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    Categoria: politica

Barbara Spinelli? Inconcludente, incoerente salottiera di sinistra

Se c’è una cosa che non sopporto sono i politici vacui, pretenziosi, che non mantengono la parola…

Se c’è una cosa che non sopporto sono i politici vacui, pretenziosi, che non mantengono la parola. Io avevo un grande rispetto per Barbara Spinelli, la giornalista figlia di Altiero, uno dei padri fondatori dell’Europa Unita. La credevo una grande giornalista impegnata su temi etici, fustigatrice dei costumi politici trasformistici degli italiani. Lei, che viveva a Parigi, mi sembrava una anti-italiana degna e credibile.

Adesso, non più. La Spinelli è l’esempio concreto della peggiore sinistra italiana, salottiera, inconcludente, chic e vaniloquente. In breve, Barbara Spinelli si è presentata alle ultime elezioni europee con la lista Tsipras. «Gli unici che mi rappresentano, la sinistra in Italia non esiste più», aveva detto la Spinelli. «Io mi presento in lista solo per offrire il mio sostegno. Se sarò eletta, subito dopo mi dimetterò». Invece, la Spinelli fu eletta e subito dopo iniziò il suo tormento interiore. «Non posso dimettermi, lascerei soli i miei compagni a combattere queste battaglie». E la Spinelli rimase in Parlamento, contraddicendo la parola data. Il candidato di Sel, arrivato dopo di lei nelle elezioni si arrabbiò parecchio.

Adesso, la Signora Spinelli compie una ulteriore giravolta. Pochi giorni fa ha annunciato: «La lista Tsipras è finita! Tutta colpa di Sel e Rc ma io non mi dimetterò». A parte che la Spinelli sul sito Votewatch risulta uno dei parlamentari italiani col numero più basso di presenze (ha partecipato al 46,34 per cento delle votazioni, cioè a 38 voti su 82) mi chiedo: ma cosa ci sta a a fare nel Parlamento Europeo, cara Signora Spinelli? Prima dice non  vado, poi vado, poi non vado perché devo combattere per le miei idee, poi dice resto per combattere per le mie idee. Ma quali, e quando le espone, e quali battaglie combatte se lei va in Parlamento europeo meno del 50 per cento delle sedute?

Molti la accusano di tradimento, ma lei risponde impreterrita: «Io non trovo che ci siano né incoerenza né tradimento. Il motivo per cui, da tempo ormai, ho preso le distanze da L’Altra Europa di Tsipras è che secondo me è stata la lista ad abbandonare il progetto originario, che era quello di creare un insieme di forze della sinistra molto costruito dal basso, basato sull’associazionismo, sulla società civile. E soprattutto non dominato dai vecchi partiti della sinistra radicale. In questo anno e mezzo, piano piano ho avuto invece l’impressione di un predominio dei piccoli partiti che avevano promesso di sciogliersi ma non si sciolgono mai».

Scusi, signora Spinelli, ma a costruire dal basso qui ci rimane solo lei, a combattere la sua isolata e solitaria battaglia egoriferita. Sa, la prima cosa da fare in politica è costruire un consenso, e lei è da sola. Da sola. E la Spinelli continua: «L’Altra Europa si è rivelata un’aggregazione di mini-partiti, non è riuscita a rappresentare strati più ampi della società». Ci sono troppi mini-partiti, e quindi via, ecco che la Spinelli fonda il partito di se medesima.  Le hanno chiesto: «Ha letto i commenti su Facebook? Molti le chiedono: ma se hai lasciato la lista, perché non ti dimetti da europarlamentare?» Risposta: «Perché in Europa continuo a battermi per le idee che ho difeso in campagna elettorale, per il programma che ho in parte scritto. Sono stata eletta dagli elettori, non dagli apparati». Chissà cosa dicono adesso gli elettori, della sua coerenza. Io per conto mio, lo so: lei non avrà mai più il suo voto, perché è una inconcludente intellettuale lontana dal popolo.