Crescono gli ipermercati, cosa fare per i piccoli negozi?

Come incentivare le attività di commercio di prossimità e autonomi
Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata agli aspiranti sindaci

Quinto appuntamento con la rubrica che abbiamo inaugurato in vista delle amministrative 2016, quando i ravennati saranno chiamati a scegliere il sindaco che succederà a Fabrizio Matteucci. Ogni settimana chiediamo a chi si è finora candidato a diventare Primo cittadino la disponibilità a rispondere a una domanda che riguarda le sorti della città in un breve spazio uguale per tutti. Un esercizio di sintesi e un tentativo di mettere a confronto idee e progetti concreti per la città (per i lettori che vogliano proporre domande: redazione@ravennaedintorni.it). Continuiamo così con le voci delle quattro persone di cui a oggi è nota la disponibilità alla candidatura supportata da liste, partiti o gruppi di persone, in attesa che il quadro si completi. In particolare appare ancora non definitiva la situazione nel Movimento 5 Stelle dove due sono le liste che hanno chiesto la certificazione allo staff centrale. Abbiamo chiesto a entrambe di partecipare, ma solo una di queste, quella emersa dal meetup ravennate e che ha indicato Michela Guerra come la propria candidata ha accettato di rispondere a patto che fosse appunto precisato come non possa essere ufficialmente considerata la candidata del Movimento 5 Stelle a Ravenna, mentre la lista che ha come portavoce Francesca Santarella ha preferito attendere decisioni definitive. Tra le voci che non vediamo l’ora di aggiungere c’è naturalmente quella di Massimiliano Alberghini, candidato di Lista per Ravenna e Lega Nord la cui ufficializzazione è arrivata solo ieri, 17 febbraio.

Si tratta di un fenomeno complesso, con una molteciplità di concause e anche di effetti, con cui qualsiasi amministrazione sarà costretta a misurarsi. Parliamo del depauperamento delle rete di piccoli commercianti che riguarda tutto il territorio comunale e non perdona nemmeno il centro storico. E se tra le cause ci può essere la crisi, lo sviluppo delle grandi aree commerciali, l’aumento delle vendite on line, tra gli effetti oltre a quello di un inevitabile calo di posti di lavoro (che difficilmente si può pensare siano tutti recuperati dalla grande distribuzione), c’è soprattutto quello di un impoverimento del tessuto sociale, perché i negozi soprattutto nei paesi, ma anche nelle periferie e nei quartieri, sono anche luoghi di socializzazione e scambio e incontro, ma anche di un calo di attrattiva generalizzata sia per i lidi, sia per il centro storico. Non a caso tutti i candidati sindaco per ora in corsa, ma siamo pronti a scommettere che sarà nel programma anche del candidato di centrodestra, promettono sgravi, incentivi, aiuti di qualche genere. Le associazioni di categoria da tempo lamentano numeri preoccupanti e lanciano l’allarme e non a caso da tempo chiedono che non siano intanto autorizzati nuovi centri commerciali, come invece è accaduto. Nei prossimi anni, infatti, vedremo in pratica raddoppiare l’estensione del centro commerciale Esp ed è stato da poche settimane autorizzato anche un nuovo insediamento di un’area commerciale nella zona dove già sorge il parco Teodora, vicino alla Darsena. E sono in tanti a chiedersi se la rete di negozi cittadina, già provata, riuscirà a reggere anche a questo. Ecco allora la nostra domanda: il Comune deve intervenire per il piccolo commercio? E se sì, che cosa può fare? Ecco le risposte, con più di un’analogia.

Maurizio Bucci (53 anni, imprenditore, consigliere comunale del gruppo misto dopo essere uscito da Forza Italia, è il candidato della lista civica da lui fondata La Pigna): «Il commercio risente delle scellerate decisioni effettuate dal Pd, a partire da 25 anni fa, quando fu consentito l’apertura di un unico Iper a marchio Coop a ridosso della città. Questo si univa ai supermercati Coop già presenti (via Aquileia, via Faentina e Gallery), a cui si sono aggiunti in seguito quelli di viale Europa e di via di Roma. Presto ci sarà anche quello del Mercato Coperto, mentre l’Ipercoop Esp verrà raddoppiato. Questa situazione di posizione predominante nel commercio comporta il fatto che la Coop a Ravenna propone prezzi più alti anche del 25% rispetto alle zone limitrofe e non, dove invece subisce una concorrenza forte. Tutto ciò a danno dei cittadini. Noi proponiamo incentivi per il commercio di vicinato, ma anche per le piccole botteghe artigiane al fine di consentire sia nuove aperture (contributi a fondo perduto fino a 5mila euro per investimenti e sicurezza nel luogo di lavoro), sia agevolazioni fiscali per quelle esistenti. In particolare pensiamo a una riduzione della Tari per il commercio di vicinato e le botteghe artigiane fino a 250 mq, fino a un massimo del 40%, e una riduzione dell’Imu per i proprietari che consentano canoni calmierati rispetto a quelli di mercato. Le risorse economiche proverranno dall’innalzamento della Tari per supermercati e banche, dalla vendita di tutte le società comunali che svolgono attività commerciali e dalla forte riduzione dei costi del Comune, sia di personale sia di consulenze non necessarie».

Michele De Pascale (31 anni, segretario provinciale del Pd, candidato di una coalizione che comprende Pd, Pri e liste civiche in via di formazione): «Tre fronti su cui lavorare: sgravi forese, investimenti nei lidi e un calendario di eventi (anche a Natale) in centro storico» Sul tema piccolo commercio lavoreremo su tre fronti. Nel forese le piccole attività commerciali sono linfa per l’aggregazione e la buona qualità della vita, dunque pensiamo ad azioni che incentivino e incoraggino il piccolo commercio, non solo come fenomeno economico, ma anche come beneficio per salvaguardare vivacità dei centri urbani del forese e per evitarne l’isolamento. In questo senso pensiamo all’eventualità di programmare sgravi fiscali che sostengano i gestori delle attività. Nei lidi dobbiamo investire risorse ed energie sui nostri lidi per rinforzarne l’eccellenza balneare e sostenere gli imprenditori in modo tale che possano conseguire durante l’alta stagione fatturati importanti e la marginalità necessaria per mantenere un’apertura annuale delle attività. Per quanto riguarda il centro storico, lavoreremo su tre obiettivi: il primo è portare più persone, intensificheremo il calendario di eventi ed iniziative dedicate al centro storico, in particolare nei mesi più deboli come novembre, gennaio e febbraio. Sia dal punto di vista commerciale che turistico riteniamo fondamentale valorizzare il periodo delle festività natalizie con un’intensa programmazione di eventi e lavorando fin da subito ad un progetto specifico che colleghi cultura e shopping nella città d’arte durante il Natale. Favorire l’aggregazione tra gli operatori in coordinamento con le Associazioni di categoria, mettendo al centro gli imprenditori, lavoreremo per fare in modo che la rete di attività del centro storico sia organizzata e comunicata come un’unica destinazione commerciale. Infine, il terzo capitolo è l’accessibilità offline e online: lavoreremo affinché la percezione di accessibilità del centro storico e delle attività commerciali sia migliorata, con l’obiettivo di implementarne la frequentazione sia fisica che digitale».

Michela Guerra (43 anni, avvocato, è stata votata dal meetup di Ravenna come candidata sindaca ed è portavoce del programma lì elaborato. È in attesa di certificazione ufficiale da parte dello staff del Movimento 5 Stelle): «Stop a centri commerciali, incentivi, promozione e calendari coordinati» «Mentre l’Amministrazione Pd mette in campo un nuovo scellerato progetto di consumo del territorio a favore della grande distribuzione, i negozi del centro, le botteghe artigiane, i già esistenti complessi commerciali (come le Bassette, il Podium o il Gallery ) soffrono e chiudono a un ritmo visibile agli occhi. Percorrere a piedi le vie del centro è diventata un’agonia. Negozi chiusi, serrande abbassate, botteghe con cartelli che indicano chiusure per ferie in date ormai passate da mesi. Cosa fare? Da un lato lo stop a nuovi centri commerciali e dall’altro il rilancio delle piccole attività commerciali e artigiane attraverso la creazione di “centri commerciali naturali”, ovvero una rete di piccole e medie attività coordinate e promosse come un’unica grande attività. L’amministrazione deve essere partecipe all’azione di promozione di questi centri commerciali naturali, da un punto di vista fiscale come ad esempio ragionando su addizionali Imu ridotte per le attività sotto i 150 mq o locazioni agevolate degli immobili comunali per attività di giovani fino a 30 anni, piuttosto che la possibilità di ampliamento delle concessioni di suolo pubblico. L’amministrazione deve aiutare con le leve in suo possesso, le realtà che valorizzano i mestieri legati alla storia e alle nostre tradizioni, creando magari tipicità diverse nei vari quartieri. L’utilizzo dei negozi momentaneamente sfitti a fini espositivi sarebbe un’opportunità di ampliamento degli spazi a disposizione delle tante forme d’arte presenti sul nostro territorio, il confronto con i privati in tal senso potrebbe portare benefici sia a loro che alla città. Infine, grande importanza agli eventi calendarizzati e organizzati con il coinvolgimento delle attività commerciali, evitando sovrapposizioni assurde in determinati periodi dell’anno, e il vuoto totale in altri».

Raffaella Sutter (60 anni, sociologa, ex dirigente comunale, candidata sindaca di Ravenna in Comune, nuovo soggetto politico che si colloca a sinistra del Pd): «Navette elettriche per servire il centro, sgravi fiscali per agevolare la diversificazione dell’offerta e contrastare abusivismi» «Il raddoppio Esp e l’insediamento di nuovi parchi commerciali, anche in Darsena, pregiudicano il piccolo commercio, in città, nel centro storico e nel forese. Ma non sono l’unica causa. Per il centro storico cause sono: i parcheggi, gli affitti elevati e i tributi, lo spostamento di servizi che popolavano il centro (come anagrafe, avvocati, assicurazioni…). Il commercio in città può essere anche un volano turistico, ma il centro non può essere un museo con soli servizi di ristorazione e va trattato come un “centro commerciale naturale”, con un’efficace cabina di regia con le associazioni di commercianti e artigiani. Principali incentivi sono: favorire anche insediamenti di servizi pubblici, accesso con navette elettriche da parcheggi scambiatori, riduzione dei tributi comunali, canoni agevolati e sconti Imu ai proprietari, incentivi a fondo perduto non solo per start up, ma per attività commerciali di prossimità e diversificazioni merceologiche, contrasto all’abusivismo. Differenti in parte le cause, simili gli incentivi in periferia e nel forese dove il commercio è anche un servizio sociale. Oltre alle risorse regionali e nazionali già in uso per start up, imprese giovanili e femminili, commercializzazione turistica, è necessario che il Comune defiscalizzi e investa altre risorse per incentivi anche con un progetto efficace per utilizzo delle risorse europee del POR FESR 2014-2020».

NATURASI BILLB SEMI FAVE PISELLI 17 – 26 05 24
RFM 2024 PUNTI DIFFUSIONE AZIENDE BILLB 14 05 – 08 07 24
CONAD INSTAGRAM BILLB 01 01 – 31 12 24