martedì
24 Giugno 2025

Corso Mazzini diventa “Teatro” di una nuova rassegna estiva per rilanciare la zona

Dal riallestimento del verde lungo la via all’installazione di quinte agli ingressi (un rimando al vicino teatro Walter Chiari), che invitano alla scoperta di mercatini, spettacoli per bambini e serate enogastronomiche: gli imprenditori di corso Mazzini (lato nord) a Cervia, in collaborazione con il comune, lanciano un nuovo progetto per rilanciare la zona, adiacente alla piazza principale della città ma spesso dimenticata da turisti e cervesi.

“Teatro Mazzini, contenitore di eventi” prenderà il via da domani (mercoledì 18 giugno) e proseguirà con un appuntamento settimanale, ogni mercoledì (in concomitanza con l’apprezzato mercatino dell’antiquariato, allestito da quest’anno in viale Roma, e non in piazza) fino a settembre: il primo appuntamento sarà incentrato sulla musica e artigianato locale, mentre la seconda serata (25 giugno) ospiterà una raccolta fondi per Arca-Canile Comunale di Cervia. Protagonista del 2 luglio “L’Academia del Cardo” progetto culinario nato per valorizzare l’eccellenza cervese. Nell’occasione, lo chef Gianni Berti (Locanda dei Salinari) si concentrerà sul passatello. L’academia tornerà anche in agosto, con una serata a cura dello chef Roberto Bagnolini (Al Deserto).
Durante la rassegna verranno allestiti appuntamenti speciali anche all’interno del giardino interno del civico 42, tra musica dal vivo e presentazioni letterarie.

«L’idea è quella di creare una rete diffusa nel centro che non coinvolga solo le singole parti, come piazza Garibaldi, piazzetta Pisacane, corso Mazzini e Borgo Marina, ma che possa intersecare le diverse aree per valorizzare quella che è un’unicità di Cervia, il centro storico appunto, che non appartiene a molto delle altre località costiere della zona» commenta Mirko Boschetti, assessore alle attività produttive.

Le attività promotrici dell’evento (Ottantasete, La Gastronomia Cervia Carni, il bar pizzeria Leone, Micro Bistrot, Mr.Mex e Barberia dello Sport, in collaborazione con il consorzio Cervia Centro) rassicurano invece sul basso impatto dell’iniziativa sugli abitanti del quartiere: «Non ci saranno musica fino a tarda notte e elementi di disturbo, vogliamo creare un evento positivo e attrattivo, per gli stessi cervesi ancor prima che per i turisti».

L’obiettivo infatti è anche quello di promuovere un cambio di passo generando nuove attrazioni pensate per un target diverso (coppie, famiglie) che possa arginare il fenomeno della “malamovida” per cui si è parlato spesso della cittadina nell’ultimo periodo: «Fenomeno che non interessa solo la nostra località, ma che si estende su scala nazionale e oltre – precisa Boschetti – la vicinanza tra il centro storico e la stazione però (punto di arrivo di molti giovani nel fine settimana ndr) deve favorire il passaggio di un turismo positivo e interessato, che coinvolga in primo luogo le attività e gli imprenditori, in grande maggioranza desiderosi di contribuire a un modello di accoglienza più sano, sostenibile e attrattivo».

Tra i progetti futuri si guarda infatti anche alla creazione di punti di informazione turistica sul viale, eventi “fuori stagione” tra Halloween, Natale e Carnevale e al suggerimento della presidente del consiglio di zona, Adele Dallamotta, che propone l’installazione di panchine lungo via XX settembre per consentire una fruizione a tutto tondo del “quadrilatero” del centro storico. Il calendario completo delle iniziative della rassegna è consultabile sui sui social del Comune, di Cervia Events e di Discover Cervia Milano Marittima.

Con Don Chisciotte a rincorrere sogni tra castelli incantati e rovine sospese

Anche se l’impronta onirica delle Albe ci è ormai familiare, nel Don Chisciotte ad ardere questa cifra si fa ancora più evocativa, assecondando e al tempo stesso stravolgendo l’assurdo del capolavoro di Cervantes.

Lo spettacolo riprende la formula – già collaudata col trittico sulla Commedia – del percorso in tre ante, itinerante, con al centro i cittadini e le cittadine che hanno risposto alla “chiamata pubblica”. Questa volta però, lo spettacolo è in fieri: lo vediamo costruirsi sotto i nostri occhi, riavvolgere i fili e aggiungere ogni anno un nuovo tassello, in una narrazione corale e sfaccettata che libera Don Chisciotte dall’immagine stereotipata dei mulini a vento, restituendogli nuova potenza visionaria.

L’anta finale è in programma dal 25 giugno al 13 luglio (tutti i giorni tranne il lunedì e il giovedì) alle 20. Si parte dal Palazzo Malagola (il centro studi vocali diretto da Ermanna Montanari, che qui si trasforma in “castello incantato”), si passa al Palazzo di Teodorico, il “castello in rovina”, fino ad approdare quest’anno al Rasi, storica casa delle Albe: «Un antico edificio? Una chiesa? Un teatro?».

Ad accogliere il pubblico ci sono Marco Martinelli ed Ermanna Montanari, ideatori, autori e registi dello spettacolo. Dal balcone del primo piano, la ricerca vocale di Montanari si fa anche sperimentazione del linguaggio, mentre saluta gli “erranti” con parole rotte, inesistenti ma istintivamente comprensibili. Poi si entra nell’androne, scortati da Martinelli; qui il sogno non è più una sensazione ma si fa materia: trascritto dalle sarte, cucito in libri immaginari, rincorso dal gesso di Stefano Ricci o affidato direttamente allo spettatore su un foglietto di carta, che di quel sogno diventa complice e custode.

Si prosegue in un percorso che sfuma tra installazione e teatro: tutto è realistico, ma niente è reale. Come la famiglia seduta al tavolo a sorseggiare il brodo, ma da un piatto vuoto e con la forchetta. Gli uffici disordinati evocano l’urgenza di una riunione, ma sono deserti e bui. L’errante sale, scende, apre tende, attraversa stanze. Tra il sogno e la metafora del reale, non sa cosa può trovare dietro ogni soglia: una bellissima sirena incastrata in una pozzanghera o l’orrore della guerra, racchiuso in un macello tra carne viva e sangue.

Alla fine del labirinto, la locanda. L’errante si siede e si prepara a tornare spettatore, ma ecco che lo spettacolo non c’è. La band sta ancora provando (le musiche sono affidate ai Leda) e il palco lo stanno ancora pulendo.

L’ingresso in scena di Don Chisciotte (Roberto Magnani) è quasi inaspettato, con lui un Sancho Panza più ardito e risoluto di quello che avevamo lasciato tra i libri di scuola (un brillante Alessandro Argnani) e un’assurda, affascinante e capricciosa Dulcinea del Toboso (Laura Redaelli). Montanari e Martinelli invece sono Hermanita e Marcus, i maghi “dalle bacchette spezzate” che intrecciano e sciolgono le trame sul palco.

Qui la prima anta entra nel vivo: le vicende del romanzo si rincorrono, si confondono con la cronaca e i sogni dell’eroe si sovrappongono a quelli dell’uomo contemporaneo. La voce dei protagonisti si scontra in modo impari con l’esplosione del coro (composto da tutti quei cittadini, adulti e adolescenti, che hanno risposto alla chiamata pubblica). La dicotomia tra storia e attualità, realtà e sogno, leggero e cinico, si intensifica in crescendo: la folla condanna l’eroe, il testo di Martinelli e Montanari scivola tra le parole estrapolate dagli elaborati del coro, il re libera i carcerati e i libri gettati dalla finestra, bruciano nel falò.

Mentre le pagine si consumano tra le fiamme, i cancelli si aprono, e non resta che seguire il mago: per via di Roma, gli erranti si fanno topolini dietro il “pifferaio magico”, fino all’arrivo al castello in rovina. È bello ritrovare palazzo Teodorico così, nella notte e attraverso il velo del teatro. Illuminato dai bracieri ha un aspetto quasi sacrale. Qui i maghi, per qualche battuta, sembrano lasciare cadere la maschera e tornare Ermanna e Marco. Basta il sogno di Sancho Panza di aprire una pasticceria e di chiamarla “Vela Bianca” per far ripiegare su se stesso il lungo viaggio dei caballeros dalla Mancha a Punta Marina. Questa volta, il coro al centro della scena è quello degli adolescenti, e tra le fiamme inizia a dispiegarsi la storia centrale di questa seconda anta: “La schiava di Algeri”, novella fondamentale nel romanzo di Cervantes.

Nel coro emerge la voce di Giulia Albonetti che, con la rabbia dei suoi 17 anni, quando nei panni della schiava grida allo spettatore di essere stata «solo una bambina» mentre subiva tutta quella violenza, non solo convince, ma ti fa sentire come se la colpa fosse anche tua.

È questa la sensazione con cui si lasciano le rovine, il sogno si è mischiato all’incubo e i tre eroi (o anti-eroi) se ne stanno tra macerie più smarriti di come li avevamo lasciati un anno fa. Questa volta però, il percorso proseguirà verso il Teatro Rasi, dove l’ultima anta andrà a concludere la storia in una rappresentazione finale di quattro ore e mezza. Ore che scorrono in modo innaturale, proprio come nel tempo sospeso del sogno.

«Strade di accesso al porto allagate: sicurezza dei lavoratori a rischio e immagine compromessa»

Le immagini risalgono alle 7.45 di questa mattina (17 giugno) e riguardano la zona TCR e SAPIR, completamente allagata a causa del maltempo. «Una situazione inaccettabile, che espone a gravi rischi i lavoratori portuali e chi transita ogni giorno per garantire il funzionamento di uno snodo logistico strategico per la nostra città – commenta il consigliere comunale di Fratelli d’Italia Falco Caponegro, che ha diffuso il filmato – I lavoratori non riescono nemmeno a vedere le profonde buche stradali nascoste dall’acqua, mettendo a rischio la loro incolumità e l’integrità dei mezzi. La causa è la cronica incuria e la mancanza di manutenzione, che in una zona delicata come quella portuale, risultano ancora più gravi».

In un nuovo sopralluogo delle ore 10 la situazione appare parzialmente migliorata: «L’acqua in parte si è ritirata, ma le buche erano ancora coperte, invisibili e pericolose».

A 14 e 15 anni rubano contanti in un bagno di Cervia e alcuni coltelli in un negozio di Pinarella

Sono accusati di aver prima sottratto dei contanti dal registratore di cassa di uno stabilimento balneare di Cervia. Poi di aver rubato alcuni coltelli in un negozio di Pinarella. A soli 14 e 15 anni. I due minorenni sono stati notati fuggire di corsa nei pressi di piazza Unità, a Pinarella, nella mattinata di ieri (16 giugno). Inseguiti e fermati dai carabinieri, i due ragazzi sono stati riconosciuti dai titolari degli esercizi commerciali, anche mediante l’ausilio delle immagini registrate dagli impianti di videosorveglianza.

I due minorenni sono stati deferiti in stato di libertà per furto aggravato in concorso, mentre la refurtiva è stata restituita ai proprietari.

Accoltellamento di Lido Adriano, resta in carcere l’aggressore. Ha reagito a un insulto della figlia della compagna

Resta in carcere Leonardo Carovilla, il 51enne milanese (ma residente a Lido Adriano) accusato di tentato omicidio dopo aver accoltellato un 23enne al culmine di una lite, venerdì scorso, al bar Cristallo della località marittima ravennate. Lo ha deciso il giudice del tribunale di Ravenna, ritenendo che l’uomo abbia agito con la chiara intenzione di uccidere e che vi sia il rischio di reiterazione del reato.

La notizia è riportata dai due quotidiani locali in edicola oggi, 17, giugno, all’indomani dell’udienza di convalida.

Secondo una ricostruzione più dettagliata degli inquirenti, tutto sarebbe nato con un insulto proferito nei confronti del 51enne da parte della figlia della sua nuova compagna (un «ciao str…»), fidanzata del 23enne, con cui era appena entrata nel bar. Ne sarebbe nata una prima colluttazione tra il 51enne e il 23enne, intervenuto per difendere la ragazza, terminata a quanto pare con un «ci vediamo fuori» da parte del giovane. Che è stato però accoltellato dal 51enne prima di arrivarci, «fuori», alle spalle, mentre i due fidanzati stavano uscendo dal locale. Il giovane è stato colpito da tre fendenti, che gli hanno causato anche la perforazione di un polmone e la rottura di una costola. Il 23enne è ancora ricoverato al Bufalini in prognosi riservata.

Il 51enne ha dichiarato di aver reagito per paura, dopo aver subito un’aggressione fisica ricevendo anche una testata, e temendo un’imboscata fuori dal bar, aggiungendo anche che era sua intenzione in effetti rincorrerlo, ma «non so se colpirlo». Una ricostruzione non ritenuta credibile dal giudice.

Infortunio sul lavoro nel cantiere della nuova palestra del polo scolastico di via Marconi

Infortunio sul lavoro a Ravenna, nel cantiere della nuova palestra in costruzione nel polo scolastico di via Marconi, nella zona dello stadio. Un operaio è stato trasportato al Bufalini di Cesena dopo una caduta, con un codice di media gravità.

Sul posto la polizia e i vigili del fuoco, oltre alla Medicina del Lavoro che dovrà cercare di ricostruire la dinamica dell’accaduto.

Il cantiere è attivo già da quasi due anni ed è entrato nell’ultima fase dei lavori per la realizzazione appunto di una nuova palestra che sarà a servizio sia di Geometri che dell’indirizzo sportivo del liceo scientifico.

Frontale all’alba sulla Dismano: sette feriti, di cui due gravi

Grave incidente all’alba di oggi (17 giugno) lungo la via Dismano, alle porte di Ravenna. All’altezza dell’incrocio con via Vangaticcio, per cause in corso di accertamento da parte della polizia locale, due auto si sono scontrate frontalmente. Si tratta di una Ford Fiesta con a bordo cinque persone (di origini africane), che procedeva in direzione Cesena, e di una Dacia Duster con a bordo due persone.

L’impatto è stato molto violento: sul posto per prestare i soccorsi sei ambulanze, un’auto medicalizzata e l’elimedica. Due feriti sono stati trasportati all’ospedale di Ravenna con ferite lievi, gli altri cinque invece al Bufalini di Cesena, di cui due con il codice di massima gravità (uno in particolare è giudicato molto grave; per estrarlo dalle lamiere si è reso necessario l’intervento dei vigili del fuoco).

La polizia locale intervenuta per i rilievi è stata costretta a chiudere completamente la strada, con conseguenti disagi per il traffico.

La chirurgia robotica arriva anche a Ravenna: investimento da 1 milione di euro e 24 professionisti coinvolti

Dopo Forlì, Cesena e Rimini, la chirurgia robotica arriva anche nell’ospedale di Ravenna. La sanità pubblica del territorio ora può contare su un’offerta chirurgica robot-assistita capillare, equamente distribuita e ad alto contenuto tecnologico. Il presidio ravennate ha avviato l’attività chirurgica robotica con una previsione di 150 interventi nel primo anno, nelle specialità di chirurgia generale e urologia. Secondo i dati scientifici, sono infatti queste due discipline ad aver riscontrato maggiori benefici clinici derivanti dalla nuova tecnologia.

Nel dettaglio, il sistema robotico consente ai chirurghi di eseguire operazioni con maggiore precisione, riducendo il trauma sui tessuti e migliorando la visibilità dell’area chirurgica con estrema precisione e visione tridimensionale. L’approccio robotico offre vantaggi significativi per i pazienti: minore perdita di sangue; ridotto rischio di complicanze post-operatorie; tempi di recupero più brevi; ridotta degenza ospedaliera; migliore qualità della vita nel post-intervento

Trattandosi di un’apparecchiatura ad alto costo e complessità, è stato definito un percorso organizzativo dedicato, con la creazione di un’équipe multidisciplinare e multiprofessionale composta da 24 professionisti – tra chirurghi, anestesisti e infermieri – formati specificamente per garantire il massimo livello di sicurezza, efficienza e qualità nelle procedure robotiche.

L’introduzione della piattaforma robotica è stata resa possibile grazie a un investimento di circa 1 milione di euro, sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio Ravenna, dalla Fondazione Del Monte di Bologna e Ravenna, da Ail Ravenna e da Confindustria Romagna.

Sorvegliano i parcheggi per i furti alle auto e scoprono un 53enne con l’eroina: arrestato

Nella tarda mattina di sabato 14 giugno i carabinieri hanno arrestato un 53enne di Russi per detenzione di droga ai fini di spaccio. I militari, mentre controllavano alcuni parcheggi situati nel quartiere Alberti di Ravenna, dove ultimamente si erano registrati alcuni furti su autovetture in sosta, hanno notato un uomo a bordo di una utilitaria che si stava allontanando dalla zona con fare sospetto. Subito fermato e sottoposto a controllo, ha mostrato segni di nervosismo a tal punto da indurre i carabinieri ad approfondire il controllo .

Nell’auto il conducente aveva nascosto oltre 15 grammi di eroina già divisa in dosi. A quel punto i militari, supportati da altri colleghi, hanno proseguito la perquisizione dell’abitazione di Russi dell’uomo, dove hanno trovato ulteriori 25 grammi di droga (hashish, marijuana ed eroina), bilancini di precisione e oltre tremila euro di denaro contante, ritenuto provento di spaccio.

Al termine degli accertamenti, tutta la droga e quanto rinvenuto a seguito delle perquisizioni è stato sequestrato, mentre il 53enne è stato arrestato e posto agli arresti domiciliari. Dopo aver convalidato l’arresto, per l’uomo è stato disposto l’obbligo di firma quattro giorni alla settimana.

 

Annunciati gli eventi estivi: coinvolte associazioni e vari spazi cittadini

Massa Lombarda presenta il calendario di eventi estivi in collaborazione con associazioni, realtà locali e cittadini, con l’obiettivo di animare strade, piazze, spazi culturali, quartieri e giardini da giugno a settembre.

«Abbiamo scelto di concentrare tutte le energie sull’organizzazione e sulla promozione diffusa degli eventi, coinvolgendo ogni parte viva della nostra comunità – spiega l’assessora alla Cultura e Turismo, Laura Guardigli –. L’estate massese è un’occasione per ritrovarsi, vivere i luoghi della città in modo nuovo e partecipato, accogliere linguaggi diversi, sostenere le associazioni, dare spazio alla creatività e alla memoria. Ogni appuntamento è pensato per costruire relazioni e bellezza condivisa. Da quest’anno, inoltre, l’assessorato alla Cultura collabora attivamente con l’assessorato alle Politiche Giovanili per dare voce e spazio ai ragazzi del nostro paese, che hanno dimostrato entusiasmo e desiderio di essere protagonisti nella vita sociale. Insieme a loro e ad alcune associazioni, stiamo costruendo momenti dedicati all’interno di eventi storici come la Festa del Buco Incavato: sarà solo l’inizio di un percorso condiviso di partecipazione e crescita».

A confermare l’importanza della rassegna anche le parole del sindaco Stefano Sangiorgi: «Eventi Estate è una festa diffusa che ci rappresenta: è fatta di tante anime, voci, energie. Non servono grandi proclami: il programma parla da sé. Massa Lombarda c’è, è viva e lo dimostra ogni settimana con iniziative che mettono al centro le persone e il senso profondo della comunità».

Di seguito il programma in ordine cronologico:

Dal 20 al 22 giugno, nel quartiere Fruges, si terrà la festa di quartiere “Fruges in Festa”, con spettacoli, cibo e animazione. Venerdì 20 giugno, durante i mercatini, in Piazza Matteotti andrà in scena lo spettacolo “La lampada meravigliosa” a cura degli allievi della scuola Danza &… Danza (ore 20:45). Domenica 22 giugno, a Villa Serraglio (via Stradone 22), l’associazione Il Confine propone “Arte e magia del solstizio”, evento tra natura, arte e convivialità (ore 18-23). Dal 24 giugno al 29 luglio, ogni martedì mattina (ore 10-11) il giardino della Biblioteca del Centro Culturale Venturini ospita il progetto “Leggere, Ascoltare, Incontrarsi”, letture pubbliche per tutte le età. Sempre il 24 giugno, al Museo della Frutticoltura, l’Associazione La Piazza presenta il libro “Regno dei Lupi”, con momento conviviale a cura della Caritas. Venerdì 27 giugno torna l’amatissimo Raduno delle Fiat 500 che animerà il centro storico.

Ogni giovedì di luglio, alle ore 17, si svolgeranno le “Letture in Giardino”, pensate per i più piccoli ma aperte a tutti. Dal 4 luglio prende il via Arena in Massa, rassegna di cinema all’aperto nel cortile del Museo della Frutticoltura, con proiezioni ogni lunedì e giovedì (ore 21:15) fino al 18 agosto. Venerdì 11 luglio spazio al ritmo latino con il saggio della scuola Fuera de Salsa in Piazza Matteotti. Domenica 14 luglio, sempre al Museo della Frutticoltura, si celebrano i 50 anni dalla prima proiezione del film Fantozzi con una cena a tema (su prenotazione) e la proiezione del film. Il 25 luglio, doppio appuntamento in Piazza Matteotti: alle 20 la Pasta Asciutta Antifascista a cura dell’ANPI, seguita alle 21:30 dal 34° Festival Internazionale del Folclore.

Venerdì 2 agosto, alle ore 6 del mattino, al Lavatoio prende il via il Piccolo Festival della Narrazione con il concerto del Massimo Bubola Trio, in memoria della strage di Bologna, accompagnato dalla staffetta UISP Ravenna-Lugo. Martedì 6 agosto, ore 21, il festival prosegue con Lorenzo Monguzzi, cantautore e autore teatrale. Venerdì 8 agosto, in Piazza Matteotti, concerto della HBH Band promosso da Avis. La sera del 14 agosto, al Centro di Quartiere Fruges, “Aspettando Ferragosto” con musica, giochi e gastronomia a cura dell’associazione CDQ. Mercoledì 20 agosto, ultimo evento del Piccolo Festival: Il Grande Nulla Agricolo – POD JAM, spettacolo tra podcast dal vivo, musica e illustrazione. Venerdì 22 agosto, Piazza Matteotti ospita la Festa del Buco Incavato, dedicata ai giovani, con DJ set, spettacoli e contaminazioni tra folk, hip hop e ironia. Dal 28 agosto al 2 settembre, spazio ai sapori con la Sagra delle Sfogline, organizzata dalla Pro Loco, per gustare la vera sfoglia fatta a mano.

Venerdì 5 settembre, al Museo della Frutticoltura, serata dedicata al dialetto romagnolo con “Gianni e Paolo Parmiani” tra storia, poesia e lingua. Dal 6 all’8 settembre e dal 12 al 14 settembre, la Festa della Ripresa della Comunità Cattolica riporta la città a vivere gli spazi comunitari. Domenica 14 settembre si corre il tradizionale Palio del Timone all’Oratorio San Paolo. Negli stessi giorni, il 12 e 13 settembre, l’associazione I Ragazzi di Via Angiolina organizza Con Voi, due giorni di sport, cibo e musica agli impianti sportivi. Il 20 e 21 settembre, la festa di Fruges saluta l’estate chiude simbolicamente la stagione con leggerezza e convivialità.

La deputata Bakkali sugli attacchi all’assessora Alif: «Stesse violenza e stupidità che ho subìto io 14 anni fa»

La ventenne Hiba Alif, nominata assessora dal sindaco Alessandro Barattoni, non è la prima persona di origini straniere che entra nella giunta comunale di Ravenna. Già avvenne nel 2011 nella seconda squadra di governo di Fabrizio Matteucci che scelse Ouidad Bakkali, all’epoca 25enne e oggi in Parlamento con il Pd.

Accanto alle critiche sulla presunta inesperienza dovuta alla giovane età, Alif ha ricevuto via social anche parecchi attacchi a sfondo razziale legati più alle sue origini piuttosto che alle sue competenze politiche. Sulla nostra pagina Facebook abbiamo deciso di rimuovere alcuni dei commenti più violenti.

Bakkali e Alif hanno entrambe origini marocchine. Per la deputata è stato una sorta di déjà vu e ha scelto di non restare in silenzio, anche perché il tema dell’inclusività e della cancellazione delle discriminazioni è uno di quelli su cui spesso si è esposta in prima persona.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo alcune riflessioni firmate da Bakkali sul caso Alif:

Sono passati quattordici anni da quando Fabrizio Matteucci mi nominò assessora a Ravenna. Un tempo infinito. E leggere, nelle ore successive alla sua nomina, i commenti beceri e razzisti rivolti a Hiba Alif, assessora alle politiche giovanili, mi ha fatto fare un salto temporale. Stesse parole, stessa violenza, stessa stupidità.

Oggi, con l’esperienza e gli anni, quei commenti di leoni e leonesse da tastiera rimbalzano sulla pelle indurita che mi sono costruita. Ma ricordo bene che allora non fu così. Quei commenti erano vere e proprie aggressioni e microaggressioi come le definisce nelle sue ricerche il Prof. Derald Wing Sue sulle persone razzializzate o parte di gruppi sociali marginalizzati.

All’inizio non fu semplice. Alcune parole ti trafiggono, ti feriscono, ti offendono, ti violano nel profondo, nella tua persona. “Ma che sarà mai, fregatene!” mi dicevano. Ma a venticinque anni non ce la facevo. Li leggevo tutti, uno per uno. Non mi ero mai resa conto, prima di diventare un “personaggio pubblico”, che qualcuno potesse giudicarmi e disprezzarmi preventivamente, senza conoscermi, solo sulla base del mio nome, del mio cognome, delle mie origini. Erano spine nella carne, conficcate da gente qualunque, che poi magari incontravo in via Cavour o in piazza del Popolo. Odiatori vigliacchi, che quando li guardavo negli occhi per strada, abbassavano lo sguardo e scappavano.

Si potrebbe liquidare tutto questo dicendo che si tratta di persone di poco valore, che usano i social per riversare odio, frustrazione, visioni del mondo ormai superate. Ma no, non basta. Anche perché chi mi diceva di “tornarmene al mio Paese” (e chissà, forse intendevano Casalborsetti, dove vivevo prima di trasferirmi in città?) e riversava insulti razzisti sulle pagine social dei giornali locali, spesso era inconsapevole di commettere veri e propri reati.

Sì, cari leoncini e care leoncine: le vostre non sono opinioni, sono reati. Diffamazione (art. 595 c.p.), minaccia (art. 612 c.p.), propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa (art. 604 bis c.p.), e poi la legge 654 del 1975 e la legge Mancino del 1993. Se avessimo una normativa specifica sui crimini d’odio, sarebbe più semplice perseguire e sanzionare, soprattutto per quanto accade online. Ma intanto, le sentenze iniziano a creare giurisprudenza sul tema, e finalmente questi leoni da tastiera iniziano a dover spendere soldi veri per avvocati veri, cause vere e risarcimenti veri.

Detto questo, cara Hiba, ti sono vicina. Capisco bene quanto certe parole possano fare male. All’epoca, la mia migliore risposta fu dedicarmi all’incarico che mi era stato affidato: con il lavoro quotidiano, amore, umiltà, passione, voglia di imparare. Riportavo il confronto sempre nel merito delle azioni, delle scelte, del mio lavoro politico. Perché lì, i leoni solitamente scappano miagolando e trovi solo i confronti utili, discussioni anche aspre e quelle critiche costruttive che ti aiutano a migliorare le politiche, cambiare idea quando serve e amministrare la cosa pubblica.

Un grazie sentito va a Ravenna&Dintorni che, come altre volte, si assume la responsabilità di rimuovere i commenti indegni e si confronta, per quanto possibile, con la comunità online che segue il giornale.

E grazie a quel pezzo di comunità ravennate, sana e consapevole, che ha saputo prendere posizione con parole chiare. Non solo a difesa di Hiba Alif, ma anche del principio che razzismo e violenza non possono essere normalizzati, né diventare moneta corrente nelle relazioni sociali. Non possiamo accettare passivamente quello che sta accadendo sotto la spinta di una propaganda globale che mette i penultimi contro gli ultimi, che normalizza deportazioni, “remigrazioni” e discriminazioni sistemiche in nome di un’idea di sicurezza che, invece di proteggerci, rende le nostre società più impaurite, chiuse, diffidenti e violente.

Una sicurezza fatta di città militarizzate, di capri espiatori scelti senza alcuna analisi seria dei fenomeni complessi che attraversano la nostra epoca. Perché ancora prima del fenomeno migratorio, quello che ci rende insicuri sono: la povertà, le disuguaglianze profonde, l’incertezza sul futuro dei giovani e dei loro sogni, l’emergenza abitativa, il caro vita e bollette, la fragilità del nostro sistema sanitario, il disagio sociale e culturale, la cura degli anziani, delle persone con disabilità, l’affermazione della supremazia e della regola del più forte e del più ricco nelle relazioni tra Stati, tra categorie e, di conseguenza, tra persone.

Buon lavoro a Hiba e a chi, come me e come tanti, crede ancora in una società della convivenza plurale, giusta, laica, antirazzista e antifascista. Una società che abbia la nostra Costituzione come faro per il futuro, con la determinazione di attuarla davvero nei suoi principi fondamentali e in quell’equilibrio magistrale che madri e padri costituenti seppero trovare tra libertà individuali e responsabilità collettive, all’indomani di guerre devastanti e dittature totalitarie.

Dopotutto, essere cittadini e cittadine italiane significa proprio affermare questi principi, no?

“Lasciatemi cantare
Con la chitarra in mano
Lasciatemi cantare
Una canzone piano piano
Lasciatemi cantare
Perché ne sono fiera
Sono un’italiana
Un’italiana vera”

Traghetto urta e fa cadere la torre faro, Start Romagna: «Sono in corso verifiche sull’accaduto»

Start Romagna comunica che sono in corso le analisi delle autorità competenti per comprendere le cause dell’episodio accaduto domenica 15 giugno quando, alle ore 21 circa, un traghetto di collegamento fra Porto Corsini e Marina di Ravenna ha urtato e fatto cadere a terra una torre faro.

La torre faro caduta in mezzo alla rotonda di via Molo Dalmazia sarà rimossa e «sarà ripristinato il funzionamento degli apparati elettronici a essa collegati». Start Romagna fa sapere che il servizio del traghetto procede regolarmente senza limitazioni.

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