La questura vieta ancora striscioni e bandiere e i tifosi restano fuori dal Benelli

Ultras ravennati e della Sambenedettese uniti nella protesta contro la decisione della polizia

Curva Vuota

La curva senza tifosi del Ravenna

Continua la protesta della parte più calda della tifoseria del Ravenna che diserta lo stadio contro la decisione della questura di vietare l’ingresso a striscioni, “pezze” e bandiere non autorizzate.

Una decisione, quella della questura, che seguirebbe una direttiva ministeriale di diversi anni fa che prevedrebbe di fatto che ogni singolo pezzo di stoffa debba essere autorizzato preventivamente prima di essere portato dentro lo stadio. Una direttiva, è evidente, non rispettata nella stragrande maggioranza degli stadi italiani, ma che a Ravenna per la seconda partita consecutiva casalinga (quella di oggi, 29 settembre, contro la Sambenedettese, persa 2-0 dai giallorossi) è stata fatta seguire alla lettera dagli uomini della questura. Secondo gli Ultras ravennati, approfittando del fatto che si tratta di una piazza «non numerosa» (tanto che nella vicina Cesena bandiere e striscioni continuano a entrare regolarmente allo stadio).

E con la conseguenza di vedere, a Ravenna, un Benelli ancora più vuoto e una curva senza la parte più colorata della tifoseria. Oggi anche quella ospite. A San Benedetto del Tronto, infatti, erano stati venduti oltre duecento biglietti, ma nemmeno la metà di quei duecento tifosi sono entrati allo stadio. Gli altri sono rimasti fuori per protesta, anche loro privati dalla questura ravennate di striscioni e bandiere.

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