Nel weekend è stata inaugurata a Milano Marittima la mostra “Razza Umana by Oliviero Toscani Studio”. Si tratta del progetto corale ideato dal grande maestro della fotografia e realizzato grazie agli scatti di Toscani, dei suoi allievi e collaboratori, che si svela in una serie di fotografie in maxi formato. Installate su totem, le immagini sono state posizionate su un tratto del lungomare, dove resteranno fino alla fine di settembre per celebrare «la bellezza della diversità».
“Razza Umana” è uno studio socio-politico, culturale e antropologico che cattura la morfologia delle persone per per osservarne peculiarità e caratteristiche, catturando differenze e similitudini. Nel giorno di apertura della mostra i visitatori hanno avuto l’opportunità di farsi fotografare, entrando a far parte dello straordinario archivio di Oliviero Toscani Studio.
L’unico italiano vincitore del premio Pulitzer, il 46enne fotoreporter Lorenzo Tugnoli di Sant’Agata sul Santerno, lancia una raccolta fondi per la pubblicazione di un libro dedicato all’Afghanistan. C’è tempo fino al 31 luglio per sostenere il progetto sulla piattaforma Kickstarter. Dopo una settimana dal lancio della campagna sono 49 i sostenitori per un totale di quattromila euro (17mila euro circa è l’obiettivo finale).
«Senza il vostro supporto, questo libro non potrà essere pubblicato – scrive Tugnoli rivolgendosi a chi segue il suo lavoro –. Stiamo offrendo copie in anteprima a un prezzo scontato e abbiamo preparato una serie di stampe in edizione limitata che saranno disponibili solo per la campagna Kickstarter. I fondi raccolti copriranno i costi di produzione, inclusi stampa, rilegatura, pubblicazione e distribuzione del libro. La stampa avverrà in Italia con carta di alta qualità e stampa bicromatica».
“It can never be the same” è il titolo del libro (formato verticale 245×307 mm, copertina rigida, circa 130 pagine con 79 immagini, editore Gost) che sarà disponibile dal prossimo autunno: «Le foto abbracciano il periodo dal 2019 al 2023, durante gli anni cruciali della transizione in Afghanistan: dai colloqui di pace tra Stati Uniti e Talebani al crollo della repubblica afghana e, infine, al ritorno al potere dei Talebani».
Tugnoli arrivò in Afghanistan nel 2009 e iniziò a lavorare come fotografo a tempo pieno: «Ho vissuto nel Paese per sei anni, per poi tornarci più volte. Nel corso degli anni ho viaggiato in lungo e in largo per il Paese e ho imparato moltissimo dalla sua gente. Dopo il 2023 ho trascorso oltre un anno a riflettere sulle fotografie che avevo scattato, dando loro forma in un corpus di lavori che ricerca un tono più meditativo. Questo processo è stato guidato da un crescente interesse per il rapporto tra le mie immagini e la più ampia rappresentazione visiva dell’Afghanistan, e sviluppato in collaborazione con la ricercatrice Francesca Recchia».
Il libro è accompagnato da un testo del giornalista e scrittore Habib Zahori, che racconta in modo intimo la vita quotidiana delle famiglie afghane, in contrasto con un approccio mediatico agli eventi storici che si allontana dall’individuo. Il saggio conclusivo dell’autrice e ricercatrice Francesca Recchia offre una nota critica sulla concezione e l’approccio narrativo del libro.
«Spero che il libro possa far parte di una discussione più ampia sul modo in cui percepiamo i Paesi che hanno subito l’occupazione, sull’etica della narrazione e sugli effetti duraturi degli interventi stranieri su nazioni come l’Afghanistan».
Il 10 luglio, alle ore 21, in Piazza San Francesco a Ravenna, arriva “La Milanesiana”, rassegna ideata e diretta da Elisabetta Sgarbi, per una serata tra letteratura e musica, a ingresso libero e senza bisogno di prenotazione.
La piazza si accende con un concerto speciale di Mirco Mariani e gli Extraliscio che incontrano per la prima volta Mirko Casadei, erede della storica orchestra Casadei. Un cerchio che si chiude unendo il polistrumentista e sperimentatore Mariani, all’originale tradizione del liscio, per omaggiare la canzone popolare con particolari versioni di brani come “Ciao Mare”, il più grande successo del Re del Liscio Raoul Casadei, e “Romagna Capitale”, diventata il nuovo inno della Romagna. Non mancherà Mauro Ferrara, voce conosciuta in tutto il mondo e da sempre legato al percorso degli Extraliscio. Sul palco anche il coro delle Mondine di Novi, custodi di una memoria popolare che diventa canto collettivo, simbolo di resistenza, lavoro collettivo e sorellanza.
Protagonista della seconda parte dell’appuntamento sarà Ermal Meta, artista tra i più amati della scena italiana, che si racconta attraverso le pagine del suo romanzo “Le camelie invernali” (La nave di Teseo) e in dialogo con il giornalista Alessandro Gnocchi. La parola si alternerà poi alla musica, con cinque canzoni eseguite dallo stesso Ermal Meta, in un set musicale intimo. Segue firmacopie.
La polizia ha arrestato due uomini per rapina aggravata in concorso ai danni di un supermercato di Ravenna. Nel pomeriggio del 5 luglio, dopo aver sottratto merce dagli scaffali del negozio, i due hanno oltrepassato le casse senza pagare, hanno minacciato l’addetto alla sicurezza con un coltello e si sono allontanati in auto. La guardia giurata è riuscita a filmare in parte la scena con il proprio cellulare.
Le volanti della polizia hanno iniziato le ricerche dei fuggitivi, individuando l’automobile in sosta nel cortile di un’abitazione. All’interno dello stabile i poliziotti hanno identificato due uomini la cui descrizione corrispondeva a quella dei presunti autori del reato. Gli agenti hanno rinvenuto e sequestrato nell’abitazione la merce sottratta e all’interno del veicolo, l’arma utilizzata per le minacce.
Su disposizione dell’autorità giudiziaria, i due sono stati sottoposti alla misura degli arresti domiciliari in attesa dell’udienza di convalida. La refurtiva è stata restituita al proprietario.
È stata presentata ufficialmente la “Tenzone Argentea”, evento di spicco della Federazione Italiana Sbandieratori: dal 18 al 20 luglio tornano a Faenza (dopo sei anni) i campionati italiani della bandiera, a pochi giorni da quelli giovanili ospitati da Lugo.
Il programma prevede la cerimonia di apertura, venerdì 18 luglio alle 21 in piazza del Popolo e, a seguire, sabato e domenica le gare con le specialità del singolo, della coppia, della grande squadra con i musici e della piccola squadra. Le premiazioni e la cerimonia di chiusura sono previste attorno alle 12 di domenica 20 luglio al termine delle gare.
Sono 21 i gruppi in gara (con 800 atleti e sono attese al seguito alcune migliaia di persone).
«Dal 2019 ad oggi sono cambiate molte cose – sottolinea Maurizio Bertoni, presidente dell’Associazione Sbandieratori e Musici del Niballo – Faenza, come tutto il mondo ha subito gli anni del Covid, ma anche diverse gravissime alluvioni, ma ora vuole rifiorire e tornare protagonista del gioco della bandiera, essendo stata anche fondatrice della Fisb. Con grande gioia e un pizzico di emozione salutiamo il ritorno quindi a Faenza della Tenzone».
«È con grande piacere e profondo orgoglio che Faenza accoglie la Tenzone Argentea – sottolinea il sindaco di Faenza, Massimo Isola -, insieme a centinaia di atleti, sbandieratori, musici e appassionati provenienti da ogni parte d’Italia. L’arte della bandiera, con la sua forza simbolica, la sua bellezza coreografica e la capacità di parlare a tutte le generazioni, è da sempre parte viva e fondante del nostro patrimonio culturale. Per questa splendida occasione, rivolgo un ringraziamento particolare alla FISB, la Federazione Italiana Sbandieratori, che ha scelto Faenza come sede di questa prestigiosa manifestazione nazionale. La fiducia accordataci è un riconoscimento del valore della nostra tradizione e dell’impegno delle realtà locali.
Al suo primo test da presidente della Regione, l’ex sindaco di Ravenna Michele de Pascale perde quasi 3 punti percentuali di “consenso”, passando dal 56,77 percento con cui è stato eletto a “governatore dell’Emilia-Romagna”, lo scorso dicembre, all’attuale 54 percento.
Il dato arriva dall’edizione 2025 del “Governance Poll”, la rilevazione annuale svolta da Noto Sondaggi per il Sole 24 Ore per rilevare il gradimento di sindaci (per la prima volta in testa un sindaco di Fratelli d’Italia, Marco Fioravanti, al secondo mandato alla guida di Ascoli Piceno) e governatori.
De Pascale si trova all’ottavo posto della classifica dei presidenti della Regione, che vede in testa Massimiliano Fedriga (centrodestra) del Friuli-Venezia Giulia, davanti al collega Luca Zaia del Veneto.
Sono più di 1000 gli spettatori che si sono radunati allo stadio Benelli in occasione della Partita del Cuore, l’evento di beneficenza organizzato dal dal Ravenna Fc in collaborazione con Advs Ravenna che ha visto protagonisti tifosi, sponsor, staff e leggende giallorosse.
L’evento ha permesso di raccogliere un contributo di 5mila euro, interamente devoluto ad Advs Ravenna per sostenere le attività legate alla promozione della donazione del sangue sul territorio.
La cerimonia di consegna del ricavato si è tenuta sempre al Benelli, alla presenza della presidente di Advs, Monica Dragoni, della dirigenza del Ravenna Fc e di una rappresentanza degli sponsor, tra cui Mirabilandia, Tentamus Agriparadigma, Studio Castellani, Studio Antelmi – Implantologia e Chirurgia Orale, ElleEmme Logistics, Pasticceria Al Duomo, Ok Casa, Nd Serrande, Sana Poliambulatorio, Crb Impianti.
«È stato un momento di autentica condivisione, che suggella il successo dell’evento non solo dal punto di vista sportivo ed emotivo, ma soprattutto per il valore sociale che ha saputo generare – comunano dal Ravenna Fc – vogliamo ringraziare tutti coloro che hanno preso parte alla serata, con la certezza che l’evento entrerà stabilmente nel calendario giallorosso e sarà certamente replicato anche nella prossima stagione».
Un lupo solitario a spasso nel parcheggio dell’ospedale di Ravenna, in viale Randi. È successo stamani, 7 luglio. La passeggiata dell’animale è stata filmata da qualcuno che si trovava nel parcheggio e il video (visibile in fondo alla pagina) sta rimbalzando tra le chat. La polizia provinciale è presente nella zona.
Dalla comandante Lorenza Mazzotti arrivano i consigli per chi dovesse avvistarlo: «Non spaventatelo e non trattatelo da animale di compagnia fornendo cibo: la cosa più corretta da fare è ignorarlo, come se fosse un gatto di passaggio, e avvisare le autorità. Di natura il lupo è un selvatico che ha timore spontaneo dell’uomo, se spaventato potrebbe reagire. Ma non deve prendere confidenza con l’uomo, quindi non alimentatelo».
Non ci sono certezze sulla provenienza del lupo arrivato nel centro abitato. È nota la presenza di tre branchi stanziati in zone boschive attorno alla città: due famiglie nella pineta di Classe e una nelle aree naturali a nord. «Al momento non ci risultano presenze stabili in zone verdi dentro l’abitato. Ma quando il branco cresce, il lupo cerca di espandersi altrove. L’animale avvistato era da solo, è probabile che fosse in esplorazione in cerca di nuovi luoghi in cui insediarsi».
Un ragazzo di 22 anni è in gravi condizioni al Bufalini di Cesena a causa di un incidente avvenuto nella prima mattinata di oggi (7 luglio) in via Cella, all’altezza di San Bartolo. Il giovane era in sella a una moto da “enduro” (Ktm 600) e stava percorrendo la strada in direzione Ravenna, quando da un piazzale si è immesso lungo la strada (nella stessa direzione) un camion, che evidentemente non aveva notato il motociclista sopraggiungere.
Il ragazzo ha tentato di frenare ed evitare l’impatto, che si è rivelato però inevitabile. Le sue condizioni sono parse fin da subito molto gravi, ma il giovane – stando alle prime informazioni raccolte – non dovrebbe essere in pericolo di vita (è stato trasportato in elimedica al Bufalini dagli uomini del 118). Sul posto per i rilievi la polizia locale, che ha chiuso temporaneamente la strada.
Giovedì 3 luglio, a Ravenna, al Fem Garden du via Rocca ai fossi 20, Davide Sicca e Leonardo Nencioni, rappresentanti del movimento NO BASE del territorio pisano, sono intervenuti all’incontro Fare pace con la terra, No al sistema fossile, No al riarmo per riprogettare il futuro, organizzato dalla campagna nazionalePer il Clima Fuori dal Fossile, dal coordinamento ravennate Per il Clima Fuori dal Fossile e dalla Casa delle donne Ravenna. L’incontro è stato pensato come spazio di interazione tra “attivismi”, preludio per possibili future collaborazioni, coordinamenti di azioni concrete, condivisioni di informazioni e risorse, confronti di idee.
Dopo il saluto di Renato Di Nicola, portavoce nazionale della campagna nazionale Per il clima, fuori dal fossile, i giovanissimi e molto competenti Davide Sicca e Leonardo Nencioni hanno ampiamente informato il pubblico intervenuto sulla storia del Movimento No Base iniziata nell’aprile del 2022, dopo la scoperta da parte di una lista civica interna al Consiglio Comunale dell’esistenza di un Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, datato 14 gennaio 2022, firmato dall’allora premier Mario Draghi, contenente il riferimento al progetto di costruzione di una nuova base militare nel territorio di Coltano, frazione del comune di Pisa, che prevedeva un intervento infrastrutturale per la realizzazione delle sedi del Gruppo Intervento Speciale, del 1° Reggimento Carabinieri paracadutisti «Tuscania» e del Centro cinofili quale opera destinata alla difesa nazionale. Cittadine/i iniziano a incontrarsi per opporsi e diffondere informazione su quanto sta succedendo; nasce il Movimento No Base né a Coltano né altrove e, il 2 giugno 2022, viene organizzata una manifestazione a cui partecipano 10.000 persone giunte da tutta Italia per percorrere il perimetro della possibile area militare con lo slogan “nessuna base per nessuna guerra”. Si ottiene una temporanea battuta d’arresto del progetto. Nel 2024 emergono informazioni più dettagliate, eclissate dagli enti locali coinvolti, e si torna a parlare della base militare a seguito del decreto legge 29 giugno 2024, n. 89, cosiddetto DL Infrastrutture, approvato il 24 giugno dal Governo Meloni. Viene appurato che l’opera servirà a addestrare e ospitare il Reggimento carabinieri paracadutisti Tuscania e il GIS Gruppo d’intervento speciale, corpi dei carabinieri, che operano prevalentemente all’estero in situazioni di conflitto, reparti sempre attivi che preparano gli interventi militari italiani negli scenari bellici, burocraticamente inquadrati come “presidi di pubblica sicurezza”. I paracadutisti Tuscania sostengono, addestrano, armano e cooptano unità militari e di polizia estere, ma anche milizie paramilitari. Nel cosiddetto Mediterraneo Allargato svolgono il compito di protezione e sorveglianza delle piattaforme ENI ubicate nelle acque internazionali, svolgono anche una funzione anti-migratoria, con equipaggiamento, formazione e assistenza alla Guardia Costiera libica per il controllo delle acque territoriali. Il GIS, un’unità tattica nata per reprimere le rivolte in carcere, è attualmente impiegata in operazioni di pronto intervento anti-terrorismo, sia in Italia che all’estero, in scenari internazionali per operazioni di “protezione degli interessi italiani”, a difesa di piattaforme energetiche o di ambasciate e basi militari italiane e NATO sul suolo estero. Dal 2016 opera anche su richiesta dei servizi segreti italiani, per singole missioni riservate all’estero.
Le aree individuate per il progetto sono strategiche per la loro vicinanza alla base USA di Camp Darby, all’aeroporto militare di Pisa, al porto di Livorno e a corpi dell’Esercito, venendo così a creare un inquietante hub logistico-militare. In poco più di 20 km tra l’aeroporto di Pisa (dove ha sede la 46° brigata aerea), aperto al traffico civile ma controllato dall’Aeronautica Militare, e il porto di Livorno (classificato come porto nucleare, dove transitano regolarmente navi con materiale bellico) sono presenti: il Centro Addestramento Paracadutismo, l’Aeroporto militare dell’Oro, il Centro Interforze di Studi e Applicazioni Militari CISAM della Marina Militare, il Comando delle Forze Speciali dell’Esercito COMFOSE, la Base Camp Darby (a tutti gli effetti, una base militare USA anche se ospita un comando NATO), i complessi addestrativi e logistici della Folgore, l’Accademia Navale della Marina Militare. Il progetto di costruzione della nuova base militare rafforzerebbe, quindi, il ruolo bellico/strategico di tutta l’aria riconosciuta come snodo cruciale per proiettare le forze armate nazionali, Usa, Nato ed extra Nato in eventuali azioni di guerra. Con il nuovo progetto della base militare a San Piero a Grado, previsto all’interno del Parco di San Rossore, e con parte dei lavori a Pontedera, l’impatto ambientale passa dall’utilizzo di 70 ettari previsti inizialmente a Coltano a quasi il doppio, in gran parte di superficie boschiva, diffusi tra San Piero a Grado e il Comune di Pontedera, così come i finanziamenti dai 190 milioni di euro originari sono arrivati a 520.
Camp Darby
La base verrà finanziata, non come spesa militare esplicita, ma con soldi destinati a bilancio all’Edilizia Pubblica, prelevandoli dal Fondo per la Coesione sociale e lo Sviluppo. Nello specifico, il decreto convertito con il voto di fiducia già ad agosto del 2024 (legge 8 agosto 2024 n. 120, con testo coordinato DL 89/2024) prevede l’utilizzo di 20 milioni di euro delle riserve destinate a fronteggiare gli aumenti dei costi dei materiali a seguito della crisi in Ucraina e della crisi pandemico-sanitaria e viene aperta una contabilità speciale volta ad avviare il prima possibile i cantieri dell’opera. Le opere di compensazione sono specchietti per le allodole (per approfondimenti https://sbilanciamoci.info/no-base-contro-la-militarizzazione-della-toscana/).
Dal 2024 il movimento No Base ha inaugurato un presidio permanente a San Piero a Grado, il Presidio di Pace dei Tre pini, distante pochi metri dalle reti dell’area Ex- CISAM (Centro Interforze Studi per le Applicazioni Militari), il luogo dove è prevista la costruzione di una parte della base militare che si estenderebbe anche dentro il Parco Naturale di San Rossore, dichiarato zona speciale di Conservazione e Sito di Interesse Comunitario, per il quale sono necessarie misure particolari di tutela. Poco distante, nell’area della tenuta Isabella, a Pontedera, è prevista la costruzione di un poligono di tiro a cielo aperto e di una pista di addestramento.
L’attuale governo è determinato a portare avanti questa ennesima infrastruttura militare, in un quadro generale di potenziamento della regione Toscana come hub nevralgico della logistica di guerra globale.
A oggi il movimento No Base ha polarizzato l’opposizione al progetto di movimenti sociali, pacifisti e ambientalisti, di singol* cittadine/i, per la smilitarizzazione del territorio. Il metodo del movimento si basa sull’apertura e la partecipazione alle attività che sono prevalentemente di studio e di approfondimento anche in un’ottica intersezionale (una prospettiva che considera come le diverse forme di oppressione si intrecciano, in questo caso, con le lotte per il pacifismo e la smilitarizzazione, riconoscendo che queste sfide non possono essere disgiunte dalle lotte per la giustizia sociale).
Sul sito https://nobasecoltano.it/ è possibile seguire le azioni promosse in opposizione alla realizzazione di quest’opera.
Alla fine dell’incontro, tra le domande rivolte ai due giovani relatori, Renato Di Nicola ha chiesto loro la ragione per la quale avevano deciso di diventare attivisti. Leonardo Nencioni ha risposto che a seguito del massacro della popolazione palestinese ha sentito l’esigenza di avviare riflessioni critiche individuali e collettive; per Davide Sicca l’attivismo è un’opportunità di crescita che gli ha permesso di partecipare alla vita sociale con l’obiettivo di modificare determinate situazioni e progettare spazi più sicuri.
L’interrogativo che riguarda le ragioni sul senso dell’adoperarsi in azioni, collettive, intraprese, condivise e alimentate da esperienze e incontri significativi e avviate per provare a contribuire a migliorare le comunità in cui si vive, chiama in causa tutte/i noi. A volte prendere le distanze da tutto può sembrare la scelta pragmatica più sensata nei confronti di quella che però non può essere affrontata solo come una questione pragmatica. Si può realmente pensare che qualcosa cambi se non si partecipa (nel modo che a ognuno è più confacente) al Sistema mondo? «La resistenza attiva – partecipare alle proteste e prendere posizione e impegnarsi per introdurre dei cambiamenti anche al livello più basso, nei consigli scolastici e comunali – è fondamentale. La resistenza negativa – rifiutarsi di partecipare se partecipare significa abbassare la propria asticella morale – è fondamentale», scrive Omar El Akkad giornalista egiziano a pagina 167 del libro Un giorno tutti diranno di essere stati contro, tradotto da Gioia Guerzoni e edito da Feltrinelli nel 2025. Eppure, quando si assiste a sistemi politici mondiali che sempre più stringono le spalle di fronte a esseri umani che muoiono di fame, a massacri negli ospedali, nelle scuole, a uccisioni di giornaliste/i, di attiviste/i, a sistemi/regimi che controllano interessi petroliferi e industrie belliche, capita di interrogarsi sul senso della Resistenza. Ci si confronta sul se, sul come, sul dove e in quale forma, per giungere alla conclusione che c’è sempre e comunque una ragione per Resistere. «[…] quando si sta normalizzando un genocidio, ogni deragliamento alla normalità conta, anche il più piccolo atto di resistenza allena il muscolo che si utilizza per portarlo a termine, proprio come distogliere lo sguardo dall’orrore rafforza quel muscolo, lo prepara a ignorare un orrore ancora più orribile nel futuro», scrive ancora El Akkad a pagina 168. Libertà significa anche saper allenare in autonomia i muscoli del sentire, prendendo, ad esempio, la distanza da beni di consumo inutili, dalla produzione culturale di persone mostruose, non acquistando prodotti che crescono su terreni occupati illegalmente. Capita così, che una volta che si inizia a chiedere giustizia, si senta la necessità di farlo una volta ancora e poi ancora e che ci si senta in diritto di pretendere un sistema umano più giusto. Azioni minute, individuali, che possono rafforzarsi in cause collettive per il bene comune sono in grado di minacciare poteri politici ed economici. L’opinione che, rendersi autonome/i nei confronti di un “sistema” sia un fare fanciullesco, si fonda sull’incompetenza nel saper raffigurarsi un allontanarsi verso qualcosa, più che da, come se non fossero possibili altri punti d’arrivo. L’alternativa all’allontanamento dal sistema non può certo essere «[…] guardare il corpo di una bambina che penzola da un muro con gli arti staccati dalla violenza dell’esplosione, e dire, Mi sta bene questa cosa, mi rappresenta», scrive ancora El Akkad a pagina 171.
Il 3 luglio, giorno dell’incontro al Fem Garden, ricorreva anche il trentesimo anniversario della morte, per suicidio, di Alexander Langer, una figura intellettuale e politica di straordinaria levatura, il cui pensiero e le cui azioni risuonano ancora oggi con particolare forza e attualità. La sua eredità continua a essere un faro per chi crede nella possibilità di un mondo più giusto e pacifico.
Terzo e ultimo appuntamento per Riccardo Muti, ancora una volta sul podio della sua Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, sovrano incontrastato anche in questa 36/a edizione del Ravenna Festival in un Pala De André gremito di spettatori, molti dei quali provenienti dall’estero.
Pubblichiamo il report dell’Agenzia Ansa.
E consueto trionfo, ma non è più una sorpresa, per uno dei pochissimi artisti in grado ormai di far accorrere gente in maniera così numerosa e festante, in barba ai quasi 84 anni (li compirà il prossimo 28 luglio), sempre in forma smagliante.
Peccato che al termine, contrariamente al solito, il Maestro abbia deciso di non concedere l’attesissimo bis e neppure perorare la causa dei giovani musicisti da lui tanto amati. Amore che si è toccato con mano anche sabato sera verso i prediletti “cherubini” che guida e accompagna sempre con gesti e sguardi da “nonno amorevole”, corrisposto da esecuzioni entusiastiche, trascinanti e impeccabili, per il gaudio immenso del pubblico che ha risposto con applausi anche quando non doveva. Insomma, la gioia di far musica insieme.
E poi, la sorpresa di vedere sul palcoscenico molti strumentisti ormai “over” (per età o per periodo di permanenza per gli standard della Cherubini) ai quali Riccardo Muti non vuole rinunciare: è il caso della spalla storica dell’Orchestra, Valentina Benfenati (da poco approdata al Teatro alla Scala e in altre compagini internazionali), che è tornata dopo circa un anno, e di Federica Giani, concertino dei primi violini (ma spesso a ruoli invertiti).
Il programma scelto dal Maestro per questo saluto al Ravenna Festival 2025 è stato dei più popolari e amati dal grande pubblico ed esempio di come il genere sinfonico sia stato declinato nell’Ottocento dai vari compositori: la Sinfonia dai Vespri siciliani di Giuseppe Verdi (pochi minuti a introdurre e riassumere un melodramma di circa tre ore), l’Italiana di Felix Mendelssohn (la Sinfonia N. 4 in la maggiore, nei classici quattro movimenti) e la celeberrima (non che le altre due non lo siano!) Quinta di Beethoven, quella del “ta-ta-ta-tàaaaaa”, il “destino che bussa alla porta”. Successo straripante, annunciato e meritato. (fonte Ansa.it)
Sono gravi le condizioni di un 50enne che è stato investito da un’auto mentre attraversava la statale Adriatica a Cervia in bicicletta. L’uomo è all’ospedale di Cesena con un trauma cranico riportato dopo aver battuto sull’asfalto.
Erano circa le 11 di stamani, 6 luglio, e l’uomo era in sella a una bici elettrica all’altezza di via Vallone, in zona terme, ed era diretto verso le valli. Una Fiat Panda condotta da una 30enne ha colpito l’uomo, che prima è finito sul parabrezza dell’auto, per poi rovinare sull’asfalto e perdere conoscenza.
Per i rilievi di legge sono intervenuti i carabinieri che hanno gestito l’intenso traffico.