Ravenna Holding, quale futuro per la cassaforte del Comune?

Gli aspiranti primi cittadini a confronto sul tema
delle partecipate e del patrimonio azionario

In vista delle amministrative di giugno, continuiamo a rivolgere le nostre domande settimanali ai candidati in campo. Per quanto riguarda questa pagina, intanto, sottolineamo che rispetto a quanto avete letto sul settimanale del 10 marzo, non troverete la risposta di Michela Guerra: il meetup ravennate del Movimento 5 Stelle l’aveva indicata come candidata ma in parallelo si era presentata un’altra lista con Francesca Santarella Portavoce. In attesa della certificazione dallo staff centrale avevamo chiesto a entrambe di rispondere alla nostra domanda ma solo Guerra aveva accettato a patto che fosse precisato come non potesse essere ufficialmente considerata la candidata del Movimento 5 Stelle a Ravenna. Nel frattempo è arrivata la scelta dello staff di non presentare nessuna lista. Per suggerire quesiti da sottoporre ai candidati: redazione@ravennaedintorni.it.

Il Comune di Ravenna partecipa per il 77,08% a Ravenna Holding, quella che viene definita in gergo giornalistico, la “cassaforte” del Comune. Nella holding infatti (che è partecipata anche dal Comune di Cervia, dalla Provincia, dal Comune di Faenza e in minima quota anche il Comune di Russi) Palazzo Merlato ha affidato tutti i pacchetti di partecipazioni a società di vario genere, si va dalla Sapir a Ravenna Farmacie, da Start Romagna a Romagna Acque fino ad Azimut e al pacchetto di azioni Hera. Secondo l’ultimo bilancio tutte queste società sono in pareggio e alcune (in particolare Hera, Romagna Acque, Azimut e Sapir) assicurano dividendi che ogni anno effettivamente Ravenna Holding ha restituito agli enti soci. Dalla sua creazione al 2014 ha distribuito 57 milioni di utili. Questo il quadro oggi delle quote di possesso: 100% Aser s.r.l.; 92,4% Ravenna Farmacie; 60% di Ravenna Entrate, 59,8% di Azimut spa, 29,13% di Romagna Acque, 28,9 di Sapir, 24,42% di Start Romagna SpA, 5,55% Hera SpA e 0,04% di Tper per un valore complessivo di 353.867.642 euro. La domanda ai candidati è la seguente: come immaginate l’assetto delle partecipate di Ravenna Holding e quindi del Comune al termine del vostro eventuale mandato da sindaco? Come avrete modo di leggere nelle risposte, l’argomento segna un vero spartiacque tra le forze politiche in campo. Per quanto riguarda le stime che alcuni candidati fanno rispetto ai possibili introiti in caso di vendita delle azioni, vogliamo solo ricordare ai lettori che sono appunto stime fatte dai candidati. Per capire eventualmente su quali basi le abbiano formulate, così come per approfondire questo e altri temi, un’occasione potrebbe essere rappresentata proprio dagli aperitivi con i candidati a cui la redazione di R&D invita i lettori: cominceremo il 24 marzo intervistando Maurizio Bucci. A breve i dettagli per luogo e orario.

Massimiliano Alberghini (50 anni, commercialista, è il candidato sindaco di Lega Nord e Lista per Ravenna): «Holding addio, e vendita di azioni per 40mln»
«Ravenna Holding non gestisce nessun servizio, ma un capitale da Paperopoli prodotto dai cittadini: 432 milioni di euro tra azioni (329 milioni, soprattutto di Hera), partecipazioni (25) e immobili (79). Nel budget 2016 i fantastici utili sono solo l’1,9%, nonostante i cittadini paghino alte tariffe per acqua, rifiuti, gas, servizi cimiteriali, parcheggi, ecc. e il Comune alte quote per la gestione dei bus, verde pubblico, disinfestazioni, toilette, ecc. Di tutto, oggi incontrollabile, si occuperà il servizio finanziario del Comune, con risparmio di costi politici e recupero di trasparenza. Proporrò, con la dovuta tempistica, all’assemblea dei soci l’accantonamento di Ravenna Holding. Il numero delle società partecipate sarà nettamente ridotto. Il Comune rinuncerà ai ruoli di imprenditore, malamente affidati a manager di partito, mantenendo quello proprio di principale proprietario: programmazione, indirizzo, controlli rigorosi, fissazione delle tariffe più eque. Vuol dire vendere le quote di capitale eccedenti a imprenditori capaci, scelti con gare pubbliche vere, senza privilegi alle grosse cooperative speculative. Ne ricaverò almeno 40 milioni, per risanare strade scassate, scuole malandate o a rischio di sicurezza, ponti malmessi, ecc., incrementando anche il budget ordinario per le nuove opere pubbliche da troppi anni promesse invano».

Michele De Pascale (31 anni, segretario provinciale del Pd, candidato di una coalizione che comprende Pd, Pri e liste civiche tra cui Ama Ravenna guidata da Daniele Perini, Ixc guidata da Giovanni Poggiali e una lista di sinistra in via di formazione): «Un’azienda sempre più vasta in scala romagnola»
«L’Amministrazione comunale attraverso Ravenna Holding razionalizzato e ridotto i costi del sistema delle partecipate, che a Ravenna sono ben gestite e godono di ottima salute. Pensiamo sia importante andare sempre più nella direzione di una scala romagnola. È quindi fondamentale il processo di allargamento di Ravenna Holding: da poco sono entrati a farne parte la Provincia e il Comune di Russi, e noi immaginiamo una realtà sempre più attrattiva e più grande, con l’obiettivo di fare squadra anche con altri comuni. Lavoreremo per attribuire un ruolo sempre maggiore a Romagna Acque, pensando di accentrare al suo interno le reti idriche, che al momento sono ancora in capo ai singoli Comuni. Anche per Ravenna Farmacie immaginiamo un’aggregazione più ampia, ragionando su una possibile fusione con S.F.E.R.A Farmacie, per ottimizzare e risparmiare. Confermiamo la volontà di rafforzare il ruolo d’indirizzo pubblico all’interno di Hera e ci impegniamo a destinare i dividendi esclusivamente a progetti sociali e a opere di risanamento ambientale. Inoltre proprio grazie al fatto che il Comune di Ravenna riveste un ruolo tanto importante nella compagine sociale di Hera, garantiremo la chiusura dell’inceneritore nel 2018. Per Sapir scorporeremo e privatizzeremo la parte terminalistica e manterremo la proprietà pubblica delle aree per determinarne le prospettive di sviluppo nell’interesse di tutta la collettività».

Raffaella Sutter (61 anni, sociologa, ex dirigente comunale, candidata sindaca di Ravenna in Comune, nuovo soggetto politico che si colloca a sinistra del Pd): «Gestione diretta del Comune e ciclo dell’acqua pubblico»
«Il Comune gestirà le proprie partecipazioni direttamente, senza utilizzare società ad hoc: gestione in comune dei beni comuni, no alla privatizzazione. Nella holding oggi l’assemblea dei soci decide le politiche, i comuni non decidono in base alla percentuale che hanno della stessa Ravenna il 77,08 ma la convenzione tra comuni potrebbe, sulla falsariga di quella attuale, prevedere deliberazioni con il voto favorevole di almeno tre enti su cinque che rappresentino almeno l’81% del capitale sociale. Se vinciamo disponiamo del voto di 2 enti (Comune e Provincia) con 84,09% del capitale non riusciamo comunque a cambiare la politica impostata dagli attuali enti soci, il conferimento delle azioni di Russi (0,66%) blinda il potere del Pd per almeno tre anni. Niente ci assicura che il patrimonio pubblico conferito non sia ulteriormente alienato. Si pensi alla vendita delle azioni Hera già effettuata da Ravenna Holding e alla riduzione del capitale sociale di 20 milioni di euro per consentire investimenti ai comuni allora soci. No alla ulteriore privatizzazione di Hera, attuazione delle volontà emersa dal referendum sull’acqua, gestione del ciclo integrato dell’acqua da parte di un soggetto di diritto pubblico (Romagna acque), missione pubblica delle partecipate a partire da Sapir».

Maurizio Bucci (53 anni, imprenditore, consigliere comunale del gruppo misto, dopo essere uscito da Forza Italia, è il candidato della lista civica La Pigna): «La Holding? Un costoso poltronificio per il Pd»
«La Pigna per la Rinascita di Ravenna è per la cessione totale del capitale delle società detenute da Ravenna Holding, a eccezione di Romagna Acque, di Start Romagna e di Ravenna Entrate, e per chiudere Ravenna Holding. Il sistema delle società di proprietà pubblica serve solo per strapagare politici del Pd senza né arte, né parte, e che quindi farebbero fatica a trovarsi un lavoro. Questo “poltronificio”, di cui si contano almeno 200 posizioni, lo paga ogni cittadino: Ravenna Holding costa 1,5 milioni di euro all’anno e in dieci anni è costata quindi almeno 15 milioni di euro. Soldi che potevano essere utilizzati per le strade, per incentivare l’economia o per contrastare la povertà. Noi venderemo le partecipazioni in Sapir, Ravenna Farmacie, Hera, Aser e Azimut Spa al fine di ricavarne almeno 350 milioni di euro che investiremo in infrastrutture, in incentivi all’economia e all’occupazione, per sostenere progetti contro le povertà, a cominciare dagli anziani con redditi minimi e ai disabili, e per la diminuzione del costo dell’acqua e dei servizi comunali, della tassa rifiuti e della tassa sulla casa. Con i soldi della vendita, a cui si sommano 200 milioni del porto, 60 milioni di liquidità e almeno 25 milioni di riduzione di costi, oltre ad altre risorse pubbliche, realizzeremo un grande progetto di rilancio di Ravenna».

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