Anche per i 16 direttori generali, con già uno stipendio da 100 o 120mila euro. La Lega: «Scandalo». L’assessore: «Abbiamo tagliato»
«Premiare tutti allo stesso modo – prosegue Fabbri – è fare un torto a chi realmente eccelle, è uno schiaffo alla meritocrazia, quella vera. Ma è uno schiaffo innanzitutto ai cittadini, piegati dalla crisi e vessati di tasse. Giova ricordare che nel settore privato privilegi simili a quelli concessi ai dirigenti pubblici sono e rimangono utopia: il Palazzo non può farsi beffa di questo. Nel mondo reale la crisi brucia e il Pd se ne sta fregando. I soldi dei superpremi vadano ai disoccupati». Fabbri propone di «azzerare i bonus e di istituire un unico premio al ‘dirigente pubblico dell’anno’ che si è distinto su tutti».
A replicare è stata Emma Petitti, assessore regionale all’Organizzazione. «Noi siamo quelli che hanno ridotto del 10% le retribuzioni di risultato dei direttori – ha detto –, che abbiamo inciso in modo consistente sulla riduzione dei costi delle strutture a servizio della Presidenza e degli Assessorati, per cui non accettiamo l’accusa di non condurre una decisa azione di risparmio. Lo abbiamo fatto, lo stiamo facendo e i dati lo dimostrano. E, aggiungo, Fabbri dovrebbe sapere che la retribuzione di risultato dei dirigenti non è un optional, ma è prevista dai contratti nazionali di lavoro».
«Per ogni Direttore – spiega Petitti – sono stati analizzati i parametri di performance, valutando le singole prestazioni in relazione agli obiettivi assegnati. La valutazione del lavoro svolto dai direttori è stata naturalmente individuale, verificata da un Organismo indipendente di valutazione, terzo rispetto alla struttura. Conseguentemente, le retribuzioni di risultato – considerato 30mila euro il massimo – si attesta in un range compreso tra 23.760 e 14.483 euro nel 2013, e tra 22.410 e 15.770 euro nel 2014. La riduzione percentuale che abbiamo applicato è ulteriore rispetto agli esiti della valutazione individuale, e ricalca ciò che abbiamo già fatto per i direttori della Sanità. Nel corso di quest’anno potremo ancora apportare modifiche al sistema di valutazione della dirigenza che, voglio ricordarlo, è ancora sperimentale».
Tabelle alla mano, sottolinea l’assessore, la retribuzione dei direttori della Regione Emilia-Romagna, nel rapporto Pil/popolazione, è assieme alla Toscana la più bassa in Italia. «Abbiamo promosso l’avvio di un importante progetto di riorganizzazione della dirigenza e dell’intero modello organizzativo della Regione che vedrà la luce entro quest’anno. Vogliamo dare qualità e valore a chi, ogni giorno, è impegnato a garantire il funzionamento di una struttura complessa quale è la Regione – spiega Petitti – ma vogliamo farlo in un contesto organizzativo moderno e di qualità, nel quale possono essere tenuti sotto controllo i costi».
L’articolo è tratto da due agenzie pubblicate nella serata di mercoledì dal sito Ansa.it