giovedì
21 Agosto 2025

Aprono le iscrizioni alle superiori: coinvolti oltre 3mila studenti in provincia

Ci sarà tempo fino al 10 febbraio. «Nuovi spazi e palestre, verso la conclusione molti cantieri»

Rientro Scuola Classico
Ragazzi fuori dal liceo classico di Ravenna

Da martedì 21 gennaio e fino a lunedì 10 febbraio saranno aperte le iscrizioni alle scuole superiori per studentesse e studenti che frequentano la terza media. La procedura di iscrizione dovrà essere effettuata tramite il portale https://unica.istruzione.gov.it/portale/it/orientamento/iscrizioni.

Si tratta di un momento importante, in provincia di Ravenna, per oltre 3 mila studenti di terza media e le loro famiglie che potranno scegliere fra un’ampia offerta di indirizzi e articolazioni nell’ambito degli istituti di un territorio vasto nel quale si sono consolidate nel corso degli anni importanti realtà scolastiche, sia nei centri urbani principali (Ravenna, Lugo, Faenza), sia negli istituti di Cervia e Riolo Terme. Si conferma infatti un’ampia proposta che prevede 6 indirizzi nell’istruzione professionale, 10 nei tecnici fra settore tecnologico ed economico e 10 indirizzi liceali, declinati ulteriormente in articolazioni specifiche.

«La Provincia di Ravenna – afferma Luca Cortesi, consigliere provinciale con deleghe all’Istruzione e edilizia scolastica – negli ultimi anni ha investito molto, anche grazie ai bandi Pnrr aggiudicati, sull’edilizia scolastica, creando nuovi spazi, palestre, laboratori per una didattica più funzionale, ma anche interventi di adeguamento sismico per garantire spazi sempre più sicuri. Nei prossimi mesi inizieremo a vedere la fine di molti cantieri, che hanno creato inevitabilmente anche qualche disagio, arrivando ad aprire il prossimo anno scolastico 2025/26 con la maggior parte di questi interventi terminati e accogliere i nuovi iscritti in strutture migliori».

Al Pala Costa la prima del 2025 dell’Olimpia Teodora contro la terza in classifica

Le ravennati ospitano Padova per l’ultima del girone di andata del gruppo C del campionato nazionale di B1

Olimpia Teodora Cesena 1

Reduce dal positivo esordio nel 2025 a Mestrino, dove ha ottenuto la terza vittoria consecutiva in campionato, l’Olimpia Teodora chiude il girone di andata con la prima partita casalinga dell’anno solare: al Pala Costa di Ravenna (fischio d’inizio alle ore 17 di sabato 18 gennaio) arriva la Banca Annia Aduna Padova.

La compagine veneta occupa la terza posizione in classifica (nel girone C del campionato di volley femminile di B1), con 22 punti, alla pari di Riccione, e conduce il gruppo di centro classifica, che vede ben 8 squadre in 5 punti, chiuso proprio dalle giallorosse ravennati al decimo posto, a loro volta con 5 lunghezze di vantaggio su Forlì, quart’ultima (retrocedono in B2 le ultime quattro, con un dettaglio però importante: qualora tra la quintultima – in questo caso l’Olimpia Teodora – e la quartultima vi siano 2 o meno punti di differenza si disputerà una sfida di play-out tra queste due formazioni).

Dopo la gara è poi prevista una nuova settimana di pausa prima del girone di ritorno, in partenza a febbraio.

Rinnovo del contratto provinciale degli operai agricoli e florovivaisti

Raggiunta l’intesa dopo un anno dall’apertura del negoziato. Soddisfatti i sindacati

Incontroperilrinnovo

Dopo un anno dall’apertura del negoziato tra Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil e Confagricoltura, Cia e Coldiretti, il 17 gennaio si è raggiunta l’intesa per il rinnovo del contratto provinciale di lavoro degli operai agricoli e florovivaisti della provincia di Ravenna, scaduto il 31 dicembre 2023, che per il settore, rappresenta il primo livello di contrattazione.

«Questo rinnovo – dichiarano i segretari generali Laura Mazzesi di Flai Cgil, Roberto Cangini di Fai Cisl Romagna e Alessandro Mazza di Uila Uil – avviene in un momento storico difficile per il settore agricolo, a seguito delle violente calamità che hanno colpito l’intera provincia e in un momento di crisi economica e sociale che ha ridotto drasticamente il potere d’acquisto di lavoratrici e lavoratori, a causa del gap inflattivo degli ultimi anni».

Oltre al miglioramento di alcuni aspetti normativi in materia di appalti, classificazione e formazione, è stato aumentato il finanziamento delle imprese al “fondo sicurezza”, da 0,07 a 0,10 euro per ogni giornata di lavoro, per le attività devolute alla gestione del Comitato Paritetico, quali, ad oggi, attività dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza Territoriali (Rlst) già in formazione e l’integrazione alle visite mediche degli addetti del settore, con l’obiettivo di rafforzare sempre più la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.

Per la parte economica, si è raggiunta l’intesa sull’aumento salariale con un incremento del 6% dal primo gennaio 2025, in un’unica soluzione e il riconoscimento di 100 euro, con la mensilità di marzo 2025, sia per il personale Oti che Otd in forza a gennaio 2025 con almeno 102 giornate lavorate presso lo stesso datore di lavoro nel 2024.

Infermiere incensurato arrestato con l’accusa di aver violentato una paziente

L’uomo avrebbe approfittato della propria funzione e della fragilità della ragazza

Infermiere

Un infermiere di 36 anni, incensurato e originario del Mezzogiorno, è stato arrestato in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip Janos Barlotti del Tribunale di Ravenna con l’accusa di avere violentato nel 2024 una paziente poco più che ventenne originaria del Milanese all’interno di Villa Azzurra, clinica specialistica accreditata di Riolo Terme che accoglie pazienti affetti da i disturbi psichiatrici.

La misura è stata notificata alle prime ore di venerdì 17 gennaio dai carabinieri della stazione di Riolo Terme e del nucleo operativo della Compagnia di Faenza.

Secondo le verifiche dell’Arma coordinate dal Pm Stefano Stargiotti, il 36enne, approfittando della propria funzione e della fragilità della paziente, avrebbe abusato della ragazza all’interno della clinica dove la 20enne in quel momento era ricoverata. Sul suo conto sono in corso ulteriori verifiche per capire se possano esserci stati altri casi sospetti.

Sempre per quanto riguarda la struttura riolese, di recente la perizia ha stabilito che era capace di intendere e volere un altro infermiere accusato di avere abusato di quattro giovani pazienti durante i turni di notte tra il 2023 e il 2024: in questo caso è in corso il processo per rito abbreviato. (fonte Ansa.it)

Al Mic una mostra dedicata allo scultore Giacinto Cerone, a 20 anni dalla scomparsa

Fino al 27 aprile oltre quaranta sculture di vari materiali e periodi, più una serie di oltre trenta disegni

Veduta Dell'allestimento Giacinto Cerone, L'angelo Necessario, Ph Francesco Bondi

A vent’anni dalla sua scomparsa, da ogg (18 gennaio) al 27 aprile, il Mic di Faenza dedica all’artista Giacinto Cerone – di cui possiede diverse opere nella propria collezione – una grande mostra a cura del critico d’arte Marco Tonelli che “riscopre” l’artista e raggruppa oltre quaranta sculture di vari materiali e periodi, più una serie di oltre trenta disegni (alcuni di grande formato).

Giacinto Cerone (1957-2004) è stato uno dei più originali e liberi scultori italiani, lontano da raggruppamenti, scuole, movimenti, stili o mode del momento. L’irruenza del suo linguaggio si misura a partire dai differenti materiali impiegati sia nella produzione scultorea (legno, ceramica, plastica, metallo, marmo, gesso, pietra) che in quella disegnativa, per lo più indipendente dalla realizzazione delle opere plastiche, oltre che nell’uso di tecniche legate alla velocità e alla gestualità.

Faenza è stata per Cerone una meta preferenziale fin dal 1993, quando cioè presso la bottega Gatti ha realizzato una serie di ceramiche smaltate utilizzando tecniche di lavoro forse poco ortodosse ma di forte espressività e sperimentando un grande varietà di colori e forme.

Veduta Dell'allestimento, In Primo Piano Serie Malerba Digitali Purpuree. 2002,.ceramica Ph Francesco Bondi

La mostra privilegia il modo stesso di operare di Cerone: per serie tematiche (come nelle rosse Malerbe, i Fiumi vietnamiti, i Gessi) o per singole opere dal carattere emblematico e per certi versi iconico e funerario (come Cenacolo e Ofelide). È in questa tensione che si gioca, nella diversità dei materiali, la struttura curatoriale della mostra “L’Angelo necessario”, quella sorta di “figura approssimativa”, “intravista, o vista un istante” descritta dal poeta statunitense Wallace Stevens e spesso delineata in modo inafferrabile nelle imperfette e liminali figure della statuaria interrotta di Cerone.

La mostra realizzata col coordinamento scientifico dell’Archivio Cerone e il sostegno di collezionisti privati vuole delineare la figura di uno scultore a tutto tondo e di una scultura totale (capace di distendersi orizzontalmente o addossarsi alle pareti), senza resti, di un artista attento anche al modo di installare le proprie esposizioni come fossero esse stesse opere in sé.

«Giacinto Cerone ha affrontato nella sua intera opera temi contrastanti – dichiara il curatore Marco Tonelli –  e profondi della nostra cultura: la vita e la morte, la ferita e la bellezza, l’abbandono e la reazione, simboleggiati da figure rotte, ricomposte, totemiche e funerarie, elegiache e impulsive, rigide e vitali. Potremmo leggere la sua produzione come un sismografo di inquietudini private e ansie collettive, spesso rimosse per quieto vivere o soffocate da apparati normativi. Il suo è stato un atto totale che, come scriveva Carmelo Bene riferendosi ai geni creativi, era anche “giocare altrove”, soprattutto per chi voglia ancora oggi comprenderlo e condividerne le sollecitazioni esistenziali».

Gruppi di disegni raccolti lungo il percorso, gigantografie dell’artista al lavoro con legno, ceramica, gesso e un video che raccoglie materiali documentari su di lui e interviste inedite, oltre a numerose opere mai esposte, completano un ambiente di richiami, contrasti, interruzioni e saldature che rendono l’idea del procedere stesso dell’artista, anarchico e istintivo, arcaico e sperimentale, lucido e razionale pur nella sua sintesi plastica emozionale, inconscia e carica di poesia, come quella da lui letta (tra cui Friedrich Hölderlin, Sandro Penna e Dino Campana).

In occasione della mostra verrà pubblicato un catalogo edito da Corraini, con testi di Claudia Casali (direttrice del Mic), Marco Tonelli (curatore della mostra) e apparati di Elena Cavallo (moglie dell’artista e responsabile dell’Archivio Cerone).

Orari di apertura: dal martedì al venerdì ore 10-14, sabato e domenica ore 10-18, chiuso i lunedì non festivi.
Inaugurazione 18 gennaio ore 11. Dalle ore 12 ingresso gratuito alla mostra per tutta la giornata del 18 gennaio.
Ogni domenica, alle ore 11, visita guidata inclusa nel prezzo del biglietto. Prenotazione obbligatoria.

Pedopornografia, arrestati un ingegnere informatico e un dipendente pubblico

I due uomini, incensurati, trovati con decine di migliaia di video e fotografie scaricati da eMule

Pedoporno

Due uomini sono stati arrestati con l’accusa di detenzione di materiale pedopornografico. Si tratta di decine di migliaia di video e fotografie custoditi in vari dispositivi e memorie esterne. A finire in manette un 54enne ingegnere informatico cervese e un 60enne ravennate dipendente pubblico, della Regione. Entrambi erano incensurati.

La notizia è riportata con ulteriori dettagli dai due quotidiani locali in edicola oggi, 18 gennaio.

I due uomini non si conoscevano e si è arrivati a loro grazie a un’indagine della polizia postale (partita da Bologna), in particolare attraverso l’analisi di eMule, noto software dedicato alla condivisione di file tra utenti.

Ieri mattina l’udienza di convalida dei loro arresti in tribunale a Ravenna, dove il giudice ha disposto per entrambi la custodia cautelare in carcere.

La benedizione degli animali: in piazza a Faenza anche un tacchino…

Il rito si è rinnovato anche nel Ravennate

Tradizionale appuntamento con la benedizione degli animali, anche nel Ravenna, in occasione di Sant’Antonio Abate, protettore degli animali.

A Ravenna il rito è andato in scena alla basilica di Sant’Agata Maggiore, mentre a Faenza oltre 100 animali (accompagnati da circa 200 persone) hanno ricevuto la benedizione – impartita dal vescovo Mario Toso – in piazza del Popolo. L’evento ha avuto come protagonisti soprattutto cani, ma anche un gatto, una cavia e persino un tacchino, suscitando la curiosità e il sorriso di tutti i presenti.

Il cibo, che ossessione: «Ora il teatro, poi un libro. Dopo Masterchef posso creare»

Al Rasi uno spettacolo con Niccolò Califano, diventato celebre grazie alla partecipazione al talent culinario in tv. «Aprire un ristorante? Magari come imprenditore. Fare il cuoco può essere alienante, come in una catena di montaggio»

Niccolo Califano MANGIARE TUTTO Scaled

L’ossessione per il cibo, spiegata dall’ormai celebre Niccolò Califano, quinto classificato un anno fa a Masterchef Italia, in uno spettacolo scritto insieme allo scrittore ravennate Matteo Cavezzali. L’appuntamento con “Mangiare tutto!”, nell’ambito della Stagione dei Teatri, è per sabato 18 gennaio, alle 21 al Rasi di Ravenna.

Ne abbiamo approfittato per una chiacchierata a distanza con il ravennate Califano, ormai vero e proprio influencer, con 381mila fan che lo seguono su Instagram, che ci risponde durante un viaggio in Giappone (da cui ci manda la foto qui sotto).

Niccolo Califano

Da dove nasce questa ossessione per il cibo?
«L’uomo ne è ossessionato dai tempi in cui eravamo ancora delle scimmie; nello spettacolo cerco di spiegare il perché. A livello personale, per esempio, credo di non aver mai visto mio padre non masticare. Io stesso sono prima di tutto un “mangiatore”, anche perché non penso che basti partecipare a una trasmissione televisiva per diventare chef, mi definisco piuttosto uno che sperimenta cose e a cui piace mangiare. Ovviamente il vantaggio di essere un “mangiatore” è che sviluppi un gran palato, che è fondamentale per poter poi cucinare. In generale credo che il cibo sia l’unico modo per entrare davvero in contatto con la cultura di un determinato Paese, immettendola direttamente nel proprio corpo. Ecco perché ora in Giappone mi sto sfondando di yakitori, sushi e di tutto lo street food: sto diventando giapponese “dentro”…».

Il tuo piatto preferito? Da mangiare e da cucinare?
«Sono un grande mangiatore di riso. Che è un po’ come il pane, o lo yogurt bianco, un elemento neutro che sta bene con tutto. La neutralità, in generale, in cucina mi piace, la vedo come una tela bianca su cui poter inventare qualcosa. Non credo però di avere un piatto preferito da cucinare perché è una cosa che faccio prima di tutto per gli altri. È un modo per suggellare un’amicizia, un rapporto. Quando do da mangiare voglio instaurare qualcosa di profondo: se ci riesco, quello diventa il mio piatto preferito».

Cosa non sopporti invece del mondo della cucina?
«Quando diventa molto ripetitiva. Il cuoco può diventare un lavoro alienante, tipo catena di montaggio, dover ripetere la stessa mansione per lungo tempo e in maniera continua. Quello che mi piace invece è l’atto creativo; quando diventa ripetitivo perdo la voglia di cucinare per qualcun altro, di far sorridere: diventa un lavoro nel senso brutto del termine».

Quindi non vuoi aprire un ristorante?
«Mi piacerebbe, ma da direttore creativo, per occuparmi del menù, del design, del concetto. Da imprenditore, insomma. Ma al momento non ho i soldi necessari…».

Ma come, non sei diventato ricco dopo Masterchef ? Quanto ti ha cambiato la vita?
«(Ride, ndr) Grazie alla popolarità riesco a lavorare come content creator. Mi fermano ancora per strada, è successo diverse volte anche qui in Giappone. Sono in una posizione privilegiata che mi permette di lavorare sull’aspetto “artistico” della cucina, un modo per non ripetermi e fare sempre cose nuove. Questa popolarità è però anche un piccolo ostacolo: essendo un personaggio pubblico devo trattenermi, stare attento a volte a quello che dico».

Ti sei presentato a Masterchef come medico, laureato con lode in Medicina: lavori ancora anche in quell’ambito? Cosa vuoi fare da “grande”?
«Lavoro solo 7 ore a settimana in una casa di riposo per anziani, a Ravenna. Per il resto faccio il content creator, appunto, l’attore, l’autore teatrale e tra poco anche lo scrittore. Vorrei rispondere che sono già “grande” e sto già “facendo”. In pratica, vorrei continuare ad abbracciare la filosofia della vita senza senso, sempre pronto al cambiamento. Finora mi è andata bene: continuerò così, all’insegna dell’incertezza».

Hai lavorato anche al Cau di Ravenna. Ha senso, quel progetto? Cosa ne pensi del mondo della sanità?
«Il Cau avrebbe senso, ma vanno educati meglio i pazienti. Nel periodo in cui ci ho lavorato si perdeva tanto tempo per spiegare a questo o a quell’altro che il Cau non era il posto giusto per loro. In generale, comunque, credo che la sanità vada svecchiata e in particolare rivisto il sistema dei medici di base, ho fatto per un po’ anche il sostituto in ambulatorio: hanno un carico di pazienti disumano e sono travolti dalla burocrazia. Tanto che uno smette di essere medico per diventare qualcuno che deve risolvere problemi di ogni tipo. Non è quello per cui avevo studiato».

La domanda che non sopporti più? Quella su Eleonora?
«Forse quella che mi hai fatto prima, se Masterchef mi abbia cambiato la vita, perché dopo un po’ ti stufi, come quando hai il gesso e devi raccontare sempre la stessa storia quando qualcuno ti incontra. E no, non sto con Eleonora (Riso, la vincitrice della scorsa edizione di Masterchef, con cui Niccolò ha particolarmente legato, ndr)».

Ma davvero a Masterchef è tutto come vediamo? Si riescono a fare certi piatti in mezz’ora?
«Sì, se hai un minimo di preparazione di base, come hanno tutti i concorrenti salvo alcune eccezioni, non faccio nomi. Visti con gli occhi di chi non sa cucinare forse potrebbero sembrare tutti fenomeni, ma in realtà non è così. Guardando la nuova edizione, anzi, più volte ho pensato che se tornassi indietro sarei stato molto più sicuro di me stesso. In tanti però hanno espresso i tuoi stessi dubbi, forse perché in Italia in pochi sanno fare a cucinare e la cultura culinaria media non è elevatissima: per esempio qui in Giappone mi sembra invece siano tutti più preparati ed è impossibile trovare un posto dove si mangia male, non ci sono trappole per turisti».

Chi vincerà la nuova edizione del programma?
«Essendo in viaggio mi sono perso le ultime puntate. Sono partiti tutti un po’ piano. Tra quelli che mi sembrano davvero bravi, pronostico Jack».

Il ristorante dove hai mangiato meglio in vita tua?
«Prima di tutto va detto che non sono mai andato in uno stellato, sono più per una cucina casalinga, le osterie, lo street food. Se devo citare un ristorante però dico Trippa a Milano, sono stato davvero bene. E poi l’altro giorno a Osaka, al Matsuya».

Nuovi progetti? Ti rivedremo anche in tv?
«Per la tv ci spero e incrocio le dita. Sui social di nuovi progetti ne ho tantissimi, che mi permettono di dare sfogo alla creatività, in particolare nella realizzazione di video, che ritegno una bella forma d’arte. E poi, come accennavo prima, uscirà il mio primo libro. Lo inizierò a scrivere dopo lo spettacolo. Non ho ancora ben chiaro cosa ne verrà fuori, di certo non sarà un classico libro di ricette: mi hanno dato carta bianca».

Chiusura stabilimento Lafert, la critica del Pd: «Assurdo apprenderlo dalla stampa»

I consiglieri regionali Proni e Bosi infastiditi dal comportamento dell’azienda veneta controllata da un gruppo giapponese: «Anni di cassa integrazione e addirittura la prospettiva ventilata di un rilancio». A rischio 60 posti di lavoro

lafert«È assurdo venire a sapere dalla stampa della decisione unilaterale di Lafert di chiudere lo stabilimento di Fusignano, dopo anni di cassa integrazione e addirittura con la prospettiva ventilata di un rilancio del sito produttivo». I consiglieri ravennati del Partito Democratico in Regione, Eleonora Proni e Niccolò Bosi, criticano le mosse dell’azienda veneta di motori elettrici che fa parte di un gruppo giapponese.

Proni e Bosi stanno seguendo con preoccupazione la vicenda che mette a rischio circa 60 posti di lavoro. «Esprimiamo vicinanza ai lavoratori e alle loro famiglie che sicuramente stanno vivendo ore di ansia e grande incertezza sul futuro. La notizia ha da subito mobilitato le istituzioni per avviare una trattativa che possa scongiurare la perdita per il territorio ravennate di un sito produttivo importante e dei posti di lavoro. Stiamo seguendo l’evolversi della situazione con estrema attenzione e presenteremo a stretto giro e a nostra firma un’interrogazione rivolta alla giunta regionale per chiedere un coinvolgimento pieno della Regione istituendo un tavolo di confronto che, con la partecipazione di sindacati, azienda e istituzioni del territorio, contribuisca alla risoluzione positiva della crisi in atto».

Gli esponenti dem vedono Fusignano simile a situazioni successe recentemente in molti altri territori: «Multinazionali chiudono stabilimenti, spostano le produzioni dove è più conveniente produrre e partono licenziamenti. È necessario che il Governo nazionale intervenga, come mai ha fatto finora, e adotti finalmente una politica industriale capace di una visione strategica per il prossimo futuro, fatta di supporto agli investimenti strategici, di tutela del tessuto produttivo italiano e di riconoscimento del valore del lavoro e dei lavoratori, che non possono essere chiamati a addossarsi gli effetti negativi di un’economia che cambia e non sempre nella giusta direzione».

Il totale dei redditi 2024 della giunta è quasi il triplo di quello pre incarico

Il consigliere comunale di opposizione Alvaro Ancisi si lancia in una operazione trasparenza: le cifre delle indennità dei componenti della giunta comunale di Ravenna, composta da un eletto e nove nominati, confrontate con i gettoni di presenza dei 31 consiglieri tutti eletti. «Gli elettori decidano se sono cifre meritate»

 ANG0080I dieci componenti della giunta comunale di Ravenna nel 2024 hanno percepito un’indennità totale di 821.468 euro lordi. La somma degli imponibili dei dieci redditi dichiarati nell’ultimo anno precedente all’incarico pubblico era stata di 328.527. Un aumento di due volte e mezzo (il 150 percento) grazie all’elezione (per quanto riguarda il sindaco) o alla nomina (per quanto riguarda gli assessori).

Sono numeri divulgati alla stampa da Alvaro Ancisi, consigliere comunale di Lista per Ravenna, nel pomeriggio di oggi, 17 gennaio, con quella che definisce come una sorta di operazione trasparenza nell’interesse della collettività: «È giusto che i cittadini sappiano quanto costano gli amministratori comunali». Il decano dell’opposizione lascia spazio al popolo: «Mi astengo da fare commenti, lascio che siano gli elettori a giudicare se la qualità del lavoro svolto è pari alla retribuzione percepita».

Quanto guadagnano sindaci e assessori?

Le indennità 2024 dei singoli vanno dai 125mila euro di Michele de Pascale (sindaco fino al 12 dicembre per poi passare alla presidenza della Regione) agli 80mila euro degli assessori, passando per i 97mila di Eugenio Fusignani (vicesindaco fino al 26 novembre quando ha passato l’incarico a Fabio Sbaraglia).

Chi dichiarava il reddito più alto prima di diventare amministratore pubblico è Livia Molducci (Pd), avvocata e dipendente della Provincia: 45mila euro nel 2015 (nel 2016 divenne consigliera comunale e dal 2021 è in giunta). Molducci è l’unica che svolge l’incarico da assessora part time e conserva il posto in Provincia: per questo dal Comune percepisce un’indennità dimezzata rispetto agli 80mila euro previsti. Il reddito più basso pre incarico era quello di Igor Gallonetto (M5s), avvocato: 2.023 euro dichiarati nel 2020. Per l’esponente grillino l’aumento è del 3.900 percento. A questo link una tabella con il riepilogo completo.

Va ricordato che l’indennità non è l’unico costo a carico della collettività per l’incarico degli amministratori. A quella va aggiunto il versamento dei contributi per chi è in aspettativa da un lavoro dipendente che aveva prima dell’incarico. Il versamento spetta al Comune sulla base dell’ultima posizione ricoperta prima della nomina.

Ancisi fa poi il confronto fra giunta e consiglio comunale, sottolineando che i 32 consiglieri comunali sono eletti direttamente dai cittadini, mentre in giunta solo il sindaco esce dalle urne: per gli assessori si tratta di una delega assegnata dal primo cittadino.

Solo il presidente del consiglio comunale ha una indennità di mandato. Nei comuni con più di 15mila abitanti è pari a quella di un assessore, ma le amministrazioni hanno facoltà di ridurla. L’esempio in questo senso viene da Cervia: nella legislatura 2019-2024 il presidente del consiglio è stato Gianni Grandu (ora divenuto vicesindaco con Missiroli) e percepiva il 50 per cento dell’indennità di un assessore. Nei paesi tra mille e 15mila abitanti la figura del presidente esiste solo se prevista dallo statuto comunale (è così solo a Russi e Brisighella): qualora esista, percepisce una indennità mensile pari a un decimo di quella del sindaco; qualora non sia prevista allora la presidenza compete al sindaco (senza compensi aggiuntivi).

A Ravenna il presidente del consiglio comunale è Massimo Cameliani, ex assessore e dipendente di Cna: 39.744 euro di indennità, la metà rispetto a quanto previsto perché non è in aspettativa dal lavoro.

Quanto guadagna un consigliere comunale?

Per gli altri 31 membri del consiglio a Palazzo Merlato c’è solo un gettone per ogni seduta in cui si è presenti. La legge assegna ai Comuni la possibilità di definire l’importo entro un intervallo in base alla popolazione. A Ravenna è 69,30 euro (lordi e invariato dal 2006). Poi ci sono i gettoni per le dieci commissioni consiliari (46,80 per i commissari e 69,30 per i presidenti). Nel 2024 il consiglio comunale si è riunito 36 volte e le riunioni di commissione sono state 76. In totale i gettoni versati ai 31 membri sono stati 107mila euro.

Lo scorso luglio, dopo la tornata di elezioni amministrative comunali che aveva rinnovato giunte e consigli di 14 dei 18 comuni in provincia, Ravenna&Dintorni aveva pubblicato il quadro complessivo delle indennità degli oltre 350 amministratori pubblici di livello comunale nella provincia di Ravenna.

Le cifre sono uguali in tutta Italia e tengono conto della popolazione dei comuni. Una legge del 2021 del governo Draghi ha cambiato le regole per il calcolo con un aumento graduale per tutti arrivato alla cifra definitiva dal primo giorno del 2024. L’indennità di funzione dei sindaci (e in proporzione di vice e assessori) nelle regioni a statuto ordinario (come l’Emilia-Romagna) è definita in rapporto al trattamento economico complessivo dei presidenti delle Regioni. Il parametro di riferimento, per tutti, quindi sono i 13.800 euro al mese dei presidenti della Regione. L’importo viene ridotto in misura percentuale in base al numero di abitanti.

Nel 2024 le 18 giunte della provincia (composte in totale da 99 persone) sono costate 3,31 milioni di euro di indennità (da 821mila per Ravenna a 34mila appena per i tre Comuni più piccoli). Nel 2021 bastarono due milioni.

Aggiornamento del 21 gennaio:

A seguito della pubblicazione delle cifre su tutte le testate locali, l’assessore Igor Gallonetto ha pubblicato una precisazione nella sua pagina Facebook pubblicando la dichiarazione dei redditi 2020. «Mi è stata attribuita una dichiarazione dei redditi per l’anno 2020 pari ad euro 2.023. La mia dichiarazione dei redditi percepiti nell’anno 2020 è differente ed è consultabile sul sito del Comune di Ravenna, alla sezione amministrazione trasparente. L’importo dichiarato nelle componenti attive, pari ad euro 38.289, è ben diverso da quello che mi si è voluto attribuire». Ancisi ha poi voluto ribadire che i 2.023 euro citati sono il reddito imponibile dell’anno 2020 per Gallonetto.

Pd: «Il Comune spende 68mila euro per una gara ciclistica senza fini turistici»

I democratici criticano la scelta della giunta Pederzoli (centrodestra) che conferma la spesa per l’evento e aumentano le tariffe di mense e trasporto scolastici. Un incontro pubblico per discutere della pianificazione delle spese

BrisighellaOspitaleIl bilancio di previsione 2025 del Comune di Brisighella, approvato dalla maggioranza di centrodestra del consiglio comunale, prevede di aumentare le tariffe per mense e trasporto scolastico. Il Partito democratico critica la scelta: «Non ci sembra un grande incentivo per le giovani famiglie con figli. Non ci sono i soldi? Allora perché aumentare le rette e contemporaneamente spendere nuovamente 68mila euro, cioè quasi un punto percentuale di Irpef comunale, per una gara ciclistica inutile ai fini turistici per il nostro borgo?».

Nello stesso bilancio di previsione il Pd individua un taglio alla voce “politiche sociali e per la famiglia”: «In particolare con la riduzione dei fondi dedicati al servizio domiciliare, servizio fondamentale per le famiglie con persone disabili e anziani non autosufficienti a carico. A questo si aggiunge che il centro diurno per gli anziani nella casa protetta di Brisighella è, dopo quattro anni, ancora chiuso, costringendo i familiari o i volontari a portare gli utenti nei centri aperti nel Comune di Faenza».

I dem sfogliano il Dup (documento unico di programmazione) e vedono una Brisighella in declino: «Non solo i dati turistici sono preoccupanti, ma anche l’attrattività per i residenti è in calo. La popolazione è in calo dell’1,8 percento negli ultimi quattro anni, mentre comuni vicini come Riolo Terme (+3%) e Casola Valsenio (+1,2%) sono in crescita. Inoltre, la percentuale di popolazione pensionata nel Comune di Brisighella ha raggiunto il 34,6% del totale dei residenti, dimostrando come il borgo non sia attrattivo per le giovani famiglie, che stanno letteralmente scappando. Negli ultimi sei anni, da quando è cominciato il governo Pederzoli, nulla è stato fatto per arginare questo fenomeno».

Il Pd invita il sindaco, la giunta e tutta la cittadinanza a un’iniziativa pubblica, mercoledì 22 gennaio alle 20.30 alla sala Ambra, per discutere e dibattere sul bilancio di previsione comunale 2025: «Se i soldi sono meno, visti i tagli del Governo Meloni agli enti locali, le poste del bilancio di previsione vanno modificate e le risorse vanno re-indirizzate verso quei capitoli che permettano di incentivare le persone a restare e a rendere attrattivo il territorio. Brisighella ha bisogno di migliorare i servizi, mantenendo quelli esistenti per le persone anziane (e riaprendo il centro diurno!), ma soprattutto deve investire in servizi per le giovani generazioni e le giovani famiglie e non aumentare le rette dei servizi scolastici».

Circa mille utenti allo sportello territoriale della Camera di Commercio in due anni

Il servizio è aperto solo la mattina del giovedì e su appuntamento: rilascia identità digitali, carte tachigrafiche, visure

In due anni e mezzo dalla sua apertura, lo sportello territoriale di Faenza della Camera di Commercio di Ravenna e Ferrara ha assistito 614 utenti per il rilascio di identità digitale (Cns e Spid) e firma digitale. Inoltre, 145 utenti hanno richiesto e rinnovato carte tachigrafiche per mezzi pesanti, mentre circa 150 utenti hanno ottenuto visure senza valore di certificato e informazioni di varia natura.

Dopo l’inaugurazione a Lugo e Ravenna, il servizio è stato esteso a Faenza nel 2022, con sede al Suap in piazza Rampi. Lo sportello offre una vasta gamma di servizi. Recentemente, è stato attivato il servizio di vidimazione dei registri cartacei di carico e scarico rifiuti, destinato alle associazioni di categoria convenzionate. In futuro, si prevede di ampliare ulteriormente l’offerta di servizi per rispondere al meglio alle esigenze delle imprese faentine e delle loro associazioni.

La sede decentrata, tenendo in considerazione che l’apertura al pubblico è limitata a un giorno alla settimana (giovedì dalle 8.30 alle 12.15) , ha rappresentato un valore aggiunto sia per il Comune sia per la Camera di Commercio, dando la possibilità di approfondire in maniera diretta le esigenze e i problemi delle imprese che operano nel territorio faentino.

L’ufficio riceve esclusivamente su appuntamento. Per le prenotazioni è necessario utilizzare il portale online dedicato oppure inviare una email all’indirizzo faenza@fera.camcom.it. Per tutte le informazioni relative ai contatti, alle sedi e ai servizi erogati dalla camera di commercio si può fare riferimento al sito dell’ente: www.fera.camcom.it.

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