Sutter al 6: «Ci aspettavamo di più Nessuna indicazione al ballottaggio»

Ravenna in Comune, lista di sinistra alternativa ai dem, candidava la dirigente comunale in pensione: «Il Pd ha rincorso il centro…»

Insieme al Pd, è la lista che forse ha più ragione di essere delusa del proprio risultato. Ravenna in Comune, che candidava l’ex dirigente comunale Raffaella Sutter, è al lavoro da mesi per costruire un’alternativa civica e di sinistra alla coalizione tra dem e alleati. Ha riunito otto sigle, singoli individui, rappresentati di comitati e associazioni, ha organizzato una miriade di eventi pubblici, ha elaborato un programma fatto a “mappa mentale”, ha coinvolto giovani e volti storici della politica ravennate. Ma nonostante tutto questo si è fermata a 4.262 voti che salgono, ma senza arrivare ai 5mila, per la sola candidata Sutter. Un 6 percento abbondante che la colloca al quinto posto tra le forze politiche in città, dietro a Pd, Lega, Cambierà e, per appena 233 voti, Lista per Ravenna. Un 6 percento che sarebbe bastato da solo a garantire la vittoria al candidato del centrosinistra Michele de Pascale. E a cui è ragionevole pensare che guarderà il candidato del centrosinistra.

Ed è questo che chiediamo alla candidata sindaco Raffaella Sutter la mattina dopo il voto. Ha sempre detto che in caso di ballottaggio non si sarebbe schierata ma c’è differenza tra dirlo prima, parlando di un caso teorico, e dirlo dopo, numeri alla mano e secondo turno alle porte…
«Ribadisco che la nostra è una proposta alternativa a quella del Pd e che personalmente non darò indicazioni di voto. Sarà convocata a breve un’assemblea, la stessa che mi ha eletta candidata sindaco, e che dovrà discutere e decidere su questo, ma credo che l’orientamento generale sarà di non dare dichiarazione di voto ufficiale. Del resto, non siamo un partito verticistico, dentro ci sono molte anime diverse e immagino che anche le singole organizzazioni che hanno aderito al progetto possano fare valutazioni diverse».

Quindi non incontrerà nessuno del Pd per eventuali accordi?
«No, non è mia intenzione».

C’è la possibilità che qualcun altro di Ravenna in Comune possa però farlo?
«Mi sentirei di escluderlo».

Il vostro 6 percento è esattamente quanto è mancato al centrosinistra per vincere agevolmente al primo turno, come cinque anni fa…
«Sì, lo so. Ma non è così. Naturalmente sono molto amareggiata che la destra in città stia assumendo una posizione così percentualmente elevata. Ma è il Pd che ha rincorso il centro, anche con le liste in appoggio dove sono candidati per esempio degli industriali, e ha fatto scelte politiche che non guardano alla sinistra».

Ma quindi domenica 19 lei personalmente, cosa farà?
«Sono molto stanca dopo la campagna elettorale e devo riposarmi prima di entrare in consiglio comunale… se trovo posto in aereo potrei andare a farmi coccolare dopo la delusione dagli amici di Pantelleria».

Quindi conferma che un po’ di delusione c’è tra le vostre fila, vi aspettavate evidentemente di più anche se c’era chi vi aveva stimato a percentuali anche più basse…
«Sì, soprattutto in chi ha lavorato tanto in questi mesi un po’ di delusione c’è, speravamo in qualcosa di più. Il 10 percento ci avrebbe permesso di parlare di successo… Detto questo, siamo in linea se non sopra le percentuali che un po’ in tutta Italia hanno avuto esperienze come la nostra. La nostra proposta era molto chiara nei contenuti e nell’approccio e non è stata votata dai cittadini. Oggi una caratterizzazione di sinistra su alcune tematiche è poco popolare. E questo mi spinge a dire che serve una riflessione su quali sono le prospettive politiche e credo sia necessario dare anche più spazio e voce a forme di autorganizzazione e movimenti. La nostra proposta politica va rafforzata e radicata».

Lei intanto entrerà in consiglio?
«Sì, per il momento sì. Forse con i resti possiamo sperare anche in un altro consigliere, ma comunque il più votato è il portavoce dell’assemblea (Massimo Manzoli con 173 preferenze) e sarebbe lui a prendere il mio posto in un eventuale futuro. Vedremo». A seguire con 163 preferenze c’è Raffaella Veridiani.

E nessun senso di colpa nel caso il 20 giugno il sindaco fosse Massimiliano Alberghini?
«No, perché come cerco di spiegare dobbiamo uscire da questa logica: il nostro progetto politico non è né di far vincere il centrodestra, né il centrosinistra. Se vi abdicassimo avremmo percentuali ancora maggiori di astensione, un dato che mi sembra molto preoccupante. Senza dimenticare che quella delle schede bianche o nulle è una percentuale superiore a quella di molte liste in appoggio al Pd…».

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