domenica
17 Agosto 2025

Tanto “rumore” in piazza a Ravenna per Gaza: «Rompiamo il silenzio»

In tanti si sono ritrovati in piazza del Popolo a Ravenna, dalle 22 di domenica 27 luglio, per “fare rumore”, allo scopo di  far sentire la propria solidarietà al popolo palestinese.

Si è trattato della mobilitazione generale “Gaza muore di fame: disertiamo il silenzio”, organizzata dal movimento globale “Ultimo giorno di Gaza”, a cui ha aderito anche il Comune di Ravenna, con  la partecipazione dell’assessora con delega alla Pace Hiba Alif.

Come sottolineano gli organizzatori: «Gaza muore di fame: il genocidio entra nella fase finale, e Israele prepara così una terra finalmente davvero senza popolo. Affamando, assetando, bombardando. A Gaza suonano le sirene delle ambulanze, che danno voce ai condannati a morte per fame e bombe». L’iniziativa si propone quindi di rompere «questo mostruoso muro di silenzio» e di «unire le nostre sirene e le nostre campane alle sirene delle ambulanze di Gaza».

L’Amministrazione comunale di Ravenna si è unita alle centinaia di comunità ecclesiali, compresa quella di Ravenna e Cervia, e amministrazioni comunali d’Italia che hanno aderito a questa mobilitazione per chiedere «con urgenza il cessate il fuoco, la liberazione degli ostaggi, l’apertura di corridoi umanitari e il ritorno al dialogo come unica via per costruire giustizia e sicurezza per tutti».

Violento temporale a Marina, un albero caduto su un’auto, nessun ferito

Un violento temporale che ha colpito il litorale ravennate nella serata di ieri, 26 luglio, ha causato la caduta di un pino in via Menotti a Marina di Ravenna. L’albero è caduto su un’auto in sosta senza causare feriti.

Per consentire l’intervento dei vigili del fuoco, i volontari dell’Associazione nazionale carabinieri hanno gestito l’interruzione della circolazione in entrambi i sensi di marcia, evitando ingorghi nelle vie limitrofe e calmando alcuni automobilisti in escandescenza. Il transito degli autobus è stato mantenuto attivo.

Alle 22.30 è giunta una pattuglia della polizia locale. L’emergenza si è conclusa alle 23.20 con il ripristino della normale viabilità.

Allerta meteo di 24 ore per criticità idraulica, idrogeologica e temporali

Dalla mezzanotte di oggi, domenica 27 luglio, alla mezzanotte di domani, lunedì 28, sarà attiva nel territorio del comune di Ravenna l’allerta meteo numero 79, per criticità idraulica, idrogeologica e temporali, emessa dalla protezione civile e da Arpae Emilia-Romagna. L’allerta è gialla.

Nella giornata di lunedì 28 luglio sono previste precipitazioni che, nelle prime ore dell’alba sui settori emiliani e nel corso della sera sui settori romagnoli, potranno assumere carattere temporalesco, anche di forte di intensità, con possibili effetti e danni associati. Nelle aree interessate dai temporali, in particolare nei settori centro orientali della regione, saranno possibili localizzati e temporanei allagamenti nel reticolo minore di bonifica in pianura e nelle aree urbane.

Si raccomanda di mettere in atto le opportune misure di autoprotezione, fra le quali, in questo caso: prestare particolare attenzione allo stato dei corsi d’acqua ed evitare di accedere ai capanni presenti lungo gli stessi (se si allaga la golena il capanno deve essere evacuato); prestare attenzione alle strade eventualmente allagate e non accedere ai sottopassi nel caso li si trovi allagati; fissare gli oggetti sensibili agli effetti della pioggia e della grandine o suscettibili di essere danneggiati.

Il Comune di Ravenna si è dotato del servizio di informazione telefonica Alert System, che può essere impiegato per diffondere comunicazioni di protezione civile e di pubblica utilità a tutta la cittadinanza.

La stagione del Ravenna comincia in casa contro il Cittadella. Chi vince sfida il Rimini campione

Il Ravenna e i suoi tifosi ora conoscono luogo, data, ora e avversario del primo impegno ufficiale della nuova stagione di serie C: il 17 agosto alle 18 allo stadio Benelli arriverà il Cittadella per il primo turno di Coppa Italia di serie C.

Gara unica a eliminazione diretta, in caso di parità al 90′ si andrà ai calci di rigore. Chi vince se la vedrà contro il Rimini, squadra campione in carica, in un’altra gara unica da disputare tra il 28 e il 30 ottobre.

Il Cittadella, inserito nel girone A del campionato (il Ravenna è nel B), è una neo retrocessa dopo nove stagioni consecutive in serie B condite da due finali playoff perse.

Questo il calendario completo della competizione:

  • Primo turno: 16-17 agosto 2025
  • Secondo turno: 28-30 ottobre 2025
  • Ottavi: 26 novembre 2025
  • Quarti: 10 dicembre 2025
  • Semifinali: andata 14 Gennaio 2026, ritorno 28 gennaio 2026
  • Finale: andata 18 marzo 2026, ritorno 1 aprile 2026

Intanto ieri il Ravenna ha disputato la prima amichevole del precampionato. A Milano Marittima contro la Primavera del Sassuolo è finita 1-1, primo gol giallorosso firmato dal neoacquisto Matteo Motti.

L’autrice: «Scrivo in prima persona perché sbaglio e inciampo come i miei personaggi»

Linda Traversi è nata a Cecina nel 1977, in provincia di Livorno, ma si sente ormai «ravennate di adozione». Dopo una laurea in Interpreti e traduttori e un lavoro come sottotitolatrice a Roma, nel 2018 pubblica il suo primo romanzo Esco un Attimo, dopo essersi classificata seconda al Premio Letterario Città di Castello. Dal 2022 a oggi pubblica altre tre storie con Einaudi Ragazzi: La panchina delle cose difficili (2022). Il riparatore di sogni (2024) e la più recente Bianca è cambiata! (2025), presentata con un aperitivo all’azienda agricola Babini di Camerlona il 25 luglio.

La carriera di scrittrice di Traversi è nata quasi per caso, tra pagine di diario e manoscritti conservati nel pc: «Mia madre è americana, mio padre italiano: sono cresciuta con due sistemi linguistici in testa, spesso in conflitto tra loro – racconta –. Ho provato a conciliarli attraverso l’università, ma non ci sono riuscita. Questo dualismo mi ha resa molto attenta al modo in cui ci si esprime, sia nel parlato che nello scritto, fino a quando mi sono detta che forse avevo anche io una storia da raccontare, e mi sono buttata».

Cosa significa per lei scrivere per ragazzi?
«Non è stata una scelta consapevole. Ho scritto il primo libro senza agenzia né editore, e non sapevo che se il tuo protagonista ha tredici anni, automaticamente il pubblico di riferimento diventa quello. Quando ho partecipato al mio primo incontro nelle scuole, però, sono rimasta meravigliata e ho capito subito di essere nel posto giusto. Non è stata una scelta a tavolino, ma qualcosa che mi appartiene. Ad esempio, scrivo sempre in prima persona perché mi fa sentire
sullo stesso piano del mio personaggio: non sono un narratore onnisciente, anzi, faccio errori di valutazione come i miei protagonisti, e ogni volta inciampo, sbaglio e cresco con loro».

L’autore di libri per ragazzi ha una responsabilità particolare?
«Personalmente, non credo di voler trasmettere un messaggio preciso nei miei libri. Vorrei solo che chi legge le mie storie smettesse di sentirsi “sbagliato”, o almeno capisse che in fondo lo siamo un po’ tutti».

Come sceglie gli argomenti da trattare nei suoi romanzi?
«Scrivo le cose che mi fanno venire “il mal di pancia”, quelle che mi smuovono dentro. Prendo l’ispirazione da suggestioni, racconti, esperienze vissute. Non ho mai scritto nulla di autobiografico, ma le emozioni che attraversano i miei libri sono le stesse che ho provato io, magari in contesti diversi. Cerco principalmente una relazione con gli altri: c’è chi mi ha detto che leggendo un mio libro si è riconnesso con il proprio io di tredici anni, o ha ritrovato parti di sé che aveva lasciato indietro. Questo per me è impagabile».

Non sono solo libri per ragazzi quindi.
«Direi di no, credo che i problemi di un adolescente non siano poi così diversi da quelli degli adulti. Prendiamo Bianca, la protagonista del mio ultimo racconto: si sente un disastro, teme i cambiamenti. Dopo il divorzio dei genitori inizia
per lei una sorta di seconda vita dove cerca di essere perfetta, anche a costo di mentire, simulare nuovi comportamenti che non le appartengono e nascondere parti di sé. Solo l’amicizia con un “mostro” le farà capire che le bugie non pagano. Ma non è forse quello che facciamo anche noi adulti, tra filtri sui social e narrazioni distorte sulla nostra vita?».

Qual è l’approccio dei più giovani alla lettura oggi?
«Le ragazze forse leggono un po’ di più rispetto ai coetanei maschi, ma in generale, quando si appassionano, sono lettori straordinari. Il segreto è trovare la chiave giusta per coinvolgerli. In questo è fondamentale il lavoro degli insegnanti, che scelgono di aderire ai progetti di lettura nonostante i tanti impegni scolastici. Durante gli incontri organizziamo anche laboratori di scrittura creativa, dove i ragazzi possono inventare piccole storie. Molti di loro si entusiasmano a tal punto da scrivermi via mail per portarle avanti insieme. Sono un pubblico meraviglioso, capace di affezionarsi sia alla storia che a chi la scrive: si arrabbiano se le cose non vanno come sperato, cercano sempre una narrazione che ristabilisca la giustizia nel mondo. Negli incontri provo a far passare il messaggio che per scrivere servono solo disciplina, dedizione e voglia di mettersi in gioco».

La panchina delle cose difficili, è stato tradotto anche in ucraino. Cosa ha significato questo traguardo?
«È stata un’avventura meravigliosa, che mi ha permesso di stringere rapporti profondi sia con l’editor che con l’illustratrice. Se penso a quello che stanno vivendo in Ucraina in questo momento, se anche solo per una settimana ho distolto la mente dei bambini dall’orrore che li circonda mi sembra un piccolo miracolo».

«Un altro modello di sviluppo è possibile, al centro va messa la lotta alle disuguaglianze»

Emanuele Felice è docente di storia dell’economia allo Iulm di Milano e autore del libro “Manifesto per un’altra economia e un’altra politica”. È stato responsabile nazionale dell’economia per il Pd. Felice sarà il 29 luglio al Parco Pertini di Cotignola, alle 21.30 nell’ambito della Festa dell’Unità, per parlare del suo libro.

Il suo saggio invita a ripensare radicalmente il nostro modello economico e politico. Quali cambiamenti sono necessari?
«Prima di tutto occorre un cambiamento culturale: comprendere che l’economia non è un sistema di leggi immodificabili, come la fisica o la chimica, bensì una costruzione storica che riflette sempre rapporti di potere. Se non saranno la politica democratica e un’etica dei diritti a guidarla, lo faranno altri interessi. Questa economia, che va a vantaggio di pochi e a scapito dei più, si può cambiare in meglio, come è già accaduto nella storia. Nel merito, nel libro ci sono molte proposte. In sintesi, occorre un’economia che ponga al centro la lotta alle disuguaglianze, la tutela dell’ambiente, la diffusione di innovazione, conoscenza e istruzione universale di qualità; la riforma del sistema economico globale per contrastare la speculazione finanziaria, salvando la cooperazione internazionale; e che sia strutturata in modo da avere come principi vivificanti la partecipazione e la cooperazione, accanto alla competizione. E non basta. Insisto molto sul fatto che, per conseguire questi obiettivi, occorra cambiare anche la politica: abbiamo bisogno di una classe politica che sappia guidare lo sviluppo economico e tecnologico e non sia invece alla loro mercé; una politica competente e consapevole, animata anche da grandi ideali, che non sono affatto morti, anzi, e autonoma dai poteri economici».

L’attuale modello capitalistico ha aumentato le disuguaglianze sociali. Come è possibile raggiungere una democrazia economica globale?
«Le crescenti disuguaglianze sono la critica principale che muovo all’attuale modello di sviluppo. Ma non c’è solo questo. Nel libro evidenzio anche la distruzione dell’ambiente che questo modello comporta, il rischio di una guerra mondiale cui stiamo andando incontro e i motivi economici che vi sono dietro, ovvero la rivalità fra Cina e Usa e l’incapacità di intaccare la speculazione finanziaria, che porta gli Stati a concentrarsi sulla guerra commerciale. Questo modello ha condotto alla crisi della democrazia in Occidente: la deriva degli Usa con Trump è il risultato di quasi mezzo secolo di politiche liberali. Mentre in Oriente si sposa con le autocrazie e le legittima. Peraltro l’attuale sistema comporta meno crescita e benessere di quanto un modello alternativo, come quello che cerco di delineare nel libro, può invece generare. Per il resto propongo cambiamenti graduali e progressivi, che correggano radicalmente tutti questi aspetti critici e favoriscano una maggiore partecipazione e cooperazione a livello globale. A partire dalle istituzioni internazionali che abbiamo costruito dopo la Seconda guerra mondiale e che oggi vanno non solo difese, ma ampliate e rafforzate, se vogliamo sperare di evitare una nuova guerra mondiale e affrontare con successo le grandi sfide che l’umanità a davanti a sé. Io, per natura e formazione, cerco di stare con i piedi per terra: non credo nelle proposte irrealizzabili, ma credo nella possibilità di migliorare in concreto quello che c’è, avendo però una stella polare, un orizzonte di speranza che faccia da guida. Questa stella polare che orienta la politica progressista può essere oggi l’ideale di una Costituzione della Terra».

Lei è stato responsabile economia del Pd durante la segreteria Zingaretti. Un giudizio su Elly Schlein?
«È positivo. Credo di condividere con Schlein la visione di fondo sui principali problemi che abbiamo di fronte e sulla strada da intraprendere. Difatti l’ho sostenuta al congresso, per quel che vale. Anche nel merito delle scelte concrete, mi sembra una persona coraggiosa e battagliera. Poi certo, guidare il Pd e provare a cambiarlo non è semplice, lo so bene, ci sono passato anch’io».

La destra, sia a livello globale che nazionale, si sta sempre più radicalizzando e sembra riuscire ad arrivare meglio alla “pancia” dei cittadini rispetto alla sinistra. La sua ricetta per recuperare consenso?
«Cambiare le politiche economiche investendo risorse a favore dei più deboli, per combattere le disuguaglianze. Realizzare una transizione ecologica che sia socialmente sostenibile, riattivare l’ascensore sociale tornando a dare speranza alle persone e ricomponendo la frattura che si è creata in questi decenni fra élite e popolo».

Quali saranno le conseguenze dei dazi di Trump sull’economia italiana ed europea?
«Temo catastrofiche, contrariamente a quel che il nostro governo ha cercato di far credere. Noi peraltro siamo uno dei Paesi più esposti ai dazi americani, con una percentuale di esportazioni più alta della media Ue. Le stime di Svimez parlano di 150mila posti di lavoro a rischio, nell’ipotesi di tariffe al 30 percento. Ci aspetta un periodo molto duro, che si tradurrà in una recessione economica, di cui già ci sono tutti i segni. Di questo, peraltro, l’attuale governo italiano, con la sua politica di arrendevolezza verso il tycoon, è in parte responsabile assieme alla commissione di Von der Leyen: la strategia dell’appeasement non funziona, anzi sortisce l’effetto opposto».

Le sanzioni alla Russia avevano l’intenzione di mettere Putin in ginocchio, ma non pare stia succedendo. Cosa ne pensa?
«All’inizio le sanzioni sono state troppo blande. Rivendico di essere stato fra i pochissimi, in Italia e in Occidente, ad averlo detto e scritto fin dall’inizio, nel 2022: allora c’era una finestra in cui il regime di Putin poteva effettivamente cadere e andava sfruttata con sanzioni ben più dure e coraggiose di quelle che furono ottimisticamente varate. A quel tempo si vollero adottare misure graduali, per dare alle nostre economie più tempo per adattarsi; dicendo però che avrebbero messo in ginocchio Putin in pochi mesi: si è visto! Il risultato è che quel tempo in più fu sfruttato innanzitutto dal regime di Putin. Si è trattato di un errore molto grave, di hybris, commesso dalle classi dirigenti europee e nordamericane nel loro insieme, con ben poche eccezioni. E al quale ormai mi pare sia difficile porre rimedio. Oggi quella russa è un’economia di guerra, autonoma dal punto di vista agricolo ed energetico e per il resto sostenuta dalla Cina, che è la maggiore potenza industriale del mondo; e il regime di Putin ha superato lo sbandamento iniziale, dopo che la presa di Kiev era fallita».

In Emilia-Romagna c’è un forte movimento cooperativo, a cui ha spesso fatto riferimento come modello positivo. Per quali motivi?
«Il benessere diffuso di cui ancora godiamo in Emilia-Romagna è in parte il risultato della cooperazione, benché anche su questo modello si addensino nubi piuttosto serie, a partire dalle conseguenze della crisi ecologica. Nei suoi tratti migliori, il movimento cooperativo è riuscito a coniugare benessere, libertà ed equità, perché alla competizione ha affiancato il mutuo aiuto e la partecipazione. Sono proprio i tre ingredienti di una buona economia, alternativa al modello dominante».

Torna Prospettiva Dante: ricerca, alta divulgazione e arti dello spettacolo

Il verso 118 del XXVI canto del Purgatorio, “versi d’amore e prose di romanzi”, è stato scelto come titolo della XIV edizione di Prospettiva Dante, l’unico festival interamente dedicato al Poeta. Promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna con la direzione scientifica dell’Accademia della Crusca, Prospettiva Dante è in scena a Ravenna dal 17 al 21 settembre 2025.

Le cinque giornate di incontri ed eventi (qui il programma in pdf) contano su ospiti come Paolo Rumiz, Tosca, Jacopo Veneziani, Gabriele Lavia, Roberto Mercadini, don Bernardo Gianni, Paolo Squillacioti, Gregorio Nardi, Virginio Gazzolo, Amerigo Fontani, Marcello Prayer, Vincenzo De Angelis, Giovanna Famulari, Massimo De Lorenzi, Luca Scorziello… Tutti gli appuntamenti sono a ingresso libero e sono in programma nella “casa” del festival, gli Antichi Chiostri Francescani di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio che promuove il festival

L’apertura del festival è mercoledì 17 settembre, alle 17.30 con i saluti di Mirella Falconi Mazzotti (presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna), Rosario Coluccia (membro del Consiglio direttivo dell’Accademia della Crusca e fra i coordinatori del comitato di direzione del Vocabolario Dantesco della Crusca) e Domenico De Martino (direttore di Prospettiva Dante). Il confronto serrato con le parole di Dante spetta a un maestro del teatro italiano quale l’attore e regista Gabriele Lavia, che metterà al servizio del Poeta quel suo approccio al contempo rigoroso e intenso che ne ha fatto un indimenticabile interprete di classici della scena e non.

Alle 21 Roberto Mercadini propone Un monologo per Dante: «più nobile è il volgare». L’affabulatore, drammaturgo, scrittore e youtuber cesenate non è certo nuovo al confronto, attraverso la forma del monologo, con figure ed eventi chiave della Storia. Che si tratti di celebrare il genio di Leonardo da Vinci o prestare voce all’Eneide, ricostruire la storia della bomba atomica o discutere di filosofia, evoluzionismo, felicità, testi biblici, ingegno e ossessione, Mercadini è sempre un narratore d’eccezione, capace di dosare competenza e ironia, senso critico e meraviglia.

Giovedì 18 settembre alle 21 ci attende un raffinato recital pianistico dal titolo «Donne ch’avete intelletto d’amore». Le donne di Dante nella musica del Romanticismo. Si evocano Beatrice, Francesca, Pia e altre figure femminili attraverso il repertorio di compositori come Liszt e Prokof’ev, ma anche pagine meno note come quelle di Hans von Bülow, Hermann Goetz, Antonio Scontrino e Teodulo Mabellini – quest’ultimo compose anche per le celebrazioni del sesto centenario della nascita di Dante nel 1865, tra i primi eventi della Firenze “italiana” post-risorgimentale. A unire virtuosismo e sensibilità filologica, come ideatore del programma e suo interprete, è il pianista Gregorio Nardi, che da sempre si dedica alla ricerca di composizioni nuove, inedite o pressoché sconosciute.

Il concerto introduce uno degli appuntamenti diventati una vera e propria tradizione del festival, ovvero il Premio Dante-Ravenna, quest’anno destinato al giornalista e scrittore “errante” Paolo Rumiz. Come Dante, Rumiz ha trovato nel viaggio un atto narrativo e uno strumento di interpretazione della nostra realtà: nei suoi libri e reportage in cui racconta l’Italia, l’Europa e le sue frontiere, Rumiz concilia il passo del pellegrino con quello del cronista, sguardo poetico e coscienza civile, finché la geografia non diventa metafora e la memoria si fa bussola.

Venerdì 19 settembre alle 17.30 dom Bernardo Gianni, Abate dell’Abbazia di San Miniato al Monte a Firenze, guida la riflessione sul tema Caritas, bellezza e tempo tra Dante e noi, per una prospettiva profonda e ispirata sulla dimensione spirituale che ha segnato tanto profondamente l’opera del Poeta, in una visione della fede come viaggio trasformativo, personale e universale. Con dom Gianni, la comunità monastica di San Miniato, da sempre punto di riferimento spirituale e culturale per Firenze (e non solo), si è ulteriormente aperta alla città, forse proprio perché il monastero, come l’abate ha confidato in un’intervista «desta nel mio cuore una sovrasensibilità alla novità, generando la passione per il futuro».

Sabato 20 settembre alle 17.30 siamo invitati a intraprendere un viaggio drammatico attraverso tre dei personaggi più memorabili della Commedia, ovvero Ulisse, il consigliere fraudolento, cercatore di conoscenza oltre ogni limite, Ugolino, figura del dolore e della ferocia umana, e Lucifero, il male assoluto nel glaciale cuore dell’abisso: con il suo Pas de trois infernal, Virginio Gazzolo, decano degli interpreti danteschi, dà corpo e anima a questi archetipi tragici, in un intreccio di poesia e teatro che rinnova l’eco dei versi danteschi.

A seguire un appuntamento pienamente in tema con il titolo di questa XIV edizione: con Luce fuoco ardore. I trovatori nella Commedia, Paolo Squillacioti, filologo romanzo ma studioso anche di letteratura contemporanea e direttore dell’Opera del Vocabolario Italiano del CNR, ci accompagna in una viva indagine sul rapporto tra Dante e la lirica provenzale. Un’occasione per confermare una volta ancora quanto Dante sia stato capace di dialogare con le voci del passato per plasmare la lingua del futuro. Esperto in particolare della letteratura galloromanza e italiana medievale, dal 2020 Squillacioti dirige l’impresa del Vocabolario storico della lingua italiana dalle Origini alla morte di Boccaccio (Tesoro della Lingua Italiana delle Origini).

Alle 21 Vincenzo De Angelis, Amerigo Fontani e Marcello Prayer propongono Come in un giuoco di specchi: Dante, Lord Byron e Lorenzo Da Ponte, dialogo animato attorno alla traduzione che, dalla New York del 1819, il librettista di Mozart propose della Profezia di Dante composta da Byron proprio a Ravenna, ispirato dall’amata Teresa Guiccioli. La performance precede la consegna del Premio Musica e Parole a Tosca. Cantante e ricercatrice musicale tra le voci più intense e versatili della scena italiana e non solo, in oltre trent’anni di carriera ha saputo portare in scena un raffinato repertorio dove la musica italiana si contamina di altre culture, anche attraverso collaborazioni con artisti come quelli che hanno contribuito al suo disco Morabeza, con cui nel 2020 ha ottenuto due Targhe Tenco. Dal 2022 è inoltre supervisore artistico dell’Officina delle Arti Pier Paolo Pasolini, il Laboratorio e HUB culturale della Regione Lazio che dal 2015 ha guidato già come coordinatore e direttore della sezione Canzone. A Ravenna, Tosca sarà in conversazione con Domenico De Martino, direttore di Prospettiva Dante, e regalerà al pubblico alcune delle sue interpretazioni, accompagnata da Giovanna Famulari al violoncello, Massimo De Lorenzi alla chitarra e Luca Scorziello alle percussioni.

Domenica 21 settembre, alle 11 conclude il programma il Premio Dante Web, introdotto nel 2024. Lo riceve quest’anno lo storico dell’arte Jacopo Veneziani, la cui capacità di rendere accessibile il sapere senza tradirne la complessità, unendo cura scientifica e passione comunicativa, l’ha già reso un beniamino del piccolo schermo – è ospite fisso di In altre parole di Massimo Gramellini – e della rete (solo su Instagram conta oltre centomila followers). Inoltre da giugno è su Rai 3 con il nuovo programma Vita d’artista, che “apre” al pubblico le case di Canova, Manzoni, Leopardi, Puccini, Michelangelo, de Chirico, Sordi… Per Prospettiva Dante, Veneziani discuterà de Il cammino di Dante nella storia dell’arte.

Al via il restauro della pala d’altare “Compianto su Cristo deposto dalla Croce”

Il museo d’arte della città di Ravenna (Mar) annuncia l’avvio del restauro di una delle sue opere più importanti: la pala d’altare Compianto su Cristo deposto dalla Croce realizzata nella metà del XVI secolo da Giorgio Vasari, pittore, architetto e storiografo tra i massimi esponenti del Rinascimento italiano. Il restauro avrà una durata di diversi mesi per poi essere restituito alla cittadinanza insieme ad un nuovo allestimento dello spazio espositivo.

Il dipinto, largamente documentato dai registri dei monaci camaldolesi di Sant’Apollinare in Classe che ne furono i committenti, fu collocato inizialmente nel coro della chiesa di San Bartolomeo in turricola a Ravenna, riconsacrata con il nome di San Romualdo, e successivamente trasportata nelle stanze abbaziali dove li rimase sino alla soppressione del monastero fino all’istituzione della Galleria annessa all’Accademia di Belle Arti. Oggi la pala è tra le opere più significative delle collezioni del Museo d’Arte della città di Ravenna.  Il soggetto combina i temi della Deposizione dalla Croce a quelli del Compianto sul Cristo morto.

Il restauro, affidato allo storico Laboratorio Ottorino Nonfarmale di San Lazzaro di Savena, che oltre quarant’anni fa si occupò dell’ultimo significativo intervento e grazie al supporto del Servizio Patrimonio della Regione Emilia- Romagna oltre che degli sponsor Service/Studio Consulenza e Rm vicini al museo che hanno aderito al progetto di Art-Bonus legato all’opera, riporterà alla luce il grande valore storico e artistico del dipinto, testimonianza della presenza di Giorgio Vasari nel territorio romagnolo.

Nel corso dell’anno il dipinto è stato sottoposto ad analisi diagnostiche preventive al restauro con la collaborazione del dipartimento dei Beni Culturali di Ravenna dell’Università di Bologna alle quali seguiranno altri studi con il supporto del dipartimento di chimica.
Si tratta di un lungo lavoro di studio condotto dal personale del museo in accordo con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini e che consentirà di ampliare le informazioni tecniche e conservative sulla pala del Vasari.

La lista civica Ravenna al Centro diventa associazione e continua la battaglia sulla piscina

Dopo l’esperienza della corsa alle elezioni comunali di maggio 2025, la lista civica Ravenna al Centro – che raccoglieva principalmente il dissenso delle società sportive del nuoto per la gestione della costruzione della nuova piscina comunale – decide di «dare continuità all’azione politica intrapresa e di ampliare il raggio dei consensi aprendo il proprio impegno in difesa di altri soggetti ed attività che sono in dissenso con la politica del nepotismo e dell’immobilismo politico e sociale».

Il nuovo impegno politico sarà articolato in cinque passaggi così descritti dal comitato promotore della lista civica:

  • Costituzione di un’associazione aperta alla società civile che rappresenti la lista civica e concorra a sviluppare un processo di crescita attraverso l’integrazione di una qualificata rappresentanza della società civile ravennate; a ottobre 2025, in data ancora da definirsi, sarà ufficializzata la nascita dell’associazione;
  • Partecipazione attiva a proposte di sviluppo e progetti di riqualificazione della città, da suggerire all’Amministrazione comunale. In particolare sarà avanzata la proposta della nuova Cittadella dello Sport nella zona Mattei / Villaggio San Giuseppe;
  • Proposte concrete sul tema Sicurezza e dignità del cittadino ravennate con particolare riferimento agli ultimi episodi di violenza che si sono manifestati sia nel Centro cittadino (Giardini Spayer) che in periferia (Lido Adriano);
  • Lavori di costruzione della Piscina comunale, la lista civica si farà carico, tramite propri legali e tecnici di procedere con l’accesso agli atti amministrativi della gara d’appalto, per la verifica del rispetto di tutte le procedure d’appalto in relazione al contratto stipulato tra il Comune di Ravenna e Consorzio Arco Lavori e Coopernuoto Asd;
  • Elaborazione di un piano di comunicazione che consenta al nuovo soggetto politico di avere maggiore visibilità e più diffusione su tutto il territorio ravennate tramite la creazione di una postazione telematica che interagisca con i cittadini ed i loro bisogni attraverso la rete.

Rissa in stazione partita da un’aggressione con spray urticante, tre denunciati

Una rissa nei pressi della stazione ferroviaria di Ravenna nel pomeriggio di ieri, 25 luglio, ha portato alla denuncia di tre persone, due uomini e una donna di nazionalità straniera e regolari sul territorio.

La polizia è intervenuta per sedare il parapiglia e grazie al sistema di videosorveglianza è stata ricostruita la dinamica. La donna si era avvicinata a un uomo che, in quel momento, stava consumando una bevanda al bar spruzzandogli dello spray al peperoncino. Da qui, ne nasceva una rissa in cui il soggetto inizialmente aggredito, avrebbe impugnato un coltellino, senza ferire nessuno e buttando la donna a terra.

Rubano due bici elettriche da una casa di notte, fermati dalla polizia. Uno è minorenne

Due giovani incensurati, di cui uno minorenne, si sono introdotti in una proprietà privata a Ravenna nella notte tra il 25 e il 26 luglio e hanno rubato due biciclette elettriche per poi fuggire in direzione di una strada sterrata adiacente all’abitazione. Il proprietario ha chiamato il 112 e il tempestivo intervento degli operatori della Volante ha permesso di rintracciare i due giovani con la refurtiva che veniva riconsegnata al proprietario, procedendo alla denuncia di entrambi per il reato di furto in abitazione, di cui uno in stato di arresto.

Ricorso alla Corte europea per i diritti dell’uomo per salvare i pini di Lido di Savio

Dopo i dieci abbattuti a metà luglio, in viale Romagna a Lido di Savio rimangono 39 pini che hanno il destinato segnato – dovranno essere abbattuti nell’ambito della riqualificazione urbana della strada perché il Comune di Ravenna li ritiene instabili – e il comitato cittadino che vuole salvarli ha presentato un ricorso alla Corte europea per i diritti dell’uomo (Cedu) di Strasburgo per violazione del diritto primario e incomprimibile alla salute. Il Wwf Ravenna ha sottoscritto insieme ai cittadini.

Il ricorso, inviato il 25 luglio tramite l’avvocata Virginia Cuffaro con quasi mille pagine di allegati, illustra, con numerose relazioni tecniche firmate da professionisti, i danni alla salute, all’ambiente, alla biodiversità e al benessere psicofisico che l’abbattimento della storica alberata potrà causare.

Secondo gli esperti interpellati dai cittadini, i “servizi ecosistemici” forniti dai pini di viale Romagna valgono quasi 200mila euro ogni anno. In altre parole, la loro presenza eviterebbe il ricorso a cure mediche e ad azioni di cura e protezione del territorio. «Servizi svolti gratis, di cui il Comune di Ravenna, plurialluvionato, si disfa senza batter ciglio».

Il progetto di riqualificazione della strada prevede nuove piante. «Gli alberi dei nuovi progetti impiegheranno almeno trent’anni per raggiungere la parvenza dei magnifici pini del viale – affermano i cittadini –. Nel frattempo, gli amministratori pagheranno di tasca propria i danni alla salute e all’economia cittadina conseguenti alle loro scelte? Chi viene in vacanza nei lidi vuole vedere pini e non brutture e cemento. Le violenze contro la natura e contro il decoro urbano si ripercuotono sugli abitanti e sulla sicurezza delle città, rese inospitali e squallide da scelte improntate al più sfrenato e cieco consumo dei luoghi “usa-e-getta”, dove gli alberi diventano il bersaglio preferito. Quale messaggio per il futuro possono lanciare amministratori e paludati tecnici ai bambini che guardavano, il 17 luglio, l’abbattimento gratuito di 10 maestosi e sanissimi pini cinquantennali del viale?».

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