Sei ex consiglieri regionali ravennati ricorrono al Tar contro i tagli ai vitalizi

Tra di loro anche l’attuale assessore alla Cultura del Comune di Ravenna. La nuova legge vieta il cumulo, alza l’età pensionabile e prevede un contributo di solidarietà

FotosecondahomeSessantanove ex consiglieri regionali hanno firmato il ricorso presentato al Tar dell’Emilia-Romagna contro la norma approvata pochi mesi fa – definita illegittima e incostituzionale – che ne decurta sensibilmente i compensi. Ricorso di cui aveva dato notizia a fine giugno il Corriere della Sera e di cui parla il Carlino Ravenna oggi in edicola, facendo i nomi dei sei ex consiglieri regionali eletti in provincia di Ravenna che hanno firmato il testo. Tra di loro anche l’ex consigliera e parlamentare, attuale assessore alla Cultura del Comune di Ravenna (incarico per il quale però non riceve compenso, per sua scelta), Elsa Signorino. Il suo vitalizio regionale è di 2.207 euro.

A fare ricorso poi Pierantonio Rivola (Dc) e Guido Tampieri (Pci-Ds, anche ex sottosegretario all’Agricoltura), prima consiglieri regionali e poi assessori in Regione – ricorda il Carlino –, che percepiscono rispettivamente 3.655 euro e 3.156; l’ex assessore al Turismo Guido Pasi (in quota Rifondazione Comunista), che riceve 2.277 euro, e Paolo Galletti dei Verdi (anche lui finito poi anche in parlamento), con un vitalizio regionale di 1.495 euro.

A firmare il ricorso sono state poi anche altre due donne, Luisa Babini del Pri, per cui non è però ancora scattata l’età minima del vitalizio, e la vedova di Davide Visani, ex consigliere regionale del Pci e parlamentare, che riceve 1.307 euro come reversibilità.

I vitalizi costano alla Regione circa 430mila euro al mese, destinati a quasi 180 ex eletti.

La riforma regionale approvata in maggio – su proposta della consigliera regionale faentina del Pd Manuela Rontini – introduce un prelievo triennale (definito contributo di solidarietà) sui vitalizi; innalza l’età pensionabile a 67 anni (prima era a 60) e impone il divieto di cumulo dei vitalizi regionali con quelli erogati, per esempio, dal parlamento. Il ricorso ne chiede l’annullamento perché la legge regionale violerebbe il Decreto Monti del 2012 per «eccesso di potere», dal momento che «il legislatore nazionale ha salvaguardato da ogni intervento riduttivo (a maggior ragione, la soppressione), i trattamenti in corso di erogazione», mentre la legge – citiamo il Carlino Bologna – va a intervenire in modo retroattivo su vitalizi già erogati e definiti. Inoltre, secondo i ricorrenti, la legge regionale non riporta «le finalità» di questi provvedimenti che «finiscono con l’essere arbitrati e irragionevoli, non potendo essere collegati – e dunque giustificati – con alcuna esigenza di urgenza e scopo finale».

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