venerdì
12 Settembre 2025

Revocato il divieto, tutto il litorale ravennate torna a essere balneabile

Alla luce degli esiti favorevoli delle analisi effettuate da Arpae sulle acque di balneazione, in particolare nel tratto compreso tra la foce del Savio e i 350 metri a sud, l’Ausl Romagna ha formalmente proposto oggi al Comune di Ravenna di disporre la revoca del divieto di balneazione scattato a scopo precauzionale e sempre a seguito di richiesta del dipartimento di Sanità pubblica dell’Ausl Romagna.

È pertanto stata emessa dal Comune ordinanza di revoca del divieto.

Tutto il litorale della provincia di Ravenna, a oggi (3 luglio), torna a essere balneabile.

Arrestato in Albania dopo una latitanza di 20 anni: nel 2000 uccise un uomo a coltellate a Lido Adriano

Nel pomeriggio del primo luglio, dopo una intensa attività di ricerca estesa a tutto il territorio albanese, è stato arrestato a Valona un cittadino albanese che, ancora minorenne, nella notte tra l’8 e il 9 febbraio del 2000, a Lido Adriano, al culmine di una lite, aveva accoltellato un connazionale, provocandone la morte.

L’arrestato era stato condannato a 12 anni di reclusione dalla Corte d’Appello di Bologna (con sentenza divenuta definitiva nel luglio del 2004) per i reati di omicidio e porto abusivo di armi, ma da quel momento era sempre riuscito a rendersi irreperibile.

L’attività di ricerca che ne ha permesso la cattura ha visto coinvolti la Squadra Mobile di Ravenna e la Direttoria/Polizia di Valona che opera in stretto raccordo con l’Interpol Tirana e con la Forza Operazionale della Polizia albanese.

Milano Marittima, confermata l’ordinanza per tutta l’estate: stop alla musica all’1 nei locali del centro

Il Comune di Cervia rende permanente per tutta l’estate l’ordinanza che aveva introdotto in via sperimentale (fino al 29 giugno) misure restrittive per i locali di Milano Marittima, per cercare di arginare la cosiddetta “mala movida”. Una decisione scontata, anche alla luce della decisione del Tar, che ha di fatto dato ragione al Comune, respingendo il ricorso di un locale che contestava il provvedimento.

Nell’ordinanza vengono confermate le due “aree di tutela della qualità del turismo”, localizzate nel perimetro Porto Canale-Via Dante Alighieri-Via Ponchielli-Lungomare e nel perimetro Via Damiano Chiesa-Via Verdi-Canalino-Viale 2 giugno. Qui è consentita esclusivamente “musica di sottofondo nel rispetto dei limiti assoluti di classificazione acustica”.

Il provvedimento impone inoltre a ogni attività di spegnere la musica all’1 in centro a Milano Marittima, confermando invece l’orario della mezzanotte per gli stabilimenti balneari.

In tutto il territorio comunale, invece, è vietato l’utilizzo dei vocalist (fatto salvo per i locali aventi licenza di pubblico spettacolo) e di fuochi artificiali (o comunque lo svolgimento di spettacoli pirotecnici di ogni genere).

Deroghe sono previste solo per le serate del 10 e 15 agosto.

«L’ordinanza sperimentale ha dimostrato la sua efficacia e validità anche sotto l’aspetto giuridico – si legge in una nota firmata dall’Amministrazione comunale -. Abbiamo ritenuto di confermare per tutta l’estate i provvedimenti con limitazioni più stringenti, riguardo alle emissioni sonore degli intrattenimenti, in alcune aree precise del territorio in cui maggiormente si concentrano i fenomeni di maggiore criticità e con sanzioni più rigide. L’obiettivo è quello di un modello di sviluppo turistico proiettato sui valori della cultura, dello sport, dell’ambiente e del benessere, con un’offerta di intrattenimento e divertimento sostenibile, responsabile e rispettoso della comunità e dei nostri ospiti. Continueremo a mantenere un costante contatto e una continua interlocuzione e sinergia con la Prefettura e le Forze dell’Ordine, tenendo alta l’attenzione, per perseguire il modello di città che vogliamo in cui decoro, sicurezza, rispetto e vivibilità sono valori imprescindibili. Un luogo del buon vivere, in cui non può coesistere mancanza di decoro urbano e fenomeni che possono degenerare in disordine e vandalismo».

Nell’armadio una pistola, in cantina quasi 3 chili di droga: arrestato 34enne

Nell’armadio aveva una pistola (revolver calibro 38) completa di 39 munizioni. E in cantina quasi 3 chili di droga. Al termine della perquisizione, la polizia non ha potuto fare altro che arrestarlo. A finire in manette (con l’accusa di detenzione illecita di sostanze stupefacenti e arma da fuoco) un 34enne gravato da vari precedenti, straniero e privo di regolare permesso di soggiorno (con conseguente denuncia).

L’arresto è arrivato dopo la segnalazione per una lite in ambito familiare all’interno di un appartamento del centro di Ravenna che ha portato all’intervento dei poliziotti, martedì scorso. Durante la perquisizione, come detto, è spuntata la pistola detenuta illegalmente, mentre nella cantina in uso al 34enne sono stati trovati 2,9 chili di marijuana, già suddivisa in più involucri e pronta per essere spacciata.

Confermato anche per il prossimo anno scolastico il trasporto gratuito su bus e treni per gli studenti

È stato rinconfermato anche per l’anno scolastico 2025/26 Salta su!”, l’iniziativa della Regione che permette agli studenti dell’Emilia-Romagna di viaggiare gratuitamente su bus e treni regionali per andare a scuola, incentivando la mobilità sostenibile.

Sono, quindi, confermati gli abbonamenti annuali gratuiti per gli studenti residenti in Emilia-Romagna che frequentano le scuole elementari, medie, superiori e gli istituti di formazione professionale. Nel corso dello scorso anno, sono oltre 220mila i ragazzi che hanno usufruito del servizio, circa il 40% degli iscritti agli istituti scolastici della regione. Il risparmio medio per famiglia va dai 350 ai 650 euro l’anno.

Le modalità e i requisiti per ottenere il titolo di viaggio gratuito restano invariate (nel caso degli studenti delle scuole superiori è richiesto l’ulteriore requisito dell’Isee familiare annuo fino a 30mila euro) e il biglietto darà modo di spostarsi lungo il tragitto casa/scuola e ritorno anche in orario extrascolastico e in istituti situati in regioni confinanti.

La piattaforma unica “Salta su per presentare la richiesta di abbonamento è già attiva. L’accesso è solo online e si effettua con credenziali Spid e CIE. C’è tempo fino alle ore 14,00 del 18 dicembre 2025.

La piattaforma, selezionando l’indirizzo di partenza e quello di arrivo, permette di personalizzare l’abbonamento scegliendo le soluzioni: urbano, extraurbano su bus, ferroviario, integrato bus-treno. L’abbonamento personale annuale è valido dal 1 settembre 2025 al 31 agosto 2026.

Da quest’anno, nell’ottica di un ulteriore passo verso la digitalizzazione dell’iniziativa gli studenti iscritti a scuole secondarie di primo grado residenti nelle stesse città non riceveranno più a casa la lettera informativa della Regione. Il loro abbonamento è comunque messo a disposizione e dovranno scaricarlo, in modalità digitale o card, richiedendolo sul portale.

Il nuovo piano di prevenzione del suicidio in carcere tra supporto psicologico e percorsi clinici individuali

Equipe multidisciplinari per valutare i casi a rischio e definire i piani individuali di intervento. Massima sinergia tra operatori penitenziari e sanitari e percorsi clinici personalizzati per accompagnare il detenuto dal momento dell’ingresso alla dimissione, con azioni mirate di prevenzione e sostegno

Staff multidisciplinari composti da operatori penitenziari e sanitari; collaborazione con i servizi sociali territoriali e percorsi clinici personalizzati che accompagnano il detenuto dal momento del suo ingresso nell’istituto penitenziario fino all’uscita dal carcere: queste sono alcune delle azioni prevenzione del rischio del suicidario in carcere messe in campo dalla regione Emilia-Romagna in collaborazione con la regione Marche all’interno del “Piano regionale per la prevenzione del rischio suicidario nel sistema penitenziario per adulti – Linee di indirizzo 2025”.

Tra le altre misure previste anche visite per la valutazione del grado di rischio di suicido, con ulteriori rivalutazioni psicologiche e psichiatriche e programmi individuali di presa in carico per affrontare situazioni volubili nel tempo.

Già nel nome, “Piano regionale per la prevenzione del rischio suicidario nel sistema penitenziario per adulti – Linee di indirizzo 2025”, è racchiuso l’importante e ambizioso obiettivo: contrastare quello che l’Organizzazione mondiale della sanità identifica come una delle principali cause di morte tra le persone detenute, il drammatico fenomeno del suicidio in carcere.

Il documento, approvato nell’ultima seduta di Giunta, ha richiesto un lavoro di stesura di due anni, aggiornando le precedenti linee guida del 2018
Tutte le strutture penitenziarie della regione e le Aziende Usl dovranno dotarsi di un Piano locale che costituisca la declinazione operativa del Piano regionale e dell’Accordo nazionale, in linea con le indicazioni dell’Oms.

«La prevenzione del suicidio in carcere – sottolinea l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Massimo Fabi – non è solo una questione sanitaria, ma un dovere politico, etico e civile. Con l’Amministrazione penitenziaria abbiamo sempre lavorato per contrastare questo drammatico fenomeno, in crescita in tutta Italia, mettendo in campo soprattutto negli ultimi anni una serie di azioni volte a prevenirlo. Ora, insieme, abbiamo provato a costruire un nuovo modello, che mette al centro la persona, valorizza il lavoro di squadra e promuove un carcere più umano, dove nessuno sia lasciato solo nel proprio dolore, o peggio nella disperazione. Ogni vita conta, anche dentro gli Istituti penitenziari, dove aumentano, anche a causa del sovraffollamento, i casi di suicidio».

«In Israele la vita non si ferma mai, ma tutto può cambiare nel giro di pochi minuti»

«Al suono delle sirene antimissilistiche hai circa un minuto e mezzo di tempo per rifugiati negli shelter (i rifugi , ndr). Se non ne trovi uno, cerchi riparo sotto la tromba delle scale e aspetti. Dieci minuti, poi la vita ricomincia. All’inizio spaventa, poi ci si fa il callo, forse come forma di autodifesa».
Alex Alvisi ha 30 anni, è originario di Lugo ma da 3 anni vive a Haifa, nel nord di Israele. Sta conseguendo un dottorato in ingegneria aerospaziale, specializzandosi in fluidodinamica sperimentale: «Un settore con risvolti importanti in ambito biomedico e ambientale – spiega -. quando ho avuto la possibilità di studiare in un contesto scientifico come quello israeliano ho colto subito l’occasione».

Per un anno la sua esperienza in Israele è stata simile a quella di un qualunque studente all’estero, ma dal 7 ottobre 2023 le cose sono iniziate a cambiare: «Non in maniera così radicale come può sembrare dall’esterno – racconta -. In Israele la vita va avanti, sempre. La preparazione alle emergenze viene portata avanti fin dall’infanzia, è un concetto integrato nella società. Ricordo il primo corso di sicurezza all’università: ci è stato subito spiegato come gestire un attacco, dove sono gli shelter e come trovarli».
Il 7 ottobre, nel giorno dell’attacco di Hamas, Alvisi si trovava in un Air b&b di Tel Aviv, per un weekend fuori città: «Ci siamo svegliati sotto una pioggia di missili, in pochissimo tempo abbiamo dovuto mettere in pratica gli insegnamenti ricevuti. La tensione nella Striscia di Gaza andava avanti da tempo, ma nella nostra zona non si percepiva. Quello è stato un vero punto di svolta». Il resto della giornata è trascorso nella paura: «Si è capito subito che sarebbe stato qualcosa di grosso. Il senso di smarrimento e di preoccupazione generale mi hanno spinto a rientrare in Italia, almeno finché la situazione non fosse diventata più chiara».
L’allontanamento però è durato solo poche settimane: «Anche nel caso degli attacchi più gravi, il lavoro rallenta, anche con dilatazioni di decine di giorni, ma non si ferma mai del tutto. L’università chiude per un breve periodo e poi riapre. L’aspetto che spesso sfugge anche alla narrazione mediatica è la fluidità della situazione israeliana, dove tutto cambia nel giro di pochi minuti e nulla rimane mai davvero paralizzato: sei in aula, o in palestra, e ti viene comunicato che tra un’ora dovrai chiuderti in casa, perché scatta la zona rossa. Allo stesso modo, dopo giorni di silenzi e strade deserte ti svegli all’improvviso con il viavai di persone che vanno al lavoro e bambini che corrono a scuola». Di recente, il sistema di sicurezza ricorda quello dell’Italia ai tempi del Covid: zone rosse dove si può uscire solo per reperire beni di prima necessità e altre aree – arancioni, gialle o verdi – in cui le restrizioni si allentano progressivamente. «La quotidianità però non sembra troppo diversa, soprattutto per gli stranieri come me. Il turismo è calato, ma nelle zone di maggiore interesse, come Gerusalemme, rimane sempre vivo. La vita è cambiata principalmente per chi ha a che fare con le riserve, con i sistemi di difesa, gli “addetti al settore” che inevitabilmente si trovano in prima linea».

A favorire il senso di sicurezza della popolazione, i sistemi di difesa aerea all’avanguardia, un’intelligence avanzata per l’intercettamento dei missili, con diversi livelli di protezione, tra cui l’Iron Dome (la Cupola di Ferro, un sistema d’arma mobile messo a punto proprio in Israele, in grado di intercettare razzi a media velocità e proiettili balistici) che ha permesso di contenere le minacce aeree sul fronte interno, almeno prima delle ultime tensioni con l’Iran. «Tra gli episodi che mi hanno toccato più da vicino ci sono gli scontri con Hezbollah, vista la vicinanza di Haifa con il Libano. Nonostante le ripercussioni maggiori sulla quotidianità e le corse giornaliere ai rifugi, quando vengono lanciati centinaia di missili e quasi tutti vengono intercettati e distrutti si innesca un meccanismo psicologico di finta tranquillità: ti permette di andare avanti, ma è solo un’illusione. Nessuno ti garantisce che anche il prossimo attacco finirà così, e questa sensazione di stress sotto pelle si ripercuote sul sonno, sull’appetito, è qualcosa di difficile da spiegare a chi non l’ha vissuto».

Se l’escalation degli ultimi anni viene vissuta come un «continuo alzare l’asticella, alternando momenti di tensione a calma apparente» l’ultima tacca è stata segnata proprio dai raid iraniani: «Si è trattato di attacchi molto diversi dai precedenti, più critici, con munizioni capaci di bucare più volte la bolla del sistema di difesa. I danni sono stati più ingenti, come riportato dai Tg». All’inizio della guerra con l’Iran Alvisi si trovava in Italia, per una visita a casa che sarebbe dovuta durare solo pochi giorni. Ha scoperto da poco che riuscirà a tornare a Haifa solo il 17 luglio: «Non mi aspetto nulla di troppo diverso al mio rientro. Cresceranno la tensione e la preoccupazione per il futuro, ma tutto riprenderà da dove l’avevo lasciato». Anche dall’interno infatti, le previsioni sono impossibili e la vita si conta giorno per giorno «Personalmente, ho sempre cercato di non prendere una posizione. Vivere qui non basta per capire davvero la complessità del conflitto, perché comunque non potrà mai appartenerci. Il contatto con le persone locali ha fatto davvero la differenza per immergermi in un contesto altrimenti solo abbozzato. Solo recentemente ho capito quanto sia distorta in occidente la concezione del popolo israeliano: lo pensiamo soprattutto come europeo, ma circa la metà della popolazione proviene da Yemen, Giordania, Libano e zone limitrofe. Su questo tema mi ha aiutato molto anche la lettura del libro di Anna Momigliano Fondato sulla sabbia. Un viaggio nel futuro di Israele (Feltrinelli) dove i concetti alla base della crisi vengono snodati molto bene pur restando un testo di facile lettura».

Al di là degli aspetti militari, questi anni in Israele hanno aperto una serie di interrogativi sul senso di appartenenza, sulla complessità del conflitto e su come questo venga raccontato in Occidente: «Nonostante la narrazione del governo e dell’informazione locale che continua a essere molto incentrata sugli ideali, dalle ultime statistiche, seppur svolte a campione, il popolo israeliano risulta stanco degli scontri, e sempre più sfiduciato nei confronti del governo. Al tempo stesso, il popolo palestinese, nonostante non abbia uno stato pienamente riconosciuto, negli ultimi anni è stato bistrattato e penso sia giusto e normale provare empatia davanti a tanta sofferenza – conclude Alvisi -. Ma la situazione è infinitamente più radicata e sarebbe meglio non ridurre un contesto così delicato a una tifoseria stadio: è il primo conflitto vissuto nell’era dei social media, dove le narrazioni polarizzate si moltiplicano e le immagini si rincorrono sullo schermo senza contesto. Meme sulla guerra e informazioni superficiali, non solo feriscono, ma non fanno altro che ridicolizzare la complessità del problema».

L’Urban Trail alla scoperta di “nuove” mura e del torrione della Polveriera

Chiudono oggi (3 luglio) le iscrizioni per il percorso dell’, in programma domenica 6 luglio alle 6 del mattino con partenza e arrivo ai Giardini Pubblici. Quest’anno, il percorso si arricchisce di nuovi tratti sull’antica cinta muraria, un tempo circondata dai fiumi Ronco e Montone. Grazie alla collaborazione dell’amministrazione comunale, il percorso (da percorrere a corsa o semplicemente camminando) per la prima volta entrerà nel tratto di mura compreso tra via Don Minzoni e il parcheggio Giustiniano, svelando il recupero del torrione della Polveriera, un antico manufatto appena restaurato, risalente al 1500.

Nato con funzioni di torre di guardia, fu dotato di una volta e trasformato nel 1780 in polveriera con muri di oltre un metro di spessore e un profondo pozzo che doveva contenere le polveri da sparo. Il deposito era collegato al complesso monastico di San Vitale che a sua volta fu adibito a caserma militare. Dopo il passaggio da porta Adriana e dalla recuperata Porta Teguriense, si potrà vedere la piccola struttura in mattoni pieni e laterizi di recupero, realizzata lungo il percorso di mura fatte erigere dall’imperatore Onorio per proteggere la nuova area urbana a nord, fra porta Adriana e porta Serrata, e che finì la sua “carriera” nel 1920 quando divenne una conserva.

Il tratto si aggiunge alle aperture della cinta muraria lungo Circonvallazione al Molino, da Porta Gaza a Port’Aurea e da qui al Torrione, e al tratto delle mura di Porta Serrata. L’apertura straordinaria con messa in sicurezza del percorso precede un’imminente restituzione alla cittadinanza e ai turisti dell’intero tracciato della cinta muraria, grazie a una serie di azioni di valorizzazione che com- prendono restauri realizzati con fondi comunali e bandi Pnrr.

A questo si aggiunge l’accesso all’antico Molino Lovatelli e l’attraversamento degli Orti Siboni, resi possibili dalle rispettive proprietà private. L’Urban Trail – alla 13esima edizione, tra i più longevi d’Italia, ideato e organizzato da Trail Romagna – da sempre attento a ogni aspetto di sostenibilità come la mancanza di bicchieri e contenitori di plastica, quest’anno, grazie alla collaborazione con Romagna Acque e con la Fondazione San Giuseppe di Rimini, garantirà a tutti i partecipanti acqua pubblica refrigerata, naturale o gassata, distribuita dall’Apina solidale “Beviamoci su”.

Confermata infine la tradizionale chiusura della manifestazione alle ore 8, con una colazione collettiva allo Chalet e la distribuzione di 100 omaggi a sorteggio.

Ufficiale: la lega respinge la domanda del Brescia. Ora per il Ravenna in C manca solo l’annuncio

Ora c’è anche il comunicato ufficiale, a firma di Matteo Marani, presidente della Lega Italiana Calcio Professionistico, la Lega Pro di Serie C. Il Brescia – come ormai noto da tempo negli ambienti – aveva presentato domanda di iscrizione alla prossima serie C (dopo la retrocessione arrivata a “tavolino” per il caso dei contributi non versati). E questa domanda è stata ora ufficialmente respinta dalla Lega, in seguito all’istruttoria svolta dalla Covisoc, la Commissione di Vigilanza sulle Società di Calcio Professionistiche, che ha riscontrato il mancato rispetto dei “criteri legali ed economico-finanziari” per l’ottenimento della licenza. Numerosi gli adempimenti non eseguiti, tra pagamenti, versamenti e depositi mancanti. Il Brescia – si legge nel comunicato – non ha neppure fatto ricorso e quindi la domanda è stata respinta.

Una notizia che spalanca le porte del prossimo campionato di serie C al Ravenna Fc, primo nella graduatoria dei ripescaggi tra le squadre di serie D (grazie alla media punti ottenuta conquistando il secondo posto nel girone D e soprattutto alla vittoria della Coppa Italia nazionale) dopo l’Inter Under 23, che ha la precedenza in quanto seconda squadra di un club di A e che già ha preso (almeno ufficiosamente) il posto della Spal. Fondamentale per il Ravenna è stata la presentazione della domanda del Brescia, che se avesse evitato di farlo avrebbe favorito invece la riammissione del Caldiero Terme, retrocesso dalla C.

L’ufficialità da parte della Lega arriverà solo nei prossimi giorni, quando verrà analizzata formalmente la domanda di ripescaggio dei giallorossi, che stanno comunque già programmando il ritorno nei campionati professionistici, dopo quattro anni di serie D, un anno dopo l’arrivo della nuova, ambiziosa, proprietà targata Cipriani.

L’appello del Comune ai cittadini per evitare la proliferazione delle zanzare

Dal Comune di Ravenna viene rilanciato un appello ai cittadini per prevenire la proliferazione delle zanzare: «La cosa più importante da fare è evitare i ristagni d’acqua e usare i prodotti larvicidi distribuiti gratuitamente in tutti gli uffici decentrati del Comune».

Si possono ritirare dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 12.30 e il martedì e il giovedì dalle 14 alle 17 in via Maggiore 120 (0544/482044), viale Berlinguer 11 (0544/482815) e via Aquileia 13 (0544/482323); il martedì e il giovedì dalle 9 alle 11.30 in quello di Sant’Alberto (via Cavedone 37 – 0544/485690); il martedì e il venerdì dalle 9 alle 12 in quello di Mezzano (piazza della Repubblica 10 – 0544/485670); dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 13 e il sabato dalle 8.30 alle 12.30 in quelli di: Piangipane (piazza XXII Giugno 6 – 0544/485750), Roncalceci (via Sauro Babini 184 – 0544/485710), San Pietro in Vincoli (via Pistocchi 41/A – 0544/485771), Castiglione (via Vittorio Veneto 21 – 0544/485731), Del Mare (largo Magnavacchi 5 – ex piazzale Marinai d’Italia 19, Marina di Ravenna – 0544/485790).

Nelle aree pubbliche il Comune di Ravenna, attraverso Azimut, effettua da marzo a ottobre trattamenti ordinari e straordinari secondo le necessità, «ma sono altrettanto importanti i comportamenti dei cittadini nelle aree private». Ecco le indicazioni del Comune:

  • eliminare i sottovasi e dove non è possibile evitare i ristagni d’acqua
  • pulire accuratamente i tombini, mettervi i larvicidi e coprirli con una rete zanzariera
  • rimuovere sempre gli sfalci d’erba e tenere i giardini puliti
  • non lasciare annaffiatoi e secchi con l’apertura rivolta verso l’alto
  • se si hanno vasche o fontane ornamentali metterci pesci rossi, predatori di larve di zanzara
  • controllare periodicamente le grondaie mantenendole pulite e non ostruite
  • non lasciare le piscine gonfiabili e altri giochi in giardino pieni d’acqua
  • pulire e svuotare periodicamente gli abbeveratoi e le ciotole d’acqua degli animai domestici
  • usare periodicamente i prodotti larvicidi seguendo le indicazioni riportate sulle confezioni

È morto l’ex Presidente della Provincia Dante Maioli, fondatore dell’associazione Diabetici

Cordoglio a Ravenna e dintorni per la morte di Dante Maioli, ex assessore e poi (nei primi anni novanta) Presidente della Provincia. Fu segretario provinciale del Partito Socialista e fondatore e presidente dell’Associazione Diabetici ravennate. Dal punto di vista professionale, fu direttore amministrativo dell’Amga (l’azienda municipalizzata di gas e acqua).

Maioli aveva 87 anni, lascia la moglie Paola e i figli Giovanni, Paolo e Matteo. I funerali si sono svolti oggi (4 luglio) alla chiesa del Redentore, a Ravenna.

«Apprendiamo con profondo dispiacere della scomparsa di Dante Maioli – dichiara la presidente della Provincia di Ravenna Valentina Palli – amministratore attento e competente. Se ne va un uomo delle istituzioni attento e appassionato, animato da un leale spirito di collaborazione e una grande sensibilità, qualità che pose anche al servizio del volontariato durante i suoi vent’anni alla guida dell’associazione diabetici della provincia di Ravenna. A nome mio e di tutta l’amministrazione provinciale esprimo le più sentite condoglianze alla sua famiglia e ai suoi cari».
«Esprimo sincero cordoglio – scrive il sindaco di Ravenna, Alessandro Barattoni – per la scomparsa di Dante Maioli, qui ha lasciato un’impronta importante: la sua lungimiranza e generosità gli hanno permesso di far crescere un’associazione (quella Diabetici, ndr) che è diventata punto di riferimento per migliaia di persone, sia pazienti pediatrici che adulti. Un esempio di solidarietà e volontariato di cui siamo grati e che testimonia la ricchezza del nostro fare comunitario».

Tra i tanti, lo ricorda anche il Partito Socialista, in una nota: «Dirigente socialista stimato e attivo per il Partito e la comunità, viene ricordato con affetto e rimpianto da tutti i socialisti della provincia di Ravenna che lo ricordano anche come apprezzato fondatore e presidente dell’Associazione Diabetici Ravennate che, grazie al suo impulso, ha stretto proficue relazioni con l’Azienda Usl per percorsi d’avanguardia nella cura del diabete. I socialisti si uniscono alla famiglia in un fraterno abbraccio».

Al Museo Nazionale quattro serate con la musica da camera

Gli affreschi della Sala del Refettorio del Museo Nazionale saranno la scenografia dell’evento “Notti trasfigurate”. La rassegna musicale riparte venerdì 11 luglio, dopo il successo del 2024 (600 gli spettatori durante le quattro serate).  Così come il luogo, ricco d’arte e di storia, anche la formula è confermata: saranno quattro i concerti in programma anticipati dal “Museo in un battito”, una breve visita alla scoperta delle storie meno note del Museo Nazionale. Il concerto e la visita sono gratuiti: si paga solo l’ingresso al Museo di 6 euro, con possibilità di sottoscrivere un abbonamento per tutte le serate dal costo di 10 euro.

«I Musei nazionali di Ravenna si confermano come fulcro della vita culturale cittadina – dichiara il direttore Andrea Sardo –. Grazie alla sintonia e alla stretta collaborazione con l’Associazione Angelo Mariani e con la Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna (rappresentanti rispettivamente durante la conferenza stampa di presentazione da Ernesto Giuseppe Alfieri e Mirella Falconi, ndr), alle quali esprimo profonda gratitudine, anche l’estate del 2025 potrà essere ricordata per una offerta culturale di altissimo livello qualitativo, con un programma e ospiti d’eccezione».

Il primo appuntamento, fissato per venerdì 11 luglio, è di rilievo: dopo la visita guidata (ore 20.45), arriva il Quartetto d’archi della Scala alle 21.30. Era il 2001 quando quattro giovani musicisti già vincitori di concorsi solistici internazionali e prime parti dell’Orchestra del Teatro, decidono di ridar vita alla prestigiosa formazione, nata negli anni Cinquanta. Numerosi i loro concerti tra le più prestigiose associazioni concertistiche in Italia e all’estero e le collaborazioni con alcuni tra i migliori musicisti del panorama internazionale, tanto da essere definiti da Riccardo Muti «un quartetto di rara eccellenza tecnica e musicale».

La “Notti Trasfigurate” successive saranno il 25 luglio con il Quartetto Mitja, l’8 agosto con il Trio Kanon, e il 22 agosto con il Quartetto Klimt. Tutti e tre sono giovani ensemble, ma già affermati sulla scena artistica internazionale. Saranno affiancati da Alessandro Aqui alla viola e Cristina Papini al violino.

Durante la conferenza stampa, che ha visto anche la partecipazione di un giovane quartetto di archi del Conservatorio di Cesena-Rimini, è intervenuto anche il musicologo e voce di Rai Radio 3 Giovanni Bietti, spiegando l’importanza delle formazioni camerali nella musica e nella società odierna: «Il programma del 2025 di “Notti trasfigurate” è incentrato sulle formazioni da camera: speriamo che il numero cresca puntando sempre alla qualità e con uno sguardo sempre più inclusivo. Nonostante in molti vogliano semplificare la musica, rendendola più breve, uno dei suoi valori fondanti e fondamentali è il tempo. Credo che la musica del quartetto, grazie alla sua indole collaborativa, possa essere un grande esempio per una società attuale sempre più egoista e fondata sull’individualismo».

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