venerdì
20 Giugno 2025
la curiosità

Un equipaggio di Marina di Ravenna vince a Parenzo la gara di pesca al tonno gigante

Ottenuta la qualifica per i Mondiali in Costa Rica

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Sono di Marina di Ravenna e dintorni i sei pescatori che, armati di canne e sarde per la pastura, hanno conquistato entrambi i premi in palio al “Big Game 4 Tuna” di Parenzo.

L’angler Daniele Tarroni, lo skipper Bernard Kulundzic, i mate Diego Bondi e Vittorio Impellizzeri e i due ospiti Florin Vieur Ucur e Stefano De Ruvo sono i membri del primo team italiano a vincere in acque croate la prestigiosa competizione di pesca al tonno gigante.

A bordo dell’Hook up, un Boston Whaler 32 outrage di proprietà di Tarroni, hanno attraversato l’Adriatico il 10 settembre e sono stati “incoronati” vincitori il 16 settembre, dopo due giorni di gara in condizioni meteo non ideali. Sono stati loro infatti a pescare il tonno più grande del peso di 144 kg e a totalizzare anche il maggior peso complessivo di pesce pescato, ossia tonni e tonnetti o alletterati.

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Per loro una targa in ceramica ma anche attrezzatura da pesca sportiva per migliaia di euro e, non da ultimo, la qualificazione ai mondiali Igfa in Costa Rica, la prossima primavera. Un motivo di orgoglio e soddisfazione per un gruppo di amici uniti innanzitutto dall’amore per il mare e per la pesca che praticano settimanalmente in modo non professionistico, spinti dalla loro passione.

«Sinceramente io non me lo aspettavo – racconta Tarroni, una lunga esperienza di pesca alle spalle che risale fino agli Ottanta – perché i croati nelle loro acque sono fortissimi. Ora guardiamo alla prossima primavera. Quella in Costa Rica è una manifestazione che richiama equipaggi letteralmente da tutto il mondo siamo quindi molto felici di aver ottenuto la qualificazione».

Una curiosità per i non addetti ai lavori: la gara in Croazia, che teneva ovviamente conto di tutte le quote e le misure di protezione per le diverse specie ittiche e permetteva agli equipaggi di tenere un solo tonno al giorno, ha avuto anche un valore scientifico. «Ci hanno chiesto di eviscerare i pesci in barca per permettere a biologi e scienziati di analizzarli, non capita spesso» spiega Tarroni, profondo conoscitore della fauna ittica e dei regolamenti internazionali di pesca.

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