lunedì
22 Dicembre 2025

Anche i sindacati contro il trasloco del Mordani: «Ridicolo. Ora serve un confronto vero»

Durissimo attacco dei sindacati, compatti (Cgil, Cisl, Uil e quello autonomo dei lavoratori della scuola Snals), contro il Comune di Ravenna per il caso delle scuole Damiano e Morelli. In estrema sintesi, il Comune ha deciso di spostare la media di via Ghiselli al posto delle elementari di via Morelli, che a loro volta si trasferiranno alla Guido Novello, insieme alle medie. Il tutto dal 2027. «Uno spostamento he se non fosse reale potrebbe anche cadere nel ridicolo e nel carnevalesco», attaccano i sindacati, contestando innanzitutto il fatto di aver saputo delle decisioni del Comune solo dai giornali.

A questo link la protesta di docenti e lavoratori del Mordani, che hanno esposto striscioni polemici sulla facciata della scuola.

«Incomprensibile per noi la scelta di ricollocazioni delle sedi così come è stata pensata – si legge nella nota congiunta -. Inesplicabile il fatto che si decida di fare “scomparire” dal suo luogo simbolo, dal centro città una scuola, anzi “la” scuola (il riferimento è al Mordani, ndr) che ha fatto la storia della scuola pubblica a Ravenna, la scuola che, voluta dall’amministrazione dell’epoca, è nata con l’intento di contrastare l’analfabetismo, la scuola baluardo e luogo della memoria, la scuola di Giorgio Gaudenzi e Fabrizio Matteucci, la scuola che ha costruito negli anni una rete di relazioni non solo pedagogiche ma anche culturali e sociali. Una scuola che negli anni passati è stata inserita in un percorso di valorizzazione da parte dell’amministrazione comunale a salvaguardia del patrimonio storico, culturale e pedagogico e che con il passare del tempo non ha visto interventi e politiche mirate e lungimiranti atte a garantirne la salvaguardia».

«Ancora una volta – continua la nota dei sindacati – ci ritroviamo a esprimere le nostre contrarietà su decisioni che non assicurano completamente e realmente la tenuta della qualità e dell’efficacia della rete scolastica».

Le organizzazioni sindacali incontreranno in assemblea i lavoratori e le lavoratrici della scuola Mordani nella giornata di giovedì 16 ottobre. «Serve un confronto partecipato evitando decisionismi che mettono in tensione la comunità educante. Per questo motivo le organizzazioni sindacali chiederanno di essere audite dalla commissione competente e dai gruppi consiliari».

Inaugura il secondo “concept store” di M11 in città. I titolari: «Vogliamo dare nuova energia al centro storico»

M11 raddoppia, con una nuova apertura sempre in via Matteotti. Nell’ottobre del 2024, infatti, i titolari del ristorante di Russi hanno inaugurato il loro primo punto vendita nel centro storico di Ravenna, un “concept store” dove è possibile scegliere tra moda, accessori, arredo e design. Da oggi, mercoledì 15 ottobre, lo store di via Matteotti 14 ospiterà solo abbigliamento e accessori donna, mentre la nuova sede di via Matteotti 18 si concentrerà invece su una proposta maschile.  L’inaugurazione è prevista oggi dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19.30.

Lo shop di M11 prende il posto del negozio di moda per l’infanzia “Emily Dress” e prima della riapertura sono stati effettuati lavori di riallestimento e abbellimento degli ambienti. Seguendo la formula del “concept store”, ogni arredo del negozio è comunque in vendita.

«Abbiamo scelto di ampliarci per valorizzare al meglio la nostra offerta – commentano i titolari Daniele Vertemati e Danilo Pavone -. oltre che per dare una nuova energia al centro storico. L’idea è quella di creare un nuovo piccolo polo di attrazione per gli stessi ravennati, anche in vista delle prossime aperture che interesseranno la via».

Nelle prossime settimane infatti è in programma anche l’apertura della nuova sede della Gioielleria Errani al civico 7 di via Matteotti, che assorbirà il punto di rivendita ufficiale di Rolex.

Al via la prevendita per il big match Ravenna-Arezzo: l’obiettivo è il tutto esaurito

[+++AGGIORNAMENTO+++ I biglietti sono andati esauriti]

Apre alle 12 di oggi, mercoledì 15 ottobre, la prevendita dei biglietti per il big match di domenica 19 ottobre del Benelli, con il Ravenna che ospiterà l’Arezzo per una sfida tra le due capolista del girone B del campionato nazionale di calcio di serie C (calcio d’inizio ore 14.30).

Considerata la capienza ridotta a circa 5mila spettatori dello stadio ravennate e i 2.700 abbonati, è presumibile che i 1.700 circa biglietti rimasti per i ravennati (sono 627 infatti quelli a disposizione dei tifosi dell’Arezzo, solo per chi sarà in possesso della cosiddetta “fidelity card”) vadano esauriti in pochi giorni.

La prevendita sarà attiva on line su Vivaticket e nei tradizionali punti vendita fisici, tra cui quelli a Ravenna, che sono il bar tabacchi Revenge di via Aldo Bozzi e l’agenzia Desiderando Viaggiare di viale Brunelleschi, a cui si aggiungono, fuori città, anche Le Magie di Mezzano (Strada Bassa 18) e la tabaccheria Marimì di Lido Adriano (viale Virgilio 104).

Il prezzo è di 10 euro in curva e 18 in parterre, con possibilità anche a 26 e 36 euro in tribuna (e sconti per donne, over 65 e giovani, fino a 23 anni).

Anche dal centrosinistra critiche al “trasloco” del Mordani. «Aumenterà anche il traffico in piazza Caduti»

Anche dalla maggioranza di centrosinistra che governa il Comune di Ravenna si alza una voce contro il “trasloco” alla Guido Novello del Mordani, la storica scuola elementare del centro storico che, secondo i piani dell’Amministrazione, dal 2027 si trasformerà nella nuova sede della media Damiano, a sua volta costretta a lasciare via Ghiselli (il Comune non vuole rinnovare il contratto di affitto, a fronte di scuole sempre più vuote).

Eurpa Verde Ravenna (parte di Avs, in coalizione con Barattoni) in una nota inviata alla stampa – ammettendo che inizialmente aveva creduto potesse essere effettivamente la soluzione giusta – contesta la scelta dell’Amministrazione. «Rileviamo – si legge in un comunicato firmato da Valentina Croci e Francesco Ravaglia – come lo spostamento dei piccoli della primaria Mordani presso la scuola secondaria Guido Novello non sia esente dal generare disagi ad altre famiglie, che si sommeranno a quelli inevitabili della Damiano, ed è ciò che non avremmo certamente voluto accadesse. Per questo motivo esprimiamo i nostri dubbi sulla decisione di trasferire i bimbi della primaria Mordani nell’edificio che tutt’ora ospita la secondaria Guido Novello. Riteniamo che in tal modo si possa produrre, oltre che un forte disagio alle famiglie, anche un aggravio del congestionamento dell’area di piazza Caduti, del tutto priva di aree di sosta e che rischia perciò di trasformarsi in un tappeto di auto in sosta selvaggia. Non ci è chiara la ragione per cui non si sia optato per far confluire i piccoli studenti della primaria nelle aule inutilizzate di scuole come la Torre o la Camerani. Ciò avrebbe forse consentito un passaggio un po’ più agevole, mantenendo un uso omogeneo degli immobili e beneficiando dei servizi esistenti, senza concentrarsi esclusivamente sull’associazione degli edifici ad un Istituto Comprensivo piuttosto che un altro. Lavoreremo per provare a migliorare in questi punti la soluzione che verrà adottata. Contestualmente ci impegniamo per farci portavoce dei disagi delle famiglie e stimolare l’Amministrazione a predisporre tutte le misure opportune per incentivare modalità comode e sostenibili per il raggiungimento della nuova sede della scuola secondaria (piedibus, collegamenti ciclabili sicuri, nuove linee bus). Vigileremo inoltre attentamente sull’aumento di traffico nella zona di Piazza dei Caduti per la Libertà, già afflitta da frequenti congestioni per colpa di autovetture che impediscono l’ordinaria circolazione dei bus».

Europa Verde sottolinea poi come sarebbe stato compito della giunta precedente trovare per tempo una soluzione. «Ci stupiamo che non abbia preventivato una scadenza così imminente, la quale palesemente avrebbe provocato un vulnus all’integrità della realtà scolastica ravennate».

Il Comune fa arrabbiare anche il Mordani: «Lasciateci la nostra scuola. Modalità di comunicazione grave, ora faremo di tutto»

“Questa è la nostra scuola”, “Lasciateci la nostra scuola”. La protesta, a suon di striscioni, si è ora allargata anche sulla facciata della storica scuola elementare Mordani dell’omonima via del centro di Ravenna.

Piccolo riassunto delle puntate precedenti: dal 2027 la scuola media Damiano di via Ghiselli chiuderà i battenti in quanto scade il contratto di affitto e il Comune di Ravenna non ha intenzione di rinnovarlo, avendo già altre scuole che si stanno svuotando. Monta la protesta, per settimane, di genitori e docenti della Damiano, fino all’annuncio del 13 ottobre del Comune: le medie di via Ghiselli si trasferiranno al Mordani e le classi delle elementari a loro volta si trasferiranno alla Guido Novello, nello stesso stabile delle medie, con lo spazio sufficiente.

Una decisione che ha lasciato perplessi i genitori della Damiano (dalla elementare Ricci, dello stesso comprensivo, arrivare al Mordani in auto non è davvero così semplice) e che ha fatto montare ora la protesta anche al Mordani: in una lettera inviata alla stampa firmata dal personale docente e Ata e dai lavoratori di tutto il comprensivo Novello (di cui fa parte appunto la scuola di via Mordani) si parla della “cronaca di una morte annunciata” per quella che è la scuola primaria più antica della città «con il suo patrimonio storico, culturale, pedagogico, luogo della Memoria e di tante Memorie a essa legata».

Docenti e lavoratori ricordano la chiusura del parcheggio di piazza Kennedy che ha portato negli anni a una graduale e sempre più negativa flessione delle iscrizioni, accentuata «dalle difficoltà a raggiungere il Mordani – si legge nella lettera, con chiare accuse dirette alle precedenti Amministrazioni -, dalla mancanza di trasporto adeguato in prossimità dell’Istituto, dalla mancanza di pass temporanei Ztl che permettano di accedere e raggiungere più facilmente la scuola, dall’assenza di contestuali politiche istituzionali». A queste problematiche «si aggiungono un mancato piano di adeguato miglioramento della struttura scolastica – continua la lettera del Mordani -, la difficoltà delle famiglie a vivere in centro città per i costi elevati, la precarietà per le giovani generazioni e la conseguente denatalità, nonché politiche culturali e sociali che hanno da una parte facilitato giustamente alcune istanze della comunità, a discapito però di altre, in termini di accoglienza sul piano della socialità del centro storico». Fino ad arrivare a quella che viene descritta come «una forma di pregiudizio culturale che ha visto la nostra scuola poco appetibile da molte famiglie della città, con approccio di giudizi sempre più lontani da azioni di inclusione e integrazione che rispondono invece per noi docenti, alle richieste della complessità delle nostre società. Ciò richiede sicuramente per chi educa, la costruzione di un nuovo umanesimo che non si fermi ai luoghi comuni, ma che costruisca e adatti i propri interventi educativi ai contesti in cui ci si trova ad operare. Tale processo di azioni educative, è stato per lungo tempo il vero fulcro formativo umano e pedagogico in cui ha creduto l’indimenticato direttore didattico Giorgio Gaudenzi, sostenuto dall’allora sindaco Fabrizio Matteucci». Le lettera cita, tra le iniziative messe in campo negli anni, «la pietra d’ inciampo, il progetto Roberto Bachi, con il riconoscimento delle medaglie dei Presidenti della Repubblica, la Bandiera dei maestri primari con la storia di partecipazione alla cittadinanza attiva e consapevole, la partecipazione civica a tutte le iniziative celebrazioni istituzionali, la rigenerazione dell’archivio storico come patrimonio di alfabetizzazione della comunità ravennate, la costruzione della cultura musicale e corale come segno di democrazia artistica». Questo «è il patrimonio della nostra Scuola e di questa precisa struttura architettonica, dei cittadini e cittadine di Ravenna di oggi e del passato, che hanno commossi partecipato alle giornate Fai, abitando nuovamente il Mordani, con rinnovata emozione. Se la scuola è la base della società crediamo fortemente che il piano economico non debba azzerare quello della Memoria».

Dal Mordani dicono quindi di «non volersi rassegnare» alla decisione del Comune e che verrano intraprese «tutte le iniziative necessarie per difendere questo patrimonio. A noi appare grave la modalità con cui ci è stata comunicata la decisione, senza replica, senza aprire invece un vero confronto e dibattito con la comunità educante, sulle problematiche educative pedagogiche sociali che ci vedono attivi. Le soluzioni vanno certamente trovate di fronte alle problematiche, ma non possiamo pensare che noi educatori del plesso Mordani, ics Novello, siamo stati con tale modalità posti in contrapposizione ai colleghi del comprensivo Damiano che si trovano in realtà in posizione similare. La fretta spesso è cattiva consigliera, auspichiamo pertanto maggiore riflessione e confronto».

Intanto, sabato 18 ottobre è stato annunciato dalle 9.30 un open day in cortile. «Chiediamo alla cittadinanza di partecipare e sostenere le iniziative della nostra Scuola. Aspettiamo le famiglie le bambine e i bambini che frequenteranno la classe prima a settembre del 2026, sabato 18 ottobre Verrà presentato il nostro progetto educativo attraverso il valore dello sport con laboratori giochi e attività».

L’associazione di proprietari risponde ai sindacati: «Niente è stato fatto di nascosto, ma restiamo aperti al dialogo»

L’Associazione di Piccoli Proprietari Immobiliari Asppi Ravenna risponde alle accuse delle associazioni di inquilini Sunia, Sicet e Uniat (legate alle associazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil) che hanno scelto di non firmare il rinnovo dei patti territoriali a canone concordato, ritenendo le nuove clausole e tariffe troppo penalizzanti per gli inquilini. Secondo i sindacati, i firmatari del patto (ovvero le associazioni di proprietari Ravenna Appe Confedelizia, Asppi, Uppi, Appc e Confabitare e da quelle di inquilini Assocasa e FederCasa Confsal) avrebbero agito in modo poco trasparente, impendendo la trattativa e presentandosi all’ultimo incontro stabilito “a cose fatte“. «Una modalità scorretta, che guarda all’interesse dei soli proprietari – commentano i rappresentanti di Sunia, Sicet e Uniat -. Come associazione a tutela degli affittuari, riteniamo inaccettabili questi aumenti e chiediamo la sospensione immediata degli accordi e la riapertura del tavolo di confronto».

L’associazione esclude qualsiasi scorrettezza o azione compiuta di nascosto: «In merito al comunicato stampa di Sunia, Sicet e Uniat ribadiamo che lo scorso 30 luglio, durante l’ultimo incontro in provincia insieme a Confabitare, Confedilizia, Uppi e Appc, abbiamo presentato in modo trasparente la nostra ultima bozza di accordo, dicendo chiaramente che non eravamo più intenzionati a proseguire una trattativa che non portava a nulla, invitando le parti a firmare la proposta – precisano da Asppi –. Alcune hanno firmato e altre no. Eravamo stati molto chiari con tutte le parti. Quindi siamo sorpresi delle dichiarazioni riguardanti il modo in cui si è arrivati alla firma degli accordi».

La nota evidenzia tuttavia una volontà di riapertura del dialogo, la possibilità di un riaggiornamento dei parametri: «Come proprietari stiamo riguardando alcuni dettagli negli accordi, valutando di depositare una eventuale integrazione. Restiamo a disposizione per riaprire il tavolo delle trattative con tutte parti. Invitiamo quindi chi non ha firmato a farlo, dopo di che potremo riaprire il tavolo della contrattazione».

Nei giorni scorsi, anche la presidente della provincia Valentina Palli e il sindaco Alessandro Barattoni sono intervenuti sulla questione, mostrandosi contrari alle modalità e alle decisioni stipulate nel contratto.

Proseguono i lavori di messa in sicurezza del Lamone: il sopralluogo di Rontini e De Pascale

Proseguono i lavori di rinforzo degli argini del Lamone, nel tratto di pianura gravemente danneggiato dalla piena dello scorso marzo. Il cantiere di Villanova di Bagnacavallo ha preso il via a inizio settembre, con una prima tranche di opere di “somma urgenza” da 7,5 milioni di euro, per il ripristino e il rinforzo dell’argine sinistro del fiume grazie alla posa in opera di palancole d’acciaio lunghe 12 metri, a infissione statica detta “sistema treno”, che lavora dalla sommità degli argini avanzando via via e appoggiandosi alle palancole stesse. Si prevede che i lavori dureranno circa 150 giorni. A questa prima fase ne seguirà una seconda, di uguale valore.

Nella giornata di ieri, 13 ottobre, si è svolto un sopralluogo del presidente della Regione, Michele de Pascale, insieme alla sottosegretaria con delega alla Protezione civile, Manuela Rontini. Presente anche il sindaco di Bagnacavallo, Matteo Giacomoni. A seguire, un incontro pubblico per fare il punto sull’avanzamento dei lavori sul Lamone, nella Casa del popolo di Villanova, al quale hanno partecipato anche tecnici dell’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile.

«Era un intervento molto atteso dai cittadini di Villanova, di cui capiamo la preoccupazione, dato che quest’area è stata colpita più volte dall’esondazione del Lamone – ha sottolineato de Pascale -. Grazie all’ottimo lavoro di squadra con la struttura commissariale, siamo riusciti a partire in tempi molti rapidi e, dopo i primi lavori urgenti di impermeabilizzazione delle fessurazioni che si erano manifestate dopo la piena di marzo 2025, ora siamo all’opera con un intervento più strutturato, per mettere in sicurezza l’arginatura e, di conseguenza, l’abitato. Siamo venuti a toccare con mano il cantiere, che procede spedito» ha concluso il presidente.

Proprio Villanova (in particolare la frazione di Traversara), è da settimane sotto un’attenzione particolare della struttura commissariale e dei tecnici dell’Agenzia regionale: alla frazione infatti è stata dedicata una commissione che, da circa un mese, si sta riunendo periodicamente per mappare gli edifici colpiti presenti nella ‘zona rossa’, definire quali demolire e quali puntellare. Inoltre, in stretta collaborazione con il Comune, si stanno portando avanti indagini geologiche per i movimenti d’acqua nelle falde per verificare la tenuta di alcune pozze che si sono formate accanto ad alcune abitazioni.

«Un segnale importante, per la nostra comunità, e un intervento concreto per la mitigazione del rischio idrogeologico- ha sottolineato il sindaco Giacomoni -. Desidero esprimere un ringraziamento a tutti i tecnici che hanno lavorato e stanno lavorando in maniera spedita; e alla Regione, per la parte progettuale e di gestione degli interventi e per la vicinanza alla gente, manifestata anche attraverso incontri pubblici».

Oltre alle opere in corso, nel tratto di pianura sono stati finanziati (e quasi tutti conclusi) diversi interventi di somma urgenza, tutti in capo all’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile. Tra queste, i lavori da oltre 5 milioni di euro per il ripristino degli argini in sinistra e destra idraulica sempre del Lamone nei comuni di Ravenna, Russi e Bagnacavallo, le opere in corso da 1 milione 700mila euro sull’argine sinistro del fiume, danneggiato nel tratto da Ponte dell’Albergone fino a valle dell’abitato di Traversara.

Cna, le imprese della provincia lavorano fino a luglio solo per pagare il fisco

È stato presentato a Ravenna l’Osservatorio nazionale di CNA “Comune che vai, fisco che trovi”, uno studio che esamina la tassazione sulle imprese con particolare attenzione alle differenze tra i territori. È emerso come il Total Tax Rate nazionale è sceso dal 64,5% del 2012 al 52,3% del 2024, ma rimane significativamente superiore alla media europea del 40%. Nella provincia di Ravenna si osserva una situazione articolata: Faenza si attesta al 50,4%, Ravenna al 52,1%, Lugo al 52,4%, mentre Cervia raggiunge il 55,1%.

«Questo significa che le nostre imprese lavorano fino a luglio solo per pagare il fisco (dal 2 luglio a Faenza al 20 luglio a Cervia) prima di poter produrre reddito per sé e per le proprie famiglie – dichiara il Presidente della CNA Territoriale di Ravenna, Matteo Leoni. Il sistema fiscale italiano resta iniquo e complesso. È urgente completare la riforma fiscale: ridurre la tassazione sui redditi medio-bassi, eliminare definitivamente l’IRAP, semplificare gli obblighi amministrativi e rimuovere gli oneri impropri come reverse charge e split payment. Con la scadenza della riforma prorogata al 2028 e le elezioni del 2027 all’orizzonte, rischiamo l’ennesimo rinvio. Non possiamo permettercelo: le nostre imprese meritano un fisco più equo e sostenibile».

Claudio Carpentieri, Responsabile Politiche Fiscali e Societarie di CNA Nazionale, ha parlato del lavoro dell’associazione di categoria nei confronti dei governi: «La diminuzione di oltre 11 punti percentuali dal 2012 ad oggi è effetto delle numerose proposte fatte da CNA – deducibilità IMU, deduzioni IRAP, rimodulazione dell’IRPEF – e accolte dai governi negli anni. Sono ancora molte le proposte di CNA in discussione: ripristinare l’equità nel prelievo IRPEF, agevolare il passaggio generazionale con la neutralità fiscale per le cessioni d’azienda, ridurre gli oneri amministrativi, tra quelle più importanti. Se queste venissero accolte la pressione fiscale si ridurrebbe notevolmente per riavvicinarsi alla media europea».

Alessandro Barattoni ha parlato degli ultimi governi che hanno fatto scelte di forte riduzione dei trasferimenti a favore dei comuni e questo ha generato diffusamente politiche più attente sulla tassazione di competenza: «L’importante è che a fronte di un’imposizione fiscale ragguardevole corrisponda una buona soddisfazione dei servizi da parte di imprese e cittadini – dichiara il sindaco di Ravenna – . Non potendo agire liberamente su tutte le leve fiscali possiamo intervenire su altri asset per essere sempre più attrattivi per le imprese, come i piani urbanistici, la semplificazione, la velocità dei permessi, la formazione di personale qualificato. Occorre, poi, porre attenzione alle politiche abitative e sui servizi per l’infanzia per rendere il territorio attrattivo anche per le persone che scelgono di viverci. Serve, infine, una revisione profonda e complessiva della mobilità e viabilità della città, oltre a un grande lavoro sull’offerta turistica per rendere Ravenna una città sempre meglio vivibile. Resta confermato, infine, il sostegno alle imprese e ai loro consorzi Fidi per favorire l’accesso al credito».

Il sindaco di Cervia Mattia Missiroli ha concordato con Barattoni: «Il dato presentato oggi va contestualizzato e analizzato in rapporto ai servizi che le città offrono a imprese e cittadini. Cervia è una realtà molto particolare e complessa, che cambia profondamente a seconda della stagionalità. Nonostante le difficoltà degli ultimi anni la città continua a crescere e riesce a garantire tutti i servizi a residenti e turisti. Parallelamente, continuiamo a sostenere le imprese attraverso i consorzi Fidi per facilitare l’accesso al credito e rafforzare il tessuto economico locale. Un aspetto importante da considerare sono le sproporzioni immobiliari: la riforma del catasto avrebbe una ricaduta di giustizia perché potrebbe riallineare i valori immobiliari a quelli catastali permettendo una redistribuzione più equa del prelievo fiscale basata sui valori di mercato effettivi, riducendo le disparità di trattamento tra proprietari di immobili con caratteristiche e ubicazioni simili».

Ha concluso il confronto Elena Zannoni, sindaca di Lugo, che ha sottolineato come nei bilanci dei comuni della Bassa Romagna oggi incidano molto anche gli interventi e gli investimenti in sicurezza del territorio, fondamentali dopo le alluvioni degli ultimi anni, e tutti gli interventi programmati per prevenire eventi futuri. «Vogliamo continuare a sostenere quelle leve che ci consentono di rafforzare il tessuto imprenditoriale locale, come il sostegno ai consorzi Fidi, i progetti di reti d’imprese e investendo nella formazione, in particolare in quella professionale. Il nostro obiettivo è rendere il territorio attrattivo tanto per i lavoratori quanto per le imprese, attraverso servizi di alta qualità».

La foto degli abitanti del centro: cresce l’età media, stranieri in calo

La popolazione residente in centro storico a Ravenna aumenta, invecchia ed è meno straniera. È la fotografia che esce dai dati forniti dal servizio Demografico del Comune mettendo a confronto il 2025 con il 2016.
L’area considerata è quella compresa entro il tracciato delle vecchie mura storiche: un perimetro di undici km delimitato, all’incirca, dalla linea ferroviaria a est e dalla circonvallazione cosiddetta interna sugli altri tre lati (San Gaetanino, Fiume Montone Abbandonato, al Molino, Destra Canale Molinetto). Complessivamente una superficie di circa due km quadrati, equivalenti allo 0,3 percento dell’intera superficie comunale (vale la pena ricordare che Ravenna è il secondo comune italiano per estensione dopo Roma)

Oggi gli abitanti sono 8.689, equivalenti al 5,6 percento del totale dei 156mila residenti nell’intero comune. Rispetto al 2016 l’aumento è dell’1,4 percento. Nel decennio in considerazione il picco più alto è stato il 2024 quando i residenti erano 8.718, una trentina di persone in più di quest’anno.

L’età media è cresciuta. Quest’anno è 48 anni e mezzo, nel 2016 era 47 anni e dieci mesi. In particolare gli under 18 sono diminuiti in maniera consistente, erano 13 ogni 100 residenti nel 2016, oggi sono 12. Stabili gli over 65. In aumento la fascia di popolazione 18-65: il 60 percento nel 2016, contro il 63 percento nell’anno corrente. Gli abitanti di nazionalità straniera sono il 16,4 percento nel 2025, erano il 17,1 dieci anni fa. È significativo notare che rispetto al totale degli abitanti nel comune, la quota di stranieri è più elevata in centro. La media comunale 2025 è infatti l’11,3 percento e il 12,2 quella provinciale.

Festa della Montagna: “Connessioni” tra sport, natura e cultura

Torna dal 22 ottobre al 30 ottobre la Festa della Montagna, storica rassegna culturale giunta alla sua 58ª edizione. Il titolo scelto, “Connessioni”, riflette i legami profondi tra natura, sport, turismo e vissuti umani legati alle terre alte. Il programma si sviluppa attraverso serate evento a ingresso gratuito, nell’Aula Magna della scuola media Europa (via Insorti, ore 20.45), con ospiti di rilievo, testimonianze, riflessioni ambientali e una mostra fotografica d’autore. Durante le serate si celebreranno importanti ricorrenze legate alla montagna: i 90 anni del Parco dello Stelvio, 100 anni della via Solleder al Civetta, i 40 anni dell’arrampicata sportiva, e i 20 anni dell’associazione faentina Carchidio Strocchi.

Mercoledì 22 ottobre si inaugura con due campioni olimpici: Giuliano Razzoli, oro nello slalom a Vancouver 2010, e Christian Zorzi, medagliato nello sci di fondo, che presenteranno in anteprima il film “Saeculum”, dedicato alla Val di Fiemme, sede olimpica a Milano-Cortina 2026.

Giovedì 23 ottobre protagonista sarà l’alpinista Mario Vielmo, tra i pochi al mondo ad aver scalato tutti i 14 Ottomila, che racconterà la sua impresa vissuta senza ossigeno supplementare.

Venerdì 24 ottobre spazio alla montagna accessibile con il giornalista Rosario Fichera, autore di un cammino di 2.000 km dal Trentino alla Sicilia per promuovere l’inclusione in alta quota.

Giovedì 30 ottobre si parlerà dell’Anno Internazionale della Conservazione dei Ghiacciai con il glaciologo Christian Casarotto del MUSE di Trento, insieme agli alpinisti Nicola Castagna e Gabriel Perenzoni, salitori delle 82 cime alpine oltre i 4000 metri. Casarotto incontrerà anche gli studenti il giorno seguente.

In parallelo, alla Galleria Comunale d’Arte (22 ottobre – 3 novembre) sarà allestita la mostra collettiva “Impressioni di montagna” proporrà scatti e opere dedicate a neve, ghiaccio e vette, a cura di fotografi e artisti come Orler, Gruzza, Confortola, Bernard e Dal Re.

Pubblicità sessista in città, la protesta della Casa delle Donne: «Stereotipi superati e avulsi dalla realtà»

«Regine del caffè? No grazie!» fa discutere a Ravenna l’affissione di cartelloni pubblicitari di stampo sessista, diffusi dall’azienda Caffè Reginè, che accosta alla vendita di macchine per il caffè il ritratto di una donna in lingerie. A sottolineare l’episodio sui social è l’associazione femminista ravennate La Casa delle Donne, che scrive «Era da molto tempo che non si vedevano nei cartelloni pubblicitari della nostra città immagini sessiste, offensive e lesive della dignità delle donne».

L’immagine contestata è appunto quella di una donna in intimo distesa su un sacco di iuta, accanto alle macchinette del caffè, con una coroncina in testa e sandali allacciati “alla schiava” ai piedi. «Il meccanismo alla base della pubblicità è sempre quello, ormai tristemente noto – commentano dall’associazione femminista -. Nessuna correlazione logica e razionale tra immagine e prodotto pubblicizzato, solo uso e abuso del corpo femminile come oggetto del desiderio. Ma c’è di più. Oggi quell’immagine di “donna regina un po’ schiava” così fortemente stereotipata è lontanissima e avulsa dal presente, dalle vite delle donne, ma anche da quelle degli uomini, da fare quasi sorridere. A chi parla quella pubblicità? Non certo alle donne che hanno ambizioni ben diverse dall’essere “regine un po’ schiave di qualcuno”, né agli uomini che, ci auguriamo, non hanno alcun bisogno di ricorrere a un immaginario tanto banale per acquistare una macchina del caffè».

Il servizio di pubbliche affissioni del Comune di Ravenna prevede inoltre una clausola di accettazione del Codice di Autodisciplina che prevede, tra gli altri, il divieto di esposizione pubblicitaria di immagini «il cui contenuto contenga stereotipi e disparità di genere, veicoli messaggi sessisti, violenti o rappresenti la mercificazione del corpo femminile» secondo l’articolo 46 relativo alla Comunicazione sociale. 

«Qualcuno dirà che si tratta di una questione secondaria, ma non è così – continuano dall’account Facebook della Casa delle Donne -. Solo pochi giorni fa infatti, il capogruppo al Senato Lucio Malan e l’ex sindaco di Catania Salvo Pogliese di Fratelli d’Italia hanno presentato un emendamento al Ddl Concorrenza, che propone di cancellare il divieto di effettuare affissioni e pubblicità il cui contenuto proponga messaggi sessisti o violenti o stereotipi di genere offensivi. Si sta preparando il ritorno a un sessismo offensivo e lesivo che minimizza e normalizza violenza e discriminazione e che ha come oggetto di vendita e commercio sempre e solo i corpi delle donne nel migliore dei casi e parti dei loro corpi nel peggiore dei casi». 

Autolavaggio abbandonato trasformato in rifugio: scatta lo sgombero

Nella mattinata di oggi, martedì 14 ottobre, gli agenti della polizia locale di Ravenna sono intervenuti in via Romea Nord, all’interno di un’area privata dismessa, un tempo sede di un distributore di carburante e autolavaggio. La segnalazione di una situazione di degrado ha portato a un controllo della struttura.

Durante l’ispezione, gli agenti hanno rinvenuto numerosi rifiuti e materiali abbandonati. All’interno dei locali sono stati trovati anche materassi, coperte e vestiti, elementi che lasciano presumere la presenza di persone che probabilmente utilizzavano l’area come rifugio notturno.

È stata quindi contattata Hera, che ha predisposto l’invio di due mezzi per procedere con la pulizia e la rimozione dei rifiuti. Gli agenti hanno inoltre preso accordi con il proprietario dell’immobile per procedere con la bonifica completa dell’area, che comprenderà anche la posa di una nuova recinzione lungo il lato affacciato su via Romea Nord, al fine di impedire nuovi accessi abusivi e ripristinare le condizioni di sicurezza.

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