«Ravenna sia capitale dei valori civili» Il discorso del candidato sindaco del Pd

Folla all’inaugurazione del comitato elettorale di Michele De Pascale
Ecco le sue priorità e l’annuncio: «Il Comune uscirà dall’Asp»

«Ravenna diventi una capitale dell’educazione civica». Un po’ a sorpresa il discorso di avvio della campagna elettorale di Michele De Pascale,  segretario provinciale Pd e candidato sindaco per una coalizione che vede insieme allo stesso Pd, Pri e liste civiche in formazione, si è concluso così, lanciando l’idea di fare di Ravenna, città protagonista della Resistenza e che ha sempre avuto record di affluenza al voto, a un punto di riferimento nazionale per quanto riguarda la diffusione e la conoscenza soprattutto tra i giovani dei valori civili della convivenza da tramandare alle generazioni future, cosa che oggi, secondo il giovane segretario, non sta accadendo o non a sufficienza. Con questa suggestione di livello nazionale ha chiuso un discorso tutto rivolto a un futuro da costruire dove Ravenna potrebbe e dovrebbe essere destinata a un ruolo da protagonista in un territorio più vasto, in un’ottica nazionale.

Il tutto nel nuovo comitato elettorale di De Pascale, che nel giorno della sua inaugurazione e del discorso di avvio di campagna elettorale, è sembrato fin troppo piccolo per accogliere tutti. A sentire il giovane cervese c’erano centinaia di persone tra militanti, simpatizzanti, alleati (c’erano i vertici del Pri così come esponenti di ciò che resta dell’Idv e di altri alleati), e tutti le alte gerarchie del partito. Dal sindaco in carica Fabrizio Matteucci, ai parlamentari, assessori regionali, assessori comunali, dirigenti di associazioni di categoria, presidente della Provincia in carica ed ex, tra i volontari che preparavano le pizze o servivano da bere al bancone. Come anticipato, infatti, il comitato elettorale ha sede nei locali di via San Mama che ospitavano una pizzeria  al piano terra dell’edificio dove hanno sede il circolo Pd Casadei Monti e il Mama’s, un luogo polivalente, che sarà aperto per sei mesi grazie alla presenza soprattutto di ragazzi giovani e dove accadranno molte cose, ha annunciato il candidato: incontri, riunioni, ma anche proiezioni, eventi culturali, concerti.

Intanto, venerdì 22 gennaio, è stato appunto il luogo in cui ha preso formalmente il via la campagna elettorale di De Pascale che ha preso la parola per un discorso che ha tracciato per sommi capi le priorità dei temi che saranno affrontati in questa lunga campagna elettorale (si vota infatti a giugno) declinando per capitoli lo slogan scelto: “Energia per Ravenna”.

Chimica, infrastrutture, porto, i grandi ambiti da cui De Pascale è partito per reclamare appunto un ruolo da protagonista della città, temi su cui chiedere impegni certi al governo. «Non basta che resti l’Eni – ha dichiarato a proposito di Versalis – ciò che contano sono gli investimenti, voglio pensare alla chimica tra vent’anni non nel breve termine». Sulla viabilità De Pascale ha puntato il dito contro un ritardo: «Mentre si aspettava il Godot della E 55, Ravenna è rimasta indietro rispetto anche ad altre città della regione pur avendone doppiamente bisogno, sia per quanto riguarda la rete ferroviaria che stradale. La Statale 16 deve diventare una strada di scorrimento per i ravennati e non un’arteria percorsa dai mezzi pesanti che devono attraversare l’Europa». Sul porto è arrivato in “soccorso” il nuovo decreto legge che toglie ai sindaci il potere di candidare un presidente di Autorità Portuale per lasciare il compito a Stato e Regione. E poiché è facile presumere che a marzo, alla scadenza del mandato di Galliano Di Marco, il decreto ancora non sarà in vigore, si dovrà giocoforza ricorrere a un commissario (che potrebbe però essere temporaneo o in seguito riconfermato). La speranza è che possa comunque riprendere da subito il filo dell’escavo dei fondali.

Altro capitolo economico cruciale nelle visione di De Pascale è il turismo «in grado – dice – oggi di dare lavoro qualificato ai nostri giovani. Sia nella filiera “food” sia nel marketing, nella promozione, nella gestione delle strutture ricettive». E racconta di come, di recente, si sia trovato a un tavolo con i sindaci delle altre città costiere e abbia dovuto constatare come Ravenna sia il territorio con meno presenze. Ecco allora, dice, che serve un rilancio e riqualificazione delle rete ricettiva, un nuovo lavoro di promozione, la creazione di un distretto turistico che potrebbe diventare il più importante in Italia se includesse un’area che va da Comacchio a Cervia o addirittura Cesenatico, con la natura del Delta del Po, le spiagge, l’arte.

E se fin qui il discorso è stato tutto incentrato su temi economici, la seconda parte ha invece preso una piega decisamente più ideale.

«Lo sviluppo – dice De Pascale – serve anche per poter proseguire su ciò che ha sempre contraddistino questi territori e che per noi è irrinunciabile e che sono i servizi sociali». E qui l’annuncio della rivoluzione dal punto di vista dell’organizzazione: se sarà eletto De Pascale sindaco, il Comune di Ravenna uscirà dall’Asp la cui funzione, secondo il candidato del Pd, deve essere solo quella di gestire le case protette. Case protette che però a Ravenna sono già tutte gestite da cooperative secondo il sistema del cosiddetto «privato accreditato». Tutti i lavoratori dell’azienda che oggi operano per le altre funzioni nel territorio ravennate saranno internalizzati. «Tra il sindaco e il cittadino che ha bisogno non ci deve essere soluzione di continuità», ha dichiarato De Pascale. Addio quindi all’Asp che ha raccolto l’eredità del Consorzio per i Servizi Sociali, si torna al Comune non allo scopo di risparmiare, ci spiega, ma per ottimizzare eventualmente risorse che saranno reimmesse nel settore. Nessun taglio in vista, nuove soluzioni per problemi nuovi, annuncia. Tra tutti un esempio, quello dell’alto numero di minori non accompagnati da gestire, in continuo aumento. Come sui temi economici, anche qui De Pascale sembra promettere una forte discontinuità con il passato, lui parla di «cambiamento», ma vero è che ad applaudirlo ci sono anche coloro che la città l’hanno amministrata in questi ultimi dieci e anzi venti anni. Starà forse qui l’equilibrio per lui da raggiungere: promettere il cambiamento senza disconoscere il passato.

Sfida del tutto nuova e inedita, invece, è forse quella sulla salute. De Pascale ribadisce il ruolo da protagonista che Ravenna vuole rivestire nell’Area vasta. «Non metteremo mai becco nella nomina di un primario – ha detto – ma pretendiamo che siano scelti profili di livello nazionale e internazionale e che all’ospedale di Ravenna si sviluppino, anche in termini di ricerca, vere eccellenze». Le aree che De Pascale cita sono soprattutto quelle della cura del cuore, dell’oncologia e dell’ematologia.

Salute e ambiente, con il Poc non rinnovato per puntare su riusi e rigenerazioni e limitare l’uso del territorio. E poi, penultima in ordine di apparizione, la cultura su cui forse ci si poteva aspettare anche qualche parola più precisa. Ecco per ora quelle arrivate: «Una città ricca di eventi culturali rende le persone migliori, più aperte, più accoglienti non ho timore a dirlo. Vogliamo dare una speranza ai tanti giovani che in questi anni si sono impegnati per far capire che il meglio non è alle spalle, ma ci aspetta e deve ancora arrivare». Parole che sembrano rivolte soprattutto a chi aveva creduto nella candidatura a capitale della Cultura 2019, ormai tramontata.

E poi, in chiusura, come si diceva, il richiamo forte ai valori civili, alla Costituzione, alla carta dei diritti dell’uomo che tutti dovrebbero conoscere. 1Ravenna è e sarà una città dell’integrazione e dove per tutti devono valori dell’umanità». Dall’eguaglianza fra i generi alla libertà di parola. Un modo decisamente elegante per affrontare il cosiddetto tema dello «scontro di civiltà» che altri stanno cavalcando.

Ambizioso e determinato, De Pascale ha appunto tracciato un futuro da protagonista della città in ambito regionale e nazionale forse talvolta sopravvalutando il potere di un Primo cittadino (o così almeno saremmo indotti a pensare da quanto accaduto fino ad ora), senza mai spendere una parola contro gli avversari: «Non voglio avvelenare i pozzi, dal giorno dopo le elezioni, se sarò eletto, voglio essere il sindaco di tutti e chiederò a tutti di fare la propria parte».

E se forse è mancata la frase a effetto come quella che fu di Enrico Liverani («Starò sempre con chi ha un diritto in meno”), a De Pascale bisogna forse al momento dare atto anche di aver ricordato l’amico scomparso a novembre di cui il segretario Pd ha preso il posto come candidato sindaco con delicatezza, senza calcare la mano per farne una bandiera elettorale. 

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