Ora l’annuncio: grandi mostre al Mar solo ogni due anni. E più spazio alla fotografia

L’assessore: «Un museo non è solo eventi temporanei»

Sta tenendo banco a Ravenna il caso del Mar, il museo d’arte di via di Roma, che per la prima volta dal lontano 2003 quest’anno non ospiterà la tradizionale grande mostra. Dopo la fine dell’era del curatore Claudio Spadoni e il cambio di Amministrazione, il futuro del Mar appare infatti incerto da mesi e il sindaco Michele de Pascale, già poco dopo il suo insediamento, aveva dichiarato l’intenzione di puntare come primo obiettivo al rilancio della Biennale del Mosaico, che si terrà in autunno in una veste totalmente rinnovata, sul modello della manifestazione faentina Argillà. L’opposizione ha per questo motivo attaccato frontalmente la giunta e così la lista Cambierà ha definito come una «bestemmia inaudita» lasciare un museo senza la grande mostra annuale mentre Maurizio Bucci della Pigna ha invitato il Comune a cercare piuttosto privati in grado di rilanciare il Mar e la Loggetta Lombardesca (vedi articoli correlati). E proprio per rispondere a un question time presentato da Bucci è stata in municipio l’assessora alla Cultura Elsa Signorino a confermare la posizione dell’Amministrazione. Nell’occasione ha sottolineato come un museo non sia fatto solo da mostre temporanee, ma anche dalla propria collezione permanente, da valorizzare, e ha ricordato come nel 2017 il Mar grazie a fondi europei sia destinato anche a diventare un luogo di innovazione e sperimentazione tecnologica, sorta di laboratorio aperto alla città e ai più giovani.

Signorino si è anche detta comunque consapevole dell’importanza degli eventi temporanei, promettendo una grande mostra ogni due anni (in alternanza appunto alla Biennale del mosaico), dando quindi appuntamento con la prossima grande mostra nel 2018. Una mostra che non dovrà essere solo di grande rilievo scientifico – ha detto – ma in grado di rivolgersi anche a un vasto pubblico. E accanto a questo il Mar – assicura l’assessore – proporrà altri eventi, sperimentando anche linguaggi artistici diversi, «come ad esempio la grande fotografia». Il Comune, infatti, pare stia già lavorando a un’esposizione dedicata a grandi fotografi ravennati noti nel mondo (da Majoli – immaginiamo – a Malanca, da Masotti a Roversi) (tra i correlati la proposta lanciata anni fa dal fotografo ravennate Luigi Tazzari).

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