L’ex sindaco Matteucci diventa direttore dell’Anci dell’Emilia-Romagna

Negli anni scorsi aveva annunciato: «Non ricoprerò più ruoli
politici di primo piano». Ancisi: «Inopportunità politica»

L’ex sindaco di Ravenna Fabrizio Matteucci è stato nominato nei giorni scorsi direttore dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani (Anci) Emilia-Romagna. Prende il posto di Gianni Melloni – anche lui ex sindaco (per 13 anni di Pieve di Cento) –, andato in pensione.

La notizia ha scatenato in queste ore post sarcastici su Facebook per le dichiarazioni degli ultimi anni di Matteucci, che aveva annunciato di voler diventare un volontario Mistral al termine del suo mandato da sindaco e che non avrebbe più ricoperto impegni politici «di primo piano». Il riferimento era in particolare a ruoli in Comune, Regione o Parlamento, e quel «non di primo piano» faceva intendere che avrebbe comunque ricoperto ancora un altro ruolo.

Sulla nomina all’Anci è subito intervenuto con una nota Alvaro Ancisi di Lista per Ravenna. «Umanamente comprendo la necessità che Fabrizio, finito l’incarico di sindaco, eserciti un’attività lavorativa con cui provvedere al sostentamento della famiglia – dichiara il decano dell’opposizione ravennate –. Essendosi reso vacante, causa pensionamento, il posto di direttore dell’Anci regionale, non c’è dubbio che egli abbia la formazione e l’equilibrio necessari per svolgere tale funzione. L’Anci dell’Emilia-Romagna, dotata per statuto di piena autonomia dall’Anci nazionale, rientra però sostanzialmente nella sfera pubblica, essendo finanziata e totalmente composta da Comuni della regione stessa. Appare dunque quanto meno inopportuno che, nel giro di due giorni dalla cessazione da sindaco, il consiglio regionale dell’associazione, convocato allo scopo, ne abbia deliberato l’assunzione in tale posto. Tanto più cogliendo almeno lo spirito del decreto legislativo n. 39 del 2013 che fa divieto, tra l’altro, nei due anni successivi dalla cessazione della carica di sindaco, di conferire allo stesso “incarichi di amministratore di una forma associativa tra comuni avente la medesima popolazione”. Prescindo dall’aspetto legale, che non mi compete, osservando tuttavia come, se è vero che il decreto stesso intende per “amministratore” l’“amministratore delegato e assimilabile”, le funzioni assegnate al direttore dall’art. 24 dello statuto dell’associazione potrebbero di fatto configurarsi, appunto, come assimilabili a quelle di amministratore delegato. Mi fermo tuttavia all’inopportunità politica».

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