Guerra: «Troppi incompetenti nell’amministrazione della città»

La candidata della lista civica Cambierà critica il poltronificio Pd
Turismo? «Tutto da rifare». Matteucci? «Mi piaceva da sceriffo»

All’ultimo degli aperitivi con i candidati sindaco alle amministrative di giugno, organizzati dalla nostra redazione, l’ospite è stata Michela Guerra, a capo della lista Movimento Civico CambieRà nata dopo la mancata certificazione da parte dello staff dei grillini di una lista e della sua candidatura uscita dal meetup dei Cinque Stelle ravennati. Luigi di Maio, deputato pentastellato, ha di recente affermato che il Movimento 5 Stelle a Ravenna (e a Rimini) non è pronto.

E così la nostra chiacchierata di ieri sera, 5 maggio, sotto i portici del Caffè Belli di fronte a molti cittadini, non poteva che partire da qui. Una delegittimazione quella del leader 5 stelle? «Ciò che dice Di Maio era vero, quel Movimento che si era diviso e dove una minoranza non aveva accettato il voto della maggioranza presentando una lista alternativa non era pronto. Non si può pensare di guidare una città se non si è coesi. Noi però ci siamo guardati in faccia, avevamo fatto un grande lavoro, avevamo il nostro bel programma pieno di idee e ci siamo detti, in fondo siamo sempre noi, il Movimento è un mezzo e non un fine. Allora abbiamo cercato personalità di spessore, persone di assoluta competenza in vari ambiti (i cosiddetti tecnici, ndr) che fossero disposti a condividere il percorso e ci siamo lanciati». Un’impresa che richiede forse un po’ di superbia, Ravenna è una città complessa come può un gruppo di persone senza nessuna esperienza politica e senza nemmeno nessun riferimento sul piano nazionale pensare di poterla governare? «Tanti mi hanno detto che sono pazza, ma il punto è che non stiamo cercando di fare nulla di diverso da quello che avremmo fatto con il simbolo 5 stelle e ci guidano gli stessi principi: legalità e trasparenza sopra ogni cosa».

Guerra spiega che per quanto riguarderà incarichi fiduciari e politici, a cominciare dagli assessori, sceglierà tra le persone di fiducia, le migliori (nel suo gruppo, rivela, anche un urbanista e un commercialista che potrebbero uscire a breve allo scoperto). E conferma che una certa discrezionalità sarà mantenuta anche nell’ambito della cultura per valorizzare progetti del territorio, non tutto, dunque, sarà messo a bando. E se il giorno prima aveva attaccato duramente dirigenza e assessorato proprio della Cultura (all’incontro del Dock 61, vedi correlati), in questa occasione non risparmia critiche durissime alla gestione del tema turismo, centrale nel loro programma. Tuttavia, alla domanda su quali progetti concreti pensi di mettere in atto ha un po’ genericamente parlato di «un sistema da ripensare daccapo, dove mettere in rete i soggetti, evitare manifestazioni a “spot” come la sagra del cappelletto senza che siano inserite in un contesto di programmazione più ampio che coinvolga gli operatori, dai lidi al mare ai negozi del centro, fino ad accennare alla necessità di ripensare la segnaletica e i percorsi turistici». Tra turismo e cultura, che fare, e come farlo, di piazza Kennedy? «Qualcosa si potrà fare, magari mettere un vetro, ma appunto qui c’è da ripensare tutto l’intorno».

Sui progetti concreti per la città c’è stato il tempo di parlare dell’idea, del tutto inedita effettivamente, della Guerra di istituire un assessorato “alla maternità” che si occupi della madri con bambini piccoli e delle loro esigenze, dai parcheggi alle sale per l’allattamento, per rendere la città più fruibile da parte di tutti. E in questo contesto di attenzione per l’infanzia c’è stato il modo di chiarire che Guerra non esclude telecamere per gli asili, ma solo a circuito chiuso e non collegate con webcam a casa delle famiglie, come chiedono alcuni genitori dopo i troppi recenti scandali di maltrattamenti, in varie parti d’Italia

E dalla sicurezza dei piccoli a quella “tout court”, tema dominante di questa campagna elettorale. E qui con una certa sorpresa si è scoperto che se Michela Guerra ha apprezzato qualcosa dell’operato di Fabrizio Matteucci in questi dieci anni è stata proprio la fase dello “sceriffo” per esempio ai giardini Speyer. Qui Guerra ha in mente pattuglie fisse, più polizia municipale in strada e anche un potenziamento dell’illuminazione. E più in generale, per questa zona della città, ha annunciato un progetto urbanistico «rivoluzionario» che verrà svelato però solo a ridosso delle elezioni. E di là dalla stazione, la Darsena? Bisogna incontrare i privati, cercare di trovare accordi per valorizzare edifici che secondo me sono bellissimi anche così come sono per farne musei, centri di cultura e per l’arte. Perché non riportarci, per esempio, il museo dell’arredo Biagetti? Eccellenza che ci siamo lasciati sfuggire». E allora una domanda sul sigarone ex Sir, battaglia di anni dell’altra ala del Movimento 5 Stelle è inevitabile: «Si vedrà, credo non si dovrebbe distruggere nulla di ciò che c’è, ma la verità è che nella mia lista delle priorità è al 152esimo posto». Parla invece di come potrebbero bastare installazioni di luce e giochi di acqua per valorizzare un’area in cui il Comune comunque dovrebbe investire poco o nulla.

Le risorse aggiuntive che, ribadisce, potrebbero provenire per esempio dalla chiusura di Ravenna Holding e dai risparmi sul cosiddetto “poltronificio” serviranno piuttosto per mettere in sicurezza tutte le scuole o assicurare il reddito di cittadinanza minimo comunale, cioé per le vere priorità secondo Guerra che non perde un’altra occasione per lamentare quella che secondo lei è l’inadeguatezza dell’attuale classe politica cittadina (mentre parole lusinghiere sono state spese per l’ex presidente di Autorità portuale Galliano Di Marco) da cui il bisogno di un totale cambio di passo.

Intanto prosegue una campagna elettorale che, dice Guerra, se contassero solo i numeri in rete “avremmo già vinto”, visto i nostri contatti. La parte più difficile è arrivare a quelle persone che non leggono i giornali e che magari ancora non sanno che si va a votare a giugno. Campagna elettorale resa difficile, denuncia Guerra come altri avversari del Pd prima di lei, anche da un clima in cui molte persone temono di schierarsi contro i centri di poteri in città. Ultima domanda d’obbligo: in caso di ballottaggio Alberghini-De Pascale? «Voterei scheda bianca». Mentre ribadisce la stima personale per Maurizio Bucci e la maggiore vicinanza di contenuti con la lista di Raffaella Sutter.

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