Lettera aperta di Daniele Bassi dopo la reazione della Lega all’iniziativa dell’associazione partigiani che ha accostato frasi del ministro dell’Interno a quelle di Mussolini
Il segretario della Lega Romagna, Jacopo Morrone, ha annunciato l’intenzione di rivolgersi alla magistratura. Ma Bassi non ci sta: «Le minacce del segretario della Lega Romagna non faranno deflettere i cittadini di Massa Lombarda dalla testimonianza di ciò che è giusto e vero. Noi non neghiamo legittimità democratica ad alcun rappresentante democratico, non coltiviamo pregiudizi, ma non ci lasceremo espropriare dei nostri giudizi».
Il primo cittadino massese entra nel merito del manifesto: «Che Salvini non sia Mussolini è chiaro a tutti. Difficile tuttavia negare che lo “stile” del ministro degli Interni evochi a volte reminiscenze del passato che i cittadini possono essere indotti a considerare minacciose, come per esempio nel caso dell’esibizione dal balcone di Forlì, utilizzato in sfregio al regolamento di quel Comune, tra l’altro, da molti considerate involontariamente caricaturali. E non si può oggettivamente negare che le sue parole in più di un’occasione, abbiano coinciso, si può pensare senza intenzione, con quelle che si possono leggere nei libri di storia e pronunciate da Benito Mussolini. Anche perché il tutto è ampiamente documentato e documentabile, come tutti ben sanno. Quindi riprodurle, ricordarle, non è reato, anche nel rispetto dell’Articolo 21 della nostra Costituzione, che tutela la libertà d’espressione».
E infine l’invito al leader del Carroccio, alle prese con una crisi di governo: «Sta al capo della Lega contribuire a un clima di confronto civile, temperando l’aggressività con la virtù della prudenza. Cosicché la sua legittima ascesa si svesta degli imbarazzanti raffronti che diffusamente l’accompagnano».