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    Categoria: politica

«Ancisi, Cmc, ponte mobile, giornali e tribunali…»

Il consigliere di Lista per Ravenna dopo la notizia della richiesta danni

Riceviamo e pubblichiamo un intervento di Alvaro Ancisi, capogruppo in consiglio comunale di Lista per Ravenna, sul tema del ponte mobile, dopo che nei giorni scorsi sul Carlino Ravenna era uscita la notizia (poi ripresa anche dal nostro sito) di una richiesta danni da due milioni di euro da parte della Cmc nei confronti dello stesso consigliere comunale.
«Sotto il titolo: “La cooperativa cita Ancisi e gli chiede due milioni. Per le accuse del consigliere sul ponte mobile”, il Resto del Carlino ha scritto, martedì 9 giugno, un articolo che comincia così: “Dal punto di vista giudiziario, l’ ultimo periodo è stato molto intenso per la Cmc. Che comunque ha citato Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista Per Ravenna, per la questione del ponte mobile. Ai vertici non sono andate giù, evidentemente, le accuse lanciate da Ancisi a settembre, il giorno dopo la mancata apertura del manufatto sul Candiano, e per questo gli hanno chiesto due milioni di danni”. Su questo punto, l’articolo – della cui pubblicazione il giornale ha ritenuto di non informarmi – è sostanzialmente esatto. Non mi esprimo sui passi successivi che riportano dichiarazioni dei vertici dell’azienda e su quelli che richiamano alcune delle altre vicende giudiziarie, nazionali e locali, in cui il nome della CMC è stato giornalisticamente (e non solo) coinvolto. Completo invece la notizia di cui sopra attenendomi strettamente, per ora, a questo solo aspetto della storia sul ponte mobile. Non commento, avendo deciso di parlare d’ora in avanti coi documenti.
La causa si fonda su presunte affermazioni diffamatorie da me espresse nell’esercizio di una funzione pubblica, sulle quali la CMC non ha inteso agire sul piano penale, con una querela, bensì con un’azione civile per il risarcimento di presunti danni subiti. Dopoché, il 7 aprile 2013, il ponte mobile non si era aperto al passaggio della Madonna Greca, l’Autorità portuale ne dispose la chiusura a tempo indeterminato, allo scopo di valutare, tramite incarichi professionali affidati a terzi, “lo stato generale dell’impiantistica elettrica e dell’automazione” e gli aspetti tecnico-economici “degli interventi necessari per il ripristino dei dissesti rivelati”. I lavori di rifacimento furono realizzati nel giugno-luglio 2014, in vista della programmata riapertura del ponte il 28 settembre, al passaggio di “Navigare Ravenna”, che poi fallì nuovamente, per cause – al di là delle giustificazioni delle parti interessate a scagionarsene – non ancora accertate. La citazione della CMC per i pretesi danni subiti è collocata in questo arco di mesi. In quel periodo addebiti alla CMC non sono usciti dal mio seno, se non, appunto, il 28 settembre. Oggetto dell’accusa rivoltami è un articolo di Ravenna e Dintorni pubblicato il giorno dopo, di cui la citazione riporta il seguente passo della mia dichiarazione: “è ben noto che il ponte è stato costruito male dalla ditta appaltatrice che si chiama CMC…ho più volte denunciato pubblicamente…il rischio che il ponte non reggesse il carico” . In realtà, Ravenna e Dintorni riportava così la mia dichiarazione: “è ben noto che il ponte è stato costruito male dalla ditta appaltatrice, che si chiama Cmc. Ho più volte denunciato pubblicamente, tra l’altro, come, nella fase finale della costruzione, le saldature del manufatto, non risultando, per la stragrande maggioranza, a piena penetrazione, come dovuto, col rischio che il ponte non reggesse il carico, siano state non si sa come rifatte”. Prima di questo passo, però, si leggeva nell’articolo che: “Il nuovo e più devastante fallimento – attacca Ancisi – è intestato al cento per cento all’Autorità Portuale, proprietaria del ponte e commissionaria della sua costruzione e della sua gestione”. Talché, il titolo dato all’articolo stesso: “Ponte mobile, Ancisi: ‘La colpa è della CMC’ ” rappresenta, sulla specifica vicenda del giorno prima, una libera interpretazione della redazione. Il giorno stesso, il Resto del Carlino medesimo ha però pubblicato, sotto il titolo: “Una storia nata male”, il seguente articolo, che riporto interamente: “L’attuale ponte mobile è entrato in servizio il 1° luglio 2010 al posto della struttura galleggiante gestita dalla Silm della famiglia Miglietti. È costato 11 milioni e mezzo di euro. È stato finanziato dall’Autorità portuale e realizzato da Cmc. I primi problemi erano emersi nella fase costruttiva, per effetto di saldature non eseguite a ‘piena penetrazione’: i controlli con ultrasuoni avevano evidenziato che almeno l’80 per cento delle saldature era irregolare. Poi i problemi sul meccanismo di sollevamento”. Ancora più diffusamente, il giornale stesso aveva espresso questi concetti il giorno 30 aprile 2010, sotto il titolo: “Ponte mobile, costi e ritardi per le saldature sbagliate”. Non devo dimostrare niente, anche perché questi fatti si leggono nel certificato del collaudo statico dell’opera. Ma uno dei tanti fascicoli che – come raccogliendo da un vaso di pandora – ho confezionato sulla vicenda ponte mobile a seguito dell’azione giudiziaria rivoltami, comprende, sia pure parzialmente, 65 articoli di tutti i giornali locali, cartacei ed on line, che fino al 30 aprile 2015, data della citazione a mio carico, e soprattutto nel periodo considerato nella citazione, hanno “parlato male” del ponte mobile, molto spesso non tacendo il nome del suo costruttore. Potrei dunque trovarmi in buona compagnia a fronteggiare, in Tribunale, l’azione della CMC. Di questi conseguenti aspetti civilistici, si occupano i legali della cui difesa ho dovuto assumere il carico. Di quelli politici e di quelli penali dirò poi, con le dovute scansioni temporali, certo di sapermi bene spiegare, all’opinione pubblica. L’unica, insieme alla magistratura, a cui mi inchino». Alvaro Ancisi