Ancisi a Molducci: «Ti sparo in bocca» E Sinistra per Ravenna attacca il decano

L’associazione vuole le scuse del capogruppo Lpr dopo le parole rivolte alla presidente del consiglio. Lui dice che vanno intese «politicamente»

È Sinistra per Ravenna ad accendere il fuoco della polemica con una nota stampa in cui «condanna duramente l’episodio occorso e si augura che arrivino le scuse non sottoposte ad un’ingiustificata condizione di reciprocità». Il destinatario è Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna, che durante l’ultima riunione dei capigruppo si sarebbe rivolto alla presidente del Consiglio comunale, Livia Molducci, dicendole «Ti sparo in bocca» durante una discussione sul fatto che nel consiglio comunale di oggi, 6 dicembre, ai consiglieri di opposizione non sarà consentito parlare della Liberazione ed è invece previsto l’intervento del teatro delle Albe sul progetto per Dante.

Il decano dell’opposizione ha voluto precisare come si sia trattato di una “sparata” metaforica da contestualizzare in un accesi scambio di battute. E in effetti, va detto, parole come queste da Alvaro Ancisi lasciano perlomeno stupefatti, essendo in genere il suo eloquio molto lontano da questi toni. Ancisi si dice anche pronto a rendere le proprio scuse, qualora la cosa fosse reciproca, anche da parte di Molducci che avrebbe, secondo lui, provocato la reazione.ù

È anche questo aspetto che viene messo sotto accusa proprio da Sinistra per Ravenna, l’associazione politica che fa parte della maggioranza rappresentata in consiglio comunale da Gianluca Rambelli, il primo, su Facebook, a denunciare l’accaduto senza fare nomi. Il nome lo fa appunto la Lista che scrive: «Il contesto non è rilevante (basta dire che da parte della Presidente Molducci non ci sono state offese che potessero scatenare reazioni inconsulte). Il peso specifico di quelle parole, gravissime, lascia il contesto in secondo piano. Sabato scorso duecentomila donne si sono riunite a Roma per manifestare contro la violenza: dopo 5 giorni, a Ravenna, una donna è stata oggetto di pesantissime ed inaccettabili minacce. Le raffazzonate scuse del decano Alvaro (“Le ho detto ti sparo in bocca politicamente”) non fanno che peggiorare la situazione. Questo episodio è intollerabile, inaccettabile e svilente. Non si possono tollerare aggressioni verbali di nessun genere nei confronti di qualsiasi persona, tantomeno nei confronti di coloro che ricoprono un ruolo istituzionale. L’aggravante è costituita dal fatto che Molducci è una donna, e questo è doppiamente intollerabile ed inaccettabile Un episodio di gravità inaudita come questo non può passare in sordina e chi si è macchiato di tali azioni non può passare indenne, nonostante si chiami Alvaro Ancisi».

Ancisi ricostruisce così i fatti: «La presidente, alzandosi in piedi e con voce alterata, mi ha minacciato di attaccarmi pubblicamente attribuendomi giudizi politicamente offensivi, estranei a come il dibattito si era svolto e lontani anche dal mio pensiero. Alla sparata vera, ho reagito con una sparata virtuale, accompagnandola subito con l’avverbio “politicamente”, che elimina in radice ogni sia pur lontana immaginazione sul rischio d’incolumità della presidente. L’espressione è peraltro entrata nel linguaggio comune in senso figurato, spesso usata ironicamente come per far tacere un amico che “la spara grossa” verso di te. Non ho nessuna difficoltà a riconoscere che è stata forte. La presidente, anziché vittimizzarsi su Facebook come perseguitata, riconosca di avere sbagliato, come ha già fatto con me pochi minuti dopo dicendo testualmente “me l’hai tirata fuori dalla bocca”. Sarò conseguente. Ma mi indigna ancora di più che Sinistra per Ravenna, la presenza più inutile di una lista civetta che si possa registrare in consiglio comunale a supporto del partito che lo umilia, mi abbia sollevato contro uno schiamazzo vergognoso sotto la bandierina (ché altre non può esibire) del femminismo. Non ho vocazione femminicida».

Sotto accusa anche Alberto Ancarani, che sempre nello stesso contesto, avrebbe invece apostrofato Molducci con un, decisamente meno esplicito, «lei non sa cosa le posso fare io» e che lui stesso dice va interpretato in senso meramente politico, e lo dimostra anche alla luce di ciò che ha poi annunciato alla stampa. Ancarani infatti dice voler comunque esprimere il proprio pensiero: «So già che mi verrà impedito di esprimere il mio pensiero in quanto la Presidente del Consiglio comunale, ottusamente rieletta per fortuna solo dalla maggioranza che governa questa città, è terrorizzata dal fatto che lo scrivente possa esprimere la propria opinione e dunque in occasione della conferenza dei capigruppo di giovedì 1 dicembre ha già annunciato il divieto di affrontare l’argomento nella prossima seduta di consiglio del 6. Non intendo piegarmi a un simile sopruso e dunque terrò il mio discorso a microfono spento, se necessario urlando in mezzo all’aula consiliare ed eventualmente anche sdraiandomi al centro della stessa se sarò costretto. Continuo a trovare intollerabile che di certi argomenti possa parlare solo la maggioranza, e intendo comportarmi allo stesso modo fino al termine della consiliatura qualora non venga modificato questo atteggiamento».

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