Emergenza profughi: che ruolo deve avere l’amministrazione?

Rispondono i cinque aspiranti sindaci di Ravenna

Prosegue la rubrica dedicata ai candidati a sindaco di Ravenna alle amministrative di giugno, a cui chiediamo risposte brevi e circostanziate alle nostre domande di settimana in settimana. Siamo lieti di dare il benvenuto in questo spazio a Massimiliano Alberghini della coalizione composta da Lega Nord e Lista per Ravenna, che potrebbe peraltro presto veder allargare la sua coalizone a Forza Italia e Fratelli d’Italia. Resta invece ancora incerta la situazione nel Movimento 5 Stelle dove due sono le liste che hanno chiesto la certificazione allo staff centrale. Ribadiamo quindi che abbiamo chiesto a entrambe di partecipare, ma solo una di queste, quella emersa dal meetup ravennate e che ha indicato Michela Guerra come la propria candidata, ha accettato di rispondere a patto che fosse appunto precisato come non possa essere ufficialmente considerata la candidata del Movimento 5 Stelle a Ravenna, mentre la lista che ha come portavoce Francesca Santarella ha preferito attendere decisioni definitive. Per chi volesse suggerire i quesiti da girare eventualmente ai candidati: redazione@ravennaedintorni.it.

Ed ecco la domanda della settimana. La cosiddetta emergenza profughi non è destinata a finire in tempi brevi e per quanto sia gestita dal governo centrale, i Comuni sono sempre più chiamati in causa. Per quello di Ravenna ci sarebbe la possibilità di gestire direttamente l’accoglienza, tramite un accordo con la Prefettura, una possibilità che l’attuale amministrazione non ha ritenuto utile e opportuno cogliere. Tra le ragioni di questa scelta, va detto, c’è la convinzione che un tema tanto delicato debba restare al riparo dal dibattito politico del consiglio comunale per evitare facili strumentalizzazioni e anche il fatto che, essendo quello di Ravenna un Comune di grandi dimensioni, per trovare accoglienza agli ospiti inviati dal sistema Mare Nostrum (in quote stabilite secondo un calcolo basato sulla popolazione residente) non potrebbe comunque evitare di ricorrere a bandi simili a quelli pubblicati dalla Prefettura e non potrebbe agire tramite affidamenti diretti, come invece possono fare Comuni di piccole dimensioni. Il tutto impiegando risorse di personale del Comune per svolgere un compito che la legge, appunto, affida alla Prefettura.
Tuttavia, in questi mesi, per l’arrivo di decine di richiedenti asilo via terra che hanno presentato la domanda direttamente in questura, sempre il Comune si è trovato ad affrontare l’emergenza di richiedenti asilo in attesa di un posto nel progetto Mare Nostrum e quindi temporaneamente senzatetto per cui si sono attivate innanzitutto molte realtà di volontariato sul territorio.

Massimiliano Alberghini (commercialista di 50 anni, candidato di Lista per Ravenna e Lega Nord)
«Il sindaco deve pretendere dallo Stato, comprese Prefettura e Questura, che si distingua rigorosamente tra i migranti dalla povertà, per cui occorre promuovere lo sviluppo e l’occupazione nei loro paesi, da chi fugge da guerra o persecuzioni, il riconoscimento ai quali dell’eventuale diritto d’asilo deve avvenire in tempi rapidi, anche perché proseguano verso i paesi europei a cui aspirano. Per la loro ospitalità temporanea, il sindaco non può continuare a scaricare ogni responsabilità sul Prefetto, bensì collaborare con lui perché la “gestione” dei profughi avvenga alla luce del sole e garantendo il massimo controllo perché rispettino le leggi, l’ordine e l’igiene pubblica, pena adeguate sanzioni. Occorre evitarne la concentrazione, scegliendo locali diffusi nel tessuto abitativo, idonei alla vigilanza sulle condizioni di sicurezza e senza configgere con l’economia turistica. Esistono anche a Ravenna situazioni in cui i profughi sono piuttosto un affare. Dovere del sindaco è organizzare le disponibilità che la comunità ravennate sa offrire tramite il vero volontariato (Caritas, parrocchie, associazioni), ma anche l’azienda pubblica Asp, finora estranea, a cui il Comune ha delegato, finanziandole, le proprie funzioni di assistenza sociale. Le finte cooperative sociali no».

Michele De Pascale (31 anni, segretario provinciale del Pd, candidato a sindaco del centrosinistra sostenuto da Pd, Pri e liste civiche)
«In un momento di guerre e conflitti generalizzati, carestie e povertà, nonché di forti tensioni sociali anche a livello locale, riteniamo sia inaccettabile fare demagogia sul tema dei profughi. Dobbiamo esigere una risposta dall’Europa perché i paesi esposti sul Mediterraneo non si siano lasciati soli ad affrontare questo esodo, e dobbiamo pretendere che Stato e Prefetture si facciano carico della procedura “straordinaria” di accoglienza in maniera eguale in tutti i territori, sia per gli arrivi “via mare” che per quelli “via terra”. Premesso che la risposta non può essere che nazionale, laddove si presentino situazioni di “emergenza” ci impegneremo nel pretendere soluzioni nazionali adeguate, ma non permetteremo che in una città civile come Ravenna vi siano persone costrette a dormire all’aperto. Qui, il tessuto sociale e civile, già robusto, sarà fortificato aumentando e rendendo più efficienti e coordinati i servizi a bassa soglia e di prossimità, favorendo progetti di reinserimento sociale per il recupero delle autonomie personali per superare l’assistenzialismo. Ci faremo portavoce di un sistema di accoglienza dei richiedenti protezione analogo a quello dello Sprar, per piccoli numeri per territorio, con una progettualità di accoglienza finalizzata all’inclusione sociale. Crediamo sia compito dell’Amministrazione, con il volontariato, costruire una rete che consenta di affrontare le situazioni a cui al momento lo Stato non riesce a far fronte».

Michela Guerra (avvocato di 43 anni, votata dal Meetup di Ravenna ma in attesa di certificazione dal Movimento 5 Stelle) 
«Si tratta di un problema innanzitutto sociale che, se non gestito correttamente, diventa anche un problema di sicurezza pubblica. Secondo noi questa funzione deve essere gestita principalmente dai Comuni, eventualmente in collaborazione con soggetti terzi, ma applicando un controllo  forte e puntuale sull’utilizzo delle risorse economiche e sulle regole di gestione messe in pratica. Tutto ciò fermo restando il ruolo da garante della pubblica sicurezza che resta in capo alla Prefettura. Oggi invece l’accoglienza è affidata, perlopiù, ad associazioni di volontariato, onlus e cooperative che gestiscono le risorse stabilite a livello nazionale. Identificare una  o più strutture di accoglienza presso immobili comunali, permetterebbe una migliore conoscenza da parte delle forze dell’ordine e una migliore assistenza dei servizi sociali. Tutto questo evitando sovraffollamenti, definendo chiaramente le posizioni migliori nel territorio ed evitando quindi tensioni. Il passo successivo è l’inserimento in programmi di accoglienza che prevedano il severo controllo dell’evasione all’obbligo scolastico, agevolare l’opportunità per i genitori di partecipare ad attività di volontariato a favore di tutta la comunità, oppure acquisire e/o valorizzare le competenze professionali con  attività di formazione. Siamo consapevoli che questo approccio implica una riorganizzazione dei carichi di lavoro del personale comunale e per questo è necessario utilizzare il personale delle province».

Raffaella Sutter (sociologa di 61 anni, ex dirigente comunale, candidata della lista di sinistra Ravenna in Comune) 
«Ravenna è entrata nel Sistema nazionale per richiedenti asilo dal 2001 ed oggi in tale circuito mette a disposizione 79 posti.
Lo Sprar dovrebbe essere l’unico Sistema di Accoglienza per richiedenti asilo, ma i posti sono sottostimati e le Prefetture attivano i centri straordinari.
Tale doppio binario è pericoloso e iniquo e  per limitare in parte tale situazione il Comune deve governare direttamente l’accoglienza straordinaria tramite accordi con la Prefettura che è competente per legge e che finanzia. Il Comune è responsabile politicamente, verso i propri cittadini, dell’accoglienza, il Consiglio Comunale deve essere coinvolto, perchè accoglienza e solidarietà sono un patrimonio della città che va difeso e i Servizi comunali devono  gestire le procedure di organizzazione dei servizi necessarie.
Solo il Comune può con la propria rete di servizi e relazioni sul territorio, gestire la prima e la seconda accoglienza, coinvolgendo cittadinanza attiva e volontariato, in una cornice pubblica certa.
Ciò che è avvenuto con richiedenti asilo Pakistani a lungo privi di alloggio perchè fuori dal circuito Mare nostrum è inaccettabile: deve esser predisposta una struttura di prima accoglienza, extra piano freddo, utilizzabile temporaneamente ed attivabile immediatamente in caso di emergenze».

Maurizio Bucci (53 anni, imprenditore, candidato della lista civica La Pigna)
«La questione profughi vede il Governo nazionale a guida Pd in una situazione di irresponsabilità totale: nessuna azione di contrasto all’immigrazione clandestina, centri di identificazione inefficienti, espulsioni non eseguite, tempi di risposta ai richiedenti asilo infiniti. Tutto questo è voluto al fine di creare un’emergenza volta a erogare ingenti risorse che poi generano scandali criminali come “Mafia Capitale” o come la gestione del Cie di Mineo. Se vinciamo noi, intanto il territorio comunale sarà pattugliato dalla polizia municipale in intesa con le altre forze dell’ordine per identificare coloro che adesso vagabondano con tranquillità in strade, giardini e parchi. Tutti coloro che risulteranno clandestini, o peggio condannati, verranno poi consegnati per l’espulsione effettiva o per scontare la pena. Vi sono clandestini provenienti da paesi in pace, e anche con economie in crescita, che devono essere espulsi in modo immediato. Il Comune deve accogliere solo coloro che hanno i requisiti per soggiornare in Italia, in numero compatibile con le proprie disponibilità logistiche, tenendo conto della situazione già presente in termini di immigrati. Con la Prefettura va cercata un’intesa proprio su questo aspetto, con l’obiettivo di superare in fretta la fase assistenzialistica, per poi procedere alla fase di inserimento sociale. Chi rifiuta questa fase deve essere espulso subito. È in questo modo che si eviterà di ripetere di avere dei richiedenti asilo privi di alloggio».

EROSANTEROS POLIS BILLBOARD 15 04 – 12 05 24
CONSAR BILLB 02 – 12 05 24
CONAD INSTAGRAM BILLB 01 01 – 31 12 24