La tradizionale iniziativa di Advs Ravenna quest’anno propone una performance in cima alla basilica
Sabato 7 dicembre alle ore 15 sarà inaugurato il tradizionale villaggio di Natale di Advs Fidas Ravenna in Piazza San Francesco. Il villaggio animerà la piazza per tutto il periodo delle festività, con anche alcuni eventi. La novità di quest’anno è la performance di alcuni acrobati che si caleranno dal campanile della basilica. L’appuntamento, a cura dell’associazione DonatoriNati della Polizia di Stato, è per sabato 14 dicembre alle 15.
Il villaggio sarà aperto tutti i giorni a partire dalle ore 15, fino al 6 gennaio 2024. Nelle baite di legno i volontari dell’associazione offriranno tè caldo, vin brulè, dolci, cioccolata calda, popcorn, zucchero filato, palloncini e gadget.
Oltre alla performance di acrobati, il calendario degli eventi prevede il concerto della banda cittadina di Ravenna per il 7 dicembre alle 15, subito dopo l’inaugurazione, e le fontane pirodanzanti che illumineranno la piazza sabato 21 dicembre alle 18.30. Infine, il 6 gennaio arriverà la befana dei vigili del fuoco, cui seguirà l’estrazione della lotteria di beneficenza, che quest’anno mette in palio premi fino al 23° estratto. Il primo premio è un’automobile Opel Corsa. I biglietti della lotteria si possono acquistare al costo di 2,50 euro tutti i giorni al villaggio e nella sede di Advs all’ospedale di Ravenna.
Tutto il ricavato del villaggio sarà utilizzato da Advs per diffondere l’importanza della donazione di sangue e plasma. Al villaggio di Natale i volontari di Advs Fidas Ravenna saranno sempre a disposizione per chiunque volesse chiedere maggiori informazioni su come donare.
Approvati i lavori per ripristinare le piante abbattute dalla tromba d’aria di luglio 2023
È stato approvato dal Comune di Cervia il progetto esecutivo che porterà al ripristino della pineta di Milano Marittima nelle zone colpite dalla tromba d’aria del 13 luglio 2023. Il progetto, che ha un importo complessivo di 390 mila euro, è stato interamente finanziato dall’amministrazione comunale con un avanzo di gestione. La tromba d’aria della scorsa estate ha colpito in parte nuove zone e in parte quelle già interessate dalla tromba marina del 2019, danneggiando in maniera permanente un’ampia copertura arborea.
Gli interventi, che verranno eseguiti il prossimo inverno, prevedono la piantumazione di oltre 2.500 piante forestali scelte tra le specie tipiche degli habitat della zona, tra le quali pini domestici, frassini, querce, carpini bianchi e aceri campestri. Le piantagioni, a cui seguiranno le cure colturali nei prossimi anni, sono localizzate nella zona compresa tra via Jelenia Gora e la ferrovia.
«Le piante, che saranno di provenienza locale, verranno messe a dimora intervenendo quanto più possibile con un sesto irregolare per garantire maggiore naturalità, ponendo particolare attenzione alla piantagione di alberi lungo i sentieri forestali», sottolinea il Comune. «Nelle zone colpite in maniera minore, in particolare quelle più interne, si privilegeranno invece le azioni di conservazione, lasciando anche alberi secchi per assecondare l’evoluzione naturale in atto. Mantenere alcune aree allo sviluppo naturale consentirà anche di verificare il rapporto benefici/costi delle operazioni di rinnovazione artificiale, valutandone progressivamente la convenienza in termini economici ed ecosistemici».
Il progetto sarà realizzato dalla ditta aggiudicataria dell’accordo quadro per la manutenzione del verde e andrà a ultimare le attività di ripristino della parte infrastrutturale, a completamento dei primi interventi eseguiti in condizioni di somma urgenza e degli abbattimenti di altre alberature pericolanti e rimozione branche a rischio di caduta, oltre all’eliminazione della vegetazione accatastata, al fine di prevenire lo sviluppo di incendi boschivi. I lavori di riforestazione, che saranno seguiti dai tecnici comunali che hanno predisposto anche i progetti, hanno avuto il nulla osta dell’ente Parco Delta del Po e sono stati progettati in linea con le prescrizioni ambientali.
Oltre alla riforestazione delle parti di pineta scoperta dalla tromba d’aria, il progetto prevede il ripristino della fruibilità dei sentieri mediante la bordatura dei rami, la risagomatura del fondo dei fossi di deflusso idrico per ridotta funzionalità e il ripristino della sentieristica interna e della segnaletica e delle staccionate danneggiate.
Dichiarano il sindaco Mattia Missiroli e l’assessora al verde Federica Bosi: «La nostra pineta storica ha subìto due profonde ferite a seguito degli eventi meteorologici avversi del 2019 e 2023, che hanno causato una perdita ingente di alberi e un cambiamento di questo paesaggio naturale. Agli effetti di questi cambiamenti climatici estremi, possiamo e dobbiamo rispondere con una visione complessiva sul futuro di questo ambiente naturale, a cui i cervesi sono particolarmente legati. Con questo ulteriore investimento si dimostra di avere a cuore una ricchezza naturale strutturale e funzionale, capace di migliorare la qualità della vita anche in termini sociali, turistici ed economici, un sistema per migliorare l’habitat, l’efficienza ecologica e la funzionalità dell’ecosistema».
Gli uffici e il magazzino sono stati devastati dalle fiamme. La società stima 40 mila euro di danni.
Il campo sportivo di Porto Corsini è stato distrutto da un incendio avvenuto nella notte tra domenica 1 e lunedì 2 dicembre. Le fiamme hanno devastato gli uffici e il magazzino del materiale sportivo (nelle foto sopra, tratte dalla pagina Facebook LND Emilia Romagna). Ad accorgersi del fatto è stato il custode dell’impianto lunedì mattina, che ha trovato il rogo già spento.
Le cause dell’incendio non sono ancora note, ma c’è il sospetto sull’origine dolosa. Secondo quanto affermato dal presidente della società sportiva Francesco Malatesta al Corriere di Romagna, «nelle strutture non c’è riscaldamento né erano inserite prese con particolari apparecchi elettronici. Per me si tratta di un incendio doloso». Il campo sportivo non è dotato di telecamere, ma i vigili del fuoco stanno indagando nell’area recintata per cercare di risalire a tracce utili a individuare l’origine del rogo.
Oltre a distruggere gli uffici e il magazzino, le fiamme hanno parzialmente danneggiato il bar e la cucina adiacenti. Pure la sala riunioni è inagibile a causa del fumo. I campi e gli spogliatoi sono invece rimasti intatti, pertanto i giocatori potranno riprendere già da oggi l’attività sportiva, seppure siano andati persi palloni, pali, divise e altri materiali contenuti nei locali colpiti dall’incendio.
Malatesta ha stimato al Corriere i danni in circa 40 mila euro, tra strutture e materiale sportivo. Oltre a ciò, c’è il danno immateriale: le fiamme hanno infatti provocato la perdita di documenti amministrativi e di oggetti simbolici che raccontavano 60 anni di storia della società.
Ieri l’udienza contro i clan accusati di avere acquisito diversi locali in riviera, allo scopo di riciclare denaro
Sono state chieste pene per oltre 110 anni complessivi per 22 imputati del processo “Radici”. Lo riporta l’Ansa. Si tratta di un caso di presunte infiltrazioni mafiose, diffuse tra Imola e Cesenatico, passando per Ravenna e Cervia. Ieri si è tenuta l’udienza nel tribunale collegiale di Ravenna, con la requisitoria del pm Marco Forte durata oltre nove ore. Tra i testimoni c’era anche il sindaco di Cesenatico Matteo Gozzoli.
Il processo riguarda l’ipotesi di un esteso meccanismo di riciclaggio di denaro, attraverso il controllo di alcuni locali della riviera romagnola da parte della camorra e della ‘ndrangheta. A questo scopo, i clan avrebbero acquisito diverse pasticcerie, ristoranti, alberghi e bar, quasi tutte storiche attività a conduzione familiare che versavano in difficoltà economiche. I fatti risalgono al periodo tra il 2018 al 2020 e riguarderebbero in tutto 34 persone, di cui 24 finite a processo. Secondo quanto riferisce l’Ansa, il tentativo di colonizzazione del territorio da parte della criminalità organizzata ricondurrebbe ad alcuni imprenditori vicini ai Piromalli, cosca della piana di Gioia Tauro, ma anche alle famiglie Piscopisani, Lo Bianco, Bonavota, Mancuso.
Il principale imputato è Saverio Serra, considerato vicino al clan ‘ndranghetistico Mancuso di Limbadi e attualmente in carcere. Per lui il pm ha chiesto 15 anni e 11 mesi, mentre per Francesco Patamia, candidato alla Camera alle elezioni politiche per il collegio di Piacenza con la lista “Noi moderati”, la richiesta è stata di 13 anni. Tra gli imputati c’è anche Rocco Patamia, padre di Francesco, per cui sono stati chiesti 11 anni e 10 mesi. In tutto gli imputati a processo sono 24, ma per due di questi il pm ha chiesto l’assoluzione.
Per acquisire i locali al fine di riciclare denaro, la criminalità organizzata avrebbe fatto ampio uso di minacce e ritorsioni, allo scopo di instaurare un clima di paura e omertà. Tra i casi oggetto del processo, sottolinea il Corriere di Romagna di oggi, ci sono le minacce ricevute dal 2019 da un imprenditore cervese che pretendeva la restituzione di alcuni macchinari da pasticceria rimasti in un laboratorio di via Levico, acquistato da Serra. Questa una delle frasi riportata dalla vittima, che secondo il Corriere, ha denunciato di avere anche ricevuto uno schiaffo: «Io piuttosto che ridarti indietro l’azienda te la brucio con la benzina. Se ti rivolgi a un avvocato sappi che ci saranno delle conseguenze sia per l’azienda, che ti puoi immaginare come te la posso restituire, che anche tue personali».
Una di queste è stata ospite di una casa protetta per 10 mesi. Tante anche le iniziative di divulgazione e sensibilizzazione
In vista della chiusura del 2024, la presidente di Linea Rosa Odv Alessandra Bagnara ha riportato i dati dell’attività svolta dal Centro antiviolenza attivo sul territorio di Russi nel corso dell’anno: a partire da gennaio, 18 donne si sono rivolte allo sportello di Linea Rosa di via Giordano Bruno 21 per chiedere aiuto (due in più rispetto al 2023). Una di loro è stata ospite per circa 10 mesi in una casa rifugio insieme ai due figli e alla madre.
Nel corso dell’anno sono stati inoltre attivati due progetti Ada, rivolti all’autonomia delle donne, uno dei quali ha permesso alla donna ospitata di affrontare le prime spese relative alla nuova abitazione mentre l’altro ha permesso a una giovane di avviare il percorso per l’acquisizione della patente, che le permetterà di ritrovare una sua autonomia e effettuare spostamenti richiesti anche in ambito lavorativo.
Non sono mancati poi eventi e iniziative di sensibilizzazione e informazione sul tema della violenza di genere, che come ogni anno hanno spaziato dalla presentazione di libri a spettacoli teatrali, dalle inaugurazioni di mattonelle mosaico dei progetti “I Fiori di Russi-Russi città amica delle donne” e “Our Skin” (quest’anno anche una per il trentennale dell’Associazione di San Pancrazio “La Grama”), fino ai progetti nelle scuole e alla presenza di operatrici e volontarie nel Centro antiviolenza di Russi. In occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne si è inoltre svolta la biciclettata organizzata in collaborazione con il Comune: sabato 30 novembre i partecipanti hanno fatto tappa al Municipio, alla Scuola secondaria di primo grado Baccarini e alla Biblioteca, dove sono state installate tre “cassette rosse” dipinte dai ragazzi che a luglio hanno partecipato al progetto contro la violenza di genere condotto a Russi. Le casette nascono per raccogliere pensieri o eventuali richieste di aiuto e sono state decorate con le frasi più rappresentative delle riflessioni dei ragazzi sul tema, come: «La violenza è l’errato concetto di amore», «Quando vedi che il vento fa volare una foglia non pensare che la foglia sia libera grazie al vento perché in realtà è intrappolata nel suo flusso» o «Non è solo la violenza fisica a fare male».
Il cantautore romano verrà anche intervistato dal podcast De Core. La due giorni del “Light of Day” terminerà con il rock americano
Ritorna a Bagnacavallo la 15esima edizione del “Light Of Day” per la prima volta in due serate. La prima vedrà calcare il palco del teatro Goldoni, nella serata di venerdì 6 dicembre, due ospiti d’eccezione dalla capitale: Giancane e De Core podcast. L’evento vedrà il cantautore romano – divenuto ancora più celebre grazie alle collaborazioni su Netflix con Zerocalcare – esibirsi in una “solo performance” acustica, intervistato dai ragazzi di De Core, un podcast che sta spopolando sulla piattaforma Spotify e non solo. Una serata inedita per conoscere gli aneddoti più divertenti dell’artista, il significato dietro le canzoni e molto altro.
Per la seconda serata del giorno successivo sabato 7 dicembre si tornerà al classico format che vedrà alternarsi sul palco quattro artisti americani: Joe D’Urso, James Maddock, Bobby Mahoney e Williams Honor oltre al giovane e promettente cantautore italiano Simone Bertanza. La serata, presentata da Andrea Rock dj di Virgin Radio, sarà aperta da un set elettrico di Lorenzo Semprini & The False Prophets che proporranno un vasto repertorio che spazia da Dylan a Van Morrison, passando per Springsteen e Tom Petty.
Entrambe le serate sono organizzate in collaborazione dalle associazioni “TBA” e “Nebraska” e il ricavato servirà a sostenere le famiglie delle persone affette da Sla (sclerosi laterale amiotrofica) e la ricerca sulle malattie neurodegenerative.
Il nuovo rapporto di Ispra. Ma se si calcola la percentuale rispetto all’estensione, il comune bizantino è fuori dalla top 30
Due foto pubblicate sul rapporto
Il comune di Ravenna è il secondo in Italia per l’aumento di suolo consumato nel periodo 2022-2023, dietro solo a quello sardo di Uta (la cui crescita è attribuibile in gran parte all’installazione di impianti fotovoltaici) e davanti a Roma. È quanto si evince dall’edizione 2024 del rapporto di Ispra, presentato oggi (3 dicembre) e che certifica come nel giro di dodici mesi appena, in Italia, le nuove coperture artificiali si siano mangiate altri 72,5 chilometri quadrati di suolo.
Ravenna incrementa la sua superficie consumata di altri 89 ettari, «con diverse trasformazioni che hanno interessato la zona portuale, attraverso l’apertura di zone di cantiere per oltre 20 ettari – si legge nel rapporto dell’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale -. Da segnalare anche la costruzione di un nuovo quartiere (si tratta della zona di via Antica Milizia, ndr), che occupa, considerando le aree accessorie di pertinenza, una superficie complessiva di 6 ettari. Importante trasformazione – viene sottolineato nel dossier – anche l’ampliamento della SS16 Adriatica, che ha convertito circa 3,5 ettari di suolo da naturale ad artificiale».
Per correttezza, però, è bene ricordare che quello di Ravenna resta come noto il secondo comune più grande d’Italia (proprio dietro Roma) e questo permette al capoluogo bizantino di restare fuori dalla classifica dei primi 30 comuni sopra i 100mila abitanti per percentuale di suolo consumato (in testa c’è Torino con oltre il 60 percento) dove compaiono invece Bologna (oltre il 34 percento), Rimini, Piacenza (oltre il 27), Modena (oltre il 25) e Parma (oltre il 21). Ravenna con i suoi 7.245 ettari a fine 2023 risulta il comune più “cementificato” dell’Emilia-Romagna in valori assoluti, ma la percentuale di suolo consumato (non presente nel rapporto Ispra) è ben più bassa delle città citate in precedenza, attorno all’11 percento, comunque in zona “rossa” secondo i parametri dell’Istituto che vedono colorare di rosso buona parte della Penisola. La media italiana è poco sopra il 7 percento.
Per quanto riguarda la provincia di Ravenna, in termini percentuali è la quarta in regione (dopo, in ordine, Rimini, Reggio Emilia e Modena) con il 10,25 percento di suolo consumato (la media regionale è 8,91) a fronte di 19.043 ettari cementificati a fine 2023.
Nel presentare l’ultima edizione del rapporto, Ispra commenta: «Gli ultimi dati ci mostrano che, purtroppo, il consumo di suolo continua a crescere significativamente nel 2023. I fenomeni di trasformazione del territorio agricolo e naturale in aree artificiali si mantengono stabilmente sopra i due metri quadrati al secondo in Italia e hanno riguardato oltre 72 chilometri quadrati in un solo anno. Si tratta certamente di un ritmo non sostenibile, che dipende anche dall’assenza di interventi normativi efficaci in buona parte del Paese o dell’attesa della loro attuazione e della definizione di un quadro di indirizzo omogeneo a livello nazionale».
«Lo stop al consumo di suolo – si legge nel rapporto – dovrebbe avvenire sia minimizzando gli interventi di artificializzazione, sia aumentando il ripristino naturale delle aree più compromesse, quali gli ambiti urbani e le coste, ed è considerato una misura chiave anche per l’adattamento ai cambiamenti climatici. Arrestare il consumo di suolo nel nostro Paese permetterebbe di fornire un contributo fondamentale per affrontare le grandi sfide poste dai cambiamenti climatici, dal dissesto idrogeologico, dall’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo, dal diffuso degrado del territorio, del paesaggio e dell’ecosistema, dalla perdita di biodiversità».
Il Safari Ravenna: «Un progetto ambizioso per la tutela e la conservazione della specie»
Il Safari Ravenna celebra un importante compleanno: a spegnere le sue prime candeline è Tom, cucciolo di Scimpanzé Verus che è diventato simbolo dell’impegno del giardino zoologico ravennate nella tutela e nella conservazione della specie. Si tratta del primo esemplare di scimpanzé nato in un giardino zoologico italiano, appartenente ad una delle sottospecie più minacciate in natura, quella verus, definita Western Chimpanzee (Pan troglodytes verus).
«Dopo una prima fase piuttosto complessa di gestione del gruppo – si legge in una nota del parco -, che ha reso necessaria la separazione della mamma con il cucciolo dagli altri esemplari, c’è stata una graduale introduzione degli altri membri fino a riunire interamente la famiglia composta da Japi, Nickel, Jasper, Fanny, Babsy, Peggy, Ushi e il piccolo Tom. In tutti questi mesi, il team dedicato che segue il gruppo ha potuto registrare ogni scoperta e tutti i nuovi traguardi raggiunti dal cucciolo: l’esplorazione dell’exhibit interno ed esterno, le graduali interazioni con il gruppo e la scelta di Peggy e Babsy come compagne di gioco preferite, il primo svezzamento con mela a circa sei mesi e la predilezione dei tessuti come arricchimento ambientale, che usa per giocare ed appendersi».
Quando nel 2015 il Parco Ravennate ha ricevuto un gruppo di scimpanzé proveniente dalla Germania da una situazione di detenzione esterna agli zoo, dopo aver effettuato la necessaria quarantena veterinaria, sono state effettuate indagini genetiche che hanno rilevato l’appartenenza alla sottospecie verus. Questo ha reso possibile l’inserimento del gruppo nel programma europeo di conservazione ex situ EEP (EAZA Ex situ Programme) che ha visto prima lo spostamento dell’esemplare maschio presente a Ravenna presso lo Zoo Ostrava” (Repubblica Cec) e nel 2019 l’arrivo di esemplari maschi da altre strutture zoologiche europee, al fine di ottenere un gruppo riproduttivo “puro” data l’importanza della nuova linea genetica presente.
«La nascita di Tom – commentano ancora dal parco – sancisce un ambizioso progetto avviato nel 2018, quando in occasione di un convegno internazionale organizzato presso la nostra struttura e dedicato al recupero, salvaguardia e conservazione degli scimpanzé, è nato “Pan Italia” una tavola rotonda per gli zoo italiani detentori di scimpanzé al fine di avviare un confronto e una condivisione continua sui moderni criteri di gestione di tale specie».
Ulteriore traguardo del percorso avviato dal Safari Ravenna, è stata la formazione del Coordinamento ABC (Antropomorfe: Benessere e Conservazione) insieme al Bioparco di Roma e a Natura Viva, annunciato in occasione della visita della nota antropologa e scrittrice britannica Jane Goodall a maggio al Bioparco di Roma. «Il raggiungimento di un traguardo così ambizioso, come la nascita di un cucciolo di Verus, è frutto di un lavoro continuo che ha visto la collaborazione di diverse qualifiche professionali e la nascita di un vero e proprio team dedicato all’interno della struttura ravennate formato da keeper esperti, veterinari, consulenti esterni, nutrizionista ed etologa».
Inaugurata la struttura riqualificata con oltre mezzo milione di euro dal Pnrr
A Russi è stata inaugurata sabato 30 novembre “Casa Canterini“, l’ex sede dei Canterini romagnoli in via Mascagni 13, ristrutturata con fondi Pnrr e con il contributo della Pubblica Assistenza Città di Russi. La struttura, di circa 440 metri quadri su due livelli, ospiterà giovani con disabilità, che potranno vivere e intraprendere percorsi formativi per migliorare la loro autonomia sociale e lavorativa.
All’inaugurazione anche le famiglie che, grazie alle donazioni in memoria dei loro congiunti, hanno contribuito alla realizzazione del progetto. L’Amministrazione comunale le ha volute ringraziare collocando all’ingresso tre targhe dedicate a Elio Cortecchia, già presidente della Pubblica Assistenza, Virna Vassuri e Piergiorgio Bagnoli.
«Per me e per l’intera Amministrazione comunale questo è il “progetto del cuore” – spiega la sindaca Valentina Palli – perché vuole essere una risposta alla crescente richiesta di giovani con disabilità di essere sostenuti nel delicato percorso della costruzione di un’identità adulta, attraverso lo sviluppo di competenze e abilità necessarie a vivere autonomamente, coinvolgendo in tale processo in primis, ma non solo, le famiglie di appartenenza. Abbiamo lavorato per creare sia spazi accoglienti che consentano di sperimentare, senza alcuna barriera architettonica, pratiche del vivere quotidiano, sia spazi dedicati alla formazione professionale e finalizzati a favorire l’acquisizione delle competenze necessarie per l’utilizzo delle tecnologie digitali. In pratica una “palestra per le autonomie”. Per ogni persona inserita verranno anche attivati tirocini formativi-lavorativi e tirocini per l’inclusione, a seconda delle abilità, delle competenze e dei bisogni di ognuno, sia per un inserimento nel mondo del lavoro, sia per fornire ad ogni persona una maggiore consapevolezza delle proprie risorse, per scegliere consapevolmente le prospettive future».
Al piano terra sono presenti gli spazi per i corsi di formazione, un angolo cottura con salotto e una lavanderia. Al primo piano due camere da letto doppie e due singole, ognuna con bagno privato. L’importo finanziato dal Pnrr, 533.992 euro, ha consentito al Comune di Russi di intervenire sul miglioramento sismico dell’edificio, la riqualificazione edilizia, l’abbattimento delle barriere architettoniche, la dotazione di strumenti e tecnologie di domotica e interazione a distanza. Il progetto è inoltre un esempio di partenariato pubblico-privato, poiché l’associazione Pubblica Assistenza Città di Russi Odv è stata sponsor finanziatore della parte progettuale.
La gestione della struttura è stata affidata tramite bando alla Cooperativa San Vitale di Ravenna.
Il 5 e 6 dicembre l’iniziativa al Polo delle arti di Piazza Kennedy
In occasione dei cento anni della Scuola di mosaico dell’Accademia di belle arti di Ravenna, giovedì 5 e venerdì 6 dicembre si terrà un convegno con un ricco parterre di ospiti provenienti da tutta Italia. L’appuntamento, dal titolo “I’m mosaic!“, si svolgerà nella sede del Polo delle arti di Piazza Kennedy.
Tra gli ospiti del convegno, Serena Simoni (storica dell’arte), Costantino Buccolieri (mosaicista), Daniele Torcellini e Alberto Giorgio Cassani (Accademia di belle arti di Ravenna), Stefano Lovison e Gian Piero Brovedani (presidente e direttore della Scuola Mosaicisti del Friuli-Spilimbergo), Linda Kniffitz (curatrice del Centro internazionale di documentazione sul mosaico), Antonello Tolve e Giovanna Cassese (Accademia di belle arti di Napoli).
Il 7 dicembre l’iniziativa che avanza una serie di richieste alle istituzioni
Gli alluvionati romagnoli tornano in piazza. Sabato 7 dicembre alle ore 14.30, al Parco Gatti di Faenza, si terrà una manifestazione organizzata dal comitato Borgo Alluvionato in collaborazione con Rete360, una rete civica che unisce associazioni e comitati di tutta la Romagna. Tra gli aderenti alla manifestazione c’è anche l’associazione ambientalista Legambiente.
«Ciò che è avvenuto in Romagna non è solo un problema locale. Stiamo vedendo le conseguenze di una crisi climatica importante. Quella del 7 dicembre sarà una manifestazione della comunità civile», affermano gli organizzatori. «Crediamo che quanto successo nei territori romagnoli dal maggio 2023 a oggi non possa essere affrontato come problema locale e di coloro che ne hanno subìto le dirette conseguenze. Gli eventi verificatisi sono stati classificati come la terza catastrofe mondiale del 2023 ed eventi comparabili si stanno ripetendo con una ricorsività preoccupante, in Emilia-Romagna, in Italia, in Europa e a livello mondiale, e sono la diretta conseguenza di una crisi climatica importante».
La manifestazione non vuole essere solo una protesta, bensì un’occasione per ribadire alcune richieste rivolte alle istituzioni. Tra queste, gli organizzatori chiedono ristori rapidi e congrui, una struttura commissariale adeguata e connessa al territorio, una legge nazionale per le emergenze climatiche e i disastri, un’urgente azione di prevenzione climatica negli insediamenti urbani, una ricostruzione partecipata ed equa attraverso strategie che rispettino l’ambiente, un’attenzione speciale per l’Appennino e la partecipazione attiva dei cittadini nella redazione dei piani di protezione civile.
«Ad oggi siamo di fronte a risultati deludenti, con i cittadini colpiti costretti a pagare la ricostruzione e fragilità territoriali che persistono», concludono Borgo Alluvionato e Rete 360. «Servono misure più radicali e adatte a fronteggiare il cambiamento climatico in atto. Non si può pensare di ricostruire come prima di fronte a un’alluvione che ha allagato un terzo della pianura romagnola e che ha messo in evidenza la necessità di attuare misure più radicali e adatte al cambiamento climatico in atto, aldilà di interessi di parte o calcoli elettorali».
Per l’occasione è stata donata una mattonella “Ravenna città amica delle donne” alla Biblioteca Oriani
È stata inaugurata ieri pomeriggio alla Biblioteca Oriani di Ravenna la mostra “Ravenna città fiorita” della fotografa Elena Fiore, a cura di Linea Rosa. La mostra resterà visitabile fino a venerdì 13 dicembre grazie alla presenza dei volontari e delle volontarie dell’associazione nazionale Vigili del fuoco, sezione di Ravenna.
L’evento è stato anche l’occasione per donare una mattonella de “I Fiori di Ravenna – Ravenna città amica delle donne” alla biblioteca e un’altra al prefetto uscente Castrese De Rosa, come gesto di ringraziamento per il sostegno dato a Linea Rosa. Inoltre, durante l’opening è stato distribuito gratuitamente ai presenti il catalogo “Ravenna città fiorita” che raccoglie le centinaia di opere affisse, dal 2014 ad oggi, sugli edifici pubblici e privati dei territori di Ravenna, Cervia e Russi.
Al termine dell’evento è stato offerto un brindisi per i 33 anni di attività di Linea Rosa.