sabato
25 Ottobre 2025

Il Mar condannato a pagare 225mila euro per aver danneggiato opere in prestito

Accolta la richiesta dei proprietari delle “Immagini della Divina Commedia” del pittore Amos Nattini, in mostra a Ravenna tra 2015 e 2016

Amos Nattini
Uno dei fogli danneggiati dell’opera «Imagini della Divina Commedia» di Amos Nattini. Foto: Laboratorio degli Angeli, Bologna, pubblicata sul Giornale dell’Arte

La Corte d’Appello di Bologna ha condannato il Mar di Ravenna a pagare circa 225mila euro ai proprietari di alcune opere esposte nella grande mostra dal titolo Divina Commedia. Le visioni di Doré, Scaramuzza, Nattini, realizzata al museo di Ravenna tra fine 2015 e inizio 2016. Si tratta delle “Immagini della Divina Commedia”, 100 fogli realizzati dal genovese Amos Nattini raffiguranti tutti i canti del poema dantesco, secondo i proprietari (una famiglia di collezionisti parmensi) danneggiati irreparabilmente in molte parti nel corso del prestito al museo ravennate. La notizia è riportata sulla rivista on line di settore Il Giornale dell’Arte a questo link.

La sentenza risale allo scorso luglio ma è stata resa nota alle parti solo a fine ottobre e ribalta quella di primo grado del tribunale di Ravenna del 2021 che aveva ritenuto mancasse il nesso causale certo tra inidoneità dei locali e danneggiamento. «Al Mar, al tempo – dichiara l’avvocato Giulio Volpe al Giornale dell’Arte -, non mossero un dito per salvare il salvabile quando a mostra in corso vennero segnalati i primi problemi: io stesso verificai con le strumentazioni tecniche che la temperatura riscontrata era tra i 22 e i 23° con indice di umidità relativa tra 37% e 39%, nettamente inferiore a quanto previsto dalle condizioni di climatizzazione formalmente comunicate. Invece i rilevamenti termo-igrometrici quotidiani, richiesti più volte e promessi dalla direttrice di allora del Mar (Maria Grazia Marini, ndr), non ci pervennero mai».

Sulle pagine del Carlino Ravenna in edicola oggi (17 dicembre) l’attuale direttore del Mar, Roberto Cantagalli (che a quei tempi lavorava per il Comune di Comacchio) si riserva di valutare un eventuale ricorso.

Ravenna in trionfo ai Premi Ubu, gli Oscar del teatro italiano

Vincono la “Trilogia della città di K.” di Fanny & Alexander e “Redrum” di gruppo nanou

Trilogia Citta K
Il gruppo della “Trilogia della Città di K.”

Da oltre quarant’anni i Premi Ubu mappano la scena teatrale italiana assegnando riconoscimenti ad artisti e artiste che lavorano nei vari mestieri del teatro e delle arti performative, dalla regia al dietro le quinte, dalla recitazione alla scrittura. Anche quest’anno il più prestigioso e longevo premio teatrale italiano (ideato da Franco Quadri nel 1978), l’unico che funziona con un meccanismo di referendum che chiama al voto oltre settanta figure della critica e degli studi in tutta Italia, ha scelto di celebrare la sua cerimonia conclusiva all’Arena del Sole di Bologna.

Gruppo Nanou
Lo staff del gruppo nanou con il Premio Ubu

La cerimonia si è svolta il 16 dicembre (anche in diretta su Rai Radio3) ed è stata condotta in sala da Monica Demuru e Lorenzo Pavolini, con il paesaggio sonoro di Cristiano Calcagnile (che insieme a Demuru forma il duo Blastula). Come sempre la festa per l’Emilia-Romagna è stata doppia, perché sono sempre molti gli artisti e le artiste che arrivano in finale agli Ubu, segno della grande fertilità creativa che caratterizza la regione, sia dentro che fuori i principali centri di produzione. Come dimostrano in effetti i molti premi ottenuti quest’anno da vari artisti e compagnie di base nel territorio regionale.

Luigi De Angelis
Luigi De Angelis con i premi Ubu

Tra i due spettacoli che hanno vinto (ex-aequo) il titolo di miglior spettacolo teatrale c’è infatti Trilogia della Città di K, un progetto di Federica Fracassi e della compagnia ravennate Fanny & Alexander, per la regia di Luigi De Angelis. Uno spettacolo molto apprezzato, che ha vinto anche per la migliore regia (di De Angelis, appunto), per il miglior progetto sonoro, firmato da Mirto Baliani e Emanuele Wiltsch Barberio, e per il miglior disegno luci e la migliore scenografia (ancora De Angelis per entrambe le categorie).

Nella categoria miglior spettacolo di danza ha vinto invece Redrum di Marco Valerio Amico e Rhuena Bracci del ravennate gruppo nanou (anche in questo caso con un ex-aequo).

Il faentino Michele Busa di bronzo ai Mondiali di nuoto di Budapest: «Straordinario»

Nella staffetta 4×100, dopo un quarto e un quinto posto nei 100 e 50 farfalla. Il sindaco Isola lo celebra

Michele Busa Podio

Storica impresa di Michele Busa, nuotatore faentino di 23 anni che alla sua prima rassegna iridata, dopo aver centrato il quinto posto nei 50 (con tanto di record italiano) e il quarto nei 100 farfalla, ha conquistato la medaglia di bronzo nella staffetta 4×100 ai Mondiali in vasca corta che si sono appena conclusi a Budapest.

Una gara che ha visto l’Italia salire sul terzo gradino del podio alle spalle di Stati Uniti e Russia, capace di stabilire un nuovo record mondiale. Busa – nato e cresciuto a Faenza, oggi tesserato con l’Imolanuoto dove è allenato da Cesare Casella – si è distinto nella frazione a farfalla, completando i suoi 100 metri in un ottimo 48”81. «Un sogno incredibile», ha commentato il 23enne al termine.

Michele Busa

A celebrarlo sui social il sindaco di Faenza, Massimo Isola: «Un risultato straordinario». Anche il neoconsigliere regionale manfredo, Niccolò Bosi, commenta: «Michele me lo ricordo da sempre in piscina, la sua è una passione vera, un amore che uniti a impegno, lavoro e concentrazione ha portato a questi bei successi in terra di Ungheria. Grande Michele, sei una forza!».

 

Tiro a segno: tre sezioni in provincia, la prima dal 1861, iscritti in calo

Nel 2024 i tesserati sono in totale circa 1.300. Il 25 percento dei tesserati a Faenza nel 2022 non è mai andato a sparare

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L’Unione italiana tiro a segno (Uits) ha tre sezioni in provincia (altre 22 nel resto della regione per un totale in Italia di 260): a Faenza dal 1861, a Ravenna dal 1862 e a Lugo dal 1884. I numeri locali dicono che gli iscritti sono in calo. Ravenna ne ha mille, erano circa 1.400 prima del Covid. Faenza ne ha 160, erano 407 cinque anni fa e 513 dieci anni fa. Lugo ha scelto di non fornire numeri e informazioni sulla sua attività.

Se poi si escludono i cosiddetti soci obbligati (guardie giurate o appartenenti alle polizie locali), i soci volontari di Ravenna e Faenza che svolgono attività sportiva o ricreativa per passatempo sono oggi meno di settecento. In provincia ci sono 5.300 licenze di porto di fucile per uso sportivo, ma non è obbligatorio il tesseramento in una sezione di tiro a segno.

Il poligono di Faenza, in via San Martino, è stato colpito da tre alluvioni, nel 2024 è rimasto chiuso per dieci mesi. «Dopo il terzo allagamento del 19 settembre 2024 – spiega il presidente Francesco Fabbri –, abbiamo ottenuto dal Genio Militare l’agibilità e riaperto solo lo stand di tiro a 25 metri, per attività istituzionale e sportiva». A mandare avanti l’associazione ci pensano dodici persone tra consiglieri e direttori di tiro, tutti volontari a titolo gratuito. I soci volontari sono 62 uomini e 14 donne con una età media di circa 50 anni. Nel 2022, l’ultimo anno senza alluvioni, il 25 percento dei tesserati non ha mai sparato. L’attività sportiva è praticata regolarmente da circa 25 tiratori, il miglior risultato recente è di Monica Montanari con il titolo italiano assoluto 2024, categoria master donne, nella specialità pistola automatica.

Ivo Angelini ha 70 anni e dal 2007 è presidente della sezione di Ravenna (esclusa una parentesi di 4 anni) dove entrò per la prima volta come socio nel 1979: «Ereditai un’arma da mio suocero e feci il corso per l’abilitazione al maneggio. Da quel giorno è cominciata la mia passione. Avevo abbandonato un po’ con la nascita della prima figlia e poi ho ripreso una ventina di anni fa». L’attività del poligono in via Trieste viene mandata avanti da due impiegate e una ventina di volontari. «La pandemia ci ha dato una bella mazzata, come è successo a tante associazioni sportive dilettantistiche. Le limitazioni imposte dai vari decreti per due anni hanno causato la disaffezione di molti frequentatori. E poi ci si è messa la crisi economica, perché questo non è un passatempo proprio economico. Il tesseramento annuale costa 85 euro, poi per sparare 50 colpi se ne vanno 25 euro tra cartucce e pedana e altri dieci se si affitta l’arma. E tutto dura 30-40 minuti…».

Attrarre nuove leve per mandare avanti l’attività sportiva non è facile. C’è da fare i conti con un atteggiamento critico verso il mondo delle armi generalizzato tra l’opinione pubblica: «Una volta in tutte le case c’era un nonno che andava a caccia, adesso è un passatempo molto meno diffuso. Questo fa sì che ci siano meno famiglie in cui l’arma viene vista come qualcosa che non necessariamente è uno strumento di aggressione. Ma la demonizzazione delle armi c’è da sempre. Io posso però dire che tra i nostri soci abbiamo persone che, per dirla con una battuta, si collocano su tutto l’arco costituzionale. Come associazione cerchiamo di mostrare alla cittadinanza che la nostra sezione è un luogo di ritrovo dove si può passare del tempo e praticare un’attività in sicurezza».

I curiosi di saperne di più possono entrare liberamente e rivolgersi ai volontari. Con precise limitazioni: «Mostriamo la sezione, spieghiamo come si svolge l’attività, diamo tutte le informazioni per diventare praticanti, possiamo anche far vedere chi sta sparando, ma ovviamente lo fa solo chi è abilitato».

Per chi vuole provare ci sono gli open day, aperti a chi ha almeno 10 anni: «Si usano solo armi ad aria compressa con potenza inferiore a 7,5 joule che sono di libera vendita e c’è l’assistenza di istruttori qualificati. Di solito c’è molta affluenza perché si può sperimentare qualcosa che non si può fare altrimenti. Dopo l’open day di ottobre abbiamo avuto tre tesseramenti tra i giovani, nessuno tra gli adulti che quando sanno di dover fare il corso per l’abilitazione al maneggio non aderiscono. Per i minorenni, invece, non è richiesto se sono iscritti a una sezione sportiva». A Ravenna gli under 18 sono una quindicina.

Chi ha superato la prova teorica e pratica per ottenere l’abilitazione al maneggio non ha bisogno di altre autorizzazioni per praticare l’attività di tiro a segno a livello amatoriale: se non intende acquistare un’arma propria, può usare quelle custodite dalla sezione dove restano a fine sessione.

Idea di riqualificazione per via Trieste

La sezione di Ravenna del tiro a segno occupa un lotto di 21mila mq tra via Trieste e la banchina del canale Candiano, compreso tra lo scolo Lama e via Pag. Sul lato della Darsena si affaccia la sede storica, di proprietà del Demanio, costruita in cemento armato e tutelata dalla Soprintendenza. La parte moderna che oggi viene utilizzata è invece di proprietà del Comune. L’associazione che ha la gestione ha proposto un progetto di riqualificazione complessiva che prevede la realizzazione di una galleria di tiro da 150 metri per fucili di grosso calibro e sopra a questa una galleria per armi ad aria compressa con uno spazio verde aperto al pubblico dotato di percorso vita.

Avancarica: il 6 gennaio si spara come nel 1800

Ogni 6 gennaio al poligono di Ravenna si svolge la gara goliardica non competitiva del tiro alla scopa della Befana: si spara da 25 metri per cercare di centrare e spezzare il manico in legno di una scopa. Si utilizzano armi ad avancarica, la passione di Ivo Angelini: «Sono armi che hanno il meccanismo di quelle del 1700-1800. Cartuccina in ottone, palla sferica di piombo e polvere nera. Dopo ogni colpo va rifatta tutta la procedura di carica. Sono le armi che vediamo nei duelli dei film. Oggi ci sono alcuni produttori che realizzano ancora queste armi e c’è un campionato dedicato». Angelini lo considera un altro mondo rispetto al più classico tiro a segno con approccio sportivo: «L’appassionato di avancarica vive la cosa più come un modo per stare assieme. Una cinquantina di colpi si spara in un’ora e mezza almeno».

Un accordo tra il Comune e le Terme di Cervia per produrre più energia sostenibile

Firmato il primo “green deal” locale della cittadina tra pubblico e privato: la struttura sanitaria si impegnerà a installare un parco fotovoltaico sull’edificio e l’amministrazione faciliterà il reperimento dei fondi

Local Green Deal 2

È stato firmato venerdì 6 dicembre il primo Green Deal locale tra l’Amministrazione Comunale e le Terme di Cervia. Si tratta di un accordo di collaborazione tra pubblico e privato per favorire la transizione green e promuovere la produzione di energia da fonti rinnovabili: con questo accordo le Terme di Cervia, che sono attualmente impegnate in interventi di riqualificazione energetica degli edifici e di produzione di energia da fonti rinnovabili, finanzieranno il completamento di un parco fotovoltaico sulle proprie strutture, mediante l’installazione di pompe di calore, con l’obiettivo finale di ridurre del 50% l’acquisto di energia dalla rete ed incrementare i servizi dell’impianto termale. Il Comune avrà il ruolo di facilitatore per il reperimento di fondi e progetti di riqualificazione energetica, oltre a quello di promuovere azioni di sensibilizzazione e informazione sul tema energetico. La prospettiva futura è quella di ampliare la comunità energetica (Cer) recentemente costituita sul territorio cervese, con l’ingresso di altri potenziali produttori e consumatori di energia.

Il patto è nato all’interno del progetto Intelligent Cities Challenge, un’iniziativa guidata dalla Commissione Europea alla quale il Comune di Cervia ha aderito, attraverso il Consorzio Sweden Emilia Romagna Network (SERN) in rete con le città svedesi di Trollhättan e Vänersborg. L’obiettivo è definire un accordo costruito sul coinvolgimento e l’impegno delle realtà locali per valorizzare le iniziative di sostenibilità ed innovazione del territorio, attraverso il meccanismo dei Local Green Deal. Il sito del Sern da inoltre la possibilità di restare aggiornati sugli sviluppi del progetto.

Manualetto dona 1365 euro agli alluvionati di Bagnacavallo

Conclusa la raccolta fondi avviata dal festival, che si era tenuto proprio nei giorni successivi all’ondata che ha travolto Traversara

Manualetto Ravenna

Il festival Manualetto ha raccolto 1365 euro da donare agli alluvionati di Traversara. L’idea dell’iniziativa è partita proprio nei giorni dell’evento culturale ravennate, tenutosi dal 20 al 29 settembre scorso. Il giorno prima dell’inaugurazione, il 19 settembre, la frazione di Bagnacavallo era stata travolta dall’ondata di piena. Per questo le associazioni organizzatrici di Manualetto, lo studio di architettura Denara e l’associazione culturale Studio Doiz, hanno deciso di aggiungere una giornata di raccolta fondi ai sei giorni previsti del festival, organizzando una chiamata pubblica rivolta a tutti gli artisti del territorio.

Di comune accordo con la Compagnia portuale di Ravenna, che ha ospitato nei suoi spazi l’edizione 2024 di Manualetto, è stata avviata una campagna per raccogliere una somma da donare al Comune di Bagnacavallo, per l’aiuto concreto delle persone colpite dall’alluvione. Oggi Denara e Studio Doiz hanno comunicato di avere raggiunto la cifra di 1365 euro, già versati all’Iban della raccolta fondi “Emergenza alluvioni Bagnacavallo”, organizzata dal Comune.

Per continuare a donare, l’Iban della raccolta fondi “Emergenza alluvioni Bagnacavallo” è IT 80 Z 06270 13199 T20990000280. Causale: “Raccolta fondi emergenza alluvioni Bagnacavallo”.

Un camion si è ribaltato fuori strada mentre usciva dal porto con un carico di grano

Il Tir percorreva la statale Classicana e ha sbandato senza coinvolgere altri veicoli. Illeso l’autista

Un Tir che trasportava grano, caricato al porto di Ravenna, si è ribaltato fuori strada mentre percorreva la statale 67 Classicana dal porto verso Classe. L’incidente è avvenuto stamani, 16 dicembre, nel tratto tra lo svincolo di via Trieste e quello di via Molinetto. Il conducente è uscito illeso dall’abitacolo e ha rifiutato le assistenze del personale sanitario del 118.

L’uscita di strada è avvenuta senza il coinvolgimento di altri veicoli, probabile che il mezzo pesante si sia avvicinato troppo al ciglio della strada e il conducente abbia persona il controllo finendo per ribaltarsi su un fianco.

Sul posto per i rilievi sono intervenuti gli agenti della polizia stradale di Ravenna. Durante le operazioni, il transito sulla carreggiata è stato ridotto a una corsia di marcia. Per il recupero del camion verrà valutata la chiusura completa del tratto per consentire l’intervento di una gru.

Ravenna risale 7 posizioni nella classifica del Sole 24 Ore sulla qualità della vita

Ma è superata da Forlì-Cesena. A vincere è per la prima volta Bergamo

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La provincia di Ravenna risale 7 posizioni in un anno e passa dal 34esimo al 27esimo posto nella classifica della Qualità della vita del Sole 24 Ore, basata su un’indagine che misura il benessere nei territori italiani attraverso 90 indicatori da fonti certificate, divisi in sei categorie.

A vincere quest’anno è per la prima volta Bergamo, davanti a due habitué del podio: Trento e Bolzano.

Ravenna è stata superata da Forlì-Cesena che è balzata al 13esimo posto (dal 40esimo), mentre l’altra provincia romagnola, quella di Rimini, è in leggera risalita, ma ancora ferma al 42esimo posto. La prima emiliano-romagnola in classifica si conferma Bologna, al nono posto in Italia.

Tutti gli approfondimenti a questo link.

Ravenna risultava in crescita anche nella classifica di Italia Oggi, dove spicca addirittura in 11esima posizione.

Si torna a giocare a Parco Cola: in programma anche nuove luci e un’area per cani

 La donazione del Rotary Club della città ha permesso l’installazione di nuovi scivoli, dondoli e castelli nell’area verde devastata dall’alluvione del 2023. Un progetto da 50 mila euro per implementare la zona con una pista ciclabile, un impianto di illuminazione e uno spazio per lo sgambamento

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Nuova vita per il Parco Cola di Faenza: l’area verde di via Calamelli, devastata dall’alluvione del 2023, presenta alla cittadinanza la donazione delle nuove strutture e giochi finanziati dal Rotary Club della città.

Quasi tutte le precedenti strutture sono state trascinate via dalla forza del Lamone e le poche rimaste erano comunque troppo danneggiate per l’utilizzo. Oggi il parco è stato dotato di un gioco a rete per l’arrampicata alto 4 metri, una torre con scivolo, un dondolo, un percorso di equilibrio, un castelletto per i più piccoli e una casetta in legno. «Ma i lavori nell’area verde di via Calamelli, per essere riportata alla sua originaria funzione, quella di luogo di aggregazione e di socialità per i residenti della zona ma anche per i tanti che frequentano quel parco, non si esauriscono qui – commentano dal Comune -. Per completare la sua completa rinascita, l’amministrazione ha recentemente approvato il progetto esecutivo di manutenzione straordinaria».

L’intervento, finanziato per 50mila euro, prevede la realizzazione di un percorso ciclo-pedonale dotato di illuminazione per migliorarne la fruibilità serale e aumentare la percezione di sicurezza e la nuova area ‘sgambamento cani’ che era andata anch’essa completamente distrutta con l’alluvione di maggio 2023. Quest’ultima verrà realizzata all’interno del Parco recintando una porzione di verde con una staccionata in legno di castagno e rete plastificata; l’area sarà dotata di cancelli carrabili e pedonali, della fontanella e di arredi urbani specifici per i cani e per i loro accompagnatori. Una volta completati gli interventi, si procederà con la potatura degli alberi e delle siepi per una manutenzione generale della vegetazione esistente.

Capodanno in piazza tra acrobati, danzatrici sospese, proiezioni e costumi luminosi

L’area della Rocca si prepara per la grande festa del 31 dicembre, con lo spettacolo di “danza verticale” ideato da Monica Maimone

Angeli
Grande festa in piazza per il Capodanno di Lugo: alle 23 del 31 dicembre l’area vicina alla Rocca estense farà fa palcoscenico a “Imparare a volare”, lo spettacolo di danza verticale ideato da Monica Maimone per una produzione Festi Group.
Grandi immagini proiettate sulle pareti della Rocca faranno da cornice a quanto accade in piazza, dove gli artisti si muoveranno in mezzo al pubblico con costumi luminosi e scenografici. Sospesa sulle pareti verticali della Rocca, una ragazza darà l’illusione di danzare volando, mentre dall’alto delle torri, “un angelo” racconta la leggerezza del volo e un’aviatrice si muove nel vuoto, mentre scorrono le immagini di vedute aree. Le immagini saranno proiettate anche sulla lunghissima gonna di una delle ballerine, intenta a danzare attaccata alla parete regalando tridimensionalità al videomapping. A seguito della performance, la festa continua con il djset nel cortile della rocca a cura del Cisim.
Per i cittadini ci sarà inoltre la possibilità di assistere alle prove aperte, una vera e propria anteprima dello spettacolo, che si terranno lunedì 30 dicembre in piazza dei Martiri alle 21.
Dal Comune ricordano che durante la serata è vietato l’uso di petardi e fuochi artificiali e che il loro utilizzo è sanzionabile con multe fino a 400 euro: «Chiediamo ai nostri concittadini di evitare l’utilizzo di botti, per rispetto del prossimo e anche degli animali – commenta l’assessore alla Promozione urbana Gianmarco Rossato -. Ci sono un’infinità di modi per festeggiare insieme, più divertenti e meno pericolosi».

Una canzone di Natale per promuovere una raccolta fondi in favore degli alluvionati

Il progetto del gruppo faentino Geisha che lancia il nuovo singolo in collaborazione con la scuola di musica Artistation e altri artisti del territorio

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Una canzone di Natale per raccogliere fondi in favore degli alluvionati: il gruppo faentino Geisha presenta il nuovo singolo “Buon Natale – Io sono la vita”, la cui diffusione è legata alla promozione di una raccolta fondi per supportare le famiglie e le attività di Faenza tre volte alluvionate.

Il brano, registrato in tre lingue (italiano, spagnolo e inglese), è uscito su tutte le piattaforme e su gran parte delle radio italiane domenica 8 dicembre, e alla riproduzione della canzone su YouTube segue un Qr code che permette di effettuare un bonifico direttamente sull’iban di Don Massimo di Sant’Antonino, responsabile della Caritas diocesana Faenza-Modigliana, che si è già occupato del censimento delle realtà colpite e dei relativi bisogni. Tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio è in programma anche un concerto al Pala Cattani di Faenza, anche in questo caso l’intero ricavato sarà devoluto alla Caritas diocesana Faenza-Modigliana.

Alla realizzazione di “Buon Natale – Io sono la vita” hanno partecipato i cinque componenti dei Geisha, Emanuele Mazzoni (vocalist) Francesco Chiari (chitarra) Nicola Peroni (basso) Jader Felici (tastiera) Samuele Lucatini (batteria) e altri artisti del territorio come il tenore faentino Fabiano Naldini la cantante riolese Antonella Nuti. Per sottolineare l’aspetto di solidarietà del brano, la collaborazione con la scuola Artistaiton di Faenza (tra i simboli dell’alluvione) con la partecipazione del coro Art of choir diretto dal maestro Mirko Nanni. L’arrangiamento e la produzione del pezzo sono stati curati dal maestro Loris Ceroni (recording Studio Le Dune di Riolo Terme), che conta nella sua carriera tre presenze come direttore d’orchestra sul palco di Sanremo.

«Il significato della nostra canzone è racchiuso in queste righe “Io sono la vita, il dono più grande e più bello che l’uomo possa avere. Ti osservo, ti parlo e sono con te ogni giorno, nel bello e nel brutto che ci riserva la quotidianità, chiedendoti di vivermi fino in fondo, nel modo migliore e giusto senza buttarmi via” – commenta Samuele Lucatini -. un inno alla speranza e alla rinascita. Vogliamo ringraziare tutti coloro che hanno contribuito a questa iniziativa, dimostrando come l’arte possa diventare uno strumento di solidarietà. Nei crediti finali del video, online su tutte le piattaforme, sono riportate le modalità per fare un’offerta e sostenere il Borgo, ci auguriamo che l’adesione sia tanta».

L’iniziativa, approvata dal Comune faentino, è sostenuta dal CineDream della città che sponsorizza l’iniziativa diffondendo flyer dal doppio Qr Code, uno per ascoltare la canzone e uno per effettuare la donazione, che riporta all’iban IT31W0854223703000000030806 con causale “raccolta fondi alluvione 2024”.

La Ocean Viking sta portando a Ravenna 129 migranti soccorsi nel Mar Ionio

La nave della ong Sos Mediterranee costretta dalle autorità italiane a sbarcare nel porto bizantino

Dopo avere soccorso 129 persone in mare, la Ocean Viking sta facendo rotta verso Ravenna. La nave di Sos Mediterranee ha condotto la complessa operazione di salvataggio nella mattina di sabato 14 dicembre, in collaborazione con la Guardia costiera italiana: si trattava di un peschereccio in acciaio di 15 metri, individuato nelle acque del mar Ionio. Secondo quanto riferito dalla ong, i passeggeri hanno detto di essere partiti dalla Turchia sei giorni prima. Nella gallery qui sopra, alcune immagini delle operazioni di soccorso pubblicate su Facebook da Sos Mediterranee.

«La maggior parte delle persone soccorse sono donne e bambini: 43 donne, di cui una incinta, e 43 bambini, di cui un piccolo naufrago di un mese che viaggia con la sua mamma», afferma Sos Mediterranee. «Due donne in ipotermia hanno avuto un collasso quando sono arrivate sulla Ocean Viking, dove sono state portate in barella. I team a bordo stanno prendendo cura di tutti e tutte loro».

Nonostante il salvataggio sia avvenuto al sud Italia, le autorità italiane hanno assegnato alla Ocean Viking il porto di Ravenna come destinazione per far sbarcare i migranti. «Segnaliamo che alle molte richieste di un porto più vicino di quello di Ravenna, le autorità italiane hanno risposto negativamente, nonostante l’operazione di soccorso sia stata coordinata da loro e tra i 163 naufraghi ci siano anche casi medici urgenti», sottolinea Sos Mediterranee.

Anche lo scorso novembre la Ocean Viking, dopo avere soccorso 50 persone, era stata destinata al porto di Ravenna. Tuttavia, all’ultimo momento la nave ha attraccato a sorpresa a Brindisi.

In questo momento, lunedì 16 dicembre, la Ocean Viking si trova al largo delle coste abruzzesi. Il suo arrivo sarà il 16esimo a Ravenna, a partire dal 31 dicembre 2022 (la prima nave a sbarcare fu proprio l’Ocean Viking). Ad oggi, in totale sono stati accolti al porto di Ravenna 1563 migranti.

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