sabato
20 Dicembre 2025

Sciopero per Gaza, il corteo della Cgil – FOTO – Lunedì 22 quello generale dei sindacati di base

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Centinaia di persone hanno manifestato anche oggi (19 settembre) a Ravenna per la Palestina nell’ambito dello sciopero di 4 ore proclamato dalla Cgil per Gaza e a sostegno della “Flotilla”. Nel pomeriggio è partito un corteo dal Pala De André che è confluito in darsena di città per gli interventi.

Il 22 settembre sarà invece la volta dello sciopero generale di 24 ore proclamato da Usb, Cub, Adl Cobas e Sgb in tutta Italia al grido di «Blocchiamo tutto». Qualche polemica tra gli organizzatori e la Cgil, accusata (anche con un manifesto affisso davanti alla sede di Ravenna) di voler depotenziare lo sciopero del 22 con quello indetto il 19 settembre.

Troppi granchi blu a riva, ecco la spiegazione dell’Arpae: «Spinti da un forte stress ambientale»

Negli ultimi giorni Marina di Ravenna e Punta Marina sono state teatro di un’insolita e massiccia presenza del granchio blu a riva. Il fenomeno, che ha generato vasta eco mediatica anche sui social network, è riconducibile a precise condizioni ambientali spiegate da Arpae attraverso una nota: «Le recenti attività di monitoraggio condotte dalla Struttura Oceanografica Daphne hanno registrato la presenza di estese aree a ridotto o assente contenuto di ossigeno nei fondali marini antistanti il tratto di costa centro-settentrionale della regione, specialmente al largo del litorale ravennate. Si tratta in un fenomeno ricorrente in questo periodo, legato al processo di eutrofizzazione che interessa spesso le acque del nord Adriatico».

L’anomala presenza a riva del granchio blu quindi correlabile ad uno stress ambientale: «I crostacei, in particolare le femmine che si spostano dalle acque salmastre a bassa o media salinità verso il mare per la riproduzione nei periodi più caldi, si sono imbattuti in queste aree prive di ossigeno – rivela Arpae -. Per sopravvivere, sono stati costretti a una migrazione forzata verso acque più ossigenate, insieme ad altre specie ittiche di fondale, trovando rifugio nella fascia d’acqua più superficiale e vicina a riva, dove hanno trovato anche abbondanza di cibo»

Il fenomeno comporta di conseguenza un’intensa attività dei gabbiani lungo la battigia che individuano come preda i granchi resi vulnerabili da questo stress ambientale. Sempre secondo Arpae, nel giro di qualche giorno la situazione potrebbe migliorare con il cambiamento delle condizioni meteo-marine, che porteranno a un maggiore rimescolamento delle acque e a un incremento dei livelli di ossigenazione del fondale.

 

Traversara un anno dopo – FOTO – «Come un terremoto»

Il sindaco di Bagnacavallo, Matteo Giacomoni, è stato eletto nella primavera del 2024, un anno dopo l’alluvione per la rottura dell’argine del Lamone a Boncellino e pochi mesi prima della rottura del rivale a Traversara. Il 51enne, ex progettista meccanico alla scuderia Toro Rosso di Faenza, arriva al primo anniversario della tragica alluvione con la consapevolezza dei ritardi della pubblica amministrazione ma anche l’ottimismo dettato dai recenti passi avanti.

Giacomoni risponde alla nostra intervista, in un incontro in municipio, affiancato dai colleghi di giunta Caterina Corzani (vicesindaca), Francesco Ravagli (Lavori pubblici) e Maura Zavaglini (Politiche sociali).

Sindaco, a Traversara c’è ancora la zona rossa inaccessibile con i proprietari delle case che non sanno se dovranno demolirle o potranno ristrutturarle. Perché?
«La zona rossa di Traversara è un’area molto ristretta di tutto il territorio comunale che è stato colpito: non dimentichiamo che anche le frazioni di Villanova e Boncellino si sono allagate. La prima cosa da dire è che la ricostruzione passa dalla struttura commissariale e il commissario per le alluvioni del 2024 è ufficialmente in carica solo dal 4 luglio 2025. Il ritardo della nomina è sicuramente una questione che ha pesato».

Le foto sono di Massimo Argnani e sono di pochi giorni fa, un anno dopo l’alluvione

Arrivare a Travesara e trovare un tratto di via Torri a senso unico alternato con semaforo non è una bella immagine.
«La cosa che mi dà più fastidio è proprio il messaggio che dà. Numericamente le case non sono tantissime e i residenti sono pochi e hanno trovato altre sistemazioni, ma meritano risposte. E dobbiamo evitare che passi un messaggio di abbandono, che non fa bene alla ricostruzione della comunità».

Non si potevano accelerare le procedure?
«Siamo di fronte a uno scenario simile a quello di un terremoto, ma causato da una alluvione. È una situazione anomala, perché di solito un’alluvione non lascia danni strutturali agli immobili. Questo ha fatto sì che a livello normativo bisognasse un po’ inventarsi qualcosa per la gestione. Per esempio, la commissione tecnica appena nominata è prassi per i terremoti e ha un formulario preciso da seguire per decretare cosa demolire e cosa recuperare. Per l’alluvione invece i danni sono diversi».

La commissione è già operativa?
«La prima riunione si è tenuta il 10 settembre. Il suo compito è dare indicazioni su come trattare le case in zona rossa: cosa deve essere demolito perché non recuperabile e cosa è ristrutturabile. Sarà poi il commissario, in concerto con Comune e Regione, a prendere le decisioni, cercando di tenere insieme le istanze tecniche e le istanze dei cittadini».

Commissione tecnica e ordinanza Delocalizzazioni (appena pubblicata) come dialogano?
«Sono due percorsi paralleli. Un esempio: la commissione potrebbe dire che un immobile danneggiato è da demolire perché non è recuperabile, ma si può ricostruire su quel lotto. Dalle bozze che abbiamo visto, a Traversara la maggior parte delle case non sarà da delocalizzare. La partenza di un cantiere unico nella zona rossa sarà un segnale di rinascita per tutta la frazione: ci siamo dati l’obiettivo di mantenere viva Traversara e abbiamo dato disponibilità a occuparci noi della partenza dei lavori, se questo può ridurre i tempi rispetto alla struttura commissariale».

A distanza di un anno, le attività commerciali hanno riaperto?
«La farmacia, il negozio di alimentari, il bar e la parrucchiera sono immediatamente ripartite dopo l’alluvione. È stato un passo importante per il senso di comunità. Grazie alla fondazione Rava tornerà il campo da calcetto dove era prima, dietro al bar, e il campo da calcio è stato riseminato per essere usato dal Bagnacavallo nella primavera 2026».

La piattaforma Sfinge è il portale realizzato dalla Regione per raccogliere le richieste dei cittadini per gli indennizzi per gli immobili alluvionati. Al momento nessuna domanda è stata presentata da Traversara per gli eventi del 2024. Come è possibile?
«C’è stato un problema tecnico nella procedura informativa, ma abbiamo comunque consigliato ai cittadini di attendere per arrivare a una situazione più definita. Per gli eventi del 2023 ci sono già casi di persone rimborsate: all’inizio la procedura era macchinosa e rigida, ora è più accessibile. In teoria l’impegno dello Stato è il rimborso totale dei danni strutturali a beni immobili: molto dipende dalla qualità della perizia giurata elaborata dai professionisti. Per gli arredi invece le somme sono molto basse».

Un’immagine d’impatto a Traversara oggi è la distesa di montagne di terra dietro la chiesa, recuperata dai campi. Che fine faranno?
«È stato fatto un lavoro immenso per raschiare il materiale lasciato dal fiume sui campi agricoli, in alcuni casi si è lavorato a mano per separare i rifiuti tra i frutteti. La terra è stata ripulita: una parte servirà per rialzare i livelli in paese».

Per il Comune c’è stato una carenza di risorse umane negli uffici per l’emergenza?
«Il ruolo dell’Unione della Bassa Romagna è stato fondamentale. Se avessimo dovuto fare tutto da soli, la sola gestione di Cis, Cas e Sfinge ci avrebbe bloccato per due anni. Non possiamo dimenticare che c’è sempre tutta l’attività ordinaria, per esempio sei cantieri Pnrr in corso. Con il coordinamento dell’Unione abbiamo un pool di persone, anche con assunzioni aggiuntive a tempo determinato tramite la struttura commissariale. Purtroppo facciamo i conti con la difficoltà a trovare persone interessate: il posto pubblico è meno appetibile e il tempo determinato non è un incentivo».

Articoli di stampa in agosto hanno anticipato la consulenza dei periti incaricati dalla procura. Il senso, in sintesi, è che l’evento non era imprevedibile.
«Commentare le anticipazioni di stampa non è una cosa che mi piace molto, aspetterò di leggere la documentazione quando sarà possibile. Però anche i terremoti sappiamo che possono venire…».

Qui però non mancano i documenti della Regione che in passato constatavano i rischi del territorio proprio riferendosi ai fiumi che hanno ceduto.
«Si poteva fare di più? Sì, ma la ricerca delle colpe ci porta poco lontano. Tutti dobbiamo assumerci il nostro pezzettino di responsabilità e il mio obiettivo è lavorare perché non succeda più. Con la consapevolezza che fino a qualche anno fa la sicurezza idraulica del territorio non era in cima alle priorità per la cittadinanza».

Proprio la capacità di capire in anticipo le necessità di una comunità non dovrebbe essere la missione più alta di un amministratore pubblico?
«Parliamo di un sistema di gestione delle acque che non aveva mai dato segni di crisi fino a quel livello. In precedenza i problemi di allagamenti erano stati causati solo dai canali. Se qualcuno avesse proposto di spendere milioni per l’argine di un fiume sarebbe stato accusato di sprechi. In questo scenario va inserito il dato del cambiamento climatico, troppo sottovalutato. Il Lamone è sempre stato considerato un fiume di cui non preoccuparsi, invece di recente raggiunge la soglia rossa più volte in un anno».

Alberi sì o alberi no sugli argini e nelle golene?
«Non c’è una ricetta unica che vale per tutti i fiumi e anche lo stesso fiume è diverso lungo il suo corso. Il Lamone in montagna è tra i boschi e non ha argini, se frana la montagna è ovvio che porta a valle detriti e tronchi. Il soggetto competente è l’Autorità di bacino del Po che uscirà a breve con un aggiornamento delle linee guida per le manutenzioni. Si terrà conto di cosa ci ha insegnato la storia recente e ci dirà come si vive vicino ai fiumi. Magari è ora di mettere in conto che è meglio non avere la camera da letto al piano terra».

Ravenna accoglie 400 professori, ricercatori e studiosi per un congresso nazionale sulle scienze morfologiche

A Ravenna è in corso il 78° Congresso Nazionale della Società Italiana di Anatomia e Istologia (SIAI), uno dei più importanti appuntamenti scientifici nazionali nell’ambito delle scienze morfologiche. L’evento, che coinvolge oltre 400 tra professori, ricercatori e studiosi provenienti da tutta Italia e dall’estero, è cominciato giovedì 18 settembre al Teatro Alighieri e sta proseguendo nel plesso universitario dell’Ospedale Santa Maria delle Croci, sede del corso di laurea in Medicina e Chirurgia.

Le sessioni si sono aperte con letture magistrali tenute da scienziati di fama internazionale, tra cui Sir Paul Nurse, Premio Nobel per la Medicina nel 2001, e Bruna Corradetti, ricercatrice presso il Baylor College of Medicine di Houston (Texas, USA). Di seguito il congresso si è focalizzato sugli sviluppi più recenti nei campi dell’anatomia macroscopica, dell’anatomia microscopica e dell’istologia a testimonianza della vitalità e dell’evoluzione continua di queste discipline, oggi sempre più interconnesse con la biologia molecolare, la medicina rigenerativa e le tecnologie digitali. Un’attenzione particolare è riservata ai giovani ricercatori: la giornata di sabato 20 settembre sarà dedicata alla presentazione dei contributi degli under 40. L’obiettivo è promuovere il dialogo tra le nuove generazioni di studiosi, favorire il confronto scientifico e incoraggiare la crescita professionale dei futuri protagonisti della disciplina.

Il congresso, che terminerà sabato 20 settembre con una premiazione, è dedicato al ricordo dei professori Manzoli e Mazzotti, figure di riferimento nel panorama accademico nazionale e profondamente legate alla città di Ravenna.

Dal 22 settembre una settimana di Soundscreen Film Festival al Cinema Mariani

Ravenna è pronta ad ospitare, dal 22 al 28 settembre, il Soundscreen Film Festival al Cinema Mariani, tra i primi festival cinematografici europei interamente dedicati al rapporto tra immagini in movimento e musica, che compie dieci anni: un’intera settimana dedicata ad eventi e proiezioni speciali a ingresso gratuito. Il cartellone mette in primo piano i titoli del Concorso Internazionale e gli Eventi Satellite, ovvero le sonorizzazioni dal vivo dei grandi classici ad opera dei migliori musicisti della scena indie contemporanea, affiancati da sezioni parallele, anteprime, serate speciali con ospiti e omaggi.

L’apertura della manifestazione sarà lunedì 22 settembre alle 20.30 con un sentito omaggio ad uno dei volti più iconici della Hollywood alternativa e ribelle degli anni ’90, scomparso recentemente, Michael Madsen, a cui è dedicata anche l’immagine ufficiale del festival. Il festival si apre quindi con Le Iene – Reservoir Dogs (1992, Q.Tarantino).

Image0 (1)Il Concorso Internazionale per Lungometraggi (affiancato dal Concorso Internazionale per Cortometraggi), è il cuore della manifestazione. Ad essere presentata sarà il meglio dalla recente produzione filmica mondiale a tema musicale: sette le opere selezionate, molti titoli in anteprima. Dalla Repubblica Dominicana arriva La 42 (42nd Street) di José Maria Cabral (mercoledì 24 settembre), un viaggio galvanizzante tra i ballerini e gli artisti della 42esima strada, un luogo di controcultura nel paesaggio urbano dominicano, in anteprima europea; From Abdul to Leila (27 settembre) è l’odissea autobiografica di Leïla Albayaty, una cantante e regista francese di origine irachena che dopo anni di esilio si riavvicina al padre; per la prima volta in una sala italiana, Hey Farm della serba Maja Uzelac (23 settembre) è il ritratto di un’epoca morente, nelle fattorie della Vojvodina, attraverso la musica di Zvonko, ultimo guardiano di quel mondo; un poema audiovisivo che parla di nostalgia e amore è If Hafez Wrote a Haiku for Cowboys del nippo-americano Masahiro Sugano (26 settembre); The Mountain is Mine dell’iraniano Reza Golchin (25 settembre) racconta di un uomo anziano che camminando tra le montagne trova un anello; infine due storie italiane con Going Underground di Lisa Bosi (26 settembre) – documentario sui Gaznevada, icone della scena alternativa bolognese ai tempi del punk – e Quale Allegria di Francesco Frisari (27 settembre), divertente e disperato memoir sulla disabilità di Massimo, che il nipote (l’autore) da bambino credeva essere Lucio Dalla.

Image1Gli Eventi Satellite prevedono quest’anno trlive score: Bruno Dorella, instancabile batterista e chitarrista, membro e fondatore di band come Wolfango, OvO, Ronin, Bachi Da Pietra, eseguirà l’accompagnamento musicale de L’Odissea (1911, Bertolini, De Liguoro, Padovan), tra le prime trasposizioni cinematografiche dell’opera di Omero, una produzione originale Soundscreen in collaborazione con Museo del Cinema di Torino; il supergruppo formato da Laura AgnusdeiJacopo BattagliaLuca CavinaGiuseppe Franchellucci, Ramon MoroStefano Pilia Paolo Spaccamonti sonorizza il capolavoro anarchico di Sergej Ėjzenštejn Sciopero (1924-25) – una produzione della Cineteca di Bologna per il festival Il Cinema Ritrovato 2025 – mentre il duo emiliano La Sindrome dell’aceto è alle prese con i mediometraggi francesi Le Coquille et Le Clergyman (G.Dulac, 1928) e A propos de Nice (J.Vigo, 1930)in una originale ed esclusiva produzione Soundscreen.

Le retrospettive ci portano ad un salto nel passato di 50 anni con la proposta di due opere che sono parte viva e imperitura dell’immaginario filmico e culturale italiano e sonoro: Fantozzi (L.Salce), capostipite della saga di culto sullo sfortunato ragioniere e della pietra miliare del genere da brivido Profondo Rosso di Dario Argento.

Un autocelebrativo sguardo indietro si farà inoltre per festeggiare i primi dieci anni del festival, con la proiezione del lungometraggio e del cortometraggio più amati e votati tra i titoli vincitori delle passate edizioni: Teheran Taboo (2017) di Ali Soozandeh, coraggioso film d’animazione contro ogni restrizione, vincitore del premio Miglior Regia a Soundscreen 2018, e il cortometraggio Hunger (2024) di Natalie Spencer.

Al seguente link, il programma dettagliato del festival: http://www.soundscreen.org/it/programma-2025

Le Terme di Riolo continuano a crescere: +8% in agosto e nuova apertura della palestra

Dopo aver chiuso un mese tradizionalmente complicato per il comparto come agosto con un aumento di prestazioni convenzionate dell’8 percento rispetto allo stesso periodo del 2024, da lunedì 22 settembre alle Terme di Riolo partiranno corsi in piscina (a partire dai 6 anni di età) e di acquagym. «Ma soprattutto – rivela il direttore Marketing, Emanuele Salvatori – daremo finalmente a Riolo e a tutte le comunità limitrofe una palestra, una sala attrezzi di primo livello per potersi allenare tutti i giorni fino alle 22 e dopo l’allenamento fare ovviamente un bagno in piscina termale con una specifica azione miorilassante. Non esiste centro che offra un’offerta di questa caratura».

In attesa dell’ultimo trimestre, che per le Terme di Riolo rappresenta un periodo di altissima stagione (l’11 ottobre partirà la rassegna di eventi a bordo piscina “Calici & Stelle”), il bilancio della stagione 2025 è positivo. «I dati che saltano più all’occhio – continua Salvatori – sono senza dubbio il consolidamento dell’andamento della stagione precedente, che ha rappresentato una ripartenza delle Terme di Riolo dopo anni complicati. Andando più nel dettaglio, la fascia dei bimbi 0-12 anni, dopo l’exploit del 2024, sta continuando a registrare numeri in forte crescita e lavoreremo in questa direzione anche per la stagione 2026. Ma al di là dei risultati della stagione – conclude Salvatori -, che ovviamente fanno piacere, mi piace sottolineare l’aria di positività che si respira all’interno dello stabilimento ma anche in tutto il nostro comune».

La conferma arriva dalla sindaca, Federica Malavolti. «Siamo molto soddisfatti dei risultati ottenuti dalle Terme, che confermano la loro rinnovata attrattività, anche grazie all’importante lavoro di apertura verso la comunità svolto negli ultimi tempi, tra open day gratuiti e iniziative che hanno coinvolto le famiglie. Come Amministrazione incoraggiamo fortemente il rafforzamento del legame con il nostro territorio, che da oltre cento anni accoglie le Terme: io stessa, da riolese di nascita, ogni volta che ne varco il cancello mi sento in vacanza, trasportata in un luogo meraviglioso». La sindaca plaude inoltre alla scelta di mantenere aperte le terme per quasi tutto l’anno. «Ha già prodotto un impatto positivo e siamo certi che porterà a una crescita ancora maggiore. Molto positiva è anche la collaborazione con il Grand Hotel. In generale – conclude la sindaca – sempre più persone scelgono forme di slow tourism, alla ricerca di esperienze autentiche, sostenibili e legate al benessere: in questo contesto, la qualità delle nostre acque termali e la vicinanza con il patrimonio Unesco della Vena del Gesso rappresentano un valore aggiunto importante, che contribuisce ad accrescere l’interesse verso Riolo Terme e il nostro territorio».

A chiudere il cerchio sono le parole di Andrea Spalla, amministratore delegato delle Terme di Riolo: «Grazie a un territorio che, dopo gli ultimi anni di fatica, ha reagito tornando a proporsi come una eccellenza raramente riscontrabile altrove; grazie alla collaborazione con il Comune di Riolo Terme e i rappresentanti dell’intera vallata, grazie infine a una proprietà che ama questi luoghi, le Terme di Riolo stanno vivendo i mesi più intensi di un’altra bella stagione e costruendo nuove collaborazioni che ci permettono di guardare al futuro con ottimismo».

Agli arresti domiciliari, sorpreso con 3 chili di droga nascosti nel capanno in giardino (con tre cani da guardia)

Agli arresti domiciliari, aveva nascosto in un capanno della sua abitazione tre chili di droga. L’uomo – un 50enne italiano con diversi precedenti, residente in un comune della Bassa Romagna ravennate – è stato quindi nuovamente arrestato e portato in carcere a Ravenna.

Tutto è nato da un controllo della Squadra mobile nel pomeriggio del 18 settembre. Il comportamento molto agitato dell’uomo ha insospettito gli agenti che hanno perquisito la zona, compreso un capanno vicino all’abitazione vera e propria. Qui, nascosti in un grande bidone per uso agricolo, sono stati trovati diversi involucri contenenti complessivamente 2 chili di hashish e 1 chilo di cocaina. Sequestrati anche materiali per il confezionamento (bilancini di precisione e macchina per il sotto vuoto).

Verosimilmente a protezione della droga, nel giardino erano presenti anche tre cani di grossa taglia.

«Dante è internazionale per il suo valore intrinseco»

Per Dante l’origine della poesia d’amore è da ricercarsi nelle liriche dei trovatori provenzali, culmine di un percorso che lui stesso si riconosce come punto di arrivo. Non a caso, quindi, all’interno della Commedia compaiono tre trovatori, distribuiti lungo le tre diverse cantiche. Da Bertran de Born, esaltato per la liberalità nel Convivio ma punito fra i seminatori di discordie nell’Inferno, ad Arnaut Daniel “miglior fabbro del parlar materno”, relegato alle fiamme purgatoriali, fino a Folchetto di Marsiglia, l’unico poeta ad aver saputo orientare la sua opera al bene divino.

Sabato 20 settembre, nell’ambito del festival Prospettiva Dante (a questo link il programma giorno per giorno), il professore Paolo Squillacioti (filologo specializzato in epoca romanza, letteratura galloromanza e italiana medievale) terrà un intervento sul tema Luce fuoco ardore. I trovatori nella Commedia, evidenziando caratteristiche e connessioni tra queste figure e tra la loro opera e quella del Sommo Poeta, la cui voce lirica fu resa possibile e profonda proprio grazie a quell’eredità letteraria. Dal 2020 Squillacioti è anche direttore dell’Opera del Vocabolario Italiano del Cnr: non un dizionario normativo (cioè rivolto a proporre un modello di lingua), ma storico, ovvero rivolto a documentare il lessico italiano e i suoi usi reali nel corso della storia.

Professore perché, a oltre 700 anni dalla sua morte, Dante continua a occupare un ruolo così centrale nella cultura italiana, arrivando forse a oscurare altri autori illustri?
«Questa centralità non è solo italiana, ma universale: non a caso, è l’unico autore italiano citato ne Il Canone Occidentale di Harold Bloom, opera dedicata ai fondatori della nostra letteratura. L’opera di Dante è letta, tradotta e studiata a livello internazionale non solo per tradizione, ma per il valore intrinseco della sua poesia. La Commedia in particolar modo rappresenta una situazione strettamente legata al suo tempo, intrisa di filosofia, religione e valori medievali, ma capace di trascendere epoche e latitudini e parlare allo stesso modo alla nostra contemporaneità».

A cosa sono dovuti invece i risvolti “pop” che caratterizzano la figura di Dante negli ultimi tempi?
«Probabilmente al fascino della rappresentazione infernale, la più nota. Una rappresentazione potentissima, che non ha eguali nella letteratura e che richiama visioni che si prestano molto alla modernità: colpe espiate, scenari truculenti, vendetta sotto forma di letteratura. Tutto questo è affascinante anche per il lettore più ingenuo, e si adatta bene a fumetti, videogiochi o personaggi».

Venendo all’Opera del Vocabolario Italiano, qual è l’importanza di un vocabolario storico?
«Con il nostro lavoro non intendiamo solo approfondire l’opera di Dante, ma anche analizzare quegli autori fondamentali per la sua piena comprensione. I loro testi, spesso trascurati nei vocabolari, contengono un lessico ricco di parole mai spiegate o usate in accezioni particolari. Dante non era una figura isolata: era immerso in una rete ampia e articolata di autori e riferimenti. Il nostro impegno è interpretare correttamente questi testi per poter comprendere Dante nel modo più accurato possibile».

In che modo la ricerca lessicografica si rapporta al presente?
«Immaginiamo la lingua e la letteratura come un albero: quest’albero sarà tanto più alto e rigoglioso quanto le sue radici sono solide e inserite in profondità nel terreno. Noi studiamo queste radici, fondamentali per dare linfa al presente. Non si può comprendere l’attualità ignorando la storia: il presente è solo una fase, e pensare di interpretarlo soltanto attraverso strumenti attuali è un’illusione».

Com’è cambiato il linguaggio ai tempi dei social network?
«Il linguaggio cambia continuamente, come ci ricorda già Dante nel De vulgari eloquentia. I social però hanno dato una grande accelerazione a questo cambiamento, anche per via della velocità intrinseca dello strumento. Oggi è difficile anche per gli studiosi stare al passo: non si fa in tempo ad analizzare un fenomeno che si è già passati al successivo, e chi studia ha bisogno di tempo per dare risposte. Ad emergere è l’influsso di lingue straniere, soprattutto quella inglese. Ma neanche questa è una novità, ai tempi di Dante, ad esempio, questi influssi derivavano dal francese».

Questa necessità di comunicazioni sempre più veloci porta a un impoverimento del linguaggio?
«In termini quantitativi no, perché si acquisiscono parole nuove. Ma subentra una certa difficoltà di comprensione. C’è una crescente indifferenza verso il significato preciso delle parole e poco interesse per le parole che non sono più tanto diffuse. I vocabolari vengono creati proprio per preservare il significato di termini considerati poco importanti. Bisogna stare attenti però a non usare la lingua solo per comunicare: si tratta prima di tutto di uno strumento di conoscenza e riflessione, in grado di veicolare contenuti altissimi».

Quale sarà nei prossimi anni il ruolo dell’intelligenza artificiale in ambito comunicativo e letterario?
«L’Ai è uno strumento potentissimo, e in quanto tale non è né buono né cattivo. Dipende tutto dall’uso che se ne fa. Nel campo delle traduzioni i risultati sono incredibili, permettendo di interpretare testi in maniera fluida e coerente non solo dall’inglese, ma anche da lingue meno frequentate, come quelle asiatiche o africane… Le criticità maggiori riguardano la messa a disposizione del grande pubblico con una gestione dati approssimativa, informazioni non corrette o inventate. Ci vorranno tempo e investimenti per raggiungere risultati affidabili e per ora va usato con estrema cautela, soprattuto da chi è nelle fasi di formazione. Credo che gli studenti dovrebbero evitarlo per evitare il rischio che si radichino in loro informazioni imprecise o sbagliate».

Bus gratuiti a Ravenna dal 22 settembre, lungo la linea 80 già esistente

Dal 22 settembre 2025 a Ravenna sarà gratuito l’uso degli autobus pubblici su un tratto della linea 80 già esistente. Non si pagherà dal lunedì al sabato nei 7 km compresi tra i parcheggi scambiatori del centro commerciale Esp e del Pala De André (lato via Canale Molinetto) attraverso il centro storico. Si potrà salire e scendere in qualsiasi delle 24 fermate lungo il percorso senza munirsi del biglietto, chi dovesse utilizzare la stessa linea per percorsi più lunghi, o comunque fuori da questa tratta, dovrà pagare il regolare biglietto. La linea è servita da mezzi di 12 metri di lunghezza e capienza di 90 persone.

Si tratta di una sperimentazione voluta dal sindaco di Ravenna, Alessandro Barattoni, e già annunciata durante la campagna elettorale. Il servizio sarà gratuito fino al 6 giugno 2026 e nella prossima estate verranno valutati i risultati. Il mancato incasso di Start Romagna (l’azienda partecipata che si occupa del trasporto pubblico) sarà compensato dal Comune di Ravenna, sulla base dei passeggeri (ogni bus ha un contapersone attivato, in modo da poter fare un bilancio anche senza biglietti). Al momento sono stati stanziati dall’Amministrazione 40mila euro per i primi mesi di prova, fino al 31 dicembre 2025.

Il primo cittadino ha presentato l’iniziativa alla stampa: «Potenziare il trasporto pubblico e potenziare i parcheggi sono le due vie con cui vogliamo migliorare l’accessibilità al centro storico, un obiettivo di questo mandato. Cominciamo con questa sperimentazione, ma non è l’unica iniziativa a cui stiamo lavorando».

Presente alla conferenza stampa anche Andrea Corsini, ex assessore regionale e oggi presidente di Start, che ha fatto il punto sui prossimi investimenti dell’azienda: «Abbiamo un piano da 120 milioni di euro per 340 nuovi mezzi in Romagna entro il 2028, una trentina di questi arriveranno sulle strade della provincia di Ravenna tra la fine del 2025 e l’inizio del 2026». Il rinnovo della flotta sarà fatto con attenzione all’impatto ambientale: «I mezzi a diesel sono ormai pochi, i nuovi saranno a metano, ibridi o elettrici. Per questo sarà necessario anche un investimento sulla sede di Ravenna per dotarla delle infrastrutture di ricarica delle batterie».

«Bloccare anche i carichi civili per Israele, non solo le armi»

«Che fine faranno ora questi container? Diretti a un altro porto? E da dove provenivano?». Se lo chiedono, in una nota inviata alla stampa, vari comitati (Faenza per la Palestina, Coordinamento Bds Ravenna, Comitato per il ritiro di ogni Autonomia Differenziata, LaborUp, Per il Clima Fuori dal Fossile, Radici del sindacato alternativa in Cgil Ravenna). Il riferimento è ai due nuovi carichi di armamenti diretti a Israele bloccati nel porto di Ravenna, su disposizione del sindaco. Una novità, scrivono i comitati, che farebbe capire «che il flusso Ravenna-Haifa è continuo e regolare. I carichi militari si mescolano a quelli civili. È una vergogna che tutto questo sia accaduto per mesi e mesi senza alcun controllo e che solo ora gli enti pubblici se ne accorgano».

I comitati chiedono al sindaco e alla Regione e a tutti i soci Sapir «di rescindere ogni contratto con le compagnie Zim e Msc che collegano settimanalmente Ravenna ad Haifa. Anche i carichi civili devono essere bloccati. Anche questi alimentano uno stato genocida e una occupazione feroce e illegale. Anche le importazioni di ortofrutta da Israele sostengono l’occupazione e l’apartheid».

Raccolta di rifiuti in piste ciclabili, parchi e non solo: al via “Puliamo il mondo! Chi lo ama lo protegge”

L’iniziativa di Legambiente “Puliamo il mondo! Chi lo ama lo protegge” è giunta alla 33esima edizione e fra le 1.300 città coinvolte c’è anche Ravenna, che ha organizzato diverse iniziative in programma domenica 21, venerdì 26 e sabato 27 settembre.

Domenica 21 è la giornata con il più alto numero di appuntamenti: si potrà partecipare alla Passeggiata nel Parco Marittimo con raccolta di eventuali rifiuti. L’appuntamento è alle 10 al bagno “Duna degli Orsi”, il termine dell’attività è previsto per le 13. In collaborazione con la Fiab ci sarà anche una passeggiata ciclistica e pulizia della ciclabile del mare: Il ritrovo è alle 9 al monumento del ciclista nel parcheggio del Pala De Andrè. I partecipanti al termine, orientativamente verso le 12.30, potranno raggiungere gli altri volontari alla Duna degli Orsi. Questa pedalata è inserita nella “Settimana europea della mobilità sostenibile”.

Sempre domenica 21, in programma anche la passeggiata con relativa pulizia della pista ciclabile di Ponte Nuovo, organizzata con la collaborazione di associazione Pondus Libra, Coop. Stadera e altre associazioni del territorio. Ci si troverà alle 9.15 al bar Romea in via Romea Sud 97, con il termine dell’attività fissato alle 13 circa. Infine, nell’ottica del “Progetto giovani per l’ambiente” si terrà l’appuntamento alla Rocca Brancaleone alle 9 con eventi, giochi ed altre attività, fino ad arrivare alle 16, quando avverrà la pulizia del Parco della Rocca.

Venerdì 26 settembre dalle 14 alle 16 si svolgerà la pulizia della Casa Volante, in via Fiume 23 nel quartiere Darsena, con l’organizzazione di Arci Ravenna e delle ragazze e dei ragazzi della struttura. La giornata conclusiva sarà sabato 27 settembre con Velability “Una giornata da marinai”. Appuntamento al RYC di Marina di Ravenna alle 9.30. Organizzano: Ravenna Yacht Club, Cadiai e altre realtà sociali e produttive del territorio.

«Abbiamo aderito con convinzione a questa nuova edizione del più grande appuntamento internazionale di volontariato ambientale – ha dichiarato l’assessora ai Rifiuti, Federica Moschini –. Questa iniziativa ci ricorda che il rispetto e la cura dei luoghi che viviamo partono dai comportamenti virtuosi di ciascuno di noi. Le nostre azioni quotidiane, per un territorio più pulito ed accogliente, diventano un esempio concreto per le nuove generazioni, che cresceranno con uno sguardo attento e rispettoso nei confronti dell’ambiente. Solo così possiamo costruire una comunità consapevole e responsabile, capace di fare proprio lo slogan di questa iniziativa: Chi ama il mondo lo protegge. Nella speranza di vedere un’ampia partecipazione ed il moltiplicarsi di simili azioni».

«Quest’anno siamo particolarmente orgogliosi – ha affermato Alessandra Serafini, portavoce del Circolo Matelda e di tutte le associazioni coinvolte – perché abbiamo unito le forze attraverso gesti e azioni rivolti al rispetto del nostro territorio. Ogni associazione farà la propria parte per prendersi cura di un pezzo di Ravenna, dalla città al forese, con l’intento di rilanciare un messaggio di pace e speranza collettiva. Scendiamo in strada, nelle nostre vie, nei nostri quartieri dando un segnale forte per coinvolgere la cittadinanza al rispetto dell’ambiente, ma soprattutto di ognuno di noi».

Le iscrizioni agli eventi possono essere fatte sul sito www.puliamoilmondo.it oppure direttamente nei punti di ritrovo. La fornitura dei dispositivi di protezione ai partecipanti per la raccolta dei rifiuti sarà a cura dell’organizzazione. Si raccomanda di indossare abbigliamento comodo e scarpe da ginnastica.

Il programma è stato organizzato dal circolo Legambiente di Ravenna Matelda, ma hanno collaborato numerose associazioni e realtà del territorio: Centro di educazione alla sostenibilità Ceas Ravenna, InformaGiovani, Save the Planet, Fiab Ravenna, Arci Ravenna, Pondus Libra, Libera contro le mafie sezione di Ravenna, Anpi Ravenna, Villaggio Globale cooperativa sociale, Fondazione Angelo Vassallo, Cittadino Attivo, Ge.Ne.Ra, Plastic Free, Verde Vela Ravenna, La Casa Volante, Lipu delegazione di Ravenna, Centro Sociale La Quercia Aps, Comitato cittadino antidroga Odv, Ravenna Yacht Club, Clama (Associazione volontari animalisti), Cestha, Corpo volontario forestale di Ravenna, Cooperativa Spiagge Ravenna, ristorante “Il Molinetto”, stabilimento balneare “Duna degli Orsi”.

Progetto Futuro: assegnate 20 borse di studio da 750 euro agli alunni più meritevoli

Oltre 250 persone hanno gremito l’Aula Magna dell’Istituto Ricci Muratori di Ravenna per la cerimonia conclusiva della sesta edizione di Progetto Futuro, iniziativa nata nel 2020 e organizzata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, in collaborazione con la Secam, la Fondazione Golinelli di Bologna, l’Ufficio Scolastico Territoriale e i principali istituti comprensivi della città. Quest’anno hanno partecipato sei istituti comprensivi (Damiano, Randi, Ricci-Muratori, San Pietro in Vincoli, San Biagio, Valgimigli) e sono state assegnate 20 borse di studio da 750 euro ciascuna (di cui 250 euro in attività didattiche curate dalla Fondazione Golinelli) agli alunni: Asia Bondi, Mattia delle Monache, Bernardo Gardini, Rebecca Michelazzi, Taskent Teoman, Sofia Guglielmelli, Francesco Lombardi, Tommaso Ravaioli, Alessandro Nicolò Brocchi, Giulio Pesaresi, Thiam Khoudia, Irene Zoli, Emiliano Cuzzocrea, Filippo Di Nuzzo, Marcello Randi, Nicoletta Tisari, Olivia Triossi, Vanessa Tronnolone, Simone Giraldi, Giacomo Montanari. Altri 50 alunni sono stati premiati con buoni acquisto per libri e materiale didattico.

La Commissione di valutazione – composta da rappresentanti di Secam, Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, Fondazione Golinelli e Ufficio Scolastico Territoriale – ha selezionato i vincitori sulla base di criteri che hanno tenuto conto di rendimento scolastico (al termine della quinta elementare), originalità, impegno sociale e parità di genere.

Come da tradizione, a ciascun premiato è stata consegnata una copia della Costituzione italiana e il celebre discorso sulla stessa di Piero Calamandrei.

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