giovedì
26 Giugno 2025
Palazzo Merlato

Finisce l’era Matteucci. La giunta uscente esaminata ai raggi X

Tra alti e bassi, la sintesi di cosa hanno fatto e non gli assessori arrivati a fine mandato. Per qualcuno è il traguardo, altri ci riproveranno

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MunicipioFabrizio Matteucci è stato un sindaco molto criticato per l’immobilità della città e di sicuro tutto sembra essere andato per molti versi al rallentatore, ma è anche vero che mai nessuno prima di lui (e c’è da augurarsi più nessuno dopo di lui) ha mai dovuto governare in condizioni economiche così difficili.

Il sindaco ha dovuto affrontare la crisi e i costanti tagli dal governo centrale. Nel momento in cui sarebbero servite più risorse, le risorse venivano tagliate. E le realtà locali anche più consolidate tremavano o crollavano: realtà come Iter o Acmar, Vinyls e un’infinità di piccole aziende artigiane e commerciali.

Cosa ricorderemo di lui? La crisi, sicuramente. Gli anni persi negli escavi dei fondali, la sua colpa forse più grave. Le ordinanze saranno destinate all’oblio, se il successore deciderà di mettervi mano, e anche la rimozione delle panchine, mentre resterà qualche grande merito (che alcuni degli avversari considerano per la verità grandi demeriti): aver reso possibile la realizzazione di una vera moschea (per la quale, non si ribadirà mai abbastanza, non fu speso un euro pubblico) e la pedonalizzazione di piazza Kennedy di cui si parlava da tempo immemore. Con Matteucci è stato aperto anche il parco archeologico di RavennAntica (ma non il Museo di Classe) e restituito alla città Palazzo Rasponi. Questi sono i segni che resteranno. Del Poc Darsena invece la sensazione è che alla fine resterà poco. In questi ultimi cinque anni è stato accompagnato da una giunta che ha conosciuto due drammi e un addio per promozione.

MingozziI due drammi sono naturalmente quelli di Gabrio Maraldi ed Enrico Liverani, scomparsi prematuramente. Maraldi, morto nel settembre del 2012, era una delle colonne portanti della giunta, stimato e apprezzato da compagni di partito e avversari. Il secondo lutto è quello di novembre 2015 quando morì Liverani, entrato in giunta per sostituire Andrea Corsini a gennaio 2015 e scelto come candidato sindaco dal Pd a fine estate. Corsini, invece, aveva abbandonato la squadra per una promozione in Regione. Prima si era occupato di commercio e turismo e il segno forse più profondo che ha lasciato è stato l’appoggio alla riqualificazione del mercato coperto (oltre all’introduzione della tassa di soggiorno).

AsioliGiannantonio Mingozzi: humor e Garibaldi ci sono ma sul porto è un flop. Vicesindaco, al suo terzo mandato consecutivo, Mingozzi è sempre stato un front man delle giunte con deleghe pesanti come Porto e Università. Sul primo come noto l’obiettivo è stato completamente fallito e Mingozzi resterà più alle cronache forse per le pittoresche celebrazioni garibaldine, il record di matrimoni celebrati, l’incredibile numero di inaugurazioni effettuate e il suo innegabile sense of humour.

BakkaliLibero Asioli: garante del Pd sul Poc della Darsena.
Assessore con delega all’Urbanistica, l’ex insegnante è stato individuato come l’uomo ideale per sostituire Gabrio Maraldi. Ha portato a termine il Poc Darsena che però non ha ancora visto alcuna concretizzazione. Difficile farne una colpa specificatamente a lui, data la complessità del tema, ma diciamo che qualcosa di più ci si poteva aspettare. Non è escluso che si possa rendergli almeno qualche grazie a breve, magari quando si vedrà arrivare la prima chiatta in Darsena.

Ouidad Bakkali: la golden girl è cresciuta e ora è tra i big Pd
Assessore alla Cultura e Istruzione è stata una delle “golden girls” tanto discusse della seconda giunta Matteucci. Ha infatti ricoperto l’incarico che aveva 25 anni ed era fresca di studi. Qualcuno disse che era più lì per ciò che rappresentava che per ciò che era: una brillante studentessa italiana figlia di immigrati marocchini. Inoltre, si diceva, a occuparsi di cultura ci avrebbe comunque pensato il coordinatore della capitale 2019 Alberto Cassani, cosa che in effetti in parte è stata.

CamelianiTuttavia, a Bakkali, va dato atto di essere maturata in questi anni e di aver avuto anche la forza di difendere provvedimenti complessi e discussi (come la riorganizzazione scolastica) e di aver allargato il numero dei soggetti che accedono oggi ai contributi comunali tagliandoli a una realtà consolidata come Ravenna Festival, attirandosi più di una critica. Oggi è tra le “big” del Pd e in caso di vittoria di de Pascale per lei sarebbe già pronta una riconferma.

Massimo Cameliani: la crisi picchiava e lui metteva le pezze.
Tra le novità più interessanti di questa ultima giunta Matteucci, ha iniziato il mandato con la delega alle Attività produttive e Ravenna digitale e, dopo l’addio di Corsini “promosso in regione”, ha acquisito anche Turismo e Commercio. Mancano solo le varie ed eventuali. Appassionato amministratore si è trovato con la delega più infelice durante la crisi, quella per cui finisci ai tavoli delle aziende in bilico e in realtà puoi fare ben poco.

FagnaniQualche merito però gli va senza dubbio riconosciuto per il lieto fine della vicenda Raviplast e, prima, per come aveva messo mano a regolamenti di contributi e agevolazioni che, prima, non venivano di fatto spesi. Unico assessore candidato nella lista del Pd se dovesse ottenere il risultato sperato (dalla sua può contare sul sostegno non secondario del borgo San Rocco e di almeno parte del secondo circolo) potrebbe senza dubbio contare su una riconferma.

Roberto Fagnani: ultimo ingresso in giunta, si prepara al bis.
Il renziano coordinatore provinciale del Pd ha preso il posto di Liverani. In questi sei mesi ha portato avanti e dato forse anche un’accelerazione ai progetti già messi in cantiere dai suoi predecessori e ha dedicato un’apprezzabile attenzione all’edilizia scolastica. È anche tra gli interlocutori del Governo su alcune importanti partite. In caso di vittoria del Pd è certa la sua conferma con deleghe di peso.

Guerrieri


Guido Guerrieri: irrisolto il nodo degli impianti sportivi in città.
Assessore ad Ambiente e Sport, entrato in quota Idv, oggi tenta di farsi eleggere nella lista Ixc che punta moltissimo proprio sul tema dello sport. E in effetti Guerrieri è forse sembrato più affezionato a questa delega o perlomeno con questa delega è stato più visibile anche se la situazione degli impianti resta critica. A lui dobbiamo il titolo di “Ravenna città dello sport 2016“.

MontiMartina Monti: giovane assessora spesso sotto attacco.
Entrata giovanissima in giunta arriva alla fine dei cinque anni ad annunciare con orgoglio la prossima laurea. Con le deleghe Immigrazione e Sicurezza è stata sicuramente una delle presenze più discusse per la giovane età, l’inesperienza e qualche clamorosa gaffe. Se oggi metà degli avversari mettono la sicurezza al primo punto non può imputarsi a lei, ma certo che non si sia sempre mostrata all’altezza di una situazione complessa come quella che si è presentata negli ultimi anni su entrambi i fronti è opinione diffusa. Sull’immigrazione ha tenuto vive le realtà esistenti (come il Festival delle culture) ma non si è vista la spinta innovatrice degli anni precedenti. Scelta dal sindaco per coprire la quota Idv, fu immediatamente disconosciuta dal partito e negli anni a seguire entrò nel Pd. Non è candidata.

MorigiValentina Morigi: una colonna della giunta per bilancio e giovani
Delegata a occuparsi di Bilancio, Partecipazione, Decentra-mento e Politiche Giovanili è entrata nella Giunta in quota Sel. Oggi è capolista di Sinistra per Ravenna che sostiene il candidato Pd, una lista nel cui programma viene coerentemente rivendicato quanto fatto da Morigi negli ultimi cinque anni. Attivissima su tutte le deleghe, a lei si deve, tra le altre cose, il processo di partecipazione la Darsena che vorrei, le iniziative di volontariato giovanile le “magliette gialle” e il festival della street art Subsidenze. Sul bilancio ha sempre difeso la scelta in questi anni di crisi di non tagliare il welfare e di aver istituito e implementato fondi a favore di chi aveva perso il lavoro. Sicuramente una delle persone che ha più caratterizzato l’operato della giunta. Adesso cerca la riconferma.

PiaiaGiovanna Piaia: assessora a metà sul welfare, paladina del “genere”.
Al secondo mandato, con deleghe alle Pari opportunità e ai Servizi sociali e volontariato, nominata in quota Pdci, come Morigi, ha scelto di restare in giunta quando il suo partito ha invece rotto con la maggioranza. Oggi è completamente defilata dalla campagna elettorale. Sulle pari opportunità ha portato a casa risultati importanti e promosso progetti sperimentali, insistendo molto sull’importanza di un cambiamento nella divisione dei compiti domestici. Infermiera psichiatrica, ha sempre mostrato particolare sensibilità su questo fronte. Durante i suoi mandati è stata aperta la Casa delle donne. Il suo punto debole sono forse stati i servizi sociali, messi sotto pressione durante gli anni di crisi, e rispetto ai quali aveva solo un ruolo di indirizzo, essendo gestiti dall’Asp. L’azienda che oggi tutti i candidati sindaco, compreso quello del Pd, vogliono sciogliere riportandoli al Comune. Giudicare il prossimo assessore sarà quindi più semplice.

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