sabato
28 Giugno 2025

È morto sei giorno dopo in ospedale l’anziano investito da un’auto pirata

Era uno storico dell’economia di fama internazionale. Alla guida dell’auto un 90enne individuato poco dopo

Auto Pirata Milano Marittima 24 Maggio

È morto in ospedale sei giorni dopo l’incidente, l’87enne travolto sabato scorso a Milano Marittima da un’auto pirata (l’automobilista è poi stato successivamente individuato).

Si tratta di Marzio Achille Romani, storico dell’economia di fama internazionale ed ex direttore dell’Istituto di Storia economica dell’Università Bocconi.

La notizia è riportata sui due quotidiani in edicola oggi (31 maggio).

L’anziano era solito trascorrere qualche giorno di vacanza a Milano Marittima. È stato investito nella mattinata di sabato scorso, 24 maggio, mentre attraversava la strada per raggiungere l’edicola fra via 2 Giugno e la Prima Traversa. Le sue condizioni sono parse fin da subito molto gravi. L’uomo è morto ieri al Bufalini di Cesena.

Il conducente dell’auto è risultato essere un novantenne, medico di base in pensione, indagato per omissione di soccorso, fuga e ora omicidio stradale.

Turista uccisa, il 54enne alla guida della ruspa è risultato positivo alla cocaina

Interrogato dalla procura, ha dichiarato di essersi sentito autorizzato a fare quei lavori in spiaggia

Ruspa Accertamenti

Il 54enne di Montaletto che ha travolto con una ruspa e ucciso una turista sulla spiaggia di Pinarella è risultato positivo alla cocaina. La notizia è riportata dal Corriere Romagna in edicola oggi, 31 maggio, all’indomani dell’interrogatorio. L’uomo era risultato positivo alla cocaina anche nel 2022, quando alla guida di un furgone aveva ucciso l’83enne Giuseppe Quercioli (finendo poi arrestato).

Come sottolinea sempre il Corriere, gli esami accertano la presenza di stupefacenti nel sangue dell’indagato, ma non necessariamente sono indice di un’assunzione avvenuta a ridosso dell’incidente.

L’indagato, Lerry Gnoli – citiamo invece un’agenzia dell’Ansa -, in tribunale (interrogato per quasi quattro ore) ha spiegato di essersi sentito autorizzato a fare quei lavori in spiaggia. E, abilitazioni alla mano, di potere guidare quel tipo di mezzo sebbene con patente revocata (per quell’incidente del 2022).

Davanti alle domande del Pm Lucrezia Ciriello e alla presenza del suo avvocato Vittorio Manes, il 54enne ha ammesso la contestazione (omicidio colposo, a piede libero) e si è detto annichilito per quanto accaduto e desideroso di scusarsi con i familiari della defunta (la 66enne vicentina Elisa Spadavecchia, insegnante in pensione), della quale proprio ieri (30 maggio) a Creazzo (Vicenza) si sono celebrati i funerali. Ma ha detto che da 36 anni fa quel lavoro e che tutti in spiaggia lo vedevano manovrare senza che nessuno gli avesse mai detto nulla. Ha negato di essere stato ingaggiato in nero dal titolare di uno stabilimento o di avere agito di sua iniziativa.

Ha inoltre negato di trovarsi sotto l’effetto di alcol e stupefacenti.

In 3mila da tutta Italia per cantare diretti da Riccardo Muti al Pala De André

Nel segno di Verdi, domenica 1 e lunedì 2 giugno il viaggio dell’Amicizia “arriva” a Ravenna

Muti Mirandola ©MaurizioMontanariIMG 0220

“Cantare amantis est” è fra gli appuntamenti più attesi dell’intero cartellone di Ravenna Festival 2025, un evento unico, irripetibile: Riccardo Muti ha chiamato a raccolta tutte le voci del Paese, cori e coristi professionisti e amatoriali, principianti ed esperti, di qualsiasi età e tessitura, e li riunisce in un unico grande coro dando vita un’esperienza di comunità musicale di altissimo valore simbolico. E di straordinario valore musicale: perché domenica 1 giugno (dalle 15 alle 20) e lunedì 2 giugno (dalle 10.30 alle 13 e dalle 15.30 alle 18.30), nel grande spazio del Pala De André le oltre 3.000 voci che da tutta Italia hanno risposto all’appello prenderanno parte a lunghe sessioni di prova dirette proprio da Muti. Una sorta di preziosa masterclass, aperta al pubblico, in cui studiare, approfondire e provare alcune delle più significative e celebri pagine corali di Giuseppe Verdi (l’appuntamento è stato organizzato in collaborazione con Feniarco).

Si tratta del nuovo progetto curato da Anna Leonardi e Michele Marco Rossi, che si inserisce nel solco delle Vie dell’Amicizia e dei “ponti di fratellanza” tracciati nell’ultimo quarto di secolo attraverso il mondo intrecciando fedi e culture diverse, ma soprattutto richiamando alla speranza e alla pace popoli feriti da guerre e catastrofi e secolari incomprensioni: da Sarajevo a Gerusalemme, da Kiev a Mosca, fino a New York e a Teheran. In questo caso la meta del viaggio è Ravenna stessa, o meglio è la voce, l’anima, il cuore, di tutti coloro che in questa città stanno arrivando da tutto il Paese per prendervi parte, per unirsi al grande coro di pace. Il cui significato profondo è riassunto nelle parole di Sant’Agostino: “cantare amantis est”, cantare è proprio di chi ama.

Perché, come sottolinea lo stesso Riccardo Muti, «cantare e far musica insieme è l’esempio più vivo di una società che attraverso l’armonia e la bellezza tende al bene comune». È sempre Muti a spiegare: «in questo momento drammatico, in cui il mondo è una polveriera accesa, in cui le persone continuano a morire sotto le bombe, i popoli europei si chiedono se investire sulle armi mentre i terremoti fanno migliaia di vittime e distruzione, i bambini vengono privati della vita e di un futuro; in questo momento, ho voluto lanciare una Chiamata, un appello rivolto a tutte e a tutti, senza distinzione di provenienza, età, sesso, professioni, religioni».

Se le voci bianche, i bambini, siederanno in prima fila, vicini al Maestro, le altre voci, divise per sezioni (dai soprani ai bassi), saranno dislocate nelle ampie gradinate del Pala, ma ogni singolo corista potrà immergersi nell’esperienza anche attraverso grandi schermi che consentiranno di apprezzare al meglio l’espressività e gli insegnamenti di Muti. Mentre per il pubblico che non riuscirà ad accedere direttamente alla grande sala, sempre al Pala saranno allestite con schermi anche la Sala Rossa e la Sala dei Marmi.

Infine, dopo la conclusione del grande affondo corale, Cantare amantis est continua con Another Bach in the Wall: lunedì 2 giugno, alle 21 all’Istituto Comprensivo Statale “Ricci Muratori”, un appuntamento a ingresso libero per inaugurare l’opera collettiva commissionata ad alcuni dei giovani partecipanti alla Chiamata alle arti lanciata nel 2024. Giada Quaglia, Sara Carfagno e Nicola Ceccherini hanno realizzato un grande “murale” restituendo nuova vita a un muro situato nel giardino dell’Istituto Comprensivo Statale “Ricci-Muratori”. Il murale è realizzato con una vernice “fotocatalitica” che ne riveste la superficie con una sorta di velo antismog, perché alla luce del sole abbatte gli agenti inquinanti e quindi “respira” come fanno gli alberi. Per la sua inaugurazione, si esibiscono altri giovani partecipanti alla Chiamata 2024: Federico Marangon, Eleonora Buscherini, Lucia Bazzi, Adele Monti.

Info e prevendite: 0544 249244 – www.ravennafestival.org

Una nuova ambulanza per salvare le tartarughe marine nei lidi ravennati

Il centro recupero Cestha si dota di un nuovo mezzo grazie al sostegno di alcune imprese del territorio e di un progetto comunale

cestha

Un nuovo mezzo di soccorso dedicato alla fauna marina si aggirerà nei lidi del Ravennate e nei territori a nord, grazie alla nuova dotazione del centro ricerche e tutela della fauna marina Cestha. L’ambulanza, unica nel suo genere, è stata progettata e attrezzata per garantire il massimo comfort e sicurezza durante il trasporto di tartarughe marine in difficoltà, provenienti da spiagge, porti o pescherecci.

Questo nuovo strumento consentirà al team Cestha di intervenire in modo più rapido ed efficiente, migliorando le possibilità di recupero per animali spesso vittime di catture accidentali, collisioni con imbarcazioni o debilitate in spiaggia. L’innovativo mezzo rappresenta un traguardo fondamentale per migliorare le operazioni di soccorso, cura e reintroduzione in natura di questi esemplari, contribuendo in maniera concreta alla protezione della biodiversità marina.

«L’acquisto di questa ambulanza è un sogno che si realizza per il nostro centro e per tutti coloro che si impegnano ogni giorno nella protezione delle tartarughe marine – ha dichiarato Sara Segati, responsabile scientifica del centro -. Ringraziamo di cuore i nostri sostenitori, senza i quali questo progetto non sarebbe stato possibile. Questa ambulanza ci consentirà di salvare un numero ancora maggiore di animali e di sensibilizzare ulteriormente il pubblico sull’importanza di preservare gli ecosistemi marini».

Il progetto è stato reso possibile grazie al contributo di Cooperativa Spiagge di Ravenna, Pet Village Srl e Finisterre Beach, mentre l’allestimento e le dotazioni sono stati supportati da Safari Ravenna e da Sapir tramite il progetto promosso dal Comune di Ravenna “Adotta un progetto sociale, diventa un’azienda solidale 2024”.

Pd e Avs organizzano pullman per la manifestazione nazionale per Gaza

L’iniziativa si terrà sabato 7 giugno a Roma

Gaza

Sabato 7 giugno, Partito Democratico e Alleanza Verdi Sinistra della provincia di Ravenna si uniranno alla manifestazione nazionale per la pace in Palestina “In piazza per Gaza. Basta complicità”, convocata a Roma.

«Un’iniziativa – fanno sapere dal Partito Democratico e da Alleanza Verdi Sinistra – che arriva dopo la presentazione in Parlamento della mozione unitaria con un impegno deciso per la pace e la giustizia in Medio Oriente e per riaccendere i fari su Gaza dove la catastrofe umanitaria in corso non può più essere ignorata».

I pullman da Ravenna partiranno sabato 7 giugno alle ore 6, con fermata anche a Lugo o Faenza. Per prenotarsi e richiedere ulteriori informazioni è possibile scrivere a organizzazione@pdravenna.it o chiamare lo 0544.281611.

Motocross: inaugurato da Abodi il Centro Tecnico Federale e lo 04 Park Monte Coralli

L’impianto da 4 milioni di euro sarà gestito per la maggior parte dall’ex pilota della Ducati Andrea Dovizioso

La Motor Valley emiliano romagnola si arricchisce ufficialmente con un nuovo impianto a Faenza. Si sono tenute oggi le inaugurazioni del Centro Tecnico Federale della Federazione Motociclistica Italiana e dello 04 Park all’impianto Monte Coralli di Faenza. Un complesso polifunzionale per appassionati di motocross e mountain bike. L’impianto, del valore di 4 milioni di euro, è stato realizzato grazie ai fondi del Pnrr ed è stato assegnato per una gestione ventennale alla società RPM S.r.l. dell’ex pilota Ducati Andrea Dovizioso, tramite concessione del Comune di Faenza.

Lo 04 Park – Monte Coralli (che sarà utilizzate anche dalla Federazione Motociclistica Italiana) è uno spazio all’avanguardia dedicato al fuoristrada e a tutti gli appassionati di due ruote. All’ormai consolidata pista di motocross (funzionante da agosto 2023), si affianca il tracciato da enduro e la bike area – che verrà aperta nel fine settimana e che comprenderà un pump track, due sentieri di mountain bike, uno shop, il bar e ristorante del complesso. Presto sarà anche inaugurata la pista di Minicross dedicata ai più piccoli e non solo. Il centro ha visto la ripiantumazione del parco con 340 nuovi alberi, la creazione di un impianto con tecnologia led per l’illuminazione notturna delle piste,una architettura di ultima generazione con ampio uso di legno, vetro e pannelli fotovoltaici.

I presenti hanno potuto visitare le strutture osservando le caratteristiche della pista e del nuovo Centro Tecnico Federale. Quest’ultimo è composto da un ufficio, un’aula didattica ed un ricovero moto; locali che saranno utilizzati per la formazione di piloti e tecnici, per i raduni collegiali dei Talenti Azzurri e per i molteplici progetti educativi della Fmi.

La cerimonia ha coinvolto 200 persone e  si è svolta alla presenza del Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, del Presidente Fmi Giovanni Copioli, del titolare di Rpm Andrea Dovizioso, del sindaco di Faenza Massimo Isola e del vicesindaco Andrea Fabbri.

Andrea Abodi, Ministro per lo Sport e i Giovani ha dichiarato: «Il Centro Tecnico Federale FMI e il crossdromo 04 Park Monte Coralli rappresentano un ulteriore e importante tassello della cosiddetta “Motor Valley” che trova nell’Emilia-Romagna la sua consacrazione. Oggi si apre un nuovo capitolo dello sport italiano e, in particolare, del motociclismo tricolore, con l’auspicio che sempre più giovani possano trovare in strutture virtuose come questa, un luogo di eccellenza non solo per gli allenamenti di chi partecipa alle competizioni, ma anche per i neofiti che possono così cimentarsi nelle prime sgommate in totale sicurezza, un luogo dove coltivare quotidianamente la passione e il sogno, offrendo opportunità anche a  chi si avvicina alle discipline della Federazione Motociclistica per il solo piacere di praticare».

L’ex pilota forlivese Andrea Dovizioso, titolare di RPM S.r.l., azienda concessionaria della gestione dell’area parco romitorio e pista Monte Coralli ha affermato: «Oggi è davvero un giorno importante per me e per tutto il gruppo di persone che con me ha creduto e lavorato intensamente su quello che, finalmente posso dirlo, è un sogno realizzato. Se la pista di motocross, primo tassello di questo progetto, è una certezza da diversi mesi, oggi inauguriamo lo 04 Park – Monte Coralli. Un complesso in cui convivono diverse anime e che, anche grazie alla fiducia e all’impegno della FMI e del Comune di Faenza, diventa realtà. Sono orgoglioso che questo luogo ora rappresenti un punto fermo per i Talenti Azzurri dell’off-road e, allo stesso tempo, il punto di partenza per i futuri portabandiera di questa disciplina. Ma sono anche felice di sapere che, a partire da oggi, lo 04 Park verrà identificato come quel luogo di aggregazione che tanto desideravo. Lo sento come un piccolo lascito alla popolazione di Faenza e a tutte le persone che verranno a trovarci».

Massimo Isola, Sindaco di Faenza ha concluso: «Parlando di sport, voglio rimarcare come questo risultato si sia potuto ottenere con un perfetto gioco di squadra in cui ognuno ha svolto un ruolo da protagonista: il Comune di Faenza con la decisione di ristrutturare l’impianto con risorse importanti, la Federazione Motociclistica Italiana pronta ad investire nel cross tramite un progetto dalla forte impronta educativa e innovativa e l’imprenditoria privata tramite l’interesse e la passione di Andrea Dovizioso. Si è trattato di un’intesa perfetta che ha consentito di raggiungere un obiettivo altrimenti impossibile da realizzare in tempi così brevi e che consente di consolidare il prestigio di Faenza nel panorama della Motor Valley».

«Siamo contro la guerra, ma dirlo non è sufficiente»

Conversazione con Luigi Dadina sul Grande teatro di Lido Adriano, che mette in scena un testo sacro dell’induismo per interrogarci sulla violenza e sul conflitto

Dall’1 all’8 giugno, nell’ambito del Ravenna Festival, il Grande teatro di Lido Adriano torna con Bhagavadgītā – Il canto del divino, progetto diretto da Luigi Dadina e Lanfranco Vicari con drammaturgia di Tahar Lamri (info a questo link).

Dadina, cos’è il Grande teatro di Lido Adriano?
«È una realtà che esiste da tre anni, ma che è nata da un’esperienza di due decenni, tra i laboratori della non-scuola del Teatro delle Albe e il Cisim. Nel 2022 abbiamo avuto l’idea di costruire un teatro comunitario, senza sapere bene dove ci avrebbe portato. La nostra fonte di ispirazione è arrivata da Buenos Aires, dove il gruppo Catalinas Sur ha messo in piedi un teatro di quartiere con attori, danzatori e musicisti di ogni età. I desideri erano due: mantenere una dimensione aperta e orizzontale, che permettesse a chiunque di partecipare, e rivolgere lo sguardo a Oriente».

Perché?
«L’orizzontalità ci ha permesso di avere un gruppo nutrito ed eterogeneo: la persona più giovane ha 4 anni, la più anziana 83. Guardare a Oriente era un impulso alla ricerca di nuovi spunti poetici, che non fossero le solite fiabe occidentali. Ma restando lontani dalle volgarizzazioni più modaiole e new age dell’Oriente, quelle fatte di yoga, incensi e campane tibetane».

Da dove proviene questo desiderio profondo di Oriente?
«Soprattutto dal suo stretto rapporto con Ravenna, di cui si è scritto tantissimo. Questa vicinanza passa dall’Adriatico: in Breviario mediterraneo, Predrag Matvejević lo definisce “mare dell’intimità” e molti lo considerano una pozzanghera, ma è la nostra porta di collegamento con Gerusalemme e Istanbul. Una porta aperta sull’approccio mistico di cui l’Oriente è ancora pregno, mentre noi occidentali l’abbiamo perso con l’illuminismo, che ha imposto la civiltà della ragione e della tecnica. Quel tipo di spiritualità – non intesa in senso religioso – è l’unica che consente una certa profondità di sguardo e di visione sul mondo, oggi più che mai necessarie. Per questo abbiamo voluto portare al pubblico un testo scomodo, che non appartiene alla nostra cultura ma che ci porta in viaggio verso un altrove».

Quest’anno mettete in scena la Bhagavadgītā, uno dei testi sacri più antichi e prestigiosi dell’induismo.
«C’è stato un processo di avvicinamento. Il primo anno ci siamo confrontati con Il verbo degli uccelli, un poema del poeta persiano Farid Ad Din Attar, vissuto nel 1200. Il secondo anno abbiamo attraversato il Panchatantra, una raccolta di favole in sanscrito risalente al 3° secolo; e quest’anno ci siamo sentiti pronti per una sfida più ardua. Il Bhagavadgītā è un dialogo tra due persone, Krishna (Dio) e Arjuna (un combattente), ma noi lo mettiamo in scena con 150 cittadini. Tutti arrivati grazie al passaparola, senza nessuna chiamata pubblica».

Di cosa parla il testo?
«È un’opera meravigliosa, ma anche complessa e urticante sin dall’inizio. Arjuna si rifiuta di fare la guerra e Dio lo costringe, invitandolo a seguire il suo dharma (destino, dovere). Questo incipit è stato subito problematico: ci sono state perplessità, rivolte e pianti; non tutti accettavano di trattare un’opera in cui Dio impone il conflitto. È un aspetto su cui si sono interrogati molti intellettuali e filosofi: alcuni hanno interpretato il Bhagavadgītā come un testo per guerrafondai, mentre altri – tra cui Gandhi – ci hanno letto l’essenza della non-violenza».

Avete trovato un equilibrio?
«Ci siamo arrivati grazie alla discussione. Ci siamo confrontati sulle difficoltà che si affrontano nella vita, sulle scelte che talvolta siamo costretti a prendere anche se non ci piacciono. Una chiave di lettura fondamentale è stata la storia della resistenza italiana: oggi celebriamo il 25 aprile, ma la liberazione è stata l’esito di una guerriglia civile, di una lotta fratricida. Quella guerra ha generato una Costituzione che afferma di ripudiare la guerra. Un paradosso simile all’incipit della Bhagavadgītā».

Quindi volete portare un messaggio contro la guerra?
«Ovviamente siamo tutti contro la guerra, ma dirlo non è sufficiente. È troppo semplice affermare di odiare la guerra e poi fregarsene dei conflitti in corso. La storia dell’umanità è costellata di guerre. La violenza e lo scontro sono un impulso umano, fanno parte di noi. È una questione irrisolvibile. Se qualcuno ci picchia, ci difendiamo nello stesso modo. Se oggi qualcuno tentasse di imporre una dittatura in Italia, cosa faremmo?».

La lotta armata?
«Probabilmente sì, ci siamo già passati. Nella Bhagavadgītā, i soldati non vogliono fare la guerra ma sono costretti. Per questo è un testo importante: affronta un problema tremendo che si perde nella notte dei tempi e ci interroga sul fatto che la guerra è dentro di noi, anche se sappiamo che è sbagliata. Perciò ogni individuo ha la responsabilità spirituale di uscire da questa condizione. È una domanda molto politica e radicale».

Come la affrontate?
«Attraverso immagini e racconti. Iniziamo con Max Penombra che dirige le onde del mare, un uomo che cerca di condurre un fenomeno naturale ingovernabile. Poi rappresentiamo noi stessi che non abbiamo mai conosciuto la guerra da vicino, ma ne ascoltiamo parlare la sera davanti alla tv, mentre ceniamo nella tranquillità delle nostre case. Ci sono racconti da tanti paesi: una ragazza ucraina che porta una visione intima del conflitto, due tunisine arrivate in barcone, alcuni africani che parlano lingue diverse e non si capiscono tra loro, un ragazzo del Ghana portato pochi giorni fa a Ravenna dalla nave ong Solidaire, che non so nemmeno come sia finito nel gruppo. Dio sarà interpretato da una masnada di bambini e Arjuna da 80 figuranti, di tutte le provenienze e le età. Siamo una “tribù profetica dalle pupille ardenti”, per dirla con Baudelaire, che si mette in viaggio e porta il pubblico nello spaesamento. Che è l’unica zona in cui possiamo ritrovarci».

Info: https://www.ravennafestival.org/events/bhagavadgita/

Nuova ordinanza: stretta per musica e alcol in due aree di Milano Marittima

Dal 31 maggio. La Giunta: «Riflette il tipo di turismo che vogliamo promuovere»

Aree Di Tutela Della Qualità Del Turismo

Dal 31 maggio al 29 giugno entra in vigore una nuova ordinanza del Comune di Cervia pensata «per tutelare il decoro urbano, la quiete pubblica e la sicurezza a Milano Marittima». Il provvedimento, adottato in via sperimentale per un mese, introduce restrizioni mirate in alcune aree sensibili della località turistica. L’ordinanza – fanno sapere dall’Amministrazione cervese – sarà poi valutata in base ai risultati ottenuti, per decidere eventuali proroghe o modifiche.

L’ordinanza si applica a due specifiche “aree di tutela della qualità del turismo”, individuate dall’Amministrazione come quelle dove si concentrano maggiormente episodi di disturbo e degrado. Zona 1: Porto Canale – Via Dante Alighieri – Via Ponchielli – Lungomare; Zona 2: Via Damiano Chiesa – Via Verdi – Canalino – Viale 2 Giugno (area che include noti locali come Pousada, Vanquish, Caino, Zouk Santana…).

Nelle zone indicate è consentita solo musica di sottofondo, nel rispetto dei limiti acustici previsti. Tutta la musica deve cessare entro l’1 nel centro di Milano Marittima ed entro mezzanotte negli stabilimenti balneari. Sono vietati l’uso di vocalist, i fuochi d’artificio non autorizzati dal Comune, la vendita di alcolici e superalcolici dalle 20 alle 6 nelle attività al dettaglio. L’unica eccezione è il 20 giugno, in occasione della Notte Rosa, quando saranno consentiti i trattenimenti musicali.

«La nuova ordinanza, i cui contenuti sono stati elaborati e condivisi nei giorni scorsi con le Associazioni di categoria e la Cooperativa Bagnini, è la conferma del modello turistico che vogliamo – dichiara la Giunta comunale di Cervia –. Tali misure fanno parte di quegli obiettivi che perseguiamo per valorizzare le bellezze e la cultura del nostro territorio, garantendo il divertimento, ma nel rispetto e nell’armonia della località. Milano Marittima deve tornare alla ‘dolce vita’, luogo del benessere qualità e pregio. Con questo provvedimento interveniamo con limitazioni più stringenti, relative alle emissioni sonore degli intrattenimenti, in alcune aree precise del territorio in cui maggiormente si concentrano i fenomeni di maggiore criticità. È una disposizione temporanea che andrà poi valutata a seconda dei risultati e delle esigenze che si presenteranno‭».

Piazza XIII Giugno, da giugno torneranno disponibili quasi tutti i parcheggi

Rifatta completamente l’area dopo gli errori esecutivi che non consentivano la fruizione dello spazio

Rendering Nuova Piazza XIII Giugno Lugo (1)

A giugno partirà il terzo e ultimo stralcio di lavori per il rifacimento di piazza XIII Giugno a Lugo. Dal 18 giugno torneranno nella piena disponibilità la maggior parte dei parcheggi della piazza, a eccezione di quelli adiacenti al complesso dei Diamanti, interessati dai lavori del terzo stralcio (che si concluderanno in autunno). Il costo complessivo dell’intervento è di 1,4 milioni di euro, finanziati interamente dal bilancio comunale.

Nella sua veste definitiva, la piazza disporrà in totale di 200 parcheggi (4 per disabili, 4 per ricarica auto elettriche, 4 riservati alla Stazione dei Carabinieri e 188 generici). Sono 23 alberature previste, che saranno messe a dimora dopo l’estate, per mitigare maggiormente l’effetto «isola di calore» del parcheggio.

I lavori, iniziati ad aprile 2024, hanno riguardato il completo rifacimento della piazza per recuperare lo spazio pubblico, resosi per la maggior parte inagibile a causa di gravi dissesti dovuti a errori esecutivi, al centro anche di una controversia giudiziaria. I dissesti erano causati dall’utilizzo di materiale di sottofondo inadeguato per la presenza di terre caratterizzate da un’eccessiva frazione di materiale fine: l’area in esame (6.700 mq complessivi) era già stata interessata da interventi correttivi parziali, che però non erano stati sufficienti a consentire il normale uso del parcheggio chiuso dal 2022. I lavori attuali hanno comportato la completa rimozione delle alberature, dell’asfalto e e degli strati di fondazione, nonché di tutti gli impianti e strutture (fognature, illuminazione, griglie di drenaggio).

 

Donadoni al Milan Club di Faenza: «Il più forte con cui ho giocato? Van Basten»

Intervista all’ex allenatore della Nazionale e bandiera del Milan che parla anche della crisi attuale dei rossoneri: «Un grande peccato per una società di questo calibro non arrivare in Europa»

Milan Donadoni Oggi E Ieri (ImagoBuzzi)

Venerdì 6 giugno alle 19, al circolo tennis di Faenza, il Milan Club “Carlo Sangiorgi” ospiterà Roberto Donadoni, una delle figure più autorevoli e rispettate del calcio italiano. Da protagonista in campo con il grande Milan di Sacchi e Capello (con cui ha conquistato tre Coppe dei Campioni, sei scudetti e una Supercoppa Europea) a tecnico apprezzato per rigore, competenza e visione tattica. Donadoni ha lasciato il segno anche in panchina, guidando club come Napoli, Parma e Bologna, oltre alla Nazionale italiana nel biennio post-Mondiale 2006. Il celebre volto noto del calcio arriverà nella città manfreda per incontrare i tifosi, raccontare aneddoti di carriera e riflettere sul presente e sul futuro del pallone.

Lo abbiamo intervistato in anteprima, e con la sobrietà che da sempre lo contraddistingue ci ha offerto un proprio spaccato sul calcio attuale e non solo.

Cosa fa adesso Donadoni, uno che Platini definì “il miglior giocatore italiano degli anni 90”?
«Sto portando avanti un po’ di cose mie personali, poi sto collaborando due volte al mese con Radio Serie A, restando sempre aggiornato sul calcio».

Vorrebbe tornare ad allenare?
«Se c’è una buona opportunità, perché no».

Negli ultimi anni ha rifiutato qualche offerta?
«Sì, non nascondo che ci sono state un po’ di situazioni, però non si è mai concluso nulla. Vediamo prossimamente».

E invece, dato che siamo a ridosso della finale di Champions e lei è un esperto, avendone vinte tre: cosa ne pensa dell’Inter? Cosa provano i giocatori prima di scendere in campo?
«Difficile dire quello che si prova perché è sempre qualcosa di abbastanza personale. È chiaro che è uno degli appuntamenti più importanti nella carriera di un calciatore, e poi a maggior ragione per il caso dell’Inter, che ha visto sfumare la possibilità dello scudetto all’ultima giornata, direi che questa è veramente una grandissima opportunità. Chiaramente è uno di quegli appuntamenti dove gli stimoli, l’attenzione e tutte le risorse che uno ha, e che sono rimaste, sono incanalate per raggiungere l’obiettivo. Nonostante una stagione così pesante l’Inter cercherà di tirare fuori tutto in un’occasione unica e spesso irripetibile».

E quale consiglio darebbe ad Inzaghi da allenatore?
«In queste circostanze non c’è da consigliare nulla. Inzaghi sa benissimo cosa deve fare perché è un grande allenatore. Oltretutto conosce perfettamente il suo spogliatoio, l’ambiente e la realtà. Sono quelle situazioni che si capiscono solo vivendole all’interno, di conseguenza ti puoi adeguare e avere un atteggiamento di un certo tipo tastando il polso della squadra e dell’ambiente».

Lei ha allenato a lungo in Emilia-Romagna tra Parma e Bologna. Quest’anno, in regione, il Cesena ha disputato i playoff di B, il Ravenna ha vinto la coppa di serie D, il Rimini ha vinto la coppa di serie C, il Sassuolo è tornato in A, il Bologna ha vinto la Coppa Italia. Pensa che ci sia un filo conduttore tra questi successi e una capacità più alta rispetto alla media di fare calcio? E se sì a cosa può essere dovuto?
«Sono tante e molteplici le cose: l’organizzazione, la possibilità di lavorare in serenità, le strutture adeguate a disposizione di uno staff. Credo che in generale in Emilia-Romagna il calcio sia ben strutturato e in questo modo si agevola il lavoro del tecnico, di chi costruisce la squadra e di conseguenza arrivano i risultati».

Per quanto riguarda il Milan, visto che lei è stato un grande ex, cosa ne pensa di questa crisi attuale? Come se ne può uscire?
«Beh, il Milan ha attraversato un’annata veramente difficile con più bassi che alti e alla fine non è riuscito ad ottenere una posizione in classifica che gli consentisse di accedere alle competizioni internazionali. Credo che per una società come il Milan questo sia veramente un peccato, ma credo anche allo stesso tempo che i dirigenti facciano tesoro di questo e quindi sapientemente correranno ai ripari».

Quindi pone fiducia alla società nonostante le critiche provenienti dai tifosi?
«Diciamo che quando non si ottengono i risultati le critiche fanno parte del gioco, quindi, bisogna saperle accettare. Credo che la società abbia tutte le intenzioni di costruire bene il futuro e mi auguro che sia così».

Da calciatore ha militato anche nel campionato arabo per sei mesi (in cui ha vinto il campionato con l’Al-Ittihad) e ha allenato in Cina. Il calcio arabo sta attirando molti calciatori nel pieno della carriera, pensa che possa essere il futuro o è solamente un exploit di qualche anno come il caso cinese?
«Sono stato in Arabia nella parte finale della mia carriera. Ora è vero che sta attirando e attraendo, però non credo che ci siano realmente i presupposti per far diventare futuribile il calcio arabo. È chiaramente un fenomeno emergente per l’aspetto economico che ha indiscutibilmente la priorità. Molti giocatori e allenatori vengono attratti da questo e non gliene faccio una colpa ma penso anche che sia difficile vedere l’Arabia Saudita emergere come grande potenza calcistica negli anni a venire».

Invece tornando proprio ai suoi anni al Milan: Donadoni era un giocatore che da ala cercava sempre il fondo e il cross. Un prototipo di calciatore che si vede sempre meno. Secondo lei perché è cambiato così tanto il ruolo e quali giocatori adesso le assomigliano di più?
«Fare paragoni non mi è mai piaciuto. Anche da giocatore non mi piaceva essere paragonato a qualcun altro. Credo che ogni epoca abbia un po’ le sue modalità, le sue caratteristiche, le sue peculiarità. Il calcio si evolve continuamente, le cose cambiano e quindi a volte si richiedono e si ricercano anche determinate caratteristiche tecniche. Detto questo i giocatori di talento sono ancora tanti e bisogna saperli coltivare».

Uno che le piace adesso del calcio attuale?
«Mi piacciono i giocatori che sanno essere uomini di squadra, che sanno dare il loro contributo a livello tecnico e di personalità».

Ha giocato con grandi campioni ed allenato ottimi giocatori nelle sue esperienze di allenatore. Qual è il più forte con cui ha giocato e il migliore che abbia mai allenato?
«Non è una domanda facile perché ho avuto la fortuna di giocare con grandi campioni al Milan, ma sicuramente in quella squadra era un piacere condividere il campo con un calciatore del calibro di Van Basten. Da CT della Nazionale ho avuto il piacere di allenare i migliori giocatori italiani di quel periodo, che tra l’altro venivano dal mondiale vinto nel 2006. Uno su tutti Pirlo, dal punto di vista tecnico, è stato probabilmente il più forte che abbia avuto a disposizione nella mia carriera da allenatore».

Ha riaperto con una nuova gestione lo storico rifugio Cà Carné

Affidata tramite bando alla società Matilde del Monticino

Rifugio Ca Carne

Il Rifugio Cà Carnè, storica struttura immersa nel Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola, ha riaperto con una nuova gestione, pronta ad accogliere escursionisti, famiglie e amanti della natura.
Situato in via Rontana 42, a pochi chilometri da Brisighella, il rifugio rappresenta da oltre cinquant’anni un punto di riferimento per chi desidera esplorare le bellezze naturali e storico-culturali del territorio. La struttura offre servizi di ristorazione con prodotti tipici locali, aree picnic ed è situato nelle vicinanze di percorsi escursionistici che si snodano tra doline, boschi e fenomeni carsici unici nel loro genere.

La gestione del rifugio è stata assegnata tramite bando pubblico a Cristina Anderlini e Roberto Salvan della società “Matilde del Monticino” per un periodo di due anni e mezzo dall’Ente di Gestione per i Parchi e la Biodiversità-Romagna, che in una nota «esprime soddisfazione per l’inizio di questa nuova fase e rivolge i migliori auguri ai gestori per il nuovo percorso, con l’auspicio di una collaborazione proficua e ricca di soddisfazioni. Un sentito ringraziamento va alla famiglia Celotti, che per oltre dieci anni ha gestito con passione il Rifugio Cà Carnè, accogliendo migliaia di visitatori e contribuendo alla valorizzazione della Vena del Gesso Romagnola e dell’ospitalità nel Parco».

La nuova gestione intende proseguire nel solco tracciato, arricchendo l’offerta del rifugio con eventi culturali, escursioni guidate e attività didattiche per tutte le età, in sinergia con l’Ente Parco e le realtà locali.

Il rifugio sarà aperto tutti i giorni da giugno a settembre, dalle 10 alle 18 e in altri orari su prenotazione. I contatti di riferimento sono 0546 81468 – 393 0709509 e l’indirizzo mail matildedelmonticino@gmail.com.

Scoperta autofficina abusiva con rifiuti speciali accatastati: locali sequestrati

Denunciati i presunti responsabili di un’attività di Santerno senza alcuna autorizzazione

Scoperta (lunedì) a Santerno un’autofficina completamente abusiva, priva di qualsiasi autorizzazione urbanistica, commerciale e ambientale. Nel corso del controllo mirato eseguito dalla Guardia Costiera, all’interno dei locali sono stati trovati numerosi veicoli in lavorazione, motori smontati, parti meccaniche di vario tipo e, soprattutto, una notevole quantità di rifiuti speciali – tra cui olii esausti, batterie e altri materiali classificati come pericolosi – accatastati senza alcuna misura di sicurezza e in evidente contrasto con le normative ambientali.

L’area è stata sequestrata e i presunti responsabili sono stati denunciati all’autorità giudiziaria per una serie di reati, tra cui esercizio abusivo di attività commerciale, la gestione illecita di rifiuti e violazioni urbanistiche. Le indagini proseguiranno nei prossimi giorni, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Ravenna, per approfondire le responsabilità e valutare l’impatto ambientale dell’attività illecita.

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