domenica
21 Dicembre 2025

Ricostruzione post alluvione: online una piattaforma per chi non ha ancora presentato domanda di rimborso

Uno strumento utile per snellire e semplificare il processo di richiesta di rimborsi per chi è stato danneggiato dalle ondate di maltempo del 2023 e 2024. Da ieri (25 settembre) è online Indica, la piattaforma digitale che consente a cittadini e imprese di manifestare la volontà di accedere ai contributi per la ricostruzione privata.

L’iniziativa, disciplinata dall’ordinanza 52/2025 del commissario straordinario per la ricostruzione, Fabrizio Curcio, si rivolge a coloro che alla data dell’entrata in vigore dell’atto stesso, il 2 settembre scorso, non avevano presentato domanda di contributo e intendono però accedere ai rimborsi. Indica è stata realizzata dalla struttura commissariale in collaborazione con il Settore Digitalizzazione, promozione, comunicazione, liquidazioni (Direzione generale Conoscenza, ricerca, lavoro, imprese della Regione Emilia-Romagna).

L’iscrizione, in ogni caso, non è vincolante alla richiesta effettiva dei contributi, che rimane disponibile su Sfinge. Compilare la dichiarazione, infatti, non è obbligatorio e non vincola a presentare successivamente la domanda per il contributo. Se, invece, si decide di compilare e, successivamente, di proseguire nell’iter, con la richiesta di contributo, si avrà diritto a un titolo di priorità nella fase dell’istruttoria relativa alla concessione del rimborso.

«Si tratta di uno strumento utile sia ai cittadini e imprese, sia alle istituzioni – commenta la sottosegretaria alla presidenza con delega alla Protezione civile della Regione, Manuela Rontini -: da un lato, infatti, permette ai privati di manifestare la propria volontà di accedere ai contributi e avere poi la priorità nell’analisi della richiesta, dall’altro è importante per avere un quadro generale di quanti ancora stanno aspettando di fare domanda in attesa della semplificazione delle procedure».

Come si accede

A partire da Sfinge Alluvione 2023, https://alluvione2023.regione.emilia-romagna.it/, il portale della Regione Emilia-Romagna tramite cui le imprese e le persone fisiche interessate dalle alluvioni dal 1° maggio 2023 possono compilare e inoltrare le domande di rimborso, è possibile accedere a Indica autenticandosi con SPID, CIE, CNS. Il sito del commissario di governo per la ricostruzione, https://commissari.gov.it/alluvionecentronord2023/indica/, rimanda infatti a Sfinge.

Tempi e procedure

La manifestazione di volontà dev’essere completata entro il 31 ottobre 2025 attraverso la piattaforma Indica. Per la compilazione sono necessari i dati anagrafici completi del dichiarante (PEC obbligatoria), informazioni catastali dell’immobile (foglio, particella, sub), destinazione d’uso dell’edificio danneggiato, numero di unità immobiliari coinvolte, superficie dell’edificio in metri quadrati, stima approssimativa del danno (facoltativa).

A chi è rivolta

Possono usare Indica tutti i soggetti che, al 2 settembre scorso, non avevano ancora presentato domanda di contributo e rientrano nei territori inclusi nella ricostruzione post-alluvione 2023-2024; per l’Emilia-Romagna, sono previste tutte le province.

L’accordo quadro tra Eni e Comune è saltato dopo il pagamento dell’Imu

C’è una correlazione tra il mancato rinnovo dell’accordo-quadro tra Eni e il Comune di Ravenna e il pagamento dell’Imu sulle piattaforme offshore. Quello che era un dubbio avanzato nel nostro editoriale della settimana scorsa, è confermato dall’assessore al Patrimonio Massimo Cameliani: «Dopo il contenzioso sull’Imu, le relazioni con Eni si sono interrotte e l’accordo non è stato rinnovato».

L’accordo di collaborazione tra Eni e Palazzo Merlato è stato siglato per la prima volta nel 1993, durante il (breve) mandato del sindaco Miserocchi, e aveva una durata triennale per una somma di 3 milioni di euro all’anno. L’ultima volta – la nona – è stato rinnovato nel 2021 con De Pascale, ma solo per un anno e riducendo la cifra a 2 milioni. Grazie a questa intesa, il Comune otteneva dalla multinazionale dei fondi per sostenere alcune azioni di compensazione all’impatto ambientale delle attività estrattive che Eni effettua al largo di Ravenna. Le risorse venivano stanziate soprattutto per i ripascimenti e la difesa del litorale, la cui erosione è accentuata dal prelievo di metano dal sottosuolo, che aumenta la subsidenza. Ma tra i contributi di interesse pubblico figuravano anche borse di studio erogate attraverso la Fondazione Enrico Mattei, sostegni alle startup locali tramite l’incubatore Colabora, sponsorizzazioni di eventi come la Festa della cozza e attività di monitoraggio ambientale.

A un certo punto, le tempistiche degli accordi-quadro si intrecciano con quelle del pagamento dell’Imu sulle piattaforme in mare. Nel 2016 la Cassazione ha equiparato queste strutture agli immobili sulla terraferma, quindi accatastabili. Da allora tutti i Comuni con piattaforme situate entro le 12 miglia dalla costa, in acque di competenza amministrativa, hanno iniziato a chiedere di pagare l’imposta. Solo in Romagna, Eni ha un conto di oltre 100 milioni di euro. L’azienda, ritenendo che l’Imu non fosse dovuta, ha fatto ricorso contro tutte le amministrazioni, ma finora i giudici le hanno sempre dato torto. L’ultima sentenza risale a due settimane fa, quando gli ermellini hanno imposto al cane a sei zampe di pagare 7 milioni di Imu arretrata ai Comuni di Cesenatico e Crotone.

Anche a Ravenna Eni aveva inizialmente avviato un contenzioso, ma poi la vicenda si è conclusa con un accordo tra le parti, senza arrivare al giudizio. Si tratta dell’unico Comune ad avere risolto la questione senza passare dalle aule di tribunale. Nel 2018 Eni e Palazzo Merlato hanno siglato un accordo per 9,5 milioni all’anno sull’Imu dovuta dal 2012 al 2015, mentre lo scorso novembre hanno patteggiato per altri 43 milioni sul 2016-2019. «In questo modo abbiamo accelerato i tempi e incassato l’imposta con tanto di interessi», afferma Cameliani, che ha seguito la questione da assessore durante il suo precedente mandato. «Resta in sospeso solo un contenzioso sulle sanzioni».

È a questo punto che le due vicende si intrecciano. «Con il contenzioso per il pagamento dell’Imu, i rapporti con Eni si sono raffreddati e questo ha inciso sulla mancata interlocuzione per il rinnovo dello storico accordo-quadro», prosegue Cameliani. «Inoltre i tempi si sono allungati per la fine anticipata del secondo mandato di De Pascale. Ciò non esclude che si possa intavolare una nuova discussione. La nostra intenzione c’è, ma prima di ragionarci preferiamo attendere la conclusione del contenzioso sulle sanzioni». L’assessore sottolinea però che «occorre la volontà da entrambe le parti» e che «definire i contenuti per un accordo-quadro richiede almeno un anno e mezzo di lavoro». Per quanto riguarda la durata annuale dell’ultimo accordo, al contrario dei precedenti otto che erano triennali, Cameliani precisa che «in quella fase non si riusciva a pianificare un accordo triennale con Eni, quindi si è concordato sull’annuale».

I due temi sono distinti tra loro. Da una parte c’è una tassa dovuta per legge: Eni riteneva di non doverla pagare, ma l’orientamento della giurisprudenza è finora consolidato nel darle torto. Dall’altra c’è un accordo volontario con cui la multinazionale, su sollecito del Comune di Ravenna, accettava di erogare un contributo economico per una serie di azioni di interesse pubblico sul territorio. Resta il fatto che questo accordo non è stato rinnovato proprio dopo che Eni ha accettato di pagare la seconda tranche dell’Imu sulle piattaforme situate nelle acque ravennati.

L’assessore Cameliani parla di «relazioni interrotte», eppure Palazzo Merlato è stato l’unico a riuscire a incassare l’Imu grazie a un patteggiamento anziché a una sentenza. Resta dunque da capire se sia stata Eni a rifiutarsi di rinnovare l’accordo-quadro oppure se sia stato il Comune a rinunciarvi. Dalla multinazionale ci scrivono solamente che «i rapporti tra Eni e il Comune di Ravenna sono storicamente improntati alla massima collaborazione. Non abbiamo commenti sugli accordi di collaborazione, sui quali non ci sono mai state preclusioni». E questo fa sorgere qualche interrogativo sull’operato del Comune, nel caso abbia rinunciato a rinnovare l’accordo nell’ambito della trattativa sull’Imu, oppure sull’atteggiamento della stessa Eni: l’azienda ha chiuso l’ultimo bilancio con 5 miliardi di utile, ma ha cercato di evitare di pagare 100 milioni di imposta dovuta. E nel caso di Ravenna, almeno secondo quanto riferito da Cameliani, avrebbe in seguito interrotto le relazioni per rinnovare il contributo economico volontario che storicamente riconosceva al territorio.

Snam conferma l’arrivo del gas russo a Ravenna. «Ma è successo solo una volta, non siamo noi a decidere ed è comunque permesso»

La Snam, azienda a partecipazione pubblica proprietaria della nave rigassificatrice al largo di Ravenna, interviene sulla vicenda denunciata dall’inchiesta di Presa Diretta, confermando l’approdo di un carico di Gnl dalla Russia. Nel dettaglio, su 9 carichi approdati a Ravenna, 6 sarebbero provenienti dagli Usa, 2 da Mauritania e Senegal e 1 probabilmente appunto dalla Russia.

L’azienda sottolinea come non sia Snam a comprare e vendere gas, «ruolo svolto dagli shipper», ma sia invece unicamente tenuta a fornire servizi (di trasporto, rigassificazione e stoccaggio) alle condizioni stabilite dall’autorità preposta «a chiunque li richieda, e non è pertanto in alcun modo coinvolta nella scelta dei relativi fornitori». E inoltre, Snam «ricorda infine che, a differenza di quanto interessa altri prodotti e settori già dal 2022, nell’Unione Europea non sono in essere divieti all’importazione di Gnl dalla Russia, a condizione che il terminale di destinazione sia collegato alla rete di trasporto». Come nel caso di Ravenna.

«Per completezza di informazione», Snam conclude rivelando che il cargo incriminato sarebbe l’unico con Gnl russo arrivato in Italia dei circa 160 giunti nei 5 terminali del Paese nel corso del 2025.

Cordoglio per Giulia, la 25enne morta travolta da un treno a Pinarella

Si chiamava Giulia Valgimigli e abitava a Forlì, dove lavorava come cameriera in un locale, la 25enne morta nella serata di mercoledì 24 settembre a Pinarella, travolta da un treno.

Il Serial Burgher di Forlì l’ha ricordata con uno striscione e un minuto di silenzio. Tanti sui social i messaggi di cordoglio, a partire dai clienti del locale, che la ricordano per la sua gentilezza e il suo sorriso.

Secondo quanto finora ricostruito, la ragazza si trovava vicino ai binari insieme al fidanzato, impegnata in un tentativo azzardato di prendere una sorta di scorciatoia a piedi, per evitare di raggiungere il passaggio a livello distante qualche centinaia di metri, in via Malva Sud. Il treno l’ha colpita, facendola sbalzare contro la recinzione.

La Settimana europea dello Sport arriva in Darsena per il weekend

Anche ravenna partecipa alla Settimana europea dello sport, con una serie di iniziative in Darsena dedicate a atleti e appassionati.

L’evento è nato nel 2015 per volere della Commissione europea, allo scopo di incentivare uno stile di vita attivo e sano: la decima edizione si svolgerà fino al 30 settembre.

Dal 26 al 28 settembre il Circolo Velico Ravennate  trasformerà la Darsena in una cittadella dello sport, dove i giovani potranno conoscere e provare le diverse discipline sportive assistiti dai tecnici delle associazioni sportive dilettantistiche e delle federazioni sportive nazionali. In particolare domenica 28 settembre si svolgerà Navigare per Ravenna, manifestazione nata nel 2014 da un’idea del Circolo Velico Ravennate e del Comune di Ravenna per contribuire, attraverso lo sport, a ridare vita alla Darsena di città e al suo specchio acqueo.

Una pedalata (o camminata in caso di pioggia) per scoprire bellezze e curiosità della Darsena di Ravenna è invece in programma sabato 27 settembre (dalle 17 alle 19) nell’ambito del festival Manualetto. Il ritrovo è presso la testata della Darsena e il rientro è presso Manualetto con aperitivo finale (iscrizione obbligatoria).

Domenica 28 settembre sarà invece la volta della Pink Ranning, con partenza dall’area antistante la sede dell’Autorità Portuale. La manifestazione ludico-motoria nasce dalla collaborazione tra Ravenna Runners Club e Linea Rosa, il centro di Ravenna che da oltre trent’anni combatte la violenza contro le donne.

La Darsena si appresta dunque ad ospitare coloro che vorranno sperimentare sport e attività fisica, offrendo anche occasioni di ristoro, incontri e musica. Nello stesso weekend infatti la Darsena ospiterà anche l’evento di street food, con decine di “truck” dal mondo.

Prosegue poi Manualetto, evento culturale “fuori dagli schemi” in via Zara: dal 25 al 28 settembre talk, live set, cinema, teatro, performance e architetture effimere nel cuore della Darsena, a cura di Denara e Studio Doiz.

Da Ravenna a Rimini in bici (e in treno) con l’Adriatica Bike Tour

Da Ravenna a Rimini in bicicletta e in treno, per promuovere la Ciclovia Adriatica e mostrare come cicloturismo e trasporto pubblico possano diventare una vera alternativa all’auto privata: questo è il progetto dell’Adriatica Bike Tour 2025, la staffetta organizzata dalla Regione in collaborazione con Itl (Istituto sui trasporti e la logistica) e Fiab (a Federazione italiana ambiente e bicicletta), che dal 24 al 25 settembre attraversa la costa emiliano-romagnola con l’obiettivo di sensibilizzare i cittadini a un uso più diffuso delle due ruote e a un modello di mobilità integrata.

La staffetta, proveniente da Chioggia e diretta a Pesaro è ripartita da Marina Romea questa mattina (25 settembre), in bici lungo la costa, ed è proseguita in modalità bici+treno fino a Rimini.

L’Adriatica Bike Tour si inserisce nell’ambito del progetto Cyros – Interreg Italia-Croazia (Adriatic Ionian Cycle Route for Sustainable Tourism), un’iniziativa di cooperazione transfrontaliera avviata nel 2024 e attiva fino al 2026, che punta, oltre a rafforzare i collegamenti ciclabili lungo la costa, a potenziare la rete comune tra Italia e Croazia.
Presenti alla partenza di oggi anche le assessore regionali ai Trasporti e Infrastrutture, Irene Priolo, e al Turismo, Roberta Frisoni, insieme ai sindaci di Ravenna, Alessandro Barattoni, e di Rimini, Jamil Sadegholvaad, ai rappresentanti di Itl.

In questa occasione, la Federazione italiana ambiente e bicicletta ha consegnato al Comune di Ravenna la bandiera del “Comune Ciclabile”, il riconoscimento assegnato alle città che investono in mobilità sostenibile e ciclabilità.

«Cicloturismo e intermodalità – osserva il sindaco di Ravenna, Alessandro Barattoni – sono due temi che ci stanno a cuore perché contribuiscono a valorizzare il territorio e a preservare l’ambiente. Il completamento della Ciclovia Adriatica da Porto Corsini a Classe era uno degli interventi annunciati in campagna elettorale e inseriti nel programma di mandato: questa ciclovia rappresenta un’infrastruttura strategica che lega mobilità, accessibilità e inclusività territoriale, con un’attenzione alla salvaguardia dei paesaggi attraversati anche in relazione ad aree di alto valore ambientale».

La Ciclovia Adriatica collega Trieste con Leuca lungo un percorso di 1.751 km e percorre il territorio del comune di Ravenna per 23 chilometri, da Porto Corsini fino alla pineta di Classe. L’intervento complessivo, del valore di 11,3 milioni di euro, comprende manutenzione straordinaria di percorsi esistenti e tratti di nuova costruzione. Sono attualmente in corso gli interventi di manutenzione straordinaria, che interessano circa 18,9 chilometri.
Inoltre, saranno realizzati 3,6 nuovi chilometri entro giugno 2026, a cui si aggiungeranno ulteriori 700 metri entro la fine dell’anno, in parte realizzati con fondi Pnrr.

La Regione Emilia-Romagna ha definito obiettivi chiari per ridurre traffico e inquinamento, in coerenza con il Piano aria integrato regionale 2030 e con il Prit 2025, orientando le politiche di trasporto verso un riequilibrio a favore della mobilità collettiva e non motorizzata. Tra il 2020 e il 2025 sono stati destinati 228 milioni di euro, di cui 164 milioni di risorse regionali, per programmare 1000 chilometri di nuove piste ciclabili, mettere in sicurezza i tratti esistenti, ricucire i collegamenti discontinui, realizzare velostazioni, parcheggi bici e “school streets”. Sul fronte degli incentivi alla domanda, con il programma Bike to Work sono stati erogati contributi per 5,1 milioni di euro a fronte di una spesa complessiva di 7,4 milioni, con oltre 10mila partecipanti e quasi 5 milioni di chilometri percorsi casa-lavoro in bicicletta.

A questi si aggiungono altri 3,3 milioni di euro per la sharing mobility e 9 milioni di euro per sostenere l’acquisto di biciclette e cargo bike a pedalata assistita: oltre 15mila i mezzi finanziati, con contributi fino a 1000 euro. Risorse che si sommano agli interventi infrastrutturali e contribuiscono all’obiettivo di ridurre del 20% il traffico veicolare privato entro il 2030.

«Gli investimenti messi in campo dalla Regione parlano chiaro – commentano Priolo e Frisoni -. 162 milioni tra il 2020 e il 2025, a cui si aggiungono altri 64 milioni di cofinanziamento degli enti, per realizzare 1.000 chilometri di nuove piste ciclabili, 5,1 milioni per favorire gli spostamenti casa-lavoro in bicicletta, nuove velostazioni e contributi per l’acquisto di cargo bike a pedalata assistita. Azioni coordinate e strutturali, che fanno della mobilità sostenibile non solo un obiettivo, ma una realtà già in movimento».

Al Mar arriva “Le Grand Soleil”, il grande mosaico firmato da Chagall

Il Mar si prepara alla mostra di Marc Chagall in programma dal 18 ottobre al 18 gennaio 2026, con l’arrivo del capolavoro Le Grand Soleil (1965-1967). La grande opera del maestro russo-francese è arrivato al Museo di Ravenna nella mattinata di oggi (25 settembre) e sarà il pezzo protagonista del percorso Chagall in mosaico. Dal progetto all’opera.

Le Grand Soleil è un mosaico di notevoli dimensioni, dalla forte carica simbolica e cromatica e rappresenta un unicum nella produzione artistica di Chagall. Realizzato insieme al mosaicista ravennate Lino Melano, viene esposto per la prima volta in Italia e torna visibile al pubblico dopo decenni. L’opera infatti fu originariamente concepita come dono alla moglie Valentina per la loro residenza “La Colline” a Saint-Paul-de-Vence ed è rimasta per anni lontana dai riflettori. Grazie a un attento restauro curato da Benoit e Sandrine Coignard, promosso e sostenuto dal Mar, l’opera torna oggi al suo splendore originario e potrà essere ammirata dal pubblico in tutta la sua intensità.

«Con l’arrivo di Le Grand Soleil, il Mar si conferma punto di riferimento internazionale per l’arte musiva e luogo privilegiato per scoprire nuove prospettive sui grandi maestri del Novecento» commenta la direzione del museo. La mostra è frutto di un lavoro condiviso con il Musée national Marc Chagall di Nizza.

La cura è del direttore generale dei Musées nationaux du XX e siècle des Alpes-Maritimes, Anne Dopffér, del responsabile scientifico del Museé national Marc Chagall, Grégory Couderc, dalla conservatrice del MARGiorgia Salerno e del direttore artistico della IX Biennale di Mosaico Contemporaneo, Daniele Torcellini, con la collaborazione di Archives & Catalogue raisonné Marc Chagall e il sostegno della Regione Emilia-Romagna, di Marcegaglia e della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.

Aggredisce l’anziana madre e il suo compagno: arrestato dopo la segnalazione di un passante

Un intervento tempestivo della polizia ha portato all’arresto di un uomo ieri sera (24 settembre) per maltrattamenti domestici (in particolare nei confronti della madre e del suo compagno) e resistenza a pubblico ufficiale.

La segnalazione è arrivata alla centrale operativa da parte di un cittadino che aveva soccorso per strada un’anziana donna fuggita da casa. Quest’ultima gli avrebbe riferito di essere stata aggredita dal figlio, che avrebbe colpito anche il compagno dell’anziana.

Gli agenti hanno quindi raggiunto l’abitazione segnalata, sentendo grida provenire dall’interno. Una volta entrati, l’uomo si sarebbe scagliato sui poliziotti, cercando di aggredirli con calci e pugni. I poliziotti hanno bloccato il soggetto, costatandone l’evidente stato di alterazione: oltre ad aver minacciato e colpito la madre e il compagno, avrebbe infatti anche danneggiato arredi e porte della casa.

Si è quindi proceduto con l’arresto e con il trasferimento in carcere su disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Nascono “Le forme del jazz a venire”, quattro concerti al Cisim con artisti under 35

Particolarmente incentrata sull’elemento giovanile (l’età media degli artisti coinvolti è di 25 anni) nasce una nuova manifestazione musicale, “Le forme del jazz a venire”, organizzata da Jazz NetworkETS con il sostegno del Ministero della Cultura e di SIAE – Società Italiana degli Autori ed Editori, nell’ambito del programma “Per Chi Crea”, dedicato alla valorizzazione degli artisti under 35, che si svolgerà nell’arco di due fine settimana (26-27 settembre e 3-4 ottobre) al Cisim di Lido Adriano, portando sotto i riflettori formazioni jazzistiche emergenti. A rimarcare il ruolo fondamentale dell’elemento anagrafico è anche la location che ospiterà i concerti (tutti alle ore 21.30 e a ingresso gratuito): il Cisim di Lido Adriano, col suo valore aggiunto di centro di aggregazione giovanile.

Il trio di Edoardo Ferri, Federico Campanello e Fabrizio Doberti, il progetto “Relevé” di Anaïs Drago, il Not to Mention Trio e Lorenzo Simoni Quartet e dimostreranno come il jazz contemporaneo non segua più una logica di costante progresso lineare (come ai tempi in cui Ornette Coleman registrava il disco The Shape of Jazz to Come, che chiaramente ispira il nome della rassegna) bensì si muova in una pluralità di direzioni, nutrendosi delle più disparate tradizioni musicali, oltre che di quella strettamente jazzistica. Non più “la forma” ma “le forme del jazz a venire”.

Il chitarrista Edoardo Ferri, il contrabbassista Federico Campanello e il batterista Fabrizio Doberti saranno i protagonisti dell’esordio di “Le forme del jazz a venire”, venerdì 26 settembre. Il materiale originale del trio e le improvvisazioni collettive si integrano con spunti compositivi derivanti dal jazz classico e contemporaneo, dalla musica europea, dal rock. L’unità stilistica è raggiunta grazie alla vivace interazione fra le personalità di tre musicisti che vanno annoverati fra i più brillanti giovani della scena jazzistica italiana.

Si prosegue sabato 27 settembre con la violinista Anaïs Drago, alla guida di un trio con il clarinettista Federico Calcagno e il batterista e percussionista Max Trabucco. La formazione, fresca di debutto discografico (il live Relevé), traduce in musica gli spunti estetici di artisti e autori quali Paul Klee, Umberto Boccioni e Alejandro Jodorowsky, utilizzando il vocabolario del jazz classico e d’avanguardia nonché della musica classico-contemporanea. A saldare questi ingredienti c’è un sapiente uso dell’improvvisazione, che si manifesta in una sorta di gioco di citazioni impazzite. Vincitrice del Top Jazz 2021 come miglior nuovo talento, Anaïs Drago firma un progetto multidisciplinare dai peculiari impasti sonori.

Il secondo fine settimana di “Le forme del jazz a venire” si aprirà, venerdì 3 ottobre, con l’esibizione del Not to Mention Trio, formazione romagnola che unisce i talenti del pianista e tastierista Marco Pierfederici, del bassista elettrico Vito Bassi e del batterista Mattia Zoli. La band lavora sulle formule ben collaudate del jazz moderno, proiettate in una dimensione attuale e giocosa, esibendo una curiosità che va ben oltre il jazz: le loro scalette si aprono al funk e alla fusion e si completano anche con classici del repertorio internazionale.

Per la serata conclusiva, sabato 4 ottobre, è atteso il quartetto di Lorenzo Simoni. Sebbene ancora giovanissimo, il sassofonista toscano vanta già numerose affermazioni in concorsi nazionali e internazionali, alcune delle quali proprio con la formazione che porterà a Ravenna. In essa Simoni ha riunito musicisti coi quali già suonava separatamente da anni. La band è nata quindi già con una solida intesa, per affrontare un repertorio di composizioni originali del leader.

Info: leformedeljazzavenire.it

Gas russo per rifornire il rigassificatore: l’inchiesta di Presa Diretta punta il dito su Ravenna

Ravenna torna al centro di un’inchiesta nazionale, questa volta a causa del suo rigassificatore. L’impianto, installato al largo di Punta Marina per ridurre la dipendenza dal gas russo, secondo un’inchiesta di Presa Diretta potrebbe invece essere rifornito proprio con idrocarburi del Cremlino.

Ad anticipare la notizia, Antonio Lazzari e Marco Maiolini di Europa Verde – Verdi Ravenna che raccontando di essere stati contattati dal giornalista di Rai 3 Andrea Vignali.

Secondo le ricerche di Vignali, il 14 luglio alcuni pescatori avrebbero ripreso la metaniera spagnola LNG Geneva mentre trasferiva gas alla SW Singapore ravennate. Dai registri risulta che la LNG Geneva provenisse da El Ferrol, tuttavia, il tracciato mostra che dopo la partenza dalla Spagna la metaniera ha navigato verso nord. Una volta superata la Norvegia e raggiunti i pressi dell’isola di Kola, in Russia, il segnale gps sarebbe stato spento, commettendo una grave violazione del Codice del mare. Tre giorni dopo, la nave ha riattivato il tracking, mostrando un aumento del pescaggio: era più pesante, quindi carica. Secondo Vignali, tutti gli indizi disegnano un rifornimento di gas , probabilmente nel porto di Murmansk.

La puntata andrà in onda domenica 28 alle 20:30 su Rai 3. Europa Verde Ravenna e la rete Per il Clima fuori dal fossile avrebbero fornito al giornalista supporto logistico e storico, aiutnandolo nella ricostruzione del percorso che ha portato all’insediamento del rigassificatore a Ravenna. Oggi Lazzari e Maiolini chiedono, a nome di Europa Verde Ravenna, che il governo riconosca alla città «la presa in giro dei suoi abitanti e dei suoi governanti, in una mera strategia finanziaria utile a portare più soldi nelle casse di alcune aziende scaricando i costi sul territorio».

Tra le richieste del partito (che a livello locale sostiene la maggioranza locale guidata dal Pd, partito che ha fortemente voluto il rigassificatore a largo delle coste ravennati) la dichiarazione ufficiale e pubblica da parte del governo dei rifornimenti russi, qualora questi venissero confermati, e il tracciamento degli extraprofitti derivati da queste operazioni, visto il gas russo è più a buon mercato rispetto a quello statunitense. Inoltre, i Verdi chiedono che venga riconosciuta alla cittadinanza e al territorio una parte dei profitti reali delle speculazioni finanziarie, al fine di sostenere le famiglie in povertà energetica e i ripagare i danni che quasi sicuramente avremo alla costa e all’ambiente.

L’ultima richiesta invece riguarda l’ammissione da parte del governo che il rigassificatore è un progetto inutile e superato per il Paese e di individuare una data di smantellamento prima dei 25 anni previsti.

Una ragazza di 25 anni è morta travolta da un treno

Una ragazza di 25 anni, originaria del Forlivese, è morta nella serata di ieri (24 settembre) travolta da un treno a Pinarella di Cervia, nei pressi dei binari in via Malva Sud.

Dalle prime ricostruzioni – citiamo un’agenzia dell’Ansa – si tratterebbe di un incidente con alcuni elementi ancora da chiarire. La giovane era insieme a un altro ragazzo, forse il fidanzato, e i due stavano camminando velocemente o correndo, poco dopo le 21 nei pressi della massicciata ferroviaria quando lei è stata urtata dal treno e sbalzata contro un ostacolo fisso. Il ragazzo si trovava a distanza ed è riuscito a scansarsi.

La polizia ferroviaria ha sentito il giovane, il macchinista e sono stati convocati i genitori di lei. Si sta cercando di capire dove stavano andando e un’ipotesi è che stessero utilizzando quel percorso per raggiungere presumibilmente la loro abitazione. È stato avvisato il pm di turno Raffaele Belvederi.

Inevitabili disagi nella circolazione ferroviaria e in quella stradale, con il passaggio a livello rimasto chiuso per ore (la foto è di un lettore, scattata poco dopo la tragedia).

Al Rasi la presentazione pubblica della stagione dei teatri di Ravenna

Sabato 27 settembre alle ore 11 al Teatro Rasi di via di Roma si tiene la presentazione alla città del programma della stagione dei teatri di Ravenna 2025-2026.

Gli spettacoli e tutte le iniziative legate agli eventi in calendario saranno illustrati da Alessandro Argnani e Marcella Nonni, che condividono la direzione del Centro di Produzione Teatrale. Saranno presenti Alessandro Barattoni, sindaco di Ravenna, e Fabio Sbaraglia, assessore alla Cultura del Comune.

L’ingresso è libero.

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