domenica
03 Agosto 2025

Il Parco Naturale si prepara per la riapertura: al via alla stagione dal 1 giugno

Tornano gli incontri con gli animali da fattoria e le avventure aeree tra i pini dopo mesi di interventi di riqualifica

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Incontri con gli animali da fattoria e adrenaliniche avventure tra gli alberi: il Parco Naturale di Cervia si prepara alla riapertura, dopo mesi di lavori di lavori di riqualificazione.

Da sabato 1° giugno, adulti e bambini potranno accedere alla “Vecchia Fattoria”, attrazione principale del Parco, un recinto sicuro dove entrare in contatto diretto con gli animali. Nello stesso weekend inaugureranno per la stagione i percorsi aerei di CerviaAvventura che, dopo un’attenta ristrutturazione sono pronti ad accogliere i “Tarzan” di tutte le età, pronti a misurare proprie capacità attraverso ponti tibetani, pareti di corda, carrucole e passerelle sospese.

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Il Parco resterà aperto tutti i giorni, dalle 9 alle 20 da giugno a fine agosto e dalle 9 alle 19 in settembre. Il parcoavventura invece aprirà quotidianamente a partire da sabato 8 giugno aperto con orario continuato dalle dalle 10 alle 19.30. I biglietti di CerviAvventura possono essere acquistati anche online (fino al giorno precedente) sul sito di Atlantide. Per l’apertura non sarà disponibile il punto ristoro, ancora interessato dai lavori di ristrutturazione, ma sarà comunque possibile portare da casa acqua e pranzo al sacco per la giornata.

Al via “Bike to Work”: fino a 50 euro al mese per andare in bici al lavoro

Dopo il successo dell’iniziativa nel faentino, un nuovo Comune si impegna a promuovere la mobilità sostenibile e uno stile di vita più salutare

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Dopo il successo dell’iniziativa a Faenza, anche Castel Bolognese è pronto a dare il via al progetto “Bike to Work 2024”, un’attività pensata per promuovere la mobilità sostenibile e uno stile di vita sano, incentivando l’uso della bicicletta tra tutti i lavoratori dipendenti e autonomi residenti nel comune. Dal prossimo 3 giugno i partecipanti potranno guadagnare venti centesimi per ogni chilometro percorso in bicicletta, anche a pedalata assistita, sul tragitto casa-lavoro-casa, fino a un massimo di 50 euro mensili.

Possono partecipare all’iniziativa tutti i lavoratori, dipendenti e assimilati di aziende, enti pubblici e privati, e i lavoratori autonomi, a prescindere dall’ubicazione della sede lavorativa, purché siano residenti a Castel Bolognese, e che almeno un tratto del percorso  sia effettuato pedalando all’interno del Comune (ad esempio, un lavoratore che arriva in stazione a Castel Bolognese in bici, per raggiungere la propria sede di lavoro a Bologna, può registrare il percorso sull’app dedicata, ed aggiungere l’eventuale tragitto fatto dalla stazione di Bologna alla sede di lavoro, sempre se percorso in bici). Per aderire è sufficiente presentare la domanda attraverso la compilazione di modulo online, accessibile tramite autenticazione con Spid, Cie o Cns. Dopo l’iscrizione, il lavoratore dovrà scaricare l’App Wecity sul proprio cellulare. Dopo la registrazione dei propri dati e del proprio iban sarà necessario inserire il codice d’accesso fornito dal Comune e ricordarsi di attivare l’app all’inizio di ogni tragitto che compirà in bicicletta (sia bici muscolare che bici a pedalata assistita) per raggiungere la propria sede di lavoro e per rientrare a casa.  Ogni tre mesi verranno versati tramite bonifico sul conto corrente indicato le somme corrispondenti ai chilometri pedalati e registrati dall’app (con un minimo di 30 km a trimestre).

Ulteriori informazioni sul progetto e il regolamento sono disponibili nella pagina dedicata sul sito web del Comune.

Bagnacavallo torna al cinema con 86 appuntamenti nell’arena estiva

L’amata rassegna cinematografica compie quarant’anni e torna con un ricco calendario di proiezioni e incontri con i protagonisti nel parco delle Cappuccine

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L’amata rassegna “Bagnacavallo al cinema” compie quarant’anni e torna con 86 proiezioni consecutive nel parco delle Cappuccine, da ì 7 giugno fino a sabato 31 agosto.
In programma nell’arena di Via Berti 6 i migliori film della stagione, come Perfect days di Wim Wenders, C’è ancora domani di Paola Cortellesi, Io capitano di Matteo Garrone, La zona d’interesse di Jonathan Glazer e tanti altri. Le proiezioni inizieranno alle 21.30.
«Per migliorare la programmazione e la selezione dei film – hanno anticipato Baiardi e Gozzoli, organizzatori della rassegna; – anche quest’anno si è deciso di dividere il programma in due parti: la prima dal 7 giugno al 21 luglio, la seconda dal 22 luglio al 31 agosto. In questo modo sarà possibile recuperare eventuali proiezioni annullate causa maltempo e programmare possibili ulteriori incontri con registi e attori.
Nella seconda parte della rassegna sarà inoltre organizzata una festa per celebrare l’importante traguardo dei quarant’anni di attività dell’arena.»
Come ogni anno infatti verranno proposti gli incontri di “Accadde domani” in collaborazione con Agis e Fice–Emilia-Romagna.
Gli appuntamenti della prima parte prevedono, il 12 giugno, Ettore Zito (regista) e Luca Giacomoni (scrittore) per il film Anime nel fango con offerta libera (l’incasso della serata sarà devoluto alle vittime dell’alluvione in Romagna) e il 25 giugno Anita Rivaroli (sceneggiatrice) e Carlotta Gamba (attrice) per il film Gloria!. A luglio sarà la volta, l’11, di Filippo Barbagallo (regista) per il film Troppo azzurro e il 17 di Simone Godano (regista) per il film Sei fratelli. Nel corso della stagione saranno annunciati gli incontri successivi.
Da domenica 9 fino a giovedì 13 giugno, l’arena aderirà a “Cinema in festa 2024” con i biglietti al costo di soli 3,50 euro per tutti i film. In seguito, da venerdì 14 giugno fino a fine stagione, la rassegna sarà parte dell’iniziativa “CinemaRevolution” del Ministero della Cultura, promozione del cinema italiano ed europeo con un prezzo unico per lo spettatore di 3,50 euro per i film italiani ed europei. I film extraeuropei saranno visibili al costo di 6euro (intero) o 5 (ridotto).  Per la categoria è disponibile anche uno speciale abbonamento che prevede l’ingresso a 10 spettacoli al costo di 40 euro.
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Illustrazione di Eliana Albertini

Performance tra arte e natura per illuminare i luoghi più particolari del territorio

La rassegna di spettacoli site-specific curata da Magma torna per la quinta edizione, tra Cervia, Lugo e Faenza
14 appuntamenti da giugno ad agosto con artisti italiani e internazionali

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Cervia, Faenza e Lugo si preparano ad ospitare la quinta edizione di Elementi, la rassegna itinerante di di musica, performance e arti visive contemporanee ideata da Magma nel 2020 con l’intento di creare una dimensione immersiva all’interno di paesaggi naturali particolari ed emozionanti, che con la loro unicità caratterizzano il territorio romagnolo.
L’edizione di quest’anno conferma il proprio format interdisciplinare, con un calendario di 14 spettacoli performativi site specific distribuiti in 7 giornate, corredati da percorsi ed attività educative, ludiche e creative.
Il calendario va 2 giugno al 14 agosto, con una serie di appuntamenti gratuiten plein air,  a impatto ambientale zero e basati specificità naturali di ogni location, tra saline, pineta e hangar.

Si parte domenica 2 giugno nell’area di un ex capanno da pesca che si affaccia sul paesaggio della Salina di Cervia con i protagonisti del revival new age Spencer Clark e Lieven Martens (nelle vesti di Monopoly Child Star Searchers & Dolphins Into The Future), che esploreranno i territori più marginali del suono onirico, a cavallo tra pop-ipnagogico, ambient, neo-psichedelia, sound art.

Domenica 23 giugno, al Circolo Kayak di Milano Marittima, il pubblico potrà prenotare un’escursione via acqua verso la Salina, seguita da uno spettacolo live al tramonto della band italiana Hearth of Snake, rituale ideato da Vincenzo Marando con Alberto Danzi e Cosimo Rosa, a cui nel 2023 si sono aggiunti Francesca Colombo aka Mira e Paul Beauchamp. L’evento si concluderà al Circolo Kayak, con una selezione musicale curata da Magma.

Domenica 7 luglio, la Pineta di Cervia ospiterà un laboratorio condotto dall’architetto, musicista, sound artist e studioso Nicola di Croce che si focalizzerà sulla relazione tra studi urbani e sonori, e due live performance: la sound designer e musicista Agnese Banti eseguirà un intervento sonoro acustico site specific, mentre la performer e compositrice giapponese Michiko Ogawa si esibirà con clarinetto e shō. Sabato 20 e domenica 21 luglio, nel suggestivo parco di Villa Emaldi a Faenza si potrà partecipare a laboratori di ceramica in collaborazione con Aicc – Associazione italiana Città della Ceramica e il Museo Carlo Zauli con il maestro ceramista Fabiano Sportelli, specializzato nel creare fischietti e ceramiche sonore. La giornata del 20 luglio prevederà anche djset e interventi performativi del collettivo Armonika, una live performance di Uomo Uccello (Claudio Montuori), due interventi site-specific sulle azioni sonore di Jacopo Buono e del sassofonista Bertrand Gauguet. Nella notte dal 20 al 21 luglio ci sarà uno sleeping concert di sette ore aperto al pubblico con Equohm, Erob, Manticora in cui esplorare lo spazio tra sonno e veglia.

Domenica 4 agosto, l’incantevole scenario “lunare” dell’Aia della Salina di Cervia al calare del sole farà da sfondo a un’esibizione live. A esibirsi sarà Cucina Povera, il progetto solista della musicista lussemburghese-finlandese Maria Rossi, acclamata come una delle nuove voci più sorprendenti della scena musicale underground di Glasgow. L’ultimo evento della rassegna sarà mercoledì 14 agosto, all’Aeroporto Francesco Baracca di Bagnara-Lugo di Romagna, dove si esibirà il progetto musicale Parus, creato da Anton Anishchanka, produttore di musica elettroacustica, in collaborazione con la cantante ed etnografa Hanna Silivonchyk. Al tramonto, all’interno di un hangar dell’aeroporto, sarà presentata l’installazione audiovisiva No Such Array del musicista John Chantler. Come cornice all’evento, dal tardo pomeriggio fino a notte il collettivo bolognese Undicesimacasa proporrà una serie di dj set e sessioni d’ascolto.

Tutti gli eventi sono accessibili su prenotazione, scrivendo una mail a riservaree@gmail.com.

Jake la Furia in consolle al Matilda di Marina di Ravenna

Il rapper milanese è pronto a fare scatenare il pubblico ravennate con il dj set di venerdì 31 maggio

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Jake la Furia è pronto a fare scatenare il pubblico del Matilda di Marina di Ravenna per una serata speciale dedicata alla “storia”: Il rapper milanese, noto per l’esordio nei Club Dogo (che hanno visto il suo recente ritorno) e per i numerosi progetti solisti di successo, con 10 sold out consecutivi al Forum di Milano e una data a San Siro alle porte, è uno degli artisti che ha scritto la storia del genere nella scena nazionale.

Venerdì 31 maggio l’artista sarà in consolle nella main room del Matilda, mentre la sala Glam si accenderà con Euforia (Tech, Deep, Groove) e il Garden ospiterà il dinner party.

L’ingresso costerà 10 euro per le donne e 20 per gli uomini (in entrambi i casi con consumazione inclusa entro le 00.45) i “portachiavi” del locale varranno come ingresso omaggio entro le 00.45 per tutta la stagione.

Torna il Grande Teatro di Lido Adriano: «I ragazzi odiano le menzogne»

Parlano i direttori artistici del progetto: Luigi Dadina delle Albe e i fratelli Vicari del Cisim

Un Teatro Che Abbraccia 1Bambini e signori attempati vestiti da uccelli, che ballavano, cantavano, raccontavano storie sufi provenienti dal XII secolo persiano; metafisici direttori d’orchestra che dirigevano le onde dell’Adriatico, quasi a calmare le acque, a qualche settimana dalla disastrosa alluvione del ‘23. Il Grande Teatro di Lido Adriano, ancor prima che creazione artistica, è stato un appuntamento sociale e comunitario, di festa e condivisione, di unione di culture e anime diverse della città più meticcia della provincia.

Anche quest’anno il Grande Teatro torna in scena al Cisim, dal 30 maggio al 2 giugno (ore 20), conqualche importante novità. Ne abbiamo parlato con i direttori artistici: Luigi Dadina, storico componente del Teatro delle Albe, e i fratelli Federica e Lanfranco Vicari, animatori, assieme a Massimiliano Benini, del Cisim di Lido Adriano.

 

L’anno scorso il punto di partenza del Grande Teatro di Lido Adriano era un poema sufi del XII secolo. Anche quest’anno si rimane in Oriente, con una favola indiana, il Panchatantra. Come siete arrivati lì?
Dadina: «Volevamo rimanere in Oriente. È grande l’Oriente, gigantesco, pieno di storia. Non stiamo a spiegare perché a Ravenna guardiamo verso Est: è il nostro orizzonte. Dopo una serie di riunioni, Tahar Lamri mi ha parlato della storia di Dimna e Kalila, la versione araba di una di queste favole indiane contenute nel Panchatantra, che dal VI secolo invade prima tutto il mondo arabo, poi quello europeo. La favola ha avuto una diffusione incredibile, era famosa quanto i Veda o le Upanishad, almeno fino alla fine dell’Ottocento. Poi, in un qualche modo, scompare. Ci ha convinto perché volevamo continuare a lavorare sugli animali, come figure dell’inconscio umano che si animano nelle favole».

È una favola che parla di potere, di due fratelli sciacalli: uno vuole scalare la gerarchia, l’altro no. È un tema importante, oggi, per voi?
Dadina: «Assolutamente sì, lo è sempre. Il potere è la proiezione del nostro ego. Un dato esterno, politico, ma anche intimo, personale. Sappiamo quanto l’uomo possa essere fallocentrico. Queste favole erano scritte per insegnare ai giovani nobili come diventare re. Lavorando coi ragazzi di Lido Adriano è diventato subito chiaro come il meccanismo del potere è presentissimo anche nelle loro vite, in classe e fuori da scuola».
Lanfranco Vicari: «Una cosa interessante è che, in questa favola, nessuno dei due protagonisti sciacalli mette in discussione il potere. Sono entrambi assolutamente dentro il suo meccanismo. La favola era nata per educare principi: il potere non poteva essere messo in discussione nelle sue fondamenta, sarebbe stato sovversivo».

Come hanno risposto i ragazzi?
Lanfranco Vicari: «Spesso, nella favola, i protagonisti mentono. Lo sciacallo più ambizioso getta fango e veleno sul toro, che lui stesso aveva presentato al principe per fare bella figura. È un vero infame. Ecco: la menzogna è la cosa che in assoluto fa più arrabbiare gli adolescenti. Lo abbiamo capito da alcuni loro scritti (quest’anno alcuni adolescenti hanno scritto parti dello spettacolo). Davanti a questa rabbia mi sono accorto che, alla mia età, do quasi per scontata l’esistenza della menzogna e della malignità. Ci sono assuefatto. Abbiamo accettato, all’interno dei nostri piccoli poteri, la loro esistenza. I ragazzi no. Li puoi chiamare ingenui, immaturi. Ma secondo me questa loro purezza, questa loro rabbia è importante».

Rispetto all’anno passato, cos’è cambiato nel Grande Teatro?
Federica Vicari: «L’anno scorso, quando abbiamo messo in piedi il Grande Teatro, non avevamo ancora chiarissimi i metodi per arrivare al nostro obiettivo. L’abbiamo capito facendolo, ed è sempre l’apprendimento migliore. Quest’anno il coordinamento artistico conta addirittura 13 persone: Francesco Giampaoli, Alessandra Carini e Nicola Montalbini, Tahar Lamri, Federica Savorelli, Jessica Doccioli, Spazio A. C’è anche chi si occupa della nostra immagine: Nicola Baldazzi e i fratelli Tedde sono molto più coinvolti. Questa orizzontalità del progetto mi piace molto. E, forti dell’esperienza passata, quest’anno è stato più naturale raccontare il percorso, stringere legami con aziende e privati di Lido Adriano, con la Pro Loco; organizzare in tempi utili le squadre di lavoro e le comunicazioni col Ravenna Festival, che ringraziamo. Andiamo a migliorare, anche se, come si dice, non si arriva mai!»
Lanfranco Vicari: «Un’altra cosa che è cambiata molto, quest’anno, dipende dal testo. L’orizzonte linguistico è totalmente diverso. Se l’anno scorso la lingua era poetica, verticale, questa invece è una lingua di terra, c’è più realismo. C’è più società».

 

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Per quanto riguarda le musiche?
Lanfranco Vicari: «Giampaoli si è ispirato alle musiche di quell’area del mondo. Quest’anno le composizioni sono più sfaccettate. Soprattutto è presente un coro. Se l’anno scorso la parte melodica era affidata alla chitarra e alla voce solista di Jessica, quest’anno la novità è il coro, che viene usato come uno strumento. Naturalmente ci sarà anche il rap: stiamo pensando a un inedito con parole mie e voce di Jessica. E, non avendo più narratori, la musica diventerà quest’anno, allo stesso tempo, poesia e narrazione».

Anche i costumi e le scene sono una parte importante del progetto. Come vi siete mossi, quest’anno?
Federica Vicari: «Stiamo cercando di semplificare. L’anno scorso avevamo messo a dura prova le nostre bravissime sarte, che avevano confezionato ben 100 tuniche! La novità sarà una collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Ravenna. Cinque artisti selezionati da Nicola Montalbini, Alessandra Carini e Paola Babini avranno il compito di realizzare sia degli elementi scenografici, sia delle tappe dello spettacolo. Ci sarà un bel colpo d’occhio».
Lanfranco Vicari: «Per noi è molto importante che il Grande Teatro lasci delle tracce in città. L’anno scorso, ad esempio, abbiamo portato Eron, uno dei più importanti street artist italiani».

Dal punto di vista artistico c’erano cose che non volevate ripetere? O innovazioni che volevate inserire?
Lanfranco Vicari: «L’anno scorso ci sono state tante cose. C’è stata l’alluvione, che è stata un disastro, ma è stata anche il collante del gruppo, quando alla fine abbiamo deciso di andare avanti lo stesso. Quest’anno stiamo cercando di trovare l’equilibrio fra le varie generazioni, adulti e adolescenti. E la cosa bella è che il lavoro cambia ogni anno».
Luigi Dadina: «Ci siamo chiesti spesso che tipo di linguaggio stavamo adottando. Quando dico, anche provocatoriamente, che questo è un “teatro rap”, non voglio usare una facile etichetta. Lo dico tenendo in mente la lunga storia del Cisim, un pensiero che va avanti da 30 anni. Già le prime non-scuole di Lido Adriano erano piene di musica e di balli».
Federica Vicari: «Questo è un punto di forza. Potrebbe sembrare che il Grande Teatro sia qualcosa di parallelo alle attività del Cisim, ma non è così. È il cuore hip-hop del Cisim, costruito in tanti anni di lavoro. L’hip-hop è canto, musica, parola, danza, tutte cose che fanno parte del nostro Dna».
Luigi Dadina: «È in fondo un’idea antichissima, no? Il teatro è il luogo di tutte le arti. Che cos’è la lirica? Musica, danza, parola. Questo avviene dalla notte dei tempi e serve a vincere la paura del buio».

 

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Nella “Guida alle birre d’Italia” di Slow Food anche una produzione ravennate

Un ottimo risultato per il birrificio Bajon di Porto Corsini, l’unica realtà della provincia a ottenere il riconoscimento

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È stata presentata nelle scorse settimane l’edizione 2025 della “Guida alle Birre d’Italia” di Slow Food Editore: un viaggio tra oltre 500 realtà del Paese (tra produzioni di birra e sidro) e la recensione  di 2767 etichette. Tra le aziende che si sono distinte nel corso dell’ultimo anno anche una realtà ravennate, il birrificio Bajon di Porto Corsini, premiato con il riconoscimento di “Eccellenza”, uno tra i più prestigiosi della guida.

Si parte infatti dalla “Chiocciola”, che come comunicano dall’associazione rappresenta «il premio riservato a quelle aziende che ci piacciono in modo speciale e che, secondo noi, sono le migliori di Italia, interessanti a livello mondiale», passando per l’Eccellenza «riconoscimento indirizzato a quelle aziende che esprimono un’elevata qualità media su tutta la produzione», il fregio di Locale Eccellente «si parla di quegli indirizzi che si distinguono per la selezione e il servizio delle birre e per l’accoglienza» e, da quest’anno, il premio Filiera: «Tema di questa edizione è la filiera, cui abbiamo dedicato un nuovo premio per segnalare l’impegno di quei birrifici che si dedicano con particolare attenzione alla produzione delle materie prime».

Il pub e birrificio di via Volano è stato l’unico in provincia a ottenere la menzione. A livello nazionale sono state riconosciute quest’anno 49 Chiocciole, 101 Eccellenze, e 43 premi Filiera nel mondo del luppolo, mentre i produttori di sidro del Paese contano nell’edizione 2025 3 Chiocciole, 4 Eccellenze e 5 premi Filiera.

«La Guida alle Birre – evidenzia Luca Giaccone, curatore della pubblicazione insieme a Eugenio Signoroni – è nata nel 2008, quando in Italia i birrifici erano 232. Oggi sono più di mille e in tutti questi anni, con cadenza biennale, la guida di Slow Food ha raccontato l’evoluzione di questo affascinante movimento, con un certosino lavoro di visite,  assaggi e confronto con i birrai. Un lavoro collettivo, possibile grazie a una squadra di collaboratori, presenti in tutta la penisola».

Raccolte 3mila firme per far restare i frati: arriva una risposta anche dal Vaticano

La petizione non si ferma e coinvolge anche i Rioni del Palio e l’organizzazione del Mei
La Segreteria di Stato invita a «rivolgersi alle autorità competenti», il Vicario diocesano garantisce il continuo dell’attività parrocchiale anche in assenza dei Francescani

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Da mesi fa discutere la scelta dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali di abbandonare la parrocchia di San Francesco a Faenza, contribuendo al fenomeno di desertificazione del centro storico e lasciando la comunità di fedeli priva del proprio punto di riferimento ecclesiastico. Per contrastare l’eventualità della dipartita è stata lanciata una raccolta firme che ha ottenuto 500 adesioni solo nel primo weekend, arrivando a contarne oggi 3mila, ottenendo riscontri sulla questione anche dalla Segreteria di Stato Vaticana e dal Vicario diocesano.

Una fedele ha voluto confidare autonomamente il dispiacere per la chiusura del Convento dei Frati Conventuali nella città con una lettera al Santo Padre, invocando un suo intervento. L’appello della devota ha trovato risposta da parte della Segreteria di Stato Vaticana, che in data 8 maggio ha replicato: «Riconoscente per il gesto di fiducia e per i sentimenti che lo hanno suscitato, Papa Francesco, mentre L’Affida alla bontà misericordiosa di Dio, affinché sia di sostegno nel quotidiano cammino cristiano, invoca la celeste protezione della Vergine Maria, Madre della Speranza, e di cuore invia la benedizione apostolica, pegno di pace e di fortezza nella fede. Circa la suddetta istanza, pur comprendendo i buoni intenti che l’hanno accompagnata, suggerisco di rivolgersi all’autorità ecclesiastica competente, la quale potrà certamente offrire adeguate risposte».

Anche in questo caso però, nessuna strada è rimasta intentata: il precedente 2 aprile, infatti, era già avvenuto l’incontro tra il Vicario diocesano e Consiglio Pastorale della parrocchia di San Francesco, al termine del quale si è stabilito che qualora il Convento dovesse chiudere, la parrocchia non verrebbe comunque soppressa.

Nel frattempo la parrocchia e il convento continuano ad esercitare con efficacia la loro attività sul territorio, riscuotendo grande successo nella cittadinanza: solo durante i festeggiamenti di Santa Rita (22 maggio) sono state raccolte circa un centinaio di firme al di fuori della chiesa. Lo stesso vale per il concerto serale dedicato alla Madonna delle Grazie, svoltosi in Piazza della Libertà nella giornata del Patrono vi è stata una grande adesione al banchetto presente all’esterno. Un nuovo appuntamento per venerdì 31 maggio con “paella e sangria” per festeggiare la chiusura dell’anno pastorale della parrocchia, alle ore 19 nei locali del circolo Anspi di San Francesco.

La raccolta firme è inoltre ancora attiva in oltre 25 esercizi pubblici ed è sostenuta anche dai cinque Rioni del Palio del Niballo di Faenza (Nero, Rosso, Giallo, Verde e Borgo Durbecco), disposti a raccogliere ulteriori adesioni durante le settimane della Bigorda e del Palio. Tra i promotori della petizione anche l’Istituto Ghidieri e il Mei (Meeting delle Etichette Indipendenti), che nell’edizione del prossimo ottobre lascerà spazio a una chiusura del festival con un “Concerto dei 50 Anni”, a sostegno della Parrocchia, coinvolgendo i musicisti che 50 anni fa organizzarono un primo grande concerto nel teatro parrocchiale di San Francesco. Nel frattempo sono stati creati una pagina Facebook e un canale Whatsapp per restare costantemente aggiornati sulle evoluzioni della vicenda.

Romagna Faentina si aggiudica un bando da 5,5 milioni contro la crisi climatica

Il progetto “AquaGreen” nasce a seguito dell’alluvione per mettere in sicurezza il territorio grazie a sistemi di allarme avanzati, infrastrutture fotovoltaiche e pavimentazioni innovative permeabili

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Quella che per l’Unione della Romagna Faentina appariva solo una speranza è diventata realtà: il progetto “AquaGreen (Acquiring Urban Resilience Against Floods and Droughts: a novel citizen-powered integrated Green& BlueSystem)” candidato al Bando europeo Eui per l’individuazione di soluzioni innovative in grado di prevenire gli eventi estremi legati al cambiamento climatico, è infatti risultato tra le proposte vincitrici, superando la concorrenza di numerosi e forti concorrente di tutto il continente. Il finanziamento ottenuto copre un budget complessivo di 5,5 milioni di euro e ha una durata di quattro anni, andando ad implementare (e non a sostituire) i progetti e i contributi per la ricostruzione e la messa in sicurezza del territorio dal punto di vista idraulico, con soluzioni innovative di prevenzione e monitoraggio degli effetti del cambiamento climatico.

Il progetto è stato messo a punto da un team composto da Università di Bologna, Iuav-Università di Venezia, Hera Tech, Cate San Lazzaro, Con.Ami, Associazione Borgo Durbecco e il supporto tecnico di Asso, Agenzia per lo Sviluppo Sostenibile. Per rispettare la scadenza dello scorso 5 ottobre, gran parte del lavoro è stata svolta a pochi mesi dall’alluvione e in clima di emergenza, con il solo obiettivo di non perdere nessuna opportunità per migliorare le condizioni future di sicurezza e di qualità della vita sul territorio.

In un contesto di scarsità di risorse economiche e di necessità di ripensare la città nel medio lungo termine, il progetto Aquagreen mira, infatti, a rendere l’area urbana di Faenza e dell’Unione della Romagna Faentina più resiliente al caos climatico destinato ad aggravarsi nei prossimi anni, potendo attingere a risorse economiche europee che diversamente non sarebbero state in alcun modo disponibili: tra le soluzioni innovative individuate dal progetto trovano spazio sistemi tecnologici più rapidi, moderni ed efficienti di allarme in prossimità di eventi meteo estremi e la creazione di infrastrutture verdi fotovoltaiche per consentire alle pompe idrauliche di operare anche con possibili blackout durante i nubifragi. Tra le iniziative più significative, la realizzazione di suoli urbani più permeabili grazie all’utilizzo di pavimentazioni innovative, in grado di evitare l’accumulo di acqua in superficie e un sistema integrato in grado di trattenerla, infiltrarla e convogliarla in un’area di accumulo appositamente rimodellata e riorganizzata nel “Parco Multifunzionale per la Resilienza”: un’area concepita come spazio pubblico in cui testare soluzioni di adattamento e verificare i vantaggi nel rendere più verde la città.

Tutti i progetti e le soluzioni innovative verranno prima proposti, testati e condivisi con i cittadini in modalità Living Lab – laboratorio partecipato. e rappresenteranno azioni pilota replicabili in tutta l’Unione della Romagna Faentina a partire dalle aree più a rischio (grazie alla partecipazione del Con.Ami) oltre che nei territori di tre partner europei già identificati: il Comune di Michalovce (Slovacchia), il Comune di Slavonsky Brod (Croazia) e il Comune di Bielsko-Biala (Polonia).

Il Fem Garden riparte con Amelia Cavarzan: il programma degli incontri di giugno

Si parte il 30 maggio con la presentazione della graphic novel “Guarda mamma, sono andata in bici dal mio cognome al mio nome” a seguire, un ricco calendario di appuntamenti dedicati alla letteratura e all’inclusione

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Riapre il “Fem Garden” di via Rocca ai Fossi, gestito per la quarta stagione consecutiva dalla Casa delle Donne di Ravenna, grazie ad un patto di collaborazione con l’amministrazione comunale per la rigenerazione urbana. Negli ultimi quattro anni infatti, il giardino dell’ex sede del Ser.T ha preso nuova vita grazie alle cure delle volontarie dell’associazione, e da luogo abbandonato è diventato spazio di incontro per i numerosi eventi culturali e politici allestiti lungo tutta l’estate.

Si parte giovedì 30 maggio (alle 18), con un’anteprima realizzata in collaborazione con Fiab Ravenna: la presentazione della graphic novel di Amelia Cavarzan “Guarda mamma, sono andata in bici dal mio cognome al mio nome” (Antiga Edizioni). Dialogano con l’autrice Barbara Domenichini e Giulia Girotto. Nell’occasione verrà anche presentato il programma di incontri del mese di giugno. La storia presentata è quella di Amelia Cavarzan, che parte in bicicletta per collegare Cavarzan, un paesino delle Dolomiti venete, ad Amelia, una cittadina umbra. L’autrice racconta con sarcasmo, delicatezza e autoironia la sua piccola grande impresa di 15 giorni e 800 km per collegare il suo cognome al suo nome. In questo viaggio, ambientato fra le meraviglie artistiche e naturalistiche del nostro Paese, porta con sé chi legge la sua storia: «Amelia è curiosa, non si nutre solo di caciocavallo e capocollo, ma anche di incontri con le persone, di quello che vede, di quello che sente. La si accompagnerà intimamente in un susseguirsi di avventure, coincidenze e aneddoti divertenti, intervallati da momenti di riflessione e introspezione» comunicano dall’associazione.

Il primo evento di giugno è fissato invece per domenica 2, alle 10.30 con il tradizionale pic-nic di apertura del Fem Garden: in mattinata si terrà il reading del libro postumo di Michela Murgia, “Ricordatemi come vi pare” per poi proseguire a pranzo con il pic-nic di pace. I partecipanti sono invitati a portare con se il proprio cibo e le coperte. In caso di pioggia, l’evento è annullato.

Mercoledì 5 alle 18 si entra nel vivo degli appuntamenti culturali con la presentazione del libro di Maria Luisa Boccia “Tempi di guerra, riflessioni di una femminista” (Manifestolibri).  La condizione delle donne sotto il tirannico regime dei Talebani in Afghanistan sarà al centro dell’incontro di giovedì 13 alle 21, grazie alla testimonianza di un’operatrice sanitaria di Emergency, che ha lavorato nel centro di maternità di Anabah.

Sabato 15 alle 21, si passa dall’Afghanistan alle atmosfere kosovare post indipendenza con il romanzo di Elvira Mujic “La buona condotta”, mentre martedì 18 alle 18, protagonista del giardino di via Rocca ai Fossi sarà un’icona del femminismo, raccontata nella graphic novel “Anna Kuliscioff e noi”, di Thomas Casadei e Vittorina Maestroni. Si arriva così a sabato 22 giugno, ore 18, quando si parlerà di militarizzazione della scuola con l’incontro “La scuola va alla guerra?” assieme ad Antonio Camerotta, Viola Clemente, Elettra Stamboulis e Serena Tusini.

Lunedì 24, alle 21 prenderà avvio la lettura collettiva del libro “Sputiamo su Hegel” di Carla Lonzi, che il gruppo Ctuluchene ha scelto per l’estate 2024. Ogni lunedì alla stessa ora il gruppo si riunisce, legge e riflette insieme. Per partecipare, basta inviare una mail a casadelledonneravenna@gmail.com

Martedì 25, alle 21, appuntamento con Melissa Turchi e il suo “Parole in grammi”. Il mese di giugno termina con l’incontro di venerdì 28 sempre alle 21 con il libro di Brunella Torresin “Nel gran teatro della natura”.

Gli eventi al Fem Garden sono ad ingresso libero e proseguiranno anche a luglio e a settembre, con un calendario ancora in via di definizione. È possibile trovare aggiornamenti e informazioni sui social dell’associazione.

“De Rerum Natura”: filosofia, letteratura e musica alla Domus dei Tappeti di Pietra

Il progetto, curato da Fondazione RavennaAntica e Orchestra La Corelli nasce all’interno del Ravenna Festival

Foto1 Veduta Domus Dei Tappeti Di Pietra

Anche la Domus dei Tappeti di Pietra si fa palcoscenico del Ravenna Festival: dopo la felice sperimentazione dell’edizione 2023, con le MicroDanze di Aterballetto, il sito archeologico presta nuovamente a una potente sperimentazione che unisce poesia classica e musica dal vivo. Tappeti di pietra e tappeti sonori mettono in scena il De Rerum Natura, una preziosa riflessione tra digressioni letterarie e musicali sull’opera di Lucrezio.

Il progetto, curato da La Corelli e dalla Fondazione RavennAntica, prenderà il via il 31 maggio (ore 17) e verrà replicato fino al 9 luglio. L’introduzione e la selezione musicale sono curate da Jacopo Rivani e la voce narrante è di Camilla Berardi.

«Un viaggio in più tappe attraverso i segreti della natura e quelli della nostra esistenza: è quello che Lucrezio conduce nel suo De Rerum Natura, dosando sapientemente filosofia e scienza antica e, nello sfidare credenze religiose e superstizioni, spiegando come l’universo sia plasmato da leggi naturali e non da interventi divini. Insomma, un invito a guardare il mondo con occhi nuovi e mente aperta che qui si rinnova attraverso la voce di Camilla Berardi posta in dialogo con gli antichi mosaici, collocati negli ambienti originali di una domus tardo antica e la musica, con i suoni scelti volta per volta a evocare la profonda riflessione sulla natura delle cose: in ogni appuntamento verrà indagata l’essenza timbrica di uno strumento, fino all’ultimo che darà spazio alla summa di tutti i timbri generati dall’orchestra intrecciata all’ultimo elogio di Epicuro» spiegano gli organizzatori.

Come una “Beatrice” lucreziana, l’attrice accoglierà il pubblico nella chiesa di Santa Eufemia, all’ingresso della Domus, contestualizzando ciascun appuntamento. Tutti gli incontri avranno una durata di 40 minuti, ma affronteranno ogni volta un tema diverso.  I partecipanti saranno poi accompagnati all’interno del sito, dove i musicisti suoneranno brani artisticamente legati al contesto letterario: «Una sorta di Nekuia, rito con cui nell’antica Grecia si evocavano gli spiriti dei defunti, vissuta insieme per potersi addentrare tra mosaici e musica. Un’esperienza del sublime che attraverso la poesia e l’esecuzione musicale si radica alle antiche pietre e ad universi di senso che prendono nuova vita» continuano dalla Fondazione.

L’ultimo appuntamento prevede il percorso inverso, con partenza dalla Domus e conclusione in chiesa, alla presenza dell’orchestra d’archi La Corelli.

L’appuntamento per la rassegna è sempre alle 17 e, dopo il primo appuntamento del 31 maggio le repliche sono previste per il 4, 6, 11, 13, 18, 20, 25 e 27 giugno e il 2,4 e 9 luglio. Il costo di ingresso è di 6 euro.

Al Rasi un mese di teatro, giochi e picnic “Dalle sette alle nove”

Torna la rassegna firmata da Ravenna Teatro e Drammatico Vegetale dedicata all’intrattenimento dei più piccoli

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Saranno quattro gli appuntamenti nel mese di giugno con “Dalle 7 alle 9”, l’ormai tradizionale rassegna organizzata da Drammatico Vegetale e Ravenna Teatro negli spazi del Teatro Rasi e dedicata a un pubblico a partire dai due anni, tra spettacolo, giochi e picnic sul prati, dedicati anche a nonni e genitori.

Si parte giovedì 6 giugno con “Cappuccetto, il lupo e altre storie”, di Drammatico Vegetale.Uno spettacolo per vivere l’emozione della paura e trovare uno scarto nella magia, affrontando con umorismo le storie della tradizione in cui è presente il lupo. La visione è consigliata a bambini dai 3 agli 8 anni.

Dedicato alla stessa fascia d’età lo spettacolo di giovedì 13 giugno, “Lavandaie di Nuvole” (Peter Pan), la storia di due lavandaie che lavano i panni sul bordo di un ruscello immaginario trasformandoli in nuvole. Il destino di queste bianche creature è il mare, che li accoglierà con la tenerezza e la gioia di un ritorno a casa.

Si prosegue giovedì 20 giugno con un’opera di Drammatico Vegetale rivolta al pubblico dai 2 ai 6 anni, dal titolo “Uno, due, tre…”,
una storia di colori, un affresco a tre dimensioni sul cielo e sul mare, sulle cose della vita e sulla meraviglia di sorprendersi per il volo di un uccello, un pesce che guizza, o una palla che rotola. La rassegna si concluderà venerdì 28 giugno con “Pensieri Sottili” di Teatro all’improvviso, la rappresentazione di un teatro dove i pensieri si concretizzano in colorate figure di cartone e lo spettatore è sospeso tra quello che succede e quello che potrebbe accadere: niente è prevedibile, ma tutto è possibile. Anche in questo caso, la fascia va dai 3 agli 8 anni.

I biglietti sono disponibili sul sito di Ravenna Teatro (ingresso unico 5€, con sconti per gruppi e famiglie). È possibile portare il proprio cestino per il picni da casa o prenotarne uno realizzato con ingredienti biologici e di commercio equo a cura di Villaggio Globale al costo di 6€ per i bambini e 10 per gli adulti.

Per informazioni e prenotazioni cestini chiamare Ravenna Teatro (0544 36239 e 333 7605760).

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