«Attacchi personali immotivati: i contributi pubblici per l’editoria
esistono da ben prima che il padre diventasse ministro…»
«I contributi pubblici all’editoria – continua la nota di Confcooperative – fanno parte della storia del nostro Paese ed esistono da molto prima che Manuel diventasse direttore di Setteserequi o che il padre Giuliano Poletti fosse nominato Ministro della Repubblica. Certo, si possono aprire dibattiti sull’opportunità o meno della scelta di prevedere contributi all’editoria, peraltro in questo momento cosa legittima, ma non si può accusare il figlio di un ministro che ha l’unica colpa di lavorare in un settore che, come molti altri, viene considerato di interesse pubblico. Senza tener conto del fatto che ci troviamo in un momento storico in cui crediamo ci sia ancora la necessità di sostenere, ovviamente su basi di equità e professionalità, il diritto di tutti a una stampa libera. Ad ogni modo crediamo sia compito esclusivo del legislatore operare valutazioni cercando, al limite, di sollevare discussioni costruttive e democratiche e non attaccando, a titolo completamente gratuito, l’ennesimo capro espiatorio. A Manuel Poletti, alla sua famiglia e a tutti i dipendenti e i collaboratori della cooperativa Media Romagna intendiamo esprimere la nostra solidarietà e vicinanza».