mercoledì
06 Agosto 2025

Dopo vent’anni torna il serial killer ravennate del primo noir di Baldini

Della riedizione del romanzo “Bambine“ ne parlano l’autore e lo scrittore Carlo Lucarelli domenica 24 gennaio alla Feltrinelli

Baldini e LucarelliL’autore che ha fatto (ri)affiorare la città di Ravenna nelle pagine “in giallo”, è Eraldo Baldini. Prima di trasformarsi nel cantore-ideatore del gotico rurale, e in un autore di genere di successo, ha esordito con il romanzo Bambine, vent’anni fa esatti: un noir durissimo e, insieme, tenero, giocato tutto fra Ravenna e il mare.

Dopo la scomparsa di tre bambine, Carlo Bertelli, cronista di provincia che trascina senza entusiasmi una vita in crisi, si immerge nella storia terribile di un serial killer, spinto soprattutto dal bisogno di proteggere la piccola Chiara, figlia del suo migliore amico morto in mare. Il romanzo, pubblicato a suo tempo da Theoria, è di nuovo in libreria grazie alle edizioni Fernandel. Per l’occasione la libreria Feltrinelli in via Diaz a Ravenna organizza per domenica 24 gennaio, alle ore 17, un incontro con l’autore del libro e Carlo Lucarelli, celebre volto del mondo noir sia sulla carta che sul piccolo schermo dove spesso si è occupato dei grandi misteri italiani.

Con le plusvalenze delle azioni Hera dividendi record. Allo studio il caso Sapir

Ravenna Holding incassa oltre 12 milioni di euro. La Provincia ora
detiene il 7% della società, ma vedrà utili solo dal prossimo anno

Carlo PezziUn preconsuntivo con numeri straordinari, cioé non ripetibili, al termine di un anno particolarmente importante per Ravenna Holding. Il risultato d’esercizio per l’anno 2015 è infatti stimato in 12.660.366 euro e migliora il budget assestato, approvato a luglio contestualmente alla operazione di riduzione del capitale, di 1.844.168 euro.
Come noto infatti durante l’anno, per restituire 20milioni di euro ai soci (all’epoca Comune di Ravenne per oltre l’80 percento, Comune di Faenza e di Cervia) ha operato una riduzione di capitale attraverso un mix di operazioni che ha incluso anche l’alienazione di 4,5 milioni di azioni Hera (altri 3,5 milioni saranno venduti nel corso del 2016) ottenendo una notevole plusvalenza.

«Questo è importante – commenta il presidente della “cassaforte” comunale, Carlo Pezzi – perché significa che abbiamo venduto al prezzo giusto e al momento giusto. Il titolo Hera peraltro ha mantenuto una grande stabilità anche a fronte della vendita contestuale di venti milioni di azioni da parte di enti pubblici, segno che l’operazione è stata condotta nel migliore dei modi possibili». Ecco allora un risultato di esercizio che si prevede non potrà essere replicato nei prossimi anni: per il 2016 si prevedono circa 8,5 milioni e in generale per il triennio tra i 6,5 e i 7 milioni l’anno da dividere tra i soci che nel frattempo sono saliti di numero. L’altra importante operazione compiuta da Ravenna Holding alla vigilia di Natale è stata infatti l’incorporazione delle azioni detenute dalla Provincia in Sapir, Romagna Acque e Start Romagna.

A seguito di questa operazione che, come noto, ha visto anche l’acquisto diretto di circa due milioni di euro di azioni da parte della Holding, la Provincia è diventata socia al 7 percento (ma incasserà i dividendi solo a partire dal 2017) ma soprattutto sono stati messi in  “cassaforte” azioni di società pubbliche e pubblico-private che danno peraltro utili (come Romagna Acque e Sapir) e che hanno rafforzato la Holding nel ruolo di azionista di maggioranza relativa sia per quanto riguarda Romagna Acque, sia per quanto riguarda Start Romagna, la quale non porta certamente utili ma pare certo chiuderà anche quest’anno comunque a pareggio.

Un’operazione che ha portato il capitale sociale della Holding a 431.852.338, dopo che era scesa (in seguito all’operazione vendita di azioni Hera) a 398.750.060. In questo modo, assicura Pezzi, presidente e amministratore delegato della società, secondo tutte le simulazioni, tutti i soci potranno godere di dividendi almeno pari a quelli che avrebbero avuto se non si fossero vendute le azioni Hera e non si fosse integrata la Provincia.

Certo è vero che parte dei proventi, anche di quelli portati in dote dalla Provincia, oggi vengono da Sapir nel cui futuro sembra ormai certa almeno una parziale privatizzazione. Come noto, infatti, gli enti locali attualmente al governo (ma in questo senso si era già espresso in passato anche l’attuale candidato sindaco del Pd Michele De Pascale) stanno valutando l’ipotesi di scorporare l’attività terminalistica dalla consistente proprietà di terreni e aeree portuali per mantenere a controllo pubblico solo quest’ultima. Un’operazione complessa, rivela Pezzi, a cui si sta inziando a lavorare ma che richiederà mesi e dunque, sembra di capire, non vedrà comunque la luce prima delle elezioni. Tra le cose di cui tener conto, dice naturalmente l’ad della Holding, l’alto valore della società oltre al ruolo che ha giocato anche nel garantire un lavoro di qualità nel porto.

Tornando allo stato di salute della Holding, Pezzi cita due dati: la redditività calcolata sulla base del principale indicatore preso a base per valutarla in rapporto al capitale proprio – tolte le reti idriche – si attesta attorno al 4%. Dalla sua nascita al 2014 la società ha distribuito oltre 57milioni di dividendi a riprova che si tratta, secondo Pezzi «di una risorsa per i conti pubblici e non di un problema».

Con le plusvalenze delle azioni Hera dividendi record. Allo studio il caso Sapir

Ravenna Holding incassa oltre 12 milioni di euro. La Provincia ora
detiene il 7% della società, ma vedrà utili solo dal prossimo anno

Carlo PezziUn preconsuntivo con numeri straordinari, cioé non ripetibili, al termine di un anno particolarmente importante per Ravenna Holding. Il risultato d’esercizio per l’anno 2015 è infatti stimato in 12.660.366 euro e migliora il budget assestato, approvato a luglio contestualmente alla operazione di riduzione del capitale, di 1.844.168 euro.
Come noto infatti durante l’anno, per restituire 20milioni di euro ai soci (all’epoca Comune di Ravenne per oltre l’80 percento, Comune di Faenza e di Cervia) ha operato una riduzione di capitale attraverso un mix di operazioni che ha incluso anche l’alienazione di 4,5 milioni di azioni Hera (altri 3,5 milioni saranno venduti nel corso del 2016) ottenendo una notevole plusvalenza.

«Questo è importante – commenta il presidente della “cassaforte” comunale, Carlo Pezzi – perché significa che abbiamo venduto al prezzo giusto e al momento giusto. Il titolo Hera peraltro ha mantenuto una grande stabilità anche a fronte della vendita contestuale di venti milioni di azioni da parte di enti pubblici, segno che l’operazione è stata condotta nel migliore dei modi possibili». Ecco allora un risultato di esercizio che si prevede non potrà essere replicato nei prossimi anni: per il 2016 si prevedono circa 8,5 milioni e in generale per il triennio tra i 6,5 e i 7 milioni l’anno da dividere tra i soci che nel frattempo sono saliti di numero. L’altra importante operazione compiuta da Ravenna Holding alla vigilia di Natale è stata infatti l’incorporazione delle azioni detenute dalla Provincia in Sapir, Romagna Acque e Start Romagna.

A seguito di questa operazione che, come noto, ha visto anche l’acquisto diretto di circa due milioni di euro di azioni da parte della Holding, la Provincia è diventata socia al 7 percento (ma incasserà i dividendi solo a partire dal 2017) ma soprattutto sono stati messi in  “cassaforte” azioni di società pubbliche e pubblico-private che danno peraltro utili (come Romagna Acque e Sapir) e che hanno rafforzato la Holding nel ruolo di azionista di maggioranza relativa sia per quanto riguarda Romagna Acque, sia per quanto riguarda Start Romagna, la quale non porta certamente utili ma pare certo chiuderà anche quest’anno comunque a pareggio.

Un’operazione che ha portato il capitale sociale della Holding a 431.852.338, dopo che era scesa (in seguito all’operazione vendita di azioni Hera) a 398.750.060. In questo modo, assicura Pezzi, presidente e amministratore delegato della società, secondo tutte le simulazioni, tutti i soci potranno godere di dividendi almeno pari a quelli che avrebbero avuto se non si fossero vendute le azioni Hera e non si fosse integrata la Provincia.

Certo è vero che parte dei proventi, anche di quelli portati in dote dalla Provincia, oggi vengono da Sapir nel cui futuro sembra ormai certa almeno una parziale privatizzazione. Come noto, infatti, gli enti locali attualmente al governo (ma in questo senso si era già espresso in passato anche l’attuale candidato sindaco del Pd Michele De Pascale) stanno valutando l’ipotesi di scorporare l’attività terminalistica dalla consistente proprietà di terreni e aeree portuali per mantenere a controllo pubblico solo quest’ultima. Un’operazione complessa, rivela Pezzi, a cui si sta inziando a lavorare ma che richiederà mesi e dunque, sembra di capire, non vedrà comunque la luce prima delle elezioni. Tra le cose di cui tener conto, dice naturalmente l’ad della Holding, l’alto valore della società oltre al ruolo che ha giocato anche nel garantire un lavoro di qualità nel porto.

Tornando allo stato di salute della Holding, Pezzi cita due dati: la redditività calcolata sulla base del principale indicatore preso a base per valutarla in rapporto al capitale proprio – tolte le reti idriche – si attesta attorno al 4%. Dalla sua nascita al 2014 la società ha distribuito oltre 57milioni di dividendi a riprova che si tratta, secondo Pezzi «di una risorsa per i conti pubblici e non di un problema».

Fasci di luce in piazza, cantieri decorati e sosta a pagamento solo fino alle 18.30

Panoramica degli interventi più attesi nel cuore di Ravenna. Al via i lavori al parcheggio ex Aci ma con posti auto dimezzati: da 130 a 76

Cantiere Mercato CopertoTra il 2016 e il 2017 si completeranno alcuni interventi fondamentali nel centro storico di Ravenna, che già in questi anni ha cambiato un po’ volto con la riapertura della piazzetta delle Poste (ora dell’Unità d’Italia), il restauro di palazzo Rasponi (per cui però non è stata ancora individuata una destinazione precisa) e soprattutto la recente chiusura del parcheggio di piazza Kennedy.
Abbiamo fatto il punto con Roberto Fagnani, neoassessore ai Lavori pubblici del Comune (ha sostituito il compianto Enrico Liverani a inizio dicembre), che in questi giorni ha dovuto affrontare la sua prima grana, proprio nella piazza centrale.

Fasci di luce in piazza del Popolo. Il riferimento è alla clamorosa caduta di un lampione nel salotto buono della città, in piazza del Popolo, dello scorso 11 gennaio. Il Comune per quell’incidente – sottolinea l’assessore – ha subito inviato una contestazione formale alla Cpl Concordia – la coop emiliana che nel 2013 si aggiudicò l’appalto ventennale da 38 milioni di euro per la pubblica illuminazione – e già il giorno dopo l’incidente ha disposto la verifica degli altri pali presenti in piazza, constatando incredibilmente come altri 7 (sui 10 totali) non fossero da considerare sicuri. Verranno quindi rimossi entro trenta giorni e in piazza ne resteranno così solo due. «Stiamo studiando un piano per garantire l’illuminazine provvisoria – spiega Fagnani – e allo stesso tempo stiamo iniziando a progettare la nuova illuminazione: personalmente mi piace l’idea dei fasci luminosi, vedremo se sarà compatibile dal punto di vista tecnico, economico e con i vincoli della Soprintendenza». In pratica si tratterebbe di una mini rivoluzione in orari serali, con l’illuminazione che proverrebbe direttamente dagli edifici affacciati sulla piazza, senza più lampioni.

Una piazza archeologica? Forse. Il cantiere di piazza Kennedy verrà ricordato soprattutto per i ritrovamenti dei reperti della chiesa di Sant’Agnese. Ma resteranno nella nuova piazza? A sentire il sindaco Fabrizio Matteucci sì, di certo. Ma il suo mandato è in scadenza e il candidato del Pd Michele De Pascale, per esempio, rispondendo alle nostre domande sull’ultimo numero del giornale si è rimesso alle decisioni della Soprintendenza, senza fare alcun tipo di promessa. E anche Fagnani fa intendere, pur senza dichiararlo espressamente, che se non dovessero essere ritrovati reperti di valore e la Soprintendenza fosse d’accordo, si potrebbe anche richiudere lo scavo. «Siamo in attesa di capire, in collaborazione con gli addetti ai lavori, quale sarà il futuro dei reperti archeologici, anche in virtù del loro valore – dice Fagnani –. Ma per il cantiere vogliamo comunque rispettare i tempi di realizzazione». L’ipotesi più probabile è quindi quella che in giugno la nuova piazza Kennedy pedonale possa essere pronta per l’inaugurazione, ma che resti un piccolo cantiere nella zona dei reperti di Sant’Agnese, per cui potrebbe essere studiato un progetto ad hoc di valorizzazione, da realizzare più avanti nel tempo.

Il mercato coperto. Già iniziati i primi lavori interni, a brevissimo partirà a tutti gli effetti l’altro cantiere più atteso del centro di Ravenna, quello del mercato coperto, che porterà alla riapertura nella primavera-estate del 2017 di una struttura totalmente rinnovata, su due piani, con birreria artigianale, punti ristoro, prodotti tipici, piccolo supermercato e spazi per eventi culturali. La struttura verrà quindi del tutto recintata e coperta, anche per proteggere i fregi esterni, e Fagnani sta pensando a un modo per evitare che il cantiere diventi un brutto biglietto da visita in pieno centro storico. «Saranno lavori lunghi, per questo voglio parlare con la ditta per cercare di abbellire il cantiere esternamente, con decorazioni magari sulla stessa Ravenna», dice l’assessore, pensando quindi a una sorta di autopromozione dei gioielli della città.

Cantiere ex cinema RomaGli altri cantieri. Proseguono poi anche in questi giorni gli altri cantieri per interventi di riqualificazione importanti come quello sulla centralissima via Cavour, a palazzo Guiccioli, dove apriranno nel 2017 i due musei già annunciati (quello del Risorgimento e quello dedicato a Lord Byron) oltre ad attività commerciali e locali pubblici (per un investimento da 11 milioni di euro da parte della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna). All’ex cinema Roma tra le vie Lolli e Bixio, invece, procedono i lavori della Curia (complessivamente un progetto da circa 3 milioni di euro) per realizzare la nuova Bi­blioteca e l’Archivio Diocesano, comprendente il millenario Archivio Arci­vescovile. È prevista la realizzazione dell’archivio librario, una sala consultazione, un’emeroteca, una sala fondi antichi e di vari uffici. I lavori potrebbero finire entro l’anno con l’inaugurazione che è possibile prevedere anche in questo caso nei primi mesi del 2017.

Parcheggi. Sono partiti lunedì 18 gennaio i lavori al parcheggio ex Aci di via Port’Aurea, a pochi passi da piazza Duomo, ultimo tassello del piano che l’Amministrazione comunale ha studiato come alternativa ai 130 posti auto andati persi con la chiusura di piazza Kennedy. Chiuso da agosto, il parcheggio di via Port’Aurea sarà pronto al termine di un cantiere di 40 giorni lavorativi (quindi indicativamente a metà marzo) e rispetto a prima (l’Aci l’ha gestito per circa un quarto di secolo) sarà pubblico a tutti gli effetti, aperto 24 ore su 24 tutti i giorni, festivi naturalmente compresi. Ma la brutta notizia (per gli automobilisti in cerca di posti liberi) è che per adeguare l’area alle normative più recenti, i posti auto verranno quasi dimezzati, passando dai circa 130 disponibili fino alla scorsa estate a 76. Ancora incerto invece il futuro dell’ex caserma Alighieri, dove il Comune ha previsto di realizzare alcune centinaia di posti auto (anche se ora pare meno dei 400 inizialmente annunciati) ma non è ancora riuscito, suo malgrado, a entrare in possesso dell’area, di proprietà del ministero della Difesa ma con cui è già stato firmato un protocollo di massima, ora rallentato a quanto pare da mere questioni burocratiche. Circa metà dei 10mila metri quadrati dell’ex caserma sono inoltre edificabili e secondo i piani del Comune verranno venduti a privati per farne attività commerciali e residenziale.

Parcheggio ex Aci via Port'AureaE in centro i parcometri chiudono prima. Cantieri a parte, la novità più imminente per il centro di Ravenna è quella legata alla sosta: dal 1 febbraio infatti partirà la sperimentazione che vedrà i parcheggi restare a pagamento solo dalle 8 alle 18.30 e non più fino alle 20 come da abitudine. «Stiamo inoltre studiando abbonamenti per la sosta – conclude l’assessore Fagnani – e soluzioni innovative per l’accesso nelle Ztl per commercianti ma anche per residenti e loro eventuali ospiti».

Fasci di luce in piazza, cantieri decorati e sosta a pagamento solo fino alle 18.30

Panoramica degli interventi più attesi nel cuore di Ravenna. Al via i lavori al parcheggio ex Aci ma con posti auto dimezzati: da 130 a 76

Cantiere Mercato CopertoTra il 2016 e il 2017 si completeranno alcuni interventi fondamentali nel centro storico di Ravenna, che già in questi anni ha cambiato un po’ volto con la riapertura della piazzetta delle Poste (ora dell’Unità d’Italia), il restauro di palazzo Rasponi (per cui però non è stata ancora individuata una destinazione precisa) e soprattutto la recente chiusura del parcheggio di piazza Kennedy.
Abbiamo fatto il punto con Roberto Fagnani, neoassessore ai Lavori pubblici del Comune (ha sostituito il compianto Enrico Liverani a inizio dicembre), che in questi giorni ha dovuto affrontare la sua prima grana, proprio nella piazza centrale.

Fasci di luce in piazza del Popolo. Il riferimento è alla clamorosa caduta di un lampione nel salotto buono della città, in piazza del Popolo, dello scorso 11 gennaio. Il Comune per quell’incidente – sottolinea l’assessore – ha subito inviato una contestazione formale alla Cpl Concordia – la coop emiliana che nel 2013 si aggiudicò l’appalto ventennale da 38 milioni di euro per la pubblica illuminazione – e già il giorno dopo l’incidente ha disposto la verifica degli altri pali presenti in piazza, constatando incredibilmente come altri 7 (sui 10 totali) non fossero da considerare sicuri. Verranno quindi rimossi entro trenta giorni e in piazza ne resteranno così solo due. «Stiamo studiando un piano per garantire l’illuminazine provvisoria – spiega Fagnani – e allo stesso tempo stiamo iniziando a progettare la nuova illuminazione: personalmente mi piace l’idea dei fasci luminosi, vedremo se sarà compatibile dal punto di vista tecnico, economico e con i vincoli della Soprintendenza». In pratica si tratterebbe di una mini rivoluzione in orari serali, con l’illuminazione che proverrebbe direttamente dagli edifici affacciati sulla piazza, senza più lampioni.

Una piazza archeologica? Forse. Il cantiere di piazza Kennedy verrà ricordato soprattutto per i ritrovamenti dei reperti della chiesa di Sant’Agnese. Ma resteranno nella nuova piazza? A sentire il sindaco Fabrizio Matteucci sì, di certo. Ma il suo mandato è in scadenza e il candidato del Pd Michele De Pascale, per esempio, rispondendo alle nostre domande sull’ultimo numero del giornale si è rimesso alle decisioni della Soprintendenza, senza fare alcun tipo di promessa. E anche Fagnani fa intendere, pur senza dichiararlo espressamente, che se non dovessero essere ritrovati reperti di valore e la Soprintendenza fosse d’accordo, si potrebbe anche richiudere lo scavo. «Siamo in attesa di capire, in collaborazione con gli addetti ai lavori, quale sarà il futuro dei reperti archeologici, anche in virtù del loro valore – dice Fagnani –. Ma per il cantiere vogliamo comunque rispettare i tempi di realizzazione». L’ipotesi più probabile è quindi quella che in giugno la nuova piazza Kennedy pedonale possa essere pronta per l’inaugurazione, ma che resti un piccolo cantiere nella zona dei reperti di Sant’Agnese, per cui potrebbe essere studiato un progetto ad hoc di valorizzazione, da realizzare più avanti nel tempo.

Il mercato coperto. Già iniziati i primi lavori interni, a brevissimo partirà a tutti gli effetti l’altro cantiere più atteso del centro di Ravenna, quello del mercato coperto, che porterà alla riapertura nella primavera-estate del 2017 di una struttura totalmente rinnovata, su due piani, con birreria artigianale, punti ristoro, prodotti tipici, piccolo supermercato e spazi per eventi culturali. La struttura verrà quindi del tutto recintata e coperta, anche per proteggere i fregi esterni, e Fagnani sta pensando a un modo per evitare che il cantiere diventi un brutto biglietto da visita in pieno centro storico. «Saranno lavori lunghi, per questo voglio parlare con la ditta per cercare di abbellire il cantiere esternamente, con decorazioni magari sulla stessa Ravenna», dice l’assessore, pensando quindi a una sorta di autopromozione dei gioielli della città.

Cantiere ex cinema RomaGli altri cantieri. Proseguono poi anche in questi giorni gli altri cantieri per interventi di riqualificazione importanti come quello sulla centralissima via Cavour, a palazzo Guiccioli, dove apriranno nel 2017 i due musei già annunciati (quello del Risorgimento e quello dedicato a Lord Byron) oltre ad attività commerciali e locali pubblici (per un investimento da 11 milioni di euro da parte della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna). All’ex cinema Roma tra le vie Lolli e Bixio, invece, procedono i lavori della Curia (complessivamente un progetto da circa 3 milioni di euro) per realizzare la nuova Bi­blioteca e l’Archivio Diocesano, comprendente il millenario Archivio Arci­vescovile. È prevista la realizzazione dell’archivio librario, una sala consultazione, un’emeroteca, una sala fondi antichi e di vari uffici. I lavori potrebbero finire entro l’anno con l’inaugurazione che è possibile prevedere anche in questo caso nei primi mesi del 2017.

Parcheggi. Sono partiti lunedì 18 gennaio i lavori al parcheggio ex Aci di via Port’Aurea, a pochi passi da piazza Duomo, ultimo tassello del piano che l’Amministrazione comunale ha studiato come alternativa ai 130 posti auto andati persi con la chiusura di piazza Kennedy. Chiuso da agosto, il parcheggio di via Port’Aurea sarà pronto al termine di un cantiere di 40 giorni lavorativi (quindi indicativamente a metà marzo) e rispetto a prima (l’Aci l’ha gestito per circa un quarto di secolo) sarà pubblico a tutti gli effetti, aperto 24 ore su 24 tutti i giorni, festivi naturalmente compresi. Ma la brutta notizia (per gli automobilisti in cerca di posti liberi) è che per adeguare l’area alle normative più recenti, i posti auto verranno quasi dimezzati, passando dai circa 130 disponibili fino alla scorsa estate a 76. Ancora incerto invece il futuro dell’ex caserma Alighieri, dove il Comune ha previsto di realizzare alcune centinaia di posti auto (anche se ora pare meno dei 400 inizialmente annunciati) ma non è ancora riuscito, suo malgrado, a entrare in possesso dell’area, di proprietà del ministero della Difesa ma con cui è già stato firmato un protocollo di massima, ora rallentato a quanto pare da mere questioni burocratiche. Circa metà dei 10mila metri quadrati dell’ex caserma sono inoltre edificabili e secondo i piani del Comune verranno venduti a privati per farne attività commerciali e residenziale.

Parcheggio ex Aci via Port'AureaE in centro i parcometri chiudono prima. Cantieri a parte, la novità più imminente per il centro di Ravenna è quella legata alla sosta: dal 1 febbraio infatti partirà la sperimentazione che vedrà i parcheggi restare a pagamento solo dalle 8 alle 18.30 e non più fino alle 20 come da abitudine. «Stiamo inoltre studiando abbonamenti per la sosta – conclude l’assessore Fagnani – e soluzioni innovative per l’accesso nelle Ztl per commercianti ma anche per residenti e loro eventuali ospiti».

Il ritorno di Casanova, tormentato seduttore

All’Alighieri sabato 23 e domenica anche alle 15

Sandro LombardiSabato 23 (ore 21) e domenica 24 gennaio (ore 15.30 e 21) al teatro Alighieri di Ravenna Sandro Lombardi – vincitore di ben 6 premi Ubu come migliore attore – darà vita a Casanova, l’avventuriero veneziano, ormai stanco di peripezie erotiche e nauseato dal suo passato di diplomatico da strapazzo, qui ritratto da Schnitzler, cantore della Vienna spumeggiante e feroce nel declinante Impero Asburgico.
Il Ritorno di Casanova – inserito nell’ambito della stagione di prosa di Ravenna – è una tragicommedia della coscienza moderna, attenta ai propri istinti e falsi valori nel tentativo di sfuggire alla vecchiaia e alla morte.
Alla regia Federico Tiezzi – che da anni costituisce con Lombardi una delle coppie più premiate del teatro italiano –, pronto a misurarsi con linguaggi sempre diversi, per il suo Casanova usa un’altra grande passione, quella per la musica. Il racconto di Schnitzler diventa quindi un melologo, «un genere nato nel XVIII secolo, proprio ai tempi delle avventure del libertino, e che – spiega Tiezzi – unendo musica e recitazione sa creare una geografia di emozioni».

Sabato 23 gennaio alle 18 alla sala Corelli del teatro Alighieri è in programma un incontro aperto a tutti con Sandro Lombardi e in critico teatrale Oliviero Ponte di Pino.

«Ravenna sia capitale dei valori civili» Il discorso del candidato sindaco del Pd

Folla all’inaugurazione del comitato elettorale di Michele De Pascale
Ecco le sue priorità e l’annuncio: «Il Comune uscirà dall’Asp»

«Ravenna diventi una capitale dell’educazione civica». Un po’ a sorpresa il discorso di avvio della campagna elettorale di Michele De Pascalesegretario provinciale Pd e candidato sindaco per una coalizione che vede insieme allo stesso Pd, Pri e liste civiche in formazione, si è concluso così, lanciando l’idea di fare di Ravenna, città protagonista della Resistenza e che ha sempre avuto record di affluenza al voto, a un punto di riferimento nazionale per quanto riguarda la diffusione e la conoscenza soprattutto tra i giovani dei valori civili della convivenza da tramandare alle generazioni future, cosa che oggi, secondo il giovane segretario, non sta accadendo o non a sufficienza. Con questa suggestione di livello nazionale ha chiuso un discorso tutto rivolto a un futuro da costruire dove Ravenna potrebbe e dovrebbe essere destinata a un ruolo da protagonista in un territorio più vasto, in un’ottica nazionale.

Il tutto nel nuovo comitato elettorale di De Pascale, che nel giorno della sua inaugurazione e del discorso di avvio di campagna elettorale, è sembrato fin troppo piccolo per accogliere tutti. A sentire il giovane cervese c’erano centinaia di persone tra militanti, simpatizzanti, alleati (c’erano i vertici del Pri così come esponenti di ciò che resta dell’Idv e di altri alleati), e tutti le alte gerarchie del partito. Dal sindaco in carica Fabrizio Matteucci, ai parlamentari, assessori regionali, assessori comunali, dirigenti di associazioni di categoria, presidente della Provincia in carica ed ex, tra i volontari che preparavano le pizze o servivano da bere al bancone. Come anticipato, infatti, il comitato elettorale ha sede nei locali di via San Mama che ospitavano una pizzeria  al piano terra dell’edificio dove hanno sede il circolo Pd Casadei Monti e il Mama’s, un luogo polivalente, che sarà aperto per sei mesi grazie alla presenza soprattutto di ragazzi giovani e dove accadranno molte cose, ha annunciato il candidato: incontri, riunioni, ma anche proiezioni, eventi culturali, concerti.

Intanto, venerdì 22 gennaio, è stato appunto il luogo in cui ha preso formalmente il via la campagna elettorale di De Pascale che ha preso la parola per un discorso che ha tracciato per sommi capi le priorità dei temi che saranno affrontati in questa lunga campagna elettorale (si vota infatti a giugno) declinando per capitoli lo slogan scelto: “Energia per Ravenna”.

Chimica, infrastrutture, porto, i grandi ambiti da cui De Pascale è partito per reclamare appunto un ruolo da protagonista della città, temi su cui chiedere impegni certi al governo. «Non basta che resti l’Eni – ha dichiarato a proposito di Versalis – ciò che contano sono gli investimenti, voglio pensare alla chimica tra vent’anni non nel breve termine». Sulla viabilità De Pascale ha puntato il dito contro un ritardo: «Mentre si aspettava il Godot della E 55, Ravenna è rimasta indietro rispetto anche ad altre città della regione pur avendone doppiamente bisogno, sia per quanto riguarda la rete ferroviaria che stradale. La Statale 16 deve diventare una strada di scorrimento per i ravennati e non un’arteria percorsa dai mezzi pesanti che devono attraversare l’Europa». Sul porto è arrivato in “soccorso” il nuovo decreto legge che toglie ai sindaci il potere di candidare un presidente di Autorità Portuale per lasciare il compito a Stato e Regione. E poiché è facile presumere che a marzo, alla scadenza del mandato di Galliano Di Marco, il decreto ancora non sarà in vigore, si dovrà giocoforza ricorrere a un commissario (che potrebbe però essere temporaneo o in seguito riconfermato). La speranza è che possa comunque riprendere da subito il filo dell’escavo dei fondali.

Altro capitolo economico cruciale nelle visione di De Pascale è il turismo «in grado – dice – oggi di dare lavoro qualificato ai nostri giovani. Sia nella filiera “food” sia nel marketing, nella promozione, nella gestione delle strutture ricettive». E racconta di come, di recente, si sia trovato a un tavolo con i sindaci delle altre città costiere e abbia dovuto constatare come Ravenna sia il territorio con meno presenze. Ecco allora, dice, che serve un rilancio e riqualificazione delle rete ricettiva, un nuovo lavoro di promozione, la creazione di un distretto turistico che potrebbe diventare il più importante in Italia se includesse un’area che va da Comacchio a Cervia o addirittura Cesenatico, con la natura del Delta del Po, le spiagge, l’arte.

E se fin qui il discorso è stato tutto incentrato su temi economici, la seconda parte ha invece preso una piega decisamente più ideale.

«Lo sviluppo – dice De Pascale – serve anche per poter proseguire su ciò che ha sempre contraddistino questi territori e che per noi è irrinunciabile e che sono i servizi sociali». E qui l’annuncio della rivoluzione dal punto di vista dell’organizzazione: se sarà eletto De Pascale sindaco, il Comune di Ravenna uscirà dall’Asp la cui funzione, secondo il candidato del Pd, deve essere solo quella di gestire le case protette. Case protette che però a Ravenna sono già tutte gestite da cooperative secondo il sistema del cosiddetto «privato accreditato». Tutti i lavoratori dell’azienda che oggi operano per le altre funzioni nel territorio ravennate saranno internalizzati. «Tra il sindaco e il cittadino che ha bisogno non ci deve essere soluzione di continuità», ha dichiarato De Pascale. Addio quindi all’Asp che ha raccolto l’eredità del Consorzio per i Servizi Sociali, si torna al Comune non allo scopo di risparmiare, ci spiega, ma per ottimizzare eventualmente risorse che saranno reimmesse nel settore. Nessun taglio in vista, nuove soluzioni per problemi nuovi, annuncia. Tra tutti un esempio, quello dell’alto numero di minori non accompagnati da gestire, in continuo aumento. Come sui temi economici, anche qui De Pascale sembra promettere una forte discontinuità con il passato, lui parla di «cambiamento», ma vero è che ad applaudirlo ci sono anche coloro che la città l’hanno amministrata in questi ultimi dieci e anzi venti anni. Starà forse qui l’equilibrio per lui da raggiungere: promettere il cambiamento senza disconoscere il passato.

Sfida del tutto nuova e inedita, invece, è forse quella sulla salute. De Pascale ribadisce il ruolo da protagonista che Ravenna vuole rivestire nell’Area vasta. «Non metteremo mai becco nella nomina di un primario – ha detto – ma pretendiamo che siano scelti profili di livello nazionale e internazionale e che all’ospedale di Ravenna si sviluppino, anche in termini di ricerca, vere eccellenze». Le aree che De Pascale cita sono soprattutto quelle della cura del cuore, dell’oncologia e dell’ematologia.

Salute e ambiente, con il Poc non rinnovato per puntare su riusi e rigenerazioni e limitare l’uso del territorio. E poi, penultima in ordine di apparizione, la cultura su cui forse ci si poteva aspettare anche qualche parola più precisa. Ecco per ora quelle arrivate: «Una città ricca di eventi culturali rende le persone migliori, più aperte, più accoglienti non ho timore a dirlo. Vogliamo dare una speranza ai tanti giovani che in questi anni si sono impegnati per far capire che il meglio non è alle spalle, ma ci aspetta e deve ancora arrivare». Parole che sembrano rivolte soprattutto a chi aveva creduto nella candidatura a capitale della Cultura 2019, ormai tramontata.

E poi, in chiusura, come si diceva, il richiamo forte ai valori civili, alla Costituzione, alla carta dei diritti dell’uomo che tutti dovrebbero conoscere. 1Ravenna è e sarà una città dell’integrazione e dove per tutti devono valori dell’umanità». Dall’eguaglianza fra i generi alla libertà di parola. Un modo decisamente elegante per affrontare il cosiddetto tema dello «scontro di civiltà» che altri stanno cavalcando.

Ambizioso e determinato, De Pascale ha appunto tracciato un futuro da protagonista della città in ambito regionale e nazionale forse talvolta sopravvalutando il potere di un Primo cittadino (o così almeno saremmo indotti a pensare da quanto accaduto fino ad ora), senza mai spendere una parola contro gli avversari: «Non voglio avvelenare i pozzi, dal giorno dopo le elezioni, se sarò eletto, voglio essere il sindaco di tutti e chiederò a tutti di fare la propria parte».

E se forse è mancata la frase a effetto come quella che fu di Enrico Liverani («Starò sempre con chi ha un diritto in meno”), a De Pascale bisogna forse al momento dare atto anche di aver ricordato l’amico scomparso a novembre di cui il segretario Pd ha preso il posto come candidato sindaco con delicatezza, senza calcare la mano per farne una bandiera elettorale. 

Cartoline, manifesti, hashtag Via alla campagna elettorale di Ravenna in Comune

Raffaella Sutter candidata sindaco: prima uscita pubblica il 25 gennaio in un incontro dal titolo «Con la cultura si mangia»

La campagna elettorale di Ravenna in Comune (Ric), il nuovo soggetto politico che raggruppa diverse formazioni e rappresentanze della sinistra alternativa al Pd a sostegno di Raffaella Sutter, parte ufficialmente e lo fa dalla cartolina “Ravenna Capitale della Bellezza” sul tema della cultura. «Nelle prossime settimane usciranno altre cartoline tematiche sui diversi tempi importanti che emergono nelle discussioni dei gruppi programma: lavoro, ambiente, salute, sicurezza e molti altri. Assieme ad esse usciranno dei manifesti e realizzeremo incontri pubblici e video per mostrare tutte le persone e realtà che compongono la nostra lista».

La lista sarà accompagna dalla frase «prima Ravenna», così spiegata dagli stessi sostenitori di cui riportiamo le parole contenute in un comunicato stampa: «Assieme al logo è il primo e principale asset strategico da cui partire. Decidere di “rubare” le parole alla Lega Nord, che da anni utilizza il “Prima” per anteporre qualcuno a qualcun altro (“Prima la Romagna” del resto dell’Emilia, “Prima gli italiani” dei non italiani), è prima che un’opzione estetica, strategica e politica, una scelta etica. La nostra campagna, infatti, è basata sul completo rovesciamento di senso (rispetto ai consueti canoni leghisti) e mette in campo una proposta politica e culturale basata sul concetto di “Ravenna Capitale”, in cui il primato si disputa all’interno di un pantheon valoriale che mai potrebbe essere più distante dall’universo razzista e xenofobo: accoglienza, bellezza, solidarietà».

Durante questi cinque mesi di campagna elettorale (si vota il 12 giugno) saranno realizzate interviste video ai firmatari della lista, esponenti dei vari mondi culturali, associativi, del lavoro, della solidarietà, di Ravenna e verranno realizzati incontri pubblici aperti per discutere delle varie tematiche. Il primo incontro si terrà il 25 gennaio alle 17.30 al Caffè del Teatro in via Mariani e il tema previsto sarà la cultura: «Con la cultura si mangia. Specie se ti chiami Ravenna, nella storia sei stata Capitale ben tre volte e puoi vantare alcuni tra i mosaici più belli del mondo». Una tavola rotonda a cui parteciperanno Raffaella Sutter, candidata sindaca, i due portavoce Dora Casalino e Massimo Manzoli e alcuni firmatari del mondo della cultura che hanno sostenuto fin dall’inizio il progetto della lista Ravenna in Comune. Interverranno Gerardo Lamattina (regista), Tahar Lamri (scrittore), Elettra Stamboulis (sceneggiatrice di fumetti e curatrice di mostre).

Sei vittime nello scontro tra navi al largo Due indagati: uno è morto, l’altro sparito

Gokbel urtato dal Lady Aziza, indagini chiuse: per i comandanti accuse di naufragio e omicidio plurimo colposi per inadeguata vigilanza

Le responsabilità dello scontro tra i mercantili Lady Aziza e Gokbel avvenuto al largo di Ravenna il 28 dicembre 2014, con il naufragio del secondo e la morte di sei persone su undici membri dell’equipaggio, secondo la procura è da attribuire ai due comandanti: un anno dopo il tragico incidente si sono chiuse le indagini che contestano i reati di naufragio e omicidio plurimo colposi al turco Murat Kamil Kantoglu (Gokbel) e al siriano Moustafa Mouhamad Jendi (Lazy Aziza). Il primo è tra i sei deceduti e quindi arriverà l’archiviazione per estinzione del reato vista la morte del reo mentre il secondo è irreperibile in Italia.

Le indagini condotte dal procuratore capo Alessandro Mancini e dal sostituto Stefano Stargiotti – svolte su una consistente mole di documenti, sulle testimonianze dei superstiti e dei soccorritori, sui dati delle scatole nere e sulla consulenza di un ingegnere navale – hanno potuto ricostruire i contorni dell’incidente. L’impatto avvenne alle 8.38 a circa tre miglia dal porto: il Lady Aziza battente bandiera del Belize (97 metri di lunghezza e 16 di larghezza, 3.800 tonnellate di stazza) in uscita dal porto e diretto a Porto Nogaro colpì con la prua la murata di sinistra del Gokbel battente bandiera turca (87 metri per 12 e 2.100 tonnellate) che dopo aver passato la notte in rada si stava avvicinando al punto di imbarco dei piloti del porto per poi raggiungere le banchine dove era atteso per lo scarico. L’urto causò uno squarcio nella fiancata portando la motonave a inabissarsi in un punto dove il fondale è di 14 metri. Solo in cinque riuscirono a salvarsi ripescati dai soccorritori sulle scialuppe di salvataggio: a perdere la vita, oltre al comandante, anche Yigit Kucukbiyik (secondo ufficiale di macchina), Zeynel Ustun (marinaio), Emrah Karadas (motorista), Bayram Arslan (cuoco), Melih Erek (primo ufficiale di coperta). Di quest’ultimo risulta tutt’ora dispersa la salma. I nove marittimi siriani a bordo del Lady Aziza sono rimasti illesi.

Quel giorno nebbia e mare mosso rendeva certamente complicata la navigazione «ma – dice Stargiotti – i due mercantili erano dotati di adeguati strumenti per consentire la navigazione anche in condizioni meteomarine ben peggiori». Per questo ai due comandanti viene imputata la violazione di regole cautelari: «Non aver predisposto adeguati sistemi di vedetta, non aver valutato e controllato i sistemi di navigazione, non aver mantenuto velocità adeguate alle condizioni, non aver usato segnalazioni sonore». Solo quando le due imbarcazioni si sono trovate a una distanza di circa 100-150 metri gli equipaggi si sarebbero resi conto dell’impatto imminante, «ma ormai non c’erano più margini di manovra».

Il relitto del Gokbel è stato recuperato all’inizio di agosto e trasferito in Turchia per essere smantellato. Il Lady Aziza invece si trova tuttora ormeggiato alla banchina nord della darsena di città, nei pressi della sede dell’Autorità portuale: non si trova sotto sequestro penale ma sotto sequestro conservativo nell’ambito del contenzioso civilistico che si è aperto per i risarcimenti assicurativi.

Ravenna Viva, l’officina dei giovani «Noi alle elezioni con il Pd? Non è detto»

Nasce un’associazione presieduta da Giovanni Crocetti, avvocato
e imprenditore. Tra i primi progetti uno studentato ai giardini Speyer

Hanno tra i 18 e i 40 anni, sono studenti e lavoratori, e in un mercoledì di gennaio hanno fondato un’associazione culturale che già oggi, raccontano, coinvolge una cinquantina di persone tra città e forese. Si chiama Ravenna Viva e non a caso è stata fondata ora, a pochi mesi delle elezioni, dopo mesi che varie indiscrezioni di stampa avevano fatto uscire la notizia battezzandola la “lista giovani” o la “lista Crocetti”, dall’avvocato nonché imprenditore del mondo del divertimento Giovanni Crocetti, poco più che trentenne e piuttosto noto nel mondo giovanile ravennate da un lato per la sua attività di imprenditore, dall’altro per aver costituito in passato un’associazione di studenti universitari. E Giovanni Crocetti è effettivamente il presidente della neonata associazione, che vede poi l’ingegnere, anch’egli poco più che trentenne, Giordano Mezzetti come vicepresidente, e poi Leonardo Morelli nel consiglio direttivo e Serena Granara, Pietro Fantini, Lorenzo Brigadeci, Rosaria Langone tra i fondatori.

Con una pagina Facebook, un logo e un sito l’associazione si definisce “Officina delle idee” e vuole essere – ci spiegano i promotori, quando li incontriamo per un caffè per conoscerli e capire meglio le loro intenzioni in vista delle amministrative 2016 – un laboratorio di idee da mettere a disposizione della città. In comune hanno un giudizio piuttosto negativo rispetto a quanto fatto dall’amministrazione in carica negli ultimi dieci anni su alcuni ambiti ben precisi, tra cui la sicurezza, il degrado, i giovani, l’università, il piccolo commercio (tra loro ci sono diversi piccoli imprenditori). «Sono stati in molti tra gli operatori legati per esempio alla ristorazione e alla spiaggia a Marina – ci spiega Crocetti – che mi hanno contattato quando hanno saputo che ci stavamo muovendo in questa direzione, magari senza esporsi, perché purtroppo in questa città quando ci si espone si diventa facili bersagli, anche senza motivo». Il riferimento di Crocetti è ad alcuni commenti che sulla rete si sono letti alle prime indiscrezioni sulla lista.

Ma loro non hanno poi così paura dei giudizi negativi, né temono di metterci la faccia. «Il nostro obiettivo è portare a casa qualcosa di concreto, mentre vediamo i partiti concentrati solo in liti per il potere al proprio interno senza ancora portare proposte concrete per la città». E allora, all’insegna della concretezza l’idea è quella di stimolare le persone dal basso a partecipare ai gruppi di lavoro per portare idee e soluzioni (ci sarà un gruppo di lavoro sulla cultura, uno sui giovani, uno sull’università e così via) e confrontarsi con le forze politiche che si presentano alle elezioni. Tutte? Tutte, assicurano. A oggi dunque Crocetti & co. non confermano affatto di essere in procinto di dar vita a una lista civica in appoggio del Pd, come circolato invece insistentemente nelle scorse settimane. «Vedremo chi intende sostenere le nostre proposte, se tutti i partiti attingessero dal nostro programma – dicono – una nostra presenza alle elezioni potrebbe risultare superflua».

Ma la sensazione è che invece tra un paio di mesi loro in corsa ci saranno e potranno peraltro essere davvero piuttosto trasversarli nella raccolta dei consensi, anche se non ci sono preclusioni verso chi dovesse aderire all’associazione pur in possesso di una tessera di partito (si e per esempio parlato di una candidatura di Alice Lucchi, membro della direzione provinciale del Pd, ma di candidature adesso, appunto, loro non ne vogliono ancora parlare). «Tra di noi ci sono persone che a livello nazionale la pensano e votano anche molto diversamente, ma quando si parla di amministrare la città, ci interessano le cose concrete più che la filosofia». Inutile quindi tentare di chiedere loro un posizionamento su temi fortemente identitari dal punto di vista politico come le trascrizioni dei matrimoni gay o la rappresentanza degli immigrati stranieri extraUe. A dire poco prematuro, ci dicono.

Invece un progetto concreto nel cassetto ce l’hanno: creare uno studentato nella zona dei giardini Speyer, nei locali dove oggi il Comune paga l’affitto per gli uffici dell’assessorato al verde. Una mossa che servirebbe per il bene dell’università e anche per prevenire e combattere il degrado dell’area che denunciano: «Non si può demandare tutto alle forze dell’ordine, bisogna prevenire. E bisognerebbe dare ai locali con le vetrine sui giardini l’occupazione del suolo pubblico per presidiare fisicamente l’area».

Per conoscerli meglio, sabato 30 gennaio alle 18 hanno organizzato un aperitivo al Caffé Nazionale di piazza del Popolo.

Nevrosi quotidiane con profondità e ironia nella guida di Jesurum

A Palazzo Rasponi la presentazione del libro della psicanalista
Una galleria di ritratti in cui specchiarsi per la consapevolezza di sé

È un libro prezioso quello che Costanza Jesurum ha scritto nel 2015 e che presenterà a Ravenna a Palazzo Rasponi alle 17.30 di sabato 23 gennaio. Prezioso perché riesce là dove troppi falliscono: rendere comprensibili a tanti, se non a tutti, cose complesse senza banalizzarle e senza appiattirle, ma rendendole tangibili, misurabili, applicabili alla vita quotidiana. Del resto il titolo è quanto mai indicativo: Guida portatile alla psicopatologia della vita quotidiana, Edizioni minimum fax. E dentro ci troviamo un po’ tutti i nostri comportamenti nevrotici o patologici, nostri o dei nostri cari o dei nostri colleghi: dall’ansioso, al dipendente dello shopping compulsivo, dalla fase dell’adolescenza all’uso dei social, dalle “mandrillo” alla donna “schopenaur”.

Con ironia e leggerezza, Jesurum mette a nudo le possibili cause profonde di comportamenti che condizionano le nostre vite impedendoci di raggiungere, banalmente, un maggiore stato di serenità o benessere permettendoci di concentrarci sulle cose che davvero ci soddisfano. E lo fa tenendo insieme le contemporanee teorie psicoanalitiche, con la storia di queste teorie, e con il contesto sociale in continuo mutamento. Ci spiega perché oggi il profondo mutamento (e miglioramento, non si pensi a sguardi nostalgici sul passato che fu, perché proprio non ve n’è traccia) sul piano sociologico abbia fatto emergere situazioni, conflitti, comportamenti che un tempo restavano sopiti. Oppure come questo mutamento abbia creato le condizioni per l’insorgere di nuovi modelli e nuove questioni, tra tutti per esempio il fatto che la figura materna, oggi più che mai concentrata su un numero ridotti di figli, possa diventare anche più ingombrante di quanto non lo fosse in passato quando si trovava a dividere le energie su più figli. O come la famiglia che si trovi oggi un adolescente in casa attraversi nella sua interezza un momento di passaggio da contemplare nella sua totalità e affronti una sfida per cui non esiste un sapere che possa essere tramandato tra generazioni.

Il tutto senza demolire (tutt’altro) la famiglia e la possibilità di una relazione stabile tra due persone di sesso diverso o dello stesso sesso (mirabili in particolare tutti i passaggi in cui affronta il tema del femminile senza mai scadere in luoghi comuni sul maschile). E senza timore di contravvenire credenze popolari radicate, una per tutte: l’abito fa il monaco, ovvero di come per le donne l’abbigliamento rappresenti una questione di rappresentazione sociale di sé del mondo e abbia quindi molto più a che fare con il proprio posizionamento rispetto agli altri che con intenti seduttivi. E poi ancora omosessualità, anoressia, iracondia, una galleria e una serie di ritratti in cui specchiarsi per aumentare la consapevolezza di sé, per capire meglio gli altri, e anche per farsi due risate.

Psicanalista ella stessa, Jesurum, classe 1973, si muove con un’abilità da narratrice tra un linguaggio che mescola termini dotti a espressione romanesche, non rifugge le parolacce, non esita a citare serissimi studiosi che hanno fatto la storia della psicanalisi prendendo spunto dalla cultura più pop (come il film Pretty Woman). Mai giudicante, il libro suggerisce semplicemente al lettore che si riconosca in alcuni dei comportamenti, fondamentalmente autolesionisti, tracciati in ogni capitolo se non sia il caso di farsi due domande, e dove e quando una terapia possa essere d’aiuto. Autrice anche del blog beizauberei.wordpress.com, Jesarum è quanto mai prolifica di commenti e chiavi di lettura mai banali sui fatti della contemporaneità, sempre stimolanti. Insomma, un’occasione da non perdere per conoscerla di persona. Organizza Paola Bianchi del centro di psicoterapia Liberamente e, nella veste di profana, partecipa la sottoscritta.

Nevrosi quotidiane con profondità e ironia nella guida di Jesurum

A Palazzo Rasponi la presentazione del libro della psicanalista Una galleria di ritratti in cui specchiarsi per la consapevolezza di sé

È un libro prezioso quello che Costanza Jesurum ha scritto nel 2015 e che presenterà a Ravenna a Palazzo Rasponi alle 17.30 di sabato 23 gennaio. Prezioso perché riesce là dove troppi falliscono: rendere comprensibili a tanti, se non a tutti, cose complesse senza banalizzarle e senza appiattirle, ma rendendole tangibili, misurabili, applicabili alla vita quotidiana. Del resto il titolo è quanto mai indicativo: Guida portatile alla psicopatologia della vita quotidiana, Edizioni minimum fax. E dentro ci troviamo un po’ tutti i nostri comportamenti nevrotici o patologici, nostri o dei nostri cari o dei nostri colleghi: dall’ansioso, al dipendente dello shopping compulsivo, dalla fase dell’adolescenza all’uso dei social, dalle “mandrillo” alla donna “schopenaur”.

Con ironia e leggerezza, Jesurum mette a nudo le possibili cause profonde di comportamenti che condizionano le nostre vite impedendoci di raggiungere, banalmente, un maggiore stato di serenità o benessere permettendoci di concentrarci sulle cose che davvero ci soddisfano. E lo fa tenendo insieme le contemporanee teorie psicoanalitiche, con la storia di queste teorie, e con il contesto sociale in continuo mutamento. Ci spiega perché oggi il profondo mutamento (e miglioramento, non si pensi a sguardi nostalgici sul passato che fu, perché proprio non ve n’è traccia) sul piano sociologico abbia fatto emergere situazioni, conflitti, comportamenti che un tempo restavano sopiti. Oppure come questo mutamento abbia creato le condizioni per l’insorgere di nuovi modelli e nuove questioni, tra tutti per esempio il fatto che la figura materna, oggi più che mai concentrata su un numero ridotti di figli, possa diventare anche più ingombrante di quanto non lo fosse in passato quando si trovava a dividere le energie su più figli. O come la famiglia che si trovi oggi un adolescente in casa attraversi nella sua interezza un momento di passaggio da contemplare nella sua totalità e affronti una sfida per cui non esiste un sapere che possa essere tramandato tra generazioni.

Il tutto senza demolire (tutt’altro) la famiglia e la possibilità di una relazione stabile tra due persone di sesso diverso o dello stesso sesso (mirabili in particolare tutti i passaggi in cui affronta il tema del femminile senza mai scadere in luoghi comuni sul maschile). E senza timore di contravvenire credenze popolari radicate, una per tutte: l’abito fa il monaco, ovvero di come per le donne l’abbigliamento rappresenti una questione di rappresentazione sociale di sé del mondo e abbia quindi molto più a che fare con il proprio posizionamento rispetto agli altri che con intenti seduttivi. E poi ancora omosessualità, anoressia, iracondia, una galleria e una serie di ritratti in cui specchiarsi per aumentare la consapevolezza di sé, per capire meglio gli altri, e anche per farsi due risate.

Psicanalista ella stessa, Jesurum, classe 1973, si muove con un’abilità da narratrice tra un linguaggio che mescola termini dotti a espressione romanesche, non rifugge le parolacce, non esita a citare serissimi studiosi che hanno fatto la storia della psicanalisi prendendo spunto dalla cultura più pop (come il film Pretty Woman). Mai giudicante, il libro suggerisce semplicemente al lettore che si riconosca in alcuni dei comportamenti, fondamentalmente autolesionisti, tracciati in ogni capitolo se non sia il caso di farsi due domande, e dove e quando una terapia possa essere d’aiuto. Autrice anche del blog beizauberei.wordpress.com, Jesarum è quanto mai prolifica di commenti e chiavi di lettura mai banali sui fatti della contemporaneità, sempre stimolanti. Insomma, un’occasione da non perdere per conoscerla di persona. Organizza Paola Bianchi del centro di psicoterapia Liberamente e, nella veste di profana, partecipa la sottoscritta.

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