sabato
20 Dicembre 2025

Dante con la kefiah e la bandiera palestinese, in vetrina alla biblioteca Oriani

È rimasta “chiusa per Gaza”, negli spazi della biblioteca Oriani di Ravenna, la mostra collettiva “Dante Plus”, ideata e curata da Marco Miccoli e dedicata alla figura del Sommo poeta e alla Divina Commedia.

In vetrina, nella giornata dello sciopero, una sorta di manifesto con Dante con la kefiah, sullo sfondo la bandiera palestinese, in un’opera di Ben Zeno, noto street artist pesarese.

Dante Plus

La mostra, che avrebbe dovuto chiudere il 28 settembre, verrà prorogata fino al 6 ottobre visto la grande affluenza di pubblico: aperta da metà giugno, in tre mesi ha già ospitato circa 40mila visitatori. L’ingresso è gratuito.

 

Le armi dei criminali. La polizia: «Spesso accanto alla droga, sono l’anti-rapina dei trafficanti»

Il litigio per futili motivi fra i due clienti nel night club sembrava risolto. Invece uno ha lasciato il locale, è andato a prendere una pistola, una Cz 75 Bd calibro 9×21 semiautomatica costruita in Repubblica Ceca, e quando l’altro è uscito gli ha sparato contro quattro colpi ferendolo con uno di striscio all’inguine (5 giorni di prognosi). È successo all’alba del 5 ottobre 2024 a Castel Bolognese, all’esterno del Bolero in via Emilia. È l’ultimo episodio in provincia di Ravenna in cui un’arma ha fatto fuoco in un contesto di criminalità (l’assalitore è stato arrestato poche ore dopo a casa della compagna a Solarolo e poi condannato).

Quel modello di pistola viene costruito dal 1975, ne sono stati fabbricati circa un milione di esemplari e si trova sul mercato legale dell’usato a circa 600 euro. Gli accertamenti della polizia hanno appurato che quell’arma era stata rubata nel 2021 da un’abitazione di Argenta, in provincia di Ferrara, dove era regolarmente detenuta.

«Vogliamo capire il percorso fatto in tre anni per passare dal furto di Argenta alla sparatoria di Castel Bolognese», disse il procuratore capo Daniele Barberini alla stampa. La volontà di tracciare i passaggi di mano della pistola nasce da una considerazione espressa dallo stesso magistrato: «Nei tempi recenti, troppo spesso sono spuntate armi sul nostro territorio nel corso di indagini per reati non connessi al traffico di armi. Notiamo che ne circolano sempre di più. Non mi riferisco solo ad aggressioni e tentati omicidi, come in questo caso, ma anche ai sequestri che facciamo. Capita spesso che accanto a droga o refurtiva si trovino pistole. È uno scenario preoccupante perché aumenta la pericolosità dei soggetti criminali e anche questioni di minore gravità possono poi avere conseguenze drammatiche».

Oltre al caso di quei giorni di inizio ottobre, Barberini ricordò l’episodio di maggio 2024 a Savio: una ragazza fu ferita da due dei cinque colpi sparati da un uomo (che di recente ha manifestato la volontà di patteggiare una pena di cinque anni) da un’auto che aveva accostato sul ciglio della statale Adriatica dove la giovane si prostituiva. Un agguato connesso al racket della prostituzione sulla riviera romagnola. E se andiamo a dicembre 2023 troviamo un uomo gambizzato davanti a un bar di Santerno per un debito di droga (anche il ferito fu poi arrestato perché spacciava dal letto di ospedale). In totale fanno tre sparatorie in strada con tre feriti negli ultimi due anni.

La presenza di armi sul territorio è tornata di attualità anche oggi, 22 settembre, con la notizia di un piccolo arsenale ritrovato in un terreno in Bassa Romagna: quattro fucili e un revolver.

Danilo Morelli, poliziotto di lungo corso in forza alla squadra mobile della questura, sintetizza così i canali di approvvigionamento delle armi per i criminali locali: «I furti nelle abitazioni in zona sono la via principale. Non sono fatti su commissione, il ladro entra nelle case in cerca di oggetti di valore, ma se trova una pistola la prende volentieri perché sa che c’è un mercato su cui piazzarla con facilità. E l’altra via è l’importazione clandestina di armi di epoca sovietica di cui c’è ancora grande disponibilità nell’Est Europa».

Se si sfoglia la rassegna stampa delle principali indagini svolte dalla polizia, emerge anche il tipo di rapporto tra criminali e armi: «A parte qualche caso isolato – continua Morelli –, la criminalità locale considera le armi come una sorta di “polizza assicurativa” per tutelarsi da qualche rivale piuttosto che uno strumento per imporsi con la forza. Non siamo in zone in cui si fanno affari con la riscossione del pizzo dai commercianti e serve la pistola per intimorire, così come non risultano tracce di traffici d’armi».

Insomma, la pistola fa comodo averla per proteggersi: «Possiamo dire che è una sorta di “anti rapina” che troviamo spesso accanto alla droga – riassume Claudio Cagnini, che ha diretto per otto anni la squadra mobile di Ravenna e ora è alla divisione Anticrimine –. Un esempio viene dall’operazione “Pike” del 2018 in cui sequestrammo 40 kg di eroina in un appartamento in città. La banda aveva i suoi interessi nel narcotraffico, ma sotto a un materasso trovammo quattro pistole avvolte in pezze di stoffa con relative munizioni, due risultarono rubate da poco tra Rimini e Forlì e un’altra aveva la matricola abrasa. La presenza di quattro borsoni per il trasporto della droga faceva pensare che ogni corriere si mettesse in viaggio armato per proteggersi».

Ma anche il piccolo pusher preferisce sentirsi protetto. A settembre 2024 un operaio 55enne è stato arrestato a Rossetta di Fusignano: in casa aveva solo 14 grammi di cocaina già frazionati, ma anche una pistola automatica P38 con 32 cartucce Gfl 9 Luger detenute illegalmente. Lo scorso luglio un revolver calibro 38 trovato nell’armadio di un’abitazione con 3 kg di droga.

Era diverso, invece, lo spessore della cosiddetta banda della Jaguar. L’inchiesta Black Magic del 2015 – così chiamata perché uno dei malviventi si rivolse a una chiromante per avere informazioni sul futuro dell’attività illecita – notificò l’avviso di fine indagini a ventitré persone tra 22 e 65 anni di età. Avevano un volume di affari da 400mila euro al mese trafficando nella droga, ma si erano messi in testa di imporre la loro egemonia sul territorio e si erano armati per farlo: una mitragliatrice Skorpion con munizionamento calibro 7.65 Browning, arma da guerra. «Questi sono quelli che vengono da giù, la mafia proprio, non chiacchiere», si sente in una intercettazione di qualcuno che parla di loro. In un’altra registrazione il capo banda dice che spera di non dover mai usare le armi, ma è pronto a farlo se serve. «In quel caso c’era un approccio di tipo mafioso e capimmo bene il livello di pericolosità – ricorda Cagnini –. A un certo punto il capo si era convinto che qualcuno della banda li avesse traditi, anche se in realtà non era vero. Partì una spedizione in auto da Ravenna per Vecchiazzano per dare una lezione al presunto traditore». L’intercettazione non lasciava dubbi: «Noi andiamo là e gli tiriamo due botte, se butta il sangue, butta il sangue. Sennò rimane seduto». Raffinato eufemismo per dire paralizzato. Servì l’intervento della polizia, camuffato da passaggi di perlustrazione di una volante, per salvare la pelle del forlivese senza compromettere l’inchiesta. In quella circostanza due dei punitori furono costretti a gettare in un giardino una semiautomatica Astra calibro 45 già carica. L’inchiesta portò al sequestro anche di un revolver calibro 38 con sei munizioni, clandestino perché non catalogato in Italia.

La mitragliatrice Skorpion è un’arma da guerra. Può essere impugnata con una sola mano oppure imbracciata come un moschetto utilizzandone il calciolo ribaltabile, che in posizione di riposo si ripiega sopra il castello e la canna dell’arma. «Non è un’arma di poco conto – assicura Morelli –, eppure mi è capitato di trovarla presente nelle indagini almeno 4-5 volte. È una frequenza che colpisce». Una addirittura venne trovata a ottobre 2019 nel controsoffitto dei bagni della torre del porto turistico Marinara: uno degli addetti alle pulizie, dopo aver notato che la porta del bagno sfregava contro uno dei pannelli del soffitto, la trovò avvolta in un panno con a fianco duecento proiettili.

Inatteso fu anche il ritrovamento di armi a Piangipane nel febbraio 2022. La segnalazione arrivò da un cittadino: aveva spostato un container per delle manutenzioni e sotto c’era un borsone con cinque fucili e quattro pistole, con relative munizioni. Le armi risultarono rubate tra il 2017 e il 2019 tra Forlì, Argenta e Russi. Insieme alle armi venne ritrovata anche una busta di marijuana. Nonostante gli approfondimenti investigativi, seguendo una pista legata a un’indagine di quel periodo, non si riuscì a stabilire se fossero nella disponibilità di qualche indagato e vennero riconsegnate ai legittimi proprietari che ne avevano denunciato il furto.

Le cronache nazionali, come un recente servizio del Tg1, riportano casi di armi scacciacani acquistate su Amazon e modificate per renderle offensive: «È un’operazione possibile – conferma Morelli –, ma parliamo di un intervento complesso che non si fa con un trapano in casa».

In tema di armi artigianali, il caso di cronaca più eclatante alle latitudini ravennati risale al 2012. Un 77enne sparò all’avvocato Francesco Manetti nel suo studio con un’arma fatta in casa. Il legale se la cavò e l’aggressore fu poi condannato a 12 anni e otto mesi per duplice tentato omicidio (oltre a Manetti l’anziano tentò di sparare anche ad un vigile urbano che lo stava inseguendo). L’anziano in passato aveva ucciso più volte: la prima nel ‘63, a Filo d’Argenta, la seconda nel 2001 quando sparò alla moglie e a un vicino di casa. Nel caso più recente era stato difeso da Manetti.

Torna la Pink Ranning: anche Malika Ayane correrà in Darsena contro la violenza sulle donne

Torna in città la Pink Ranning, la corsa (o camminata) in Darsena per dire stop alla violenza sulle donne organizzata da Ravenna Runners Club in collaborazione con Linea Rosa ODV.

L’appuntamento è per domenica 28, con partenza alle 9.30 dall’area dell’Autorità Portuale. Dopo il record dello scorso anno di oltre 3000 partecipanti, l’obiettivo di questa edizione è vedere oltre 3500 tra uomini, donne e bambini, marciare per un messaggio di solidarietà, rispetto e parità. Anche quest’anno, saranno disponibili due percorsi, uno da 5 e uno da 10 km, che attraverseranno alcuni dei luoghi più suggestivi della città, tra cui Darsena e Parco Teodorico. Una manifestazione aperta a tutte e tutti. donne e uomini, famiglie, bambini e associazioni, uniti da un unico messaggio: la violenza di genere si combatte con la partecipazione e la consapevolezza collettiva. Tra i partecipanti più attesi quest’anno, Malika Ayane, artista schierata da tempo al fianco di Linea Rosa e alcune figure istituzionali, come la senatrice Valeria Valente e la deputata Ouidad Bakkali. Anche il sindaco Barattoni ha confermato la sua partecipazione all’iniziativa.

Le iscrizioni saranno aperte online fino alle ore 12 del 24 settembre, ma sarà possibile registrarsi anche al villaggio allestito in Darsena nel weekend della manifestazione. Il contributo versato verrà in parte devoluto al centro antiviolenza e include, oltre al pettorale e al ristoro, anche la t-shirt ufficiale.

Dopo il successo dello scorso anno, confermata anche per l’edizione 2025 la giornata di warm up: sabato 27 settembre, il giorno precedente alla corsa, sarà possibile partecipare a momenti di benessere e yoga: «Siamo orgogliosi di rinnovare anche quest’anno – ha dichiarato Stefano Righini, presidente di Ravenna Runners Club – il nostro impegno nei confronti della città e della campagna contro la violenza di genere. La Pink RAnning è molto più di un evento sportivo: è un esempio concreto di come lo sport possa diventare uno strumento di partecipazione attiva, consapevolezza e responsabilità sociale». Per coinvolgere ulteriormente i più piccoli invece, una nuova collaborazione con l’evento “I bambini in festa”, in programma ai Giardini Pubblici nella stessa giornata. I partecipanti alla gara riceveranno dei buoni sconto per i food truck della manifestazione, e parte del ricavato degli stessi sarà devoluto a Linea
«La Pink Ranning anno dopo anno è la prova concreta di una sinergia che cresce attorno a Linea Rosa, dal territorio locale fino a livello nazionale – afferma Alessandra Bagnara, presidente Linea Rosa -. Le donne che subiscono violenza devono sapere di non essere sole, che le istituzioni sono al loro fianco. In un contesto segnato da sentenze ingiuste, arretramenti nei diritti e vittimizzazione secondaria, momenti come questo diventano essenziali: non solo sport, ma sostegno, forza e condivisione. Perché mettersi insieme dalla parte delle donne, esserci e metterci la faccia significa rompere il silenzio e costruire vero cambiamento».

In duemila a manifestare per Gaza tra le strade di Ravenna: «Lo sciopero generale è solo l’inizio»

«Siamo l’equipaggio di terra della Global Sumud Flotilla»: questo il grido che ha guidato circa 2mila persone tra le strade di Ravenna per “Palestina libera – Blocchiamo tutto” il corteo di protesta per l’assedio di Gaza promosso da Usb (Unione Sindacati Base).

Qui sotto la fotogallery di Massimo Argnani.

I manifestanti ravennati si sono ritrovati alle 9 di oggi (22 settembre) in Piazza del Popolo, ma sono stat circa cento i ritrovi a livello nazionale. Il corteo si è poi mosso lungo il centro fino alla Darsena, dove intorno alle 10.40 il ponte mobile è stato occupato da un sit in che ha mandato in tilt il traffico per alcuni minuti. Durante il corteo, oltre a sindacati e attivisti, hanno avuto modo di parlare i ragazzi del licei cittadini, presenti in grande numero e mobilitati anche da Osa (Opposizione Studentesca d’Alternativa),: «Gli insegnanti dicono che i giovani non fanno più politica perché sempre al cellulare. Noi siamo qui per dimostrare che sappiamo da che parte stare – affermano alcuni studenti dell’Artistico al megafono -. allo stesso tempo però la nostra scuola è fatiscente, con ferri arrugginiti e crepe. Il governo dovrebbe investire sulle scuole, non sulle bombe».

L’ex candidata a sindaca di Ravenna in Comune Marisa Iannucci invece ha chiesto un maggiore coinvolgimento dell’Amministrazione comunale nelle iniziative di protesta: «Sono stati recentemente bloccati due container di armi diretti ad Israele, ma non possiamo gonfiarci davanti a un gesto minimo, quando sono oltre 40 quelli transitati nel nostro porto. Vogliamo concretezza e un’Amministrazione coraggiosa, Barattoni dove sei?».

Il presidio si è sciolto attorno alle 13 nei pressi dell’Autorità portuale. Tra gli ultimi interventi, quello di Andrea Giuliani, operaio Marcegaglia e rappresentante sindacale Usb, che ha sottolineato l’importanza di vedere tanti giovani in piazza a manifestare e la necessità di «riprogettare una moralità complessiva per le nuove generazioni».

Infine, i manifestanti ricordano che lo sciopero generale non è un punto di arrivo, ma solo l’inizio, e si dichiarano pronti a scendere nuovamente in piazza per «bloccare tutto» in caso di eventuali complicazioni per l’equipaggio della Flottillia.

Maltempo 24 agosto: 835mila euro per interventi urgenti e pulizie, un milione per il ripristino

Il ripristino delle condizioni di sicurezza a Milano Marittima dopo il maltempo del 24 agosto, che fece cadere circa 320 alberi in area urbana, è costato 613mila euro. La giunta comunale  di Cervia ha approvato l’elenco delle spese in somma urgenza sostenute nei giorni immediatamente successivi all’emergenza. L’importo verrà sottoposto al consiglio comunale nella prossima seduta per l’approvazione della copertura finanziaria.

Contestualmente è stato richiesto anche il concorso della Regione Emilia-Romagna, che già all’indomani dell’evento – con il presidente Michele de Pascale – aveva dichiarato lo stato di crisi regionale.

La gravità della situazione, e la necessità di garantire l’immediata ripresa anche delle attività legate alla stagione turistica in corso, ha reso indispensabile il rapido intervento di più ditte private del territorio. A queste si sono affiancati i vigili del fuoco, le forze dell’ordine e le associazioni di volontariato di protezione civile.

Gli interventi realizzati hanno riguardato principalmente l’abbattimento e la rimozione di alberature cadute su strade, edifici e auto, la chiusura temporanea di vie, l’eliminazione delle ceppaie, la messa in sicurezza di impianti elettrici e della pubblica illuminazione, la sistemazione della segnaletica stradale, oltre a verifiche urgenti di stabilità degli alberi e alla rimozione di veicoli per consentire le operazioni di sgombero.

Alle spese in somma urgenza si aggiungono 232mila euro per lo spazzamento e la pulizia straordinaria delle strade, effettuati da Hera.

Parallelamente, nell’ambito delle attività del centro operativo comunale (Coc), che ha coordinato la gestione dell’emergenza e la rilevazione dei danni al patrimonio pubblico, è stata effettuata anche una prima stima degli interventi necessari per il pieno ripristino: 420mila euro per il verde pubblico e le pinete, 365mila euro per la viabilità danneggiata e 215mila euro per le strutture comunali e le reti coinvolte.

Ritrovati 4 fucili e un revolver nascosti in un terreno: uno risulta rubato a gennaio 2024

La polizia di Stato di Ravenna ha rinvenuto diverse armi nascoste in una zona di campagna nella Bassa Romagna: quattro fucili e un revolver, occultati in buste nere di plastica in un terreno agricolo.

Gli agenti della squadra mobile hanno rinvenuto e sequestrato il piccolo arsenale nell’ambito di una più ampia attività di polizia finalizzata al contrasto del traffico illecito di armi con verifiche in diverse località della provincia.

Sono in corso accertamenti finalizzati a stabilirne la provenienza ed eventuale utilizzo in azioni criminali; sin da subito si è verificato che uno dei fucili risulta rubato in un’abitazione nel gennaio 2024 in provincia di Bologna.

Il porto turistico torna in mano al Comune: si cercano proposte di valorizzazione e un nuovo gestore

Il Comune di Cervia tornerà in possesso dell’area del porto turistico dall’1 gennaio 2026 e avvierà una procedura pubblica per la raccolta di nuove proposte volte alla valorizzazione e al rilancio del comparto.

La nuova fase si apre a seguito della definizione consensuale della cessazione, al 31 dicembre 2025, della convenzione sottoscritta nel 2022 con la società Arco Marina Srl, relativa alla gestione in partenariato pubblico-privato del porto turistico.

Così si legge in una nota del Comune per la stampa: «Le mutate condizioni economiche e progettuali, tra cui l’aumento imprevisto dei costi di costruzione e dell’energia, conseguente alla pandemia e ai successivi eventi bellici, hanno reso necessario un ripensamento complessivo del piano iniziale. Le verifiche effettuate fino al 2024 confermano che la gestione si è mantenuta in equilibrio, senza impatti negativi sul bilancio comunale».

In attesa dell’individuazione di un nuovo gestore, si apre una nuova fase di gestione temporanea che rappresenta un’opportunità per ripensare il ruolo strategico del porto turistico nel contesto locale, attraverso un percorso di partecipazione della città aperto al contributo di operatori economici, diportisti, cittadini e stakeholder, con l’obiettivo di restituire alla comunità un’infrastruttura rinnovata, funzionale e pienamente integrata nel tessuto urbano e costiero.

«L’obiettivo dell’amministrazione comunale – si legge ancora nella nota – è costruire una visione moderna e sostenibile dell’area portuale, capace di integrarsi con l’identità urbana e turistica di Cervia e Milano Marittima, valorizzando le potenzialità economiche, ambientali e sociali del contesto».

Il sindaco di Cervia, Mattia Missiroli, è intervenuto sul tema parlando di momento cruciale per ripensare il ruolo strategico del porto turistico all’interno della città: «Vogliamo trasformarlo in un’infrastruttura moderna, sostenibile e attrattiva, capace di dialogare con l’identità urbana di Cervia e Milano Marittima e di generare nuove opportunità per il territorio. Il collegamento con le Saline, attraverso l’asta del porto canale, sarà un elemento chiave per valorizzare la relazione tra il mare, la storia e l’ambiente naturale, restituendo alla comunità un luogo vivo, accessibile e profondamente integrato con il paesaggio e la nostra tradizione».

Cane lasciato tra gli escrementi senza acqua e cibo, denunciata una persona

Nelle prime campagne di Faenza la polizia locale della Romagna faentina ha trovato un cane detenuto in un piccolo recinto, con poco cibo e acqua a disposizione e costretto a vivere tra i suoi escrementi non rimossi da tempo. La vicenda ha portato alla denuncia di una persona.

Tutto è cominciato da una segnalazione arrivata al comando di via Baliatico. Sul posto è stata inviata una pattuglia per accertare la reale situazione; qui gli agenti hanno costatato che il cane, un setter inglese, era visibilmente spaventato, in uno spazio angusto, il cui fondo era ricoperto da deiezioni accumulate da settimane e le ciotole a sua disposizione erano vuote e asciutte, segno di una prolungata negligenza nella distribuzione di acqua e cibo. Gli agenti hanno provveduto a sequestrare l’animale, affidandolo alle cure dei volontari del canile convenzionato, dove ha ricevuto le prime, necessarie attenzioni veterinarie.

L’uomo che aveva in gestione l’animale è stato denunciato per il reato di abbandono di animale che contempla una pesante sanzione fino all’arresto.

«La sensibilità di chi ha segnalato una situazione di criticità – si legge nella nota dei vigili urbani – ha permesso di intervenire e di salvare una vita. Si ribadisce che l’abbandono e l’incuria verso gli animali sono atti di crudeltà intollerabili che la comunità non può e non deve accettare. Pertanto, continueremo a operare con la massima determinazione per tutelare i diritti degli animali e perseguire i responsabili di tali reati». La polizia locale invita chiunque sia a conoscenza di situazioni simili a segnalarle ai numeri di emergenza o direttamente al comando:« Un piccolo gesto di responsabilità può fare la differenza tra la vita e la morte per un animale indifeso».

Sciopero per Gaza: manifestanti fermano il traffico sul ponte mobile

Durante il corteo organizzato nella mattinata di oggi (22 settembre) nell’ambito dello sciopero dei sindacati di base per Gaza e la Palestina, alcuni attivisti hanno bloccato la circolazione del ponte mobile, causando inevitabili disagi al traffico.

Sono dovute intervenire le forze dell’ordine per riportare la situazione alla normalità. D’altronde, l’intento dei manifestanti (oltre a creare disagi per poter far valere le proprie ragioni, come ogni sciopero), come cantato in piazza del Popolo pochi minuti prima e come riecheggiato in tante città italiane, era proprio quello di «bloccare tutto» per manifestare la propria solidarietà al popolo palestinese, stigmatizzando il comportamento tenuto dal governo italiano e le istituzioni europee.

A chiedere un’adesione massiccia allo sciopero era stato nei giorni scorsi anche l’unico ravennate impegnato nella spedizione umanitaria della Global Sumud Flotilla.

Riparte il cantiere sul lungomare tra Pinarella e Tagliata, un tratto con asfalto colorato

Conclusa la stagione balneare, lunedì 29 settembre riprenderanno i lavori di riqualificazione e rigenerazione urbana del lungomare tra Pinarella e Tagliata, sospesi ad aprile per non interferire con le attività economiche e commerciali presenti nell’area. Il termine dei lavori, iniziati nell’autunno del 2023, è previsto per la fine dell’anno. L’intervento è stato finanziato nell’ambito del Pnrr per un importo di 5,5 milioni di euro.

I lavori prevederanno il rifacimento di viale Italia da viale Piemonte a viale San Marino, dove la percorrenza è a doppio senso di marcia, e da viale Emilia a viale De Amicis, oltre al rifacimento degli stradelli a mare di viale Piemonte e di viale Emilia e alla realizzazione delle aiuole ornamentali su tutto il viale.

Il tratto finale, tra viale Emilia e viale De Amicis, a Pinarella, verrà realizzato a raso e con l’uso dell’asfalto colorato, come nel tratto precedente. Questo nuovo materiale, oltre a migliorare la visibilità dell’asse viabile, garantirà soprattutto una riduzione dell’albedo e della temperatura percepita.

Negli stradelli a mare di viale Piemonte e di viale Emilia si procederà all’eliminazione dell’asfalto e alla ripavimentazione con materiali naturali e permeabili, per garantire un miglioramento del comfort visivo e termico e l’abbattimento delle barriere architettoniche.

Durante l’esecuzione dei lavori saranno previste modifiche alla viabilità, che verranno comunicate con anticipo mediante l’apposizione di opportuna cartellonistica. Le zone interessate dai cantieri subiranno infatti una chiusura al traffico, al fine di consentire alle imprese di lavorare in sicurezza, lasciando comunque ai residenti, alle attività e ai mezzi di soccorso la possibilità di transito.

Il sindaco Mattia Missiroli e l’assessore Mirko Boschetti: «Questo progetto è stato fortemente voluto dall’Amministrazione comunale per consentire la rigenerazione e la riqualificazione del lungomare di Pinarella e Tagliata. Le aree riqualificate a raso e con l’asfalto colorato sono state rese più socialmente vivibili, funzionali, e pienamente integrate con l’ambiente circostante e la bellissima pineta. In prospettiva diventeranno sempre più luoghi di iniziative per turisti e cittadini. Questo progetto PNRR rappresenta oggi la grande opportunità per questa parte della città, da sempre amata dalle famiglie e che negli ultimi anni si è distinta per energia e vivacità, grazie anche ai tanti eventi che qui hanno trovato casa».

Dal 6 ottobre parte il censimento della popolazione: 4mila famiglie in Bassa Romagna

Partiranno lunedì 6 ottobre le rilevazioni per il censimento permanente della popolazione e delle abitazioni, che fino al 23 dicembre interesserà oltre 4mila famiglie dei comuni di Lugo, Conselice, Massa Lombarda e Cotignola. Nello specifico, oltre 2.500 famiglie del comune di Lugo, 1.100 di Conselice, 200 di Massa Lombarda e 150 di Cotignola.

Il censimento dell’Istat punta a restituire informazioni continue e tempestive su famiglia, cittadinanza, istruzione, occupazione, abitazioni, utilizzo di internet, trasporti e mobilità, secondo modalità di indagine statistica che prevedono l’auto-compilazione online dei moduli da parte delle famiglie, o con il supporto degli operatori comunali, e il coinvolgimento diretto dei rilevatori incaricati dall’Istat a seconda del tipo di indagine da effettuare. Tutte le risposte ai quesiti del questionario devono fare riferimento alla data del 5 ottobre 2025. Rispondere alle domande del censimento è un obbligo di legge.

Le famiglie coinvolte dal censimento riceveranno una lettera dell’Istat con le credenziali per la compilazione in autonomia del questionario. Dal 6 ottobre sarà quindi possibile compilare il questionario online, o in autonomia o con il supporto gratuito di un operatore comunale, contattando il proprio ufficio comunale di censimento. A partire dal 12 novembre si potrà richiedere il supporto a domicilio di un rilevatore e sempre da quella data, in caso di mancata compilazione del modulo online, le famiglie saranno contattate da rilevatori o personale del Comune.

Un particolare tipo di indagine, denominata «Rilevazione Areale» e prevista per il 2025 solo nel Comune di Lugo, non prevede la possibilità di compilare il modulo online. Di conseguenza, in questo caso la lettera dell’Istat non conterrà credenziali ma saranno i rilevatori, muniti di tablet e attivi per i sopralluoghi fin da fine settembre, a contattare direttamente le famiglie, a partire dal 6 ottobre, e a concordare le modalità di compilazione del questionario del censimento.

Il modulo di indagine potrà essere compilato attraverso un’intervista a domicilio condotta dal rilevatore con un tablet, in autonomia sul tablet sempre alla presenza del rilevatore, oppure all’ufficio comunale di censimento. In quest’ultimo caso, è necessario contattare preventivamente l’ufficio. Questa tipologia di rilevazione terminerà il 18 novembre e non il 23 dicembre, come le altre.

Gli uffici comunali di censimento:

  • Lugo 0545/299494, 0545/299452 e 0545/299441
  • Conselice 0545/986910
  • Massa Lombarda 0545/985860
  • Cotignola 0545/908860-61-62-64.

Per informazioni e supporto c’è anche il numero verde dell’Istat 1510, attivo tutti i giorni dalle 9 alle 21.

Al via gli interventi sugli argini del Lamone, a Faenza. Un milione di euro dalla struttura commissariale

Via agli interventi di miglioramento e sistemazione idraulica sul tratto cittadino di Faenza del fiume Lamone, a monte del Ponte delle Grazie. Aperti i cantieri, grazie allo stanziamento di un milione di euro da parte del Commissario straordinario alla ricostruzione e alla programmazione condivisa con la Regione e i territori interessati dall’alluvione.

Nello specifico, sono avviati i lavori nel tratto Orto Bertoni dove l’argine è stato ricostruito e sono ora in corso le sistemazioni locali. Si tratta di interventi di riprofilatura della sezione di piena del corso d’acqua con locali protezioni per ridurre l’erosione delle acque.

All’inizio di ottobre, ci sarà il via ai lavori di necessaria protezione del tratto di argine destro del fiume Lamone sottostante il ponte della tangenziale di Faenza, nel quartiere Borgo. Poi, dove necessario, saranno rialzati anche gli argini: la sommità arginale destra sarà riportata in quota entro la fine del mese di novembre.

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