Il Pd e i talk show schifosi che sono specchio del paese

Il partitone si è scagliato contro l’informazione di Rai Tre, che in teoria dovrebbe essere la rete amica…

Talk showIl partitone Pd si è scagliato contro l’informazione di Rai Tre, che in teoria dovrebbe essere la rete amica. Ha iniziato il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. Alla Festa nazionale di Scelta civica a Salerno, l’ex sindaco si è scatenato: «Sapete – ha detto – che io sono stato condannato in primo grado. Lo dico perché tanti giornali, tante televisioni, in particolare i miei amici della terza rete Rai, dicono puttanate incredibili. Questi sono atti di camorrismo giornalistico compiuti da una lobby di radical chic!» Con la sua consueta protervia il tenero ex sindaco di Salerno si è lanciato contro l’intera Rai 3 (anche se pare che ce l’avesse soprattutto con “Report“ e “Presadiretta“), che ha definito «la più grande fabbrica di depressione».

Poi è stato il turno di Michele Anzaldi. Anzaldi è un deputato renzianissimo,  membro della commissione di Vigilanza Rai, e a lungo temuto portavoce di Francesco Rutelli. «C’è un problema con Rai3 e con il Tg3, sì. Ed è un problema grande, ufficiale» ha detto al “Corriere della Sera“. «Purtroppo non hanno seguito il percorso del Partito democratico: non si sono accorti che è stato eletto un nuovo segretario, Matteo Renzi, il quale poi è diventato anche premier. Niente, non se ne sono proprio accorti!

E così il Pd viene regolarmente maltrattato e l’attività del governo criticata come nemmeno ai tempi di Berlusconi. Ballarò sforna a raffica editoriali contro il governo, intervista in pompa magna un grillino a settimana e va tutto bene? Lo sa che i nostri ministri non vogliono più andarci a Rai3?».  E ha continuato: «Io mi aspetto che Rai3 faccia servizio pubblico: e, per ora, non lo fa. Si sono chiesti a Rai3 perché Renzi è andato due volte da Nicola Porro a “Virus” su Rai2? Perché, se dobbiamo spiegare una legge, preferiamo che i nostri parlamentari vadano da Bruno Vespa? Comunque, guardi: adesso l’importante è che Vianello (direttore di Rai3) non faccia altri errori…».

Una intimidazione bella e buona. Insomma, per i Pdini i talk show, specie quelli di “sinistra“ sono poco filogovernativi e depressivi. Sapete cosa vi dico io, che sono del settore visto che lavoro a “Servizio Pubblico“ (Santoro)? Io ho deciso di andarmene, e mi sono dimesso. Perché il mio ex talk e i suoi servizi suscitano una sola emozione: una costante, generica indignazione. Filmavo sempre gente incazzata che si lamentava – Le tasse mi strangolano! – quando poi spegnevo la telecamera quasi tutti mi confidavano, specie al nord: «Ueh, mica son scemo, io le tasse mica le pago e poi ho aperto la fabbrichetta in Serbia, lì è pieno di donne!».

Quella costante generica indignazione raccontata dai talk show non è vera. Perché se tutti fossero davvero incazzati e con la giugulare intasata come appaiono nei talk show dovremmo avere da tempo milioni di persone in piazza con i fucili spianati. No, l’italiano, parlo del popolo, è spesso furbo, corrotto e mediocre come i suoi politici. E i politici, quelli che vorrebbero i talk ancora più servi, fanno anche loro parte della finzione. Una volta da noi vennero la Santanché e Letta Enrico, che in diretta si scannarono. «Serva di Silvio!», «Becero comunista!», «Avete portato il paese allo sfascio», «No, voi», poi si spensero le luci, scesero dal palco, e uscendo cinguettarono: «Enrico, vieni a farti una pizza?», «Certo cara! Macchina tua o macchina mia?».

Succede sempre così. Insomma, i talk fanno schifo, e sono lo specchio del paese.

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