sabato
13 Settembre 2025

Tornano le serate di cinema all’aperto con “Arena in Massa”

Tutto pronto per l’edizione 2025 di “Arena in Massa”, la rassegna cinematografica estiva che porta il cinema nel cortile del Museo della Frutticoltura “A. Bonvicini” (via Amendola 40). La rassegna si apre giovedì 3 luglio con la proiezione del film “Follemente” di Paolo Genovese, una brillante commedia che dà ufficialmente il via a un’estate di grande cinema. La stagione di Arena in Massa proseguirà fino al 17 agosto con tanti dei migliori film usciti durante questa stagione, dai grandi titoli italiani come “Berlinguer – La grande ambizione” di Andrea Segre e “Vermiglio” di Laura Delpero, alle fantastiche produzioni internazionali come “Flow – Un mondo da salvare”, “A Complete Unknown”, “No Other Land”. In totale saranno più di quaranta le serate di cinema.

L’Assessore alla Cultura Laura Guardigli dichiara: «Sono felice di annunciare l’apertura della nostra Arena in Massa che anche quest’anno offre ai cittadini e non un’esperienza cinematografica di alta qualità. Ci tengo a manifestare il mio entusiasmo nella collaborazione con l’associazione “il Terzo Tempo” nella realizzazione della serata per ricordare, con la visione del film e una cena a tema Fantozziano, i 50 anni dall’uscita del film “Fantozzi’ il personaggio iconico creato da Paolo Villaggio che ha fatto ridere e riflettere generazioni di italiani. Auguro a tutti una buona visione cinematografica nel suggestivo contesto del giardino del museo della Frutticoltura».

Saranno due gli ospiti in sala: martedì 8 luglio in occasione della proiezione di “Biasanot” ci sarà il regista Paolo Muran. Mentre mercoledì 23 luglio ad Arena in Massa arriva il documentario “Flora” con la presenza della regista Martina De Polo.

Lunedì 14 luglio si terrà la serata evento per i 50 anni di “Fantozzi”. Proiezione del celebre film di Luciano Salce e cena a tema fantozziana a cura dell’Associazione Culturale Terzo Tempo. La cena si svolgerà nell’intervallo del film e sarà su prenotazione entro le ore 12 di venerdì 11 luglio presso l’Ufficio URP: 0545 985890; urp@comune.massalombarda.ra.it

Nel calendario ci sarà spazio anche per l’anteprima nazionale del film “Leopardi&CO.” di Federica Biondi. Una prima visione assoluta per il pubblico di Massa Lombarda il giorno giovedì 14 agosto.

Per consultare la programmazione estesa, visitare il seguente link: https://www.cinemaincentro.com/programmazione-sala.php?id=12

 

Al via la Biennale Internazionale della Ceramica d’Arte Contemporanea

Oltre cento artisti da tutto il mondo a rappresentare il meglio della ceramica d’arte contemporanea sono in mostra dal 28 giugno al 30 novembre al Mic di Faenza per il 63° Premio Faenza – Biennale Internazionale della Ceramica d’Arte Contemporanea.

A Faenza è possibile avere una visione aggiornatissima del panorama artistico contemporaneo internazionale che ha scelto la ceramica come materia espressiva, mezzo che negli ultimi anni sta ricevendo dagli artisti e dalla critica una grande attenzione.

Il Premio Faenza, con oltre 80 anni di storia, è stato fin dall’inizio un importante momento nella valorizzazione, nel rinnovamento, nella promozione della ceramica sia sotto l’aspetto artistico e decorativo, sia in quello funzionale e dell’arredo, ma anche e soprattutto un modo per mappare lo stato dell’arte della ceramica contemporanea.

I temi affrontati dalla 63° edizione sono ricorrenti, seppur trattati con approcci stilistici ed espressivi unici. L’incertezza del nostro tempo è alla base di tante riflessioni: dalla sostenibilità del nostro sistema sociale, alla tragicità delle guerre, dalle problematiche ambientali, alle riflessioni sul cibo e uomo, sulle disuguaglianze e sulla fragilità umana.

Le sculture e installazioni sono state selezionate da una giuria internazionale composta da Claudia Casali (Direttrice Mic Faenza), Hyeyoung Cho (Korea Association of Art & Design), Valentins Petjko (Latvian Ceramic Biennale) e Marco Maria Polloniato (curatore) che ha anche scelto i vincitori.

In mostra ovviamente anche le vincitrici di questa edizione: due artiste che lavorano la materia in maniera tradizionale, ma con un approccio di grande sperimentazione per le superfici trattate matericamente o con smalti e colori.

“November” di Hanna Miadzvedzeva – Premio Faenza over 35 – è un’opera che richiama la forma semplice del vaso trattando la superfice con una grande sapienza tecnica. Il tema trattato è intimo e personale: «November fa parte della mia serie scultorea “Landscapes” – racconta l’artista stessa – in cui esploro l’impatto delle forze naturali sulle emozioni umane e sulla percezione di sé. Ho scelto una forma compatta e ripiegata verso l’interno, avvolta da una complessa superficie testurizzata, che crea un effetto morbido, quasi soffice. Novembre è un periodo di ritiro, noi entriamo in modalità di risparmio energetico, abbracciando la quiete e l’auto-riflessione».

L’Installazione “Subtle conversations of states of mind” di Léa Renard – Premio Faenza della categoria under 35 – è una sorta di wunderkammer dedicata alla ceramica, un’esposizione combinata attraverso diversi significati, colori. «Ogni pezzo racconta la sua storia – racconta Lea Renard – pur fondendosi senza soluzione di continuità nell’insieme. È un’esplorazione poetica dell’interazione tra l’individuo e la collettività, tra l’astrazione e ciò che essa evoca in ognuno di noi».

In mostra si potranno ammirare anche i premi minori come “Rovine” di  Marta Palmieri – Premio Presidenza della Camera dei Deputati,  “Duet” di Martin Smith Premio Presidenza del Senato della Repubblica, “A poem for ephemeral moments” di Yaerin Pyun – Premio Monica Biserni,  “Polvere” di Francesco Ardini – Premio in memoria di Eleuterio Ignazi,  “Ossario Organico” di Mattia Vernocchi e Francesco Bocchini – Premio Rotary,  “Homo stramonium” di Martina Cioffi – Premio Lions, “Sugar cage” di Su Yen-Ying – Medaglia d’argento della rivista “D’A e le menzioni d’onore: “Tanagra’s Metamorphosis No. 1” di Claire Lindner, “Scenery in the Kiln Fire” di Wang Yuzhe “Silicon Homes IV, V” di Rūta Šipalytė, “Molorus” di Juliette Clovis.

Per la terza edizione consecutiva il 63° Premio Faenza ha avuto l’onore di ricevere la Medaglia del Presidente della Repubblica.

Visite guidate aperitivo gratuite (comprese nel biglietto d’ingresso) ogni martedì, ore 18, dal 1° al 22 luglio, in collaborazione con i Martedì d’Estate, organizzato da Faenza C’entro.

Elenco degli artisti in mostra

Over 35

Victor Agius, Marc Alberghina, Francesco Ardini, Olivia Barisano, Simone Cassini, Daniel Joseph Cavey, Hsu Chiau Chi, David Clarke, Juliette Clovis, Mirco Denicolò, Karima Duchamp, Claude Dumas, Eglė Einikytė-Narkevičienė, Evandro Gabrieli, Sapana Gandharb, Sophie Giet, Kenji Gomi, Mark Goudy, Anna e Paola Marinuzzi (gruppo), Mattia Vernocchi e Francesco Bocchini,Yulia Batyrova e Marat Mukhametov (gruppo), Monika Grycko, Una, Gura, Malene Hartmann Rasmussen, Heidi Hentze, Douglas Herren, Miglė, Janušaitė, Nathalie Kehrli, Eveline Kieskamp, Iosifina Kosma, Valdas Kurklietis, Dainis Lesins, Claire Lindner, Icaro Maiterena, Jennifer Mccurdy, Sibylle Meier, Hanna Miadzvedzeva, Aya, Murata, Paula Murray, Makiko Nagai, Simone Negri, Bahareh Nehjiri, Sayaka Oishi, Marta Palmieri, Fiorenza Pancino, Yana Payusova Farbrook, Rafael, Pérez Fernández, Paolo Porelli, Ielizaveta Portnova, Lana Rakanovic,  Marina Rodriguez, Ilona Romule, Ines Rother, Giovanni, Ruggiero Antonia Salmon, Aline Schmitt, Laura Scopa, Agnė Šemberaitė, Todd Shanafelt, Liu Shi Cai, José Sierra, Rūta Šipalytė, Martin Smith, Terenzio Sonda, Pim Sudhikam, Hajnalka Tarr, Heidi Tarver, Andreas Tesch, Elina Titane, Alice Walton, Shiyuan Xu, Qiao Yunyun

Under 35

Jiwon Byun, Li Caiwen, Yeong Cho Hye, Martina Cioffi, Wang Deng, Lin Dong, June Fischer, Julia Haumont, Gu Jinkang, Jiho Kim, Aliona Kryshtofik, Kiti Kurarova, Ambra Lorito, Sandra Majecka, Li Mingshu, David Morrison, Maxwell Mustardo, Wiktoria Nędza, Kristina Okan, Silvia Piani, Yaerin Pyun, Ani Qananyan, Irina Razumovskaya, Léa Renard, Edoardo Sessa, Hori Takaharu, Zhaojing Wang, Xu Xingrui, Yangkun Wang, Yuzhe Wang, Kai Zhang, Zhangningning Zhang.

Ansia per il musicista ravennate in Iran: la madre incontra il prefetto

Il prefetto di Ravenna Raffaele Ricciardi ha ricevuto la madre dell’insegnante e musicista ravennate attualmente trattenuto in Iran, a causa della guerra dei giorni scorsi, con la moglie e le due figlie di 20 mesi e di 20 giorni.

L’uomo di 52 anni, come fatto sapere in una lettera-appello della madre pubblicata dai due quotidiani locali, vive nella città di Shiraz. Il grande centro abitato da quasi due milioni di abitanti si trova nel sud del Paese, a 900 chilometri da Teheran e a circa 1.800 dal confine con l’Azerbaigian, che si spera possa essere la loro via d’uscita. Lavora come insegnante di musica e in passato ha collaborato anche con il Ravenna Festival, al momento si è trasferito dalla città in una casa di campagna della famiglia della moglie, pensando di essere più al sicuro.

L’incontro tra il Prefetto e i familiari ha rappresentato un momento di ascolto e vicinanza. Il prefetto Riccardi ha assicurato «il massimo impegno dell’ufficio territoriale del governo, in linea con le efficaci iniziative già assunte dal ministero degli affari esteri e dalle istituzioni del territorio, nel sollecitare le autorità diplomatiche nazionali affinché si giunga a una rapida soluzione della vicenda». Ricciardi, nel sottolineare l’importanza della cooperazione tra istituzioni in situazioni così complesse, ha confermato che «Ravenna seguirà con attenzione l’evolversi del caso con la piena vicinanza e solidarietà ai familiari, rassicurandoli sull’impegno costante di tutti i soggetti coinvolti per tutelare il cittadino italiano e la sua famiglia, trattenuti all’estero».

Il seminale “Fragole e sangue” di Monica Francia rivive grazie al lavoro di due giovani autrici

Nel 1994 Monica Francia e la sua compagnia (in quel momento composta da Francesca Proia, Gerardo Lamattina e Danilo Conti) misero in scena quello che con buona evidenza era – e rimane – un capolavoro della danza di ricerca, Fragole e sangue. Ora, oltre trent’anni dopo, quello spettacolo (o, meglio, la sua energia generatrice) rivive in Fragolesangue (tutto attaccato), che Zoe Francia Lamattina (incidentalmente figlia della coreografa ravennate) e la drammaturga Ida Malfatti hanno creato insieme alla stessa Francia e che sarà in scena per Ravenna Festival all’Almagià domenica 29 giugno alle 21. Con le tre autrici abbiamo fatto una lunga chiacchierata.

Monica Francia Fragole E Sangue 1994
Monica Francia in scena nel 1994 in “Fragole e Sangue”

Com’è nato questo Fragolesangue?
Zoe Francia Lamattina: «Lo spettacolo è la prima opera che si materializza in forma completa dopo un processo iniziato nel 2021, quando decisi di esplorare l’archivio delle pratiche di Monica e rimetterle nel mondo. Con Ida abbiamo allora fatto partire ARCHIVIA, un progetto di ricerca coreografica che intende appunto trasmettere e trasformare il repertorio di pratiche e di partiture (le partiture per Monica sono delle intuizioni codificate) prodotto tra gli anni Ottanta e i primi Duemila da mia madre. Questo perché, dopo aver fatto audizioni e formazioni in lungo e in largo in Italia e in Europa, non avevamo trovato ciò che ci interessava rispetto alla ricerca sul corpo, rendendoci così conto che quello che cercavamo era molto più vicino, ce l’avevo praticamente in casa. Durante ARCHIVIA a un certo punto è successo che Monica ha avuto l’idea di riattraversare Fragole e Sangue, così nell’estate del 2023 Ida e io abbiamo guardato il video dello spettacolo e abbiamo pensato a come rifarlo. Dunque si tratta di un “debutto non-debutto”, perché comunque Monica è un’artista già affermata ma che non lavora nell’ambito della produzione da tanto tempo, mentre Ida e io siamo super-emergenti».
Ida Malfatti: «Con Zoe avevamo lavorato tanto sulle pratiche di Monica e aperto un bacino generativo e ricco di possibilità artistiche, così ci siamo chieste come fare a direzionare la ricerca e farla continuare dandole una nuova forma che potesse richiamare persone. Questo era il nostro bisogno, la voglia di trovare una forma anche pubblica a quello che stavamo facendo a porte chiuse da anni».
Monica Francia: «Quando Zoe e Ida si sono rivolte a me, avevano già coinvolto tutta una serie di persone interessate a queste pratiche, stava diventando un archivio vivente, e il mio ruolo doveva essere di preparare i corpi di queste persone, offrendo loro le mie pratiche, che insieme poi trasformavano, soprattutto a livello di linguaggio, a livello di come passarle, come descriverle, spiegare a cosa servivano».

E così arriva Fragole e sangue.
ZFL: «Sì, ci siamo dette: “dentro ad ARCHIVIA concentriamoci su uno spettacolo, con tutte le sue specificità, e partiamo da questo per rifare, oggi, la domanda innervata a esso”. La cosa interessante di Fragole e Sangue, come metodo, è che, nel ’94, tutto l’audio era ricavato da tracce sonore di spezzoni di film; dialoghi e silenzi, niente musica, e noi abbiamo scelto di mantenerlo completamente intatto (anche se digitalizzato), quindi avevamo un limite molto chiaro su cui lavorare. Poi abbiamo scelto di essere dieci in scena, invece dei quattro che c’erano allora – e di questi dieci quasi nessuno proveniente dalla danza –, che è comunque una posizione forte, perché, in ottica di giro, chissà quando potremo essere di nuovo così tanti».
MF: «Nell’azienda danza di oggi proporre un’azione con dieci danzatori in scena è un suicidio artistico, soprattutto se è il primo lavoro di un gruppo nuovo come il nostro».

Quali sono le differenze strutturali tra lo spettacolo del 1994 e questo?
ZFL: «Oltre al numero di interpreti in scena, sicuramente nel nuovo Fragolesangue si è aggiunto un lavoro importante sulla spettatorialità: allora lo spettacolo era frontale, normale insomma, da teatro; noi invece, dopo anni di lavoro proprio sul pubblico, abbiamo deciso che un pubblico frontale, che sta lì e giudica, non lo volevamo. Sono partita andando allo stadio. Lì il pubblico è ovunque, tutt’attorno, e ci sono gli ultrà, che sono contenti di essere lì, non come a teatro, dove la gente si addormenta; gli ultrà sono contenti e urlano. Questo mi piace, è divertente, vorrei che il mio pubblico urlasse. Ecco allora che abbiamo messo anche il doppio fronte, cioè due gradinate che si guardano, all’Almagià, perché comunque Fragole e Sangue è un lavoro sullo scontro frontale, sul conflitto come forza generativa potente che può dar vita non soltanto a sofferenza e tristezza ma anche a trasformazione. Dunque il pubblico si guarda, “confligge”. Un’altra novità ce l’ha ispirata il Rocky Horror Picture Show: quello che succedeva negli anni ‘70 nei cinema newyorchesi assistendo al film era che gli spettatori facevano sempre un gran casino, una partecipazione totale. Per tutto un anno c’è così stata la creazione del percorso ALLENAMENTI, un ciclo di laboratori gratuiti e aperti a tutti e tutte cui era possibile accedere senza qualità o capacità acquisite precedentemente. I partecipanti siederanno tra il pubblico agitando la visione e mettendo in questione il ruolo e la postura dello spettatore».
IM: «Abbiamo poi lavorato tantissimo con il suono, quindi su come ci relazioniamo con le tracce sonore dello spettacolo del ‘94 e su come in ciò abbiamo attivato la nostra voce. Il fatto che il suono venisse dall’esterno – nel senso che, come detto, si era scelto di utilizzare quello originale – era come dire che il passato incombe e ci travolge, e invece noi abbiamo attivato una modalità per prendere voce, spazio vocale anche da dentro: quindi canteremo».
MF: «Una questione importante di Fragole e sangue, a parte l’audio, è che è un contenitore sì molto stretto ma che dà anche molto spazio alla trasformazione. Aveva un impatto visivo molto elegante, anche perché le luci erano interne, ossia quattro lampade a mano che da dentro, con una perfezione assoluta, tagliavano esattamente il piano di visione. Quindi il pubblico non vedeva tutto ma solo quello che decidevamo noi, e il lavoro su come e cosa e chi vedi è molto importante».

Ida, a livello prettamente drammaturgico come hai agito?
IM: «La prima cosa che ho fatto è stata seguire quello che veniva fuori mentre lavoravamo, quindi cosa significava osservare i nostri corpi, imparare delle coreografie, riattraversare un passato e vedere fisicamente cosa ci capitava, come stavamo in relazione al passaggio dal 1994 a ora. Banalmente, moltissimi dei film che compongono la traccia sonora li ho scoperti così, non li avevo mai visti, è stato un percorso di ricerca e scoperta in fieri. I film sono come un grande filone “tematico”, parlano anche di questi incontri amorosi che ti cambiano la vita sia a livello personale che collettivo, ecco allora quel legame tra amore, morte e rivolta, con tanti corpi insieme che pretendono di provare gioia e corpi singoli che chiedono dalla vita e dagli incontri di provare gioia. Abbiamo seguito questo filone, erano tutte domande già presenti nel lavoro del ‘94 ma che ci hanno parlato in maniera diversa, perché comunque sono passati trent’anni, che si sentono. La drammaturgia, sia allora che oggi, non è lineare e narrativa, non è che racconta dall’inizio alla fine qualcosa, anche perché la modalità di montaggio dei vari spezzoni dei film è sincopata, ci sono salti ogni 8 minuti da un mondo all’altro, arrivano moltissime voci, dialoghi, silenzi, ambienti sonori diversi. La sfida era come stare in questo flusso di cambiamento continuo, come stare, in dieci, in questi 55 min di storie, amore, rivolte, come prendersi quello spazio».

Perché il titolo Fragole e sangue (e ora Fragolesangue)?
MF: «Fragole e Sangue è la traduzione italiana di un film del 1969 di Stuart Hagmann, che si chiamava The Strawberry Statement, non è la base di partenza di nulla, ha un bel titolo, che è anche ossimorico, ed è tuttora adatto. Per lo spettacolo, nel ‘94, volevo una cosa intima, basica, veloce e potente, da lì i soli quattro interpreti. Così mi sono messa a montare col vhs i film che mi interessavano in quel momento rispetto all’idea di ribellione, rivolta, passione, trasformazione. Complessivamente sono spezzoni di dieci film (dialoghi, silenzi), tra i quali Il cielo sopra Berlino di Wenders, The garden di Derek Jarman, Rosso sangue di Leos Carax e Il diavolo probabilmente di Robert Besson».
ZFL: «Noi abbiamo deciso di unire il titolo in Fragolesangue, per rendere ancora più conflittuale la cosa, come due persone molto arrabbiate l’una con l’altra: se le metti in due stanze separate sei tranquilla, ma cosa succede se le metti nella stessa stanza e le lasci lì?».

L’azienda Mmb Software ha inaugurato la nuova sede (con anche palestra e campo da padel)

Mmb Software, realtà di riferimento nella progettazione, produzione e distribuzione di soluzioni informatiche e tecnologiche per l’autoriparazione e la revisione dei veicoli, ha inaugurato la sua nuova sede a Faenza. La struttura è concepita come un campus con quattro edifici indipendenti, ciascuno dotato di impianti autonomi e soluzioni tecnologiche ad alta efficienza, tra cui sistemi di climatizzazione avanzati e pannelli fotovoltaici. L’architettura privilegia la luce naturale e la trasparenza, con ambienti ampi caratterizzati da pareti finestrate e dall’impiego di materiali naturali come legno e vetro. Non mancano spazi comuni come il campo da padel, la palestra e le aree verdi, mentre sono stati allestiti uffici open-space per incentivare il dialogo e la collaborazione tra gli 80 colleghi dell’azienda.

All’inaugurazione era presente l’eurodeputato Stefano Bonaccini che ha dichiarato: «Mmb è l’esempio concreto di quella forza silenziosa ma dirompente che rende l’Emilia-Romagna una delle regioni più avanzate d’Europa. In un Paese dove troppo spesso si parla di innovazione senza praticarla, qui le imprese fanno, costruiscono, creano futuro. Siamo la prima regione italiana per competitività tecnologica e tra le prime venti al mondo, perché da anni investiamo in un ecosistema dove imprese, università, ricerca e pubblica amministrazione lavorano insieme. L’Emilia-Romagna è la terra del supercalcolo, della Motor Valley, della manifattura intelligente. E realtà come MMB, con questa nuova sede, dimostrano che crescere rimanendo fedeli al territorio non è solo possibile, è la strada più solida per guardare all’Europa con ambizione e visione».

Ha fatto gli onori di casa Omar Montanari, fondatore e presidente di Mmb, aprendo la cerimonia con un discorso improntato sui valori e l’importanza di un luogo di lavoro di qualità: «Sono orgoglioso di poter rappresentare le persone che lavorano in Mmb. Se siamo qui oggi è grazie al lavoro di squadra, alla condivisione di valori reali che ci contraddistinguono e alla convinzione che il benessere di chi lavora possa venire prima dei numeri di bilancio. Questa nuova sede rappresenta un passo fondamentale nel nostro percorso di crescita e sarà il punto di partenza da cui affrontare con determinazione le sfide future. La nostra realtà è molto più di un edificio: è un campus, un sistema pensato per favorire la creatività e la collaborazione. Ogni corpo di fabbrica è concepito come una unità autonoma e indipendente, progettata con soluzioni di design che valorizzano spazio e luce, espressioni della nostra visione orientata all’innovazione e all’apertura verso il futuro. Vogliamo offrire ai nostri collaboratori un ambiente in cui poter crescere e innovare, perché crediamo fermamente che le idee nascano dove le persone si sentono a casa e in armonia con ciò che le circonda».

Autostrada: con 5 mesi di ritardo riapre l’uscita Lugo per chi proviene da Ravenna

Dal 30 giugno, dopo sette mesi di chiusura, riaprirà l’uscita di Lugo dell’autostrada A14 bis per chi proviene da Ravenna. La riapertura arriva con 5 mesi di ritardo rispetto agli annunci ufficiali fatti all’apertura del cantiere: all’inizio dello scorso novembre, infatti, era stata comunicata la riapertura per il 15 gennaio (nel frattempo è sempre rimasta aperta l’adiacente uscita di Cotignola). I lavori, fa sapere la società Autostrade per l’Italia, hanno riguardato l’adeguamento delle barriere di sicurezza nelle adiacenze di tre nuovi impianti di segnaletica verticale.

Ma i disagi non sono ancora finiti per gli automobilisti. Gli interventi sulla diramazione autostradale per Ravenna proseguiranno anche nei prossimi mesi nell’area dello stesso svincolo, con l’obiettivo di ammodernare l’infrastruttura e innalzarne gli standard di sicurezza: nel periodo delle lavorazioni sarà comunque garantita, durante il giorno, la transitabilità del cavalcavia dello svincolo e almeno un’uscita verso Lugo o Cotignola da qualsiasi provenienza. Per attenuare i disagi diurni, alcune lavorazioni verranno effettuate durante la notte. Le chiusure notturne e tutte le fasi di lavorazione saranno preventivamente comunicate da Autostrade per l’Italia.

«Siamo in costante contatto con Autostrade per l’Italia per monitorare l’evoluzione del cantiere sullo svincolo dell’A14dir – dichiara la sindaca di Lugo Elena Zannoni -. Che riapra l’uscita verso Lugo per chi proviene da Ravenna è un’ottima notizia, ma sappiamo che anche nei prossimi mesi ci saranno nuove chiusure e qualche disagio per i cittadini. Questi lavori sono però necessari per l’innalzamento della sicurezza di questa fondamentale arteria del nostro territorio».

Dopo sei giorni di ricerche arrestato il 26enne che ha sfondato il finestrino di una pattuglia per fuggire

Dopo sei giorni di ricerche è stato arrestato il 26enne che nella notte tra il 20 e il 21 giugno a Marina di Ravenna è fuggito dall’abitacolo di una pattuglia della polizia dopo aver sfondato il finestrino laterale posteriore. Il giovane di origini marocchine, ma con cittadinanza italiana (circostanza che non era emersa finora), è stato rintracciato nella serata di ieri, 26 giugno, a Bologna.

Gli investigatori della squadra mobile di Ravenna, in collaborazione con gli agenti del commissariato “Due Torri San Francesco”, hanno eseguito un’ordinanza di custodia in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari in aggravamento all’obbligo di firma negli uffici di polizia relativo a un precedente arresto all’inizio di giugno. Il 26enne si era reso irreperibile dalla notte della fuga, senza più presentarsi alla polizia per la firma.

Come ormai noto, il giovane era a bordo della volante perché sospettato di furti su auto in sosta, ma non era in stato di arresto (e quindi senza manette) perché mancava il presupposto della flagranza. Si è ritrovato solo perché i due agenti della pattuglia sono intervenuti in emergenza per soccorrere una ragazza ferita a colpi di catena negli sviluppi di un furto in strada. La scena della fuga è stata filmata da una passante e pubblicata su Instagram (il video è in fondo alla pagina)

Anche se l’identificazione formale sarebbe dovuta avvenire in seguito negli uffici della questura di Ravenna, si tratta di un volto noto alle forze dell’ordine. E così l’attività investigativa di ricerca ha ristretto il campo ad alcuni quartieri di Bologna, abitualmente frequentati dal ricercato che non ha una fissa dimora, e gli agenti della questura bolognese lo hanno riconosciuto durante un pattugliamento.

Il 26enne è ora in carcere a Bologna dove dovrà attendere l’interrogatorio di garanzia.

 

In piazza a Ravenna contro la “guerra globale” e il riarmo – FOTO

Decine di persone hanno protestato («con i nostri corpi», stendendosi su lenzuoli bianchi) in piazza a Ravenna contro la «guerra globale» e l’operazione di riarmo in corso in questi giorni. Ricordando in particolare l’annuncio della Nato del giorno precedente in merito all’accordo (già annunciato) sul sostanziale aumento della spesa militare, con i Paesi membri che si sono impegnati a raggiungere il 5 per cento del proprio Pil nei prossimi dieci anni, più del doppio della soglia attualmente richiesta.

La manifestazione ravennate del 26 giugno rientra nell’ambito della mobilitazione della rete di associazioni della Via Maestra, realizzata in collaborazione con la Casa delle Donne.

Mario Riciputi è il nuovo presidente di Confindustria Romagna

L’imprenditore Mario Riciputi è il nuovo presidente di Confindustria Romagna. Cesenate, laureato in Economia e commercio, Riciputi è presidente e fondatore di Ayrion e presidente di Biosphere, gruppo operante nel settore delle bioenergie e biotecnologie. Guiderà l’associazione nel quadriennio 2025-2029.

«Siamo consapevoli dei profondi cambiamenti in corso – sono state le prime parole di Riciputi – e cercheremo di trasformarli in opportunità per le industrie romagnole, che insieme formano un tessuto produttivo unico e speciale, sempre pronto a reagire per migliorarsi e trovare nuovi percorsi di crescita e sviluppo. Noi continueremo ad accompagnare e sostenere questo loro impegno, che richiede idee, soluzioni ed energie sempre nuove. Il lavoro di tutto il sistema associativo in questi anni ha tracciato in questa direzione un percorso chiaro e apprezzato, e proseguiremo sulla medesima strada con convinzione e l’ambizione di ulteriori miglioramenti, lavorando per rafforzare il senso di appartenenza e dare voce alle istanze di tutte le imprese».

L’assemblea generale degli associati, riunita oggi 26 giugno al Grand Hotel di Castrocaro, lo ha votato formalizzando la designazione fatta dal consiglio generale un mese fa, ed eleggendo insieme a lui otto vicepresidenti con le seguenti deleghe: Andrea Albani (Territorio riminese, attrattività territoriale e turismo), Pierluigi Alessandri (Internazionalizzazione), Giacomo Fabbri (Energia), Maurizio Minghelli (Tecnologia e innovazione), Antonio Serena Monghini (Territorio ravennate e relazioni industriali), Davide Stefanelli (Territorio forlivese-cesenate, transizione digitale e intelligenza artificiale), Andrea Tomasino (Ambiente, sicurezza ed economia circolare), Alessia Valducci (Imprenditoria femminile).

Il consiglio di Presidenza si completa con i due vicepresidenti di diritto: Paolo Cesari, alla guida del Comitato Piccola Industria (delega a Sviluppo d’impresa), e Angelo Bagnari, che presiede il Gruppo Giovani Imprenditori (delega a Nuova imprenditorialità).

Il presidente sarà poi coadiuvato da otto consiglieri delegati su specifiche materie, da lui indicati: Alessandro Curti (Economia dell’aerospazio), Giacomo Gollinucci (New media), Amalia Maggioli (Credito e finanza), Guido Ottolenghi (Economia del mare), Ombretta Sequino (Sostenibilità Esg), Tomaso Tarozzi (Education), Cesare Trevisani (Progetto Città Romagna, città future e infrastrutture), Riccardo Tura (Marketing e sviluppo associativo).

Il presidente uscente, Roberto Bozzi, ha dichiarato: «Sono stati quattro anni intensi, caratterizzati da eventi forti e imprevisti con grandi impatti sul territorio, dalle alluvioni alle tensioni geopolitiche e finanziarie internazionali. Il prossimo quadriennio si preannuncia altrettanto denso di sfide e incognite, e sono certo che Mario saprà guidare al meglio l’Associazione grazie alla sua lunga esperienza associativa e alla puntuale conoscenza del territorio. Ci tengo a ringraziare di cuore tutti gli associati e i colleghi, i rappresentanti istituzionali, la direzione e la struttura dell’associazione. Passo il testimone a lui condividendo i valori di una Romagna sempre più protagonista in numerosi settori e pronta a competere sullo scenario internazionale».

In piscina a Faenza un evento gratuito per imparare a fare foto sott’acqua con lo smartphone

La società Nuoto Sub Faenza organizza un evento gratuito per far conoscere e sperimentare la fotografia subacquea con smartphone. Appuntamento per il tardo pomeriggio di giovedì 3 luglio nella piscina all’aperto di Faenza in piazzale Aldo Pancrazi.

I partecipanti utilizzeranno il proprio smartphone che dovrà essere protetto dall’acqua con un’apposita custodia: coloro che non ne sono in possesso potranno sperimentare quelle messe a disposizione da un’azienda di Montaletto di Cervia che produce custodie subacquee universali per smartphone.

L’iniziativa del 3 luglio è organizzata sotto l’egida della Federazione Italiana Pesca Sportiva e Attività Subacquee (Fipsas), in collaborazione con la società Nuova Cogisport che gestisce la piscina faentina.

Alle 17.30 ci sarà la presentazione dell’evento, alle 18 si potrà accedere agli spogliatoi, alle 18.15 vi sarà l’entrata in acqua e prenderanno il via le prove di fotografia con le sincronette del Nuoto Sub Faenza (tra loro Giulia Di Domenico premiata come migliore modella ai Campionati Italiani di Fotosub 2024). Le prove di fotografia si concluderanno intorno alle 19.45 ed a seguire è in programma un aperitivo nel prato della piscina.

Nel settembre 2024 ai Campionati italiani di Fotografia Subacquea, nelle acque dell’Isola Verde che si affaccia sul Golfo di Napoli, per il Nuoto Sub Faenza Paola Bottaro ha sbaragliato la concorrenza nella categoria smartphone in coppia con Marco Bollettinari in veste di assistente. Ulteriori informazioni al 335-1366786 oppure al 338-4906968.

Dopo l’incontro con il Prefetto Cervia ufficializza l’aumento delle videocamere e i rinforzi per le forze dell’ordine

Il sistema di videosorveglianza di Cervia passerà da 154 a 170 videocamere, estendendo la copertura a tutto il territorio. Inoltre, sono stati confermati i rinforzi di personale richiesti dall’amministrazione comunale per arma dei carabinieri e guardia di finanza. Infine è stata confermata l’apertura del posto della Polizia di Stato a Pinarella, attivo dal 1 luglio.

Questi gli esiti dell’incontro tra l’amministrazione di Cervia e il Prefetto di Ravenna, annunciato la scorsa settimana per fare il punto sulla sicurezza della cittadina.

«Siamo particolarmente soddisfatti delle conferme e garanzie che ci sono state date dal Prefetto, che ringraziamo per l’attenzione e la disponibilità dimostrate nei confronti della nostra località – dichiarano il sindaco Mattia Missiroli e il vicesindaco con delega alla Sicurezza Gianni Grandu al termine dell’incontro -. Continueremo a mantenere un costante contatto con la Prefettura e le Forze dell’Ordine, fondamentali per la risoluzione dei problemi. Inoltre manterremo alta l’attenzione, per perseguire il modello di città che vogliamo in cui decoro, sicurezza, rispetto e vivibilità sono valori imprescindibili. Anche la Notte Rosa, nonostante l’afflusso straordinario di presenze, non ha creato particolari problematiche e criticità».

A due anni dall’inaugurazione, la Linea C di Green Go Bus conta 100 mila passeggeri

Sono 100 mila i passeggeri che hanno usufruito della linea C di “Green-Go Bus” in due anni di servizio. Il progetto di trasporto pubblico urbano a impatto zero nasce nel 2017 a Faenza, presentandosi come il primo servizio di trasporto pubblico urbano completamente elettrico e in totale “autoconsumo”: tutta l’energia utilizzata dalla flotta proviene infatti da impianti fotovoltaici di proprietà del Gruppo Erbacci, recentemente raddoppiati grazie a un importante investimento strategico dello stesso gruppo.

Dal punto di vista ambientale, l’utilizzo di energia solare per l’alimentazione dei mezzi ha già consentito di evitare l’emissione di oltre 291 mila chili di Co2, cifra destinata a raddoppiare nei prossimi anni grazie ai nuovi investimenti.

A dare il via al progetto è stata la Linea A da Piazzale Pancrazi a via Pistocchi, che ha trasportato circa 1 milione e 700 mila passeggeri in 12 anni. L’ultima nata, nel 2023, è appunto la C, che collega la zona del Borgo (con partenza dal centro commerciale) al centro città. Oltre alle normali corse giornaliere, i mezzi Green-Go sono a disposizione durante i principali eventi cittadini, con un servizio integrato di parcheggi scambiatori per le maggiori manifestazioni.

Inoltre, per tutti i ‘Martedì d’estate’, le corse saranno prolungate fino alle ore 23 per assecondare il calendario delle serate.

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