lunedì
08 Settembre 2025

Inaugurato il ponte sul Savio, tra le due frazioni di Castiglione, dopo l’intervento da 300 mila euro

Il ponte, realizzato negli anni ’70 in una strada strategica per la mobilità provinciale e regionale, ha richiesto interventi per un totale di 300mila euro, finanziati per 180 mila euro dalla Regione Emilia-Romagna e per 120 mila dalla Provincia. Il progetto fa parte del “Piano provinciale di intervento sui ponti esistenti posti al servizio della rete stradale provinciale”, finalizzato a garantire la conservazione e la sicurezza dei 280 ponti del territorio.

L’intervento ha permesso di innalzare le condizioni della sicurezza del ponte in termini statici e funzionali mediante il recupero degli elementi strutturali di elevazione (spalle e pile), rinforzare i pulvini delle pile con posa in opera di cerchiature metalliche, l’adeguamento del sistema di smaltimento delle acque di piattaforma, la posa in opera di nuovi giunti di dilatazione nonché l’ installazione di nuove barriere di sicurezza stradale.

All’inaugurazione sono intervenuti, tra gli altri, la presidente della Provincia Valentina Palli, il sindaco di Cervia Mattia Missiroli, il vicesindaco di Ravenna Eugenio Fusignani, altri amministratori, rappresentanti dei territori e tecnici.

«La sicurezza delle infrastrutture è una priorità per la Provincia e questo intervento si inserisce nell’articolato programma di manutenzione e riqualificazione dei ponti dislocati sul territorio  – dichiara la presidente della Provincia Valentina Palli -. Si tratta di un cantiere importante realizzato su un ponte al servizio di due comunità. In particolare i lavori di manutenzione effettuati permetteranno di garantire la piena operatività e la funzione prestazionale del ponte, collocato su una rete stradale strategica per il territorio, migliorandone al contempo i livelli di sicurezza».

Entrano nel ristorante con coltello e pistola e legano il titolare per rapinare l’incasso

Rapina violenta nella tarda serata di ieri, 16 luglio, in una attività commerciale a Camerlona, frazione alle porte della città di Ravenna. Due uomini sono entrati al bar-ristorante Stella in via Reale impugnando un coltello e una pistola (non è noto se fosse un’arma vera o un giocattolo senza tappo rosso). Il titolare del locale è stato legato e immobilizzato, poi i rapinatori hanno afferrato l’incasso di giornata e sono fuggiti all’esterno, allontanandosi a bordo di un’auto scura di grossa cilindrata. Sul caso indagano i carabinieri che sono intervenuti poco dopo l’episodio avviando le ricerche dei fuggitivi e raccogliendo i primi elementi utili all’inchiesta.

I 60anni della Trattoria Cubana tra musica, giochi e una passeggiata “sul viale dei ricordi”

Un evento speciale sul Porto Canale di Marina di Ravenna per celebrare i 60 anni della Trattoria Cubana da Irma e Pino. Venerdì 18 luglio, in via Molo Dalmazia 37 (luogo dove la lunga storia del ristorante ha avuto inizio), si festeggerà dalle 18 alle 24, con un vero e proprio viaggio nel tempo attraverso le tre epoche vissute dalla Trattoria, raccontate con piatti iconici, musica e immagini d’epoca.

L’intrattenimento musicale sarà affidato ai dj Marco Petrini e Gianluca Viscuso (Radio Kinotto) mentre i più nostalgici potranno fare una passeggiata nel “Boulevard of Memories”, tra aneddoti e storie di famiglia. Naturalmente il protagonista sarà sempre il Menù del Cartoccio, proposto con un 10% di sconto per tutti gli ospiti. Infine, un “gioco di gusto”: il pubblico potrà votare il proprio piatto preferito tra tre proposte storiche, ognuna legata a un’epoca della Trattoria. Il piatto vincitore diventerà il simbolo ufficiale del 60° anniversario.

«60 anni insieme. Ancora qui, sul molo di Marina” un concept che celebra una realtà che è diventata parte della memoria collettiva della città di Ravenna e della riviera romagnola – commentano dall’agenzia creativa HappyMinds, che organizza l’evento –  Nata da Irma e Pino in una piccola stanza con pochi tavoli, la Trattoria Cubana continua a portare avanti la tradizione di famiglia ed è oggi un punto fermo per generazioni di turisti e viaggiatori, giovani e famiglie locali.

Incidente alla rotonda: muore un 17enne alla guida di una moto, ferita una 16enne

Un 17enne ha perso la vita in un incidente stradale avvenuto stamani, 17 luglio, a Marina di Ravenna. Verso le 5 l’adolescente era in sella a una motocicletta ed è morto alla rotonda dei Pinaroli, all’intersezione tra via Trieste e viale della Pace. Al posto del passeggero viaggiava una ragazza 16enne. È stata lei a chiamare i soccorsi per prima: ha riportato solo ferite lievi ed è stata trasportata in ospedale per accertamenti.

Non risultano altri veicoli coinvolti: al momento la dinamica ipotizzata è di una manovra errata all’ingresso della rotatoria. La moto viaggiava verso Ravenna e invece di percorrere la rotonda è finita per colpirla frontalmente, sbalzando i due giovani a terra.

La Pigna presenta le sei mozioni per la sicurezza tra presidi fissi, esercito e videosorveglianza

La Pigna ha veicolato agli organi di stampa le già precedentemente annunciate mozioni dirette al Consiglio Comunale in ottica sicurezza. Inoltre, attraverso il proprio Capogruppo Veronica Verlicchi, si esprime sull’accoltellamento accaduto ieri, martedì 15 luglio, nel centro storico di Ravenna.

«È l’ennesimo episodio che conferma quanto La Pigna denuncia da anni: Ravenna è fuori controllo. Dove sono i controlli? Dove sono le pattuglie a presidiare il centro nelle ore serali? Dove sono le politiche di prevenzione? Il sindaco e la giunta vivono in un mondo ovattato, mentre i nostri giovani rischiano la vita per una passeggiata in centro. Come gruppo consiliare La Pigna – Città Forese Lidiabbiamo già presentato un pacchetto di 6 proposte concrete per ripristinare la sicurezza a Ravenna, ma il PD e i suoi alleati continuano a voltarsi dall’altra parte, ignorando la realtà. Chi governa oggi è responsabile diretto del degrado, dell’insicurezza e dell’abbandono in cui versano Ravenna e i suoi cittadini».

Le sei mozioni de La Pigna sono così titolate: “Per l’apertura di presìdi fissi e distaccamenti della Polizia Locale”; “Per l’ampliamento e l’integrazione del sistema di videosorveglianza nel Comune di Ravenna”; “Per l’attivazione di pattugliamenti serale a piedi”; “Per la sicurezza a bordo dei mezzi pubblici”; “Per il supporto della Vigilanza Privata”; “Per la richiesta della presenza dell’Esercito nella zona Stazione e Giardini Speyer”.

Inaugura la nuova agenzia del lavoro: al via la ricerca di 50 profili da assegnare alle imprese del territorio

L’agenzia del lavoro Adhr Group, inaugura la sua quinta sede romagnola a Lugo, in piazza Baracca 13. A tagliare il nastro, nel pomeriggio di ieri (15 luglio), la sindaca Elena Zannoni. L’inaugurazione ha aperto ufficialmente la ricerca immediata di circa 50 profili per aziende del territorio che operano, principalmente, nel comparto della logistica, della metalmeccanica e nell’alimentare.

«Cerchiamo diverse figure, dal magazziniere, carrellista e addetto al picking, fino agli addetti al montaggio e assemblatori, così come tornitori e fresatori – afferma Maria D’Ambrosio, District Manager area Romagna di Adhr Group – Per l’industria alimentare, invece, le ricerche vertono su operatori di linea e conduttori di macchinari per il confezionamento. Si cercano anche figure impiegatizie,  per posizioni amministrative e per back office commerciale. La filiale di Lugo vuole diventare un riferimento fisico in zona per supportare candidati e imprese nel giusto match».

Per consultare le posizioni aperte della nuova filiale e candidarsi è possibile scrivere a lugo@adhr.it, recarsi direttamente in agenzia o consultare il sito web. 

L’undicesima edizione di Under Fest al Bagno Peter Pan

Tutto pronto per l’Under Fest, al Bagno Peter Pan di Marina di Ravenna.  Il festival, in programma dal 22 al 27 luglio, vedrà anche quest’anno la presenza di un artista di fama internazionale: giovedì 24 luglio, si esibirà dal vivo Conway The Machine, rapper che figura tra i fondatori di Griselda, l’etichetta hip hop più quotata tra gli appassionati di rap dell’ultimo decennio. L’artista dello stato di New York sarà a Under Fest per una delle due date del suo tour italiano, l’unica in Emilia-Romagna.

Tra gli artisti italiani in cartellone spicca Dj Shocca (22 luglio ), fresco reduce dalla pubblicazione di “60 Hz II”, atteso sequel del suo album di culto del 2004. Per l’occasione il Dj e producer veneto sarà affiancato sul palco da Ghemon, Egreen, Frank Siciliano e Madbuddy per un live che si preannuncia storico. Oltre a loro si esibiranno Marte (23 luglio), Axos (25 luglio) e molti giovani artisti, come da tradizione di Under Fest.

Il festival, infatti, come accaduto in ogni edizione, ha in programma anche una serie di cypher (apriranno gli eventi sopracitati dalle ore 21) che coinvolgono molti artisti emergenti, e una battle di freestyle (26 e 27 luglio). Oltre a queste esibizioni, inoltre, ci saranno i consueti talk con artisti ed esperti di hip hop (tutti i giorni a partire dalle 18).

Moder racconta così questa undicesima edizione del festival: “Passato il primo decennio, mi sono reso conto di quanto Under Fest abbia superato le più rosee aspettative. Under è nato per dare spazio all’urgenza espressiva di artisti che in quel momento non avevano un posizionamento, è un festival dove ci si capisce guardandosi negli occhi e dove la differenza tra chi sta sopra e sotto il palco è solo di ruolo: stiamo giocando tutti la stessa partita, far bruciare la fiamma della passione per la musica che amiamo. Questa edizione è importantissima: abbiamo artiste e artisti giovanissimi da tutta Italia che inizieranno un nuovo capitolo di questa storia. Avere un rapper americano dell’importanza di Conway The Machine è un fatto incredibile per un posto di provincia come il nostro, poi Dj Shocca per la prima volta al festival, la giovanissima promessa Marte, la penna incredibile di Axos.”.

Solco chiude il bilancio in positivo, con un ristorno di 80mila euro per le cooperative socie

Il Consorzio Solco Ravenna chiude il 2024 con un bilancio positivo e un valore della produzione che cresce del 5,6% toccando i 54,5 milioni di euro. Alle cooperative socie spetta un ristorno da 80mila euro. 

Il consorzio raggruppa 15 imprese del territorio romagnolo che erogano servizi per anziani, disabili, minori e per chi vive delle difficoltà sociali.

«L’aggettivo sociale che completa la nostra definizione non rappresenta solo il settore di intervento, ma il nostro orientamento, la volontà di occuparci del benessere delle persone più fragili, più vulnerabili – ha sottolineato Antonio Buzzi, presidente del consorzio durante l’assemblea annuale dei soci -. Il raggiungimento di questa finalità non è così visibile. Non esiste un indicatore sintetico di risultato che alla fine dell’anno restituisca con chiarezza se è stato un esercizio positivo o ci sono state criticità, perché il raggiungimento del nostro scopo si misura nel miglioramento della qualità della vita, nella crescita educativa, nella capacità di riscatto delle persone. Il nostro vero prodotto è il prodotto sociale».

Il 2024 è stato per il Consorzio un anno impegnativo che ha visto concentrato tutto il settore del sociale su quattro avvenimenti principali: il rinnovo dell’accreditamento socio sanitario, che di recente la Regione Emilia-Romagna ha deciso di prorogare fino al 31 dicembre del 2026; il rinnovo del contratto nazionale di settore e il riconoscimento dei maggiori costi; l’appesantimento del servizio finanziario; le crescenti difficoltà nel reperimento del personale.

«Nel 2024 abbiamo finalmente avuto il rinnovo dei contratti nazionali per i lavoratori del settore, questo ha comportato un aumento dei costi del personale, che in media si attesta sul 6,50% per il solo 2024 con un aumento complessivo previsto dal contratto del 15% – continua Buzzi -. Abbiamo lavorato per ottenere da parte dei committenti pubblici dei servizi il riconoscimento di questi aumenti e siamo riusciti ad arrivare a un riconoscimento medio di circa il 4% per alcuni servizi, ma niente per altri, come nel campo della psichiatria e delle dipendenze patologiche».

Restando sul tema del personale, l’altra grande criticità ormai strutturale del settore è la mancanza di lavoratrici e lavoratori qualificati. «Stiamo parlando di un problema dell’intero sistema – aggiunge il direttore generale di Solco Ravenna, Giacomo Vici -. Come Consorzio abbiamo attivato un servizio di recruiting a disposizione delle cooperative associate, ma il problema è molto più complesso. C’è bisogno di azioni a monte, come: corridoi lavorativi di professionisti disposti a trasferirsi da altri territori, percorsi formativi di qualifica professionale  soluzioni abitative per chi si trasferisce».

Per quanto riguarda l’anno in corso la compagine è concentrata in particolare sullo sviluppo dell’area Psichiatria, mettendo in rete sempre più soggetti tra cooperative associate, enti territoriali, associazioni, imprese di altri settori. «Oltre all’allargamento della rete, l’obiettivo che ci diamo in questo settore è di abbattere la barriera che ancora divide i servizi rivolti alla psichiatria da quelli rivolti alle dipendenze patologiche – conclude Buzzi -. Questo ci permetterebbe di ottimizzare gli interventi e i servizi che ricordiamo sono sempre orientati al miglioramento della qualità della vita della persona e al raggiungimento del miglior grado di autonomia possibile».

“Città dello Sport”, costituito il team di lavoro degli enti aderenti al progetto

Piccoli passi avanti per il progetto “Cervia Città dello Sport”. Negli scorsi giorni si è tenuto il primo incontro dei referenti dei firmatari della lettera di intenti del progetto, siglata lo scorso 28 aprile al termine del convegno organizzato all’Hotel Palace. Oltre al Comune, erano presenti rappresentanti della Regione Emilia Romagna, del CONI – Comitato Regionale Emilia Romagna, della FIGC – Federazione Italiana Giuoco Calcio, della LND – Lega Nazionale Dilettanti, dell’AICS – Associazione Italiana Cultura Sport e del Comitato Italiano Paralimpico – Regione Emilia Romagna. Tutti gli enti hanno confermato la loro adesione al progetto, considerato strategico per lo sviluppo del turismo sportivo in Emilia-Romagna.

Insieme alla costituzione del Team di lavoro, nell’ordine del giorno dell’incontro figuravano l’aggiornamento sullo stato di avanzamento del progetto e la definizione delle attività da svolgere. Sono stati definiti gli approfondimenti necessari per procedere nella fase operativa, che tra i primi passi prevede la realizzazione della beach arena.

Il sindaco Mattia Missiroli afferma: «Durante l’incontro tutti gli enti hanno ribadito il sostegno al nostro progetto, con il quale vogliamo creare un ecosistema che unisca sport, natura e cultura, offrendo servizi di alta qualità e opportunità di crescita per il nostro territorio e per l’Emilia Romagna. E’ un progetto che guarda lontano: l’appoggio, il sostegno e la condivisione degli altri enti ci stimola a lavorare con energia, visione e passione».

L’ambizioso progetto della Città dello sport di Cervia intende realizzare un centro federale della FIGC, punto di riferimento per il Nord-Est per la crescita del calcio giovanile e la promozione delle attività sportive, oltre che per intercettare flussi turistici tutto l’anno. La Città dello Sport è prevista nell’area a ridosso della secolare pineta di Milano Marittima e si propone la valorizzazione e l’incremento degli impianti già presenti, dal Circolo Tennis all’Adriatic Golf Club, dallo Stadio Germano Todoli al Centro ippico internazionale Le Siepi.

Oltre alla beach arena, progettata per ospitare competizioni nazionali e internazionali di sport da spiaggia, è prevista una piscina pubblica con una vasca olimpionica coperta a 10 corsie, un nuovo palazzetto dello sport con un campo da basket convertibile in due campi da pallavolo e 5 campi da calcio, 2 regolamentari, uno da calcio a 7 e due campi da calcio a 5. Inoltre, percorsi naturalistici con aree attrezzate per attività di yoga e fitness.

La Palestra Lucchesi rinasce dopo l’alluvione: approvato il progetto da 900 mila euro

La Palestra Lucchesi di via Cimatti, a Faenza, necessita di una profonda ristrutturazione per ripristinare la sua piena funzionalità a seguito dell’alluvione. L’area in cui si trova è infatti una delle più colpite dall’alluvione, anche a causa della vicinante del Lamone, e sia nel maggio 2023 che nel settembre 2024 la palestra ha subito grossi danni strutturali.

La Giunta Comunale di Faenza ha quindi approvato il progetto di fattibilità tecnico-economica per il ripristino della struttura, con un intervento da 900 mila euro, finanziato con un contributo statale (da parte della struttura commissariale) iscritto nel bilancio 2025-2027 del Comune di Faenza.

«Nonostante le gravi ferite inferte dalle alluvioni la Palestra Lucchesi di Faenza si è rialzata con una forza straordinari, dimostrando ancora una volta il suo ruolo di punto di riferimento in città e lo spirito indomito che da sempre la caratterizza – commentano dall’amministrazione faentina-. La palestra, sede di una società sportiva centenaria di lotta e tra le realtà più importanti d’Italia, ha visto nascere alcuni dei più grandi atleti di questa disciplina».

I lavori già avviati riguardano l’impianto elettrico, la messa in sicurezza delle murature, la ritinteggiatura degli ambienti e il pieno ripristino delle discipline ospitate dalla palestra, dalla lotta all’arrampicata, fino ai numerosi corsi inclusivi e di aggregazione. Come ulteriore testimonianza della rinascita, è attualmente in pieno svolgimento il Cre estivo per i più piccoli, ma l’obiettivo è quello di una ripartenza a pieno regime per l’attività autunnale.

«La ristrutturazione della Palestra Lucchesi – ha sottolineato l’assessora allo Sport del Comune di Faenza, Martina Laghi –, per noi, rappresenta una priorità assoluta. La vera sfida consisterà nella gestione dei tempi di questa progettazione e della successiva riqualificazione. Lo spirito di adattamento dimostrato finora da chi gestisce la palestra, dai ragazzi e dalle famiglie è stato eccezionale. È fondamentale, tuttavia, fornire loro un supporto completo affinché la palestra possa ritornare a essere quel punto di riferimento con tutte le sue funzionalità e attività benefiche per la città, per i bambini, per i ragazzi e per tutti gli atleti».

Ordine pubblico, il questore chiude per sette giorni anche il Bar Romea

Il questore di Ravenna chiude un altro bar per questioni di ordine pubblico. Dopo il Queens Caffè di via Cesarea (che riaprirà domani, 17 luglio), a vedersi sospendere la licenza sono ora i titolari del Bar Romea, a Ponte Nuovo, alle porte della città, lungo via Romea Sud.

Il provvedimento, come accade sempre in questi casi, arriva al termine di quella che viene definita come «un’articolata attività istruttoria esperita dalla Divisione di Polizia Amministrativa della Questura di Ravenna alla luce della quale è risultato che l’esercizio commerciale fosse abitualmente frequentato da soggetti gravati da precedenti di polizia, circostanza, quest’ultima che ha reso possibile l’applicazione dell’art. 100 del Testo Unico delle Leggi di Pubblico Sicurezza».

Il bar, inoltre, si sarebbe reso teatro di diversi eventi, «anche riguardanti aggressioni ai danni di un avventore del locale». Alla luce di tali elementi – scrivono dalla polizia – «valutati i profili di pericolosità per l’ordine pubblico e la sicurezza dei cittadini, il questore ne ha disposto la sospensione della licenza con conseguente chiusura del locale per la durata di sette giorni».

La testimonianza di baristi e imprenditori di Milano Marittima: «Subiamo i “maranza” e la città si spegne. Va gestita l’uscita dalle discoteche»

Tra nuove ordinanze comunali, proteste in piazza per più sicurezza e consolle dei dj spente in anticipo, la “mala movida” continua a far discutere a Milano Marittima. La località simbolo della vita notturna della provincia è oggi oggetto di un acceso confronto tra residenti, imprenditori, amministrazione comunale e forze dell’ordine. Al centro, il tema caldo dell’estate: la convivenza sempre più difficile tra divertimento e sicurezza, turismo e degrado, libertà e regole più stringenti, tra chi invoca più controlli e chi teme che le restrizioni danneggino l’identità stessa della località.

Abbiamo cercato di raccogliere le testimonianze dei lavoratori e degli imprenditori che il centro di Milano Marittima lo vivono tutti i giorni, o meglio tutte le notti. Molti operatori – bagnini, albergatori, titolari di bar e negozi – seppur presenti alla manifestazione pubblica del 27 giugno e attivi sui social in merito alla questione “mala movida”, hanno preferito non rilasciare dichiarazioni, preoccupati per eventuali ripercussioni sulle proprie attività o convinti che parlare «non serva più».

L’albergatrice

A rompere il silenzio è un’albergatrice storica della zona, che chiede però di restare anonima. Il suo hotel si trova nei pressi di una delle discoteche sulla spiaggia: «Ogni sabato sera ci aspettiamo qualcosa di nuovo: una rissa, malori, schiamazzi sotto le finestre. In tanti anni di lavoro non ho mai vissuto una situazione simile. I clienti sono spaventati, non si sentono sicuri e la polizia spesso interviene tardi o con possibilità di azione limitate». Già dagli scorsi anni, era stato richiesto un confronto diretto con l’amministrazione: «Il Comune minimizza, parla di “percezione”, ma sembra una parola d’ordine imposta dal partito. Noi intanto ci sentiamo in trincea ogni fine settimana». Il nodo, secondo l’albergatrice, non sono le discoteche in sé, ma il tipo di offerta e la gestione del dopo-serata. «Nei locali ci sono bodyguard, dentro l’ordine si mantiene. Ma quando la musica si spegne e i giovani si riversano in strada, è il caos. Nessuno gestisce i deflussi. Serve una rivoluzione culturale: chi organizza certe serate deve sapere che tipo di pubblico attira. Gli eventi come quelli del Ravenna Festival, ad esempio, richiamano un target diverso, il Comune lo sa e dovrebbe investire su questo».

Il barista

Oltre alla spiaggia, l’altro epicentro critico è il centro, tra viale Gramsci, viale Romagna e lo storico Pineta. Giulio, 28 anni, lavora da cinque stagioni come barista alla Pousada Beijaflor, uno dei locali più frequentati. «Ho iniziato negli anni del Covid, quando la Riviera era piena di coppie e gruppi di amici di ogni età. Oggi la clientela è cambiata, e il clima è diventato molto più teso in tutti i locali del centro. Anche una semplice ordinazione gentile è diventata cosa rara».

Anche in questo caso, gli episodi più gravi, come risse e accoltellamenti avvengono fuori dai bar e dal controllo della security. Spesso però i toni iniziano ad alzarsi proprio tra i tavoli, e da dietro al bancone le dinamiche si osservano da vicino: «I gruppi di “maranza” si presentano spesso senza nemmeno consumare, chiedono solo bicchieri di ghiaccio o una Red Bull. Poi comincia lo spettacolo: discussioni teatrali, provocazioni gratuite. Sembra tutto fatto apposta per poterlo raccontare il giorno dopo».

Per affrontare l’emergenza, il Comune di Cervia ha recentemente prorogato fino alla fine della stagione l’ordinanza introdotta in via sperimentale fino al 29 giugno. «Non credo che lo spegnimento della musica all’1 possa contrastare concretamente la “mala movida”, anzi, l’unico effetto tangibile è sugli incassi dei locali – continua il barista –. Non è un bel segnale nemmeno per il turismo di prossimità. Capita spesso che chi arriva dopo ore di auto per una serata divertente si ritrovi in una città spenta poco dopo mezzanotte. Ai “maranza” non cambia nulla: non vengono certo per la musica. Restano per strada, e lì continuano la serata. A pagarne il prezzo è il turismo sano».

La barista

Una posizione condivisa anche da Carlotta, giovane barista con esperienza in alcuni dei locali e hotel più noti di Milano Marittima, dalla Pousada al Pineta, dal Mare Pineta al Golf Club. Negli anni ha vissuto da dentro l’evoluzione del divertimento in Riviera e ritiene eccessivo il clima di allarme. «Le immagini della manifestazione in piazza mi hanno colpita molto. Se fossi una turista e, arrivando in vacanza, mi trovassi davanti a un corteo con slogan sulla sicurezza e cartelli allarmisti, sinceramente non tornerei. Serve equilibrio: la movida non va demonizzata, va gestita. Sentire persone dire “no alle discoteche” in una località come Milano Marittima che proprio su questo ha costruito la sua identità e la sua economia, è paradossale».

Secondo Carlotta, la soluzione non sta nei divieti, ma in controlli mirati e continui. «Servirebbero più pattuglie nei momenti giusti. Le volanti che girano fino a mezzanotte e poi spariscono non servono a nulla. Spegnere la musica significa solo spegnere un divertimento sano. E vietare i vocalist è davvero incomprensibile: si colpisce un’intera categoria di lavoratori senza nessun impatto concreto su chi esce per cercare risse o provocare disordini». Carlotta nota anche un cambiamento nella percezione della località da parte dei turisti abituali: «Ho clienti che non vengono più qui e scelgono altre mete: Ibiza, Mykonos, la Sardegna. Oggi sono alternative abbordabili, dove puoi vivere una vacanza libera e senza questo clima di incertezza. I turisti sono disposti a spendere, anche molto, ma vogliono farlo dove si sentono accolti, non giudicati».

La negoziante

Infine c’è chi, come Simonetta, non ha direttamente a che fare con la vita notturna, ma gestisce da oltre 30 anni un negozio di articoli per la casa e idee regalo aperto fino a mezzanotte nel centralissimo viale Forlì: «Milano Marittima non è più quella degli anni ‘90, questo è innegabile, ma durante la giornata questa sensazione di disagio non credo sia tangibile. Si vedono tanti giovani e giovanissimi in giro per il centro, forse più concentrati rispetto agli scorsi anni, ma non per forza problematici. Piuttosto, servirebbe più cura: il lunedì mattina i viali sono spesso ancora sporchi dal weekend. Questo non è un bel biglietto da visita».

Il consiglio di zona: «Non abbassate i prezzi»

Dal consiglio di zona di Milano Marittima arriva un segnale di soddisfazione per l’ordinanza comunale, considerata un primo passo nella giusta direzione. Ma si chiede un’azione più decisa da parte della polizia locale, soprattutto contro abitudini consolidate come il travaso di alcolici in bottiglie d’acqua per eludere i controlli. «Se si colpisce con costanza passa il messaggio di un territorio presidiato», hanno affermato alcuni cittadini nella riunione del 7 luglio.
Accanto alla repressione, si propone una campagna informativa più accessibile, con totem digitali e pannelli fissi che riportino ordinanze e iniziative. Dagli stessi cittadini arriva un appello a quella fascia di imprenditori e albergatori che ha abbassato i prezzi per rendersi più competitivo sul mercato: «Mosse di questo tipo vanno nella direzione sbagliata, mortificando la località invece che esaltarla e attirando un tipo di pubblico sbagliato. Negli anni c’è chi ha guadagnato su questo modello, ma adesso bisogna cambiare rotta».
Infine, uno sguardo più ampio al fenomeno giovanile: «Siamo consapevoli che sia una questione sociale e generazionale diffusa, non esclusiva di Milano Marittima. Serve una riflessione seria su cosa cercano davvero i giovanissimi, in particolare nella fascia 16-18 anni. per poter offrire alternative sane e attrattive».

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