martedì
01 Luglio 2025

Torna l’Urban Trail Città d’acque, il percorso all’alba tra natura e città

Due itinerari, uno dedicato ai camminatori e uno per i runner, alla scoperta di alcuni luoghi iconici del ravennate

RAVENNA 30/06/2018. TRAIL ROMAGNA Corsa Sulle Mura Di Ravenna Con Partenza All’ Alba
TRAIL ROMAGNA – Corsa sulle mura di Ravenna con partenza all’ alba

L’Urban Trail Ravenna Città d’acque, uno dei percorsi urbani più longevi d’Italia, torna in città per la sua 12esima edizione domenica 7 luglio.

Come ogni anno, il trail si suddivide in due percorsi (uno da 7,5 chilometri dedicato ai camminatori e uno di 15 riservato alla corsa) con arrivo e partenza allo Chalet dei Giardini Pubblici. Fulcro della manifestazione è l’apertura straordinaria di luoghi fondamentali nella storia delle acque, come il Molino Lovatelli, gli orti Siboni e le antiche Mura. A causa della presenza di un cantiere di riqualificazione, l’Arce della Rocca Brancaleone non potrà essere attraversato, ma il percorso si insinuerà all’interno del parco. 

La partenza è fissata per le 6 e il ritorno allo Chalet per le 8. Qui i partecipanti potranno ristorarsi con l’acqua di Ridracoli distribuita dall’autobotte di Romagna Acque e una ricca colazione mentre i fortunati potranno ritirare gli oltre 100 omaggi estratti a sorte, tra cui un week end nei borghi più belli d’Italia offerto da Millepidi Viaggi. 

Le iscrizioni terminano giovedì 4 luglio a mezzanotte. È possibile registrarsi sul sito di Trail Romagna e sulla piattaforma Endu

Durante la distribuzione dei pettorali di sabato 6 luglio (sempre allo Chalet, dalle 7.30 alle 17.30) sarà possibile firmare la petizione lanciata da Trail Romagna per richiedere l’istallazione di fontanelle nei giardini pubblici come i Giardini Pubblici e il Parco Baronio. Come ogni anno la manifestazione è organizzata da Trail Romagna insieme al Comune di Ravenna e sostenuta dalla Bcc Banca di Credito Cooperativo ravennate forlivese e imolese.

Alla guida ubriaca imbocca la rotatoria contromano e sperona un’auto

La 61enne forlivese pensava di andare al supermercato, ma si trovava sulla via Emilia: secondo i rilievi della polizia aveva un tasso alcolemico pari a oltre quattro volte il consentito

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Lo scontro è avvenuto tra via Emilia Levante e l’ingresso alla circonvallazione lato valle a Faenza. Una 61enne del forlivese, che viaggiava da Forlì verso Bologna al volante di una Ford, ha imboccato contromano la rotatoria scontrandosi frontalmente contro una Peugeot condotta da una 70enne faentina. Nello scontro, fortunatamente, nessuno è stato ferito.

Sul posto è intervenuta una pattuglia della Polizia Locale e gli agenti, sin dal primo momento, si sono resi conto dello stato di alterazione psico-fisica della conducente; l’automobilista infatti era convinta di trovarsi ancora nel territorio di Forlì e di aver imboccato la strada per un supermercato. La prova dell’etilometro ha registrato un valore alcolemico superiore a 2 g/l, quindi oltre quattro volte il tasso consentito. L’automobilista è stata quindi denunciata per guida in stato di ebbrezza con l’aggravante di aver provocato un incidente stradale e immediato ritiro immediato della patente ai fini della revoca.

Le arti marziali per salvarsi dal regime talebano: «Lotto per i diritti delle donne»

Mahdia Sharifi, 20 anni: la fuga da Herat e l’ingresso nel programma olimpico per rifugiati. La sua storia anche al Ravenna Festival: «Sono scappata con un aereo senza riuscire a salutare i miei genitori»

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Una vita passata a lottare, dentro e fuori dalla palestra. Nel 2015, quando aveva undici anni, Mahdia Shari scopre la passione per il taekwondo sbirciando un gruppo di donne che si allenavano nella sua Herat, in Afghanistan. Inizia a praticare le arti marziali senza il consenso del padre e a quindici anni ottiene un posto in nazionale. A 17 è costretta ad abbandonare il Paese per scappare dagli orrori del regime talebano. Oggi Sharifi ha 20 anni, vive a Roma e fa parte del programma olimpico per rifugiati di Unhcr Italia.

Alla mancata qualificazione per Parigi 2024 risponde allenandosi più duramente e affiancando alla carriera sportiva gli studi universitari e le attività di volontariato per le associazioni umanitarie: «Vorrei dar voce a tutte le donne afghane dimenticate. Soffrono ogni giorno, private di qualsiasi diritto».

I filmati degli allenamenti di Sharifi fanno parte dello spettacolo Non dirmi che hai paura in scena al teatro Alighieri l’8 luglio: attraverso la storia della velocista somala Samia Yusuf Omar, la regista Laura Ruocco vuole raccontare il dramma dei migranti, l’amore sconfinato per lo sport e il desiderio di emancipazione femminile (ne parliamo qui).

Sharifi, da dove nasce la passione per il taekwondo?
«Dalla curiosità. Avevo undici anni e tra compagne di classe capitava di parlare di sport. Qualcuna aveva già provato, e anche a me sarebbe piaciuto, ma le palestre per donne non erano tante in città. Ne trovai una però, sostenuta dagli americani, che organizzava corsi di taekwondo. Mi fermai ad osservare gli allenamenti e ne rimasi incantata: c’erano tante ragazze riunite a fare sport, e i loro gesti, i loro movimenti mentre praticavano le arti marziali emanavano una forza e una potenza che non dimenticherò mai. Erano  ere, forti e bellissime e ho capito subito che volevo farne parte anche io».

È stato difficile affermarsi nelle arti marziali in quanto donna afghana?
«Inizialmente sì. Chiesi a mio padre il permesso di frequentare la palestra, ma mi venne negato. È un uomo gentile, consapevole dei benefici fisici e mentali dello sport. Al tempo stesso però, era preoccupato per me: il taekwondo è considerato un esercizio tipicamente maschile, e la mia famiglia fa parte degli Hazara, una minoranza etnica storicamente ghettizzata e perseguitata. Aveva paura di vedermi discriminata, mi diceva di pensare alla lingua e alla scuola, perché con quelle avrei potuto costruirmi una carriera. I miei fratelli e mia madre, invece, sono stati subito dalla mia parte, così mi iscrissi senza la sua approvazione. Mi sono allenata per un anno intero, partecipando alle competizioni e iniziando a collezionare medaglie. Dopo aver vinto i campionati regionali, ho deciso di raccontare a mio padre dei miei allenamenti e, anche se all’inizio temevo che mi impedisse di continuare, è stato molto felice per me. Nel 2019 facevo parte della nazionale afghana. Nello stesso anno, ho vinto l’oro ai campionati universitari in Corea del Sud».

E poi la fuga.
«Ero in palestra quando ho ricevuto una telefonata di mia sorella. Mi diceva di lasciare Herat e di raggiungerla a Kabul, dove viveva. I talebani stavano prendendo la nostra città natale, ma la capitale sembrava essere al sicuro. Tornai a casa, presi con me un’altra delle mie sorelle e volammo a Kabul. I nostri genitori erano al lavoro e non abbiamo potuto salutarli, ma non ci importava. Avevamo paura dei talebani, della violenza che sono soliti usare contro le donne e dei matrimoni forzati che impongono alle ragazze più giovani. Eravamo convinte di dover attendere solo qualche giorno nella capitale mentre i militari ripristinavano l’ordine. Una settimana dopo invece, Kabul è caduta. Nessuno avrebbe mai pensato che sarebbe stato tanto semplice per loro prendere il controllo. Siamo rimaste chiuse in casa per una settimana. Poi la telefonata dell’ambasciata turca: mia sorella collaborava con loro e insieme alla diplomazia italiana sono riusciti ad inserirci in un programma di espatrio per rifugiati. Erano le 10 di sera, a mezzanotte avevamo preso una decisione univoca. Eravamo pronte a lasciarci ogni cosa alle spalle, la nostra casa, i nostri genitori e la nostra sorella più piccola, rimasti a Herat, pur di salvarci la vita. Alle 6 eravamo in aeroporto, e dopo un giorno d’attesa sono comparsi tre voli disponibili: le mete erano Italia, Belgio o Stati Uniti. Siamo semplicemente salite sul primo in partenza, atterrando a Roma. Era il 22 agosto 2021».

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In Italia l’opportunità di ripartire da zero. Che ruolo ha avuto lo sport in questo nuovo inizio?
«È stato fondamentale. Quando parti lasci indietro tutto: averi, casa, famiglia, amici. Salvi solo te stesso, e nel mio caso, lo sport. Il nostro centro di prima accoglienza si trovava a Genova, lì è stato facile trovare una palestra e continuare con le arti marziali. Il mio allenatore mi ha messa in contatto con l’associazione nazionale di taekwondo. Mi hanno ospitata per dieci giorni a Roma, dandomi la possibilità di allenarmi insieme alla nazionale. Ho deciso di chiedere nuova accoglienza a Roma, per restare il più vicino possibile all’associazione e dall’aprile del 2023 faccio parte del programma olimpico per rifugiati. È un progetto importantissimo, nato dalla collaborazione tra Unhcr e il comitato olimpico per aiutare gli atleti espatriati a continuare i loro allenamenti».

Oggi cosa c’è nella sua vita oltre agli allenamenti?
«Il taekwondo resta al centro del mio mondo, la mancata quali cazione per Parigi 2024 fa male, ma combatterò più duramente in futuro. Agli allenamenti ho affiancato lo studio, iscrivendomi al corso di laurea in Relazioni internazionali, e il volontariato per alcune associazioni umanitarie. Il mio obiettivo non guarda più solo al successo sportivo, oggi vorrei sensibilizzare la popolazione sulle condizioni delle donne in Paesi come l’Afghanistan. Sono passati tre anni da quando me ne sono andata, e in questo tempo io ho avuto la possibilità di ricominciare, mentre le donne rimaste hanno continuato a perdere diritti giorno dopo giorno: la mia sorellina non ha potuto finire le scuole, da anni non le è più permesso toccare un libro. Mio padre, che aveva un’azienda di trasporti, è stato costretto a chiudere l’attività a causa della minoranza etnica a cui apparteniamo. Le mie compagne di allenamento non hanno più una palestra. Qualcuna è riuscita a scappare in Pakistan o in Iran, ma quelle che sono rimaste ora non hanno più nulla. Dopo una vita di sacrifici hanno visto tutti i loro diritti strappati via: lavoro, sport, studio, sanità, libertà sono ormai ricordi lontani».

Lite per un sorpasso, investe un tassista: denunciato

Prognosi di 15 giorni per un 27enne “caricato” sul cofano da un 45enne, davanti a un’autoscuola

Polizia Locale

Una lite in strada, per un sorpasso azzardato. Sarebbe questo il motivo che ha spinto poi un 45enne ravennate a investire un tassista, sceso dall’auto per protestare, caricandolo sul cofano, per poi fuggire.

L’episodio è raccontato con ulteriori dettagli sul Corriere Romagna in edicola oggi, 3 luglio, e sarebbe avvenuto lunedì poco prima delle 17.30 davanti a un’autoscuola in via Cesarea, a Ravenna.

Il tassista investito, un 27enne di origini tunisine, inizialmente se ne sarebbe andato, nonostante le ferite. Sono stati gli agenti della polizia locale ad andare a cercarlo a casa, accompagnandolo poi in ospedale, da dove è uscito con una prognosi di 15 giorni.

L’investitore, invece, dopo essere scappato, ci avrebbe ripensato, tornando indietro per scusarsi. L’uomo è stato comunque denunciato.

Senza licenza da settembre, l’hotel era ancora aperto. Intervengono i vigili

Circa 90 persone alloggiate, costrette ad andarsene

albergo chiuso polizia locale

Già dallo scorso settembre, l’attività ricettiva di una struttura alberghiera di Lido di Savio era stata sospesa con un’apposita ordinanza dello Sportello Unico per le Attività Produttive ed Economiche del Comune di Ravenna, per «accertate carenze in materia edilizia e antisismica», si legge in una nota inviata alla stampa dalla polizia locale.

Nonostante questo, il proprietario ha proseguito abusivamente la propria attività, rendendo necessario l’intervento coattivo della forza pubblica.

Oggi (2 luglio) agenti della polizia locale di Ravenna sono quindi intervenuti per facilitare il più possibile il rilascio delle camere da parte dei circa 90 alloggiati e apporre i sigilli alla struttura ricettiva.

In un libro 200 menù inediti dei ristoranti romagnoli lungo un secolo

Franco Chiarini Farcia Piadineria
Chiarini (a destra) con il titolare di Farcia Piadineria in occasione della prima presentazione pubblica del libro, l’1 luglio

Domani, mercoledì 3 luglio, dalle 18 alla Casa Museo “Vincenzo Monti” di Alfonsine (via Passetto 3) Franco Chiarini presenta il libro “La Romagna dei ristoranti: storie di menù” (Edizioni Moderna), di cui è autore insieme a Maurizio Campiverdi.

Si tratta di un libro che racconta la storia gastronomica della Romagna tramite una prospettiva nuova: 200 menù inediti dei ristoranti romagnoli attraverso un secolo, con i vini e le ricette ritrovate. Un lavoro unico di raccolta, catalogazione e scoperta, pubblicato in 800 copie numerate di grande formato, svolto in collaborazione con CheftoChef Emiliaromagnacuochi e Slow Food Ravenna.

Introdurrà la serata Barbara Monti, presidente di Slow Food Ravenna. Info: 328 3862741.

“L’ananas no” alla Manfrediana: Cristiano Cavina presenta il suo ultimo libro

L’appuntamento con lo scrittore casolese è venerdì 5 luglio, alla scoperta delle avventure del detective-pizzaiolo protagonista del suo ultimo romanzo

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Manolo Moretti, ex sovrintendente della polizia penitenziaria e ora pizzaiolo per scelta ma detective suo malgrado (con una deriva da psicologo caratteristica che lo conduce a capire se chi ha di fronte è un cliente concreto da ‘Prosciutto e funghi’, un esagerato da ‘Doppio salame piccante’ o un raffinato ‘Bufala con basilico’) è il protagonista dell’ultimo libro di Cristiano Cavina, L’ananas no, che sarà presentato venerdì 5 luglio alle ore 18.30 alla biblioteca Manfrediana di Faenza.

Tra le certezze dell’arguto detective, quella che nemmeno il suo principale, Vittor Malpezzi, ironia della sorte, ex pregiudicato, potrà mai convincerlo a preparare una pizza con l’ananas. Lo stesso autore, nato a Casola Valsenio nel 1974 ha lavorato come pizzaiolo per oltre vent’anni, e nel 2003, con la pubblicazione del suo primo romanzo, ha scoperto la sua vena letteraria, facendola diventare la sua professione.

Non rispettava il riposo: camionista sanzionato per oltre 1700euro e patente sospesa

Al termine del periodo obbligatorio di sosta di 45 ore al conducente sarà restituita la licenza di guida

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I controlli sui conducenti dei mezzi pesanti effettuati ieri pomeriggio (1 luglio) da parte della Polizia locale, nella direttrice di via Sauro Babini, a Ghibullo, hanno portato a una sanzione e alla sospensione della circolazione per un camionista che non ha rispettato i corretti tempi di guida e riposo.

L’attività investigativa dell’ufficio Strumentazione tecnica e controllo trasporto pesante ha riguardato in particolar modo il rispetto dei tempi di guida e riposo, le velocità e i corretti carichi di peso tramite il police controller.

Secondo quanto emerso dall’esame dei dati presenti nel cronotachigrafo dell’autotrasportatore multato e della relativa tessera conducente, sono emerse diverse violazioni tra cui cinque incompleti riposi giornalieri e un incompleto riposo settimanale. Il conducente è stato quindi multato per 1.739 euro e punito con la decurtazione di 15 punti dalla patente. All’uomo è stata anche ritirata cautelativamente la patente di guida, che gli sarà restituita solo al termine del periodo obbligatorio di sosta di 45 ore.

«Secondo la Commissione europea per la mobilità e i trasporti – fa sapere il Comando – il mancato rispetto delle norme sui tempi di guida e riposo, svolge un ruolo decisivo nel 10-20% degli incidenti stradali. La conclusione che ne deriva è chiara: gli autisti stanchi costituiscono un rischio considerevole per la sicurezza stradale, oltre che per loro stessi».

Presentato il calendario di “Cervia, la spiaggia ama il libro”

Tra le novità di quest’anno, due serate dedicate alle donne del territorio, letture ed eventi per i più piccoli e una serie di escursioni per valorizzare la città

Foto Presentazione Programma 2.7.2024

“Cervia, la spiaggia ama il libro” torna per la trentaduesima edizione: in calendario oltre 30 appuntamenti, tra incontri con gli autori, cene di beneficenza, passeggiate letterarie e tante novità. Come da tradizione, la rassegna si chiuderà con il  radizionale “sbarco degli autori” di Ferragosto.

L’edizione 2024 si presenta come “on the road”, tracciando un itinerario tra i luoghi simbolo della Città del Sale, da Milano Marittima a Tagliata. Tra gli ospiti di questa edizione Marino Bartoletti, Andrea Mingardi, Roberta Scorranese, Federica Bosco, Enrico Franceschini, Arrigo Sacchi, Cristina Marconi, Riccardo Cucchi, Serena Bortone, Cochi Ponzoni, Stefano Bon, Roberto Vecchioni, Andrea Segrè, Andrew Faber, Graziano Pozzetto, Egidio Bandini, Andrea Corsini, Valerio Varesi, Stefano Mazzotti, Michele Sancisi e Simone Annicchiarico, ma anche l’astrologo Marco Pesatori e il falegname re dei social “Il Califfo”.

Il filo conduttore scelto per la manifestazione è “la cultura nelle sue diverse forme che ben può conciliarsi con una vacanza al mare” e, oltre agli incontri con gli autori sono in programma una serata di beneficenza per l’Ail, due serate dedicate alle “Donne protagoniste’, con scrittrici locali, e momenti di lettura dedicati ai più piccoli. Tra gli eventi, anche un trekking urbano letterario, le visite guidate ai Villini Liberty di Milano Marittima, e le escursioni “Cervia Panoramica al tramonto”, “Le Architetture del Sale”, “Storie in giardino” (dedicate ai bambini) e  le “Passeggiate meditative in pineta”.

Anche in questa edizione prosegue la collaborazione con la storica manifestazione ‘Il Sarchiapone’ che quest’anno celebra i 100 anni dalla nascita di Walter Chiari con un pomeriggio a lui dedicato ricco di aneddoti e ricordi.

Durante le serate sarà possibile acquistare i libri presentati e al termine ci sarà il momento del firmacopie. Confermata anche l’anteprima 2025 della mostra ai Musei San Domenico di Forlì.

 

La rassegna letteraria organizzata dell’Associazione Culturale “Cervia, la spiaggia ama il libro” – con la collaborazione di Confcommercio Ascom Cervia e con il patrocinio e il contributo del Comune di Cervia – è un appuntamento immancabile per molti turisti e cittadini grazie ai quali, ogni anno, cresce la sua rilevanza nazionale – essendo oramai divenuta punto di riferimento culturale dell’estate. Il coordinamento della rassegna è affidato alla giornalista Ilaria Bedeschi.

Il programma:

Dal 10 luglio al via agli incontri con l’autore. Per le prime tre serate, l’appuntamento è alla Torre San Michele. Si comincia mercoledì 10 con Marino Bartoletti e il suo La partita degli Dei (Gallucci) giovedì 11 sarà la volta di Serena Bortone, con A te vicino così dolce (Rizzoli), intervistata da Marino Bortoletti. La sera seguente (12 luglio) le domande di Bortoletti si sposteranno su La partita del secolo di Riccardo Maria Cucchi. Sabato 13 e domenica 14 doppietta a Casa Guareschi, con Cristina Marconi e Stelle Solitarie (Einaudi) e In dialogo con cristo. La lezione di Don Camillo, di Egidio Bandini con Don Pierre Laurent Cabantou. Lunedì 15 l’assessore regionale Andrea Corsini è atteso in Piazzetta Pisacane, con il suo Fra la gente. Dal garage di casa alla politica per l’Emilia Romagna (Minerva).

Martedì 16 (ore 19.30) il Beach Club Mare Pineta Resort di Milano Marittima ospiterà la cena di solidarietà della rassegna, accompagnata dallo spettacolo di Andrea Mingardi e la sua band.

Mercoledì 17 si torna ai libri, con Estella (Neri Pozza) di Valerio Varesi in Piazzetta Pisacane. La sera seguente (18 luglio) ci si sposterà al bagno Pineta 120 a Pinarella, con una lettura animata per bambini curata dalla libreria Bubusettete.

Lunedì 22 luglio, La Casina Parco dei Gemelli di Tagliata ospiterà invece la prima serata dedicata alle donne, che vedrà come protagoniste Chiara Albertini con il suo Il medioevo in giallo nella narrativa di Ellis Peters (Il ponte vecchio), Maria Vittoria Fariselli con il suo Hotel delle cose perdute (Giovane Holden Edizioni) e Ilaria Fusignani con La porta di casa (Giovane Holden Edizioni). Durante la serata l’associazione Grazie Deledda presenterà il suo libro Grazia Deledda a Cervia voci dal mare e dal vento (Longo Editore).

Martedì 23 Andrea Segrè è atteso alla rotonda Primo maggio di Milano Marittima per parlare del suo  Globesity (Egida Minerva) mentre il 24 si torna in Piazzetta Pisacane con Marco Pesatori e Astrologia per intellettuali (Mimesis).

Sabato 27 Volevamo prendere il cielo (Garzanti) di Federica Bosco sarà presentato alla rotonda Primo Maggio. Lunedì 29, alla Casina Parco di Tagliata, l’incontro a tema storico-culinario con I mangiari dell’infanzia (Il Ponte Vecchio) di Graziano Pozzetto, Le parole che non ti aspetti (Il mulino) di Laura Calza e Marco Trabucchi, Milano Marittima e il suo grattacielo. I favolosi anni 50 della città giardino, del già dirigente comunale Renato Lombardi.

Martedì 30 una seconda serata dedicata alla letteratura al femminile, in Piazzetta Pisacane a Cervia con Margherita Gugliemino e il suo Una bellissima storia sbagliata (Gae Editori), Il viaggio di Dafne di Carolina Raspanti, Raccontami di Dante e Beatrice (Minerva) di Manuela Racci e Isa Grassano con Book Sun Lover (Giraldi Editore).

Mercoledì 31 luglio Casa Guareschi ospiterà Andrew Faber TI PASSO A PERDERE Interno Poesia Editore, mentre giovedì 1 negli stessi spazi parlerà Enrico Franceschini, presentando LA MOSSA GIUSTA Baldini+Castoldi.

Gli appuntamenti di Agosto si aprono il 2 luglio al Fantini Club con Meravigliose Creature di Stefano Mazzotti, e negi spazi della piazzetta Pisacane con Roberta Scorranese (A questo serve il corpo, Bompiani). In piazzetta anche gli appuntamenti del 4 e 5 agosto: nel primo si parlerà di Walter Chiari insieme alla giornalista Ilaria Bedeschi, mentre la serata successiva sarà dedicata a Stefano Bon e al suo Ascolta oltre l’oceano (Clown Bianco Edizioni).

La rassegna chiuderà nel cuore di Milano Marittima: martedì 6, alla rotonda Primo Maggio l’ultima intervista di Marino Bartoletti a Cochi Ponzoni, con La Versione di Cochi (Baldini+Castoldi). Mercoledì 7 Califfo parlerà di Ti insegno il legno (Rizzoli) al Bagno Lupo 340, mentre venerdì 9 l’hotel La Perla Verde ospiterà l’ultimo appuntamento del calendario, con Arrigo Sacchi e il suo Il realista visionario (Cairo).

Un incontro con Gio Evan per aprire la rassegna “Sere d’estate”

L’appuntamento, a ingresso gratuito, sarà ospitato dalla suggestiva cornice del MaAb

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“Sere d’estate”, il calendario di appuntamenti realizzato dall’assessorato alla cultura di Castel Bolognese, insieme alle associazioni del territorio, inaugura lunedì 8 luglio alle 21, con un appuntamento insieme a Gio Evan, nel chiostro comunale di Piazza Bernardi.

Durante la serata, Bruce L’Abbruzzo condurrà un talk che ripercorrerà i passi di un artista brillante che, sin dal 2008 (anno di pubblicazione del suo primo libro “Il florilegio passato”) gioca con le parole esprimendo e spremendone ogni emozione. Anche in questa occasione, Evan vuole condividere con il pubblico le sue poesie, le sue esperienze a piedi “a cuore aperto nel mondo”, aggiungendo un tassello al percorso che da anni porta avanti di teatro in teatro, tra i palchi più importanti d’Europa, sulle pagine di romanzi e nelle raccolte di poesie e aforismi o tra le note delle canzoni. L’ingresso, nella suggestiva cornice offerta dalle opere del MaAb (museo all’aperto Angelo Bianchini) sarà gratuito.

Ruba farmaci sul lavoro per rivenderli: arrestato magazziniere 35enne

Durante l’attività di investigazione sono emersi anche casi di furto di denaro all’interno dello spogliatoio e spaccio hashish

carabinieri

Furto aggravato, ricettazione, esercizio abusivo della professione medica e cessione di sostanze stupefacenti: queste le accuse con cui è stato arrestato dai carabinieri del nucleo investigativo provinciale un 35enne ravennate colto in flagranza di reato.

L’uomo, che lavorava come magazziniere in un deposito farmaceutico, aveva già ricevuto un avviso orale e un provvedimento Daspo: è dall’inizio del 2024 infatti che sul luogo di lavoro venivano registrati alcuni comportamenti anomali. Sono stati proprio questi gesti a insospettire i datori di lavoro che, anche in considerazione della particolarità dei farmaci stoccati nel deposito, si sono immediatamente rivolti agli investigatori.

Le indagini sul caso sono state di tipo classico, tra pedinamenti e osservazioni, e di tipo tecnico, con diverse telecamere dedicate per monitorare il soggetto, che hanno permesso di documentare i numerosi episodi nei quali l’indagato ha sottratto prodotti di vario genere dal magazzino per rivenderli.

La tipologia di prodotti che l’uomo avrebbe sottratto ha determinato anche una differenziazione dei vari titoli di reato contestati: per il furto di prodotti di libera vendita si fa riferimento all’ipotesi di reato di furto aggravato, mentre per alcuni farmaci di particolare delicatezza (prodotti contenenti ormoni e simili) si è ipotizzato il reato di cessione di sostanze stupefacenti – rientrando determinati farmaci nella tabella ministeriale sulle sostanze stupefacenti – o di esercizio abusivo della professione medica, in relazione all’assenza di prescrizioni mediche per altri medicinali prima rubati e poi ceduti a terzi.

Durante l’attività di investigazione sono stati accertati anche casi di furto di piccole somme di denaro all’interno dello spogliatoio del magazzino e spaccio hashish ad altri cittadini ravennati. Tra le indagini anche quella per truffa, poiché l’indagato avrebbe fruito indebitamente, in più di 20 circostanze, dei buoni pasto forniti dal datore di lavoro.

Nella Basilica di San Giovanni Evangelista un’opera sacra dedicata a Galla Placidia

Sette quadri per raccontare la storia di una donna straordinaria, in un lavoro per soprano, baritono, coro ed ensemble

Coro & Ensemble 1865 Ph Luca Concas

Figlia, sorella, moglie e madre di imperatori: la vita avventurosa di Galla Placidia risulta ancora oggi straordinaria e attuale, ed è proprio lungo le sue vicende che che si dipana Dilexi, la sacra rappresentazione in scena nello spazio della Basilica di San Giovanni Evangelista, edificata proprio da Placidia quale voto dopo il naufragio nel ritorno da Costantinopoli. Lo spettacolo andrà in scena tutti i giorni, alle 19, da martedì 2 luglio a domenica 7 luglio.

“Storia di Galla Placidia in sette quadri” recita il sottotitolo del lavoro per soprano, baritono, coro ed ensemble, che Ravenna Festival ha commissionato a Danilo Comitini (compositore) e a Francesca Masi (testi e drammaturgia). L’interpretazione è affidata al soprano Laura Zecchini e al baritono Gianandrea Navacchia diretti da Antonio Greco a capo del Coro & Ensemble 1685 del Conservatorio Giuseppe Verdi di Ravenna, a cui si aggiungono Agnese Contadini all’arpa e Raffaele Damen alla fisarmonica.

«Dilexi, ho amato, è l’ultima parola pronunciata in punto di morte da Teodosio, l’amato padre di Placidia, ed è il punto di partenza di una sacra rappresentazione costruita su fonti reali ma avvolte da una dimensione immaginativa, in cui la protagonista e le voci del suo tempo si incarnano nel canto e nella musica, attraversando sette visioni, sette dialoghi immaginati dai quali – come spiega il compositore Danilo Comitini – emergono i molteplici volti ed espressioni della protagonista e del suo tempo».

I sette quadri nascono dalle voci del coro, come una meditazione e riprendono le ultime parole di Cristo sulla Croce. In un viaggio nel tempo, lungo la vita di Placidia, ma anche nello spazio, toccando le città che ne accolsero il passaggio, e attraverso le voci di interlocutori immaginari che nel dialogo permettono di indagare nel cuore e nella mente della protagonista: Ambrogio, Girolamo, Agostino, Pier Crisologo, Giovanni, Ipazia, infine Papa Leone, di fronte al quale Placidia si ricongiunge al corpo del piccolo figlio morto, Teodosio, lo stesso nome del padre, in una fatale circolarità della vita e del destino.

«È una donna vissuta nel fecondo confine di due epoche, che lascia il tempo antico della classicità per addentrarsi nell’Evo di mezzo, che passa dalle dispute dei filosofi ai grandi concili della nascente cristianità, dai templi degli dei alla chiesa di Dio; ponendosi quindi in quel passaggio fertile a cui la civiltà europea deve il proprio fondamento» conclude Francesca Masi.

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