sabato
28 Giugno 2025

Ormeggiatori: una nuova barca da 850mila euro e 4 assunzioni per il rigassificatore

Il Gruppo ravennate arriverà a 32 persone in organico, di cui due fisse H24 sulla nave al largo di Punta Marina. Il presidente: «Le nuove banchine del porto sono più alte, per alcune operazioni non basta più una sola persona»

Sirotti

L’entrata in funzione del rigassificatore al largo di Punta Marina dall’inizio di aprile ha comportato un aumento di lavoro per i servizi tecnico-nautici del porto di Ravenna (pilotaggio, ormeggio e rimorchio). Per queste operazioni Snam pagherà circa 20-30 milioni di euro all’anno a operatori del territorio (la concessione di permanenza dell’impianto è di 25 anni).

Il gruppo Ormeggiatori ha avviato le procedure istituzionali per il bando di assunzione che porterà un aumento dell’organico dalle 28 persone attuali a 32: «Al momento sono in corso le valutazioni delle domande inviate alla capitaneria di porto – spiega il 54enne Alberto Antonelli, ormeggiatore dal 1998 e presidente del gruppo ravennate da un anno –. Da poche settimane abbiamo avuto due pensionamenti e quindi siamo scesi a 26 persone. Per restare a 28 abbiamo fatto due assunzioni a tempo determinato».

Fino a quando non sarà completata la diga al largo a protezione della nave rigassificatrice, opera da 200milioni di euro prevista per la fine del 2026, la gestione della nave richiederà un impegno maggiore perché in caso di condizioni meteo particolarmente avverse la nave deve essere sganciata dalla piattaforma fino al ritorno delle condizioni ottimali.

«Per i primi due anni è prevista una dislocazione di uomini e mezzi particolare che dovrebbe essere rivista con il completamento della diga. Sul rigassificatore sono presenti fissi due ormeggiatori e un pilota e nelle acque circostanti alla piattaforma sono in stand-by 4 rimorchiatori con 5-6 persone a bordo per ognuno. Tutto questo H24 tutto l’anno».

Poi c’è il personale che interviene per le operazioni di ormeggio e disormeggio delle navi gasiere che arrivano per scaricare il Gnl (è previsto un massimo di 36 navi all’anno): «Ogni volta usciamo dal porto con due barche e otto ormeggiatori in totale per l’ormeggio. L’opera- zione contraria invece richiede una barca con 6-7 persone».

Oltre all’ampliamento dell’organico, è stato necessario fare altrettanto anche con la flotta. La barca Terzo Sirotti aveva già le dotazioni necessarie, ma una non è sufficiente: «Avevamo già i progetti elaborati e ci siamo messi sul mercato per trovarne una. Verrà costruita in un cantiere navale di Pisa, costerà 850mila euro e sarà pronta fra 18 mesi. Nel frattempo abbiamo noleggiato un’imbarcazione alternativa da Caroforte, in Sardegna. Ovviamente tutto questo ha richiesto la stesura di un nuovo business plan e la discussione di mutui con le banche».

Le statistiche dell’attività 2024 degli ormeggiatori dicono che sono state eseguite 7.666 operazioni (3.833 navi, visto che ognuna richiede l’ormeggio e il disormeggio): «Il numero delle operazioni è cresciuto del 13,5 percento rispetto al 2023, ma il fatturato è rimasto tale. Questo si spiega perché il costo dell’operazione varia in base al tonnellaggio della nave, quindi significa che le navi arrivate in porto erano mediamente più piccole, probabilmente anche per le limitazioni di alcuni terminal alle prese con i lavori di approfondimento dei fondali e rifacimento delle banchine».

I lavori dell’hub portuale hanno modificato la conformazione di alcuni terminal, rendendo più complesse le attività degli ormeggiatori: «In alcune banchine ora l’altezza dall’acqua è di 3,5 metri, significa che per alcune operazioni in cui bastava una persona ora ne servono due. Dovremo ragionare su questi aspetti per riorganizzare i servizi».

Borghi: «Vivo con la sciarpa al collo e guardo 40 partite a settimana»

A Bagnacavallo il telecronista di Sky, una delle voci più note del calcio in tv, con quasi 2.500 live in carriera. L’importanza delle parole: «Palla filtrante è meglio di imbucata»

Borghi

Sciarpa al collo per dieci mesi all’anno, per proteggere le corde vocali, e la settimana lavorativa comprende la visione di una quarantina di partite di calcio. È il mestiere del telecronista secondo Stefano Borghi, una delle voci più note del pallone contemporaneo. Con la cinquantina di gare raccontate in questa stagione per Sky Sport, di cui l’ultima a Bilbao per la finale di Europa League il 21 maggio scorso, le telecronache in carriera sono ormai 2.500. Il 43enne giornalista originario di Pavia sarà a Bagnacavallo il 30 maggio al Sonora Fest.

Il titolo dell’incontro di Bagnacavallo è “Il salotto del calcio che abbiamo sempre sognato”. È un’esplicita attestazione di stima verso un certo modo di raccontare il pallone, un modo che trova spazio in maniera trasversale fra i media. Perché piace?
«Veniamo da anni in cui la standardizzazione dei mezzi di comunicazione ha portato a un linguaggio che parlava di calcio in una maniera un po’ semplicistica, che conquista superficialmente, ma non nel profondo. Negli ultimi anni c’è stato un innalzamento della profondità del linguaggio, anche perché il pubblico è più competente avendo accesso a più informazioni. Lo spettatore ha voglia di un racconto profondo e appassionato. Questo non può che farmi piacere perché è proprio la mia propensione».
Ci sarebbe bisogno di parlare di più degli aspetti veramente tecnici del calcio? Spiegare i movimenti in campo, le tattiche…
«Credo che questo manchi sempre meno. Se penso a Sky Sport mi vengono in mente tutti gli approfondimenti trasmessi durante la settimana. Soprattutto con la capacità di partire dai numeri, senza fermarsi a quelli: la statistica è interessante se è lo spunto per un concetto».
L’incontro a Bagnacavallo si tiene il 30 maggio, giornata in cui esce la prima puntata di 90-10, il suo nuovo format di Sky Sport. Che prodotto sarà?
«Quando Sky mi ha proposto un format di storytelling per me è stato come ricevere una medaglia perché vuol dire che ti inserisci nel solco di gente come Buffa e Porrà. Raccontiamo storie di calcio comprese tra il 1990 e il 2010. Abbiamo aperto gli archivi di Sky ed è uscito del materiale straordinario. La particolarità sarà raccontare un momento particolare. Per esempio: di Baggio racconto il suo 1993 in cui vinse la Uefa e il Pallone d’oro che oggi sarebbe impensabile, e di Mourinho racconto la genesi del suo Porto».
Da Bilbao con la finale di Europa League ha fatto l’ultima telecronaca della stagione. Quante in totale quest’anno e quante in carriera?
«Quest’anno dovrebbero essere tra 40 e 50, che non sono tantissime per le mie abitudini. In totale dovrei essere attorno a 2.500».
Qual è quella cui è legato più di tutte?
«Impossibile sceglierne una. Ho fatto una ventina di clasicos Real-Barcellona e dovendone scegliere uno direi quello con il gol di Messi all’ultimo minuto al Bernabeu. Ma anche la sfida Boca-River al Bernabeu. Potrei dire anche l’amichevole Scozia-Argentina del 2008 che era l’esordio di Maradona come allenatore».
Sarà capitata qualche gaffe in diretta…
«Ricordo un Pisa-Viareggio di Lega Pro del 2011 seguita per Sportitalia. Danno un rigore agli ospiti e in diretta dico che lo calcia Cesarini, la seconda punta che era il rigorista abituale. Invece aveva calciato Fiale, difensore centrale che sbagliò. Me lo dissero dopo in cuffia. A mia parziale difesa posso dire che ero in una postazione piuttosto sfortunata, con uno schermo minuscolo e le maglie bianconere non avevano il riquadro sulla schiena. Ci rimasi malissimo, ma il producer Matteo Fragni mi consolò dicendo: “Farai tanti altri errori in carriera, ma questo non lo farai più”. E infatti è vero: prima di dire un nome aspetto di essere sicuro, al massimo temporeggio…».
Qual è la sua preparazione prima di una telecronaca?
«È una preparazione continua, che non si ferma mai. In un anno posso dire che ci sono una ventina di giorni in cui davvero non faccio nulla legato al mio lavoro. Alla base di tutto c’è la documentazione. Importante è guardare le partite, per conoscere i giocatori, le caratteristiche, le movenze. Di solito seguo ambiti diversi in una stessa stagione: ricordo un anno a Dazn in cui feci quasi cento telecronache tra Serie A, Liga, Europa League e Coppa Libertadores. Di norma guardo una quarantina di partite a settimana. Anche la lettura dei giornali è necessaria, per essere aggiornato, ma per una buona telecronaca mi è più utile aver visto le ultime 5 partite di una squadra piuttosto che aver letto tutti gli articoli. Una cosa che di sicuro non consulto sono i profili social network dei calciatori: non credo che allo spettatore importi cosa ha fatto o detto con la sua fidanzata…»
Il linguaggio è il principale strumento di lavoro. Avete delle regole a Sky o si è dato delle regole personali sull’uso di certe parole e non altre?
«Dove ho lavorato finora non ho mai avuto imposizione su cosa dire o cosa non dire. La regola che mi sono sempre imposto è di parlare in modo chiaro: il nostro fine è informare. Poi ho anche il dovere di usare la lingua correttamente e voglio offrire un linguaggio di livello. Se uno spettatore impara un termine dalla mia telecronaca la considero una grande vittoria».
I tecnicismi sono ammessi?
«Sono interessanti se si possono spiegare, altrimenti preferisco qualcosa di diretto e chiaro. La riaggressione è un concetto ultratecnico, che posso far capire aggiungendo 4 parole. Ma non userò half spaces, meglio corridoi intermedi».
Ci sono parole che le piacciono più di altre?
«Non dirò mai imbucata, perché palla filtrante è molto più bella. Le catene esterne non mi piacciono, meglio le fasce».
E i braccetti?
«A me non dispiace. Visivamente rende l’idea, se pensiamo alla disposizione in campo. Il termine ancora più corretto sarebbe “terzini” perché sono i terzi della difesa, ma ormai se lo uso la gente pensa al laterale della difesa a 4».
Ogni telecronista ha alcuni “marchi di fabbrica”. Sono studiati?
«Di solito nascono senza volerlo e poi te li porti dietro. Uso spesso “sgasata” perché penso che renda bene l’idea. Alla fine della partita dico “fischia tre volte” e il nome dell’arbitro: ho iniziato così alla prima telecronaca e continuo. Però certe espressioni sono ormai associate a una voce e non ha senso che le utilizzino altri. Abbiamo un linguaggio talmente ampio».
I telecronisti più noti spesso hanno timbri di voce unici che hanno fatto le loro fortune. È una dote necessaria?
«Se te lo costruisci hai già perso. Le persone che mi conoscono di persona spesso si stupiscono dicendo che parlo come nelle telecronache. È ovvio, la mia voce è quella».
E la pronuncia dei nomi stranieri? Vanno italianizzati o meglio cercare di replicare la dizione nella lingua originale?
«All’inizio della mia carriera ero molto più rigido, poi mi sono un po’ ammorbidito. Rispettiamo più possibile l’accentazione e le regole della lingua originale: la doppia elle di Castellanos va pronunciata nel modo argentino e non spagnolo. Ma non rendiamoci patetici con sforzi eccessivi».
E fino a che punto il telecronista può spingersi nell’entusiasmo e nell’esaltazione?
«Non mi preparo cosa dire per chi segna e dobbiamo avere bene in mente che non stiamo commentando sempre la partita dell’anno o del secolo. Non ti dirò mai che una partita è bella se invece è brutta. Devo dirtelo per spiegarti perché, ben sapendo che può essere brutta per 70 minuti e diventare bellissima per gli ultimi 20».
E le esultanze?
«Provateci voi a restare calmi se state commentando Inter-Barcellona 4-3 o il gol di Messi in Real-Barcellona. Ma poi dico: perché frenarsi? Di fronte a certi eventi credo sia legittimo aprire i rubinetti e cedere al “gasamento”».
Come protegge uno strumento prezioso come la voce?
«Vivo dieci mesi all’anno con la sciarpa al collo, non mi piacciono nemmeno ma le porto sempre, di pesantezza diversa in base alla stagione. E già in agosto la metto perché l’aria condizionata è micidiale. Consigliano di utilizzare con costanza l’erisimo, che è un’erba specifica, ma io lo faccio solo a ridosso delle partite. E poi puoi pregare. Con l’onestà di rinunciare se ti trovi in condizioni non accettabili perché poi il telespettatore lo sente e la fruizione non è più piacevole».
L’evento di Bagnacavallo è organizzato da Radio Sonora, un progetto che è possibile soprattutto grazie alle tecnologie online. La sua prima telecronaca fu Venezia-Ascoli il 7 novembre 2004 che venne trasmessa su Rosso Alice, un progetto di Tim. Una partita trasmessa in streaming all’epoca era una sperimentazione e ora è la prassi. C’è qualcosa che oggi nelle telecronache del 2025 è appena accennato e potrebbe consolidarsi in futuro?
«La mia sensazione, senza pretese di prevedere il futuro, è che avremo un’evoluzione verso la pluralità di voci durante il live. Già oggi abbiamo telecronista, commento tecnico, bordocampista e commento arbitrale. Ho l’impressione che queste potrebbe aumentare ancora: magari un esperto di tattica, qualcuno inserito nell’ambiente dello stadio. È una suggestione».

Insediata la nuova corte arbitrale competente di Ravenna e Ferrara

Il valore delle controversie risolte in questi anni è di oltre 28 milioni di euro

Foto Corte Arbitrale 27.05.2025
La nuova Corte della Camera Arbitrale della Camera di Commercio di Ferrara Ravenna si è insediata lo scorso 27 maggio: è presieduta dal Presidente, Giorgio Guberti e composta da 8 componenti indicati dagli Ordini degli Avvocati, dei Commercialisti, degli Ingegneri, degli Architetti, dai Consigli del Notai e dai Collegi dei Geometri di Ferrara e di Ravenna. «Abbiamo sempre creduto nell’importanza della diffusione della cultura arbitrale, in particolare nella media e piccola impresa, quale strumento prezioso per offrire al tessuto produttivo un ulteriore elemento di competitività – commenta Guberti -.  Ben 69 le procedure gestite in un solo decennio per un valore totale delle controversie di poco inferiore ai 28 milioni di euro in ambiti quali il diritto societario, gli appalti e la contrattualistica. Nell’augurare alla nuova Corte un proficuo lavoro desidero ringraziare i componenti uscenti»
L’ente ricorda come i vantaggi dell’arbitrato comportino «rapidità, contenimento dei costi, riservatezza e lodo, con stessa efficacia della sentenza. Gli arbitri sono inoltre altamente specializzati».
La Corte Arbitrale, nominata dalla Giunta camerale, nomina e conferma gli arbitri, vigila sui procedimenti, garantendo il rispetto delle tempistiche per una rapida risoluzione delle controversie, determina gli onorari e le spese arbitrali, con l’obiettivo di assicurare trasparenza ed efficienza.

I componenti della nuova Corte Arbitrale:

Laura Iannotta e Laura Melotti, Ordine degli Avvocati di Ferrara; Ingrid Ruiba e Gianfranco Fiorentini, Ordine degli Avvocati di Ravenna; Riccardo Carrà, Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Ferrara congiuntamente al Consiglio Notarile di Ferrara; Simone Maria Campajola, Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Ravenna congiuntamente al Consiglio Notarile di Ravenna; Gian Paolo Rubin, Ordine Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori di Ferrara congiuntamente con il Collegio provinciale Geometri e Geometri Laureati di Ferrara e l’Ordine degli Ingegneri di Ferrara; Luca Mazzavillani, Ordine Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori di Ravenna congiuntamente con il Collegio provinciale Geometri e Geometri Laureati di Ravenna e l’Ordine degli Ingegneri di Ravenna.

Il Solco si riaggiudica la gestione del dormitorio e dell’ex Albergo Sociale

La dimensione operativa è affidata alla cooperativa sociale Progetto Crescita

Schermata 2025 05 29 Alle 14.29.20

Il Consorzio Solco conferma la gestione dei servizi a bassa soglia del Comune di Ravenna, rivolti alle persone in grave difficoltà abitativa. La gestione diretta dei servizi è affidata alla cooperativa associata Progetto Crescita.

I servizi si concentrano su due strutture principali, situate in via Augusto Torre 5: il Dormitorio e l’ex Albergo Sociale, entrambi dedicati all’accoglienza di persone senza fissa dimora o con fragilità abitativa.

Come previsto dal bando comunale, la gestione ha una durata annuale, ma rappresenta un passaggio intermedio verso una progettazione più ampia: a breve, infatti, è previsto un nuovo bando che includerà anche l’avvio di un ufficio dedicato e di ulteriori servizi, sviluppati grazie alle risorse del Pnrr.

L’Albergo Sociale è rivolto alle donne con figli e attualmente accoglie 9 nuclei (9 donne e 10 minori) con vissuti e provenienze diverse: «Le ospiti sono seguite e inviate dai Servizi Sociali. La permanenza all’interno della struttura dovrebbe avere un tempo compreso tra i 6 mesi e l’anno – racconta la coordinatrice dei servizi Elisa Guarini -. ma non viene quasi mai rispettata perché spesso, dopo l’Albergo Sociale non ci sono soluzioni abitative alternative per queste persone che non riescono a farsi carico di un affitto o di un acquisto di un immobile».

Oltre all’accoglienza all’ex Albergo Sociale viene fornito tutoraggio, accompagnamento ai servizi del territorio, attività educative per i minori e monitoraggio genitoriale, per cogliere eventuali fragilità ulteriori oltre a quella abitativa; il tutto in sinergia con i Servizi Sociali.

Il Dormitorio, invece, è rivolto ai soli uomini e ne può ospitare 20 per notte. «Qui – continua Guarini – si accede tramite prenotazione settimanale, chiamando il numero verde il venerdì. Ogni ospite può restare per un massimo di 7 notti consecutive. Il servizio comprende cena, colazione, possibilità di fare la doccia e uso del servizio lavanderia. Gli spazi sono accessibili dalle 19 alle 8 del mattino successivo. Negli ultimi mesi, abbiamo accolto persone provenienti da 14 Paesi diversi, con una fascia d’età prevalente tra i 41 e i 60 anni. In molti casi, si tratta di uomini che hanno un lavoro, ma non riescono a sostenere i costi di un affitto».

La carenza di soluzioni abitative strutturate e di progetti di housing sociale è la criticità più grande che si riscontra in questo settore. «Con il progetto Housing First cerchiamo di dare una soluzione, ma i posti disponibili sono ancora pochi rispetto ai bisogni – conclude la coordinatrice -. Altre criticità riguardano la mancanza di uno spazio diurno per chi frequenta il Dormitorio: molte persone hanno problemi di salute o non lavorano e avrebbero bisogno di un luogo sicuro e accogliente dove trascorrere le ore del giorno. Anche il potenziamento dei trasporti pubblici tra questa zona della città e il centro, soprattutto nei giorni festivi, rappresenterebbe un passo importante per garantire accessibilità e inclusione».

La “Cena Itinerante” torna a Faenza per una serata tra gusto e arte

Il distretto A si prepara ad aprire le porte e i cancelli dei suoi edifici tra piccole gallerie, punti ristoro e bar all’aperto

Cena Itinerante Faenza

Dopo l’edizione 2024 a Modigliana, la “Cena Itinerante” torna a Faenza, dove tutto ha avuto inizio. L’appuntamento è venerdì 30 maggio al Distretto A. «Il format ha dimostrato di poter viaggiare e attecchire altrove. Ma è a Faenza che il legame si rinnova, più forte che mai. Il percorso modiglianese continuerà con una seconda edizione autonoma – comunicano dall’organizzazione -. Ma la Cena Itinerante, quella che ha fatto storia, resta nel suo quartiere, nella sua città, tra le mani di chi la vive da sempre».

Il tema di questa edizione sarà appunto “Legami”, intesi come affettivi e familiari, ma anche quelli invisibili che ci tengono uniti al territorio, agli spazi che abititati e condivisi. A dare forma visiva a questo tema (e a rimarcare l’unione tra arte e cibo) è l’opera “Legami Universali” dell’artista Alessandro Mazzotti. 

Saranno oltre 30 i luoghi coinvolti nell’evento (qui il programma completo), con alcuni dei nomi dei ristoranti e cantine fra i più interessanti della regione, per una sola sera in postazione temporanea. Nel corso della serata, il quartiere aprirà i portoni e i cortili con combinazioni uniche ed inedite: case che ospitano gallerie d’arte, uffici trasformati in piccoli ristoranti, vie che diventano bar a cielo aperto.

All’Oriani un libro sulla storia di Giovanni Berta, “protomartire” del fascismo

Copertina MARTIN

Prosegue alla Biblioteca Oriani di Ravenna la rassegna di presentazioni e incontri con gli autori “InContemporanea. La storia si fa in biblioteca”, organizzata in collaborazione con il Dipartimento di Beni culturali dell’Università di Bologna. Oggi, giovedì 29 maggio, alle 17.30, si terrà la presentazione del volume di Simon Martin, Il martire. Storia di Giovanni Berta (Laterza 2024).

Il volume racconta, per la prima volta in modo esaustivo, la storia e il mito di Giovanni Berta, il giovane ucciso a Firenze nel febbraio del 1921 durante i violenti scontri che opposero fascisti e antifascisti per il controllo della città. Figlio di un industriale fiancheggiatore dello squadrismo, verosimilmente simpatizzante lui stesso del fascismo, non c’è però alcuna evidenza storica che il ventiseienne fiorentino fosse uno squadrista. Nonostante ciò il fascismo, subito dopo la sua morte, ne fece un mito polivalente (peraltro ancora oggi vivissimo negli ambienti neofascisti), con libri, poesie, canzoni, opere d’arte a lui dedicate, numerose intitolazioni odonomastiche, fra cui quella del nuovo stadio di Firenze. Mito che assunse i tratti di un autentico culto religioso culminato con l’inumazione delle spoglie di Berta in una cripta intitolata ai caduti della rivoluzione fascista nella basilica di Santa Croce, il “Tempio delle itale glorie” cantato da Ugo Foscolo nei Sepolcri. Un libro affascinante, su una delle vicende più emblematiche della storia del fascismo e della sua memoria.

L’autore, già docente presso l’University College di Londra e l’Università Roma Tre, ne discuterà con la professoressa Paola S. Salvatori (Scuola Normale Superiore, Pisa) e il direttore della Biblioteca Oriani Alessandro Luparini.

Informazioni: 0544 214767, informazioni@bibliotecaoriani.it.

Anche l’ex allenatore Zaccheroni al torneo “Kids Foot” di Lugo

Attesi a Lugo oltre 300 partecipanti, divisi tra “pulcini” (under 10) e “esordienti” (under 12). Nella serata di sabato 31, sarà possibile vedere la finale di Champions su maxischermo insieme al mister

KidsFoot2025 01

Lo stadio Muccinelli di Lugo si prepara a un intenso fine settimana dedicato allo sport, con il ritorno del torneo internazionale di calcio giovanile Kids Foot, da sabato 31 a domenica 1.

La settima edizione del torneo porterà a Lugo 24 squadre dall’Italia e dal mondo, con presenze  da Scozia, Ungheria e Albania, per un totale di oltre 300 partecipanti divisi tra le categorie “pulcini” (under 10) e “esordienti” (under 12). Atteso anche Alberto Zaccheroni, ex allenatore di Milan, Inter, Lazio e Juventus, che ha visto decollare la sua carriera proprio a Lugo.

Si parte sabato 31, alle 9, con l’intervento del coro della scuola Gherardi allo stadio; alle 10 comincerà il torneo. Alle 19.30 si terrà la prima edizione del «Girls Foot», torneo di calcio femminile che conferma l’attenzione del Lugo 1982 anche in quest’ambito. La giornata si concluderà alle 18 con la visita appunto di Zaccheroni. Il mister rimarrà con i ragazzi anche alla sera, e alle 21 si potrà seguire insieme la finale di Champions League fra Inter e Paris Saint-Germain su maxi schermo.

Domenica 1° giugno il torneo partirà alle 9 del mattino, con le finali previste alle 15.40 (gli Under 10) e alle 16.15 (gli Under 12). Seguiranno le premiazioni, mentre in serata, alle 20.30, ad essere premiati saranno i giocatori e lo staff delle diverse formazioni del Lugo 1982 che hanno vinto i propri campionati: in particolare la prima squadra che si è imposta sia in Terza Categoria che nella Coppa provinciale Memorial Vitali, la rosa di Futsal maschile che ha vinto la serie D e la formazione dei 2010 che hanno chiuso al primo posto il girone provinciale Under 15.

Nel corso elle due giornate, gli accompagnatori dei giocatori e le persone interessate potranno visitare il territorio di Lugo, grazie alla collaborazione dei ragazzi dell’indirizzo turistico del Polo Tecnico. Saranno inoltre organizzati alcuni momenti conviviali nell’area dello stadio.

Rebus giunta per Barattoni: 5 alleati da accontentare tenendo conto di voti e genere

Il Pri, arrivato solo quarto in coalizione, potrebbe non avere più il vicesindaco. Lo schema, tra novità e possibili rientri

Festa Barattoni gruppo
La festa al comitato elettorale di Barattoni con ex assessori (con Moschini, a destra, verso la riconferma) e magari new entry in giunta, come potrebbe essere Greta Cavallaro al centro in jeans e camicetta nera

Chiuse le urne, si apre il toto giunta. In teoria il sindaco può nominare gli assessori (lo farà entro metà giugno) esclusivamente sulla base di criteri di competenza e fiducia personale, ma in realtà ciò che accade da sempre e che accadrà anche questa volta è che a questi due criteri, se ne aggiunga un terzo: l’esito del voto per il consiglio comunale. Innanzitutto nella ripartizione: anche qui la tradizione vuole che le liste in grado di eleggere un consigliere, abbiano un assessore in giunta e in questo caso, a differenza della scorsa tornata elettorale, tutte e cinque le liste a sostegno di Barattoni hanno eletto un consigliere. A guardare i risultati elettorali si potrebbe quindi immaginare che almeno cinque nomi siano già pronti, con alcune precisazioni d’obbligo. Tra i repubblicani, per esempio, il più votato è stato Giannantonio Mingozzi, già vicesindaco con Mercatali e Matteucci, ma da dieci anni fuori dalla giunta e che non pare intenzionato a rientrare. Con De Pascale a lungo è stato vicesindaco il repubblicano Eugenio Fusignani, che non si è però candidato. Tra i papabili ecco quindi Andrea Vasi, secondo repubblicano con più preferenze, ma che potrebbe entrare come semplice assessore. In generale, infatti, sulla questione del vicesindaco si può aprire una gatta da pelare per Barattoni, perché la consuetudine che per trent’anni ha voluto l’Edera al secondo posto della coalizione e quindi con il secondo incarico più importante, da tempo scricchiola. Già nel 2021 il Pri mantenne il vice pure avendo ottenuto meno voti non solo del Pd, ma anche di Coraggiosa, e a questo giro, seppure per pochi voti, è addirittura la quarta forza della compagine, dietro a Pd, M5Stelle e Avs. Quindi davvero non si capirebbe su che basi scegliere un vice dell’Edera. E aggiungiamo che non sarebbe certo uno scandalo se il ruolo se lo tenesse il Pd che da solo ha metà del consiglio comunale e conta il 67 percento circa dei voti della coalizione di maggioranza. A questo punto, il nome dell’ex assessore Fabio Sbaraglia sarebbe quello più naturale, perché è stato proprio lui l’uomo a cui il Pd si è rivolto a gennaio quando c’era da nominare un vicesindaco che facesse funzione di sindaco dopo la decadenza di De Pascale, esonerando Fusignani. Un ruolo in cui, evidentemente, si è fatto apprezzare visto che nelle urne ha raccolto una valanga di preferenze ed è risultato di gran lunga il consigliere più votato. Ma chissà, la storia ci insegna che con il Pri non si può mai sapere.

L’altro elemento di cui Barattoni vorrà sicuramente tenere conto è la presenza di donne in giunta (purtroppo poche liste hanno visto le donne primeggiare in termini di preferenze e in maggioranza solo Progetto Ravenna con Barbara Monti) e qui si può facilmente ipotizzare una conferma di Federica Moschini, ma anche alcune new entry come Francesca Impellizzeri e Petia Di Lorenzo o la giovane Greta Cavallaro, tutte elette in consiglio. Federica Del Conte è al termine del secondo mandato come assessora e per lei potrebbe esserci il posto che è stato di Massimo Cameliani, ossia la presidenza del consiglio comunale, visto che il secondo più votato del Pd potrebbe tornare invece in giunta dopo l’esperienza con Matteucci.

Una curiosità: nel 2016 la lista Ama Ravenna, che elesse un consigliere, “rinunciò” all’assessore, ma a questa tornata il numero di voti in crescita potrebbe portare il capolista Daniele Perini, storica presenza del consiglio comunale, a reclamare legittimamente un ruolo, magari per occuparsi di temi da sempre cari alla lista, come salute e servizi sociali (o magari lo Sport con il delegato della Figc Johannes Donati…). Oppure (in alternativa alla Del Conte) Perini potrebbe gradire la presidenza del consiglio comunale…

Infine, tra i 5 Stelle l’ex assessore Igor Gallonnetto è arrivato solo secondo, quasi doppiato dall’ex consigliere comunale Giancarlo Schiano. Che i posti siano destinati a invertirsi?

Uccisa in spiaggia da una ruspa, la procura convoca l’autista, indagato per omicidio

Intanto il Comune di Cervia parteciperà ai funerali nel Vicentino

Elisa Spadavecchia 2135950 800 Q50

La Procura di Ravenna ha convocato per venerdì mattina il 54enne Lerry Gnoli per interrogarlo in merito all’incidente costato la vita sabato mattina sulla battigia di Pinarella di Cervia alla 66enne turista vicentina Elisa Spadavecchia schiacciata da una ruspa. Il 54enne, difeso dall’avvocato Vittorio Manes del foro di Forlì, è indagato per omicidio colposo.

Guidava con patente revocata dopo una condanna definitiva a due anni e sei mesi per un omicidio stradale del 2022, aggravato dagli effetti da assunzione di cocaina.

Il marito della vittima, che era in vacanza con lei e che è ora tutelato dall’avvocato Carlotta Mattei, ha in buona sostanza fatto sapere di non gradire le scuse che Gnoli vorrebbe inviare attraverso una lettera: la missiva dunque non partirà. Intanto il Pm Lucrezia Ciriello titolare del fascicolo sta ascoltando altri testimoni in merito all’appalto sui lavori in spiaggia.

Sempre venerdì, 30 maggio, alle 14.30 si terranno i funerali di Elisa Spadavecchia, nella chiesa vicentina di San Marco a Creazzo. Ai funerali sarà presente anche una delegazione del Comune di Cervia, rappresentato dall’Assessora Michela Brunelli, per esprimere il cordoglio e la vicinanza dell’intera città.

Si finge carabiniere e poi rapina una coppia di ragazzi in una camera di un hotel

Arrestato un 21enne che era riuscito a farsi consegnare carte di credito e 1.500 euro in contanti

Cc Norm Serale

Nella notte tra lunedì e martedì, i carabinieri della Stazione di Milano Marittima hanno arrestato un 21enne ritenuto responsabile di una rapina ai danni di una coppia di giovani, commessa in un hotel di Milano Marittima.

I fatti si sono verificati intorno alle 3 di notte quando il giovane (con precedenti, di origini straniera) facendo finta di essere un carabiniere, con la scusa di dover eseguire una perquisizione, si è presentato nella camera di hotel (lo stesso in cui stava soggiornando lui stesso) di una coppia. Una volta entrato, avrebbe minacciato i due ragazzi con una bottiglia facendosi consegnare le carte di credito e la somma contante di circa 1.500 euro.

I carabinieri giunti sul posto dopo la chiamata dei derubati, sono riusciti poi a rintracciare il rapinatore ancora nella sua camera dello stesso hotel. Il ragazzo è quindi stato arrestato, mentre la refurtiva è stata restituita alla coppia di turisti.

Il maestro Muti al Pala De André per il concerto inaugurale del Ravenna Festival

Il 31 maggio al Pala De André tra Beethoven e Mozart. Con il violinista Gibboni

RAVENNA 20/07/2023. RAVENNA FESTIVAL. RICCARDO MUTI, TAMÁS VARGA. Riccardo Muti Direttore Orchestra Giovanile Luigi Cherubini Tamás Varga Violoncello

È nel segno della tradizione classica, del repertorio più amato dal grande pubblico e dei massimi interpreti che prende ufficialmente il via la XXXVI edizione di Ravenna Festival: Mozart e Beethoven, indiscussi capisaldi della letteratura sinfonica di tutti i tempi affidati alla maestria e al talento di Riccardo Muti. Ancora una volta tocca a lui, “nume tutelare” di questo festival, di inaugurarne ufficialmente il cartellone, con un concerto sempre molto atteso dal pubblico, che sabato 31 maggio alle 21 si terrà nell’ampia platea del Pala De André: Muti sul podio dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini al cui fianco salirà in palcoscenico Giuseppe Gibboni, giovane tra i più talentuosi violinisti del nostro tempo. 

G.Gibboni MM2 8604 ©Andrej Grilc

E se, come recita il titolo posto a riunire le tante anime del cartellone di Ravenna Festival, “Donde hay música no puede haber cosa mala” (Dove c’è musica non può esserci alcun male), ecco che la serata d’apertura appare come un inno alla “massima” che Cervantes affida a Sancho, l’improbabile scudiero di Don Chisciotte. Per lo spirito che anima l’incontro di tanti nell’esperienza comunitaria dell’ascolto, e per la qualità intrinseca alle musiche scelte dal Maestro. A cominciare dal “perentorio” inconfondibile attacco del Coriolano, l’ouverture in do minore op. 62 di Ludwig van Beethoven posta ad aprire il concerto, pagina di intensa e inquieta drammaticità in cui opposti stati d’animo giungono a suprema sintesi. A quest’opera composta nel 1807 legata all’omonima tragedia scritta da Heinrich Joseph von Collin (seppure eseguita una sola volta insieme ad essa), l’impaginato della serata fa seguire il Quarto Concerto per violino e orchestra in re maggiore K 218 di Wolfgang Amadeus Mozart. Frutto del genio appena diciannovenne, è uno dei soli cinque concerti violinistici di Mozart, che lo compone a Salisburgo nel 1775. A incorniciare Mozart, di nuovo Beethoven: la Settima Sinfonia in la maggiore op. 92, composta nel 1812.

Nei due giorni seguenti, domenica 1 e lunedì 2 giugno, Muti guiderà oltre 3.000 coristi da tutt’Italia in due giorni di masterclass su pagine verdiane, nell’ambito del progetto Cantare amantis est. 

Info e prevendite: 0544 249244 – www.ravennafestival.org
Biglietti da 18 a 80 Euro (ridotti da 15 a 72); under 18: 5 Euro
Navetta gratuita per il concerto con due partenze dalla stazione ferroviaria (19.40, 20.20) e ritorni

Tifosi, sponsor e staff del Ravenna si sfidano in un triangolare di beneficenza

La Partita del Cuore è in programma lunedì 2 giugno alle 20 e il ricavato sarà devoluto all’Advs

PARTITA DEL CUORE POST

Si avvicina l’appuntamento con La Partita del Cuore, l’evento benefico organizzato dal Ravenna Fc in programma lunedì 2 giugno alle 20 allo Stadio Benelli. Il ricavato del triangolare tra tifosi, sponsor e staff del Ravenna sarà devoluto a favore di Advs Ravenna. L’ingresso sarà possibile con un biglietto dal valore simbolico di 5 euro, disponibile anche in prevendita presso il punto prelievi Advs all’ospedale di Ravenna.

A rendere ancora più speciale la serata sarà la presenza in campo, nella squadra dello Staff Ravenna Fc, di alcune leggende del calcio giallorosso, protagonisti di pagine indimenticabili della storia del club: Dodo Giorgetti, Marino D’Aloisio, Lamberto Zauli e Beppe Pregnolato. 

Nel corso della serata si terrà anche una sfilata del settore giovanile giallorosso. Durante gli intervalli tra le gare, invece, il pubblico potrà ammirare le esibizioni delle atlete de Lo Zodiaco Asd. Il gruppo Silver categoria Open, si esibirà in due coreografie ispirate alla mitologia greca. Insieme a loro, anche le ginnaste più giovani proporranno due coreografie di hip hop, dedicate a Zeus e Athena, per un connubio inedito tra sport, danza e racconto mitologico.

Riviste Reclam

Vedi tutte le riviste ->

Chiudi