domenica
10 Agosto 2025

La strategia del Pri per il turismo tra eccellenze e cose da cambiare

La ricetta di Eugenio Fusignani

In questi giorni di polemiche sui numeri relativi alle presenze turistiche e ai visitatori in città, anche il segretario provinciale Eugenio Fusignani, alleato al Pd nell’attuale maggioranza e anche per le prossime elezioni di giugno, interviene nel merito. Ammettendo qualche problema effettivo nel conteggio dei visitatori alla tomba di Dante (che avverebbe appunto a “occhio”, fatto su cui ha ironizzato anche il sindaco, vedi foto), Fusignani amplia il ragionamento all’intero settore e invoca una maggiore visione strategica: «Visione che occorrerà sviluppare compiutamente non solo nei programmi elettorali, in un confronto continuo con associazioni di categoria – scrive – operatori turistici e imprese del settore, ma in un’ottica che superi la contingenza della campagna elettorale e l’arco temporale di un mandato amministrativo. Sono convinto che occorra una visione strategica, che allarghi le prospettive della città e della costa, proiettandole in una dimensione che non si limiti all’esistente o che si concentri solo sul problema degli happy hour di Marina».

In particolare Fusignani elenca le eccellenze che andrebbero messo in favore: «Partendo dalla nostra storia non possiamo dimenticare come Ravenna sia stata capitale e, in questo senso, si potrebbe pensare a promuovere una rete di tutte le capitali storiche presenti in Europa e nel mondo, e quindi conseguentemente, aprire canali di scambio commerciale con queste realtà che finirebbero col portare nuovi flussi turistici. Lo stesso dicasi per un altro aspetto storico che fa di Ravenna la capitale navale del mondo romano e dunque la possibilità di mettere in valore nel nostro porto questo aspetto attraverso iniziative permanenti adeguate. Anche sul versante sportivo il nostro territorio potrebbe essere maggiormente valorizzato, partendo dalla pallavolo che ha reso Ravenna famosa nel mondo, trovando il modo di costruire eventi di rilevanza internazionale che portino valore e che non vadano marginalizzati come fu con i mondiali di Beach Soccer del 2011».
E Fusignani parla di mettere in valore anche le «eccellenze ravennati nei vari campi. Penso a persone ravennati come Federico Marchetti, che ha creato una delle società più importanti al mondo per quanto riguarda l’e-commerce e che, attraverso iniziative specifiche su questo settore, potrebbe accendere i riflettori sulla nostra città. Stessa cosa per Luca Gardini, che, nonostante sia il sommelier campione del mondo, non ha visto Ravenna promuovere nemmeno una iniziativa di respiro internazionale legata al vino. Ci sarebbe dunque la possibilità di creare dei contenitori che potrebbero gettare le basi per delle piattaforme in grado di dare prospettive al turismo e a tutto l’indotto per decenni».

E ribadisce un leit motiv ormai del Pri che pure è appunto in maggioranza con lo stesso vicensindaco da vent’anni: «C’è bisogno di un netto cambio di passo della politica che deve creare le opportunità e stimolare le sensibilità per imprenditori e manager del settore. C’è bisogno di tornare ad aprire una “capitale” che da troppo tempo è chiusa in se stessa».

Allerta meteo per il vento da sud-ovest

Emanata dall’Agenzia regionale di protezione civile

Allerta numero 11 dell’Agenzia regionale di protezione civile per vento, dalle 21 di oggi alle 15 di domani. Si tratta di una fase di attenzione di livello uno per il transito in quota di un’onda perturbata che determinerà nelle prossime ore una rapida intensificazione del vento da sud-ovest.

La situazione sarà monitorata dalla struttura della Protezione civile del Comune, pronta ad intervenire in caso di necessità.

L’evolversi della situazione sarà comunicato attraverso il sito del Comune e i media; si consiglia fare attenzione alla guida e di mettere al riparo o di fissare oggetti situati all’esterno.

L’intervento del Vescovo sulla famiglia e contro «l’eccesso» dei genitori gay

Lorenzo Ghizzoni prende pubblicamente posizione nel dibattito sul ddl Cirinnà nel giorno del Family Day. Ecco il testo integrale

Nel giorno del Family Day a Roma, mentre in Parlamento è in discussione la legge sulle unioni civili per omosessuali, anche il vescovo di Ravenna Lorenzo Ghizzoni interviene pubblicamente con una sua riflessione inviata ai giornali che volentieri pubblichiamo integralmente di seguito. Si tratta di una nettissima presa di posizione in difesa di un modello di famiglia formata da padre e madre e pur riconoscendo dignità civile agli omosessuali e legittimo che ottengano un riconoscimento le loro unioni chiude categoricamente alla possibilità che possano diventare genitori definendola “un eccesso”. E chiama in causa i figli non solo bambini, ma anche da “adolescenti” secondo lui troppo spesso dimenticati nel dibattito. Il tutto a partendo dalla constatazione che la famiglia è in crisi e che in questo paese si assiste a un invecchiamento e a un declino delle nascite.

Ecco di seguito il testo integrale:

«Preoccupazione per le famiglie della nostra città, hanno espresso i parroci nel nostro incontro di lunedì che aveva come tema la situazione delle famiglie e i matrimoni a Ravenna. Preoccupazione che condivido. Le cifre ufficiali descrivono un calo generale dei matrimoni ogni anno e un calo significativo delle nascite. Siamo una città che lentamente invecchia, nemmeno i figli degli immigrati fermano il declino. Le cause sono diverse: culturali, economiche, morali.

C’è un forte disorientamento nei giovani e negli adulti, nei genitori e negli educatori, per i tanti cambiamenti e i tanti stili di vita proposti che vorrebbero essere tutti alla pari, quindi tutti relativi. Convivenza senza vincoli oppure vita di famiglia con impegno alla fedeltà, alla indissolubilità; apertura alla generazione o chiusura alla vita; coppie di diverso sesso o del medesimo, tutto è ammissibile in nome della realizzazione di se stessi. Non si accetta che ci siano valori buoni che possono orientare la propria libertà, non diminuirla.

Noi cristiani vogliamo invece affermare, senza essere schierati da altri contro questo o quello, che c’è una grande bellezza nel matrimonio vissuto secondo il Vangelo e che ci sono scelte migliori di altre. Noi abbiamo un’esperienza, condivisa dalla maggioranza delle persone anche laiche o non credenti, che nel rispettare la persona dell’uomo e della donna, la paternità e la maternità, la figliolanza e la fraternità, si trova una pienezza di umanità e una felicità che non c’è in altre scelte. Non dobbiamo giudicare le persone e dobbiamo guardarci dal condannarle – ce lo chiede il Vangelo della misericordia – ma non possiamo tacere l’esperienza della completezza dell’amore che si trova nel matrimonio vissuto secondo il modello della Bibbia (dal libro della Genesi al Vangelo). È un modello esigente? Certo, lo è anche per gli sposi credenti; anche tra loro ci sono quelli che non riescono a rimanervi fedeli, anche tra loro ci sono errori e peccati. Ma tutti sappiamo che l’amore tra un uomo e una donna che si stabilizza in un rapporto complementare, ricco delle diversità di entrambi, contesto ideale per lo sviluppo della personalità dei bambini e degli adolescenti, caratterizzato da un impegno a crescere nel dono di sé, è meglio per i singoli, per la comunità, per la società intera. Questo matrimonio va protetto e sostenuto, come si curano le radici degli alberi da frutto, per avere i raccolti.

C’è in questi giorni anche il dibattito sulle unioni civili e su una cultura – molto individualista – che trasforma in diritti tutti i desideri del singolo o che vorrebbe il matrimonio anche per le persone con tendenze omosessuali, pur sapendo che questa sarebbe una conquista solo simbolica, per affermare una pari dignità che andrebbe invece cercata e tutelata per altre vie e con altri mezzi. Nessuno deve mancare di rispetto a nessuno e “la dignità propria di ogni persona deve essere sempre rispettata nelle parole, nelle azioni e nelle legislazioni” come ci insegna il magistero della Chiesa (Ratzinger, 1986, sulla cura delle persone omosessuali). Ma ci sembra che una serie di diritti e di corrispondenti doveri riconosciuta anche a una unione civile, che non contrastino con la Costituzione, sia legittima. Pretendere però anche di avere dei figli, quando l’unione è tra due persone dello stesso sesso che naturalmente non potrebbero averne, sia un eccesso, un non tenere conto del bisogno dei bambini e soprattutto degli adolescenti (troppo dimenticati in questo dibattito) di un padre e di una madre veri da tutti i punti di vista. Certo in qualche caso queste figure vengono a mancare per qualche disgrazia, ma la sofferenza di queste mancanze va evitata, non riprodotta per qualche conquista di diritti più individuali che civili.

Difendere i valori, difendere i piccoli, i ragazzi, gli adolescenti, chiedendo che si facciano leggi giuste e sagge mi sembra una cosa buona non solo per i credenti, ma per tutti gli uomini di buona volontà».

† Lorenzo, Vescovo

Sei vetture elettriche per il Comune L’acquisto effettuato dalla Regione

Esposte in piazza del Popolo cinque auto e un furgoncino

Sei vetture ad alimentazione elettrica sono state messe in esposizione questa mattina in piazza del Popolo, si tratta di cinque auto e un furgone di marca Renault che entrano in dotazione al parco macchine del Comune di Ravenna.

I nuovi mezzi sono stati acquisiti dalla Regione con uno stanziamento complessivo di circa 2,4 milioni di euro, insieme ad altri 97 tra auto, autocarri van, autocarri combi e quadricicli, e destinati ai Comuni aderenti all’Accordo di Qualità dell’Aria 2012-2015.

Il sindaco Fabrizio Matteucci, insieme con gli assessori alla mobilità, Roberto Fagnani, e all’Ambiente, Guido Guerrieri, hanno presenziato all’esposizione dei mezzi interloquendo con i passanti che si sono fermati a osservare le auto.

“In vista delle misure europee per ridurre l’effetto serra del 40 per cento entro il 2030 e dei conseguenti provvedimenti previsti dal Piano Aria Regionale – affermano gli amministratori del Comune di Ravenna – , la scelta della Regione di investire in mezzi non inquinanti rappresenta una delle diverse azioni a favore della qualità dell’aria intraprese a livello territoriale.
Vogliamo dare la giusta visibilità a questo tipo di mezzi che passeranno alla storia come i primi di nuova generazione in dotazione dell’Amministrazione comunale. Ma l’obiettivo principale è quello di promuoverne la diffusione poiché, essendo auto a “emissione zero”,  contribuiscono a ridurre i valori di Pm10. E noi vogliamo dare l’esempio”.

Al via la stagione di danza

In scena la Spellbound Contemporary Ballet

La Stagione di Danza del Teatro Alighieri di Ravenna si apre oggi, sabato 30 (alle 20.30) e domani, domenica 31 (15.30) gennaio con uno spettacolo inserito nella rassegna “Today To Dance”, uno spazio teatrale dedicato agli amanti della danza contemporanea e d’autore. Spellbound Contemporary Ballet, la compagnia fondata da Mauro Astolfi porterà in scena Pa|Ethos, una coreografia di Sang Jijia che fonde in un unico gesto rigore ed espressività.

Pa|Ethos si compone di due termini, Pathos e Ethos, che rappresentano concetti fondamentali della Retorica di Aristotele. Il lavoro creativo del coreografo è stato quello di unire questi due differenti modi espressivi: Ethos che sottolinea la precisione e Pathos che invece evoca passione e sentimento. L’opera, con chiari rimandi all’arte plastica italiana di epoca classica, si compone di due parti. La prima indaga l’aspetto connesso alle regole della vita sociale e lo fa con movimenti precisi e lineari, inscritti in uno spazio perfettamente misurato, a simboleggiare una realtà fatta di rapporti interpersonali rigidamente cadenzati. Nella seconda, le emozioni vengono trasferite nella fisicità dei danzatori, i quali, portando all’estremo limite l’azione scenica, arrivano alla totale trasparenza del corpo sotto il quale si rivela l’anima nella sua integrità.
La poetica di Sang Jijia di origine tibetana –  attualmente artista residente alla Beijing Dance  – poggia sulle profondità del pensiero orientale e si arricchisce delle esperienze più alte della ricerca europea nella danza e nel teatro contemporaneo a partire dagli studi con William Forsythe in Germania alle esperienze con il Ballett Frankfurt e in seguito al lavoro di assistente coreografo alla Forsythe Company.

Lo spettacolo si avvale delle musiche di Dickson Dee, sound artist, produttore e compositore dal personalissimo stile che spazia tra sonorità d’avanguardia, elettronica, new classical, industrial noise, dance, elettronica e world jazz. Tra le collaborazioni che attiva con visual artists, danzatori e performer anche quella con grandi artisti come Sainkho Namtchylak già apprezzata a Ravenna Festival. Completano la parte visiva dello spettacolo le scenografie virtuali di Luca Brinchi e Roberta Zanardo /Santasangre, le luci di Marco Policastro e i costumi di Giuseppina Maurizi.

Il contributo creativo dei danzatori in scena – Maria Cossu, Mario Laterza, Giuliana Mele, Claudia Mezzolla, Giovanni La Rocca, Cosmo Sancilio, Erika Zilli, Violeta Mena Wulff, Fabio Cavallo – sono un tratto distintivo della Spellbound Contemporary Ballet. Nata nel 1994, dalla volontà del coreografo Mauro Astolfi che fonda la Compagnia al rientro da un lungo periodo di permanenza artistica negli Stati Uniti. A partire dal 1996 prende il via un processo di intensa internazionalizzazione e di collaborazioni trasversali. La ricca progettualità artistica unita a una visione dinamica e in costante evoluzione hanno facilitato un’ampia diffusione delle creazioni in contesti diversi: dai Gala ai programmi culturali televisivi, alle piattaforme e Festival di più continenti. Negli anni la Compagnia ha posto le basi per creare una factory culturale di respiro internazionale ormai esempio e punto di riferimento non solo dal punto di vista artistico ma anche della capacità gestionale e progettuale.
Applauditissima per l’eccellenza degli interpreti e la versatilità del linguaggio coreografico Spellbound conta presenze nei maggiori teatri ed eventi internazionali (Germania, Francia, Thailandia, Svizzera, Spagna, Canada e Russia). Forte di una cifra stilistica inconfondibile esaltata da un ensemble di danzatori considerati tra le eccellenze dell’ultima generazione, Spellbound si colloca oggi tra le proposte italiane maggiormente apprezzate a livello internazionale.

Info e prevendite 0544 249244 – www.teatroalighieri.org
Biglietti: da 8 a 28 euro
Speciale giovani: 5 euro per gli under 14 accompagnati da un adulto;
Sconto 50 % sulle tariffe ridotte per i ragazzi dai 14 ai 18 anni e studenti universitari

Tra saline e pinete, cultura e natura nasce l’Ecomaratona del Sale

Si svolgerà a Cervia il 15 maggio in concomitanza con un ricco programma di eventi di valorizzazione dell’eccellenze naturalistiche

È stato presentato in Municipio a Cervia alla presenza del Sindaco di Cervia, Luca Coffari, dell’assessore allo sport Gianni Grandu, del campione Stefano Mei, del co-direttore di Correre Daniele Menarini e del Comitato Organizzatore, la prima edizione dell’Ecomaratona del Sale che si svolgerà a Cervia il 15 maggio. “È un evento in cui crediamo molto – ha esordito il Sindaco Coffari – inserito nel mese di maggio che dedichiamo allo sport. Sarà un modo per rendere fruibili ad un pubblico diverso le nostre emergenze naturalistiche non dimenticando il legame che unisce Cervia a Ravenna. Si può costruire da qui un percorso importante che negli anni può crescere per diventare un grande evento sportivo, di attrazione turistica e di valorizzazione del territorio.” Sulla stessa lunghezza d’onda si sono espressi l’assessore Grandu che ha sottolineato quanto la “finalità benefica e solidale uniti a sport e benessere possa contribuire a rendere unica una manifestazione che si fonda sulle peculiarità del territorio” e il campione di atletica Stefano Mei che riconosce Cervia come realtà da sempre all’avanguardia nel connubio sport-turismo.

L’intenzione è quella di dar vita a una manifestazione che va oltre lo sport e contibuisca a raccontare ai partecipanti l’identità di un territorio che mescola culture antiche come quella contadina, salinara e marinara. L’Ecomaratona del Sale, che sarà solo la punta dell’iceberg di un variegato programma che toccherà tutti i luoghi del sale – declinazioni gastronomiche comprese – e svariate attività turistico-sportive, è organizzata da Eco & Sale Sport, un’associazione che raccoglie un team di operatori sportivi di livello come Trail Romagna, Consulta dello Sport di Cervia e Sportur Travel, in stretta partnership con il Comune di Cervia.

Tra le collaborazioni: Salina di Cervia, Terme di Cervia, Fantini Club, Parco del Delta del Po, Atlantide, Nordic Walking Ravenna, Slowsports Milano Marittima e Team Bike Ponte Nuovo. In un week dedicato al sano divertimento attivo uno sguardo anche alla solidarietà: parte del ricavato dell’evento, sostenuto da Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna e dal Credito Cooperativo Romagnolo – BCC di Cesena e Gatteo, sarà destinato ai progetti di cura e assistenza dell’Ail – Associazione Italiana contro le Leucemie, Linfomi e Mieloma – Sezione di Ravenna.

L’ecomaratona del sale già alla prima edizione può vantare la partecipazione ad un circuito di ecomaratone Uisp che raccoglie le più importanti corse in natura del territorio nazionale, tra cui la frequentatissima Ecomaratona del Chianti. Comune denominatore di questo genere di manifestazioni la filosofia del trail running, passione che nasce dal piacere di correre tra spazi incontaminati. Un movimento in crescita esponenziale (70% nell’anno appena trascorso) che parte dalla valorizzazione di uno stile di vita dai ritmi più naturali, un rinnovato rapporto con l’ambiente e una più profonda conoscenza della cultura del territorio che nella fattispecie significa riscoprire la tradizione delle vie del sale per ripercorrerle nel rispetto e nella memoria dei salinari e delle loro fatiche. Ad impreziosire l’Ecomaratona del sale saranno principalmente i percorsi che, oltre alla 42 km comprenderanno una mezza eco-maratona, una 11 km e una novità nel settore come la Run and Bike di 25 km. Piazza Costa, un luogo del sale tra magazzini, porto canale e torre, appositamente allestita, sarà punto di partenza e di arrivo per tutti i percorsi fatta eccezione per la Run and Bike che raccoglierà l’eredità della “Ravenna-Milano Marittima off road” partendo all’ombra di Sant’Apollinare in Classe per percorrere la ciclabile Ravenna-Cervia. Gli scenari attraversati saranno quanto di meglio il territorio può offrire: dagli argini delle saline immersi tra scintillanti cristalli in formazione e variopinti uccelli, tra cui i fenicotteri rosa, alle anse del fiume Savio; dalle antiche pinete di Classe e Cervia, ai canali di Cervia e Milano Marittima, il tutto inscritto nel lembo più meridionale del Parco del Delta del Po.

Nel ricco programma grande spazio sarà dedicato al cammino con sedute di fit e nordic walking che affronteranno itinerari gastronomici o termineranno con bagni termali animati da dj set. Non solo: passeggiate al tramonto, trekking urbano, convegni e cene offriranno iniziative per tutti i gusti affinché il pubblico di sportivi e accompagnatori possa trovare l’evento più adatto al proprio passo e maggiormente in feeling con le proprie abitudini.

Da oggi è possibile iscriversi sul sito www.ecomaratonadelsale.it

Lotti: «In Versalis, non si perderà nemmeno un posto di lavoro»

Il sottosegretario alla presidenze del Consiglio in città per sostenere il candidato Pd Michele De Pascale. “La E 45? Forse per stralci”

«Non sono l’Ad di Eni e non posso prendere impegni per Eni, ma posso assicurare che il governo sarà al fianco dei lavoratori e della città nel confronto con Eni. Sono d’accordo sul fatto che gli investimenti siano prioritari e l’impegno che posso prendere con voi è che in questo percorso che riguarda Versalis ancora per la verità tutto da definire non si perderà nemmeno un posto di lavoro».

Eccole le parole che la sala pienissima del cosiddetto Mdp Point, ossia il comitato elettorale del candidato sindaco di Pd, Pri e alcune liste civiche, Michele de Pascale, stava aspettando nella serata del 29 gennaio, quando il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Luca Lotti è venuto a inaugurare ufficialmente la campagna elettorale. Campagna elettorale che è partita appunto da questioni che travalicano i confini locali: infrastrutture e chimica su tutto. In particolare la vicenda Versalis, per cui i lavoratori sono in agitazione e stanno chiedendo a Eni di rivedere il piano d’azione.

La grande azienda a partecipazione statale sembra infatti intenzionata a cedere tutti gli impianti Versalis a un fondo internazionale americano e il timore è che nel giro di pochi anni questo possa portare a dismissioni, riduzione del personale e della produttività, un timore giustificato da molti precedenti nel settore e dalla tendenza dei fondi a muoversi per profitti nel breve termine. In questo momento Versalis assicura guadagni grazie al basso costo del petrolio, ma senza investimenti  rischia nel giro di cinque anni di non essere più redditizia. E cinque anni è una prospettiva troppo breve per sindacati, candidato sindaco e anche, stando alle parole di Luca Lotti, per il governo.

Da qui le rassicurazioni apprezzate dal mondo politico (in sala c’erano sindaci, compreso quello di Ravenna, consiglieri regionali, il senatore Collina). «Questo dichiarazioni sono forse più di quanto ci aspettassimo» ha detto De Pascale. Hanno entusiasmato meno i sindacalisti in sala come Lorenzo Zoli, segretario provinciale dei chimici Cisl: «Sì, belle parole, ma loro sono il governo, loro possono decidere perché Eni ha una partecipazione pubblica. Mi piacerebbe sentirli prendere impegni più dettagliati sul fatto per esempio che Eni manterrà comunque la guida dell’azienda, anche perché la cessione è ormai certa». E se il segretario provinciale della Cgil Costantino Ricci si dice soddisfatto del fatto che De Pascale abbia iniziato la campagna elettorale proprio dai temi dell’industrializzazione e del lavoro, non lascia intendere che sia nemmeno lui particolarmente rassicurato dalle parole di Lotti sul caso Versalis se non per il fatto di aver ribadito che la garanzia dei posti di lavoro per i cinque anni non sono sufficienti.

Effettivamente quello di Lotti è stato un impegno in termini generali, ha per esempio glissato sulla richiesta che viene dalle amministrazioni locali e non solo di ricorrere a Cassa depoisiti e Prestiti per i fondi necessari all’investimento, ma ha promesso che a breve, nel giro di poco più di un mese, non più di cinquanta giorni, un incontro a Ravenna con i vertici Eni sull’argomento e lo stesso governo.
 
Altro tema caldo è stato quello della viabilità. Molto deciso De Pascale nel ribadire che la Ss 16 non può continuare a sopportare il traffico pesante, a definire prioritari interventi di collegamenti al porto sia sulla destra sia sulla sinistra del Candiano, il candidato ha citato anche la necessità di un bypass sul canale per sanare la frattura della città e ha lodato l’impegno della regione che ha perlomeno inserito il collegamento alla Ferrara Mare da Ravenna, ma per il quale appunto manca ancora l’ok del governo. E in effetti quando Lotti ha citato gli interventi fatti in Regione sulla viabilità non è riuscito a nominare nulla più a est di Bologna, ma ha assicurato che il progetto della E 45 non è completamente accantonato e, per chi per anni l’ha chiesta e sognata e ritenuta esiziale allo sviluppo del territorio, le speranze non sono tutte perdute. Il sottosegretario ha detto infatti che con Delrio stanno cercando di studiare modalità per riuscire magari a realizzarne stralci un poco per volta.

Porto, subsidenza, ma anche jobs act, legge finanziaria, naturalmente l’incontro è stata anche un’occasione per un piccolo spot elettorale del governo tra gli applausi dei presenti. Non è mancato la richiesta della promessa anche a Ravenna di una mobilitazione a favore del referendum confermativo della riforma costituzionale a ottobre, una volta terminate le amministrative, mentre sul tema delle trivellazioni Lotti ha chiesto di non andare a votare, trattandosi di un testo definito “capzioso” che chiede di togliere licenze già concesse con il rischio di ricorsi delle aziende che vedranno, secondo il sottosegretario, perdere lo Stato.

Confcooperative: Dalmonte presidente per acclamazione al congresso

Raffaele Gordini lascia la guida dopo dieci anni

Il faentino Carlo Dalmonte è il nuovo presidente di Confcooperative Ravenna. L’elezione è avvenuta per acclamazione oggi pomeriggio al termine del XXV Congresso provinciale. Classe 1960, Dalmonte raccoglie il testimone da Raffaele Gordini, per 10 anni alla guida dell’associazione provinciale: «Inizialmente non era nei miei programmi – commenta il neo presidente in chiusura di Congresso -. Ero molto preso da altri impegni ma ho scelto di accettare questo incarico perché mi sento parte di questa organizzazione e credo sia giusto mettersi al servizio di una cosa in cui si crede».
Dalmonte infatti è attualmente presidente del gruppo cooperativo Caviro e della cooperativa di ristorazione Gemos dalla quale ha però deciso di dimettersi proprio alla luce di questo nuovo impegno. E’ inoltre componente del coordinamento nazionale agricolo Fedagri Confcooperative e vice coordinatore nazionale del settore vitivinicolo dell’Alleanza delle Cooperative.
L’assemblea congressuale di Confcooperative Ravenna, che si è aperta questa mattina con una sessione pubblica, è proseguita a porte chiuse nel pomeriggio quando si è svolto il vero e proprio dibattito assembleare ed il rinnovo delle cariche.
Carlo Dalmonte guiderà un nuovo consiglio provinciale formato da 50 amministratori provenienti dalle cooperative associate. Questi i nomi degli eletti: Massimo Amaducci, Stefano Andraghetti, Cesare Bagnari, Gianluca Bandini, Elena Bartolotti, Francesca Battistini, Livia Bertocchi, Gianfranco Bessi, Rossano Bezzi, Emanuela Boschi, Filippo Botti, Samuele Burbassi, Antonio Buzzi, Aristide Castellari, Stefania Ciani, Giovanni Dallara, Cesarino Dradi, Raffaele Drei, Costante Emaldi, Domenico Frega, Cinzia Ghirardelli, Raffaele Gordini, Sauro Gualandi, Chiara Laghi, Pier Domenico Laghi, Daniele Lama, Francesco Melandri, Samuele Miserocchi, Nicoletta Montanari, Cristina Orsi, Mirella Paglierani, Massimo Passanti, Marco Passardi, Maria Cristina Pezzi, Giovanni Pirazzini, Domenico Poletti, Mirella Pozzi, Raffaella Rambelli, Maurizio Ravaioli, Giampiero Reggidori, Raimondo Ricci Bitti, Mauro Ricci, Secondo Ricci, Roberto Savini, Angela Scardovi, Pio Serritelli, Sergio Spada, Doriana Togni, Davide Vernocchi, Dino Vignutelli.

«A Eridania fondi europei per bonificare entro il 2012 ma alcuni lavori fatti dopo»

Interrogazione M5s alla giunta regionale che gestisce le risorse Ue «Rimozione di vecchi serbatoi di gasolio andava fatta entro tre anni fa»

«I lavori di bonifica all’ex zuccherificio Eridania di Russi, finanziati con fondi europei, avrebbero dovuto finire nel 2012 ma qualche mese fa la Powercrop che sta realizzando la conversione in centrale biomasse ha chiesto permesso per rimuovere dei serbatoi di gasolio». Andrea Bertani, consigliere regionale del M5s, ha presentato una interrogazione sullo smantellamento del sito alle porte della cittadina ravennate.

«A luglio la Powercrop ha dato il via a dei lavori, comunicando la demolizione delle fondazioni interrate del vecchio zuccherificio. Questa tipologia di intervento pare non sia stata valutata nei procedimenti autorizzativi per la costruzione della centrale – spiega Bertani –. In particolare l’intervento prevede la rimozione di serbatoi in acciaio interrati che venivano utilizzati quando la struttura era funzionante per contenere il gasolio e l’acqua piovana. Lavori che però a nostro avviso avrebbero dovuto essere già effettuati da almeno tre anni visto che Eridania Sadam aveva l’obbligo di smantellare la struttura e procedere alla bonifica del sito entro marzo del 2012».

Secondo la ricostruzione dei grillini l’Eridania, così come altri colossi dello zucchero, avrebbe potuto beneficiare dei fondi europei (gestiti dalla Regione) che avevano come condizione necessaria la cessazione della produzione, lo smantellamento e la bonifica dei siti interessati entro un termine che, a causa di varie ritardi, era stato prorogato al marzo del 2012: «Visto che Powercrop ha avviato dei lavori di demolizione che riguardano la rimozione di strutture direttamente riconducibili all’attività di produzione dello zucchero ci chiediamo se Eridania abbia tenuto fede agli impegni presi. In più visto che si tratta di un intervento abbastanza impattante, vorremmo sapere se quest’ultimo avrebbe dovuto essere sottoposto a procedura di Via».

Il consigliere regionale del M5S chiede alla giunta a quanto ammonta il contributo incassato da Eridania e quali iniziative intenda intraprendere visto che «per godere degli aiuti europei doveva necessariamente tenere in debito conto gli impegni sociali ed ambientali connessi all’abbandono della produzione e procedere allo smantellamento e alla bonifica entro il mese di marzo 2012».

Aspirante jihadista, indagini chiuse Processo per terrorismo internazionale

Chiesto il giudizio immediato per un 27enne arrestato ad aprile 2015 Secondo gli investigatori voleva raggiungere la Siria per entrare nell’Isis

Arruolamento con finalità di terrorismo anche internazionale e condotte con finalità di terrorismo sono i capi di imputazione che dal 2 marzo dovrà fronteggiare davanti alla Corte d’Assise di Bologna il 27enne Noussair Louati, il tunisino arrestato a Ravenna nell’aprile del 2015 perché ritenuto in procinto di partire per la Siria e arruolarsi nell’Isis. La direzione distrettuale antimafia di Bologna ha chiuso le indagini e, come si legge sulla stampa locale che riporta la notizia, chiederà il giudizio immediato ritenendo quindi di avere prove sufficientemente solide per saltare l’udienza preliminare e andare direttamente alla fase dibattimentale. Louati, difeso dall’avvocato Francesco Furnari, è detenuto nel carcere di Rossano Calabro. A Ravenna viveva da qualche tempo dove era già finito nei guai per spaccio (vedi articoli correlati).

«Al porto manca un radar anticollisione Il naufragio Gokbel richiede riflessioni»

Ancisi (Lpr) dopo la chiusura delle indagini penali con le responsabilità individuate per i due comandanti: «Ci sono domande senza risposta»

«Nelle indagini sul naufragio del mercantile turco Gokbel la procura ha confermato, pur non rilevandovi fattispecie penali, la mancanza di un efficiente sistema di radar anticollisione nel porto di Ravenna di cui sono dotati altri porti italiani. Uno scalo assai complicato, specie quando nebbioso, come il porto-canale di Ravenna meriterebbe azioni più tempestive?». Viene da Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna in consiglio comunale, la riflessione dopo la chiusura dell’inchiesta della magistratura (indagati i comandanti dei due mercantili) sull’incidente del 28 dicembre 2014 che costò la vita a sei marittimi. Il decano dell’opposizione invita a non archiviare le riflessioni sullo stato di sicurezza del porto.

L’inchiesta condotta dal procuratore capo Alessandro Mancini e dal sostituto Stefano Stargiotti ha appurato che, secondo quanto riportato da Il Corriere Romagna nei giorni scorsi, il sistema di sicurezza in funzione quel giorno era vecchio e non paragonabile a quello in funzione nei principali porti italiani e un radar più sofisticato era spento in attesa di essere riconvertito in un moderno Vts. Quest’ultimo rappresenta la tecnologia più moderna, una implementazione della più vecchia Ais: la differenza consiste nella capacità di trasmissione dei dati sulla posizione delle navi in tempo reale, il Vts ci riesce e l’Ais no. Ma al tempo dell’incidente non c’era una legge che imposse il più moderno.

Come detto, per la magistratura le responsabilità penali dello scontro tra il Lady Aziza e il Gokbel sono da imputare ai due comandanti, uno dei quali tra le sei vittime. Le accuse sono naufragio e omicidio plurimo colposi (vedi correlati) per violazione delle norme cautelari di navigazione. «La notizia della conclusione delle indagini da parte della procura sembra avere esaurito ogni interesse civico. Ma che il sistema di sicurezza del porto non sia imputabile di fronte al tribunale penale, non essendo dimostrabile la deliberata volontà di violare il codice da parte di nessuno, non esime dal riflettere su quanto non ha funzionato bene o non ha ricevuto risposta».

In particolare sono due le questioni sollevate da Ancisi insieme al Partito Pensionati sin dai primi giorni dopo l’incidente a tre miglia dal porto mentre il Lady Aziza usciva e il Gokbel entrava. «Non ha ricevuto risposta la nostra domanda se ricorressero le condizioni perché la Capitaneria di Porto applicasse l’articolo 9 del “Regolamento per la navigazione nel porto di Ravenna”, secondo cui l’autorizzazione a navigare può essere revocata, o comunque essere ritardata o annullata l’entrata/uscita delle navi dal porto, quando le condizioni meteo marine rendono insicura la navigazione». E quel giorno nebbia e mare mosso erano particolarmente proibitive. Anche se, secondo il pubblico ministero, le imbarcazioni erano dotate di adeguati sistemi tecnologici per affrontare il mare anche in condizioni peggiori. I dubbi di Ancisi riguardano anche il servizio di pilotaggio: come noto per le manovre di ingresso e uscita dal porto al timone delle navi sale un pilota del porto con maggiori conoscenze del canale. «La Lady Aziza, nonostante la nebbia fittissima e nello stato incombente di collisione con la Gobkel, ha aumentato progressivamente la velocità di viaggio fino a 13 nodi, anziché ridurla. Ripetiamo la nostra convinzione che, almeno in casi di così notevole pericolo, esistano margini di miglioramento/perfezionamento del servizio, adeguandone i termini normativi, o ponendo estrema attenzione all’esercizio delle attività, o agendo in forma almeno persuasiva perché i comandanti delle navi, potendo anche essere esposti alla revoca o dilazione dell’autorizzazione ad entrare od uscire dal porto, facciano richiesta di usufruire del servizio anche oltre i suoi limiti di zona, pur sempre in rada».

«Siamo sicuri che tutto questo sport ci faccia così bene e meriti tanti soldi?»

Ci scrive una lettrice dopo l’ultimo caso di un arbitro che chiama il 112 perché minacciato in una partita di giovanili. Il dibattito è aperto…

Riceviamo e, volentieri, pubblichiamo la riflessione provocatoria di una nostra lettrice. Tema: i valori e l’etica dello sport. La lettera ha acceso il dibattito in redazione ed è stata pubblicata anche sulle pagine del primo piano del nostro settimanale del 28 gennaio dedicate proprio allo stesso tema.

Caro R&D,

scrivo dopo aver letto l’ennesimo incredibile episodio sul vostro sito: un arbitro impaurito che chiama i carabinieri dallo spogliatoio di un campo da calcio. E scrivo per esprimere dubbi e perplessità volutamente provocatori nel mare di retorica che ci avviluppa quando parliamo di sport. E il dubbio è questo: ma siamo sicuri che incitare i bambini alla competizione sportiva sia poi così salutare? E tra tutte le attività, quella del calcio non è quella che sembra racchiudere anche tutto ciò che molti di noi vorrebbero in realtà veder sparire dalla società?

Lo sport è competizione, certo c’è il lavoro di squadra, ma per batterne un’altra, come i soldati di un esercito tra loro collaborano per sconfiggere il nemico. Ok, qui ci sono solo avversari, ma sempre di qualcuno che deve prevalere sull’altro si parla. Un modello alternativo non è dato: per uno che gioisce, uno deve soffrire. E se questo, mi si dice, è il sale della vita, è qualcosa di atavico e innato (nei maschi soprattutto ma si sta lavorando perché possa germogliare anche nelle femmine), ciò che importa è il fair play, la capacità di gestire la sconfitta, il rispetto per chi perde e via dicendo. Una lezione di vita, addirittura. Che la vita è sofferenza e sapersi rialzare dopo le sconfitte (con buona pace di chi vorrebbe magari uscire da cliché e banalità). E quindi lì tutti a fare proclami, a parlare, scrivere, firmare, tutti su questi valori dello sport, a educare figli e genitori, mentre a livello locale nel giro di poche settimane abbiamo sentito di una società che “come sempre” ripagherà i danni provocati dai tifosi, di carabinieri in campo, di accuse razziste verso l’arbitro. Mentre a livello nazionale non va meglio, tra presunte ruberie e accertate offese omofobe e razzisti.

Mi dicono gli amici: questo non è il calcio. È il contorno, poi la domenica si va in campo e conta solo il gioco (tra un insulto e l’altro, viene da pensare). Può pure essere, ma resta che dal lunedì al sabato di questo si tratta. E va bene, gli sport non sono tutti uguali, e sono sicura anche che le persone che lavorano nelle società siano in gran parte mosse dalle migliore intenzione. E tuttavia mi chiedo se davvero non spingere i miei figli, ancora molto piccoli, ad altre forme di espressione del sé, come l’arte, la musica o il teatro, ma anche il trekking, il contatto con la natura, il piacere di una corsa senza traguardo e magari anche dare due tiri a un pallone ma nel campetto con gli amici, piuttosto che indirizzarli verso il mondo organizzato delle società e delle gare o delle partite che li pretenderà, temo, più aggressivi, competitivi e forse addirittura ignoranti (diciamo che i racconti sull’ambiente dello spogliatoio non fanno pensare esattamente a una scuola peripatetica) di quanto non li vorrei mai vedere.

Insomma, siamo sicuri che tutto questo sport ci faccia poi così bene e meriti tutta questa spasmodica attenzione, nonché valanga di soldi?

Una lettrice affezionata

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