Pagani: «In Parlamento mancano i numeri per legalizzare la cannabis»

Parla il deputato Pd, tra i firmatari del disegno di legge che nella passata legislatura riuscì a dare un quadro più definito per l’uso terapeutico

Alberto Pagani«La scorsa legislatura non c’erano i numeri per la legalizzazione dell’uso di cannabis a scopo ricreativo. Credo che non ci saranno nemmeno in questa». Alberto Pagani, parlamentare ravennate del Pd, è stato tra i firmatari del disegno di legge che ha portato alla liberalizzazione della cannabis ad uso terapeutico, approvato lo scorso autunno. «Il disegno di legge era partito in un certo modo, con un obiettivo di legalizzazione più ampio rispetto a quello ottenuto alla fine – spiega Pagani – poi ci si è dovuti limitare alla cannabis terapeutica perché mancavano i numeri per l’approvazione».

Nella legislatura appena nata non è detto che il Pd ci riprovi perché – spiega Pagani in sintesi – un conto è presentare questo tipo di percorsi di legge, molto delicati, da una posizione di governo; un altro è provarci stando all’opposizione. Insomma: l’iniziativa legislativa, se tornerà, dovrà arrivare da altri. Magari da quel Movimento 5 Stelle che quando questa legge ottenne il “via libera” definitiva era stato molto critico, accusando i Dem di essere stati poco coraggiosi mentre il centrodestra, dall’altra parte, accusava la maggioranza di aver legalizzato la marijuana in Italia.

«Da quanto mi risulta però – dice Pagani – la legge sta funzionando molto bene. Prima l’utilizzo a scopo terapeutico era consentito ma era in un limbo legislativo, non normato. Quel disegno di legge ha permesso di uscire da questa situazione». Tra le novità introdotte dal Ddl, la possibile individuazione di altre strutture – oltre allo stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze – per la coltivazione e la trasformazione della cannabis ad uso medico. C’erano anche precisazioni rispetto a quanto si intende per “uso medico”. «Uno dei colleghi che ha seguito la legge mi ha detto recentemente che la produzione non basta e potrebbe essere necessario aumentarla ulteriormente».

Al di là dell’uso medico, Pagani aggiunge anche di essere stato un sostenitore della liberalizzazione a scopo ricreativo ma che, ultimamente, ha un po’ rivisto le sue posizioni anti proibizioniste: «Personalmente ho sempre pensato che la liberalizzazione sia meglio della proibizione. Però ultimamente ho rivisto un po’ questa mia convinzione». La causa che lo ha portato a riflettere non è però legata alla marijuana ma ad un altro delicato settore: «Vedendo l’effetto che fa il gioco d’azzardo sulle persone, ho cominciato a credere che gli individui non siano ancora abbastanza maturi sul tema dell’utilizzo responsabile di certe libertà. Lo stesso lo si nota, ad esempio, anche con l’alcol: in quanti si mettono alla guida dopo aver bevuto? Per questo, rispetto a quando firmai quella legge, ho qualche perplessità in più. Diciamo che sono un anti proibizionista moderato».

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