Il congresso agita il Pd: con Martina il segretario Barattoni e i renziani

Il responsabile provinciale tra i promotori del comitato  per l’ex ministro. L’assessore Fagnani: «Renzi resta un leader. Un nuovo movimento? Bisogna saper guardare anche oltre ai partiti…»

Martina Fagnani Barattoni

Maurizio Martina con l’assessore comunale Fagnani e il segretario provinciale Pd Barattoni

Nicola Zingaretti, il primo a candidarsi alla guida del Pd, è venuto a Ravenna tre volte negli ultimi mesi, l’ultima delle quali a presentare proprio la sua candidatura.
Sul palco il 27 novembre, in un Almagià gremito, con lui c’erano la vicepresidente della Regione, Elisabetta Gualmini, e il sindaco di Ravenna Michele de Pascale, uno dei primi e più convinti sostenitori del governatore del Lazio alla corsa per la leadership del partito.

Il congresso si concluderà per gli iscritti il 2 febbraio, mentre il 3 marzo si terranno le primarie. Ma anche i sostenitori di Maurizio Martina, segretario dimissionario entrato in carica dopo le dimissioni di Renzi, si stanno organizzando sul territorio è hanno dato vita a un comitato ravennate.
Come noto, la candidatura dell’ex segretario che all’ultimo congresso si era presentato in ticket con Matteo Renzi è oggi invece insieme a Matteo Richetti, che ha ritirato la propria candidatura per appoggiare Martina.
Sul territorio le prime adesioni al comitato sono una ventina e tra questi troviamo persone che in passato avevano fatto scelte diverse, a riprova del tentativo di “rimescolare le carte” rispetto alle vecchie correnti. Tra questi ci sono il segretario provinciale Alessandro Barattoni con Giorgia Antonellini, Libero Asioli, Idio Baldrati, Mirta Battaglia, Michele Casadio, Matteo Cavicchioli, Sara Centarrì, Davide Coralli, Mirella Dalfiume, Enrico Golfieri, Laura Lanconelli, Danilo Manfredi, Bianca Maria Manzi, Michele Mazzotti, Micol Micheli, Raoul Minzoni, Giorgio Sagrini, Elisa Vardigli, Massimiliano Venturi.
«Di Maurizio Martina – dicono dal comitato – apprezziamo l’umanità, l’umiltà e la capacità di mettersi al servizio del Partito. Insieme a lui, a Matteo Richetti e tanti altri stiamo costruendo una mozione unitaria, plurale ed inclusiva, in grado di proseguire un percorso riformista rivolto verso il futuro. Siamo una squadra, vogliamo lavorare uniti e aperti per cambiare insieme».

Zingaretti De Pascale

Zingaretti con il sindaco di Ravenna de Pascale

E, un po’ a sorpresa, su Martina a questo punto potrebbe andare anche una parte dei voti dei cosiddetti renziani che erano pronti a sostenere l’ex ministro Marco Minniti il quale, però, come noto, ha ritirato la candidatura per motivi non ben chiariti, almeno ufficialmente. Ufficiosamente rumors insistenti parlano del fatto che Matteo Renzi non lo avrebbe di fatto sostenuto come lui si aspettava perché sarebbe pronto a dar vita a un nuovo soggetto politico. Voci, appunto.

Al momento restano le “truppe” dell’ex premier divise perché è stata annunciata in extremis anche la candidatura del ticket Giachetti-Ascani.
«Due amici – dice Roberto Fagnani, assessore comunale e renziano doc, punto di riferimento dei renziani in città che avevamo sentito poco dopo la Leopolda – ma sinceramente credo che dietro a una candidatura dovrebbe esserci prima un percorso che in questo caso non c’è stato. Personalmente ero pronto a sostenere Minniti e credo mi orienterò verso Martina, che conosco bene anche dall’ultimo congresso e che ha con sé persone dell’area riformista come Graziano Delrio. Sicuramente la mia scelta non potrà andare a Zingaretti, che mi pare come programma rappresenti un passo indietro per il Pd, non a caso è visto con interesse da certi ex e da parti meno riformiste. Certo, va detto che peggio di così un congresso non si poteva gestire, in un momento di tale crisi per il Paese noi siamo qui a parlare del nostro ombelico…».

Renzi Fagnani

Roberto Fagnani con Matteo Renzi

In questo ha però molte responsabilità lo stesso Renzi, che pare ambiguo. E di cui appunto si dice sia pronto a fondare un proprio partito. «Mi pare un’ossessione, Renzi sta facendo il senatore e sta facendo opposizione a questo governo, non si occupa di congresso. Resta secondo me un leader politico, anzi, l’unico vero leader politico in Italia, che ha fatto sicuramente degli errori ma si è caricato anche di responsabilità maggiori di quelle che effettivamente aveva. Ma il tempo sarà galantuomo».
Quindi, se dovesse come si dice fondare un nuovo soggetto, tutti pronti a seguirlo? «Adesso il tema non è all’ordine del giorno, ma è sicuramente vero che bisogna saper guardare oltre, i partiti sono in profonda crisi e il mondo economico e del lavoro è privo di punti di riferimento…».
Un po’ come Macron, insomma, che però non se la sta passando proprio benissimo… «Non possiamo pensare di essere avversari di Macron, se cade lui cade un’idea di Europa inclusiva. Ed è vero che lui è riuscito ad anticipare il crollo del partito Socialista e raccogliere consensi pur avendo fatto parte del governo Hollande».
Quindi par di capire il modello è En Marche e sul territorio stanno nascendo i comitati civici lanciati da Renzi alla Leopolda, già tre nel territorio ravennate e un quarto in procinto di nascere, ci dice Fagnani. Che viene quotidianamente contattato, ci racconta, da persone che ancora credono che Renzi possa rappresentare una risorsa cruciale.

A questo punto la domanda è d’obbligo: ma l’annuncio del nuovo soggetto lo farete a gennaio o dopo il congresso del Pd? «Al momento siamo concentrati sul congresso, siamo con entrambi i piedi dentro al Pd e siamo pronti a metterci dispozione del vincitore, anche se fosse Zingaretti, a differenza di quello che è accaduto dopo il risutato degli ultimi due congressi».
Oggi, domani chissà. La sensazione è che anche sul territorio, e anche in vista delle amministrative, la strada per il centrosinistra sarà sempre più articolata…

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