliaia di ettari con mezzi tradizionali è impossibile: come Cab abbiamo già speso circa 25mila euro in misure attive per la dissuasione, dai cannoni detonanti a gas per colombaccio e piccione, ai recinti elettrificati per daini fino ai dissuasori laser per gabbiani, subendo svariate migliaia di euro in interventi solo di manodopera per il ripristino dei danni».

Ma la situazione è complessa anche in tutte le aree agricole: da Bagnacavallo a Faenza, e ancora Fusignano, Campiano, Terra e Massari.

«Le regole attuali per il sistema di risarcimento penalizzano le aziende che hanno estensioni maggiori, e questo non è accettabile – spiegano il presidente di Legacoop Romagna, Paolo Lucchi, e il responsabile di settore, Stefano Patrizi – Le misure di prevenzione che vengono richieste richiederebbero, ad esempio, di recintare superfici immense, con investimenti milionari, assolutamente impraticabili. Ma anche i ristori che vengono riconosciuti non riflettono assolutamente l’entità reale dei danni. Chiediamo azioni immediate allo Stato e alla Regione Emilia-Romagna su questo tema». Per Legacoop infatti occorrerebbero criteri di ristoro adeguati alla dimensione delle aziende, piani di selezione delle specie più incisive, misure di prevenzione finanziate a monte, indennizzi commisurati ai danni reali e il coinvolgimento tecnico permanente con le associazioni degli agricoltori: «Nel territorio della Cab di Bagnacavallo e Faenza, la presenza di lupi, volpi nutrie e diverse specie di volatili è costante – spiega il direttore Marco Lanzoni –. Ogni anno ci troviamo a ripristinare superfici danneggiate, con costi di manodopera e materiali sempre più elevati. Ma con le attuali regole per l’accesso ai ristori è praticamente impossibile quantificare i danni e dimostrare di aver adottato protezioni su centinaia di ettari. Alla fine si è scoraggiati nella richiesta di indennizzi, anche dalle prassi dei sopralluoghi degli enti pubblici deputati in assenza di confronto con l’azienda».

I danni poi non sono causati solo dagli esemplari più minacciosi, ma anche e soprattutto da lepri, uccelli e nutrie: «Il bilancio per Cab Terra è pesante – dichiara il presidente Fabrizio Galavotti –. Nel 2025 abbiamo registrato un totale di 53.000 euro di danni. Solo i colombacci hanno causato 40mila euro di mancato ricavo tra girasole bio, girasole da seme e soia da seme. A questo si aggiungono i 5mila euro di danno sulle bietole da seme dovuti a nutrie, danni ai fossi di scolo non quantificabili, 2mila euro provocati dai cinghiali, i 3mila euro riconducibili al lupo e altri 3mila euro dovuti ai piccioni nell’area di Camerlona. Senza contare le ore di manodopera aggiuntiva per pulizie e ripristini. È un quadro che parla da solo». Concorde anche Fabio Zannoni, direttore tecnico di Cab Massari: «Qui la situazione non è diversa: le piante da frutto subiscono danni da parte delle lepri, che rosicchiano la corteccia e rallentano lo sviluppo, costringendoci a investire in protezioni alternative. I colombacci mangiano la semente dei cereali appena messa a dimora, i piccioni attaccano le giovani plantule di girasole, mentre le nutrie danneggiano i cavoli da seme appena trapiantati. L’ammontare complessivo dei danni per la nostra cooperativa si colloca tra i 20 e i 30mila euro».

Il lato oscuro del Natale: l’intrigante ricerca di Baldini e Bellosi

Tenebroso NataleA cercarlo usato si trova a prezzi da capogiro, ben oltre i 130 euro (quindi se ce lo avete in casa…), perché sia la prima edizione del 2012 sia la seconda del 2015, entrambe per l’editore Laterza, sono andate esaurite da tempo. Quindi non può che essere una buona notizia la riedizione a cura dell’editore locale Il Ponte Vecchio di Tenebroso Natale di Eraldo Baldini e Giuseppe Bellosi, di poche settimane fa. Si tratta di un’edizione con note a fondo pagina, che riprende appunto quel volume sottotitolato “Il lato oscuro della Grande Festa” e che, per esempio, Paolo Di Paolo ha definito «un percorso affascinante che riscopre le radici inquietanti della data più celebrata del calendario». Del resto che il Natale non sia solo luci e buoni sentimenti lo sappiamo dai tempi di Dickens, quando nella sua Christmas Carol fa apparire i fantasmi di presente, passato e futuro. E non è un caso che gli stessi autori citino diversi altri esempi letterari e cinematografici che si muovono in questa direzione, in primis ovviamente Nightmare before Christmas di Tim Burton.

Ma il tenebroso Natale dei due autori ravennati non è fiction, bensì il frutto di una ricerca come sempre minuziosa e accurata in archivi, biblioteche, tradizioni popolari. Studiosi di antropologia culturale, etnografia e folklore affermati, Baldini e Bellosi hanno allargato lo sguardo dalla loro Romagna per includere usi e credenze di tutta Italia. Ed è così ad esempio che scopriremo il valore apotropaico del nostro albero di Natale in salotto o che la Stella di Natale è una pianta importata dal Sudamerica nel 1520. E il ginepro? Capace di cacciare le entità malefiche. Dalle origini pagane di una festa che si è sempre celebrata in corrispondenza del solstizio d’inverno, quando le giornate smettono di accorciarsi, ai giorni nostri, attraverso le credenze che volevano che tra Natale e l’Epifania le notti fossero popolate da creature misteriose. E del resto, come non pensare a una strega buona quando si pensa alla Befana?

Una lettura intrigante che nel mondo globalizzato e dei mercatini di Natale ormai tutti uguali, ci ricorda come ogni territorio conservasse fino a non troppo tempo fa un’identità propria che vale sicuramente la pena riscoprire, se non coltivare. E anche un modo per scoprire come dietro ogni gesto rituale, anche il più semplice come aprire un regalo o appendere una ghirlanda sulla porta, si celino ragioni profonde che avevano a che fare con il rapporto con la natura, il ciclo delle stagioni e il mistero di ciò che non si poteva comprendere. Neanche a dirlo, un perfetto regalo di Natale per chi non abbia l’edizione originale sullo scaffale di casa.

La Cgil si prepara allo sciopero generale del 12 dicembre: a Ravenna un corteo fino alla Darsena

Lo sciopero generale indetto da Cgil per venerdì 12 novembre toccherà anche Ravenna, con un corteo e una manifestazione provinciale contro le manovre economiche del governo.
In città il ritrovo sarà alle 10 davanti Pala De Andrè, dove prenderà corpo il corteo verso la Darsena. Lungo il percorso prenderà la parola Manuela Trancossi, segretaria generale della Cgil della provincia di Ravenna. In Darsena, invece, è previsto un palco dove prenderanno parola gli esponenti del sindacato e i lavoratori. Le conclusioni saranno affidate a Gianna Fracassi, segretaria generale nazionale della Flc Cgil.

«In questo momento  bisogna riportare al centro dell’agenda politica i bisogni reali di lavoratori, giovani e pensionati. La Cgil scende in piazza per una riforma fiscale equa e progressiva»  spiegano dal sindacato.

Secondo i dati raccolti da Cgil, infatti, Lavoratori e pensionati negli ultimi tre anni si sono trovati a pagare 25 miliardi di tasse in più, a causa del drenaggio fiscale conseguente alla mancata indicizzazione dell’Irpef. Si va dai 700 euro di perdita netta per un reddito da 20mila euro ai 2.000 euro di perdita per un reddito da 35mila.
«Questa clamorosa ingiustizia fiscale penalizza i soli redditi fissi, non chi è in flat tax, non le rendite, non i profitti – continuano da Cgil -. È un meccanismo che va assolutamente fermato. Saremo in piazza per aumentare salari e pensioni, per fermare l’innalzamento dell’età pensionabile, per dire no al riarmo e investire su sanità e istruzione, per contrastare la precarietà, per vere politiche industriali e del terziario».

Per raggiungere il centro città dal forese, il sindacato mette a disposizione pullman in partenza da tutta la provincia, con partenze da  Casola Valsenio, Riolo Terme, Castel Bolognese, Faenza; Brisighella Faenza; Cervia, Savio, Fosso Ghiaia, Classe, Ponte Nuovo; San Pietro Trento, Ghibullo, Roncalceci, Russi, Piangipane; Savarna, Sant’Alberto, Casal Borsetti, Marina Romea; Porto Corsini; Conselice, Lavezzola, Voltana, Alfonsine, Mezzano; Massa Lombarda, Sant’Agata, Lugo, Bagnacavallo; Fusignano, Bagnacavallo, Cotignola; Bagnara di Romagna, Solarolo, Faenza.

Al Teatro Alighieri un albero di Natale in mosaico realizzato dagli studenti dell’Accademia di Belle Arti

Durante tutto il periodo festivo il foyer del Teatro Alighieri ospiterà un grande albero di Natale in mosaico, realizzato dagli studenti dell’Accademia di Belle Arti della città, per sottolineare il legame tra arte allo spirito delle feste. «Il Teatro Alighieri si conferma ancora una volta capace di andare oltre la propria naturale destinazione di spazio per lo spettacolo dal vivo, facendosi anche territorio di incontro con le arti visive – sottolinea l’Assessore alla Cultura Fabio Sbaraglia – Ospitare a teatro l’opera degli allievi dell’Accademia significa mettere il loro talento al centro della vita culturale cittadina»

La Stagione 2025/26 dell’Alighieri si è aperta con un classico del Natale, Lo schiaccianoci, portato in scena dal Balletto dell’Opera di Tbilisi fino all’11 dicembre. Uno spettacolo dalla scenografia dominata da abeti addobbati e atmosfere festive, che è stata riproposta anche all’ingresso dell’Alighieri, con un’installazione fruibile a tutti gli spettatori che si recheranno a teatro durante il periodo festivo.
«Un albero che prima di essere un’opera d’arte è un’esperienza collettiva, in un gioco di rimandi e suggestioni che passano attraverso la pittura, il mosaico, le texture luminose degli specchi – commentano dall’organizzazione del Teatro -. Un albero che non segue le regole, e si fa un po’ scultura e un po’ installazione, per raccontare emozioni e ricordi e reinterpretare i simboli della tradizione».

Lavori in corso sulla Dismano: circolazione sospesa dall’11 al 13 dicembre

Al via i lavori di ripristino del manto stradale a San Zaccaria:  la circolazione lungo la strada provinciale 118 Dismano sarà sospesa dalle 6 di giovedì 11 alle 12 di sabato 13 dicembre. L’interruzione interesserà il tratto tra il chilometro 12+120 e il chilometro 12+180, salvo condizioni meteo avverse, che interromperebbero i lavori lasciando percorribile la strasa.

Durante le giornate di chiusura sono previste le seguenti modifiche al traffico: 

• tutti i veicoli provenienti da Cesena e diretti a San Zaccaria / Ravenna dalla strada provinciale 118, giunti all’incrocio con la strada comunale Bagnolo svolteranno a destra su quest’ultima, quindi proseguiranno sulla provinciale 254R di Cervia in direzione Cervia fino all’incrocio con la provinciale Gambellara (via Ponte Della Vecchia) svoltando a sinistra su quest’ultima e percorrendola fino all’innesto con la provinciale 118 nell’abitato di San Zaccaria;

• tutti i veicoli provenienti da Ravenna e diretti a Cesena dalla provinciale 118 seguiranno il percorso inverso;

• tutti i veicoli provenienti da San Pietro in Vincoli sulla provinciale 3 Gambellara e diretti a Cesena dalla provinciale 118, giunti all’incrocio con quest’ultima, nell’abitato di San Zaccaria, svolteranno a sinistra fino all’innesto con la provinciale 3 (via Ponte Della Vecchia) svoltando a destra su quest’ultima fino all’innesto con la provinciale 254R di Cervia, svoltando nuovamente a destra su quest’ultima e percorrendola fino a raggiungere l’incrocio con la strada comunale Bagnolo, dove svolteranno a destra proseguendo fino all’incrocio con la provinciale 118.

“Lugo sogna” per le feste, tra acrobati, trapezisti e spettacoli dedicati al Natale

Lugo si prepara alle feste con una novità dedicata al teatro urbano: per la prima volta arriva in città il festival “Lugo sogna” che dall’11 dicembre al 6 gennaio animerà il Pavaglione con spettacoli e incursioni artistiche a tema natalizio.
Nel cuore della città sarà allestito un tendone riscaldato dove verranno proposti a rotazione tre diversi spettacoli di circo contemporaneo e laboratori di circo ludico per tutta la famiglia. Si parte con Il tempo di un tramonto di Marilù D’Andria e Chiara Abbà, in scena dall’11 al 13 e dal 22 al 25 dicembre. Lo spettacolo racconta un viaggio poetico che intreccia circo contemporaneo, danza aerea e musica dal vivo, con un’insolita protagonista: una tinozza d’acqua che si fa personaggio, modulando il ritmo della performance.
Seguirà poi Eccezione del circo MagdaClan, con repliche in programma per il12, 13, 14, 19, 20 e 21 dicembre. Lo spettacolo si divide in tre atti e racconta l’universo poetico del clan, tra “incredible machine” a effetto domino, equilibrismi circensi e un’immersione musicale techno-araba. il MagdaClan torna anche dal 26 dicembre al 6 gennaio con Elogio alla noia: una riflessione sulla quotidianità attraverso sette corpi danzanti, che guiderà gli spettatori in un mondo sospeso tra ricordi sbiaditi e decadenza.
Il circo animerà anche la notte di San Silvestro, con ben due spettacoli: alle 22  del 31 dicembre è in programma il Gran galà di capodanno del MagdaClan nel tendone del Pavaglione, un rituale per salutare il nuovo anno tra comicità surreale, musica dal vivo e performance collettive. Alle 23 invece ci si sposterà in piazza Baracca, dove la Compagnia dei folli proporrà Volta celeste, uno spettacolo aereo e visivo pensato per coinvolgere un pubblico di grandi dimensioni e per salutare il nuovo “puntando al cielo”. Lo spettacolo è offerto dal Comune di Lugo e, a seguire, è in programma il conto alla rovescia in piazza, con pista da ballo e dj set sotto al tendone.

Passatelli in Bronson torna per la sua 15esima edizione: tre serate dedicate alla nuova scena indie italiana

Tre serate di musica dedicate alla nuova scena indipendente italiana, tra indie, psych, shoegaze, post-punk e noise: a Madonna dell’Albero torna Passaelli in Bronson, il festival dedicato alla musica indipendente che arriva quest’anno alla sua quindicesima edizione.

Il cartellone presenta 10 band tra nuove proposte, artisti consolidati e ospiti internazionali. L’appuntamento è venerdì 12 dicembre e sabato 13 (dalle 20.30), e già dal pomeriggio di domenica 14 (dalle 16). Nel pomeriggio di sabato, il festival anticipa i concerti con un incontro speciale al BronsonCafè alle 17.30 dedicato alla lettura e alla musica: Stefano Vizio (Il Post) converserà con Francesco Farabegoli per presentare La Musica che gira intorno, il nuovo numero di Cose Spiegate Bene, dedicato a come ascoltiamo, viviamo e raccontiamo la musica oggi. Come sempre, le serate saranno accompagnate dal rituale gastronomico al Bronson Café, con un ricco menù e gli immancabili passatelli.

Il programma:

L’apertura di venerdì 12 è affidata Mantragoola, progetto solista selezionato dai Bronson Trials tramite la call La Zona d’Ombra, che ha dato alla luce Turbolenze Notturne, un concept album di sei brani più intro che affronta il tema del sogno e le sue interpretazioni emotive e psicologiche. Si passa poi a Juni, alias Ilaria Formisano e al suo alt-pop espressionista, fatto di rituali, incantesimi, scarti emotivi e simboli. La prima serata vedrà poi sul palco Alex Fernet, artista segnalato dal Rolling Stone Italia nel 2024 tra le nuove proposte. La sua musica combina synth-pop, modern funk e italo-disco, unendo malinconia e vitalismo, trasformando atmosfere rétro in una proposta contemporanea e libera da confini geografici ed estetici. Infine, spazio agli headliner: i Bee Bee Sea, trio mantovano che nel 2025 ha pubblicato il nuovo album “Stanzini Can Be Allright” (Wild Honey Records), un lavoro che espande il garage/punk/psych verso un territorio più ampio, sfaccettato e melodico. Il disco nasce come un tributo alla scena del Midwest americano.

Sabato 13 si parte con Miglio (Alessia Zappamiglio), cantautrice bresciana classe ‘92, oggi di base a Bologna. Cantautorato contemporaneo, elettronica e new wave si incontrano in un racconto della precarietà emotiva, delle città ai margini e del desiderio di trasformazione. A seguire, arriva sul palco un altro nome attinto dalla scuderia Bronson Recordings: i Leatherette. Dopo anni di tour intensi tra Europa e Regno Unito, la band si ferma e respira. Da questa esigenza nasce il terzo album, Ritmo Lento, che mette al centro la scrittura e la produzione condivisa dei brani, bilanciando frenesia e momenti più riflessivi, esplorando post-punk, jazz e sperimentazioni elettroniche. Show di punta per i Post Nebbia, gruppo segnalato tra i più promettenti nel 2020 da Rockit (CBCR) e Rolling Stone (Classe 2020). Il loro ultimo album, Pista Nera, uscito per Dischi Sotterranei / La Tempesta è il ritratto di un mondo in discesa libera che tenta invano di coprire le proprie macerie sotto la neve artificiale, tra elettroniche ruvide, chitarre stridenti, pulsazioni kraut, ascendenze punk/new wave (Talking Heads, Gang of Four), e richiami alla psichedelia heavy (Ty Segall, Thee Oh Sees).

Ad aprire l’ultima giornata di festival, domenica 14, sono i bresciani Liquid Words, selezionati dai Bronson Trials. Il loro progetto nato nel 2021, tra post-punk “art” e noise rock con echi psichedelici, debutta a fine 2024 con The Dept Of Corrections Praises Imperfections. Spazio poi ai Satantango. Il duo formato da Valentina Ottoboni e Gianmarco Soldi nasce nella provincia cremonese, “tra nebbia e prefabbricati”, e prende il nome dall’omonimo film ungherese del 1994, che racconta il declino di un villaggio sperduto in una terra grigia e fangosa. La loro musica fonde atmosfere dark, alternative, shoegaze e progressive. Chiusura del festival con i Glazyhaze, band nata nel 2021 che unisce shoegaze, dream pop e psichedelia, passando da atmosfere dark a paesaggi eterei e sognanti.

I biglietti per le prime due serate di festival sono già disponibili online sulla piattaforma Dice, con sconti dedicati agli under 25. Il terzo appuntamento invece sarà a offerta libera.

«Case senza abitanti e abitanti senza casa: il ceto medio fuori dal mercato»

«La crisi abitativa attuale è il risultato di aver consegnato per oltre 60 anni il tema all’economia speculativa. Oggi ci troviamo davanti a case senza abitanti e abitanti senza casa». Così Antonio Buzzi, presidente del Consorzio Solco, presenta la due giorni di lavori organizzata dallo stesso consorzio sul tema dell’housing inclusivo in programma all’hotel Cube di Ravenna l’11 e 12 dicembre (ore 9.30-18.30 e 9.30-13), dal titolo “Avere una casa. Idee e politiche per un nuovo abitare”. Durante la prima parte della giornata di apertura si parlerà delle buone prassi ispirate a dinamiche nazionali ed europee, per ridefinire un abitare inclusivo e sostenibile, anche in termini ambientali. Il pomeriggio sarà dedicato alla creazione di cinque tavoli tematici, per analizzare le dimensioni cardine dell’abitare: quella individuale, ovvero pensata per ogni singolo individuo con necessità; comunitaria, per un abitare fatto non solo di muri, ma di relazioni; sistemica, grazie a una collaborazione tra pubblico e privato; costruttiva, per garantire la presenza di nuove abitazioni; e finanziaria, intesa come la ricerca di una finanza “paziente”, disposta a investire su un’edilizia non speculativa ma di impatto concreto sulla comunità. I tavoli raduneranno addetti qualificati del settore edilizio, immobiliare e di housing sociale, ma la partecipazione è stata aperta a tutti gli interessati, superando ampiamente i 100 partecipanti preventivati al termine delle iscrizioni (ora sold out). Gli esperti estrarranno poi una sintesi delle proposte da presentare durante il confronto con i decisori pubblici di venerdì 12. Alla seconda giornata di lavori parteciperanno
infatti il sindaco di Ravenna Alessandro Barattoni, la presidente della Provincia Valentina Palli e gli assessori regionali Giovanni Paglia (Politiche abitative) e Isabella Conti (Welfare).

Non mancheranno attori privati, come i rappresentanti della Bcc leasing spa, Cassa Depositi e Prestiti, Acri. Infine, con l’intento di restituire anche una visione euroepa, Giuseppe Guerini, presidente di Cooperatives Europe, e Irene Tinagli, presidente della commissione speciale dell’Unione Europea per la crisi degli alloggi. «L’emergenza abitativa non riguarda solo il nostro territorio – puntualizza Buzzi -. e speriamo in una disponibilità di fondi a livello europeo». Secondo il presidente del Solco, sono diverse le strategie da applicare in sinergia tra pubblico e privato: «Da 30 anni ci occupiamo di politiche abitative, rafforzando ancora di più l’attenzione al tema negli ultimi dieci, con il progetto housing first, in collaborazione con l’amministrazione – prosegue il presidente del consorzio, che unisce 15 cooperative sociali specializzate in diversi ambiti di fragilità -. ad oggi c’è ancora tanto che il Comune può fare, ma non può farlo da solo». Il progetto avviato nel 2015 punta alla riabilitazione sociale dei senza fissa dimora, partendo appunto dalla casa: le persone in stato di fragilità vengono quindi intercettate e, se confermano la volontà di partecipazione, inserite in un sistema di co-housing che permette loro di reinserirsi nel mondo del lavoro. «Grazie a questa iniziativa, la maggior parte delle persone prese in carico “ in emergenza cronica”, cioè senza dimora da oltre 20 anni, sono di nuovo autonome – continua Buzzi -. Chi decide di entrare senza un reddito viene indirizzato al servizio pubblico, che eroga un contributo provvisorio direttamente al cittadino. Sarà lui poi a versare il canone alla cooperativa: dare fiducia alle persone e investire su di loro è l’unico modo per riscattarle».

Sempre in questa direzione, le soluzioni immaginate dal consorzio prevedono la costruzione di nuovi spazi ma anche di nuove comunità aperte e accoglienti. «Dobbiamo dire basta all’edilizia popolare sotto forma di ghetto, come spesso è successo in passato – precisa Buzzi -. ma preparare la comunità ad accogliere giovani coppie, stranieri, persone fragili e non che hanno perso il diritto all’abitare». Secondo i dati raccolti dal consorzio infatti, oggi avere un reddito non è più garanzia di indipendenza abitativa: a causa delle impennate dei costi, nel 2024 sono stati circa 290 gli sfratti per morosità nel ravennate (il 20 percento in più dell’anno precedente), a cui si aggiungono 500 procedure ancora in essere: «La casa per noi italiani non è solo un luogo, ma un tema identitario – conclude il presidente – oggi anche il ceto medio è stato praticamente escluso dal mercato immobiliare e abbiamo bisogno di ripensare al tema della casa di proprietà. Dal rent to own, tanto apprezzato all’estero, che rappresenta una forma evoluta di affitto con riscatto, al co-housing, magari con una visione intergenerazionale, oppure prendendo ispirazioni da realtà virtuose pubblico-private, come la Fondazione Messina, capace di studiare soluzioni mirate per il suo territorio di riferimento. Il tema dell’abitare, oggi ci chiede di guardare oltre la semplice costruzione di muri».

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