Una mappa mentale per il programma partecipato di Ravenna in Comune

La lista di sinistra alternativa al Pd che candida Sutter presenta
il progetto. In caso di vittoria due vicensindaci: Manzoli e Casalino

C’è stato anche un momento rap, con il più giovane candidato in lista Desiderio Basile (classe 1995) a inneggiare (trattasi infatti dell’inno ufficiale della lista) a Ravenna in Comune. Ma gran parte della serata del 10 maggio all’hotel Cube per la lista che candida Raffaella Sutter a sindaco è stata dedicata al programma. Una presentazione che è partita dalla forma e dai metodi che hanno dato forma ai contenuti, in coerenza con quanto dichiarato dall’ex dirigente comunale fin dalla sua candidatura a sindaco per le prossime amministrative, il novembre scorso.

Sutter ha infatti ribadito come l’esito sia stato il frutto di un lungo percorso partecipato di tavoli di lavoro a cui hanno preso parte decine e decine di soggetti tra persone, associazioni e partiti del territorio, per arrivare «non a una semplice mediazione ma a una sintesi». Metodo orizzontale, dunque, per “dar voce” e non rappresentare gerarchicamente, che prende la forma di una “mappa mentale” in cui i temi si interconnettono tra loro per rendere conto «della complessità delle questioni e delle interconnessioni anche nella città», ha spiegato la candidata prima di lasciare la parola ai due portavoce dell’assemblea degli aderenti alla lista civica Massimo Manzoli e Dora Casalino. I due trentenni (senza precedenti appartenenze partitiche) che, ha anticipato Sutter, saranno in caso di vittoria entrambi i suoi vice. «Dovremo anche in questo caso prevedere qualche cambiamento di regolamento, ma crediamo sia importante anche in un’ottica di genere». Ottica di genere del resto che, verrà detto poi dalla stessa Casalino, non ha un capitolo a parte perché attraversa tutto il programma.

Programma appunto articolato in capitoli ma con un andamento rizomatico più che ad albero secondo quattro tematiche fondamentali che guidano anche i due portavoce nella breve introduzione: ambiente e territorio, cultura e turismo, welfare, sanità e istruzione, lavoro e industria.

È Massimo Manzoli, ingegnere noto per il suo impegno sia sul tema della lotta alla mafia che al gioco d’azzardo e per la sua appartenenza al Gruppo dello Zuccherificio, a  cominciare dal tema del lavoro. Da lì si comincia e non dalle promesse per nuovo lavoro, ma dalla tutela dei diritti dei lavoratori attraverso il sistema degli appalti, per esempio. Il Comune visto come elemento guida in questa tutela attraverso una serie di azioni concrete (per esempio una nuova regolamentazione di appalti che non solo non devono essere al massimo ribasso, ma nemmeno semplicemente secondo la logica della “offerta più conveniente”, o la dichiarazione prima di eventuali subappalti). E in questa unione a sinistra di anime diverse la difesa di comparti storici e strategici come l’industria, a cominciare dalla chimica, e l’edilizia si combinano con un programma di forte spinta e attenzione ambientalista dove si parla di qualità dell’aria, di mobilità sostenibile, di nuova urbanistica, di rigenerazione. E qui le linee si intrecciano con la necessità di ridare identità appunto alle frazioni all’idea di recuperare un luogo almeno in ogni ex circoscrizione da dare in mano ai giovani per offrire nuova linfa al territorio e un’alternativa al modello di relazione imperante dentro contenitori standardizzati come il Cinemacity. E anche con la necessità di reinventare un modello di welfare che non può prescindere dal diritto alla casa, secondo un modello completamente nuovo che passa dall’abolizione di Asp e Acer, e da quel reddito minimo comunale che deve servire principalmente a “prevenire” nuove povertà. È Dora Casalino, nota operatrice del sociale, a spiegare le idee fondanti di servizi sociali (la parte più facile, ammette, da redigere insieme) che parla per esempio di progetti di microaccoglienza per i migranti e di uno “sfruttamento” in senso positivo delle competenze di cui queste persone sono portatrici. Per esempio, dice Casalino, nel recupero di quei vecchi mestieri che in realtà ora rappresentano un futuro anche qui, a cominciare per esempio dall’agricoltura. E qui il passo è breve per un’idea di turismo ecosostenibile, ciclabile, che raccoglie per esempio progetti sostenuti da Legambiente come i parchi fluviali che deve vivere accanto a quello dei lidi (e qui c’è l’ennesimo no alle ordinanze che in questi anni hanno caratterizzato i mandati di Matteucci) e quello della città d’arte, con un centro che dovrà progressivamente essere pedonalizzato, dicono da Ravenna in Comune senza tergiversare ma parlando anche di parcheggi e mobilità alternativa tra autobus, bike sharing, mezzi a chiamata. Tutto collegato anche a un’idea di cultura che generi lavoro vero, come più volte affrontato e ribadito dalla lista in questi mesi.

Una mappa di cui seguire i fili, dove fermarsi per approfondimenti sul sito, essendo interattiva e contenendo documenti di approfondimento in parte definiti in parte ancora in progress e che in progress, dice Sutter, «continueranno a essere anche dopo che avremo vinto le elezioni». Una mappa “trasparente” di cui chiunque vorrà potrà seguire l’evolversi e realizzata grazie al contributo di Roberto Fiorini a cui Sutter riserva un ringraziamento particolare. Per chi amasse poi un metodo più tradizionale di consultazione del programma, sarà disponibile anche una versione tradizionale e più discorsiva.

Dentro, che sia una o l’altra forma, oltre ai principi ispiratori e a un’analisi dell’oggi, anche idee e spunti più concreti, progetti, rimandi a esperienze ritenute virtuose a cui ispirarsi (di certo non si può contestare a Sutter & Co. una mancanza di studio di ciò che avviene altrove). Per chi volesse approfondire è tutto on line all’indirizzo: www.ravennaincomune.it.

Se della sinistra tradizionalmente intesa alcune parti mantengono forse un’eccessiva verbosità (che scompare tuttavia nella mappa), la forma rappresenta sicuramente una piccola innovazione comunicativa che rende giustizia a un percorso di mesi che, almeno per il momento, è riuscito a tenere insieme anime civiche e politiche del frammentato e composito mondo della sinistra alternativa al Pd. Un’impresa, comunque la si voglia vedere, non proprio scontata.

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