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    Categoria: politica

Migranti: il presidente Maroni dice no all’ex ministro Maroni

Anni fa al leghista i clandestini facevano comodo

Il governatore della Lombardia Roberto Maroni tuona contro i prefetti: «Sospendete le assegnazioni di migranti ai Comuni». Boh. Chissà se è quello stesso Roberto Maroni, Ministro dell’Interno del Governo Berlusconi, citato in un titolo del quotidiano “Avvenire“ del 1 aprile 2011: «Maroni striglia i governatori: accogliere!»
Quindi, adesso il governatore Maroni si oppone fermamente al ministro Maroni. E chissà se il Maroni di oggi è lo stesso Maroni che, sempre il 1 aprile 2011, dichiarava a “La Nazione“: «Nessuno può dire no agli immigrati». Evidentemente, solo Maroni può dire no a Maroni. E chissà se il Maroni Roberto di oggi è lo stesso Maroni Roberto che il 12 aprile 2011 sentenziava: «Il Viminale presenta il conto alle Regioni. In Lombardia andrà il numero più alto di migranti».

Invece adesso Maroni Roberto in Lombardia non ne vuole nessuno di migranti. Già, adesso gli immigrati sono carne da macello della contesa politica, da tirare di qua e di là a seconda delle convenienze. Come se gli immigrati fossero il problema principale, se non l’unico, dell’Italia. La Lega di Maroni e del Salvini sempre in felpa con sapidi motti, poi, sugli immigrati “fura di bal“ ci ha costruito su la sua propaganda elettorale. E a giudicare dai risultati, hanno ragione loro, visto che la Lega ha stravinto alle elezioni recenti. Maroni ieri ha commentato: «Renzi dà incentivi ai Comuni che accolgono i migranti? E io premierò quelli che respingono i clandestini». Ah. Quindi adesso Maroni gli immigrati proprio non li vuole.

Peccato però che qualche anno addietro a Maroni gli immigrati, anche clandestini, facessero comodo. Vi racconto una storiella. L’Aler, l’Azienda Lombarda Edilizia Residenziale, in pratica l’azienda della Regione Lombardia che si occupa di case popolari, controllata da un ventennio da Forza Italia, Cl e Lega, sempre al potere in quella regione, nel 2005 decide di comprare una serie di 10 palazzoni fatiscenti costruiti a metà, praticamente degli scheletri, a Pieve Emanuele, un borgo sperduto in mezzo alle campagne alle porte di Milano. Li aveva costruiti Salvatore Ligresti, il palazzinaro socialista amico di Craxi e Berlusconi.

L’Aler per comprarli apre un mutuo di 32,5 milioni di euro, che finiscono nelle tasche dell’amico Ligresti, che allora rischiava la bancarotta. Sapete, un aiutino ad un amico non si nega mai. L’Aler voleva rivenderli, ma la speculazione edilizia si rivela un disastro: quattro di quei palazzoni li hanno dovuti radere al suolo con la dinamite tanto erano malmessi. Ma non basta. Nel 2011 con lo scoppio della guerra in Libia si scatena l’emergenza profughi. Frotte di migranti arrivano a Lampedusa. E Maroni, allora Ministro dell’Interno, che fa? Maroni spedisce 400 migranti, o clandestini, come li chiama lui, in Lombardia, e proprio a Pieve Emanuele. Li fa ospitare al Residence Ripamonti, un mega-residence di centinaia di stanze che già ospita molti poliziotti della Polizia di Stato di stanza a Milano.
Guarda caso, quel residence è di proprietà di Salvatore Ligresti. Visto che lo Stato pagava allora una diaria di 46 euro a migrante, nelle tasche di Ligresti finivano più di 450 mila euro al mese. Quindi, allora a Maroni quei clandestini piacevano, e bisognava accoglierli. Mica davano fastidio. Ne avrebbe voluti di più. Ah, già, i clandestini bisogna respingerli, oppure puoi accoglierli per ingrassare qualcuno dei tuoi amici. Le opinioni della Lega sono così, cangianti come il colore delle foglie. Fateci una felpa, va là.