lunedì
22 Dicembre 2025

Incidente mortale al porto di Ravenna, i sindacati proclamano lo sciopero

I sindacati Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato uno sciopero per protestare contro la morte del 67enne Giuseppino Zuccoli, il camionista (dipendente di una ditta esterna) travolto nel piazzale della Sapir (da un altro camionista di un’altra ditta esterna) nella mattinata di giovedì 16 ottobre, durante operazioni di carico-scarico. Una morte sul lavoro ritenuta «inaccettabile» dai sindacati.

«Non è che l’ennesimo grave infortunio, purtroppo questo con esito mortale, avvenuto in provincia nelle ultime settimane – commentano i sindacati in una nota inviata alla stampa -: un lavoratore investito da un macchinario nei lavori di ampliamento della statale Adriatica, un lavoratore travolto da un catasta di pallet alla Deco Industrie, un altro investito da un carrello in Marcegaglia. Tutti infortuni avvenuti con la presenza di aziende in appalto e con investimento da parte di mezzi in movimento». Già nella giornata di oggi (17 ottobre), come avvenuto anche per i precedenti infortuni, le organizzazioni sindacali incontreranno la direzione aziendale per analizzare cosa non ha funzionato, se le procedure sono state rispettate, e valutare congiuntamente cosa modificare e migliorare perché questi incidenti non si ripetano più.

«Le organizzazioni sindacali, nell’esprimere il proprio grido di allarme rispetto alla situazione richiamano tutti i soggetti, aziende, associazioni e istituzioni a una azione concreta per praticare e innalzare la salute e sicurezza sul lavoro. Quanto avvenuto, inoltre, ci interroga e ci impone nuovo impulso nel percorso di rinnovo, già avviato, del Protocollo sul miglioramento della salute e sicurezza nel sito portuale di Ravenna», termina la nota dei sindacati che proclamano un’ora di sciopero (l’ultima del proprio turno) per sensibilizzare tutti i soggetti coinvolti, lunedì 20 ottobre, per tutti i lavoratori di tutte le aziende dei settori portuale, facchinaggio e trasporti.

Un altro incidente nel Ferrarese, un’altra vittima di Alfonsine

Un altro incidente mortale nel Ferrarese, vicino al confine con la provincia di Ravenna, con un’altra vittima residente nel comune di Alfonsine. Si tratta di Mauro Farina, 70 anni, di Longastrino, morto sul colpo in uno scontro avvenuto nella prima mattinata di ieri, giovedì 16 ottobre, lungo la provinciale 10, a Filo di Longastrino.

Secondo una prima ricostruzione, il 70enne avrebbe tentato un sorpasso, finendo con lo schiantarsi con un’auto proveniente dalla direzione opposta, con alla guida una donna incinta di 31 anni e i suoi due figli di 11 e 12 anni. Entrambe le auto sono finite fuori strada. Coinvolto nell’incidente anche un furgone. Nessuna delle altre persone coinvolte risulta in gravi condizioni. È morto sul colpo, invece, il 70enne Farina, rimasto incastrato all’interno della propria Alfa.

Si tratta della terza vittima delle strade nell’ultima settimana residente ad Alfonsine, che mercoledì scorso aveva proclamato il lutto cittadino.

Un uomo investito da un’auto durante una lite, è ricoverato in gravi condizioni

Un uomo è stato ricoverato in gravi condizioni all’ospedale Bufalini di Cesena nella tarda serata del 16 ottobre dopo essere stato investito da un’auto durante una lite avvenuta a Porto Corsini attorno alle 22. Soccorso dal personale del 118, il ferito è stato trasportato in elicottero.

Sulla vicenda stanno indagando i carabinieri partendo dalla ricostruzione dei motivi del litigio e della dinamica dell’investimento.

Dal centro della località costiera sono state portate via due autovetture evidentemente coinvolte nei fatti: una Subaru Xw bianca da via 6 dicembre 1944 e una Peugeout 5008 grigia da via Mazzesi, entrambe con il lunotto posteriore in frantumi. La Peugeot ha anche il parabrezza crepato, all’interno della Subaru è stata gettata della benzina.

Confermate tutte le aggravanti, Soncin resta in carcere. In casa a Cervia trovati coltelli e pistola

Una “spedizione” a casa di Pamela pianificata da almeno una settimana e un filo conduttore basato sul «o con me o con nessun altro» che martedì sera lo ha spinto a piombare nell’appartamento della ragazza con il mazzo di chiavi che aveva duplicato di nascosto, “munito di ben due coltelli a serramanico, di cui uno lasciato” in auto e l’altro usato per colpire almeno 24 volte.

Sono questi alcuni degli elementi evidenziati dal gip di Milano, Tommaso Perna, nella ricostruzione del femmicidio di Pamela Genini, 29 anni, accoltellata dall’imprenditore cervese Gianluca Soncin, il 52enne, in isolamento in cella a San Vittore.

L’uomo, rimasto in silenzio durante l’interrogatorio, si è visto notificare, nel tardo pomeriggio di giovedì, il provvedimento con cui il giudice ha convalidato il fermo e disposto la misura della custodia cautelare in carcere come chiesto dalla pm Alessia Menegazzo e dalla procuratrice aggiunta Letizia Mannella. L’ordinanza ha anche confermato tutte le aggravanti contestate dalla Procura: la premeditazione, la crudeltà, i futili motivi, il vincolo della relazione affettiva e lo stalking, condividendo così l’esistenza di quel “quadro agghiacciante”, messo in risalto dagli inquirenti e dagli investigatori della Polizia di Stato, e per il quale si prefigura la pena dell’ergastolo.

Nelle 13 pagine il gip spiega che Soncin, oltre al fatto che “possa riservare lo stesso trattamento violento” anche ai genitori e all’ex fidanzato e confidente di Pamela – colui che ha dato l’allarme in quanto negli attimi precedenti il delitto era al telefono con lei – è incapace “di controllare i propri impulsi”. Ma soprattutto che ha pianificato il suo proposito omicidiario quantomeno dalla scorsa settimana. Si è piazzato a casa della ragazza, con cui non conviveva, e approfittando della sua assenza – lei era fuggita a Bergamo da suoi per le continue botte e la paura – ha fatto la copia delle chiavi. Così due sere fa, di soppiatto, è entrato nell’abitazione di Via Iglesias, alla periferia di Milano, e non ha esitato a usare uno dei coltelli a serramanico che aveva portato con sè e che si aggiungono ai 13 trovati giovedì, assieme a una pistola, nel suo appartamento, a Cervia. Ha sferrato 24 fendenti molti dei quali “non hanno attinto organi vitali, con la conseguenza che hanno determinato una sofferenza non trascurabile” a Pamela, la quale “peraltro per un tempo” al momento “non quantificabile, ma sicuramente non istantaneo, ha acquisito consapevolezza dell’imminente fine“.

Quanto basta per affermare che ha agito senza pietà e poi per una “ragione futile e bieca”: lei voleva interrompere la loro relazione burrascosa cominciata nel marzo 2024 e andata avanti con continue vessazioni e violenze. E per il timore di essere ammazzata non ha mai sporto denuncia. Cosa per cui resta “l’amarezza”, scrive il magistrato costatando che il 9 maggio scorso, quando la polizia arrivò a casa di Pamela dopo una “richiesta di aiuto”, lei stessa “ha dipinto un quadro non sufficientemente allarmante della vicenda, limitandosi a invocare l’intervento delle forze dell’ordine in quanto il Soncin” che aveva “descritto agli agenti come un mero amico” che con lei aveva “un debito di denaro (…), si era presentato presso la sua abitazione senza preavviso”. Insomma quello che viene a galla anche nell’ordinanza è una relazione “che va ben oltre la tossicità, ma si tinteggia invece, dal principio, per la sua inaudita e nitida violenza” e una “follia omicidiaria” basata su un filo conduttore: “o con me o con nessun altro”. Intanto per venerdì è fissata l’autopsia, mentre l’inchiesta andrà avanti su più fronti e punterà anche a setacciare la personalità e gli affari, non molto limpidi, di Socin. (fonte Ansa.it)

Pronta la nuova arena da 1.400 posti alla Rocca, studentato in piazza Farini a fine 2026

A marzo 2026 sarà pronta la palestra del liceo classico, nella primavera 2026 apriranno la nuova arena per spettacoli all’aperto alla Rocca Brancaleone e la nuova sede del centro per l’impiego all’angolo tra via Venezia e via di Roma, alla fine del 2026 sarà pronto il nuovo studentato universitario all’Isola San Giovanni. È l’aggiornamento dell’agenda dei principali cantieri pubblici del quartiere Farini a Ravenna, fatto dal sindaco Alessandro Barattoni nel pomeriggio di oggi, 16 ottobre, in occasione di una passeggiata con la cittadinanza per le vie del quartiere. La camminata di un paio di ore, a cui ha partecipato una trentina di persone, si è conclusa alle 18 con l’inaugurazione della riqualificazione del parcheggio centrale in piazza Mameli.

Piazza Mameli: si torna a parcheggiare

Tre mesi di cantiere hanno rimodellato l’area centrale di sosta che è stata ampliata per consentire di disegnare stalli più larghi in linea con le misure delle auto attuali. I posti con strisce blu sono 40, più due riservati ai disabili: la disponibilità è la stessa rispetto a prima del cantiere e non è calata come invece era stato riportato in altri articoli su queste pagine facendo riferimento al dato sul sito del Comune che citava 62 (e ora è stato modificato a 42). Sul perimetro esterno della piazza erano presenti cinque posti con righe gialle (2 per carico e scarico e 3 riservati all’albergo Nh) che sono stati convertiti in posti blu.

La caratteristica principale dell’intervento è l’approccio green: fondo in cemento drenante che funziona come una sorta di spugna per facilitare lo smaltimento delle acque verso la falda sottostante con minore aggravio sulla rete fognaria e l’inserimento di spazi verdi contro le isole di calore. Sono stati piantati otto alberi di medie dimensioni, la misura massima possibile perché la pianta regga al trapianto: aceri rossi, aceri campestri e un ginkobiloba a impianto colonnare. Alla base degli arbusti: salici di due tipi che daranno colorazioni diverse agli inserti naturali. Le essenze, tutte caduche, sono state scelte per richiamare i colori della città. L’intervento rientra in una serie di opere simili nel comune per un costo complessivo di un milione di euro.

Arena Rocca: ottobre 2025

Il 30 ottobre chiuderà il cantiere che ha rifatto l’arena estiva della Rocca Brancaleone: rifatta la pavimentazione, montate nuove tribune e un nuovo palco con buca per l’orchestra e spogliatoi per gli artisti. In totale la capienza è di circa 1.400 posti. Costo complessivo 5 milioni di euro finanziati dal ministero della Cultura. «Appena chiusi i lavori potremmo preparato il bando per trovare un gestore, sarà quindi operativa nella primavera-estate 2026 e tornerà a ospitare il cinema all’aperto». La vecchia area di parcheggio tra le mura e circonvallazione alla Rotonda dei Goti resterà fruibile per i pedoni, con l’accesso all’area sgambamento cani e il percorso pedonale verso la darsena, ma l’accesso carrabile sarà solo per i mezzi di servizio per gli eventi.

Palestra liceo classico: marzo 2026

Cantiere della Provincia, proprietaria di tutti gli edifici che ospitano scuole superiori. Demolizione e ricostruzione delle palestre su via Carducci. Spesa totale 5,5 milioni di cui 3,5 dal Pnrr che impone la conclusione per giugno 2026. «Contiamo che sia pronta per marzo 2026. Non avrà allacci al metano, ma sarà alimentata solo a corrente elettrica con fotovoltaico sul tetto».

La riapertura della palestra consentirà agli studenti di evitare trasferimenti per le ore di educazione fisica che da gennaio 2023 si svolgono tra Pala Costa, circolo tennis Zavaglia e ragioneria.

Centro per l’impiego: fine primavera 2026

L’immobile di proprietà della Provincia che un tempo ospitava il comando provinciale dei carabinieri è stato riqualificato con un investimento di tre milioni di euro (la maggior parte dalla Regione che gestisce i servizi per l’impiego) e aprirà i battenti a fine primavera 2026.

Sarà ancora anche la sede della polizia provinciale, ma avrà anche spazi per l’archivio storico del Novecento. Negli uffici riqualificati traslocherà l’agenzia del lavoro che oggi è in via Teodorico.

Studentato: fine 2026

Nella palazzina tra via Carducci e giardino Speyer, di proprietà di Ravenna Holding, troverà posto uno studentato universitario convertendo gli spazi che un tempo erano uffici comunali tra piano interratto, piano terra e primo piano. In totale 112 posti letto (42 camere doppie e 12 singole). L’intervento è realizzato da Fondazione Flaminia con fondi statali.

Il Comune ha già fatto incontri con i titolari delle attività commerciali sotto i portici di via Carducci dando la disponibilità all’acquisto dei locali per destinarli a servizi utili alla cittadinanza e alla popolazione studentesca. «Abbiamo preso contatti con una dozzina di proprietari – ha spiegato il sindaco –, alcuni hanno dato disponibilità alla cessione e altri no. Formuleremo offerte in base a quello che consente la legge e in base alle metrature degli spazi che riusciremo ad acquisire valuteremo che tipo di servizi potranno trovare posto».

Episodio degno di cronaca quello avvenuto proprio mentre il primo cittadino illustrava il progetto e faceva cenno alle ordinanze antivetro e antialcol in vigore nel quartiere: un passante, a piedi con una bottiglia di vetro in mano, si è lasciato andare a qualche grido sguaiato sotto gli occhi del sindaco e di alcuni agenti della polizia locale per poi allontanarsi.

Il Comune mette a disposizione gratuitamente una sala da 99 posti per “l’aggregazione giovanile”

È on line (al seguente link https://bit.ly/4nMqVOs) l’avviso pubblico per la ricerca di associazioni con cui il Comune di Ravenna desidera interagire per la realizzazione di progetti di aggregazione e partecipazione giovanile che saranno ospitate nella sala Morigi (in via Gramsci n. 27, zona Gallery).

La giunta ha approvato la delibera che individua i criteri e le modalità di ricerca delle associazioni con le quali sottoscrivere accordi di compartecipazione per la concessione in uso temporaneo e gratuito della sala di proprietà comunale. Si potrà fare domanda per presentare progetti nell’ambito della promozione di attività artistiche, culturali, sociali e di libera aggregazione volte a “valorizzare il protagonismo giovanile” che dovranno rivolgersi prevalentemente a persone di età compresa tra 11 e 35 anni.

«Con questo avviso – dichiara l’assessora alle Politiche giovanili Hiba Alif – desideriamo favorire la crescita e l’aggregazione giovanile e lo scambio costruttivo di idee e conoscenze; sostenere la progettazione di iniziative utili per rafforzare la propria crescita personale e professionale, realizzate da giovani per altri giovani. La sala Morigi è un luogo ampio che può ospitare fino a 99 persone e si presta a molteplici attività e iniziative che possono favorire il dialogo intergenerazionale».

La domanda dovrà essere presentata esclusivamente con modalità telematica, inviando la documentazione richiesta dall’avviso a decentramento.comune.ravenna@legalmail.it con oggetto “Domanda di partecipazione avviso pubblico per utilizzo gratuito Sala Morigi” entro e non oltre le 12 di venerdì 14 novembre.

La progettualità, da concludersi entro giugno 2026, prevede una compartecipazione del Comune che consiste nell’uso temporaneo e gratuito della sala; nell’utilizzo del logo del Comune sul materiale pubblicitario; nella stampa del materiale presso il centro stampa comunale e la pubblicizzazione delle iniziative.

Il cordoglio di Sapir e Autorità portuale per l’incidente mortale al porto di Ravenna

I vertici di Sapir, il presidente Riccardo Sabadini e l’amministratore delegato Mauro Pepoli, esprimono profondo cordoglio per l’incidente mortale avvenuto nel terminal, con il coinvolgimento di camionisti di aziende esterne.

«È una tragedia immensa e il nostro primo pensiero va alla famiglia della vittima – si legge in una nota inviata alla stampa – alla quale ci stringiamo, esprimendo le più sentite condoglianze. È un dramma per tutti, ed esprimiamo vicinanza anche all’autista dell’altro mezzo coinvolto».

La società comunica di stare collaborando fin dalle prime ore con le autorità competenti per fornire ogni informazione utile sull’accaduto. «Per noi, da sempre – concludono Sabadini e Pepoli – la sicurezza è la prima delle priorità, il valore di riferimento imprescindibile di ogni nostro operato».

Sul tema interviene anche il commissario dell’Autorità Portuale di Ravenna, Francesco Benevolo: «In attesa che le autorità competenti chiariscano la dinamica dei fatti che oggi sono costati la vita a Giuseppino Zuccoli, mentre svolgeva il suo lavoro all’interno di un terminal del porto, sento il bisogno di esprimere il mio personale dolore e la mia sincera vicinanza a tutta la famiglia di questo lavoratore. Desidero, inoltre, manifestare il mio partecipe cordoglio a tutta la comunità portuale, drammaticamente colpita da quanto accaduto. Il nostro impegno continua, incessante e determinato, per rafforzare, sempre e con ogni mezzo possibile, tutte le azioni e le procedure finalizzate ad innalzare strutturalmente i livelli di sicurezza del lavoro attraverso, l’informazione, la prevenzione, la formazione, l’organizzazione ed il controllo».

In mattinata era intervenuto anche il sindaco di Ravenna, Alessandro Barattoni, ricordando di aver lavorato oltre 15 anni nel mondo della logistica e di aver assistito centinaia di volte a operazioni di carico, scarico, manovra e pesatura: «Ancora non riesco a comprendere come, ciclicamente, possano accadere eventi di questo tipo. Se prevenzione e protocolli non riescono ad azzerare i rischi, tutti noi, a partire dalle istituzioni pubbliche, dobbiamo fare un salto di qualità nell’affrontare il tema della sicurezza sui luoghi di lavoro. Mi stringo in un forte abbraccio ai familiari dell’uomo deceduto, così come al camionista dell’altro mezzo coinvolto e agli operatori che erano al lavoro nel turno di stamattina».

Sull’episodio è intervenuta anche Ouidad Bakkali, deputata ravennate del Pd: «Esprimo il mio cordoglio e la mia vicinanza alla famiglia della vittima, al collega coinvolto e a tutti gli operatori che erano in servizio. Episodi come questo non possono più essere considerati fatalità. È necessario capire cosa non ha funzionato e agire con decisione affinché la sicurezza non resti un principio astratto ma diventi una pratica concreta, quotidiana, condivisa tra aziende, lavoratori e istituzioni. Il richiamo dei sindacati è giusto e urgente: vanno riviste le procedure di carico e scarico e potenziati i protocolli di prevenzione e formazione. Ma serve anche un salto di responsabilità politica. Occorre ripensare un nuovo Testo Unico sulla sicurezza, aggiornato e calato nella realtà di oggi, che superi strumenti inefficaci e renda davvero operative le tutele. La sicurezza sul lavoro non è un costo, ma un dovere collettivo e morale».

«Esprimo il cordoglio, anche a nome della giunta regionale, ai familiari e ai colleghi dell’autotrasportatore deceduto questa mattina al porto di Ravenna. Pochi giorni dopo il tragico incidente a San Giorgio di Piano, dove ha perso la vita un giovane bengalese mentre lavorava, ci ritroviamo ancora una volta di fronte a un fatto drammatico che getta nello sconforto una famiglia e che rattrista tutta la comunità». Così l’assessore regionale al Lavoro, Giovanni Paglia, commenta la scomparsa di un autotrasportatore di 67 anni, deceduto questa mattina in seguito a un investimento su un piazzale del porto di Ravenna. «Un evento inaccettabile che deve richiamare tutti, per l’ennesima volta, al massimo impegno e al senso di responsabilità per garantire la massima sicurezza sul lavoro. Nel rinnovare la mia vicinanza alla famiglia voglio assicurare che, come istituzione, continueremo a fare ogni sforzo per assicurare che tragedie come questa non debbano ripetersi, e che il luogo di lavoro sia uno spazio in cui la sicurezza abbia sempre la priorità».

Ruba il bracciale d’oro a un 84enne mentre lo abbraccia: denunciati una donna e il suo complice

Si è presentata come sua nuova vicina di case e, dopo alcuni convenevoli, lo ha improvvisamente abbracciato. Una volta rientrato a casa, l’anziano vittima del presunto raggiro, un 84enne di Faenza, si è reso conto di non avere più il braccialetto d’oro al polso. Da qui, la denuncia ai carabinieri della stazione di Borgo Urbecco, che hanno iniziato un’attività investigativa andata avanti per settimane, controllando in particolare le immagini di videosorveglianza di tutta la Romagna Faentina.

I carabinieri hanno quindi raccolto diverse prove a carico di due trentenni (la donna che ha abbracciato l’anziano e un complice), già noti alle forze dell’ordine, denunciati alla procura per furto aggravato. Quello realizzato con la cosiddetta “tecnica dell’abbraccio”.

Al via i lavori per la costruzione della duna, con un investimento previsto di oltre 300 mila euro

Una barriera di 9 chilometri per proteggere le spiagge di Cervia, Milano Marittima, Pinarella e Tagliata dalle mareggiate: sono iniziati sui lidi cervesi lavori per la creazione della duna, con fine prevista entro il 28 ottobre. Il costo preventivato per l’innalzamento, la rimozione nella primavera del 2026 e le eventuali ricostruzioni in caso si mareggiate, è di circa 330 mila euro e sarà totalmente a carico dei 200 imprenditori balneari della località. La stima però sembra destinata ad aumentare, visti i cambiamenti delle condizioni climatiche che interessano sempre più spesso i litorali già martoriati dal fenomeno dell’erosione marina. In alcuni tratti di spiaggia, inoltre, come nel caso di Milano Marittima nord, sarà impiegata una dose maggiore di sabbia e le operazioni saranno più complesse, proprio perché più colpite dall’erosione del mare.

La duna sarà un vero e proprio “muro di sabbia”, con una base di circa tre metri. Le caratteristiche sono infatti vagliate e autorizzate dal Comune di Cervia e dalla Regione Emilia Romagna.  Attualmente sono al lavoro due squadre composte da tre mezzi ciascuna, una diretta verso le coste sud e l’altra verso il nord. 

«Un’operazione indispensabile per preservare gli stabilimenti balneari e il lungomare dalle incursioni del mare -. spiega Fabio Ceccaroni, presidente della Cooperativa Bagnini di Cervia –. A seguito della mareggiata della scorsa settimana, che ha colpito gli stabilimenti ancora privi di protezione, riteniamo necessario avviare un confronto con la Capitaneria di Porto e le Amministrazioni locali per individuare soluzioni efficaci contro le ingressioni del mare, fenomeno sempre più frequente nei periodi in cui la duna non è ancora realizzata».

Area Sismica si sposta al mare e inaugura la rassegna elettroacustica “Derive” al Bagno Lupo

Dopo 35 anni di lavoro nel forlivese (tra Meldola e Ravaldino in Monte) l’associazione di promozione sociale Area Sismica cambia sede e si trasferisce sulle coste ravennati, inaugurando gli spazi del Lupo Beach di Lido di Savio con la nuova rassegna “Derive”. Durante i fine settimana di inverno invece troveranno spazio le rassegne storiche dell’associazione.

Lo stabilimento balneare è dotato di sala concerti e non è nuovo alle collaborazioni con Area Sismica: già negli scorsi anni, quando il Lupo si trovava a Milano Marittima, erano stati portati avanti diversi progetti in sinergia, ospitando artisti di caratura internazionale.

«Lo spostamento delle nostre rassegne da Forlì a Lido di Savio non è stata una decisione semplice – spiega il direttore artistico di Area Sismica, Ariele Monti -. Ma sappiamo che il cambio di sede non significa necessariamente un cambio di anima, il trasloco di 25 anni fa da Meldola a Ravaldino in Monte insegna. E un passaggio accolto con entusiasmo sia dai musicisti già coinvolti nella programmazione futura, sia dall’amministrazione del Comune di Ravenna, cogliendo la portata di un’attività che, pur nata e cresciuta in un piccolissimo centro, ha saputo proporre programmi, festival e rassegne paragonabili a quelli dei grandi festival europei o dei club di capitali come Londra, Berlino, Varsavia e così via».

Per inaugurare questo nuovo capitolo, l’associazione ha organizzato una nuova rassegna dal dal 24 al 26 ottobre che prende il nome di “Derive Fest“, una tre giorni di musica live che vedrà salire sul palco di Lupo nomi del calibro di Firel, eKPYrotic e The Young Mothers.

«La qualità dell’ascolto è sempre stata tra i nostri punti di forza – continua Monti -.  La sfida più grossa per noi è riuscire a fare a far sì che anche le musiche più minimali abbiano una dignità acustica. Abbiamo già fatto prove in questa nuova location e incredibilmente sipresta già molto bene, grazie all’insieme di legno e sabbia che crea un’acustica naturale. Insonorizzeremo ulteriormente lo spazio con tendaggi sicuri di poter offrire un’esperienza di ascolto eccezionale».

Si parte venerdì 24, alle 21.30 con i Firel, trio europeo di grande impatto formato dal sassofonista Mats Gustafsson insieme al bassista Johan Berthling e al batterista Andreas Werliin. Si tratta di una delle formazioni più travolgenti della scena musicale contemporanea, che presenteranno sul palco del Lupo il loro ultimo album Testament (Rune Grammofon). Sabato 25 ottobre, alle 18 sarà la volta di eKPYrotic un italiano duo di musica improvvisata e composta particolarmente apprezzato all’estero, formato da Mirco Ballabene (contrabbasso e elettronica) e Massimiliano Furia (percussioni). La rassegna si chiude alle 18 di domenica 26 con il collettivo afro-norvegese-statunitense The Young Mothers, che sfida ogni etichetta e ogni previsione sotto la guida del contrabbassista Ingebrigt Haker Flaten, che approda in Italia per una data travolgente.

A novembre invece sarà la volta del debutto al Lupo delle due rassegne storiche di Area Sismica, Musiche Extra-Ordinarie e Musiche Inaudite che porteranno a Lido di Savio il meglio della musica contemporanea elettroacustica. I concerti sono fissati fino a maggio, quasi tutte le domeniche a partire dalle 18. Per venire incontro a chi arriva da lontano o a chi vuole vivere un’esperienza tra musica e gastronomia è stata pensata una formula che aggiunge al biglietto del concerto un piatto della carta del Lupo a prezzo agevolato. I biglietti saranno in vendita sulla piattaforma oooh.events (già online quelli per la rassegna Derive) o in loco.

Durante l’estate, invece, l’intrattenimento musicale continuerà con una proposta gratuita pensata per l’ascolto all’aperto e per accompagnare le serate in riva al mare con sonorità più accessibili ma sempre di qualità.

«Siamo estremamente felici, onorati e fortunati della della scelta che che Area Sismica ha fatto, trapiantando nel territorio di Ravenna un’attività che ha una storia bellissima e che ha segnato o la Romagna intera in termini anche di cultura, di attrazione e di progettualità artistica di altissimo livello – commenta l’assessore alla cultura Fabio Sbaraglia -. Vorremmo essere presenti e cercheremo di dare tutto l’aiuto possibile per far sì che un progetto come questo riesca ad ampliare le sue possibilità coniugandole con una location nuova».

Pronto il nuovo bike park all’ex ippodromo: nuovi spazi per bici e pattinaggio. Inaugurazione 25 ottobre

È pronto il nuovo ciclodromo all’ex ippodromo di Ravenna, noto anche con l’espressione inglese bike park. Sarà inaugurato sabato 25 ottobre con un pomeriggio di festa aperto a tutta la città. Appuntamento alle 15 con ingresso da piazza Caduti sul lavoro.

Il cantiere cominciò a marzo 2024 e sarebbe dovuto durare un anno. A maggio 2025 il Comune prevedeva di inaugurarlo in luglio. La realtà dei fatti è fine ottobre. L’opera è stata realizzata in gran parte sulla pista dove correvano i cavalli, mentre all’interno rimangono i campi da calcio. Si può parlare di polisportivo Darsena considerando i vicini Pala Costa, dove si praticano la pallavolo, la pallacanestro e la boxe, e circolo tennis Zavaglia. Il sindaco Alessandro Barattoni parla di «una vera e propria cittadella dello sport, raggiungibile in poco tempo da tutti i punti della città».

La festa per l’inaugurazione vedrà la partecipazione di numerosissime società sportive con i loro iscritti, che potranno cogliere l’occasione per cimentarsi nelle diverse discipline praticabili tra campi da calcio e ciclodromo: ciclismo, pump track, pattinaggio a rotelle, calcio e calcetto.

L’idea del bike park è nata anche grazie allo stimolo del mondo ciclistico ravennate, in particolare del comitato Amici del ciclismo, e di numerose società sportive e si è sviluppata nell’ambito del percorso partecipativo del progetto europeo Dare, individuando l’area quale luogo dove far nascere il progetto e concorrere alla rigenerazione del quartiere Darsena, sempre più verde e vocato allo sport.

La scelta dell’area permette di potenziare l’offerta di attività sportive praticabili all’interno del parco, migliorando un luogo centrale della città, nel quartiere Darsena. L’impegno economico è stato di 2,1 milioni, con fondi Pnrr nell’ambito della missione “Sport e inclusione sociale”, con l’obiettivo di incrementare l’inclusione e l’integrazione sociale attraverso la realizzazione o la rigenerazione di impianti sportivi favorendo il recupero di aree urbane.

I circuiti sono stati concepiti per permettere gare ciclistiche lungo l’ovale o seguendo un percorso più articolato e sinuoso, ma anche percorsi di allenamento di lunghezza minore ed anche per gli utenti più piccoli. La conformazione dei percorsi è stata concepita in modo tale che nel corso delle attività d’allenamento non ci sia impedimento alla fruizione dell’area verde interna in cui vengono praticate altre attività. Oltre al ciclismo è possibile praticare il pattinaggio a rotelle, in un anello espressamente dedicato da 200 metri, e in un tratto di pista promiscuo dove è possibile praticare entrambe le discipline.

Il nuovo impianto risulta, quindi, costituito da:

  • pista ciclodromo per eventi agonistici e per allenamenti, di lunghezza pari a 1250 e 1230 metri per le due configurazioni possibili. Il solo anello esterno ha invece uno sviluppo di 885 metri.
  • pista ad anello per il pattinaggio da 200 metri.
  • pista per pattinaggio su strada da 300 metri (tratto in promiscuità con il ciclismo).

Le piste per il ciclismo sono larghe 5 metri. Per il pattinaggio le piste hanno larghezza di 5,50 metri per l’anello e di 6 per il circuito stradale. La larghezza delle fasce di rispetto, le pendenze trasversali e i raggi di curvatura delle curve rispettano le tolleranze previste dalle norme Coni e delle Federazioni ciclistica e rotellistica, ad esclusione della curva di raccordo tra le due corsie parallele nell’angolo sud ovest, che per motivi di ingombro ha un raggio di curvatura inferiore.

Inoltre, nella zona a sud dell’ingresso di via Timavo, su una superficie di circa mille metri quadri, è stato realizzato un percorso di pump track (circuito di dossi, curve sopraelevate e discese appositamente progettato per essere percorso senza pedalare, ma semplicemente ‘pompando’, generando cioè slancio attraverso i movimenti in su e in giù del corpo) con finitura in asfalto.

Il Comune cancella l’edificabilità di tre ettari di sua proprietà: «Resteranno verde per la collettività»

La giunta comunale di Faenza ha approvato una delibera che revoca ogni diritto edificatorio a quasi tre ettari di terreno di sua proprietà. Le aree, precedentemente destinate all’edificazione residenziale, saranno conservate come verde permeabile e destinata alla realizzazione di spazi verdi pubblici attrezzati.

Gli indirizzi adottati interessano due zone specifiche della città, una nel quartiere San Rocco, per un’estensione di circa settemila mq e l’altra in via Lesi-Cesarolo, di circa 22mila mq, quest’ultima interessata anche da norme di salvaguardia del piano speciale dell’Autorità di Bacino in quanto coinvolta dagli eventi alluvionali del 2023. Le aree verdi, salvate dalla cementificazione, diventeranno spazi per la socialità, la comunità e per la riforestazione con la piantumazione di nuovi alberi.

«La decisione – sottolinea l’assessore con delega all’Ambiente, Luca Ortolani – nasce dalla consapevolezza che il cambiamento e l’estremizzazione del clima ci impongono di ripensare in maniera radicale l’assetto delle nostre città. Il prossimo Piano Urbanistico Generale avrà come strategia cardine il contenimento del consumo di suolo e la riqualificazione dell’edificato esistente. In attesa che tali indirizzi diventino operativi, abbiamo il dovere di agire anche nel presente. Se non possiamo chiedere ai privati di rinunciare a un diritto a edificare ormai acquisito in passato, possiamo e dobbiamo farlo come Comune: impegneremo le aree pubbliche, originariamente destinate a nuovi condomini e abitazioni, affinché diventino polmoni verdi e spazi permeabili capaci di assorbire in modo naturale le precipitazioni. È fondamentale programmare un futuro differente, ma è altrettanto cruciale agire concretamente già adesso».

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