venerdì
12 Settembre 2025

Due nuove corse tra Ravenna e Bologna per rispondere alle esigenze dei pendolari

Con l’orario invernale salgono a 40 i collegamenti diretti tra le due città. Corsini: «Implementiamo il trasporto pubblico locale, vero fulcro della mobilità sostenibile»

Salgono a 40 i collegamenti diretti tra Bologna e Ravenna con l’implementazione di due nuove corse sulla linea Ravenna-Faenza-Bologna a partire dal 9 dicembre, con il cambio orario invernale. Si tratta di un regionale in partenza alle 7.06 che arriverà nel capoluogo alle 8.05 e un collegamento veloce con partenza da Bologna alle 5.50 e arrivo alle 6.50 in città, utile per i lavoratori della prima mattina. I treni saranno disponibili dal lunedì al venerdì e seguiranno il percorso via Faenza, per un tragitto totale di circa un’ora con un’unica fermata intermedia per la corsa diretta a Bologna e un’ulteriore fermata (Imola) per il mezzo in arrivo a Ravenna.

Le novità messe in campo dalla Regione, in collaborazione con Trenitalia Tper e Rfi, vogliono andare incontro alle esigenze dei pendolari che si spostano sulla linea. Gli orari indicati potrebbero subire poi qualche modifica, in quanto verranno ufficializzati dal gestore dell’infrastruttura nei primi giorni di novembre, come previsto per la programmazione del nuovo orario.

«Potenziamo il collegamento ferroviario tra Bologna e Ravenna per rispondere alle esigenze di studenti e lavoratori che ogni giorno si recano nel capoluogo – commenta l’assessore regionale alla Mobilità Andrea Corsini.- Siamo convinti che un trasporto pubblico più forte, moderno e comodo, possa costituire una valida alternativa al mezzo privato, per un pieno diritto alla mobilità. E per quella crescita sostenibile che vogliamo raggiungere in grado di restituirci città più sane e vivibili».

Elezioni Provinciali a Ravenna, il centro sinistra elegge 8 consiglieri su 12

Una netta vittoria per la lista “Insieme per la provincia di Ravenna”. In caso di elezione di De Pascale alle prossime regionali, il consiglio neoeletto sarà chiamato nuovamente al voto

Valentina Palli sindaco di Russi
Valentina Palli

La scorsa domenica (29 settembre) le province di Romagna sono state chiamate al voto per il rinnovo dei 12 componenti del consiglio provinciale. A Ravenna, la lista di centrosinistra  “Insieme per la provincia di Ravenna” registra una netta vittoria, eleggendo 8 consiglieri su 12: il sindaco di Castel Bolognese Luca Della Godenza; la sindaca di Russi Valentina Palli; il sindaco di Alfonsine Riccardo Graziani, la consigliera comunale di Massa Lombarda Sara Guardigli, il consigliere comunale di Faenza Gionata Amedei e i consiglieri comunali di Ravenna Andrea Vasi, Maria Gloria Natali e Luca Cortesi. La lista di centrodestra “Ravenna per la Romagna” elegge invece Francesco Martelli, Vincenzo Minardi consigliere comunale a Castel Bolognese, Gabriele Padovani, consigliere comunale a Faenza e Riccardo Vicari, consigliere comunale a Sant’Agata sul Santerno.

Il meccanismo di voto delle elezioni provinciali è ponderato, per cui il voto dei consiglieri comunali di comuni più grandi ha più peso di quelli dei comuni minori e la votazione è riservata a sindaci e consiglieri comunali. Gli aventi diritto al voto erano in totale 291, con un’affluenza superiore all’80percento (234 votanti totali). Non si è votato per il presidente della Provincia, che resta Michele de Pascale, ma in caso di vittoria del centrosinestra alle prossime elezioni regionali, al suo posto subentrerebbe la vice presidente Valentina Palli, con il ruolo di facente funzioni. I neoeletti consiglieri sarebbero poi chiamati nuovamente al voto per l’elezione del nuovo presidente e, in questo caso, il nome di Palli risulta il più accreditato per la vittoria.

Tra gossip e intelligenza artificiale, la mostra che “attualizza” Dante e Lord Byron

Visto il successo estivo con circa 30.000 spettatori, la mostra Dante Plus è stata prorogata fino al 13 di ottobre. In occasione della Notte d’Oro sarà aperta dalle 10.30 alle 13.30 e dalle 15 alle 23.

Danteplus2024 ESPANSO

L’ultima edizione di Dante Plus – mostra frequentatissima da turisti e cittadini fin dall’apertura nei chiostri e nel giardino della biblioteca Oriani, avvenuta a fine maggio – coinvolge la figura di Lord Byron, di cui quest’anno cade il bicentenario della morte: citando il famoso poster del 1985 che vedeva Andy Warhol e Basquiat appaiati in guantoni da pugile per la promozione di una mostra a New York, le icone dell’esposizione attuale dal titolo Dante vs Byron – eseguite a distanza di 40 anni dall’artista torinese Marcello Baldari – presentano i busti marmorei dei due magni poeti, legati alla città di Ravenna, in posizione di guardia.

Marco Miccoli, curatore e organizzatore di questa e delle precedenti edizioni, per il catalogo ha affidato ad Alessandra Carini la memoria della collaborazione fra Warhol e Basquiat, mentre a Rey Sciutto spetta il racconto della biografia di George Byron in una versione priva di censure e ricca dei risvolti boccacceschi che hanno segnato l’intera vita dell’inglese. Dei ravennati il Lord ricordava in una lettera l’isolamento dai percorsi turistici, la predilezione per gli amoreggiamenti ma anche per gli omicidi, la prossimità con luoghi letterari iconici come la pineta cantata da Boccaccio e l’ultima dimora di Dante.

La mostra, a cui partecipa più di una quarantina di artisti, omaggia quindi le figure dei due poeti, introdotti da Simone Tribuiani – in arte Tribv – in una versione in bianco e nero quasi monumentale in cui viene abbandonato il segno regressivo e sintetico con cui l’artista romagnolo è solito decorare le tavole da surf e skate che lo hanno reso famoso. Qualcuno non evita di attingere al gossip, come fa la giovane illustratrice romana Sara Paglia, che grazie al tratteggio tipico del suo lavoro asseconda l’indiscrezione storica secondo la quale Byron aveva l’abitudine di cavalcare nudo nei dintorni della città in compagnia dell’amante del momento, la contessina Teresa Gamba Guiccioli.

Come nelle edizioni passate, molte delle opere presentate permettono di accedere a contenuti di realtà aumentata, grazie a un’applicazione scaricabile (“Aria”): fra questi lavori, indicati in mostra da un simbolo, si segnala l’Inverno di Dante dell’illustratore e animatore pesarese Lorenzo Badioli, che utilizzando le figure di uno dei suoi progetti più famosi inserisce il poeta in tenuta da sci alla base di una montagna innevata e animata dai suoi Pupetti_tutti_matti. Di nuovo animata virtualmente risulta l’illustrazione digitale di Lucrezia “viperina” Pompa, una giovane autrice di adozione milanese pluripremiata nell’ambito dell’editoria: va ricordato che questa tavola futuristica in mostra è stata anche messa in produzione per una versione skateboard.

Per rimanere sull’onda della contemporaneità, non poteva mancare l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, che interviene nel lavoro proposto da Dom Barra, new media artist con sede a Napoli: un immaginario ritratto del poeta viene elaborato dalla AI e inserito all’interno di una sequenza inquietante di figure, simboli e animali che sembrano attualizzare la produzione fantastica dei personaggi e del contesto della Commedia. Media più tradizionali come stencil e spray vengono utilizzati invece dagli street artist Falco e Ragno che eseguono rispettivamente un Dante in versione pensatore, sulla deriva di una famosa scultura di Rodin, e lo stesso in un’inquietante tenuta da black-block. Una versione più ironica del poeta spetta invece a Pogu, uno studio famoso per aver contribuito a numerose realizzazioni della Rai e dello Zecchino d’oro, che crea un Dənte munito di lettera “schwa” che in la una serie di corrispondenze verbali a rima baciata. Infine, fra le numerose tavole in mostra – tutte in vendita in originale o in repliche rmate allo scopo di autonanziare il progetto – accade anche l’impossibile: è quanto propone la tavola della giovane illustratrice milanese Marianna Tomaselli, che immagina quel bacio romantico mai accaduto fra Dante e la sua Beatrice.

Dante vs Byron
Ravenna, chiostri e giardino Biblioteca Oriani
Fino al 29 settembre

Orari: dal lunedì al giovedì 10-13, venerdì 10-13 e 15-18, sabato e domenica 10.30-13.30 e 15-18.
Ingresso libero.

Il Ravenna perde a Pistoia e la vetta dopo quattro gare è già lontana 6 punti

Un mazzo di fiori dai toscani come omaggio per gli alluvionati

Tifosi Ravenna Pistoiese
I tifosi del Ravenna a Pistoia (foto pubblicata sul gruppo Facebook Lineagiallorossa)

Il Ravenna perde 1-0 a Pistoia uno scontro diretto tra pretendenti alla promozione in serie C e si allontana già dalla capolista del gruppo D del campionato nazionale di calcio di serie D.

I giallorossi – seguiti in Toscana da oltre duecento tifosi – incassano così già la seconda sconfitta in appena quattro partite.

Prima del fischio d’inzio, la società Pistoiese ha omaggiato il capitano del Ravenna Paolo Rrapaj con un mazzo di fiori in segno di vicinanza alle popolazioni colpite dall’alluvione.

Domenica prossima si torna al Benelli contro il Sasso Marconi, che precede il Ravenna di 1 lunghezza. In testa alla classifica il Tau Altopascio è a punteggio pieno con 12 punti in 4 partite, già 6 in più dei giallorossi di mister Antonioli.

Tanto inquinamento e pochi soldi. Ma Ravenna investe sulle crociere

A Porto Corsini al via i lavori per il nuovo terminal, mentre molte città europee stanno ostacolando l’arrivo delle navi. Ad Ancona in mille in piazza per protesta

Presentazione Standard Di PowerPoint
Un rendering di una delle nuove strutture previste nel terminal crociere di Porto Corsini

Stanno partendo in questi giorni i lavori per la costruzione del nuovo terminal crociere a Porto Corsini. L’operazione richiederà un investimento di circa 60 milioni di euro e dovrebbe terminare entro il 2026. Il progetto è stato affidato a Royal Carribean, la maggiore compagnia crocieristica internazionale (nonché proprietaria della nave più grande del mondo, la “Icon of the Seas”), che si è aggiudicata la gara per la concessione in project financing. L’Autorità portuale contribuirà con 6 milioni. L’opera comprende una nuova stazione marittima da 5 mila metri quadrati per due piani e l’adeguamento di banchine e servizi, allo scopo di accogliere ancora più navi, sempre più grandi. L’obiettivo è rendere Ravenna la principale destinazione crocieristica dell’Adriatico, approfittando della crisi di Venezia dove sono state allontanate per preservare la fragile città. Tuttavia il progetto è in controtendenza con resto d’Europa, dove si sta ostacolando questa forma di turismo molto inquinante e poco benefica per il territorio.

Inizialmente le navi da crociera avevano prezzi elevati, ma negli ultimi anni sono diventate più popolari e accessibili. Secondo la Cruise Lines International Association, l’associazione globale delle compagnie crocieristiche, nel 2019 hanno viaggiato in crociera 29,7 milioni di persone e dopo due anni di fermo per il Covid si è tornati a 31,5 milioni nel 2023 e se ne stimano 35,7 milioni per il 2024. A Ravenna, riferisce l’Autorità portuale, nel 2023 hanno attraccato 99 navi da crociera per 330.952 passeggeri, di cui 281.442 in home port: significa che la città bizantina è stata il luogo di inizio e fine della crociera; mentre per gli altri 49 mila si è trattato di una sosta intermedia per scendere, visitare il territorio e ripartire la sera stessa.

Le grandi navi hanno un impatto enorme nell’emissione di gas serra. Secondo l’International Council on Clean Trasportation, ogni turista in nave da crociera emette 500 kg di anidride carbonica per 2.000 chilometri di viaggio, più del doppio di un passeggero in aereo (che è già molto inquinante). Una sola nave da crociera scarica in atmosfera la stessa quantità quotidiana di polveri sottili prodotta da un milione di automobili. Nel 2022, le 218 navi da crociera operanti in Europa hanno emesso quattro volte la quantità di ossido di zolfo di tutte le automobili del continente.

Nell’ultimo report dell’Agenzia europea per l’ambiente sulla qualità dell’aria nelle città con più di 50 mila abitanti, pubblicato il 29 agosto, le città portuali in cui approdano le grandi navi sono in fondo alla classifica. Inoltre le crociere disturbano la fauna marina con il loro rumore e le luci notturne e rilasciano in mare sostanze inquinanti come oli, liquami e prodotti chimici. La maggior parte delle navi da crociera è alimentata con prodotti derivanti dal petrolio, come l’olio combustibile pesante e il gasolio marino; e il resto utilizza il gas naturale liquefatto, che è più climalterante della CO2. Anche quando sono ormeggiate, le navi tengono accesi i generatori a motore per alimentare i servizi di bordo. Nonostante abbiano la possibilità economica per farlo, le compagnie di navigazione non sono finora sembrate interessate a lavorare sulla reale riduzione del proprio impatto ambientale, né stanno investendo abbastanza per la conversione verso le fonti di energia rinnovabile.

Chi è d’accordo con la presenza delle navi da crociera, sottolinea gli introiti economici portati dai passeggeri, ma si tratta di un’argomentazione debole. I crocieristi fanno solo brevi gite tra i monumenti più importanti e spendono poco sul territorio, in quanto mangiano e dormono a bordo delle navi per cui pagano un biglietto all inclusive. Uno studio condotto a Bergen, città della Norvegia famosa per i tour dei fiordi, ha dimostrato che il 40% dei passeggeri non scende mai dalla nave, mentre coloro che lo fanno effettuano una spesa media di appena 23 euro. A fronte di questo minimo beneficio economico, ogni crocierista scarica il costo di un inquinamento enorme nelle città che visita. Oltretutto le gite riguardano in gran parte le mete intermedie, e meno le città di partenza e arrivo, quale è principalmente Ravenna.

Per questi motivi, molte città europee stanno ostacolando le navi da crociera. Santorini ha fissato il limite di 8.000 crocieristi al giorno e Dubrovnik di 5.000, Dublino ha rilasciato i permessi solo a 80 compagnie su 160 che li avevano richiesti, Amsterdam e Barcellona hanno vietato l’attracco nei porti più vicini ai centri città. Il capoluogo catalano ha anche annunciato un ingente aumento sulla tassa di soggiorno per i crocieristi, che già oggi pagano 4 euro per scendere e visitare la città; mentre la Norvegia ha introdotto severe sanzioni contro le compagnie di navigazione che dal 2026 non rispetteranno delle rigide norme sulle emissioni zero. In Italia, invece, sono in corso molti ampliamenti dei porti per accogliere sempre più grandi navi. Sembra che il nostro paese si stia candidando come destinazione alternativa per le crociere tanto bistrattate nel resto del continente, come se non ci importasse dell’inquinamento che portano.

Oltre a Ravenna, anche Ancona ha commissionato un nuovo terminal crocieristico, con un progetto da circa 40 milioni di euro che coinvolgerà MSC. Sabato scorso circa mille persone hanno partecipa to a un corteo di protesta contro l’opera, che renderà la città ancora più inquinata e cementificata. Dall’altro lato della penisola, molto controverso è il progetto del nuovo porto di Fiumicino, dove una società della Royal Carribean ha ottenuto una concessione di 90 anni e presentato un investimento da 350 milioni. L’opera è stata inserita tra quelle “strategiche” per il Giubileo 2025, seppure i lavori termineranno a manifestazione conclusa.

Ovviamente il progetto del nuovo terminal crociere di Porto Corsini ha la sua dose di “opere verdi”, altrimenti dette “greenwashing”. La riqualificazione dell’area prevede di realizzare il “Parco delle dune”, uno spazio di verde pubblico di 12 mila metri quadrati; inoltre il tetto del terminal sarà ricoperto di piante e pannelli fotovoltaici, e le navi ormeggiate potranno spegnere i motori e alimentare i servizi di bordo prendendo energia dalle colonnine elettriche in banchina. Ma tutto ciò non potrà bastare a compensare l’eccessivo inquinamento di questi mezzi.

Oltre 3mila persone in darsena contro la violenza sulle donne – FOTO

Numeri da record per la Pink Ranning di Linea Rosa

Oltre 3mila partecipanti – numero record – per la quarta edizione della Pink Ranning, l’evento organizzato da Ravenna Runners Club e Linea Rosa per dire “No” alla violenza di genere che ha invaso la darsena di città.

Alla partenza anche una folta rappresentanza istituzionale, con il via dato dal prefetto di Ravenna Castrese De Rosa, dall’assessora alle Politiche e culture di genere Federica Moschini, dall’assessore allo Sport e turismo Giacomo Costantini e dalla deputata Ouidad Bakkali.

«Dal 1° gennaio al 25 settembre scorso, 361 donne si sono rivolte ai nostri tre centri di Ravenna, Cervia e Russi – commenta Alessandra Bagnara, presidente di Linea Rosa –. Tra queste, 20 sono state accolte in una delle nostre cinque case rifugio, insieme ai loro 18 figli e figlie. Attualmente, mentre siamo qui, 10 donne vivono con i loro figli nelle nostre strutture a indirizzo segreto: 7 sono minorenni, 3 maggiorenni. Oggi siamo qui per loro, per garantire a queste donne e ai loro figli un futuro libero dalla violenza. Grazie ai fondi raccolti negli anni durante la Pink RAnning, abbiamo potuto sostenere le attività sportive e ludico-ricreative di decine di ragazzi e ragazze ospiti di Linea Rosa. Quest’anno continueremo a farlo grazie al vostro supporto, ma ci impegneremo anche a estendere questo aiuto ai giovani delle frazioni colpite dall’alluvione. Crediamo fermamente che lo sport sia un diritto di tutti, uno strumento essenziale per crescere sani e con valori solidi».

Da Diodato alla “sorpresa” Vinicio Capossela: a Faenza torna la musica del Mei

Dal 4 al 6 ottobre. Atteso anche il debutto del nuovo gruppo di Giusy Ferreri. Iniziative di solidarietà per gli alluvionati

Bloom Giusy Ferreri
La copertina dell’album di debutto dei Bloom, nuovo gruppo di Giusy Ferreri

Torna dal 4 al 6 ottobre a Faenza il Mei-Meeting delle Etichette Indipendenti, la rassegna della musica indipendente ed emergente italiana ideata e coordinata da Giordano Sangiorgi.

L’edizione 2024 avrà un’attenzione particolare alla solidarietà alla luce dell’alluvione che, nei giorni scorsi, ha colpito la Romagna e, in particolare, il Ravennate e Faenza.

Nella tre giorni faentina andranno in scena concerti, forum, convegni, fiere e mostre nelle principali piazze, teatri, palazzi e palchi.

Un premio speciale alla carriera sarà consegnato il 4 a Diodato, che esordì proprio al Mei nel 2007 con il primo album autoprodotto. Lo stesso giorno si esibiranno i Santa Balera e la super band alternative rock Bloom, un progetto musicale voluto da Giusy Ferreri, che presenterà dal vivo alcuni brani dell’album “Hangover”. Sabato 5 toccherà agli Estra, vincitori della Targa Mei; Filippo Graziani con un omaggio al padre Ivan, Beatrice Antolini che presenterà il nuovo album “Iperborea”, Enrico Brizzi premiato in occasione del trentesimo anniversario del libro “Jack Frusciante è uscito dal gruppo”. Sul palco anche Coca Puma (Targa Mei Miglior Artista Emergente) e Lamante (Miglior Videoclip Indipendente).

Domenica 6 chiusura con il concerto di Bandabardò & Cisco, ultima data del loro tour.

Il programma degli eventi (concerti e non solo) è sterminato: lo si può consultare a questo link, in continuo aggiornamento.

Il festival avrà una anticipazione a Bologna il 2 ottobre, con la finale nazionale della 14esima edizione di Onda Rosa Indipendente che si propone di promuovere la parità di genere nel mercato musicale.

Nei giorni scorsi, un gruppo di giornalisti musicali ha lanciato un appello chiedendo agli artisti di essere presenti a Faenza e sono state invitati i cittadini a sostenere le raccolte fondi lanciate dal Comune di Faenza e dall’Associazione no profit “La Piccola Betlemme”. «Chiediamo solidarietà e attenzione su Faenza – ha argomentato il patron del Mei, Giordano Sangiorgi – in questo momento segnato dall’alluvione». Per questo, ha aggiunto, «Vinicio Capossela sarà a Faenza il 5 ottobre e la Nazionale Cantanti sta pensando a una iniziativa. Venite a Faenza – ha concluso – a sostenerla moralmente». (Ansa.it)

In centinaia ai funerali di Alice Soli. Il saluto anche della curva del Bologna

Cordoglio per la morte della 19enne di Massa Lombarda. Il ricordo dei professori della scuola dove si era appena diplomata

Alice Soli
Alice Soli nella foto pubblicata sul sito dell’istituto Paolini, dove si era da poco diplomata

Una comunità sconvolta, quella di Massa Lombarda, per la scomparsa della 19enne Alice Soli, morta nei giorni scorsi per l’aggravarsi di una cardiopatia con cui conviveva da anni, dopo che quando ne aveva soltanto 9 era riuscita a sconfiggere un tumore.

In centinaia hanno partecipato al funerale di ieri (28 settembre), stringendosi attorno ai genitori Marika e Francesco e ai due fratelli, Mattia di 21 anni e Federico di 7, con cui Alice viveva a Massa.

A ricordarla, con uno striscione, anche la curva del Bologna – squadra di cui è grande tifoso il padre – ieri sera allo Stadio Dall’Ara, in occasione della gara contro l’Atalanta.

Alice Soli Stadio Bologna

Nei giorni scorsi a ricordarla anche il corpo docenti dell’Istituto Paolini di Imola, dove si era diplomata pochi mesi fa. Sull’annuario scolastico, Alice aveva lasciato questo pensiero: “Non è mai troppo tardi per essere ciò che avresti voluto essere”. «Attraverso queste parole – si legge sul sito della scuola, in una nota firmata dai professori – volevi lasciare un segno nella nostra scuola. E tu, cara Alice, avresti voluto essere tante cose. I tuoi occhi raccontavano tutta la tua voglia di vivere, di viaggiare, di divertirti e di lasciarti alle spalle la sofferenza che per un po’ ti aveva fatto compagnia. Ognuno di noi conserva nel cuore il proprio ricordo di te: qualcuno ti ricorderà per la tua insicurezza e per la paura di non farcela; qualcun altro si ricorderà di te per il tuo temperamento, forte e combattivo; altri ancora per il tuo dolce sorriso. Non hai mai avuto paura di esprimere la tua opinione, hai sempre voluto essere libera di dire e fare quello che pensavi. Ci piace ricordarti così Alice, per quella che sei. Con affetto».

«Non è mai giusto – ha scritto invece il sindaco di Massa Lombarda, Stefano Sangiorgi, sui social -, stavolta lo è ancora meno! Quando qualcuno ci lascia, non ci sono delle morti che valgono meno di altre, ma ci sono delle persone che lasciano il segno più di altre, vuoi per amicizia, vuoi per quello che hanno rappresentato, vuoi per quello che hanno fatto. In questi giorni il cuore di Alice ha smesso di battere, lasciando l’intera comunità senza parole. Un piccola grandissima combattente, un esempio per la famiglia e per noi tutti, un esempio fino alla fine, decidendo di donare gli organi e dare una seconda vita ad altre persone da tanto in attesa, da tanto speranzose, quella stessa speranza che a lei è stata troncata, quella seconda possibilità che dopo tante sofferenze sin da piccolina ci si chiede: Perché, perché, perhé? Alice vola alto, non ti dimenticheremo mai. Tutta l’amministrazione comunale si stringe al dolore della famiglia Soli e Cenni. Riposa in pace e che tutto ti sia lieve».

Nelle frazioni di Bagnacavallo si chiude la fase dell’emergenza: «Grazie a tutti»

Continuano i cantieri sugli argini. Attive le raccolte fondi

Dipendenti Comune A Traversara

A poco più di una settimana dai drammatici eventi alluvionali che hanno colpito il territorio bagnacavallese, la situazione complessiva nelle frazioni di Boncellino, Traversara e Villanova sta migliorando sempre di più, grazie all’enorme sforzo congiunto compiuto da istituzioni, enti e volontariato.

«Mentre continuiamo a lavorare sul territorio per i ripristini e gli interventi necessari, come Amministrazione comunale desideriamo ringraziare profondamente quanti hanno reso possibile tempestivi soccorsi, immediate opere di ripristino, continua assistenza alla popolazione – commenta il sindaco Matteo Giacomoni -. Tutto questo è stato possibile perché ogni forza in campo si è spesa senza risparmiarsi, e a ogni persona che ci è stata accanto in questi giorni va la nostra gratitudine. In particolare ringraziamo l’Agenzia Regionale di Protezione Civile, la colonna mobile regionale e il coordinamento provinciale, le colonne mobili della Protezione Civile Lombardia e di Trento, l’Ucl dei Vigili del Fuoco, Hera, il Consorzio di Bonifica della Romagna Occidentale, il gruppo comunale di Protezione Civile, i dipendenti del Comune, i Consigli di zona, le associazioni e i tanti, tantissimi volontari. Restano molti altri lavori da fare e criticità da affrontare – conclude il sindaco Giacomoni – ma la grande prova di unità e solidarietà che sta dando la nostra comunità è il viatico migliore per affrontare con determinazione il percorso della ricostruzione che ci aspetta».

Se si chiude la fase di emergenza diretta, non si fermano i lavori. Continueranno nei prossimi giorni i cantieri sugli argini a cura dell’Agenzia Regionale di Protezione Civile, come anche i lavori portati avanti da Italgas a Traversara per ripristinare la rete in tutta la frazione

Prosegue inoltre la raccolta fondi avviata dal Comune per le popolazioni colpite, per la quale è possibile donare nelle seguenti modalità: Satispay, PagoPa, bonifico bancario all’Iban IT 80Z0627013199T20990000280 – Causale “Raccolta fondi emergenza alluvioni Bagnacavallo”. Alla stessa raccolta fondi aderisce la festa “San Michele per l’alluvione”.

Sul sito del Comune è stata inoltre creata un’apposita sezione dove trovare informazioni per chi desidera donare oggetti e servizi alle famiglie colpite: sarà costantemente aggiornata con le necessità che saranno via via manifestate della popolazione.

Per segnalazioni e richieste di interventi tecnici e ripristini: 334 2192758, urp@comune.bagnacavallo.ra.it.

Amianto, Eni Rewind dovrà pagare a Inail gli indennizzi versati a 24 lavoratori

Si tratta di circa 7 milioni di euro, compresi gli interessi

Polo Chimico Ravenna Petrolchimico
Polo chimico, foto di repertorio

Il giudice del lavoro Dario Bernardi del Tribunale di Ravenna ha condannato Eni Rewind spa a pagare a Inail gli indennizzi versati a suo tempo per 24 lavoratori perlopiù morti di mesotelioma a causa della esposizione professionale all’amianto all’interno del petrolchimico di Ravenna.

Il totale ammonta a circa 7 milioni di euro compresi gli interessi.

La decisione, come riferito da il Resto del Carlino, è arrivata in seguito al ricorso di azione di regresso promosso da Inail (avvocato Gianluca Mancini) nei confronti di Eni Rewind spa, già Syndial Attività Diversificate spa.

E prende spunto dalla sentenza penale, passata in giudicato nel dicembre 2021, che aveva visto una raffica di assoluzioni dei vari responsabili di settore avvicendatisi nel tempo ma con una formula che lasciava intuire che, anche se non era stato possibile stabilire il momento esatto della formazione del tumore irreversibile e dunque non era possibile associarlo a una persona fisica precisa, il fatto comunque sussisteva.

L’indagine penale aveva abbracciato un arco produttivo che andava dagli anni ’60 al 2012 individuando 78 parti offese tra lavoratori ammalati o familiari di deceduti (c’era pure la moglie di un operaio che si era ammalata lavando le sue tute).

Dopo l’esclusione di 32 casi dal Gup perché caduti in prescrizione, per gli altri il giudice del Lavoro ha ora isolato quelli per i quali nel penale si è dimostrato il nesso di causalità tra malattia e inalazione amianto. In particolare – si legge nella sentenza – “nel lungo excursus penale, per i mesoteliomi c’è stata assoluzione ma per non avere commesso il fatto, essendo al contrario accertata la dannosità dell’ambiente, le malattie dei lavoratori, nonché il nesso di causalità tra questi due poli”. (fonte Ansa.it)

Alessandro Gori: «La mia comicità? Un atto libero, selvaggio, esoterico»

Parla “Lo Sgargabonzi”, autore di sette libri e ospite di “Manualetto” a Ravenna con Eraldo Baldini

9.Alessandro Gori

Alessandro Gori, conosciuto online anche come Lo Sgargabonzi, è uno degli scrittori e performer più interessanti della scena nazionale. Dal 2005, anno dell’apertura del suo blog, a oggi, l’ascesa di Gori è stata continua e impressionante, collezionando collaborazioni con alcune delle riviste più importanti del Paese (Linus, Rolling Stone, Snaporaz), trasmissioni televisive (Una pezza di Lundini, Battute?), e arrivando a pubblicare ben sette libri. L’ultimo è Gruppo di leprecauni in un interno, uscito pochi mesi fa per Rizzoli Lizard.

Domenica 29 settembre, alle 21, Gori sarà ospite del festival Manualetto (qui il programma), per un incontro più unico che raro: un tandem di lettura dal vivo assieme alla gloria locale Eraldo Baldini. L’incontro è a ingresso libero.

In un’intervista di qualche tempo fa mi dicevi che fare lo scrittore non è mai stata la tua prima ambizione. Spesso dici anche di non leggere molto. Per te la scrittura è un lavoro come un altro? È faticosa o ti viene naturale?

«Scrivere mi viene naturale, ma non mi dà nessun piacere. Trovo sempre una scusa per rimandare o fare altro. Quello che mi piace e mi motiva è il risultato finale. Non ho mai sognato di fare lo scrittore né tantomeno il comico. I libri che ho letto in vita mia stanno sulle dita di quattro mani. Da grande appassionato di musica, mi sarebbe piaciuto fare il musicista ma sapevo di non averne le qualità. Rispetto a quello che avrei voluto fare ho scelto quello che sapevo di saper fare».

Con Rizzoli Lizard, dal 2022 a oggi, hai pubblicato un libro all’anno. Si ha l’impressione di stagione creativa molto felice per te. È così? Per un autore esiste la paura di pubblicare troppo?

«Non forzo mai le cose. Non scrivo mai direttamente per la pubblicazione e mai su commissione. Scrivo solo quello che so scrivere e pubblico solo quando ritengo un libro perfettamente cesellato. Ogni racconto deve essere un diorama perfetto, ma perché lo sia devi lasciarlo decantare. Negli anni, di diorami ne ho accumulati un po’: nel mio ultimo libro ci sono racconti che ho scritto quasi vent’anni fa. Voglio che ogni libro sia al suo massimo potenziale. Deve ambire a essere come uno dei primi tre album degli Oasis: un classico, un ordigno perfetto, senza riempitivi. Anche se non ho mai amato Bring It On Down, dal primo disco».

Parlaci del tuo nuovo libro, Gruppo di leprecauni in un interno. Come hai selezionato i racconti del libro? C’è un filo conduttore?

«È una sorta di manuale di caccia, dove snido e metto alla berlina molti di quelli che ritengo essere demoni minori del nostro contemporaneo. Costumi, retoriche, cose o persone ammantate da una qualche presentabilità di facciata, anzi spesso molto amate. Mi diverto a spegnere la macchina del fumo e svelarne il trucco. È il mio libro più satirico, scatologico, adolescenziale, irriverente e arrapato. Un inferno dantesco gioiosamente impresentabile. Con un paio di oasi dove riprendere fiato: la Riviera Romagnola e Pietro Pacciani».

Una volta per tutte: che cos’è un leprecauno, e come è diventato un tuo marchio di fabbrica?

«Sono agenti del caos del folklore irlandese. Questi gnomi un po’ imbolsiti e ridicoli, tutti impettiti e vestiti eleganti, con panciotto, cilindro e pipa in bruyere, che ti viene voglia di ribaltarli con una schicchera come briciole da un tavolaccio».

In questo libro c’è un pezzo che si intitola Trattatello definitivo sulla Riviera Romagnola. Il tuo amore per i nostri lidi è ben noto e risale alla tua infanzia. Come hai visto cambiare la Riviera in questi anni, sempre ammesso che abbia la capacità di cambiare

«Purtroppo l’ho vista cambiare in peggio. Per esempio, la mia amata Milano Marittima è molto diversa dalla località da Dolce Vita che era negli anni ‘80 e ‘90, quando era piena di famiglie, turisti tedeschi e olandesi, negozi di gente del posto e variegate occasioni di svago. Oggi il centro è in mano ai grandi marchi e somiglia a quello di qualsiasi città. Hanno chiuso librerie e arene estive per aprire gioiellerie e negozi d’abbigliamento che durano tre stagioni. Non esiste più nemmeno un ristorante dove mangiare bene a prezzi popolari. La tavola calda “Al Momento” e la gelateria “Ottocento” sono rimasti gli ultimi baluardi di quel mondo irripetibile. È finita anche la stagione delle discoteche. Quest’anno i pochi giovani che ho visto in giro parevano gli zombi di Romero al supermercato. Si aggiravano barcollanti senza sapere che fare, perché non trovavano più pane per i loro denti. Bene così».

Claudio Giunta, tra i più importanti critici in Italia, ha fatto gli elogi della tua scrittura. È un bel traguardo. Secondo te in Italia c’è ancora l’idea che il comico sia uno scrittore minore rispetto a quelli seri, o meglio seriosi? In generale, come vivi l’etichetta “comico”? Come una gabbia o ti senti a tuo agio?

«Mi va benissimo, anche perché la comicità ha una grande autorevolezza ai miei occhi. A patto che non la si intenda in ginocchio dinnanzi al pubblico e che non abbia la missione precipua di far ridere o, peggio ancora, far riflettere. Io intendo la comicità come un atto libero, selvaggio, esoterico e misterioso anche per chi lo compie, ai confini con l’astrazione, come una macchia di colore d’un quadro di Pollock. Fino a che pensiamo alla comicità come una macchina generatrice di risate, sarà sempre intesa come mero artigianato, una chill out zone dove attardarsi prima di tornare a fare quello che conta nella vita. E invece no: nella vita conta solo la comicità».

Scrivi a volte racconti cinici e violenti per ridicolizzare il cinismo e la violenza della nostra società. Non hai paura che questa tua maschera possa essere scambiata per la tua natura?

«Mi piace che ci sia questa ambiguità ed è attivamente cercata. Se il mio intento dovesse essere chiaro e calligrafico, creerei con gli artigli spuntati e ne uscirebbero giocattoli innocui».

Il pezzo più estremo che tu abbia mai scritto?

«Il Pifferaio di Hamelin, ad oggi inedito. Sarà nel mio nuovo spettacolo».

A tal proposito, da ottobre sarai in tour con Leprecauni Show. Passerai anche per Ravenna?

«Non per adesso, ma mi farebbe piacere, quindi aspetto la chiamata. Poi ho un sogno: avere il vostro (in realtà faentino) Alessandro Ristori ospite sul palco o anche solo in platea. Di Ristori apprezzo il mondo, la purezza, l’integrità. Sono un suo grande estimatore».

In questo tuo ultimo libro hai inserito un racconto in sei parti, intitolato “Romanzo di formazione”, che rappresenta un po’ il telaio dell’opera. Ti sei sempre trovato a tuo agio con i racconti brevi; con questo lavoro pari avvicinarti alla forma romanzo. È così? A quando un romanzo di Gori?

«In realtà Bolbo, il mio secondo libro, scritto insieme a Gianluca Cincinelli, era un romanzo, anche se aveva la forma della decostruzione dello stesso. Ma non penso che scrivere un romanzo sia un salto di qualità rispetto a scrivere racconti. A me piacciono le scene madri e mi annoiano gli snodi, i momenti di passaggio. Scrivere un libro di quaranta scene madri mi dà una soddisfazione impagabile».

A Manualetto, quest’anno, sarai a tu per tu con quello che definisci il tuo scrittore italiano preferito, Eraldo Baldini. Cosa ti piace della scrittura di Baldini, e quali sono i suoi libri preferiti?

«Lessi Gotico Rurale sotto l’ombrellone, in un’estate caldissima, e tanto rabbrividii leggendo il racconto Il Gorgo Nero. Di Baldini mi piace la visione disincantata che ha del breve tempo che abbiamo su questa Terra e la pietà che nutre per l’Uomo. Poi non è uno che se la racconta, né te la vuole raccontare. Mentre leggevo L’Uomo nero e la bicicletta blu avevo la necessità impellente di conoscerlo di  persona, l’aspirazione di diventarci, almeno un po’, amico. Oltretutto avevo intuito quanto fosse divertente dal vivo e, pure lui, quanto fosse vicino al bambino che era stato. Nell’ultimo anno ci siamo conosciuti e abbiamo comunicato spesso. Quando mi ha fatto i complimenti per un mio libro, per me è stato meglio che limonare con una svedese».

Qui una nostra recente intervista a Eraldo Baldini

La stagione dei teatri di Ravenna: da Geppi Cucciari al nuovo lavoro di Martinelli

Abbonamenti entro il 4 novembre, per sei titoli fissi e due a scelta. Ecco tutti i protagonisti

Geppi Cucciari
Geppi Cucciari

È stato presentato ufficialmente alla città il cartellone de La Stagione dei Teatri, organizzato da Ravenna Teatro in collaborazione con l’Amministrazione comunale, che sarà ospitato nei due teatri cittadini, il Rasi e l’Alighieri.

Nel corso della mattinata sono intervenuti due dei protagonisti: l’attore e regista Marco Baliani, che in febbraio porterà lo spettacolo Arlecchino?, con Andrea Pennacchi, e la regista Licia Lanera, che per la prima volta metterà in scena Altri Libertini dell’indimenticato Pier Vittorio Tondelli.

La nuova stagione (dal 22 novembre al 16 aprile, qui il programma completo) sarà caratterizzata da affondi in una tradizione rivisitata, come nel caso del già citato Arlecchino? e di Moby Dick alla prova, quest’ultimo firmato dal regista Elio De Capitani, considerazioni sul tema del lavoro, introdotte dal ragioniere più famoso d’Italia, Ugo Fantozzi, qui impersonato dal comico Gianni Fantoni; riflessioni sull’essere donna, ieri come oggi, proposte da Marta Cuscunà, Geppi Cucciari, Concita De Gregorio, Maša Pelko e Chiara Lagani, introspezioni nell’animo umano fornite dal lavoro di Nicola Lagioia – che dà il titolo allo spettacolo della compagnia VicoQuartoMazzini, La ferocia – così come avviene in Via del popolo o, ancora, in Manson, spettacolo di Fanny & Alexander con Andrea Argentieri.

Arlecchino
Arlecchino

La prossima stagione di Ravenna sarà inoltre caratterizzata dal nuovo lavoro ideato da Marco Martinelli e Ermanna Montanari e dedicato alla figura di Gian Lorenzo Bernini, che porterà con sé occasioni di incontro e approfondimento lungo il mese di dicembre con giornalisti e studiosi. In questo ambito si colloca lo spettacolo di Alberto Giorgio Cassani su Leon Battista Alberti con Gianfranco Tondini.

La formula dell’abbonamento prevede sei titoli fissi e due a scelta sui quattordici disponibili. Sarà possibile sottoscrivere l’abbonamento creando un proprio percorso entro il  4 novembre. I prezzi non hanno subito variazioni. Grande attenzione continuerà ad essere riservata anche a chi ha meno di 26 anni, che potrà usufruire di abbonamenti a prezzi ridotti.

«Mai come in questo periodo storico – sottolineano i due co-direttori di Ravenna Teatro, Alessandro Argnani e Marcella Nonni – riteniamo ci sia bisogno di una cultura intesa come rito collettivo, come antidoto ad una quotidianità sempre più sopraffatta dalla contingenza. Il nuovo cartellone che presentiamo alla città contiene titoli e protagonisti in grado di affrontare i grandi temi dell’oggi lasciando spunti di riflessione utili per ridisegnare nuove traiettorie».

I sei spettacoli fissi, programmati al Teatro Alighieri, sono: Perfetta, un testo di Mattia Torre interpretato da Geppi Cucciari, che ricorda quanto il ciclo mestruale influenzi la vita delle donne; Lettere a Bernini, il nuovo lavoro di Marco Martinelli (in scena Marco Cacciola); Fantozzi. Una tragedia, con la regia di Davide Livermore che guida sulla scena Gianni Fantoni; Arlecchino? di Marco Baliani; Moby Dick alla prova, spettacolo di Elio De Capitani che si rifà all’adattamento di Orson Welles del romanzo di Melville; L’angelo della storia, un testo di Teatro Sotterraneo che trae spunto dall’ultimo lavoro di Walter Benjamin e che rappresenta la metafora del progresso che avanza.

A margine di ognuno degli spettacoli fissi, fatta eccezione per Perfetta, seguirà, il sabato successivo all’andata in scena, il tradizionale incontro delle 18 alla Sala Corelli del Teatro Alighieri.

Nella rosa dei titoli che compongono gli spettacoli a scelta compaiono invece Altri libertini, tratto dall’omonimo romanzo di Pier Vittorio Tondelli, con la regia di Licia Lanera e la presenza, tra gli altri, dell’attore delle Albe Roberto Magnani; Impronte dell’anima, in omaggio alla giornata della memoria; i due progetti di Fanny &Alexander dal titolo Manson e Maternità; lo spettacolo Un’ultima cosa. Cinque invettive, sette donne e un funerale, che vede in scena la giornalista Concita De Gregorio e la cantautrice Erica Mou; Fratellina, vincitore del Premio Le Maschere del Teatro 2023 come miglior spettacolo; Via del popolo, di e con Saverio La Ruina; Five Kinds Of Silence, della regista slovena Maša Pelko che affronta il dramma della violenza familiare; My Body Solo, uno spettacolo di danza prodotto da Nanou; Mulinobianco. Back to the green future, una riflessione di Babilonia Teatri sull’ambiente; La ferocia, tratto dall’omonimo capolavoro di Nicola Lagioia; Voodoo, con Eleonora Sedioli di Masque Teatro; La semplicità ingannata. Satira per attrici e pupazze sul lusso di essere donne, in cui Marta Cuscunà si interroga sulla condizione femminile prendendo spunto dalla resistenza attuata dalle monache del convento di Santa Chiara di Udine nel ‘500. Chiude il cartellone lo spettacolo Sarabanda, ispirato all’opera di Ingmar Bergman.

Si segnala infine l’evento speciale di sabato 18 gennaio, quando, alle 21, il Teatro Rasi accoglierà lo spettacolo Mangiare tutto! dell’ex concorrente di Masterchef Nicolò Califano, scritto da Califano insieme all’autore ravennate Matteo Cavezzali.

Presentazioni itineranti
Come lo scorso anno, nel mese di settembre sono iniziate le presentazioni itineranti: studi professionali, dipartimenti universitari, sedi di associazioni, scuole, case di privati e centri di aggregazione dal cuore della città alla periferia ospiterano, fino a fine ottobre, il racconto degli spettacoli in Cartellone.

In viaggio verso il teatro
Anche quest’anno Ravenna Teatro torna ad offrire ai residenti delle Circoscrizioni Nord e Sud del comune di Ravenna e a quelli del comune di Alfonsine e di Voltana l’opportunità di recarsi a teatro usufruendo di un servizio di trasporto gratuito (abbonamento più servizio di trasporto 146 euro / under 26 50 euro). Novità di quest’anno, il viaggio si aprirà ai lidi ravennati – da Marina di Ravenna a Punta Marina a Lido Adriano – fino alla frazione di Porto Fuori.

Concorso per le scuole
Tornerà il consueto concorso rivolto alle scuole. La proposta è quella di recensire uno o più spettacoli in calendario attraverso linguaggi congeniali ad alunni e alunne (dalla creazione di un testo scritto alla realizzazione di un video). Una giuria qualificata assegnerà il primo premio alla classe vincitrice, che avrà la possibilità di partecipare ad un viaggio alla scoperta di realtà italiane che presentano percorsi simili a quelli di Ravenna Teatro. Questo aspetto si legherà al progetto In viaggio con Ravenna Teatro – un itinerario alla scoperta di realtà che condividono valori simili a quelli di questo Centro di Produzione – che quest’anno porterà a visitare, in primavera, la città di Lecce, Teatro Koreja e altri luoghi d’arte e teatro.

Il bar
Da quest’anno il bar del teatro Alighieri aprirà alle ore 20 per dare modo a spettatrici e spettatori di fermarsi per un periodo più lungo prima dell’inizio degli spettacoli.

Abbonamenti fino a lunedì 4 novembre; biglietti in vendita da sabato 9 novembreal Teatro Alighieri; telefonicamente con carta di credito o Satispay; su ravennateatro.com; presso le agenzie de La Cassa di Ravenna Spa e Iat Ravenna. Il servizio di prevendita comporta la maggiorazione del 10% sul prezzo del biglietto.   

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