sabato
06 Settembre 2025
Verso il ballottaggio

Imprese con De Pascale, caso in procura Pd: «Incomprensioni in buona fede»

Esposto del centrodestra: «Torbido inciucio che inquina il voto»Il segretario dem: «Calunnie. Adesioni raccolte senza pressioni»

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L’elenco, diffuso pubblicamente dal comitato elettorale del centrosinistra, con i nomi di cento imprese che appoggiano la proposta del candidato sindaco Michele de Pascale al ballottaggio ora finisce in procura. Le quattro forze politiche (Lega Nord, Lista per Ravenna, Forza Italia e Fratelli d’Italia) che compongono la coalizione di centrodestra per la candidatura di Massimiliano Alberghini hanno infatti firmato un esposto «per fare luce sul torbido inciucio di un comitato di affari che agevola poche imprese amiche e lascia alla deriva tutte le altre, cercando così di inquinare il voto». La replica di De Pascale, segretario provinciale del Pd, non tarda ad arrivare: «L’esposto contiene talune ipotesi di reato talmente infondate da poter sembrare calunniose, per questo ho chiesto ai miei legali di valutare la vicenda».

Eccoli i possibili profili di reato ventilati nell’esposto: «Violenza privata (art. 610 cp), attentati contro i diritti politici del cittadino (art. 294 cp), notizie false, raggiri o artifizi per esercitare pressione in favore di determinati candidati (art. 979 legge 361/1957), voto di scambio (art. 86 legge 203/1951)». L’esposto indica anche che alcune tra le imprese indicate nell’elenco in realtà non sarebbero tali mentre altre non risultano nemmeno attive nel territorio comunale e si trovano nominativi di persone che potrebbero non corrispondere al legale rappresentante del soggetto indicato: «È stato richiesto di verificare se le aziende regolarmente citate ed esistenti fossero a conoscenza del loro inserimento nell’elenco in questione».

La vicenda è ormai nota. A quattro giorni dal voto decisivo è stato inoltrato alla stampa un elenco di imprese che in buona sostanza condividevano un decalogo di iniziative elaborate dalla coalizione De Pascale per il rilancio del turismo. Le polemiche sono scoppiate subito con critiche da destra e da sinistra ma a fare più rumore sono state soprattutto le precisazioni di alcuni imprenditori che hanno voluto prendere le distanze da quello che all’esterno sembrava un endorsement a tutti gli effetti e in un paio di casi hanno addirittura affermato di essersi ritrovati nella lista a loro insaputa.

De Pascale prova a fare chiarezza: «Abbiamo messo il turismo al centro del nostro progetto di sviluppo della città elaborando dieci punti concreti che abbiamo sottoposto al giudizio di molti operatori ravennati. In pochissimi giorni il mio comitato ha raccolto un centinaio di adesioni e apprezzamenti su questo progetto. Sono molto dispiaciuto che, sebbene mi risulti solamente in tre casi su cento, questa adesione possa essere stata fraintesa, da parte degli operatori o dei mie collaboratori, e conseguentemente meglio precisata o ritirata. Queste incomprensioni, di cui mi rammarico, sono avvenute nella più completa e reciproca buona fede. Tutte le adesioni sono state infatti raccolte, ovviamente, in maniera libera, trasparente e senza alcun condizionamento da parte di nessuno».

Non è così che la pensano dall’altra parte della contesa: «Non sappiamo se le aziende prone al Pd abbiano ricevuto o riceveranno in cambio qualcosa oppure se temono ritorsioni future da parte di chi gestisce da decenni il potere politico in maniera clientelare. Siamo molto preoccupati dal fatto che altri imprenditori finiti in quella lista, pur non essendo d’accordo, non intendano dissociarsi per paura di ritorsioni future. Una cosa però è certa: questa squallida operazione rappresenta un bruttissimo segnale per la nostra città e merita un approfondimento da parte della magistratura».

Il centrodestra teme che ci siano state pressioni dagli avversari per ottenere l’adesione, De Pascale denuncia qualcosa di simile in senso opposto: «A seguito della pubblicazione dell’elenco, ho avuto notizia di telefonate da parte di miei avversari molto aggressive verso alcuni firmatari. Vista la magra figura fatta dal loro candidato nei tre confronti pubblici e televisivi di questi giorni, le quattro liste della destra ravennate non riescono a nascondere la loro natura e, invece di iniziare, anche a pochi giorni dal voto, a fare qualche proposta concreta, portano il confronto politico sul terreno che gli è proprio e cioè quello dell’offesa, dell’insulto e della diffusione di notizie completamente infondate». De Pascale incalza Alberghini: «La sua firma non sembra comparire nell’esposto. Si dissoci da questo gesto, dimostrandosi, per la prima volta in questa campagna elettorale, autonomo rispetto al modo incivile di concepire la politica di taluni suoi sostenitori».

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