giovedì
11 Settembre 2025

Si ribalta con il trattore nel fosso, gravi ferite a un braccio per un 63enne

Incidente stradale nel tardo pomeriggio di oggi, 6 luglio, a Bagnacavallo. Un uomo di 63 anni alla guida di un trattore agricolo stava percorrendo via Rotella Superiore, una strada stretta in campagna, e ha perso il controllo del mezzo finendo fuori strada. Il trattore si è ribaltato nel fosso.

I residenti nella zona hanno allertato i soccorsi. È stato necessario l’intervento dei vigili del fuoco per liberare il conducente che era rimasto incastrato con un braccio. Gravi le ferite riportate all’arto superiore: il 118 ha deciso il trasporto in elicottero all’ospedale di Cesena. I rilievi dell’incidente sono affidati alla polizia locale della Bassa Romagna.

Critiche dal centrodestra al vicesindaco: «Non ha percezione dei disagi dei cittadini»

La lettera aperta del vicesindaco di Ravenna, Eugenio Fusignani, sul tema della sicurezza e dell’ordine pubblico ha suscitato le reazioni delle principali forze politiche di centrodestra, accusate di cavalcare paure e disagi per fini di propaganda.

«A Ravenna non serve cavalcare paure e disagi perché i ravennati si accorgono da soli del degrado e dell’insicurezza che incombono – scrive in una nota il segretario comunale della Lega, Luca Cacciatore –. Non si parla solo di violenza giovanile che c’è, è diffusa e si sarebbe potuta prevenire se le sinistre non avessero preferito chiudere gli occhi predicando lassismo e permissivismo, ma in generale si deve affrontare un’insicurezza diffusa a cui concorrono più fattori. E se Fusignani non ha ancora dati e analisi da sciorinare la responsabilità è solo sua».

Fusignani ha la delega Sicurezza da un decennio e Cacciatore si chiede perché il Pd lo abbia confermato in un ruolo così delicato «visti gli scarsi risultati raggiunti nei mandati precedenti».

I consiglieri comunali di Fratelli d’Italia ​​​​​​​​Nicola Grandi e ​​​​​​​​Patrizia Zaffagnini parlano di «sempre più numerose segnalazioni che arrivano sulle chat di vicinato, che solo nel mese di giugno a Ravenna, forese e lidi hanno raccolto la bellezza di ben 60 messaggi, tra furti in abitazione, biciclette, auto, danneggiamenti, lesioni, rapine, disturbo sugli autobus».

Grandi e Zaffagnini criticano anche la scelta di creare un’unità cinofila nella polizia locale di Ravenna: «Utilizzando contributi della Regione si intende spendere 70.700 euro  pubblici per l’acquisto, il mantenimento e l’addestramento di un cane, di un agente da addestrare, un’auto attrezzata preventivata a 50mila euro per le operazioni contro lo spaccio. Come si può pensare che con un solo cane antidroga si possano vigilare quotidianamente e contemporaneamente, parchi pubblici, scuole, stazione ferroviaria? Depositeremo nei prossimi giorni un’interrogazione affinché questa amministrazione dia risposte sulle scelte che hanno a che fare con questo progetto».

Fdi propone una convenzione con le associazioni zoofile e di addestramento cani per operazioni di polizia, come accade ad esempio nel comune di Forlì tramite la polizia locale: «Il  90 percento di contributi regionali possono essere impiegati in progetti molto più utili quali l’assunzione di personale civile nella polizia locale, per i compiti di segreteria, di back office, di risposta a telefonate informative, potendo dedicare più agenti sulle strade in collaborazione con le forze dell’ordine per contrastare e garantire quella sicurezza che è un diritto di ogni ravennate».

Sul tema interviene anche la Democrazia cristiana e lo fa con Giovanni Morgese, vicesegretario regionale, e Stefano Bandini, responsabile per la Sicurezza della Dc nella provincia di Ravenna. Il primo è un ex carabiniere, il secondo un ex poliziotto.

«Non possiamo restare in silenzio davanti a dichiarazioni che minimizzano una situazione reale e preoccupante. Se davvero Fusignani crede che Ravenna non abbia problemi, lo invitiamo ancora una volta a scendere per strada con noi, ogni venerdì notte. Non per propaganda, ma per rispetto verso chi quei problemi li vive ogni giorno. Paragonare la nostra città ad altre per dire che “non è peggio delle altre” è un modo per non affrontare i problemi. Qui servono pattugliamenti mirati, strumenti di prevenzione reale e non solo parole».

Ubriaca a 15 anni finisce al pronto soccorso, indagini sulla provenienza degli alcolici

La polizia locale di Ravenna sta svolgendo accertamenti per risalire alla provenienza degli alcolici consumati da una 15enne che nella notte tra il 4 e il 5 luglio si è sentita male a Marina di Ravenna ed è stata trasportata al pronto soccorso. La somministrazione di alcolici a minori di 16 anni è vietate per legge: le indagini puntano a stabilire eventuali illeciti da parte di attività commerciali o locali della movida nella località costiera.

L’intervento dei vigili è avvenuto poco la mezzanotte in Viale delle Nazioni. È stato contattato il padre e attivati i soccorsi: la 15enne è stata trasportata dal 118 all’ospedale di Ravenna.

Come ormai avviene di frequente nei weekend estivi, l’abuso di alcolici ha contraddistinto anche altri interventi svolti dalla polizia locale nel fine settimana.

Nella prima serata di venerdì 4 luglio, uno scontro tra due veicoli in via Canalazzo/via Cavina a Ravenna ha comportato l’intervento di un’ambulanza e di due pattuglie. Al termine dei rilievi, uno dei coinvolti è stato sanzionato per guida in stato di ebrezza con tasso alcolemico compreso tra 0,5 e 0,8 g\l.

Poco più tardi, un altro incidente in via Sinistra Canale Molinetto, tra un autoveicolo e un autocarro. La strada in direzione Ravenna è rimasta chiusa per circa mezz’ora. Sono in corso accertamenti sul tasso alcolemico di uno dei conducenti coinvolti, trasportato con ambulanza al pronto soccorso di Ravenna.

Sale sul cofano della pattuglia mentre gli agenti soccorrono due ragazzine ubriache

Gli agenti della polizia locale soccorrono due ragazzine ubriache e un giovane sale in piedi sul cofano della vettura della polizia locale di Ravenna. È successo nella notte tra il 5 e il 6 luglio a Milano Marittima. Il veicolo non ha riportato danni, ma si sta lavorando per identificare l’autore del gesto che rischia un divieto di ritorno nel Comune di Cervia per tre anni.

Erano circa le 2.30 e la pattuglia della polizia locale di Ravenna era di servizio nei pressi della rotonda Primo Maggio nell’ambito della collaborazione con il Comune di Cervia. Gli agenti sono intervenuti nel vicino viale Gramsci per soccorrere due minorenni, di 14 e 17 anni, in condizioni critiche per l’abuso di alcol: è stato necessario l’intervento del 118 e dei genitori delle ragazze.

In assenza degli agenti, impegnati per causa di forza maggiore a distanza, un giovane circondato da amici è salito sul cofano. La scena non è sfuggita ai passanti e la foto del gesto è stata pubblicata su Facebook sul gruppo “Sei di Cervia se…nza censura”.

Allerta meteo gialla per temporali nel comune di Ravenna

Dalle 12 alla mezzanotte di oggi, domenica 6 luglio, è attiva nel territorio del comune di Ravenna l’allerta meteo numero 74, gialla per temporali. L’allerta è emessa dalla protezione civile e da Arpae Emilia-Romagna.

Per domenica 6 luglio sono previsti temporali forti, più probabili ed intensi sul settore occidentale, le pianure settentrionali e sul settore orientale. Nelle zone interessate dai temporali, non si escludono localizzati ruscellamenti lungo i versanti, rapidi innalzamenti dei livelli idrometrici nel reticolo minore.

Si raccomanda di mettere in atto le opportune misure di autoprotezione, fra le quali, in questo caso: fissare gli oggetti sensibili agli effetti della pioggia e della grandine o suscettibili di essere danneggiati; prestare attenzione alle strade eventualmente allagate e non accedere ai sottopassi nel caso li si trovi allagati.

Consorzio di bonifica: bilancio in pareggio e un milione accantonato per spese future

Bilancio in pareggio e accantonamento di quasi un milione di euro a fondi spese future. È la sintesi del consuntivo dell’esercizio 2024 approvato nei giorni scorsi dal Consorzio di bonifica della Romagna occidentale. L’ente serve un comprensorio spalmato su cinque province – Ravenna (prevalente), Bologna, Forlì-Cesena, Ferrara, Firenze – e 35 comuni. Un’area geografica di circa 200mila ettari tra il Sillaro ad ovest, il Lamone a est, il Reno a nord e lo spartiacque del bacino idrografico a sud. Esso E’ articolato in due distretti: distretto di pianura e distretto montano.

Il totale dei costi e ricavi del consuntivo 2024 ammonta a circa 67 milioni di euro. Di questi: 54,5 milioni riguardano l’attività svolta nella pianura del comprensorio consortile (tra Sillaro a ovest, Lamone a est, Reno a nord e in gran parte la via Emilia a sud), 12,5 milioni si riferiscono all’attività nelle aree collinari e montane, che comprendono le vallate del Santerno, del Senio, del Lamone e del Marzeno, da ovest verso est.

Particolarmente rilevante è l’incidenza dei costi per la realizzazione di nuove opere e la manutenzione straordinaria, che rappresentano circa il 70 percento del totale del bilancio. A questi si aggiungono i costi per la manutenzione ordinaria, portando l’incidenza complessiva dei costi tecnici all’82 percento.

In pianura, l’ente si occupa del reticolo artificiale dei canali di bonifica (circa mille km e oltre mille opere di regimazione idraulica), degli impianti idrovori, delle centrali di pompaggio irrigue e relative reti di distribuzione (prevalentemente condotte interrate in pressione).

In ambito montano, l’attività si concentra sulla manutenzione di opere puntuali come le briglie, sulla progettazione ed esecuzione di interventi per il consolidamento di versanti, sulla gestione di reti acquedottistiche rurali a servizio di piccoli insediamenti non connessi alla rete del gestore idrico integrato, sulla manutenzione e sull’esercizio in convenzione di invasi irrigui di accumulo e relative reti di distribuzione, del monitoraggio generale delle criticità del territorio.

Una nota inviata dal Consorzio alla stampa sottolinea che «il risultato di bilancio dimostra la capacità dell’ente di mantenere i conti in ordine, nonostante l’enorme carico di lavoro che ha gravato sugli uffici». Il sovraccarico è stato principalmente determinato dalla mole di interventi per la realizzazione di nuove opere finanziate attraverso fondi Pnrr e contributi del ministero dell’Agricoltura, nonché dalle attività di ripristino necessarie a seguito dei gravi danni alle opere di bonifica provocati dalle rotte ed esondazioni fluviali durante gli eventi alluvionali di maggio 2023 e settembre-ottobre 2024.

La 13esima edizione dell’Urban Trail città d’acque richiama 800 partecipanti

L’edizione 2025 dell’Urban Trail Ravenna Città d’acque, camminata non competitiva organizzata da Trail Romagna, si avvicina ai numeri pre-pandemia con un’edizione particolarmente interessante per i camminatori e runners curiosi di scoprire le bellezze della Ravenna nascosta. Su tutte, l’apertura straordinaria del  torrione della Polveriera – appena recuperata dall’amministrazione comunale.

Erano circa 800 i partecipanti nell’esplorazione del tratto di mura di San Vitale che ingloba l’antica torre di guardia. La prima parte della cinta muraria, da Porta Gaza a via Cura, anch’essa oggetto delle prime cure per il progetto di restituzione definitiva alla cittadinanza, l’antico Molino Lovatelli e l’attraversamento degli Orti Siboni sono l’attrattiva principale di una manifestazione il cui richiamo quest’anno si è allargato oltre i confini provinciali e regionali.

L’Urban Trail, reso possibile grazie al contributo di BCC ravennate forlivese e imolese, la media partnership del Resto del Carlino e la collaborazione di Molino Spadoni, Millepiedi Viaggi, Natura Nuova e Reclam, ha visto primeggiare Francesco Facchini e Mariarosaria Valente.

In conclusione, oltre alla tradizionale colazione collettiva, i saluti del Sindaco Alessandro Barattoni che si è complimentato per l’esito della tredicesima edizione.

Minorenne aggredito e rapinato, la polizia arresta un sospettato

Un minorenne è stato rapinato a Punta Marina all’alba di ieri, 5 luglio. Il presunto autore della rapina, riconosciuto dalla vittima, è stato arrestato poco dopo dalla polizia: è un giovane, già noto alle forze dell’ordine per reati contro il patrimonio, che si trova in carcere. Il questore di Ravenna ha emesso un foglio di via con divieto di ritorno a Ravenna per tre anni.

L’intervento della squadra Volanti, già presenti in zona movida, è scattato attorno alle 4.45 quando una chiamata al 112 segnalava la presenza di un minorenne in stato di agitazione che riferiva di essere stato appena rapinato e inseguito da un individuo che brandiva un oggetto metallico.

Gli agenti hanno raccolto le prime dichiarazioni della vittima e dei suoi due amici, anch’essi minorenni, che hanno descritto con precisione l’autore del fatto. Il rapinatore, dopo aver afferrato per le braccia il minore, si era impossessato del suo portafoglio sottraendogli il denaro contante. Poco dopo, accorgendosi di essere seguito, avrebbe anche tentato di rincorrere il gruppo per aggredirlo.

Le ricerche si sono concentrate nella zona, permettendo di intercettare un soggetto corrispondente alla descrizione. Grazie al riconoscimento immediato da parte della vittima e al rinvenimento, durante la perquisizione, della somma esatta sottrattagli, il presunto autore è stato arrestato.

«Senza riscaldamento globale l’intensità del caldo di giugno sarebbe stata la metà»

Federico Grazzini è meteorologo senior di Arpae Emilia- Romagna e autore del libro per ragazzi “Fa un po’ caldo. Breve storia del riscaldamento climatico e dei suoi protagonisti” (Fabbri 2020).

Qual è la situazione delle temperature in Romagna?
«Dal 20 giugno è in corso un’importante ondata di calore, che in alcuni giorni ha battuto i precedenti record storici. Il termometro è sempre stato prossimo ai 35 gradi nell’entroterra e 33 sulla costa. Ma nelle aree interne il caldo è secco, mentre sul mare c’è un alto tasso di umidità che aumenta la percezione di afa e disagio climatico».

Era mai accaduto prima?
«L’ondata di calore è stata molto persistente e precoce; i valori in Romagna sono stati dai 3 ai 6 gradi sopra la media storica. Col pallone sonda lanciato dalla nostra stazione di San Pietro Capofiume, abbiamo registrato l’altezza dello zero termico a 5.200 metri: si tratta della quota a cui si trova la temperatura sotto lo zero, che ha raggiunto un valore record. Ma soprattutto, questi numeri di norma si vedevano ad agosto, mai a giugno».

Perché fa così caldo?
«L’origine delle temperature elevate è dovuta a un robusto campo di alta pressione, che si estende dalle zone sub-tropicali del nord Africa verso il Mediterraneo. Una situazione che d’estate si è sempre presentata regolarmente, ma che negli ultimi anni è molto aumentata di intensità».

C’entra il riscaldamento globale?
«Per attribuire un singolo evento al riscaldamento globale, bisogna effettuare degli studi a posteriori. Ma in generale, tutti i precedenti studi sulle ondate di calore hanno appurato un importante contributo. Il caldo di questi giorni ci sarebbe stato lo stesso, ma senza il riscaldamento globale, probabilmente l’intensità sarebbe stata la metà».

Fino a quanto persisteranno le alte temperature?
«Il termometro dovrebbe iniziare ad abbassarsi grazie all’arrivo di una perturbazione atlantica. Ciò comporterà anche l’arrivo di temporali, che temiamo possano essere piuttosto forti».

Perché?
«Più fa caldo, più l’acqua evapora e perciò l’aria contiene molto vapore acqueo. Quando arriva l’aria fredda, il vapore acqueo condensa e le precipitazioni sono intense. Lo abbiamo visto nei giorni scorsi con i violenti temporali in Piemonte. In Romagna si aggiunge l’elevato calore nel mare, che comporta l’accumulo di energia. L’Adriatico era a livelli molto alti anche prima dell’ondata di calore e oggi è arrivato a 27 gradi. Anche in questo caso, un dato che di norma si misurava in agosto e mai a giugno».

Dopo le alluvioni del 2023 e 2024, il territorio romagnolo è molto fragile e i rischi legati alle precipitazioni sono aumentati. Dobbiamo preoccuparci?
«I dati indicano un profondo cambiamento del sistema climatico in corso, che può portare a eventi di una scala a cui non siamo abituati».

Nelle città, il cemento aumenta l’effetto del calore. Come si può ripensare l’urbanistica per attenuare la percezione delle temperature?
«Chi vive in città sa che le zone più fresche e ventilate coincidono con la presenza del verde. Bisogna rendere le città più ombreggiate possibili, costruire con materiali isolanti, favorire la presenza dell’acqua e piantare molti alberi. Possibilmente prendendosene cura e lasciando il terreno intorno per traspirare, anziché il cemento».

Bilancio positivo per il gruppo Cofra: +0,9 percento sul 2023 e utile netto di 630mila euro

Si è chiuso in positivo il bilancio 2024 del Gruppo Cofra di Faenza, realtà che gestisce 16 punti vendita in provincia di Ravenna dando lavoro a oltre 500 persone. L’esercizio 2024 ha registrato un ulteriore incremento di fatturato salendo a quota 113 milioni di euro (+0,9% sul 2023), consentendo al gruppo cooperativo di chiudere con un utile netto di 630mila euro e di consolidare ulteriormente il patrimonio netto, oggi a quota 11 milioni di euro.

«Nonostante la contrazione dei consumi generale dovuta alla progressiva riduzione del potere d’acquisto delle persone in Italia, Cofra ha registrato un incremento di fatturato dimostrando la bontà delle scelte fatte in questi anni – sottolinea Roberto Savini, presidente di Cofra -. Tra l’altro, dopo anni di eventi straordinari (covid, crisi energetica, alluvione), il 2024 è stato un anno senza grandi imprevisti “diretti” nonostante l’alluvione in Bassa Romagna abbia ferito in modo pesante il territorio».

Cofra è nata nel 1973 a Faenza come cooperativa di consumo per fare acquisti massivi di prodotti che poi venivano rivenduti ai soci a prezzi più vantaggiosi di quelli di mercato. In oltre 50 anni è diventata un punto di riferimento nella gestione di supermercati (13 negozi a marchio Conad), negozi di fai da te e bricolage (2 punti vendita a marchio Bricofer) e negozi per animali (1 PetStore Conad). È parte del Gruppo Cofra anche la società controllata Assicofra che si occupa di assicurazioni in provincia di Ravenna e, da alcuni mesi, anche in provincia di Forlì-Cesena. Da alcuni anni Cofra è una cooperativa mista con una base sociale formata da soci consumatori, che oggi sono 43.731 (dato al 31 dicembre 2024), e soci lavoratori, che superano quota 300. «Il numero rilevante di soci-lavoratori – aggiunge Savini – conferma il successo della trasformazione di Cofra da cooperativa di consumo a cooperativa mista. Un percorso avvenuto naturalmente e che ha sostenuto anche la fidelizzazione dei soci consumatori sul territorio che, ogni anno, crescono di 7-800 unità».

Tra gli investimenti ci sono stati la fusione con Cpda di Bagnacavallo, che ha portato all’ingresso in Cofra dei due supermercati della città e del relativo personale, l’acquisizione del supermercato di Conselice nell’area Punta Frattina, l’acquisizione del punto vendita in via Ricci Curbastro a Lugo e l’apertura del nuovo supermercato a Lugo Stuoie, l’acquisizione di un ramo d’azienda a Brisighella e la ricostruzione del punto vendita Faenza 1 distrutto dall’alluvione del 2023. Più recentemente, ad aprile 2025, c’è stata anche l’acquisizione di un nuovo punto vendita a Piangipane di Ravenna. Tra gli altri investimenti realizzati, oltre alle attività ordinarie e straordinarie di ristrutturazione dei punti vendita, c’è stata anche l’installazione di pannelli fotovoltaici sugli stessi punti vendita per un totale di 600 kwatt di energia destinata all’autoconsumo.

«Ottimizzare i costi e l’organizzazione è una nostra priorità perché ci consente di accrescere le marginalità e poter assicurare le premialità alle nostre lavoratrici e lavoratori, così come previsto dal contratto di secondo livello che abbiamo adottato in Cofra. L’andamento 2024 ci ha consentito di prevedere un premio produttivo a tutto il personale che va ad aggiungersi al sistema di welfare oggi attivo per tutti i soci-lavoratori» conclude Savini.

In Romagna il giugno più caldo dell’ultimo secolo: 3,9 gradi sopra la media

La media delle temperature rilevate in Romagna nel giugno 2025  è stata 3,9 gradi più alta della media dello stesso mese nel periodo 1981-2010. In termini meteorologici si parla di “anomalia fuori scala”. Lo spiega Pierluigi Randi, presidente dell’Associazione meteo professionisti (Ampro): «Una anomalia di 2 gradi è già considerata molto rilevante, figuriamoci un valore che arriva quasi a 4».

Questo giugno presenta la stessa anomalia del giugno 2003 e sono i mesi di giugno più caldi degli ultimi cento anni in Romagna. «È significativo – aggiunge Randi – che le anomalie record di caldo sono tutte concentrate nell’ultimo ventennio, mentre le anomalie di freddo sono quasi tutte precedenti. Questo è il segnale che la temperatura sta aumentando».

Rispetto al giugno appena terminato, nel 2003 fu leggermente superiore la media delle temperature massime e lievemente inferiore quella delle temperature minime, con un’escursione termica media giornaliera che fu maggiore. «Significa che nel giugno 2025 ha fatto appena meno caldo di giorno e leggermente più caldo di notte rispetto a 22 anni fa. Nel 2003 le masse d’aria affluite furono leggermente più secche, anche perché il Mediterraneo era meno caldo di oggi. Quindi: un caldo più afoso nel giugno 2025; un poco più torrido nel giugno 2003».

Un altro indicatore da tenere in considerazione è il conto delle cosiddette notti tropicali, cioè quelle in cui il termometro non scende sotto i 20 gradi: in giugno sono state 17 nei centri urbani di Ravenna e Faenza, nel 2003 a Ravenna furono 12.

L’aumento delle temperature è ormai consolidato e la percezione cambia: «Ci stiamo abituando. Il mese di giugno appena concluso è sui livelli del giugno 2003 ma non si sentono le stesse reazioni. Sicuramente è dovuto a una maggior dotazione di climatizzatori rispetto a 22 anni fa, ma c’è anche un effetto di adattamento che è naturale per l’uomo. E vale anche il discorso inverso: per molti c’è la sensazione che abbiamo avuto un maggio freddo e invece è assolutamente in linea con la norma. Ormai quando abbiamo un mese “normale” ci sembra che sia freddo».

La fotografia del clima è rappresentata anche dal valore dello zero termico, cioè l’altitudine a cui la temperatura arriva a zero. Dalla stazione Arpa di San Pietro Capofiume (Bologna) vengono fatte delle misurazioni con palloni gonfiati a elio liberati in atmosfera: «Nella notte tra il 28 e 29 giugno il livello è stato 5.280 metri, è il più alto mai rilevato da quando si effettuano i radiosondaggi dal 1989. Battuto il record precedente del 10 agosto 2019 con 5.224 m. I precedenti sforamenti si erano veri cati sempre o in luglio o in agosto; in giugno non avevamo mai toccato i cinquemila metri. E tutti i valori superiori a cinquemila sono successivi al 2009».

Il caldo incide anche sul tipo di piogge. «L’aria più calda può contenere più vapore acqueo, è una legge della fisica: a un aumento di un grado corrisponde il 7 percento in più di vapore. Questo signi ca che nell’aria c’è una disponibilità maggiore di acqua quando si forma un temporale. Anche per questo le precipitazioni recenti scaricano più acqua in minor tempo. Si dice che il ciclo dell’acqua diventa più rapido».

Dal 1980 le estati in Romagna hanno una temperatura media più alta di quasi 2 gradi e il 25 percento in meno di precipitazioni. «In passato la stagione più secca era l’inverno, ora è l’estate. Ci stiamo spostando verso un modo di piovere più tipico dei climi tropicali».

Anche il mare mostra i segni del cambiamento climatico. «Nel Mediterraneo occidentale nelle acque di super cie sono state misurate anomalie di 7-8 gradi in più rispetto alla norma di questo periodo. Nell’alto Adriatico siamo a 3-4 gradi oltre la media 1981-2020. In questo momento davanti alle coste della Romagna l’acqua arriva a 28-29 gradi, valori che si dovrebbero raggiungere a fine estate quando il mare accumula il calore di mesi. Il 13 agosto dell’anno scorso è arrivato a 31 gradi, un numero alto anche per i mari tropicali. Facile prevedere che andremo verso quei valori».

La Cà de Vèn compie 50 anni. Il sindaco: «Per Ravenna è un biglietto da visita enogastronomico»

L’enogastronomia romagnola a Ravenna ha punto fermo che unisce gusto, cultura del vino e legame con il territorio: la Cà de Vèn, in via Corrado Ricci, ha celebrato il suo 50esimo anniversario d’attività.

La Cà de Vèn è una delle due enoteche storiche ancora attive del Consorzio Vini di Romagna, insieme alla Cà de Bè di Bertinoro. Fin dalla nascita del sistema delle “case del vino” negli anni ’60 – ideato dal Consorzio e dal Tribunato di Romagna, sotto l’impulso di Alteo Dolcini – il locale ha avuto il compito di promuovere la cultura delle denominazioni Doc e Igt romagnole attraverso degustazioni, cene tematiche, masterclass e concorsi.

La storia dell’edificio che ospita la Cà de Vèn affonda le radici addirittura nella fine del 1300, quando l’area era occupata da un intricato reticolo di viuzze medievali attorno alla chiesa di San Francesco, la cui piazza antistante fu realizzata solo nel 1679. In origine, l’edificio era la residenza della nobile famiglia Rasponi. Dopo numerosi passaggi di proprietà, nel 1704 divenne l’Osteria della Corona, per poi trasformarsi nel 1877 nella Drogheria Bellenghi, la bottega più caratteristica e fornita della città. Gli arredi ancora oggi perfettamente conservati, assieme alle decorazioni delle volte e alla suddivisione interna dei locali, risalgono a consistenti interventi strutturali realizzati tra il 1850 e il 1880, dall’allora proprietario Giuseppe Bellenghi.

Alla celebrazione dello storico traguardo è intervenuto anche il sindaco Alessandro Barattoni: «Per me, come per tante e tanti ravennati, la Cà de Vèn non è solo un ristorante-enoteca, un bellissimo spazio in cui gustare le prelibatezze locali, ma un luogo dell’anima: sale affrescate e decorate che restituiscono l’accoglienza e la storia della nostra splendida città. Non esistono guide in tutte le lingue del mondo che non citino questo luogo, una sorta di biglietto da visita enogastronomico per i tanti turisti che visitano Ravenna e che hanno modo di apprezzarla anche a tavola».

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