domenica
21 Dicembre 2025

Incendio al polo chimico, la Cgil: «Preoccupano sicurezza degli impianti e futuro produttivo di un sito strategico»

La Filctem Cgil – in una nota inviata alla stampa – si dice preoccupata per l’incendio avvenuto sabato mattina all’isola 16 del petrolchimico di Ravenna. «Preoccupata perché purtroppo è l’ennesimo episodio grave, dopo la fuga di propano avvenuta a marzo 2025, l’incendio al reparto Sol nel 2024 e il grave incidente che ha coinvolto un elettricista di una ditta in appalto nell’agosto del 2024, in un lasso di tempo decisamente troppo breve».

Secondo il sindacato «non possono essere questi gli standard di sicurezza di una struttura ad alto rischio come il petrolchimico. Tanto più che da alcune testimonianze, che senz’altro andranno attentamente verificate e vagliate, pare che l’impianto antincendio automatico non abbia funzionato a dovere e sia stato necessario uno sblocco manuale in condizioni critiche ed estremamente pericolose, rese ancora più difficili da un ponteggio che bloccava la valvola di sblocco. Anche la squadra di emergenza di Rsi, per quanto intervenuta prontamente, non era assolutamente adeguata a gestire l’emergenza, per numero di addetti e per attrezzature. Senza un intervento estremamente tempestivo dei Vigili del Fuoco di Ravenna, Forlì Cesena e Cervia, l’emergenza non avrebbe assolutamente potuta essere gestita. Situazioni che purtroppo segnaliamo da tanto tempo, senza essere presi in seria considerazione. Chi di dovere accerterà le cause ma è per noi certo che tutta questa sequenza di incidenti avviene in un contesto di disinvestimento che porta carenze di personale, esternalizzazioni e appalti e ultimamente anche all’assunzione di personale interinale in Rsi, personale che non può assolutamente avere le competenze e la formazione necessaria per i delicati compiti a cui è chiamato».

«Non vorremmo poi – conclude la Cgil – che questo incidente, sulla scia di quanto avvenuto a Brindisi e Priolo, fosse il pretesto per chiudere definitivamente la produzione di Sbr, uno dei pochi prodotti che ancora ha mercato. Siamo certi che l’azienda farà tutte le indagini del caso, ma chiediamo a gran voce che queste indagini si soffermino attentamente sulle cause che hanno portato a questo incidente e siano occasione di un’attenta revisione di tutti gli impianti antincendio dello stabilimento, visto che più volte nel recente passato si sono verificati problemi e malfunzionamenti. Chiediamo inoltre che le linee danneggiate vengano al più presto ripristinate, che il personale delle ditte in appalto venga adeguatamente tutelato e che vengano fatte tutte le assunzioni necessarie a ripristinare l’organico del personale di emergenza di Rsi».

Quando mamma e papà diventano italiani, ma i figli restano stranieri

Non è raro che a volte una piccola modifica legislativa, una questione apparentemente di banale burocrazia porti con sé conseguenze pesanti, se non pesantissime nelle vite quotidiane di tante persone. E tra chi spesso lo ha imparato sulla propria pelle ci sono innanzitutto gli immigrati stranieri in Italia, in questo caso, peraltro, nel momento in cui diventano cittadini italiani.

Accade infatti che nel silenzio più totale della politica, gli uffici comunali preposti a riconoscere la cittadinanza si trovino di fronte a una nuova norma, modificata a maggio scorso, che impedisce un automatismo che fino a pochi mesi fa nessuno aveva messo in discussione: il minore convivente con un cittadino straniero che acquisisce la cittadinanza italiana diventa simultaneamente italiano. Ora non più, qualora infatti il minore sia nato all’estero, e a patto che il genitore sia stato residente almeno due anni in Italia prima della nascita del figlio, il suddetto figlio dovrà attendere due anni per avere a sua volta la cittadinanza, due anni in cui il genitore neoitaliano dovrà risiedere continuativamente in Italia. Se invece il genitore non è stato residente in Italia per almeno due anni prima della nascita del figlio all’estero, il minore in questione dovrà aspettare i diciotto anni per poter fare la richiesta come già accade per i figli di stranieri oggi.

La questione non è semplice, meglio un esempio per capire quanto non si tratti di meri sofismi o tecnicismi. Diciamo che Awa a venticinque anni arriva in Italia con la figlioletta di un anno, Fatou, e dopo un anno mette al mondo Lewa. Quando, Awa, avendo maturato i requisiti, diventa italiana le figlie avranno verosimilmente tredici e undici anni, ma solo Lewa diventerà italiana come la sua mamma. Fatou, che pure ha vissuto qui tutta la sua vita come la sorella, invece, dovrà aspettare la maggiore età, a differenza di quanto sarebbe accaduto fino a pochi mesi fa.

Qual è la ratio di tutto questo? Probabilmente non c’è, probabilmente è un “effetto collaterale” di una serie di norme che invece sono state annunciate in pompa magna dal ministro degli Esteri Tajani la scorsa primavera e sono quelle che regolano lo ius sanguinis per impedire a discendenti di trisavoli italiani di poter chiedere la cittadinanza del Belpaese e il conseguente passaporto. Una possibilità che prevedeva procedure gravose e complesse e aveva intasato consolati all’estero e tribunali in Italia provocando non poche difficoltà. Una materia su cui, dopo anni, il governo ha deciso appunto di mettere mano con un decreto legge (per evitare effetti annuncio) che in seno però ha comportato anche questa disparità nel trattamento dei figli di chi diventa italiano.

A Ravenna, al momento sarebbero già diciotto i minori nati all’estero e conviventi con un genitore diventato italiano che non hanno acquisito la cittadinanza con il genitore. Undici di questi saranno avvisati che diventeranno italiani in automatico dopo due anni dal giuramento del genitore, sette invece riceveranno un diniego e potranno diventare italiani su istanza da presentare personalmente al Ministero una volta maggiorenni. Cinque di loro infatti non rispettano il requisito della residenza biennale in Italia del genitore prima della loro nascita, mentre due di loro sono in Italia da meno di due anni. Sono tutti minori di un’età compresa fra i 9 e i 17 anni.

La parlamentare Dem Ouidad Bakkali si è occupata della questione fin da maggio, quando ci racconta di aver depositato emendamenti per abrogare queste novità, emendamenti che furono però bocciati. «Di nascosto e senza nessun tipo di informazione questo decreto colpisce violentemente anche i giovani e le giovani italiane senza cittadinanza che sono arrivate in Italia da giovanissimi – dichiarava allora la deputata ravennate alle agenzie parlamentari –  questo decreto infrange il sogno di tantissimi giovani arrivati in Italia in fasce o piccolini che non potranno diventare italiani a seguito della naturalizzazione dei propri genitori. È una modifica che ha un impatto enorme e che denuncio con forza. L’attenzione è stata concentrata giustamente sull’impatto che questo decreto avrà sulla comunità degli italiani all’estero e questo governo ne ha approfittato per colpire duramente i minori, bambini e adolescenti con background migratorio cresciuti in Italia, che qui studiano, che qui praticano sport».

Ora Ouidad Bakkali vuole riportare la pratica in Parlamento dopo aver raccolto dati dai vari Comuni  attraverso la rete Rami che Bakkali ha contribuito a fondare e che è composta da amministratori con background migratorio.

Stabilimenti balneari allagati, «danni per 2 milioni di euro»

Il presidente della cooperativa dei bagnini dei lidi ravennati, Maurizio Rustignoli, stima danni per due milioni di euro a causa della mareggiata che ieri (domenica 5 ottobre) ha mandato sott’acqua tanti stabilimenti balneari, in particolare a Marina di Ravenna, Lido Adriano, Lido di Classe e Lido di Savio.

Danni che potevano essere mitigati se fosse stata già eretta la duna a protezione degli stabilimenti, come sottolineano diversi bagnini sui social, accusando l’amministrazione comunale di averne autorizzato la realizzazione in ritardo. Solitamente il via libera arriva nei primi giorni del mese, quest’anno le autorizzazioni partono invece da oggi, lunedì 6 ottobre. In realtà, però, anche se fossero arrivate come negli anni scorsi l’1 o il 2 ottobre, considerando che non è possibile eseguire i lavori nei festivi e nei prefestivi (quindi sabato e domenica), di certo non sarebbe stato possibile in due giorni di cantiere proteggere le località coinvolte, se non qualche stabilimento. Per completare la duna, infatti, sono necessari almeno 20-30 giorni di lavoro.

I musei Byron e del Risorgimento aprono per una giornata a ingresso gratuito

Nella giornata in cui tradizionalmente banche e fondazioni bancarie aprono gratuitamente alla visita di cittadine e cittadini, scolaresche, turiste e turisti, i propri monumenti ed i propri palazzi – l’edizione 2025 di “È Cultura”, il grande evento nazionale promosso dall’Associazione Bancaria Italiana (Abi) presieduta da Antonio Patuelli – la Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna aprirà per la prima volta gratuitamente le porte dei Musei Byron e del Risorgimento a tutti i visitatori e le visitatrici che, anche senza prenotazione, desidereranno visitare in quel giorno le sale dedicate al Grande Poeta inglese ed al Risorgimento.

L’evento è in programma sabato 11 ottobre dalle 10 alle 18. L’iniziativa è particolarmente rivolta alle scuole di ogni ordine e grado per le quali, per motivi organizzativi, si richiede comunque la prenotazione al numero 335 7269756.

Nell’occasione, saranno aperti gratuitamente al pubblico anche i Chiostri Danteschi della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, nella zona del Silenzio attiguo alla Tomba di Dante, e lo storico negozio ex Bubani di piazza del Popolo a Ravenna, ora Private Banking della Cassa un gioiello di storia ed eleganza liberty nel cuore della città bizantina.

Sarà visitabile online anche il Palazzo della Cassa di Ravenna, con una audio e video guida sul sito della Cassa (www.lacassa.com), ed il Palazzo della Banca di Imola sul sito www.bancadiimola.it.

Terza vittoria su tre partite di Faenza, espugnata Fabriano

Ristopro Fabriano 84-Tema Sinergie Faenza 90 (26-23; 44-47; 64-65)
RISTOPRO FABRIANO: Romondia 5, Dri 14, Centanni 21, Beyrne 2, Vavoli 19, Beltrami 2, Silke-Zunda 10, Diarra 1, Ponziani 8, Chiucchi ne, Mazzolini ne, Redini 2. All.: Nunzi
TEMA SINERGIE FAENZA: Bianchi, Rinaldin, Stefanini 10, Mbacke 11, Vettori 18, Van Ounsem 15, Longo 2, Fragonara 30, Aromando ne, Santiangeli ne, Fumagalli 4. All.: Pansa
ARBITRI: Gai – Di Gennaro – Formica Note.
Tiri da 2: Fabriano: 21/37, Faenza: 17/34; Tiri da 3: Fabriano: 8/21, Faenza: 10/26; Tiri liberi: Fabriano: 18/22, Faenza: 26/33; Rimbalzi totali: Fabriano: 32, Faenza: 30

La Tema Sinergie cala il tris di vittorie in altrettante partite di campionato (la serie B nazionale di basket) sul difficile campo di Fabriano (espugnato per la prima volta) e lo fa con grande personalità. Un successo ancora più prezioso viste le assenze di Romano e Santiangeli per infortunio, che conferma la forza del gruppo, ancora una volta decisiva: tutti hanno infatti dato il loro contributo. Tra i singoli, oltre ai 30 punti di Fragonara, sono da sottolineare i 7 assist di Rinaldin, partito titolare. Tanti sono i segnali positivi avuti dai Raggisolaris che sottolineano quanto la squadra stia crescendo giorno dopo giorno.

Domenica prossima, 12 ottobre, il derby contro l’OraSì Ravenna, reduce dalla sconfitta di Caserta.

Al Socjale una “lettura umana” che ha catapultato il pubblico tra le macerie di Gaza

Al Teatro Socjale di Piangipane è andato in scena nella mattinata di domenica 5 ottobre Gaza Ora. Ritratti da Hossam; una lettura umana che, attraverso le voci di donne e uomini, ha catapultato il pubblico, in maniera immersiva, tra le macerie di Gaza e a paradossi di sopravvivenza. Storie drammatiche, raccontate e interpretate da un ottimo cast, composto anche da cittadine/i di Ravenna, che hanno creato un forte impatto emotivo. Un’esperienza che rafforza la consapevolezza dell’importanza della mobilitazione della società civile per ribellarsi politicamente, economicamente e culturalmente ai governi che, appoggiando Israele, sostengono “anti verità”. Alla fine dell’evento, dopo un’incursione pacifica organizzata dalla Casa delle Donne di Ravenna, con distribuzione di barchette di carta, con i colori della bandiera palestinese, il regista Jonathan Chadwick ha risposto alle domande del pubblico.

L’evento rientra nella programmazione del Festival delle Culture in collaborazione con Ravenna Teatro. Sul palco sono stati letti/interpretati estratti da 124 testi/lettere di Hossam al-Madhoun raccolti dal 2023 sino ad oggi, con domande dei bambini della Striscia raccolte dal Palestine Trauma Centre e testimonianze ricevute e tradotte dall’autore.

Attore e produttore teatrale, Hossam al-Madhoun, co-fondatore della compagnia Theatre for Everybody, dallo scoppio dell’ultima offensiva a Gaza, inizia a scrivere testi/lettere in cui racconta la sua quotidianità, quella della sua famiglia, i cambiamenti in corso, ciò che osserva e li spedisce a Jonathan Chadwick, autore e regista della compagnia londinese Az Theatre che dal 2003 collabora con la compagnia palestinese. Chadwick e l’attrice Ruth Lass pubblicano il materiale ricevuto e organizzano a Londra i primi ascolti collettivi: Messages from Gaza Now. Esperienza che varca i confini e arriva in Italia. Gaza Ora – Ritratti da Hossam è l’ultima versione del progetto e, grazie all’adattamento scenico di Chadwick e alla direzione Creativa di Iante Roach, lo spettacolo esordisce in prima nazionale nel gennaio del 2025 al Teatro Bellarte di Torino, in coproduzione con Tedacà (impresa culturale di Torino che lavora nell’arte scenica). Il cast è itinerante e di volta in volta coinvolge attrici/attori, non attrici/non attori, attiviste/i, artiste/i, intellettuali. A Ravenna a dare voce alle letture: Tamara Balducci, Ibtissem Beldi, Camilla Berardi, Francesca Bracchino, Salvatore Caruso, Michele Di Giacomo, Fatima Diop, Carlo Giannelli Garavini, Tahar Lamri, Franco Masotti, Laura Redaelli, Alessandro Renda e Simone Schinocca. L’incasso dei biglietti e del pranzo è devoluto ad EducAid, Ong con sede a Rimini che opera da oltre vent’anni a Gaza nella cooperazione internazionale, nei settori dell’educazione, del supporto psico-sociale e della promozione dei diritti dei gruppi più vulnerabili, in particolare persone con disabilità, minori e donne.

Hanno aderito all’evento: Comitato Rompere il silenzio, Anpi provinciale, RITI – Rete Interculturale sui Temi dell’Immigrazione (RITI), Avvocato di strada, CAP (Comitato Autonomo Portuale Ravenna), CGIL Ravenna, Emergency – Gruppo Volontari di Ravenna, Casa delle Donne Ravenna e altri in via di definizione.

Lunedì 6 otttobre, è prevista una replica per le scuole.

Il ravennate della Flotilla: «Mitra puntati, in 16 in una cella da 8, condizioni disumane. Ma abbiamo risvegliato le coscienze»

«La missione non è finita. Ora dobbiamo tutti lavorare per fare in modo che chi è ancora imprigionato in Israele torni a casa». Sono le parole di Carlo Alberto Biasioli, il 39enne operatore culturale ravennate che ha partecipato alla Global Sumud Flotilla, portando da skipper la sua barca – la “Morgana” – a una cinquantina di miglia dalla costa palestinese. Lo contattiamo al telefono, il giorno dopo il suo ritorno in Italia. «Sono sconvolto per quello che è successo in queste ore a quello che è stato un mio compagno di cella, australiano: è stato picchiato e gli è stato strappato il passaporto in faccia. C’è ancora tanta gente imprigionata in balia di Israele, che può fare un po’ quello che vuole. Io, per esempio, sono libero per il rotto della cuffia: abbiamo firmato un documento in cui semplicemente chiedevamo di lasciare il Paese prima possibile, senza addossarci nessuna colpa, ma mi risulta che sia stato firmato da tutti gli italiani. Eppure, ne hanno liberati solo alcuni, me compreso, con una scelta del tutto casuale».

Come sei stato trattato durante la reclusione?
«Sono stati momenti molto brutti. D’altronde mi aspettavo cose brutte, ma non così tanto. Davvero situazioni preoccupanti, scandalose, indecenti dal punto di vista dei diritti umani. Ci è stato chiesto però dall’organizzazione della Flotilla di non rivelare troppi dettagli fino a che tutti gli attivisti non saranno liberati, per evitare ulteriori soprusi».

I parlamentari hanno dichiarato che vi avrebbero trattato come dei terroristi…
«Loro non possono saperlo. Sono stati trattati in modo molto differente da noi. L’unico politico che ha seguito un iter come il nostro è stato Paolo Romano. Gli altri sono stati subito rilasciati, mi sono sentito un cittadino di serie B. Credo sia stata un’ingiustizia. Mi aspettavo che i politici facessero da scudo a tutti gli altri, diventassero un simbolo, invece sono stati i primi a tornare in Italia».

Cosa resta di questa esperienza?
«Nessuno in passato era riuscito ad arrivare a 9 miglia dalla costa di Gaza, come c’è riuscita invece una barca delle nostra missione. Ma quello che davvero rimane è l’essere riusciti a svegliare la coscienza di così tante persone, vedere le manifestazioni in tutto il mondo, sentire la forza della gente che ci supportava. Anche al nostro arrivo a Malpensa, nonostante fossimo solo 7 (la maggior parte degli italiani è atterrata a Roma, ndr), abbiamo ricevuto un’accoglienza fantastica. Mi sono sentito molto amato e compreso. Era evidente che la Flotilla non potesse risolvere la questione palestinese, ma è stato un ottimo inizio e se continueremo a insistere potremo incidere ancora di più».

E le polemiche?
«Si è detto che non avevamo aiuti a bordo, cosa assolutamente falsa. Noi, in particolare, avevamo caricato gli scatoloni dalla ong Music for Peace. A chi parla sui social di “crociera” o di pubblicità credo non valga nemmeno la pena rispondere».

Durante il viaggio avete subito anche attacchi dai droni.
«È stato un viaggio molto duro, la notte dei droni è stata particolarmente preoccupante. Mai, naturalmente, mi era capitato di sentire granate esplodermi vicino, tre in totale. Molto pericoloso. Fortunatamente nessuno si è fatto male, anche se ci sono state persone stordite, che hanno riportato danni provvisori. Nelle notti successive ci siamo riparati in acque territoriali greche, per evitare ulteriori attacchi».

Qui alcuni hanno lasciato la missione. Ci hai pensato anche tu?
«Quando è sceso lo skipper della mia barca, in qualità di primo ufficiale, ho sentito la responsabilità di mettermi al timone da skipper e di portare avanti la missione. Sono riuscito ad arrivare a circa 50 miglia dalla costa palestinese e ne sono orgoglioso».

Com’è stato l’abbordaggio israeliano?
«Prima ci hanno intimato di fermarci, ma eravamo in acque internazionali e non ne avevano il diritto: abbiamo proseguito. Fino a che non si è approcciata a noi una nave militare molto grande, con svariati gommoni e motovedette, che ci hanno circondato. Erano le 2.30 di notte. Militari israeliani sono saliti a bordo e ci hanno puntato i mitra, hanno spaccato le telecamere e bloccato la connessione a internet: ci hanno preso prigionieri. I militari erano accompagnati da videomaker che hanno ripreso tutto e si sono mostrati premurosi di fronte alle telecamere, offrendoci cibo e acqua, che abbiamo rifiutato, essendo solo un gesto di facciata per il videomaker».

Poi cosa è successo?
«Siamo stati trasferiti dopo un viaggio di 12 ore al porto di Ashdod, dove abbiamo aspettato seduti sul cemento 4 ore sotto il sole, in attesa del ministro, che ci ha dato dei terroristi. Quindi ci hanno smistato nei vari centri di reclusione. Non ci hanno permesso di fare telefonate, né di richiedere un avvocato. Fortunatamente l’organizzazione della Flotilla aveva già firmato una procura con un gruppo di avvocati palestinesi che lavora in Israele e che ci ha assistito con grande competenza. Si sono presentati loro, senza bisogno di essere chiamati. Erano 15-16 persone, tutte molto preparate, in quel momento mi sono sentito protetto».

Hai mai avuto paura di non riuscire a tornare?
«Sì, ho avuto paura. Anche perché mancavano completamente le comunicazioni. Anche quando ci hanno portato verso l’aereo, siamo passati davanti a un carcere e ho avuto paura che ci stessero solo trasferendo. Siamo stati in 16 in una cella da 8, era una situazione davvero estrema. Anche quando ci hanno liberato, l’obiettivo degli israeliani era quello di umiliarci: l’unica cosa che mi hanno lasciato tra i miei effetti personali è il paio di mutande che avevo in cella. Ci hanno fatto andare via con tute da carcerati e ciabatte ridotte male. Dei vestiti nuovi ce li hanno consegnati in Turchia dei volontari che li avevano comprati per noi grazie a delle donazioni».

Cosa farai ora?
«Prima di tutto andrò a parlare ovunque per cercare di tenere alta l’attenzione sulla Flotilla fino a quando non saranno liberati tutti. Poi non lo so, di certo nulla sarà più come prima. Non avevo mai fatto attivismo, ma dopo aver visto quanto marcio c’è nel mondo, e quante ingiustizie, in futuro non potrà che continuare a fare l’attivista».

Altra impresa di Sara Errani: con Jasmine Paolini vince (ancora) a Pechino

Ancora un’impresa per Sara Errani. La campionessa di Massa Lombarda, infatti, in coppia con Jasmine Paolini ha conquistato il titolo di doppio al prestigioso Wta 1000 di Pechino (bissando il successo del 2024). Le due azzurre hanno superato in finale la coppia formata dalla giapponese Kato e dall’ungherese Stollar con il punteggio di 6-7(1) 6-3 10-2.

Con questo successo, Errani e Paolini conquistano il nono titolo di coppia e il quarto del 2025: tre Wta 1000 (Doha, Roma e Pechino) e uno Slam (Roland Garros), oltre alla seconda Billie Jean King Cup consecutiva. Il trionfo al China Open vale anche il primo posto nella Race Wta di doppio, con le azzurre già certe di un posto alle Finals di Riyadh e davanti a Townsend/Siniakova.

Le pagelle del Ravenna che ha battuto la Juve: Luciani centravanti vero

Le pagelle del Ravenna che ha battuto la Juventus Next Gen (2-4). A questo link cronaca, tabellino e classifica.

ANACOURA 5,5: per una volta sicuro in uscita, tra i pali invece sul gol è tutto fuorché ineccepibile. Nel finale salva su colpo di testa (ma la parata non è certo complicata), scaraventando la palla addosso a Rrapaj che rischia di commettere fallo di mano. Non certo una sicurezza.

DONATI 6,5: altra partita di sostanza e solita leadership, sia da “braccetto” che da terzino destro. Ancora una volta, lo ribadiamo: l’anima e il valore aggiunto di questa squadra.

BIANCONI 6: fa buona guardia, senza prendersi mai dei rischi. Ammonizione un po’ ingenua che gli costa il cambio anticipato (dal 16′ st ESPOSITO 6: aggiunge un tocco di personalità in più, si fa trovare pronto anche sulle palle alte nel finale).

SOLINI 6,5: probabilmente il migliore oggi tra i difensori; il mezzo punto in meno è perché in entrambi i gol poteva forse fare di più: sul primo si fa trovare staccato dall’uomo, permettendogli di calciare; sul colpo di testa di Pugno resta invece un po’ in mezzo tra due avversari, senza riuscire a gestire bene la scalata con i compagni di reparto.

DA POZZO 6: poco impattante sulla partita, ma tiene bene in fase difensiva, in un primo tempo avaro di emozioni (dal 16′ st MOTTI 7,5: segna il 3-1 di precisione dal limite, con il portiere non prontissimo, e chiude la partita su rigore, dimostrando anche personalità. Una doppietta decisiva che si spera possa rappresentare un nuovo avvio di stagione per uno dei giocatori che più “vedono calcio” della rosa giallorossa).

TENKORANG 6: sbaglia qualche inserimento nel primo tempo, nella ripresa gestisce meglio alcuni palloni, senza strafare. Nel finale ha anche la palla del 5-2.

LONARDI 6: bene per senso tattico e posizione, può fare molto di più con la palla nei piedi, soprattutto, magari, verticalizzare. Restano alcune imprecisioni e alcuni momenti in cui sembra essere un po’ superficiale. Ma sta diventando con il passare del tempo il baricentro della squadra, su cui tutti si appoggiano.

ROSSETTI 6: meno ispirato del solito, fa comunque il suo, senza troppi fronzoli (dal 39′ st Scaringi sv).

RRAPAJ 6,5: convive con un’ammonizione pesante (ma molto intelligente) per quasi tutta la partita. Nel finale, anziché calare, viene fuori alla grande, contribuendo ancora una volta alla vittoria, alla 100esima presenza in maglia giallorossa.

SPINI 7: non sembrava essere la sua partita, qualche palla gestita male, poco coinvolto. Poi fa gol (fortunato, ma pur sempre gol) e assist. Da trequartista puro continua a essere più a suo agio, ma il bello di questo Ravenna è proprio il suo essere camaleontico (dal 39′ st MENEGAZZO 6: merita il primo voto della stagione per una palla recuperata e poi gestita da centrocampista esperto, lui che ha vent’anni).

LUCIANI 7,5: centravanti vero, lotta, difende il pallone, fa salire la squadra e gioca di sponda anche con qualità. Peccato per quell’occasione nel primo tempo in cui calcia troppo in fretta, su lancio di Donati. Nella ripresa mette a referto gol e due assist. Tanta roba, considerando che non può certo essere ancora al top della forma a causa del tempo perso per l’infortunio (dal 46′ st ZAGRE 6,5: pochi minuti, ma ancora una volta entra con lo spirito giusto. E guadagna il calcio di rigore che chiude la partita).

Il Ravenna batte anche la Juve: sesta vittoria consecutiva e fuga a tre in vetta. Tabellino e classifica

JUVENTUS NEXT GEN-RAVENNA 2-4

JUVENTUS NEXT GEN (3-5-2): Mangiapoco; Brugarello, Scaglia F., Turicchia; Turco (1′ st Anghelé), Owusu (41′ st Makiobo), Faticanti, Cudrig (38′ pt Amaradio), Puczka; Deme (30′ st Pugno), Guerra (30′ st Vacca). A disposizione: Scaglia S., Fuscaldo, Ngana, Savio, Crapisto, Van Aarle, Pagnucco, Martinez Crous, Perotti. Allenatore: Brambilla.
RAVENNA (3-5-2): Anacoura; Donati, Bianconi (16′ st Esposito), Solini; Da Pozzo (16′ st Motti), Tenkorang, Lonardi, Rossetti (39′ st Scaringi), Rrapaj; Spini (39′ st Menegazzo), Luciani (46′ st Zagre). A disp.: Stagni, Borra, Falbo, Mandorlini, Okaka, Motti, Calandrini, Esposito, Corsinelli, Ilari. Allenatore: Marchionni.
RETI: 40′ pt Spini, 7′ st Amaradio; 17′ st Luciani; 19′ st Motti; 36′ st Pugno; 50′ st Motti.
Angoli: 6-5.
Ammoniti: Rrapaj, Turco, Cudrig, Rossetti, Bianconi.

Le foto della gallery in alto sono di Paolo Baratto.

A questo link le pagelle di Luca Manservisi

Ancora una vittoria del Ravenna (la sesta consecutiva, la settima su otto partite), ancora una volta dopo il cambio modulo e i cambi di mister Marchionni. Il 4-2 con cui i giallorossi espugnano il campo di Alessandria superando (soffrendo) la Juventus Next Gen rende ormai una fuga vera quella delle tre squadre di testa nel girone B del campionato di serie C, con il Ravenna capolista insieme all’Arezzo (l’Ascoli è solo 1 punto indietro) che può vantare ben 7 punti di vantaggio sulla quarta in classifica Sambenedettese (con cui giocherà, ancora una volta in trasferta, il prossimo fine settimana).

Ancora una volta, molto succede nel secondo tempo, dopo che i giallorossi avevano chiuso in vantaggio un brutto primo tempo grazie al “gollonzo” di Spini, che calcia (male) di destro (non il suo piede) un appoggio di Luciani, mettendo fuori tempo il portiere Mangiapoco. Nella ripresa la Juve cambia modulo e diventa molto più aggressiva, trovando il pareggio con un tiro dal limite su cui Anacoura poteva senza dubbio fare di più. Arriva quindi anche il cambio modulo del Ravenna, con il solito Spini che passa a fare il trequartista dietro a due punte, tra cui Motti, che si rivelerà decisivo con una doppietta (tiro da fuori di sinistro molto preciso sul secondo palo e rigore in pieno recupero). Nel mezzo, il gol del vantaggio di Luciani, freddo a superare il portiere su assist di Spini. Sul 3-1 la Juve accorcia e rende piuttoso impegnativi dieci minuti di gara prima del definitivo 4-2.

Classifica: Arezzo e Ravenna 21; Ascoli 20; Sambenedettese 14; Ternana 13; Gubbio, Campobasso e Pianese 12; Juventus Next Gen 11; Guidonia 10; Forlì 9; Vis Pesaro, Pineto e Carpi 8; Pontedera e Livorno 7; Torres e Bra 5; Perugia 3; Rimini -4.

Mareggiate e allagamenti sui lidi ravennati e nel Cervese

Mareggiate in corso sui lidi ravennati e nel Cervese. Come previsto anche dall’allerta meteo arancione valida per tutta la giornata di oggi, domenica 5 ottobre, si sono verificate ingressioni marine.

Allagati gli stabilimenti balneari, con il mare che in alcuni casi sta entrando nelle varie località, a Lido Adriano in particolare.

Attivato il Coc, il centro operativo comunale di protezione civile. «Stiamo monitorando la situazione – commentava il sindaco poco prima mezzogiorno – che, al momento, presenta maggiori criticità a Marina di Ravenna, Lido di Savio e Lido Adriano, così come in tante altre località della costa romagnola.
L’effetto combinato dell’alta marea e del forte vento sta infatti producendo fenomeni di ingressione marina diffusa».

Apre il primo negozio “Legami” in provincia di Ravenna

Apre il primo negozio monomarca “Legami” in provincia di Ravenna. Si tratta del brand molto noto (soprattutto tra le giovani e giovanissime) per gli articoli di cartoleria, che negli anni ha ampliato l’offerta anche ad altri articoli (accessori per la casa, prodotti per il viaggio, per il beauty, giocattoli vintage).

Attualmente sul sito del brand è aperta una selezione (“urgente”) per individuare il futuro manager del negozio, che aprirà prossimamente al centro commerciale Esp di Ravenna.

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