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    Categoria: politica

Meno tasse: coglionata o trovata del secolo?

Dipende da chi lo fa…

La sua popolarità cala, il Pd zoppica nei sondaggi, e allora che ti escogita il Matteo Renzi nostro? Convoca l’Assemblea nazionale del Pd all’Expo di Milano, sotto il sole cocente di questo luglio sahariano, con tutti i delegati pdini schierati in platea come scolaretti al discorso del Papa a schiattare di sudore, e si rivolge al Paese, a schermi unificati. 

Il presidente del Consiglio parla per più di un’ora e mezza e traccia il bilancio dell’attività svolta dal Pd in sette mesi. Ovviamente, sbalorditivo. «La politica sembrava imbambolata e ferma, sembrava impossibile che riuscisse a mostrare il volto della decisione e invece in sette mesi abbiamo deciso», dice Renzi. «Quello che abbiamo fatto in un arco di tempo abbastanza limitato, in sette mesi, è degno di onore e orgoglio perché ha consentito al Paese di ripartire».

Ullapeppa. «Ci sono stati dei no all’interno del nostro partito che ci hanno ferito, ma le riforme le abbiamo fatte. Perché la politica che non decide non fa il suo mestiere». Insomma, nonostante la fiera e dura opposizione di quei giganti di Civati e Speranza, siamo andati avanti decisi. Ma poi arriva il bello. Renzi prosegue: «Questo Pd può realizzare una rivoluzione copernicana e senza aumentare il debito. Mi prendo un impegno di riduzione delle tasse che non ha paragoni nella storia del Paese. Con questo governo e con la maggioranza del Pd non soltanto porteremo via l’imposta sulla casa nel 2016 e rispetteremo tutte le promesse del programma di Bersani, ma soprattutto daremo un messaggio: «Il Pd non è più il partito delle tasse, non lo so se lo è mai stato, ma la percezione era questa. Adesso diventiamo il primo partito che le tasse le riduce davvero».

Ullapeppona! A parte che queste cose le aveva dette pari pari Berlusconi quando decise di togliere l’Ici sulla prima casa, nel 2008, quindi mal che vada arrivi secondo, caro Renzi, vorrei chiederti una cosa. Possibile che voi del Pd sfuggiate alle elementari leggi della fisica come la compenetrazione dei corpi, perché è evidente che ormai c’è un Berlusconi-Alien annidato dentro Renzi, e anche della logica, perché per voi il principio di non contraddizione proprio non esiste?

Mi spiego: agosto 2013, il governo Letta abolisce l’Imu. Allora Letta stava sulle balle a Renzi e ai renziani, che si scatenarono. Francesco Nicodemo, ora portavoce di Renzi, scrisse: «Grazie a Letta approvato il primo punto del programma elettorale del Pd: via l’Imu. O era quello del Pdl? Povertà disperazione disoccupazione, e noi parliamo di Imu. Andatevene a fanculo». Sempre Nicodemo, scrisse: «Vabbuò Napoletano tutto ’sto discorso, e poi non dici che l’abolizione dell’Imu è una vaccata?» E l’attuale vicesegretario del Pd Debora Serracchiani, si chiedeva: «Che senso ha che io, con il mio reddito, non paghi l’Imu sulla prima casa?» Il consigliere economico di Renzi, Yoram Gutgeld, poi, sosteneva che l’abolizione dell’Imu del buon Letta era «un’operazione da Robin Hood alla rovescia, si prende ai poveri per dare ai ricchi, un cedimento alla destra populista». 

E Renzi cosa ne pensava? «Per creare lavoro dobbiamo dare una visione per i prossimi 20 anni. Il problema non è l’Imu. Intervenire sull’Imu è una cambiale che si paga all’accordo con Berlusconi», disse Renzi, il 20 maggio 2013. Diminuire le tasse? Se lo faceva Letta era una coglionata, se lo fa lui è la trovata del secolo. Tu chiamale, se vuoi, emozioni.