Gp Imola, il faentino Minardi è il padrone di casa: «Aspettiamo 125mila tifosi»

Il 74enne è stato per vent’anni in pista come costruttore e fece esordire Alonso nel 2001, ora è il presidente dell’autodromo: «Le ricadute economiche dell’evento arrivano fino alla costa»

Minardi

Il 74enne Gian Carlo Minardi è il presidente di Formula Imola, la società di gestione dell’autodromo. Dal 2006 al 2021 il circuito non ha ospitato la F1

Per vent’anni è stato nel circo della Formula Uno come costruttore: una scuderia artigianale che in ventuno Mondiali è andata a punti per 21 volte in 340 gare. Adesso il faentino Gian Carlo Minardi è presidente dell’autodromo di Imola: sul circuito “Enzo e Dino Ferrari” nel 1991, con Pierluigi Martini di Lavezzola, arrivò uno dei tre quarti posti che sono stati il risultato migliore ottenuto dai 37 piloti entrati nell’abitacolo di una Minardi. Dopo due edizioni senza pubblico per la pandemia, il 74enne si prepara al ritorno della folla per il gran premio dell’Emilia-Romagna e del made in Italy dal 22 al 24 aprile (questa l’intitolazione esatta dopo che il circuito ha ospitato il Gp di San Marino dal 1981 al 2006). Per una settimana più di 500 persone hanno lavorato per allestire tutto e consegnare il paddock ai team dal 20 aprile.

Minardi, quanti spettatori ci saranno?
«Per i tre giorni sono stati venduti 120mila biglietti (dato aggiornato al 19 aprile, ndr) tramite Ticketone che è l’unico canale per l’acquisto quindi non ci saranno botteghini aperti al circuito. Penso si possa arrivare a 125mila».

Si aspettava questi numeri?
«Ci aspettavamo qualche numero in più al sabato per la Sprint Race ma evidentemente non è ancora un formato che è entrato nelle abitudini. È stata comunque una bella risposta, vuol dire che Imola è ancora nel cuore degli appassionati. Questo ci invita a pensare in grande per il futuro per eventuali investimenti: l’impianto è alla pari con i tempi per le omologazioni ma per le tribune avrebbe bisogno di fare qualche passo avanti».

Imola1991

I festeggiamenti del Minardi Team il 28 aprile 1991 per il miglior risultato della sua storia fino a quel momento: al Gp di San Marino, sul circuito di Imola, Pierluigi Martini chiuse al quarto posto, doppiato di due giri da Ayrton Senna (che vincerà il Mondiale, terzo in carriera)

La Regione stima una ricaduta sul territorio di 230 milioni di euro. Fino a che distanza Imola produce effetti?
«La grossa parte degli introiti si concentra tra Modena, Bologna, Imola e il mare. Per avere dati più precisi dovremo aspettare la fine dell’anno per i risultati di uno studio che abbiamo commissionato».

Come deve andare il weekend per potersi considerare soddisfatto?
«Sarò soddisfatto se la gente si sarà divertita a prescindere dal vincitore. Mi auguro sia un weekend tranquillo perché 130mila persone corrispondono allo spostamento di una città grandina (Imola ha 70mila abitanti, ndr). Poi mi auguro che fra qualche settimana accada come successo nel 2021 e ci venga riconosciuta un’ottima organizzazione».

Due vittorie della Ferrari nelle prime tre gare della stagione che hanno preceduto Imola sono state una spinta in più per la prevendita?
«La risposta del pubblico è stata calorosa appena abbiamo messo in vendita i primi 50mila taglianti l’8 marzo. Anche negli anni in cui la Ferrari non andava alla grande qui c’è sempre stata affluenza».

Nel triennio 2019-2021 la Rossa ha vinto 3 gare su 60. Nel 2022 ne ha vinte due su tre. Chi non è addetto ai lavori è confuso. Ci spiega cosa succede?
«C’è poco da spiegare: dalla morte di Senna la Federazione ha deciso che ogni 4-5 anni ci sarebbe stato un aggiornamento delle regole e uno sviluppo delle auto. Quest’anno è in vigore un nuovo regolamento molto complesso e quindi si chiude un ciclo e ne inizia un altro. La storia di questa competizione ci insegna che di fronte al cambiamento tecnico c’è sempre qualcuno che riesce a interpretarlo meglio prima degli altri. La Ferrari è stata anche sfortunata perché il Covid ha fatto slittare il rinnovamento dei regolamenti e si è ritrovata a prolungare l’agonia con una macchina che erano nata male».

Imola1985

La prima volta a Imola per la Minardi: 5 maggio 1985, Pierluigi Martini con la M185 spinta dal propulsore Motori Moderni, fece solo 14 giri prima di ritirarsi per un problema al turbo. Solo 6 auto finirono la gara: primo Alain Prost, poi squalificato

Nel 2006 il Minardi Team è diventato Scuderia Toro Rosso e poi Alpha Tauri. Con che occhi guarda a questa squadra?
«Il mio cuore è ancora lì: la squadra ha ancora la sede a Faenza, viene dall’azienda che ho avuto il piacere di fondare tanti anni fa e tra il personale ha ancora alcune persone che c’erano già con me. Con qualcuno di quelli ci vediamo ancora, ad esempio ai Minardi Day».

Nella Formula Uno di oggi si potrebbe ripetere un’avventura come quella della Minardi?
«Non credo. E non è solo questione di budget. Le dò due numeri: io avevo 130 dipendenti di cui venti ingegneri, Alpha Tauri ne ha 500 e la metà sono ingegneri. È cambiato tutto».

Tra i venti piloti che scenderanno in pista c’è uno spagnolo che ha fatto il suo esordio in Formula Uno nel 2001 sulla Minardi: il 41enne Fernando Alonso.
«È un campione e i campioni fanno fatica a sfiorire. Corre in una squadra non competitiva ma ha fatto vedere che è ancora capace di grandi cose. Si vedeva di che pasta era fatto».

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