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    Categoria: politica

Ravenna capitale dei foreign fighter? La Lega: «Qui si combatte il terrorismo…»

Il deputato Pini: «Ma la moschea è una calamita per estremisti»
Dal centro di culto invece assicurano: «Non pregavano con noi…»

«Ravenna è la capitale dei foreign fighters? La realtà è un’altra: grazie a procura e forze dell’ordine si è prevenuto il rischio, con numeri record. Semmai il problema è la moschea, la seconda più grande d’Italia, autorizzata da un Pd colpevole, e calamita per gli estremisti». Lo dice il deputato leghista di Fusignano, Gianluca Pini, segretario della Lega Nord Romagna, commentando l’articolo pubblicato da La Repubblica di domenica (a questo link la versione online) secondo cui il 10 per cento degli jihadisti partiti per combattere a fianco dell’Isis proviene da Ravenna.

«La realtà è ben diversa – scrive Pini –: a Ravenna il procuratore Alessandro Mancini, il questore Mario Mondelli e il comandante dei Carabinieri Massimo Cagnazzo (come Guido De Masi prima di lui) hanno alzato il livello di attenzione ai rischi legati al terrorismo in tempi non sospetti. E questi sono i risultati. Se anche altre realtà avessero un coordinamento come quello ravennate, forse tutti dormirebbero sonni meno agitati. Pertanto Ravenna è il territorio che scopre più foreign fighters, non quello che ne attira di più in assoluto. Certo, se il sindaco Matteucci non avesse autorizzato una delle più grandi moschee d’Italia, operazione demenziale, magari polizia e carabinieri avrebbero più tempo per arrestare i colpevoli di furti e scippi. Quindi Ravenna non è la provincia più esposta al rischio terrorista, ma quella che grazie a questi servitori dello stato, e delle donne e degli uomini che comandano, lo combatte di più e con maggior coraggio. Averne di procuratori, questori e comandati così».

Dalla moschea di Ravenna, contattato dai giornalisti di Repubblica, Ahmed Basel risponde così alla domanda sul perché proprio Ravenna: «Non lo so, le attività della moschea e i sermoni del nostro imam sono controllati. Condanniamo sempre la violenza, soprattutto quella indegne dello Stato Islamico. I ragazzi partiti non pregavano con noi».