Biblioteche: nel 2017 un concorso per il nuovo direttore della Classense

Da alcuni mesi Giuliani è in pensione e continua senza retribuzione
Il successore dovrà favorire l’integrazione con l’Oriani

Nel 2011 divenne anche un caso politico, con il direttore Donatino Domini che poco prima di andare in pensione dopo trent’anni di servizio dichiarò pubblicamente che il suo successore non sarebbe dovuto essere un politico, spazzando via le voci su una possibile nomina dell’allora assessore uscente alla Cultura, poi divenuto coordinatore di Ravenna Capitale europa della cultura 2019, Alberto Cassani. Sono passati cinque anni e ancora non è stata presa una decisione forte per la direzione della storica biblioteca Classense di Ravenna – dotata di un patrimonio librario antico, moderno e contemporaneo tra i più importanti d’Italia –,  affidata per un paio d’anni ad interim alla dirigente comunale Maria Grazia Marini e poi a Claudia Giuliani, già vice e braccio destro dello stesso Domini. Ora da qualche mese Giuliani è in pensione, ma continua a svolgere il proprio compito senza percepire alcun compenso, gratuitamente, in attesa della nomina del nuovo direttore. Che avverrà il prossimo anno, annuncia il sindaco De Pascale, tramite un concorso pubblico.

Non sarà l’unica novità per la Classense, il cui nuovo direttore dovrà in primo luogo – a detta del sindaco – lavorare per una maggiore apertura e relazione fra tutte le istituzioni bibliotecarie, fra Classense stessa e le sue sedi decentrate, oltre che per una forte integrazione con l’altra biblioteca della città, l’Oriani. Una collaborazione che dovrà sgravare di costi la fondazione Oriani – istituita nel 2003 da Comune, Provincia, Fondazione Cassa di Risparmio e Del Monte –, che come noto è oggi in difficoltà economiche, ma alle cui sorti, par di capire, dovrà interessarsi in particolare il ministero. «Essendo la seconda biblioteca italiana di storia contemporanea lo Stato deve essere per forza interessato, anche perché se la fondazione non dovesse essere più sostenibile (nel tempo sono venuti a mancare in particolare i finanziamenti della Provincia, ndr) tornerebbe a carico dello Stato stesso», assicura il Primo cittadino.

Per quanto riguarda invece la riorganizzazione vera e propria, De Pascale non esclude che l’istituzione creata nel 2002 per la gestione della Classense possa essere superata (così come accaduto per quella dell’Istruzione e infanzia) per far tornare la biblioteca nell’ambito del Comune di Ravenna, ma è ancora in corso una valutazione tra i pro e i contro dell’operazione. Di certo tra gli obiettivi del nuovo sindaco c’è invece quello di non disperdere il valore della rete informatica bibliotecaria più avanzata d’Italia, quella romagnola, in capo alle tre Province da trent’anni. «Se vogliamo mantenere lo stesso livello anche con il superamento delle Province è necessario lavorare in squadra, pensare ad alcuni poli di aggregazione molto forti. Vogliamo costruire un hub ravennate con la Classense che potrebbe già ora prendere il posto della Provincia come capofila, cercando di eliminare alcune inefficienze come quelle legate agli acquisti di libri, grazie a una maggiore coordinazione con Bassa Romagna, Faenza e Cervia».

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